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Autore: Yas Venice    08/03/2012    9 recensioni
Anche Michiru Kaio ha le sue giornatacce e nel corso di una di queste alla povera guerriera di Nettuno ne accadono letteralmente di tutti i colori ma l'amore possiede l'immenso potere di trasformare una giornata storta nel più bello ed indimenticabile dei ricordi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Basta parlare









Salve! Questa è la seconda volta in assoluto che scrivo una piccola shot di getto, così, senza alcuna pretesa, per il semplice piacere di scrivere. Spero che il risultato non sia un totale obbrobrio anche se il vero motivo per cui l'ho scritta è quello di augurare a tutte voi una Buona Festa della Donna, TANTI AUGURI RAGAZZE!

Buona lettura!


Basta parlare

La pioggia continuava a cadere incessante mentre il cielo uniformemente plumbeo rispecchiava perfettamente lo stato d'animo di Michiru che guardava rassegnata il tetro panorama dall'ampia vetrata. Un triste sospiro e poi decise di andare in cucina per prepararsi una veloce colazione.
Studiò alcuni spartiti musicali che la sera precedente aveva lasciato sul tavolo mentre pian piano un buon aroma di caffè andava propagandosi, deliziando il suo olfatto.
Spense il fuoco, prese una tazzina e versò la nera bevanda, rischiando di scottarsi con la moka incandescente.
Era nervosa e delusa.
Un altro giorno senza Haruka era un motivo più che sufficiente per metterla di cattivo umore. Quei dannati test invernali erano capitati nel periodo meno opportuno visto che aveva trascorso anche il giorno del suo compleanno senza la compagna, cercando di celare la sua malinconia alle ragazze che erano state così carine nell'organizzarle una festa a sorpresa.
- Forse riesco a liberarmi per dopodomani, tu prega che non piova altrimenti sarò costretta ad effettuare anche i test sul bagnato -
Naturalmente poteva Madre Natura trattenere un po' la vescica per consentirle di avere la sua donna tutta per sé per una giornata intera? Ovvio che no! Una bella pioggia torrenziale era proprio l'ideale per farle passare una giornate destinata a restare indelebile grazie a quell'incazzatura di dimensioni colossali, che si ingigantiva ancor più con il passare dei minuti.
Meglio fare una doccia calda, aveva davvero bisogno di rilassarsi.
Preparò l'accappatoio e degli asciugamani e si recò in bagno; si denudò pronta a sentir scorrere sulla propria pelle le carezze rilassanti riservatale dal proprio elemento che aveva la capacità di calmarla totalmente. Aprì con un gesto energico il rubinetto.
Le partì un urlo isterico quando il suo corpo venne investito da un getto d'acqua gelata che la costrinse a fuggire via nuda.
Maledetta caldaia difettosa! Indossò l'accappatoio mentre tremava dal freddo; la cosa che più la infastidiva era il dover uscire fuori per controllare il funzionamento di quell'aggeggio infernale poiché non era la prima volta che le combinava uno scherzo simile.
Mise le ciabatte e decise di indossare un giubbotto sull'accappatoio; di certo non avrebbe vinto il concorso di "Miss Eleganza" ma per pochi attimi poteva andar bene visto che aveva tutte le intenzioni di riprendere la doccia da dove l'aveva lasciata.
Uscì fuori pronta ad ingaggiare una battaglia all'ultimo sangue contro la sua nemica giurata. Faceva un freddo cane ma la violinista era così inviperita da non badarci.
- Credi di essere stata divertente? Adesso mi diverto io! -   disse Michiru, rivolta alla caldaia che ai duelli a distanza ravvicinata con la guerriera di Nettuno era già abituata.
Una folata di vento più fredda delle altre fece battere i denti della ragazza... e sbattere con violenza qualcos'altro.
- Merda! -  tuonò Michiru, abbandonando definitivamente la proverbiale delicatezza e signorilità che l'avevano sempre contraddistinta, quando capì di essere rimasta fuori e per giunta mezza nuda. Corse verso la porta che il vento si era divertito a chiudere, avventandosi come una furia su di essa, provando a riaprirla a suon di spallate ma fu tutto inutile.
Ma che diamine aveva fatto di male per meritare tutto ciò? Si passò una mano tra i capelli mentre pensava il da farsi; avrebbe di certo dovuto rompere il vetro della finestra per rientrare in casa. Non c'erano altre alternative.
Prese una delle pietre marine che erano appoggiate alla parete esterna della casa a mo' di ornamento, fece qualche passo indietro per non essere investita dalle schegge e la scagliò contro la grande vetrata della finestra.
Un'espressione da ebete con gli occhi letteralmente fuori dalla testa le si stampò sul viso quando vide il sasso colpire il vetro e rimbalzare indietro come se si fosse scontrato con un muro di gomma.
Solo un piccolo, insignificante sfregio.
Non poteva accettare quell'ennesimo affronto! Era come se tutti gli oggetti inanimati di quella casa avessero preso vita e si fossero coalizzati contro di lei.
- Prova con questa -
Una mano le porse una pietra molto più grossa e pesante.
- Grazie! -   Con quella avrebbe davvero spaccato il mondo!
Un momento...
Si girò di scatto e mai visione fu più gradita.
- Haruka!? -
La bionda non riuscì a dire una parola, aveva tentato in tutti i modi di trattenere le risate dopo lo spettacolino a cui aveva assistito ma l'impresa si era rivelata ostica.
- Beh, c'è la remota possibilità che tu mi dia una mano dopo aver riso delle mie disgrazie? -   chiese acida Michiru.
- Ok, ok, non ti arrabbiare -  rispose la bionda, prendendo dei gran respiri per frenare la ridarella che l'aveva presa alla sprovvista.
- Ma si può sapere che diavolo è successo? -   chiese Ten'ò mentre tirava fuori la chiave che portava sempre con sé e apriva la porta di casa facendo accomodare per prima la violinista che tremava dal freddo.
- Non me ne è andata una giusta... -  farfugliò Michiru mentre le diventavano gli occhi lucidi.
- Hey, cosa c'è? -  domandò con voce piena di dolcezza la guerriera di Urano, perfettamente consapevole che da lì a poco la compagna l'avrebbe innaffiata con un pianto a dirotto. Le prese il viso tra le mani scostandole con delicatezza alcune ciocche ribelli.
- Scusami, non avrei dovuto ridere di te -   sussurrò dispiaciuta.
Michiru si lasciò coccolare senza proferire parola, poi la guardò lasciando che calde lacrime scivolassero giù.
- Ti prego, non fare così, non... -
Un bacio fermò sul nascere l'ennesima frase di scuse che stava per pronunciare la bionda.
- Ah, ecco, adesso ti riconosco -  disse Haruka, sorridendo.
- Alla fine sei riuscita a liberarti... Mi sei mancata da morire -
No, Ten'ò non era riuscita a liberarsi dai suoi impegni, aveva semplicemente fatto un colpo di testa, abbandonando tutto sul più bello e probabilmente la cosa le sarebbe costata cara ma non le importava, l'unica "cosa" che per lei aveva davvero importanza era lì, tra le sue braccia.
Il fuoco all'interno del camino emanava un piacevole calore che per lunghi minuti fu testimone silenzioso di baci appassionati e tenere carezze.
- Avevo preso un mazzo di fiori per te, a Suzuka -
- Uhm, solo un mazzo di fiori? -  chiese Michiru, tra il sarcastico ed il deluso;
- No, avevo scritto anche un biglietto -  rispose ironica la compagna.
- Mmh... e come mai non vedo né l'uno né l'altro? -
- Li ho dimenticati in albergo -
- Ah, bene! -
Un attimo di silenzio, poi la ragazza dai capelli acquamarina assunse l'espressione di una bimba viziata che non crede più alle favole, chiedendo: - L'hai lasciato in auto, vero? -
Haruka rise divertita, comprendendo a cosa si riferiva la sua ragazza;
- Non ti si può nascondere nulla! Ebbene si, il tuo regalo è in auto -
Ovvio. La fidanzata non era certo il tipo da un mazzo e via.
- Comunque il mazzo di fiori con relativo biglietto l'ho davvero dimenticato in albergo. Non sei curiosa di sapere cosa ti avevo scritto? -
- Perché, riesci a ricordarlo? -
- Guarda che non sono così ottusa come sembro! -
Michiru rise. Conosceva bene i punti deboli della compagna e sapeva sin dove spingersi quando aveva voglia di stuzzicarla.
- Dai, dimmelo -  disse infine.
- Aspetta -
Haruka liberò la ragazza dal suo abbraccio e si sistemò in modo da trovarsi faccia a faccia con lei, guardandola diritta negli occhi.
- In quel biglietto c'era scritto che... -  sorrise imbarazzata. Non riusciva a capacitarsi del fatto che nonostante stessero insieme oramai da tanti anni, per lei era come se il tempo si fosse fermato: ogni volta che guardava la sua donna dritta negli occhi si sentiva quasi mancare, così grande era la mole di emozioni che riusciva a suscitare in lei, facendola sentire come un'adolescente alla sua prima vera cotta, la sua eterna cotta.
Proseguì.
- Le persone temono il tempo, temono il male e la morte e non posso biasimarle per questo, poiché il tempo divora la nostra vita portando via con sé le cose più preziose che possediamo.
Il male ci fa paura perché distrugge la nostra realtà e la parte migliore di noi come un cancro che non concede tregua, né possiede pietà.
La morte invece pone fine a tutto e dopo il suo passaggio rimangono solo i ricordi.
Io invece non temo il tempo, né il male, né la morte perché il tempo mi ha legata a te ed è il nostro amore a cibarsi di lui; non temo neanche il male perché sei tu la parte migliore di me e lui trema e fugge dinanzi alla tua innocenza e perfezione ed infine non temo la morte poiché essa non potrà mai dividerci perchè siamo un corpo ed un'anima sola e per noi la morte non sarà altro che l'ultimo gradino prima di un nuovo inizio... Questo c'era scritto nel biglietto -
Il muto e rapito oceano accolse quelle parole come pioggia che ne ingrossa il ventre, come vento che ne aumenta la potenza, come amore che riempie di vita.
- Ti amo -  sussurrò Michiru;
- Adoro il modo in cui lo dici, anche se lo fai raramente. Ti prego, dillo ancora -
- Ti amo Haruka Ten'ò -
- Ancora... -
Le labbra delle due ragazze si sfiorarono e le mani di Michiru si intrufolarono sotto la camicia di Haruka accarezzando la nuda e vellutata pelle, prima che l'ultimo sussurro le abbandonasse l'una nelle braccia dell'altra.
- Basta parlare. -






Lo so, lo so... Qualcuna di voi in questo momento vorrebbe strozzarmi per aver interrotto sul più bello ma ero in vena di romanticismo e non di limonate e comunque chi legge le mie storie sa bene che quel divano ha già regalato delle soddisfazioni ad Haru e Michi...
Ci vediamo alla prossima occasione (ovvero, per chi fosse interessata, al primo capitolo della "Metamorfosi" in via di ultimazione).
A presto!

   
 
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