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Autore: Hikari Horaki    16/04/2004    1 recensioni
Una fanfiction nata in uno dei giorni più caldi dell'estate 2003. Quando il caldo da alla testa...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinji Ikari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiacchiere, afa e altro (seconda ed ultima parte)

 

20 anni dopo

 

“Papà!”

 

 

 

 

“Papà, rispondi!”

“Aspetta solo un attimo, che…”

“Ma cosa devo aspettare? La mamma è quasi pronta e vuole sapere quanto ancora ci metterai tu per prepararti.”

“E tu dille un attimo!”

“Un attimo è generico. Poi, sai com’è fatta: è una donna pignola e precisa, vorrà sapere con esattezza se ci vorranno ancora 10 minuti o 20.”

“Allora, dille mezz’oretta.”

“Ma che stai facendo? Perché non ti sei ancora vestito? Non sei più un bello spettacolo in accappatoio e boxer.”

“Un po’ di rispetto, per cortesia, e piano con gli insulti.”

“Guarda che vi aspettano tutti al ristorante; deve essere curioso festeggiare compleanno e anniversario di matrimonio lo stesso giorno.”

“Non è poi questa gran cosa.”

“Com’è che hai chiesto alla mamma di sposarti proprio il giorno del tuo compleanno? Se fossi stato in te, avrei scelto una data che fosse il più lontano possibile dalla mia festa per evitare di ricevere un solo regalo.”

“Tu ragioni da ragazzino e pensi troppo ai regali.”

“Io sono un ragazzino e ai regali mi avete abituato voi. Anzi, perché non me ne fai uno anche adesso? Sai, sono un po’ a corto…”

“Quanto ti serve?”

“Fai tu. Considera che domani sera porto fuori una ragazza”

“ Di già? Alla tua età, ascoltavo solo musica in cassetta, altro che donne. Tieni, basta che ti togli dalle scatole.”

“Pà, guarda che lo dico alla mamma che mi tratti male.”

 

“Shinchan, ci vuole ancora molto?Guarda che ci aspettano!”

 

“Lupus in fabula…”

“ Cara? Mi serve un po’ di tempo, diciamo una mezz’ora.”

 

“Ancora? Ma se ti ho visto uscire dalla doccia da parecchio! Guarda, resto calma giusto per non rovinare la festa, ma vedi di sbrigarti. Ti prego, non facciamo figuracce con gli invitati proprio oggi.”

 

“No, ora mi sbrigo.”

“La mamma è convinta di tenerti in pugno e invece tu fai sempre i comodi tuoi, con la scusa del “Si cara” “Ora lo faccio cara” . Sei un imbroglione!”

“Quando c’è l’amore , ci sono anche comprensione e sopportazione. Se tua madre mi sopporta e mi comprende è perché mi ama tanto.”

“Non hai rispondo alla mia domanda, prima.”

“Che domanda?”

“Com’è che hai chiesto alla mamma di sposarti proprio il giorno del tuo compleanno? L’ hai chiesto in quel giorno e l’avete fatto lo stesso giorno dell’anno successivo, è una cosa strana…”

“Diciamo che considero il mio compleanno un giorno speciale.”

“Che banalità. Credo che questo valga per tutti. Io volevo una motivazione più profonda.”

“Non c’è. Nel giorno del mio compleanno ho capito che non potevo rischiare di farmi scappare quella stupenda rossa che è di là in camera e le ho chiesto di sposarmi. Un anno per comprare casa ed organizzare le cose per benino come voleva lei ed ecco di nuovo arrivare il 6 giugno. Ci siamo sposati e poi sei nato tu. Questo accadeva 15 anni fa. Ecco tutto.”

“E’ mai possibile che tu e la mamma raccontiate sempre questa storia in maniera tanto incolore?”

“Che colore dovrei aggiungere? E poi, se permetti, sono fatti miei e della mamma.”

“Ti serve aiuto per la cravatta? 54 anni oggi e ancora sbagli.”

“Si, grazie”

“Sei riuscito a contattare la signora Misato? Alla fine verrà?”

“Credo di si, ma quella donna è così imprevedibile.”

“Una nonnetta davvero arzilla! Chi dubiterebbe della sua salute?”

“Eh, una gran donna. Sono contento che tu la consideri una nonna.”

“Beh, ho trascorso tante belle giornate d lei. Anche se la città in cui vive è un po’ inquietante.”

“Già.”

“Verrà anche quella lì?”

“Vorrei che non ti rivolgessi a tua sorella chiamandola “Quella lì”. Comunque la risposta è si, è arrivata ieri dalla Germania proprio per partecipare ai festeggiamenti.”

“Quella non è mia sorella, è solo una sorellastra.”

“Finiscila! Ora stai esagerando. So già dove vuoi andare a parare.”

“Perché fate così? Perché in questa casa non si possono mai dire le cose come stanno, se si parla di quella e di sua madre!”

“Non osare nominare Asuka!”

“Asuka, Asuka… Ma che rappresenta ancora questa donna? E’ una tipa con cui convivevi ai “bei tempi”, ok mi sta bene. Avete avuto una figlia…quanto? 30 anni fa? e mi sta bene anche questo. Ma non chiedermi di considerarla una sorella.”

“E’ tua sorella.”

“Sorellastra!! E poi, lei a stento ci considera. Quante volte l’ hai sentita nell’ultimo anno, eh? Una , due? Lei non ti vuole bene papà, ti sopporta! Considera il vostro legame di sangue solo perché sei tu che la implori.”

“Non sai di cosa stai parlando. E non mi sembra nemmeno questo il momento per approfondire l’argomento”

“E quando è il momento giusto? Tu e la mamma mi trattate come un idiota. Credi che non comprenda che c’è qualcosa che non va?”

“Adesso basta. Non devo dare spiegazioni ad un moccioso.”

“Con lei non fai così, però! Sei sempre lì a chiamarla, a chiederle perdono. Perdono di cosa? E’ sua madre che non ti ha voluto e lei ti odia per questo? E’ assurdo! E’ Asuka che vi ha tenuti lontani per quasi 14 anni perché troppo presa dai fatti suoi, tu che colpa hai?”

“Io ho tantissime colpe, solo che tu non lo sai.”

“Allora spiegamelo, papà. Cosa credi? Che non sappia che la mamma piange di nascosto ogni volta che si pronuncia la parola “Asuka”? Credi che non abbia sentito le vostre lacrimevoli conversazioni? Lei sa perfettamente che non staresti con lei , se Asuka fosse ancora viva… e ne soffre, anche se in silenzio.”

“Ti sbagli nuovamente”

“No, non sbaglio. Papà, ci vuoi bene davvero?”

“E’ ovvio che vi voglio bene.”

“Qui non c’è niente di ovvio. A volte dubito del fatto che ami mia madre, credo che tu sia ancora innamorato di un ricordo . Tu volevi che loro fossero la tua famiglia e solo per un capriccio del destino, sei qui con noi.”

“Non è stato destino. Sono io ad aver sprecato molto tempo prezioso.”

“Quando lei è morta, in che rapporti eravate?”

“Non c’erano particolari legami. Io l’ ho amata tantissimo, ma non sono riuscito a farmi amare da lei nello stesso modo. E quando s’è mostrata più disponibile nei miei confronti, quando mi ha addirittura cercato , io ho avuto paura e non l’ ho raggiunta. Non l’ ho raggiunta… E poi è finita com’è finita, la sua vita è stata recisa senza neanche darmi il tempo di dirle che l’amavo ancora…”

“Hai gli occhi lucidi…”

“E’ solo un po’ di polvere negli occhi.”

“Quand’è morta,tu già conoscevi la mamma?”

“No. La mamma è arrivata circa un anno e mezzo dopo. Andavo e venivo dalla Germania per tua sorella, ma le cose non andavano bene. Asuka aveva disposto che , in caso di sua morte improvvisa, la bambina fosse affidata ai suoi genitori. In più, aveva nominato il suo ex-marito tutore legale della piccola. D’altra parte, quando ha fatto testamento non ci vedevamo né sentivamo da tempo. Ci siamo rivisti solo una volta nel giro di 13 anni, figurati. La bambina non mi accettava, credeva che io l’avessi abbandonata. In più, era ed è tutt’ora legatissima al suo patrigno. Alla fine, mi sono reso conto del fatto che lei sarebbe stata meglio lì ed ho deciso di tornare definitivamente in Giappone. Un po’ di tempo dopo ho incontrato tua madre. Il resto lo sai.”

“Ma … com’è possibile che ti sia innamorato così, improvvisamente, di un’altra donna? Considerando poi cosa ti legava ad Asuka e le cose terribili che erano appena capitate.”

“…”

“Semplice… Tu non l’amavi…”

“Avevo grande stima e un affetto profondo per lei. E con il tempo, l’ ho apprezzata sempre più.”

“Insomma un sentimento sbiadito rispetto alla tua vera passione.”

“Cosa pretendi che ti risponda?”

“La verità, papà. Sono abbastanza grande per sopportare certe cose. Se poi le regge la mamma, che è la diretta interessata…”

“Non posso negare che i miei sentimenti per tua madre siano sempre stati profondamente diversi da quelli che mi legavano ad Asuka.”

“Scommetto che la mamma ne è consapevole.”

“…”

“E accetta tutto questo perché ti ama a tal punto? L’ ha sempre accettato? Com’è possibile umiliarsi fino a questo punto?”

“Non si umilia per niente. Ti dico che la amo, anche se di un amore diverso da quello che provo per Asuka.”

“Provo? Papà, è morta da anni ormai. E’ morta lontana da te, senza mai preoccuparsi di quello che provavi tu. Come è possibile che l’ami ancora?”

“L’amerò per sempre, probabilmente anche perché non siamo tornati insieme. Se ci fossimo sposati, il suo essere e la sua personalità ci avrebbero prima o poi nuovamente diviso. Il fatto che non ci sia stato il tempo, ha reso questo legame indissolubile.”

“Mi stai sconvolgendo.”

“Hai voluto la verità. Eccola.”

“Quindi , con la mamma hai deciso di rifarti una vita solo perché non potevi più avere lei?”

“Non avevo una vita prima di incontrare tua madre. Ero solo un fantasma che si nutriva delle fantasie su momenti che non aveva mai trascorso con la donna che amava”

“Ho l’impressione che tu stia mentendo”

“…”

“Voglio mostrarti una cosa, papà.”

“Chi ti ha dato quella foto?”

“L’ ho presa dal cassetto della tua scrivania. E’ Asuka, non è vero?”

“Si…”

“Perché la mamma le somiglia così tanto? Spiegamelo papà…”

 

 

                                                                                                                                              FINE

 

  
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