Crossover
Segui la storia  |       
Autore: KaienPhantomhive    08/03/2012    3 recensioni
[Cross-Over: DieBuster; LineBarrels of Iron; Infinite Stratos; Transformers; Inazuma Eleven; Star Driver; Eureka 7; Puella Madoka Magika; FFXIII]
[Spin-Off 'Aim for the Top! - GunBuster; Aim fo the Top! 2 - DieBuster; quest serie confluirà in Evangelion AFTERMATH, che si consiglia di leggere al fine di comprendere alcuni degli eventi di questa fiction]
Anno 14.000 D.C.: il piccolissimo Sam Witwicky promette alle stelle di seguire le orme del padre e divenire un pilota spaziale, affascinato dal mito della leggendaria Noriko Takaya.
Dieci anni dopo: quando la famiglia Witwicky si trasferisce a Neo-Okinawa, il ragazzo verrà ammesso alla prestigiosa Accademia Avio-Spaziale della città.
Quello che non sa è che la ST&RS conta un'improbabile squadra sportiva; una sfilza di studenti dotati di strane capacità ed una classe composta...da sole ragazze.
Ma se questo idiliaco Harem si rivelasse una paradossale Accademia per 'Topless'?
Una favola futuristica di amore, Astrofisica, mecha giganti e pasta all'italiana...
Genere: Commedia, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I could change the World,
I could make it better!
Kick it up and down;
Take a chance on me!
When you fake a smile
And you think you’re better,
Gonna put it down!
Rip it at your feet!

 We are the dream!
No other way
To be!

We are young!
We are strong!
We’re not looking for where we belong!
We’re not cool:
We are free!
And we’re running with blood on our knees! 
 
 

Capitolo 3: “Il mio ‘Seven Swell’!”

 
 
 
Un mese dopo. Ore 08:45. Sistema Solare.
 
Frusciando e fremendo come insetti, uno sciame di grandi Mostri Spaziali sfrecciò tra gli asteroidi dell’Area 120, adiacente al piccolo e scuro Plutone, disperdendosi confusamente.
 
Salendo rapidamente di quota, Dix-Neuf si strinse nel lungo mantello in gomma rinforzata, mentre le gambe ed i lembi del soprabito meccanico si confondevano nell’indistinto divampare dei reattori ad azoto liquido.
Distese in vanti le braccia, avvitandosi:
Centinaia di proiettili luminosi vennero scaricati dalle dita cave della Buster Machine, perdendosi in lontananza, tra i corpi amorfi ed iperattivi dei Mostri.
Una breve serie di piccole esplosioni sferiche si allargò orizzontalmente.
“E con questi fanno altri 110!” – esultò Casio Takashiro, tirando indietro le leve di movimento – “Certo che non sono proprio pochi, per essere solo un’operazione di routine! Ehi, Mikaela, come procede la pulizia?!”
 
La n.27 scagliò con un ampio gesto delle grandi ali digitiformi una manciata di piume metalliche, conficcandole nei corpi delle balene aliene.
Detonarono contemporaneamente, spargendo un mare di fiamme nel Vuoto e costringendo le creature restanti ad una brusca retromarcia.
Ansimando affaticata, la giovane Topless dai lunghi capelli corvini ripose:
“Quota 180! Non riesco a davvero a farne fuori più di così, oggi!”
“Il nostro amico, invece, sembra proprio che ci abbia preso gusto!” – rise Casio, nel collegamento video alla sua destra – “Ti conviene impegnarti ancora, o ti usurperà il titolo di ‘Top Buster’!”
Tsk!” – la ragazza accavallò una gamba sullo scomodo sellino di guida, incrociando le braccia in un gesto di infantile offesa – “Continuasse pure a stancarsi quanto vuole! Essere Topless non è un gara!”
Segretamente rapita da quel ragazzo, sbirciò con un solo occhio verso l’oggetto bianco in perpetuo andirivieni, tra la moltitudine di esseri alieni:
 
Attivando i repulsori laterali, la Buster Machine n.13 tentò malamente di arrestarsi, lasciando dietro di sé sei scie di fumo bianco, emesso dai piccoli razzi contenuti nelle robuste gambe.
With the kids sing out the Future…” - Fischiettando un motivetto vagamente rock, Sam Witwicky guardò orgoglioso i colpi della sua BM saettare a doppia elica nello Spazio e disintegrare una densa moltitudine di Mostri Spaziali.
LineBarrel ripartì nuovamente in una carica frontale, evitando in volata una scia orizzontale di Narvali dai corpi appuntiti.
“…maybe kids don’t need the masters…” - concentrando energia radiante nel torace, un fascio laser azzurro venne proiettato dalla Machine, tracciando un semiarco tra la scia di Mostri Spaziali, riducendoli solo ad una coda di esplosioni radianti.
“Ne ho fatti fuori già 200! Ne restano soli altri 130!” – esultò il pilota, rovesciando all’indietro il sedile giroscopico; i corti ed ispidi capelli castani galleggiarono per un breve momento a gravità-zero.
 
La possente ed antica Machine, si portò a testa in giù, allargando le braccia e spalancando i palmi:
…just waiting for the ‘Little Busters’! Oh, yeah!
I vettori dorati dell’Homing Laser si allungarono a distanza kilometrica, congiungendosi in un punto indefinito ed esplodendo a raggiera.
Trapassarono i corpi degli obiettivi restanti, producendo una coreografica di esplosioni rosse che attorniarono l’orbita di Plutone.
 
La n.13 si voltò verso le altre due Machines; nonostante l’aspetto minaccioso ed imponente, sollevò un pollice in un ridicolo e goffo gesto:
“Abbattuti Mostri Spaziali in numero di 330! Che ne dite: sto migliorando?”
 
 
*   *   *
 
 
Due giorni dopo. Ore 14:00. ST&RS. Neo-Okinawa.
 
La campanella elettronica risuonò dall’altoparlante incorporato nella cattedra dallo schermo tattile.
 
Mentre quasi meccanicamente la studentesse della Terza Sezione scattarono in piedi, spegnendo le postazioni digitali personalizzate, la voce di un attempato e tarchiato professore munito di lavagnetta olografica tentò di sovrastare il chiacchiericcio eccitato e distratto delle aspiranti pilote spaziali:
“Ok, per oggi è finita…ma domani compitoa sorpresa! O forse no? Dormite preoccupate…!”
 
Poi si avvicinò al banco dell’unico ragazzo nell’intera Sezione, squadrandolo con gli occhi sottili e penetranti, oltre le strette lenti da vista poggiate direttamente sul setto nasale:
“Signor Witwicky, voglio sperare che lei abbia finalmente deciso il soggetto per la sua ricerca!”
Il ragazzo si retrasse sulla sedia, balbettando una qualche scusa alla sua forse non ancora irreparabile mancanza:
“Oh…beh, certo. Ovviamente! Il fatto è che non ho ancora potuto stendere la mia tesina per via di…ehm…impegni personali piuttosto urgenti e non trascurabili. Ma ho tutto qui dentro…”
E si picchiettò la tempia con l’indice.
 
Il docente giapponese si voltò, storcendo il naso:
“Lo spero per lei…”
 
Sam si assicurò che l’uomo oltrepassasse la soglia dell’aula, prima di sprofondare sul banco, affondano la testa tra le mani:
“Come no! Non ho pronto nemmeno l’ombra di un soggetto, dannazione! ‘Ricerca su un uomo od una donna che ammirate e che hanno fatto la Storia dell’Aviazione Spaziale’…facile a dirsi! Ed io che speravo di farla su Neil Armstrong…lo portano praticamente tutti!”
 
“Tutto a posto, cutie-honey?” – senza troppi scrupoli, Carly Starr Spencer si sedette sul suo banco, accavallando una gamba davanti a lui – “Ti serve una mano?”
 
“Di mani ne ha già troppe e nei posti sbagliati!” – lo riprese con severità un’indignata Mikaela Banes, costringendolo a retrarre la destra…involontariamente troppo vicino al lembo della gonna della Marziana.
Poi gli si avvicinò, allungandogli una serie di holo-notes in formato synchro:
“E comunque il materiale ce lo ha già! Tieni: sono le fonti che mi avevi chiesto dagli archivi della FRATERNITY.”
 
“Scusa per il disturbo…” – la ringraziò lui a testa bassa, non accennando a diminuire la sua inquietudine.
 
“Oh, vuoi fare bella figura con così poco?” – Carly scese dal banco, aggiustandosi i lunghi capelli verdi con un colpo di mano e lanciando una provocatoria occhiata color ametista all’altra ragazza – “Credevo che puntassi a qualcosa di più…”
 
E a cosa...?!” – la voce sconsolata del ragazzo suonò insieme a quella indispettita della ‘Miss-Punteggio-Massimo’.
 
“Beh, dato che sono il leader di Adult Bank e che mi occupo anche dei fondi per le Machines…” – ripose lei, portando l’indice sottile e curato alla bocca, in un gesto di finta ingenuità – “…magari potrei rimediarti un appuntamento con il Presidente della Fondazione GOULD.”
 
“Dici sul serio?!” – Sam parve ravvivarsi – “Potresti farmi parlare con il Capo della ‘Commissione per la Costruzione delle Buster Machines’?!”
 
“Diciamo che non sarebbe impossibile…”
 
“Ma a lui non serve!” – protestò Mikaela, arrossendo di un geloso orgoglio – “Riuscirà sicuramente a fare una buona ricerca anche con questi appunti! E poi vive su Marte!”
 
“In effetti…” – il ragazzo si grattò la nuca con una mano – “…non avrebbe tutti i torti. Se porto una banale Tesi su Armstrong sarà solo l’ultima di una serie interminabile! In fondo, chi altro potrebbe la possibilità di parlare direttamente con uno dei più importanti finanziatori della Difesa della Razza Umana?”
 
“Allora è deciso!” – Carly batté cinguettante le mani – “Faccio un paio di telefonate, firmo qualche documento qua è là e da domani mattina potrai parlare con lui! D’altronde, la FRATERNITY non stava programmando una missione nell’orbita di quel Pianeta?”
 
Mikaela Banes si girò di spalle, trattenendo un moto di spirito:
Mpf! Fate che quello che vi pare…!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Stesso Istituto.
 
“Stupidi compagni di classe! Scansafatiche ed inutili!” – sbuffando poco meno di una ciminiera, Ringo Starr Spencer diede le spalle al gruppo di ragazzini chiassosi alle sue spalle, già fuori dalla classe, totalmente dimentichi di lui.
 
Abbandonando l’idea di tornarsene a casa in santa pace, iniziò a raccogliere le decine di fialette di delicato vetro e le teche cilindriche contenenti piante esotiche, residue dell’ora di Biologia.
Con quanta più attenzione possibile, iniziò a riordinarli sulle mensole più basse dell’aula; poi, si alzò sulle punte per raggiungere lo scaffale più alto, ma non vi arrivò per pochi millimetri.
Pestando un piede a terra, sbraitò innervosito:
“Ah, al diavolo! Se non fossi così basso ci arriverei, maledizione! Ma perché nessuno fa mai la sua parte, qui?!”
 
“Ti serve aiuto?” – chiese la delicata voce di una ragazza, dietro di lui.
 
Il ragazzino non la degnò nemmeno di uno sguardo, rispondendo seccato:
“No, non c’è bisogno! Ci posso riuscire anche da solo!”
 
“Però stai sbagliando a catalogare le piante. Se fai male il lavoro è come se non avessi concluso nulla!”
 
Ringo si decise a voltarsi, infastidito:
“Ok, sentiamo: come vorr-…?!”
S’interruppe, sbarrando i grandi occhi violetti mentre un rossore sulle guance si estese come un fuoco, facendo a pugni con il verde intenso dei folti capelli verdi:
 
Una bellissima ragazza di circa diciassette anni in divisa viola rimaneva timidamente in piedi; uno dei due meravigliosi occhi cianotici era coperto da una lunga frangia di un biondo platino, mentre una cascata composta di capelli lucenti le scendeva lungo la schiena.
Si presentò, sorridendogli lievemente:
“Sono la leader del Comitato Giovanile per il Mantenimento Scolastico: Ino Yamanaka; piacere.”
 
“P-piacere mio…” – balbettò, improvvisamente confuso.
 
“Dato che non sei molto esperto, è mio compito assicurarmi che non resti danneggiato nulla!” – si affrettò a dire la splendida giovane, mentre raccoglieva allegramente gli ultimi campioni – “Ecco, ti mostro come si fa: ci sono le Magnolòfite e le Graminacee qua a destra; poi subito sotto vanno le Monocotilèdoni…”
 
“Wow, sei davvero brava…! Lo fai spesso?” – notò lui, sbattendo le palpebre.
 
“E’ la mia passione!” – ripose lei, intenta nella catalogazione – “Molti studenti fanno confusione nel rimettere a posto i campioni di Biologia e così mi sono dovuta specializzare, volente o nolente. Però ammetto che sono fiera di questo compito: ho imparato così tanto da questi piccole creature! Mi dicono così tante cose!”
 
Ringo inarcò un sopracciglio, perplesso:
Creature che parlano? Guarda che sono solo piante!”
 
“E con questo?” – si rialzò, pulendosi la mani leggermente sporche di terriccio sintetico – “Non sai che anche i fiori sanno comunicare? E non solo tra loro! Ci parlano continuamente, in un linguaggio tutto loro! Basta guardarne uno a caso e possiamo capire molte cose di noi stessi; provare per credere! Datti un’occhiata intorno: ce ne è uno che ti piace particolarmente?”
 
“Mhmm...” – il bambino si guardò attorno, adocchiandone uno dai lunghi dai lunghi petali scarlatti ed appuntiti – “…quello, direi. Mi piace: è elegante, eppure sembra molto deciso.”
 
“E’ l’Amarillide Rosso.” – puntualizzò Ino – “Si dice rappresenti la fierezza ed è capace di spiccare in un prato anche se è l’unico. Hai avuto un’ottima osservazione: vedi che avevo ragione? Forse tu sei quel genere di persone il quale animo richiama con forza a sé la sua identità, per affermare la propria presenza in questo mondo. Ma la fierezza non deve offuscare l’umiltà, poiché e da essa che nasce il Desiderio di raggiungere la Felicità: ciò che noi chiamiamo ‘Scopo’ è in effetti il nostro animo che ammette di aver bisogno del prossimo.”
 
“Oh…” – Ringo abbassò lo sguardo, lievemente perplesso.
 
“A me invece piace questo.” – e mostrò una piccola Rosa violetta, in una teca di  vetro di monitoraggio– “E’ una Rosa molto rara, estinta da più di tremila anni ormai e quindi riproducibile solo in laboratorio: la Lavanda rappresenta l’Amore a Prima Vista.”
 
Mpf! Non fanno per me queste smancerie da femmine!” – sbuffò spocchiosamente il bambino, arrossendo.
 
Lei sorrise divertita; poi si fece più seria, stringendo un pugno:
“Ad ogni modo…credo che sia tu…il terzo.”
 
Lui fissò il cielo pomeridiano, perdendo lo sguardo verso il Sole d’Autunno:
“E così…si sono decisi, alla fine.”
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Settore sconosciuto. Stazione Orbitale ‘Shiva’(FRATERNITY).
 
Due giovani donne dai lineamenti identici e miracolosamente magre erano lascivamente adagiate su un grande letto circolare, ricoperto da raso viola.
Un fumo di incenso aleggiava nella stanza in penombra, avvolgendo in spirali serpentine le due Topless.
 
“Gemelle…” – parlò Casio Takashiro, alla fioca luce di una lampada a plasma rosato – “…credo sappiate già i miei sentimenti, al riguardo della vostra decisione.”
 
“Sì…lo immaginiamo.” – rispose la prima, afferrando tra due dita un tarocco nel mucchio scomposto, sparso sulle lenzuola – “Ma questa missione è di fondamentale importanza, per noi tutti. Il ritorno dell’USG ‘Ishimura’ dal Sistema Solare di Aegis-7 potrebbe rappresentare il punto di svolta dal quale dar via ufficialmente alla ricerca della Fonte di Gravità Variabile. Non vogliamo che incorrano ‘incidenti’ di sorta…”
“Neanche uno.” – ripeté la sorella.
 
“Vi riferite per caso ad i Mostri Spaziali?”
 
Esattamente.” – riposero in coro, prima che la donna dalla divisa Topless verde scuro tornasse a parlare:
“Sappiamo tutti che la proprietà gravitazionali del MARKER potrebbero attirare le attenzioni di quei Mostri. Dopotutto…gli Space Monsters non sono forse Buster Machines che hanno abbandonato la loro umanità? Senza contare che il N.E.S.T. vorrà sicuramente monitorare il rientro di quella Nave: se si dovesse appropriare del carico sarebbe una fallimento senza precedenti.”
“Lo studio di quel manufatto ci potrebbe condurre ad una prima chiave di apertura del Cancello di Tanhoizer.”
 
“Ma allora a cosa servirebbe la Scintilla, a quel punto?” – domandò il giovane uomo, arricciando il naso dal disgusto per quell’aroma dolciastro.
 
“Senza l’ALL-SPARK, la Navigazione C+ non potrebbe avvenire; ciò sarebbe di grave intralcio, considerate le Scritture del Mar Morto e la stessa fabbricazione del Vergil-Exelion risulterebbe vana.” – ripose una delle due.
“Ma è già stata appurata l’inefficacia dell’Ice Second: il MARKER ci servirà a ridestare infine il Grande Mostro Spaziale dal Pozzo Gravitazionale di Aegis-7…il ‘Topless Eterno’!”
“D’altronde il nostro novellino non ha forse già in programma di andare su Marte? Ci servirà per testare l’affidabilità di quell’ambiguo di Gould…”
 
Casio Takashiro distolse lo sguardo, mentre il lezzo nauseante degli incensi esotici gli si attaccava le narici:
“Suppongo di non potervi contraddire…”
 
Le sorelle sorrisero insieme in un taglio più rettile che umano:
Tutto seguirà il giusto corso…”
 
 
*   *   *
 
 
Giorno seguente. Ore 11:10. Orbita di Marte.
 
Con un leggero crepitìo nell’assenza d’aria, tre Buster Machines avanzano rapidamente in direzione di un grande Pianeta Rosso, la cui superficie è a tratti intervallata da colossali istallazioni metalliche e lunghi corsi d’acqua incidono sentieri scavati sulla crosta polverosa.
 
“Così sarebbero quelle le Colonie di Marte?” – chiese Sam, a bordo della n.13.
“Per l’appunto.” – ripose il pilota giapponese della BM-19 – “Da quando i Terrestri hanno iniziato a colonizzare il resto del Sistema Solare, sono state ideate nuove tecniche di Terraforming!”
“Di cosa si tratterebbe?”
“In pratica, se il Pianeta non consente temperature per la Vita al disopra dei -260 Kelvin, viene bombardato utilizzando potenti Testate Non-Nucleari.” – ripose la Banes, dal link dialogico – “Il calore sprigionato ha permesso la fusione dei ghiacciai polari di Marte, causando grandi inondazioni e fertilizzando il terreno.”
“Se non sbaglio ci sono voluti circa 2000 anni per arrivare a questo stadio…” – riflettè il ragazzo, accavallando una gamba sul sellino mentre LineBarrel procedeva in autonomia.
“Già. E quelle Cupole Geodetiche sono il risultato dei microclimi artificiali prodotti dall’Uomo.” – indicò nuovamente Casio – “Possono ospitare grandi città e perfino delle piccole Nazioni!”
 
In lontananza, immense cupole metalliche campeggiavano sparse sulla crosta marziana; ciclopici schermi riproducevano un cielo artificiale, sopra di esse; in prospettiva, grandi laghi, isole e pianure costellate di metropoli lanciavano i loro scintillii oltre le Coperture Geodetiche.
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
“E’ quella Rapture? La Capitale di Marte?” – chiese ancora il pilota dell’antica Machine.
“Esattamente; è lì che a sede la GOULD ENTERPRISE. E’ ancora giorno: hai tutto il tempo per svolgere le tue interviste; l’Operazione ‘Ishimura’ è prevista per le 22:00 di stasera.” – lo tranquillizzò Takashiro – “Se non sbaglio, Rapture sarà anche tappa del tour della famosa Sheryl Nome! Se abbiamo fortuna, potremo assistervi oggi…”-
“Dici sul serio?!” – gli occhi di Sam si accesero di uno strano compiacimento – “Deve essere meraviglioso!”
 
Nel suo abitacolo, Mikaela Banes incrociò le braccia al petto, imbronciata:
“Un’altra sciacquetta tutte tette e niente sostanza…!”
 
 
*   *   *
 
 
Tre ore dopo. Ufficio Presidenziale. GOULD EN. Rapture. Marte.
 
Un piccolo led rosso squillò sull’ampia scrivania in acciaio lucido della grande stanza d’ufficio, inondata dalla luce mattutina che filtrava da un’intera parete a vetro.
Una mano si allungò verso un tasto interno al piano, premendolo.
“Cosa c’è, Kimiko?” – chiese l’uomo alla segretaria, dall’altra parte dell’altoparlante.
“Signor Gould, ci sarebbe un ragazzo che chiede con insistenza di lei: dice che Miss Spencer di Adult Bank aveva fissato un appuntamento per suo conto.” – ripose la donna, con un leggero accento asiatico nel suo Inglese quasi perfetto – “Risponde al nome di Witwicky’.”
“Fallo entrare.” – la accordò.
 
Pochi attimi dopo, la pesante porta in metallo smaltato della stanza si aprì lentamente, mentre un ragazzo dai corti capelli castani fece riservatamente capolino; in mano un blocco d’appunti ed una penna:
“B-Buongiorno…”
 
“Oh, finalmente! Entra pure!” – un giovane uomo si alzò immediatamente dalla sua avvolgente poltrona girevole, venendogli incontro.
 
Alto e slanciato, indossava un elegante completo blu dai risvolti neri; una lunga e ampia sciarpa di seta gialla risaltava vistosamente attorno al suo collo, scendendo alle sue spalle fin sotto la schiena; due occhi di una tonalità incredibilmente chiara di azzurro si aprivano taglienti e magnetici sul volto virile ma curato, incorniciato da capelli talmente scuri da risultare quasi blu, ripiegati e spartiti ai lati quasi come fossero ali di corvo.
Una luce di sonante cinismo aleggiava su quel viso spartito a metà da una ciocca di capelli diritta come un pugnale, addolcita solo da un sorriso contenuto ma accomodante.
 
Quello che doveva essere il proprietario di quel grattacielo alto più di trecento metri gli allungò una mano:
“Tu devi essere Sam, vero? Carly mi ha parlato molto bene di te! Dylan Grimsley Valentyne Gould III, Presidente della GOULD ENTERPRISE: lieto di conoscerti.”
“I-il piacere è mio…” – rispose imbarazzato lui, tentando di ricambiare quell’energico scuotimento di mano.
 
Poi lo lasciò andare, allontanandosi nuovamente verso la scrivania appoggiata alla grande finestra:
“Ma non perdiamoci in inutili chiacchiere: suppongo che sia venuto fin qui per qualche motivo preciso. Prego, accomodati.”
E gli indicò una sedia davanti a lui, mentre si lasciava cadere sulla poltrona d’ufficio, appoggiando i gomiti sui braccioli.
Sedendosi, Sam poggiò sulle gambe la tavoletta digitale, riorganizzando le idee:
“Beh, tanto per cominciare…suppongo che sei lei conosce la Signorina Spencer sarà al corrente del suo ruolo nella FRATERNITY, dico bene?”
E non solo del suo.” – annuì Gould, con un cenno del capo – “So che sei entrato da poco a far parte del Corpo d’Armata Topless, come pilota della n.13: si diceva che quella Buster Machine non si sarebbe mai più riattivata, dopo il precedente manovratore. Per quello che mi riguarda, meriti tutto il mio rispetto.”
“Ne sono onorato…” – il ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato – “…ma è proprio di questo che volevo parlarle: ora che ne ho la possibilità, riesco a comprendere e a vivere la realtà della FRATERNITY dall’interno. La presenza del Topless è diventata di fondamentale importanza per l’intero Sistema Solare, di questi tempi…e tutto grazie a lei: se non fosse per le Imprese ‘GOULD’ le Buster Machines non esisterebbero, facendo scomparire anche l’unica fonte di salvezza per l’Umanità!”
“Dicendo così mi lusinghi.” – rispose l’uomo, sorridendo – “Non mi stai forse attribuendo troppa importanza?”
“Assolutamente no!” – replicò il ragazzo, totalmente rapito da quella figura elegante ed enigmatica – “Il suo contributo è essenziale! Ed è per questo che vorrei chiedere…come mai ha voluto diventare il Presidente dellaCommissione per le Difese Planetarie? Voglio dire: com’è nato, in lei, il desiderio di prender a due mani un progetto tanto impegnativo?”
 
Dylan Gould prese un profondo respiro, voltandosi verso la visuale panoramica della Capitale di Marte, oltre la parete vetrata:
“Vedi, Sam…la mia famiglia detiene il patrimonio della nostra Fondazione da tre generazioni, ormai. Mio nonno era un Generale di Flotta, affascinato dall’idea che l’Umanità potesse ritrovare nelle Machines la forma dei propri protettori. E’ stato quel sogno a far sì che il mio predecessore impegnasse i risparmi accumulati dal servizio militare in un investimento a lungo termine, acquistando le azioni necessarie a privatizzare la produzione delle Buster Machines, prima d’allora nelle mani del Governo Solare. Così, alla morte di mio nonno, l’Impresa passò nelle mani di mio padre, allora solo un Tenente del Quarto Regimento Terrestre.”
 
“Discende da una famiglia di Ufficiali militari!” – constatò Sam – “Per una volta, posso vantare lo stesso onore.”
 
“Esattamente.” – gli sorrise ancora il Presidente – “Sai, mio padre ha combattuto in Marina con tuo padre: devi essere molto fiero di avere l’Ammiraglio Ronald Witwicky come genitore.”
 
“Lo so.” – rispose semplicemente il ragazzo, abbassando di colpo la voce; poi provò a riprendere il filo del discorso – “In definitiva: lei, Signor Gould, ha deciso di continuare nella gestione della Fondazione per proseguire il sogno di suo nonno, o c’è qualcosa di più?”
 
Gould si alzò in piedi, dando le spalle al resto della stanza; mentre l’affascinante impertinenza del suo sguardo perse consistenza:
“Avevo una moglie, qualche anno fa: Diana. Hai mai sentito parlare del ‘Disastro della Queen Esmeralda’?”
 
“La Nave Colonizzatrice?”
 
“Sì.” – rispose, con un filo di angoscia nella voce – “Quella Nave trasportava un frammento di un artefatto alieno definito ‘MARKER’, oltre a tredicimila coloni verso le nuove città artificiali. Si dice che furono le proprietà gravitazionali di quel piccolo meteorite ad attirare i Mostri Spaziali nell’orbita satellitare di Deimos -la Luna di Marte- e a causare l’aggressione della Colonizzatrice. Mia moglie era a bordo; mio padre il Capitano in Seconda; gli armamenti insufficienti: nessun superstite.”
 
Sam rabbrividì al suono di quelle parole, deglutendo a fatica:
“I-io non volevo essere inopportuno…se solo avessi saputo, non…”
 
“Non ha importanza.” – lo interruppe Gould, nel tentativo di riprendersi da quel breve attimo di afflizione – “E’ una storia vecchia, ma è tutto ciò che mi resta di lei. Forse è per questo che ho deciso di intraprendere la battaglia contro i Mostri Spaziali a modo mio: prendendo in mano le redini della Fondazione e contribuendo alla creazione di nuove armi che avrebbero reso il nostro Mondo un posto migliore, dove vivere.”
 
Il ragazzo sembrava incantato, nonostante ora una strana sensazione di soffocamente lo attanagliasse.
“Lei…è davvero la persona che stimi di più al mondo.” – mormorò, distogliendo la sguardo.
 
Il Presidente gli si avvicinò poggiandoli una mano sulla spalla:
“Non rattristarti ulteriormente: sei venuto qui per una ricerca, dico bene? Seguimi, ti mostrerò qualcosa che ti piacerà…”
 
 
*   *   *
 
 
Settore 06. Piano -15. GOULD ENTERPRISE.
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
“Incredibile, sono enormi!” – esclamò Sam, sporgendosi dal parapetto metallico a strapiombo su una sconfinata Sala Macchine sotterranea.
 
Decine di enormi manichini meccanici dalle dimensioni disparate affollavano come bambole dimenticate il laboratorio trafficato da ingegneri in camice bianco.
Talvolta, una maschera dorata applicata sulla testa dei giganti risplendeva abbagliante, stimolata dalla tensione elettrica indotta da un generatore centrale.
 
“Quelli che vedi davanti a se sono dei ‘Cybodies’…” – chiarì l’uomo al suo fianco, ammirandoli compiaciuto – “…i corpi di partenza di ogni Buster Machine, la materia prima da cui partire per ogni progettazione. Ne creiamo a decine in continuazione, poiché solo pochissimi saranno in grado di reagire alle Frequenze Topless.”
“Sarebbe questo ciò che si cela sotto una BM?” – chiese stupito il ragazzo.
“Per l’appunto. L’abitacolo va posto al centro del torace, poco sotto il Motore a Degenerazione; quindi vengono applicate le fibre muscolari sintetiche e si sceglie la quantità e la forma degli organi da integrare alle strutture cibernetiche. Infine si passa allo studio della corazzatura, studiata e personalizzata appositamente per ogni Machine. Anche il tuo LineBarrel, alla nascita, non era altro che uno di questi endoscheletri, privi di spoglie.”
“Ha parlato di un ‘Motore a Degenerazione’…” – Sam appuntò con diligenza tutti i dettagli nel notebook – “…ma Casio mi ha detto che ormai è una tecnologia in disuso, per noi: se non sbaglio LineBarrel è l’ultimo a possederne uno autentico, come il GunBuster della Leggenda. Perfino Dix-Neuf è stato parzialmente privato del suo ALL-SPARK!””
 
Per un momento, un brivido corse lungo la schiena del giovane Sam Witwicky, alla vista di un turpe lume negli occhi cianotici del suo interlocutore.
Dylan Gould lo fissò intensamente, mormorando a mezza voce:
L’ultimo autentico…”
Poi scosse la testa, quasi a voler scacciare un pensiero nauseante:
“Beh, vedi…la BM-13 è una Machine estremamente antica e pertanto legata ad una tecnologia differente: la Trazione Integrale basata sulla Fusione Gravitonica delle Scintille è tanto potente quanto instabile; per questo ora le nostre Machines vanno ad Ice Second: un derivato ionico dello stesso Reattore Degenerativo.”
“Ricevuto.” – confermò Sam, digitando gli ultimi appunti – “E da dove verrebbe estratto?”
 
“Lasci che te lo mostri.”
 
 
*   *   *
 
 
Settore 09. Stesso edificio.
 
Una piccola porte blindata si ritirò nella parete, permettendo loro di accedere ad una piccola sala a vetri; tre tecnici si affaccendavano su altrettanti monitor olografici, mentre dai vetri rinforzati della torretta si poteva ammirare una visione mozzafiato:
 
Due colossali acceleratori nucleari ruotavano lentamente, azionando molteplici proiettori e sintetizzatori molecolari: un’apoteosi di fasci al plasma ed archi elettrici bombardavano un minuscolo frammento di roccia rossa sospeso in assenza di Gravità, irradiandolo di una luminosità di color rubino.
 
“E quello cosa sarebbe?” – chiese nuovamente il Topless, aguzzando la vista.
“Quello che vedi è il frammento di meteorite alieno di cui ti parlavo, entrato in nostro possesso già da molto tempo. In tutti questi anni non è mai passato per una zona a Gravità Terrestre: pensa che le sue particolarità spazio-temporali sono pari a quelle del Bosone di Higgs! Se non si trovasse in una sala a Zero-Gravità potrebbe addirittura generare un Wormhole abbastanza potente da far implodere l’intero Pianeta…”
“Roba grossa…” – sorrise Sam, poco convinto.
“Direi di sì. Bombardandolo con un raggio catodico ed uno anodico, è possibile destabilizzarne la strutture atomica per creare Energia: un solo milligrammo di quel MARKER ionizzato è sufficiente ad azionare almeno due Machines.”
“E’ davvero stupefacente…” – mormorò Sam, a bocca aperta.
 
“Già…” – ancora una volta, un’espressione di intimo piacere si stagliò inquietante sul bel volto di Dylan Gould – “…ed è solo un piccolo frammento. Pensa se il Progetto ‘ALL-SPARK’ andasse a termine: l’intero Giove-3 degenerato di 30.000 unità, grazie all’energia della Douze-Mille”…un potenziale latente di indefinibile portata, capace anche di creare WARP intra-universali! Ma da solo non servirebbe a nulla…per questo, oggi, l’Ishimura…”
 
“E a cosa dovrebbe servire?” – lo interruppe il giovane ospite.
 
Lui si riprese bruscamente, tagliando corto:
“Per ora a nulla: io eseguo solo le commissioni imposte dal Governo. Andiamo, credo che per oggi possa bastare.”
 
 
*   *   *
 
 
Quindici minuti dopo. Esterno del GOULD Skyscraper.
 
Il Sole riflesso dai pannelli geodetici di Rapture inondava di luce la grande metropoli marziana.
 
Ai piedi dell’interminabile grattacielo di vetri a specchio della Fondazione GOULD, un uomo saluta un ragazzo:
“E così siamo giunti alla fine di questa visita, spero di esserti stato d’aiuto per il tuo progetto scolastico.”
“Non immagina quanto, Signor Gould!” – lo ringraziò Sam, accennando un inchino con la schiena – “Parlare con lei è stato illuminante!”
“Lieto di sentirtelo dire.” – gli sorrise – “Non se ne vedono molti di ragazzi tanto carichi di passione ed ideali come te, al giorno d’oggi: fare la tua conoscenza è stato un vero piacere, per me…Samuel Witwicky.”
E gli indicò con un braccio la portiera già aperta di una limousine a levitazione magnetica di servizio, alle sue spalle.
 
Il ragazzo ricambiò ancora la cortesia e salì sulla vettura.
Prima che potesse chiudere lo sportello, lo raggiunse la voce del Presidente Gould:
“Mi è giunta voce che potresti essere il nuovo ‘Top Buster’ della FRATERNITY; se così dovesse essere, sarai tu a tenere il discorso di fine anno dei Topless, tra due settimane. Ci sarò anch’io, per aggiornare la Commissione e l’Umanità intera dei progressi circa la Douze-Mille: mi piacerebbe che fossi tu, a parlare sul palco. Non deludermi.”
 
“Ci penserò…” – ripose Sam, mentre un piccolo moto di orgoglio gli fece pulsare il cuore e incurvare le labbra in un sorriso soddisfatto.
Infine chiuse la portiera e l’auto ripartì.
 
 
*   *   *
 
 
Ore 21:45. Rapture.
 
Un mare di lumicini colorati ondeggiava in trasparenza contro il manto uniformemente nero del cielo marziano, interrotto solo da deboli punti di gelida luce stellare:
Gli alti edifici metallici e le intricate vide della Capitale-Colonia risplendevano di insegne al neon ed ologrammi semi-mobili di propaganda, che scorrevano lentamente nell’etere.
Sotto l’ombra imponente di quattro enormi giganti meccanici, illuminati e colorati dalle vivaci tonalità della sera metropolitana, un gruppo di ragazzi attende silenziosamente sulla vetta di un palazzo.
 
Sam si appoggiò al parapetto del palazzo, sollevando lo sguardo alla sottile lamina di vetro che divideva l’ecosistema di Rapture dal meraviglioso Spazio senza confini:
“Che triste ironia: pensare che le Stelle possono essere così belle solo in assenza di luci artificiali!”
Casio Takashiro gli si affiancò, puntando i gomiti sul muretto e passando in rassegna con lo sguardo la moltitudine festosa di luci:
“Però, senza illuminazione, perfino una grande metropoli da’ l’idea di non essere abitata dall’Uomo! Guarda: così non è molto più rassicurante?”
Stringendosi nelle spalle, Laura Bodewig chinò lo sguardo, sussurrando:
“L’Uomo ha sempre temuto l’Oscurità…e per sopravvivere ha squarciato le Tenebre con il fuoco.”
“Ma che Filosofia!” – la apostrofò cinicamente Mikaela, incrociando le braccia al petto.
Sam aggrottò la fronte, puntando il volto della BM-13, i cui occhi verdi smeraldo rilucevano nelle tenebre:
“La capacità di trovare la Luce nel Buio…sarà questo a rendere gli esseri umani una forma di vita speciale? Sarà per questo che i Mostri Spaziali ci attaccano?”
“Ma che razza di domande fai?!” – sbuffò la Banes – “Come mai potremmo sapere una cosa del genere?!”
“Però ha ragione…” – sorrise Casio, scrutando la città che si perdeva ai loro occhi – “…osserva cosa siamo capaci di creare! Non è meraviglioso? Sembra di essere finiti dentro un immenso musical! E poi, oggi, ci sarà quella Sheryl Nome: dicono che sia stata scelta per rappresentare la voce dell’umanità stessa! E’ un’icona fondamentale per la speranza di molte persone!”
“Guardate!” – esclamò improvvisamente il ragazzo – “Le luci!”
 
In lontananza, il perimetro interno della Cupola Geodetica della città s’irradiò di una lenta serie di tonalità cangianti, spandendo la sua aura meravigliosa sulle acque nere e silenziose dell’oceano-lago di Rapture.
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
“La luce: l’impronta indelebile dell’Uomo sul suo Pianeta.” – mormorò ancora la Topless tedesca – “Nonostante la Natura non sia di nostra proprietà…è con segni come questi che possiamo riaffermare il nostro diritto esclusivo di Vita e Morte su ciò che abbiamo imparato rispettare: un diritto che non potrà mai esserci usurpato da nessuno…nemmeno dai Mostri Spaziali.”
Per una delle rare volta in cui Mikaela Banes apriva il suo cuore, la ragazza si voltò verso il longilineo Vingt-Sept, in piedi alle spalle del grattacielo:
“E le nostre Machines: il simbolo del legame che lega due compagni; la Volontà di mantenere saldò quel desiderio dell’Umanità di continuare a sperare in un giorno migliore…”
 
Già… - pensò Casio dentro il suo animo, scrutando con apprensione il volto minaccioso eppure rassicurante della n.19 – …ma per quanto ancora…resterà il mio compagno?
Infine si scosse dal suo torpore, dando una rapida occhiata al suo orologio:
“E’ ora. Dovremmo andare.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 22:00. Nova Stadium. Stessa città.
 
Un coro di migliaia applausi e schiamazzi sfrusciò nel palazzetto ellittico, illuminato dai fari posizionali.
 
“Ed ora…” – la voce amplificata di un corner risuonò eccitata e vigorosa nel grande anfiteatro hi-tech – “…la Star della serata! Colei che tutto Marte ha atteso a lungo! La Voce dell’Umanità, la Scintilla nelle Tenebre! Signori e signori, con il suo nuovo singolo ‘Obelisk’, ecco a voi...SHERYYYYL NOOOOME!!!”
 
Quattro coni di luce si ammassarono al centro del palco, mentre una piattaforma automatica si sollevò dal centro.
Una piccola figura risaltava ammantata da abiti succinti e luccicanti.
Sollevò una mano in aria…e l’intero stadio si riempì di ologrammi stellari, mentre una musica sintetica aleggiò avvolgente:
Uuuhuuu…! ”
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Orbita di Marte.
 
Dagli amplificatori della Cupola Geodetica, l’armoniosa voce di una ragazza raggiunse e pervase persino il Vuoto spaziale:
As if I spotted a bird in the light of dawn, I start to realize…
 
Una decina di Machines stazionavano mollemente in assenza di gravità.
“Squadra ‘Zuccherini’ a rapporto.” – confermò Casio, nel pluri-collegamento audio – “Divisione ‘Vanishing Age’, confermate la vostra presenza.”
“Confermiamo!” – rispose la voce di un ragazzo sui diciotto anni.
“Bene…” – mormorò il leader della Terza Divisione – “…ci siamo! Fluttuazioni gravitazionali a 0,3 parasec! WARP in distensione inerziale: prepararsi a ricevere l’onda d’urto!”
 
With these faint signs, my racing heart…
 
All’orizzonte, un varco plasmatico dal color ametista intenso si aprì come un anello.
Una confusa serie di scie luminose biancastre si allungarono da esso, disponendosi in ampia area e creando il perimetro di qualcosa di non definibile.
Poi, una rapida serie di milioni di ingranaggi e colori emersero dal WARP, disponendosi tra le linee perimetrali di quella che ora appariva come la carena deforme e scheletrica di una Planet Cracker.
 
…still didn’t know that the World yet sleeps.
 
Quando i colori stessi della grande Astronave si furono disposti in un senso compiuto, un vento spaziale di Distorsioni Lorentziane si sprigionò dalla carena, investendo le Machines circostanti.
 
“Dannazione, che razza di impatto!” – imprecò qualcuno di Vanishing Age.
“E’ davvero enorme!” – boccheggiò Sam – “Sarebbe questa la famosa Nave per le Escavazioni Gravitoniche?!”
La voce di Casio risuonò dalla gola della BM-19, sommandosi alle rime melodiose di Sheryl Nome:
“USG ‘Ishimura’ state entrando nell’orbita di Marte! Richiesta identificazione vocale!”
 
Nessuna risposta; solo la musica ancora lenta di quell’Obelisk emozionante:
I loved and thus I knew despair…
 
Ishimura, mi ricevete?” – ripeté ancora il Topless, mentre un oscuro presentimento iniziava a farsi strada in lui.
Una ragazza dell’altra squadra chiese stizzita:
“Ma diavolo succ-…?!”
 
Una rapida serie di esplosioni lungo la carena della grande Astronave:
Migliaia esseri alieni simili ad insetti sciamarono fuori, in lunghe code turbinanti e frementi di stridii confusi.
 
The power I still hold in these hands…
 
“Capisco…” – Casio si morse un labbro – “…dunque è così: quei Mostri Spaziali avevano aggredito l’Ishimura prima ancora di entrare nel nostro Sistema Solare! Se così è…significa che possono aprire dei WARP!”
 
Quasi in risposta, decine di migliaia di piccoli lampi luminosi saettarono all’orizzonte, mentre infintiti stormi di creature aliene amorfe dai colori vividi si riversarono nello Spazio.
 
Even if I lose it…even if I lose it!
 
“Di che classe sono quei Mostri?!” – gridò qualcuno.
“Il mio radar è pieno di punti rossi: ce ne sono un numero spropositato!” – esclamò Mikaela, tremante.
“Più di 50.000 ‘Scub Coral’…” – mormorò il pilota della n.19 – “…i Mostri Spaziali dell’orbita di Aegis-7 erano attratti dal MARKER quanto quelli del nostro Sistema Solare! Non c’è altro da fare! A tutte le Unita ‘Buster’: codice 66! L’operazione cambia obiettivo: annientiamo quei Coralian prima che distruggano la Nave e raggiungano Marte; priorità assoluto all’integrità della Planet Cracker! INIZIAMO!!!”
 
Promise over these tears, to grab hold of a miracle!
 
Mentre la voce sensuale della giovane Idol aumentò di intensità, le Machines si dispersero nel Vuoto, immergendosi nel caos rutilante.
 
Sollevandosi oltre una coltre di Mostri Spaziali simili a pesci semi-liquidi, Dix-Neuf divaricò le dita meccaniche delle mani, scaricando una pioggia verticale di proiettili in rotazione:
Buster Gatling!”
I bossoli luminosi tempestarono i corpi degli alieni, distruggendoli in un fiume di piccoli esplosioni circolari dai colori vivaci.
 
Flying over the rubble, in an ascending curve!
 
La n.27 gli passò accanto in una risalita aerea curvilinea, voltandosi dal lato opposto e sbattendo le ampie ali bianche.
Le piume meccanica si spandettero nello Spazio, detonando una dopo l’altra in fiamme dalle tinte azzurre.
 
Seek the beat in your heart, until you bring back this life…
 
A centinaia di metri di distanza, LineBarrel scattò in avanti, schivando il fuoco incrociato di decine di Mostri corazzati dall’aspetto insettoide.
Si allontanò a perdita d’occhio, volteggiando tra tra i proiettili organici delle creature ed evitando accuratamente la contro-offensiva dei restanti membri della FRATERNITY.
Poi, una croce di luce turchese si estese all’orizzonte, proiettando un potente Buster Beam dello stesso colore: tracciò un semicerchio tra gli stormi alieni, che si tramutò in una scia di veloci esplosioni sferiche.
 
Wonder if you’ll make it! I hope you make it!
 
Al centro di uno sciame circolare di creature, la n.60/Alteisen ruotò sul suo asse, spandendo razzi incendiare ovunque e mitragliando convulsamente dalle canne sull’avambraccio.
Un mare di vampe azzurre, rosse e verdi lo avvolse, circondandolo.
Poi, con sgomento della giovane Topless tedesca, un’orda di creature deformi iniziò la sua discesa perpendicolare, verso di lei.
 
Il ragazzo alla guida della n.13 ruotò il sellino giroscopico, gridando:
“LAURA!!!”
La possente Machine estrasse rapidamente una spada a vibrazione ultrasonica dal fodero posto sull’avambraccio scagliandola con forza.
Roteò vorticosamente, assumendo una luminosità biancastra.
Attraversò da parte a parte la fitta schiera nemica, mentre il robot i dislocò in uno spostamento sub-luminoso, per afferrarla al volo.
La reinserì nel fodero; alle sue spalle, baluginarono molteplici flash accecanti, vaporizzando il branco mostruoso.
Il pilota le sorrise in un video di collegamento:
“Tutto ok?”
 
La ragazza diafana arrossì improvvisamente, abbassando l’unico occhio sano di un rosso rubino:
“S-sì…ti ringrazio…”
 
The reason why you fly…the reason why you fly…
 
Il giovane capo di Vanishing Age ghignò nel suo abitacolo, mentre gli occhi coperti dalla maschera adorata della Glittering Crux si serrarono:
Southern Cross Sept!”
La sua Machine dal lungo e squadrato soprabito nero roteò su sé stessa, scagliando una manciata di scaglie luminose simili a stelle dorate.
Scollegò un sostegno sulla nuca simile ad un lungo cappello dalle falde taglienti, lanciandolo a caso come un boomerang.
 
Alle sue spalle, Madoka Koei tirò a sé le leve di movimento, mentre l’enorme robot simile ad un golem spalancò decine di lenti ottiche, sparse sul corpo:
Buster Barrage!”
Un impressionante sbarramento laser si estese orizzontalmente, perdendosi nei limiti siderali dello Spazio.
Vibrò per un momento, prima di estinguersi.
Un muro di fiamme, sangue e luce investì gli adiacenti venti kilometri.
Poi, le vampe dell’esplosione vennero dissipate da una nuova moltitudine rapida e feroce di Mostri Spaziali.
 
“Sono troppi!” – ansimò Sam – “Non riesco a coprirne più di così!”
“Lo scafo dell’Ishimura è integro per il 60!” – informò la Banes– “Stiamo
facendo il possibile, ma non potremmo mantenere le posizioni ancora per molto!”
 
“Tentate di resistere!” – ringhiò Casio, mentre Dix-Neuf emetteva l’ennesimo Buster Beam, al limite della tensione elettrica – “Se quella Nave dovesse perdere il suo carico sarebbe peggio che morire!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Luogo sconosciuto. Rapture. Marte.
 
La passionale ed accattivante melodia di Obelisk si udiva anche in quell’enorme hangar in penombra, sebbene affievolita de diversi metri di terra e cemento dalla superficie.
 
“E così sareste voi gli altri due?” – chiese un ragazzo sui diciassette anni, sollevando appena il bordo del berretto di lana dai grandi ed irriverenti occhi nocciola – “Non credevo che un nanetto ed una bel fiorellino come voi potessero essere Topless!”
 
Tsk! Non ti azzardare a chiamarmi ‘nanetto’!” – sbuffò imbronciato un ragazzino dai folti capelli verdi, effettivamente non molto importante per statura.
“Anche tu sei stato selezionato?” – chiese una ragazza dai lunghissimi capelli biondi, stringendosi nelle spalle per via del gelo sotterraneo.
“Pare di sì.” – ripose lo sconosciuto, strizzandole provocatoriamente un occhio – “Io sono Andy Hall: pilota della Buster Machine n.87. E voi?”
“Mi chiamo Ino. Ino Yamanaka.” – la ragazza ricambiò il sorriso.
“Io sono Ringo; smettila di straparlare!” – rispose bruscamente il ragazzino.
 
Poi, dei potenti fari illuminarono tre enormi veicoli meccanici, ancorati su altrettante rape di lancio.
 
“Quelle che avete davanti sono le vostre nuove armi.” – spiegò la voce impostata di un giovane uomo, avvolto in una lunga sciarpa di raso – “In merito alle vostre capacità, segnalateci dalla ST&RS, la GOULD ENTERPRISE ha deciso di investire nella costruzione di questi nuovi modelli: la n.87 e la n.89 sono le più recenti.”
 
Il giovane ragazzo americano vestito alla pop e la delicata Ino posarono lo sguardo rispettivamente su un enorme velivolo nero stilizzato e su un lungo e complicato razzo verde, dai grandi reattori nucleari.
 
“Quella al centro è la n.78: è stata ricostruita dopo centocinquant’e si stratta del primo modello di Buster Machine ad assetto variabile. E’ divenuta estremamente famosa grazie ai suoi precedenti piloti e all’uso esclusivo del Compac Feed Drive System.” – continuò il Presidente Gould, indicando un jet rosso e bianco, in posizione di uscita – “Spero che ne fari buon uso…Ringo.”
 
Nell’ombra, una splendida ragazza dai lunghi capelli verdi e dagli occhi d’ametista si domandò tra sé:
Avrà fatto la scelta giusta…?
 
Il ragazzino guardò la grande macchina richiusa, mentre il suo cuore si riempì d’orgoglio.
“Finalmente…la mia Buster Machine personale! Dopo tutto questo tempo, anch’io potrò salire alla guida del Nirvash, come i miei trisavoli! Perché i miei antenati erano…Renton Thurston ed Eureka!”
 
 
*   *   *
 
 
Dieci minuti dopo. Orbita di Marte.
 
Why am I so far from what I want to become?
 
Il canto continuo e melodico intonato dalla ‘Voce della Terra’ continuava ad aleggiare, oltre la copertura bio-tecnica di Marte.
 
Dix-Neufarretrò rapidamente, mentre le torpedini nascoste nel mantello si persero all’orizzonte, deviando i loro obiettivi.
“Maledizione…” – imprecò il pilota, tra i denti – “…ho le munizioni quasi completamente scariche!”
“Lo stesso vale per me!” – la voce affaticata di Sam tremò nell’interfono – “Non possiamo f-…”
 
Sibilando fulminei, sei piccoli punti luminosi rossi entrarono rapidamente nell’orbita planetaria, oltrepassando le Buster Machines danneggiate e scomparendo apparentemente in mezzo agli stormi alieni.
Un debole bagliore rosato: un centinaio di insetti ibridi bio-meccanici si tramutarono in semplici eruzioni di luce.
Stagliati contro l’immensa mole del Pianeta Rosso, ora quasi totalmente revitalizzato, tre velivoli aerospaziali erano disposti in formazione di decollo; i reattori divampanti.
 
The airplanes sully the sky…
 
“Q-quelle sono Buster Machines?!” – chiese il giovane pilota della n.13 – “Da dove cavolo saltano fuori?!”
 
“Spiacenti di avervi fatto attendere tanto…” – la voce sardonica di un ragazzo giunse dal jet nero dotato di un grande fucile inferiore.
“…ma ora ci divertiamo noi!” – terminò la voce acuta e galvanizzata di un bambino, all’interno di un bizzarro aliante rosso.
 
Mikaela sgranò gli occhi, esterrefatta:
“Quella voce! Un momento, non saranno mica…?!”
 
Il comando energico ed elettrizzante di Ino Yamanaka ruppe l’attesa:
“SQUADRA ‘GEKKO-STATE’: INIZIO OPERAZIONE!”
 
To live even for one more second, press against the back of your soul!
 
Accelerando improvvisamente, le Unità si ridussero a tracce di gas fosforescenti, sfrecciando ed intrecciandosi scambievolmente.
Eseguirono una virata ascendente, allontanandosi in direzioni opposte.
 
Seek the beat in your heart! Reel in the uncertainty!
 
Uno sciame di diverse centinaia di Mostri si ammassò in direzione della n.87, emettendo una serie infinita di proiettili semi-organici che si radunarono in un matassa distorta.
Avvitandosi in vertiginose ed impossibili manovre aeree, il caccia stilizzato si allontanò a perdita d’occhio, incessantemente inseguito dai missili alieni, in un interminabile arabesco di fiamme e luce.
Senza mai smettere di far fuoco con il mitragliatore laser inferiore, Andy Hall mimò un paio di pugni nell’abitacolo, stringendo le leve flessibili:
“Sì, ne farò fuori un casino! Go, go!”
La Machine volante si sollevò ulteriormente di quota, uscendo dal campo d’azione nemico: una manciata di batterie-lanciarazzi si spalancarono come porte sulla fusoliera del veicolo, vomitando una cascata di torpedini dalle lunghe scie posizionali.
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
I missili termo-sensibili serpeggiarono nel Vuoto per interi kilometri, abbattendo ampi gruppi di Mostri insettoidi.
Infine il ragazzo tirò via dalla fronte il Sigillo Topless, gridando d’euforia:
Exotic Manoeuvre!”
Avvolgendosi in un turbinio di scintillii azzurri, la Macchina Combattente si sollevò verticalmente: le grandi ali si diviso in due, ripiegandosi all’indietro, mentre il possente fucile inferiore si divise in due sottili appendici umanoidi.
Un visore ottico si illuminò su una testa meccanica, mentre la corazza sul torace rivelò l’abitacolo di guida:
Buster Machine Quatre-Vingt-Sept: Qophlite!”
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
Strinse le ginocchia al petto; le gambe innaturalmente esili sfrigolarono avvolte da archi elettrostatici rossastri:
Buster…
Infine si ridistese, emettendo due potenti raggi di energia dai cannoni mobili:
…BEEEAAAM!!!”
I due getti anionici si allungarono per l’intera area bellica, sfiorando di striscio l’USG e disintegrando nella luce abbagliante più della metà dei nemici.
 
Wonder if you’ll make it! I hope you make it!
 
Il pilota Americano gridò all’interfono, allarmato:
“Yamanaka, l’Ishimura!”
 
Il razzo verde smeraldo si tuffò in picchiata vero la Nave Escavatrice, deviando da un fiume di Scub Coral kamikaze:
Buster Flail!”
Le fruste collegate alla sommità schioccarono sonore, rilasciando una moltitudine di proiettili luminosi scarlatti che trafissero i corpi di poche decine di creature.
Disattivando i quattro lunghi reattori nucleari, la Machine si arrestò sulla prua della Nave, puntando verso lo stormo di alieni in avvicinamento.
Una testa vagamente femminile prese forma dalla fusoliera, mentre i post-bruciatori si aprirono lungo la circonferenza del fusto:
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
La ragazza alla guida strinse con vigore la cloche, ordinando con fermezza:
Buster Machine Quatre-Vingt-Neuf: Buster Blossom!”
 
Come affilati petali d’Amarillide, i quattro razzi di movimento si distaccarono autonomamente, saettando nel Vuoto a grande distanza.
Tracciarono un’isterica serie di sferzate a vuoto, per poi ritornare alla posizione di partenza.
Si ricollegarono al corpo centrale.
Una moltitudine di migliaia di Scub Coral si immobilizzò a metà movimento.
Con un fragore non abbastanza potente da superare la meravigliosa voce di Sheryl Nome, un terzo delle creature rimanenti esplose in una schermaglia orizzontale di vampe violette e turchesi.
 
Poi, il muro di fuoco si squarciò al centro, mentre un jet rosso e bianco si avvicinò a velocità ultra-sonora, inseguito da più trecento creature amorfe.
 
Promise over these tears, to grab hold of a miracle!
 
Sorridendo spavaldo, Ringo Starr tirò via l’adesivo di contenimento celebrale, spandendo i raggi dell’Exotic Manoeuvre nell’abitacolo a Gravità-0, privo di qualsiasi sedile:
“Non provatemi a rubare la scena! Buster Machine Soixante-Dix-Huit: Dazzling the Stage!”
Una sfera di luce multicolore avvolse la Machine, in un’apoteosi di croci luminose.
La tavola centrale dell’aeromobile si staccò, mentre due gambe robuste si snodarono lateralmente, appoggiandosi ad essa.
Un paio di braccia meccaniche si spalancarono ed una testa dagli inquietanti occhi organici si issò sull’ampio torso:
Galactic Pretty Boy…‘Nirvash’!”
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
Un gigante meccanico sfrecciò a velocità sovrumana nello Spazio, fino ad incidere una lunga scia di Energia Gravitonica tra i cumulonembi dell’orbita marziana.
 
“Ora sta a guardare, Witwicky!” – lo incitò spavaldamente il ragazzino dai capelli verdi – “L’ultima volta mi hai battuto, ma ora cambia tutto! Qui lo ‘Star Driver’ sono io!”
 
Il Nirvash si piegò sulle gambe, accelerando.
Un torrente feroce di Scub Coral si gettò al suo inseguimento, radunandosi lungo l’interminabile carena dell’Ishimura.
 
Flying over the rubble in an ascending curve!
 
Dividendo l’orizzonte con la lunga coda di luce smeraldina, la n.78 si lasciò trasportare dalla tavola meccanica, reffando sulle fluttuazioni gravitazionali in un zig-zag inebriante tra le strutture tortili ed i supporti meccanici sparsi per la carena della Planet Cracker.
Evitò tre torrette in superficie, quasi scivolando nel Nulla, per poi chinarsi il più possibile, oltrepassando un ponte metallico di collegamento tra due Settori.
Cinque creature più grandi dei movimenti meno elastici si scontrarono contro gli ostacoli, esplodendo in un getto di sangue e organi alieni.
 
Accelerò in un anello di plasma verde, distanziandosi abbastanza da potersi voltare del tutto.
Ringo strinse le palpebre e tese ogni muscolo del corpo, raggomitolandosi:
ITANO’S CIRCUS!!!”
 
Quattro sezioni sull’armatura del Nirvash si sollevarono, rivelando centinaia di proiettori ottici: un ginepraio di raggi luminosi dai colori vivaci s’irradiò in ogni direzione, intersecandosi ed insinuandosi tra le file nemiche ed avvitando accuratemene le Buster Machine d’intralcio:
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
Nel pandemonio di esplosioni psichedeliche, solo un migliaio di Mostri Spaziali si salvò all’assalto rutilante:
Caricarono una miriadi di laser fosforescenti, scagliandoli verso l’Unità ad assetto variabile.
 
Seek the beat in your heart, until you bring back this life!
 
Quest’ultima si sollevò verticalmente in volo, poco prima che i vettori nemici potessero raggiugerlo, annaspando a lungo neo Vuoto come dita perverse e nevrotiche.
Si congiunsero in un unico punto, mentre l’antico robot si avvitò su sé stesso, con un complicato flying-drop-kick:
BUSTER SHIELD!!!”
Si difese con l’ampia tavola a Trazione Gravitonica; le scie di luce incandescente si scontrarono contro lo scudo e si ridistesero a raggiera, perdendosi all’orizzonte.
Si estinsero.
“Ora!” – gridò il ragazzino, mentre ogni filo dei suoi fluenti capelli verdi si divise in assenza di gravità – “Spazziamoli via! Compac Feed Drive System: attivazione!”
 
In riposta all’incitazione, Ino Yamanaka spalancò le braccia, sorridendo:
Exotic Manoeuvre: BLOSSOM STORM!!!”
I reattori orbitanti della n.89 si allontanarono nuovamente, mentre dal corpo della Machine si riversarono miliardi di petali coloro ametista, di natura sconosciuta.
 
Vorticando come un tifone nel pieno della veemenza, travolgendo i rimanenti Mostri Spaziali in un ciclone scintillante di croci luminose.
 
Il Nirvash si stinse nelle ginocchia, gettando da parte il Trapar Reflector:
INAZUMA…
Un accecante bagliore iridescente lo avvolse:
…SEVEN SWELL…”
Infine si ridistese, discendendo verticalmente al centro del ciclone di proporzioni continentali, illuminando le tenebre del Cosmo con una cascata di meravigliosa di luce risplendente di sette colori:
…KIIIIIIIIIIICK!!!”
 
Ridotto ora solo ad una piccola croce di luce abbagliante, trapassò da parte a parte il caos turbiniate di petali, alieni e scintille, dividendolo in due.
Tutto l’anti-ciclone di plasma si restrinse al centro, implodendo infine in una deflagrazione di luce cangiante che investì il Sistema Solare in una sconfinata Aurora.
 
The reason why you fly….the reason why you fly…
Le ultime strofe della coinvolgente Obelisk si spensero assieme all’orda aliena.
 
 
*   *   *
 
 
Rapture.
 
Un’Aurora Boreale si allargò nel cielo notturno, suscitando il fragore frusciante di applausi di gioia e meraviglia del pubblico di uno stadio incredibilmente gremito.
 
La giovane donna sul palco sollevò al cielo tempestato di luce spaziale i grandi occhi azzurri:
“Un arcobaleno nello Spazio? Capisco. Dunque, dopo tanti anni…è questo il secondo ‘Seven Swell’?”
 
In un angolo in penombra, una ragazza dai lunghi capelli smeraldini si stringe nelle spalle:
“E cos’ la Machine dei nostri antenati è stata infine riesumata? Il ‘Vascello per il Great Wall’ affidato nelle mani di un bambino…sarà capace di controllarlo?”
“Ormai non puoi fare più nulla, per lui.” – ripose la voce elegante di un uomo, alle sue spalle – “La Volontà di tuo fratello si nutre delle speranze affidate al Passato: non riuscirai a fargli cambiare idea.”
Con i lucidi capelli scomposti da un lento vento d’inverno, Carly Spencer lasciò sprofondare il suo sguardo in quell’onda lucente e cangiante di colore:
Se questo deve essere il nostro destino, allora pregate dall’alto per i nostri mali terreni!
 
*   *   *
 
 
Spazio.
 
Nel fioco splendore di un arcobaleno in assenza d’aria, decine di grandi Macchine Umanoidi galleggiano in silenzio, sferzate delicatamente da pulviscoli luccicanti.
 
Mentre le luci dell’abitacolo si estinguono lentamente e gli schermi sferici sfrigolano lievemente…l’immagine di un orizzonte puntellato di malinconiche stelle fisse s’imprime per sempre nella mente di un ragazzino, sospeso a mezz’aria nella cabina
Stringe delicatamente un fiore di Amarillide Scarlatto, sorridendo spossatamente verso una costellazione nota soltanto a lui:
Finalmente…anch’io ho ricreato il mio Seven Swell! Puntando al mio Sogno, non ho solo vissuto all’ombra di un Passato glorioso, ma ho dato forma ai miei Sforzi!
 
Guardò ancora una volta fuori dai monitor, posando l’attenzione sulla grande n.89:
Chissà, forse è vero che l’Amore permette di creare un arcobaleno di speranza!Magari…non è proprio tutta un smanceria da femminucce. No, deve esserci sicuramente qualcos’altro: ancora non lo so…ma voglio impegnarmi per scoprirlo!
 
                                                                                                                                     Per questo, oggi, grazie…Eureka e Renton!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: KaienPhantomhive