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Autore: RAB 95    07/03/2012    1 recensioni
Un nuovo professore carismatico e intelligente, e tante novità. Il male non può essersi estinto, dopo Voldemort. E l'amore continua a esserci.
Dal terzo capitolo:
«Ad Al piacevano le settimane tranquille. Non si accorgeva nemmeno dei giorni che passavano. Amava sedersi nel prato e non pensare a nulla, adorava gli allenamenti sotto la tenue luce del sole con il venticello fresco che gli scompigliava i capelli. Per non parlare delle risate genuine che quelle settimane causavano a tutti. Niente stress, pochi compiti. Settimane perfette, avrebbe detto quel cantante mago, tale George Werminong»
"Chi l'avrebbe detto che quello sarebbe stato il mio ultimo anno a Hogwarts?"
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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4 - NON SEMPRE QUELLO CHE IL MONDO CONSIGLIA E’ QUELLO CHE DOVRESTI FARE
 

“io ti perdono”
La ragazza sputò il suo succo di zucca del pranzo. Era un mercoledì, e i due giorni precedenti li aveva passati fra scherzi per ripicca e discussioni con quello che una volta era il suo ragazzo. Non poteva di certo dire che le acque si fossero calmate in quei pochi minuti, e non riuscì, in un primo momento, a capire il meccanismo dei neuroni che possedeva il cugino della sua migliore amica, il fratello di “quello bravo a Quidditch”, con il quale aveva parlato pochissimo, insomma.. di Albus.
“bene, sono contenta che tu lo faccia”
“No, sono serio: io ti perdono” il ragazzo le toccò la spalla e si sedette a cavalcioni sulla panchina, con uno sguardo serio, gli occhi verdi più verdi del solito.
“Quindi, intendi.. amici come prima?”
“Certo! Sicuro!” Albus sorrise e, ottenuto ciò che voleva, si alzò e si allontanò. Albus era davvero bello, magro, e l’uniforme gli conferiva un aspetto.. regale, elegante. Lui la portava meravigliosamente, e non tutti ne erano capaci (diciamo pure che i tre quarti e mezzo della scuola, in uniforme sembrava una mandria di imbecilli). Emma lo guardò uscire dalla Sala Grande con la borsa in spalla. Perché se lo era lasciato scappare?

**

 Scorpius Hyperion Malfoy era pronto a ottenere ciò che voleva. Sapeva parlare cinque lingue, imparate in quelle scuole babbane che suo padre gli aveva obbligato a frequentare prima di Hogwarts, sì dai, per imparare a non odiare i babbani. Da che pulpito. Se aveva imparato cinque lingue, non sarebbe stato difficile conquistare una ragazza, no? Nemmeno se la ragazza in questione era Rose, giusto? Almeno, questo era quello che Al gli aveva detto. Il ragazzo s’incamminò alla volta dell’entrata della Sala Comune di Serpeverde. Odiava quel posto, era verde e freddo, ma Al non voleva rischiare di incontrare qualche partente. Non era la prima volta che ci andava, ma ogni volta gli dava la stessa brutta sensazione. Nell’attesa dell’amico, il biondo si mise a contare i mattoni del muro. 1..2..3….56..78..112
“Scorp, che stai facendo?”
“Al! Sei in ritardo, si può sapere dov’eri?” Il moro fece spallucce, e si avvicinò alla porta. Pronunciò la parola d’ordine e la porta si aprì, rivelando la Sala Comune vuota (erano tutti a pranzo) con un fuoco acceso e dei divani verdi al centro. Il ragazzo fece cenno al Grifondoro di entrare, e si sedettero l’uno di fronte all’altro sui rispettivi divani.
“Allora, Al, dov’eri?”
“beh, io..”
“Al. Hai rinunciato a farla pagare a Emma, vero?” Scorpius lo guardò severo. Dopotutto la vendetta portava solo guai, tra ex.
“C – certo. Sì, ovvio, per chi mi hai preso?”
“Al. Fai schifo a mentire” il biondo scoppiò a ridere, e così fece anche Al.
“Beh, sai com’è. Comunque, noi siamo qui per te, non per me, giusto?”
“Giusto”
“Allora, secondo me tu piaci a Rose, quindi non c’è davvero bisogno di un piano”
“Tu dici?”
“Ne sono più che sicuro. Vai e stendila!” Albus sorrise tutto compiaciuto di sé, e Scorpius si alzò di scatto, carico, pronto, perché così gli stavano consigliando, la fiducia era la base della sua vita!
Uscì sorridente dalla Sala Serpeverde e percorse i corridoi, prima avrebbe un po’ parlato con Rose, poi le avrebbe confessato i suoi sentimenti, lei avrebbe sorriso e poi avrebbero vissuto per sempre insieme, si sarebbero sposati e avrebbero avuto due figli: Aichlinn e Bethany. Arrivò alla Sala Comune di Grifondoro ed entrò tra i risolini della Signora Grassa. Ed eccola lì, con una coda alta che teneva i capelli ricci rossi legati insieme. Stava sorridendo a due ragazzi e aveva il viso sporco di colore blu. Il biondo si avvicinò piano piano.
“Troll!” Rose sorrise e gli andò incontro.
Ma fleur, dov’eri in tutto questo tempo?”
“Eh, ricerche su richerche, ma sono contenta di essere tornata”
“Mi sei mancata!”
“certo, me la pagherai per i compiti, ma non vale, io sono comunque la migliore”
“L’importante è crederci!”
“Infatti io ci credo” Sorride, mi guarda, è venuta da me, ha lasciato quei due ragazzi, le piaccio, è il momento. Il mondo mi sta dando tutti i segnali. Scorpius si sentì ad un tratto molto nervoso, ma prese un respiro profondo e si sistemò i capelli. Sorrise come solo lui sapeva fare e iniziò a parlare.
“Ehmm, Rosie, posso dirti una cosa?”
“Certo, dimmi!”
“Beh, tu.. insomma, penso ti sarai accorta del fatto che tu mi-mi piaci molto, e mi chiedevo se.. se potevamo stare insieme” Che tentativo patetico. La rossa perse il sorriso e lo guardò un po’ stranita. L’unica cosa che le uscì dalla bocca dopo vari minuti fu un “Oh”. Un semplice e inutile Oh. Scorpius si riscosse subito dopo. Perché aveva dato retta al mondo?
“No, scusa, ho bevuto un po’, fai finta che non ti abbia detto niente, ok mio piccolo vaso?
“uhmm, va bene!” Sorrise lei. “In ogni caso ora devo andare, ci si vede in giro, no?”
“Certo, a dopo!  Mi mancherai!” Stupido, stupido, stupido, stupido.

Rose si allontanò con mille pensieri per la testa. Prima il tatuaggio, poi Emma e Albus, adesso ci mancava solo Scorpius! Albus.. a lui doveva raccontare del suo piccolo ombrellino impresso sulla gamba. Stupida, stupida, stupida, stupida.
Così fece retro marcia e s’incamminò per andare nei sotterranei. Arrivata bussò tre volte e aspetto. Nessuno rispose. Bussò cinque volte. Ancora niente. Iniziò a fracassare la porta con pugni e calci finché finalmente qualcuno si degnò di aprirle. Era Nott.
“Hey, Tom! Dimmi, hai per caso visto Al?”
“Hey adorabile Rose! Com’è che diventi sempre più sexy?”
“Ehmm, grazie. Dov’è Albus?”
“Si sta facendo una doccia. Vuoi aspettarlo qui?”
“Si grazie, è piuttosto importante”
“Bene, entra. Vado a dirgli di muoversi, non si fanno aspettare le signore”
“Grazie, mangia tutti i biscotti che ti ha fatto la Jones!”
“B-Biscotti? Jones? Di che stai parlando?”
“Vedrai!”
Nott si allontanò con dei grugniti. Ah, le donne.
Rose si accomodò sul divanetto della Sala Comune, e mangiucchiò delle Piperille che erano appoggiate sul tavolino di fronte a lei. dopo pochi minuti le si avvicinò correndo e agitato il cugino con i capelli bagnati e i vestiti messi addosso malamente.
“Oh, Rose, cos’è successo? DIMMI, TI HANNO FATTO DEL MALE?”
“Ma che dici, stupidino. No, no, sto benissimo”
“E quale sarebbe la cosa importante?” fece lui seccato accomodandosi di fianco alla rossa.
“Beh.. è una cosa successa che.. in realtà non so cosa sia, perché non ne ho la minima idea, è che è successa e non so cosa fare! Mi sta facendo diventare pazza, ci penso giorno e notte, e pure durante il pranzo! Inoltre –”
“Rosie, calma, respira. Insipira.. ed espira. Spiegati”
“Beh, l’altro giorno mi è quasi scoppiata la gamba” Al sbiancò
“C – cosa?”
“Beh, non lo so.. prima però devo farti vedere una cosa”
“Va.. va bene”
La ragazza si alzò un po’ la gonna.
“R – Rose, che stai facendo?” il ragazzo diventò tutto rosso “Siamo cugini!” aggiunse.
“Ohh, stai zitto a guarda!”
Albus deglutì, ma continuò a fissare la gamba. Rose le mostro l’interno coscia. Non lo notò subito, ma non appena vide il tatuaggio, Albus si alzò da divano.
“Cosa diavolo è quello? Lo sa zia Hermione?”
“In effetti potrei aver dimenticato di dirle qual cosina, però ti assicuro che James lo sa!”
“Oh, bene, un idiota che aiuta un’altra idiota a fare qualcosa di assolutamente idiota! È roba stupida, non capisco perché alcuni di voi devono seguire le orme di quei babbani che si inchiostrano la pelle!”
“Ti assicuro che era un negozio magico! E da quando hai dei pregiudizi?”
“Non ho pregiudizi per i babbani, ma per quei tatuaggi!” Albus sospirò. “Beh, ormai il danno è fatto. Aspetta, hai detto un negozio magico?”
Lei annuì convinta, e il cugino sembrò molto sorpreso.
“Impossibile. I maghi sono contro queste cose, non esistono negozi magici per cose simili”
“Mi hanno fatto bere una pozione per non sentire nulla, ed era una pozione complicata e disgustosa, anche”
“Magari era un anti-dolofirico” allo sguardo stranito della cugina, lui aggiunse “E’ roba babbana” Rose non disse nulla. Pensò per due minuti buoni, poi rispose di botto “No, era una pozione, sentivo che era magica” tutti e due scesero in un silenzio teso e serio. E così rimasero per una mezz’oretta, poi Albus spezzò il silenzio “devi raccontarmi.. il.. quella cosa importante, insomma” nel frattempo la Sala Comune si era riempita, e mancavano pochi minuti per la lezione babbana. “Sì, ok, adesso ti racconto” Rose si picchiettò la testa e raccontò per filo e per segno quel che era successo, del tatuaggio, del dolore alla gamba, del professor Marchi.. gli raccontò tutto e alla fine Albus concluse “Rose, questa non è una cosa da lasciar perdere”

**

Poco dopo tutti si ritrovarono in Sala Grande. I pochi ragazzi del settimo anno che fino ad allora si erano uniti al progetto, avevano deciso di lasciar perdere perché i loro studi si facevano più intensi, così quella stanza enorme era stata divisa in due parti, e i ragazzi dedussero che aspettava loro una divisione in gruppi. Come al solito misero le bacchette nel cestino e si sedettero in attesa del professor Marchi. Rose, Emma e Oscar avevano occupato l’angolo a destra insieme a Martha Lisen, una simpatica Tassorosso un po’ paffutella ma dai lineamenti dolci e dai grandi occhi azzurri che si era ritrovata sola perché tutte le sue amiche avevano deciso di occuparsi degli ammalati in infermeria (nessuno capirà mai le Tassorosso) e lei non se la sentiva. Scorpius e Albus si trovavano invece sul lato opposto e sembravano immersi in  una conversazione piuttosto fitta. Altri gruppetti se ne stavano sparpagliati per la sala a scambiarsi opinioni o a sparlare di altra gente (come nel caso delle splendide Corvonero, intelligenti e giudiziose). Allo scoccare delle tre e mezza in punto, la grande porta si spalancò ed entrò il professor Marchi con il suo solito sorriso bianchissimo.
“Buongiorno, ragazzi, oggi sarà una giornata un po’ diversa. Per prima cosa, vi divideremo in due gruppi, nei quali si faranno dei lavori molto liberi. Si potrà uscire dalla stanza, i due gruppi dovranno andare in due luoghi diversi. Io direi da là – e indicò Rose – fino a là – indicò Scorpius – andrete nella saletta a destra, il resto rimane qui”
Rose guardò Scorpius e gli sorrise; Scorpius e Martha era gli unici amici con cui passava un po’ di tempo di quando in quando in quel gruppo. D’altro canto Scorpius era solo, perché Albus era andato nell’altro gruppo, così fu più che felice di unirsi a Rose e alla Tassorosso.

Albus si aggiunse invece a Emma e a Oscar, dopotutto, lui ed Emma erano tornati amici, no?
“Hey, amici”
“Ciao Al” sorrise entusiasta Oscar. “Come mai non sei con i Serpeverde?”
“Sono scappati senza dirmi nulla”
“Oh, capisco. Insomma..” Oscar comprese la tensione del momento, mentre Emma cercava di mantenere basso lo sguardo e Albus la fissava costantemente. “..come stai?” tentò sorridendo. “Benissimo” rispose il moro. “Mi sono messo insieme a Rachel, ma non dirlo a nessuno, non è ancora ufficiale”.
Al si premurò che Emma sentisse bene. Doveva fargliela pagare. Non si aspettava che lei rispondesse. “Oh, ti sei messo con Rachel, eh?”
“Sì, proprio con lei” i loro visi si avvicinarono, poi velocemente Emma lo baciò. Lui rimase spiazzato, ma quando dopo il bacio Emma girò la testa verso sinistra, Albus capì. Rachel era in piedi e fissava sbigottita i due ragazzi. “Sì, Rachel, era solo per farla ingelosire. Avete vinto!” Potter si allontanò con un’alzata di mani e non lo si rivide più per l’ora che susseguì.  

La lezione iniziò. Rose si era trovata fra Scorpius e un ragazzo enorme di Corvonero, così enorme che per starci aveva praticamente una gamba su Scorpius, il quale cercava di non andare troppo addosso a Martha. Da loro c’era il professor Marchi.
“Benissimo, come vi ho detto oggi girerete la scuola e andrete in un luogo. Ognuno di voi, del vostro gruppo, dovrà andare in un posto che ama. Da solo. Questo è quanto”
I ragazzi si alzarono prendendo le borse e si allontanarono. Rose aveva proprio voglia di andare alla Torre di Astronomia a dipingere qualcosa, così si staccò dai suoi due amici e s’incamminò. Fece le rampe di scale e si mise a pitturare canticchiando Elvis Presley.

**

Il professor Marchi si allontanò. Il suo dovere da professore l’aveva fatto, ora mancava l’altro dovere. Prese fuori lo specchio e si rinchiuse in uno sgabuzzino.
Fabio. Tutto bene, i ragazzi si sono appena divisi”
“E sei più che certo della destinazione della Weasley?”
“Sissignore la Torre di Astronomia è il suo luogo.”
“Bene, mando l’aiutante. Sa già cosa deve fare non serve che tu abbia contatti con lui”
La porta si aprì quindi di colpo, rivelando il professor Keats.
“Professor Marchi, che ci fa qui?” disse con un sorriso amabile.
“Cercavo..” si guardò attorno “una scopa, ecco, cercavo una scopa” prese la prima scopa che si trovò in mano e si allontanò.

**

L’ora era quasi finita e Scorpius, non avendo un posto amato, aveva iniziato a girovagare. Non sapendo cosa fare, decise di andare a disturbare la sua Rosie. S’incamminò per la Torre di Astronomia. Quando arrivò una scena orribile gli si presentò davanti: un lupo mannaro stava per aggredire Rose, che era rimasta pietrificata dalla paura e si riparava dietro un tavolo. Ma certo, oggi è Luna Piena. Non appena il lupo fece per muoversi, Scorpius urlò “Stupeficium!” Il lupo mannaro si accorse di lui e gli andò addosso. Sentì un: “SCORPIUS, NO!”, sentì una fitta lancinante al ventre, e poi non sentì più niente. Rose aveva urlato tanto che il lupo mannaro aveva deciso che forse era meglio rinunciare perché presto sarebbero arrivati i professori, e corse via. La ragazza si inginocchiò in lacrime da Scorpius e lo chiamò, lo chiamò e lo chiamò, ma non ottenne risposta. 












Lo so, sono imperdonabile! Scusate, ma ho avuto un sacco di impegni e.. ç_ç
Beh, questo è quanto. Grazie a tutti
<3
RAB

  
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