Bebe e Anima Bianca..
Grazie per aver recensito il mio capitolo. E vedo che vi intriga, almeno per
quello che ha detto Keike che colgo l'occasione di ringraziare per la sua
recensione... Bene.
Allora, visto che ho tirato il sasso e nascosto la mano (aspettatelo ancora a
dirlo eheheheheh) vi presento il terzo capitolo che introdurrà due personaggi
molto importanti. Rachel. Ditemi che ne pensate della pazza migliore amica di
Edith. Ed Emma… Di lei non vi dico altro… Sono cattiva lo so.
Piccola domanda. Che ne pensate di Brian??
E ho notato che nessuno ha attaccato Kate. Sono davvero felice. Vuol dire non
l’ho resa odiosa (spero o__O).
Spero che sia una buona lettura. Un bacio a tutte Niniel.
A spasso con Rachel.
(La festa a casa di Brian..)
Rachel Brown era uno dei mezzi busti più conosciuti
di tutta la Gran Bretagna dato che lavorava per il network principale della
nazione: la BBC.
Aveva due anni più di Edith. Le due si erano conosciute all’università grazie a delle amicizie in comune.
Inizialmente i rapporti tra Edith e Rachel non furono idilliaci. Al contrario, Edith era
sempre troppo scontrosa e dal sarcasmo pungente e fece di tutto per non rendere facile la vita della
ventiduenne Rachel finendo, così, per creare una sorta di tensione tra le due che, un giorno, senza una vera e propria ragione, almeno agli occhi dei più, si cancellò come per magia.
Rachel, invece, in quei dieci anni aveva vissuto una vita talmente piena da farla sentire, alle volte, molto più veccgia dei suoi ventisette anni. Giovanissima aveva sposato Johnny dal quale aveva avuto una bambina che
aveva chiamato Charlotte e solo tre anni prima dei fatti narrati aveva divorziato, in un modo non del tutto indolore. Non mancarono infatti le
cause in tribunale, i piatti rotti, le visite dallo psicanalista, con il rogo
finale del meraviglioso e sontuoso abito da sposa.
In ogni modo le differenze tra le due amiche saltavano sempre all'occhio. Immediatamente.
Se Edith era sarcastica, snob e molto ritrosa a qualsiasi apertura verso il
mondo esterno, Rachel era una ragazza solare nonostante le varie disavventure
della vita. Le piaceva fare baldoria, bere fino a stare male
e cercare di sedurre tutti gli uomini che incontrava. Almeno quando non c'era Charlotte, sua figlia. Solo allora ritornava ad essere una persona responsabile. Per sua
figlia Charlotte, Rachel, avrebbe dato persino l’anima. E lo faceva. Infatti, nonostante
cercasse di sedurre qualche uomo la maggior parte delle volte, Rachel cercava una relazione stabile, che potesse regalare a Charlotte
quella stabilità che non era riuscita a darle con John, il suo ex marito.
Era di sicuro questo uno dei motivi per cui Edith voleva sinceramente bene a Rachel e Charlotte. E
cercava di proteggerle sempre. Anche se, come in ogni amicizia che si rispetti, c'era anche tra Edith e Rachel una cosa su cui non andavano d'accordo.
Rachel non riusciva a digerire il giovane rampollo, né tanto meno il suo
comportamento un po’ troppo festaiolo e -a detta del mezzo busto- abbastanza
libertino. E in quel caso, Rachel non aveva avuto torto. Al contrario. Brian
aveva tradito Edith. Due volte in tre anni. E non erano poche e tanto meno da
definire scappatelle. Una era stata una vera e propria storia che Brian aveva
cominciato con Emma Norton, la sorella minore di Edith.
Naturalmente alla scoperta della tresca con sua sorella, Edith lasciò Brian,
trovando il sostegno di tutti i suoi amici, in particolar modo quello di Rachel. Poco tempo dopo la loro rottura, quando Edith tagliò tutti i ponti con usa sorella e litigò con la sua famiglia, distruggendo i vecchi equilibri di sempre della famiglia Norton, Brian si ripresentò dalla giornalista. Voleva riconquistarla. E ci riuscì promettendo di non ricadere più nel suo vecchio errore.
Quella fu la prima volta in cui Edith e Rachel litigarono
davvero. Nemmeno nel loro primo periodo di amicizia avevano litigato cosi tanto
e così forte.
Fu solo grazie alla stima reciproca e la forte amicizia che le due ricuciorno lo strappo, nonostante Rachel, delusa, dovette ammettere con tutti e con sè stessa che la sua migliore amica era davvero innamorata di Brian.
Tempo dopo le due donne partirono assieme per un lavoro che avevano intavolato
da tempo, facendo un giro in Africa, Asia e Europa con il fine di descrivere i modi di
vivere delle donne nel mondo. E fu un viaggio illuminante per entrambe.
Rachel scattò foto bellissime ed Edith con un diario che scriveva
quotidianamente, registrò emozioni, paure e speranze di quell’esperienza, lunga
tre indimenticabili mesi.
E tutto si concluse con la pubblicazione di un libro, scritto a quattro mani
dalle due e dalla mostra che Rachel avrebbe dato alla Saatchi Gallery, quel 27
dicembre.
E naturalmente, con il rafforzamento del rapporto delle due ragazze.
“Non è che non sopporto Brian, piccola. Dico solo che non è l’uomo adatto a
te. Ci sono un infinità di uomini non solo più belli, ma anche più
intelligenti di Brian, che farebbero la fila, pur di uscire con te”disse
Rachel mentre guardava con interesse una vetrina nei pressi di Piccadilly Circus, camminando al fianco dell'amica.
Edith, dal canto suo, conosceva troppo bene Rachel e sapeva che era inutile intavolare una
conversazione senza fine sul suo compagno. E sorridendo, con una punta di
sarcasmo, rispose:
“Sai cos’è? Brad Pitt non mi ha ancora chiamato, da quando si è messo con
Angelina. E poi dovresti averlo capito che io sto con Brian per i suoi soldoni.
Ormai lo dicono tutti, come faccio a nasconderlo? E ADORO le feste che da
mensilmente, su tutto. Anche per celebrare l'allargamento del buco nell'ozono!”
Rachel rise e cercando di tornare seria ribatté:
“Ah! Lo avevo immaginato, sai? Feste senza senso come quella di stasera, vero?”
“Specialmente quella di stasera, Mrs Brown..” rise Edith fermandosi poi a
guardare una vetrina della Gap.
Rachel sorrise e rispose:
“Potresti sempre fingerti malata e venire da me stasera?”
“Lo sai che non posso. Brian mi ha incastrata” disse Edith malinconica, vedendo sfumare la possibilità di una bella serata assieme a Rachel e aggiunse:"La festa è in mio onore. E tu hai mai visto una festa senza l’ospite
d’onore?”
“Le pensa tutte Stephenson per incastrarti!” esclamò contrariata Rachel.
“Perché non vieni tu, invece?” chiese Edith con un sorriso sornione rivolto all’amica.
Rachel la guardò e scuotendo la testa più volte disse:
“Non se ne parla. L’ultima volta che sono venuta ad una di quelle dannatissime feste un barone mi ha fatto la corte…”
“E ti lamenti?” rise Edith.
“NO! DOVREI FORSE? TI SEI DIMENTICATA IL PICCOLO DETTAGLIO CHE AVEVA SETTANTANNI?” sbottò Rachel facendo ridere più
forte Edith.
Le due si presero in giro per un po’ quando Rachel disse, quasi colta da
un’illuminazione:
“Devi comprare un vestito per stasera, allora!”
“Rachel... Sono piena di vestiti! Non ne ho bisogno di un altro vestito” le fece notare con un sorriso Edith.
“Non se ne parla proprio!”disse Rachel prendendo l’amica sotto braccio e
dicendo:”La festa è in tuo onore. Quindi stasera devi essere bellissima...” e
guardando l’orologio disse, infine: “Abbiamo due circa prima che Charlotte esca
da scuola. Quindi, mano alla carta di credito bambina. Stasera sarai talmente
bella che perfino i morti risusciteranno per vederti…”
Edith scosse la testa sorridendo, ma suo malgrado si fece trasportare dalla sua
amica a fare shopping sfrenato.
Orlando, assonnato per via dei bagordi della sera prima, si guardava preoccupato allo specchio,
cercando di fare il nodo alla cravatta non riuscendoci.
Aveva delle occhiaie enormi, nonostante Kate continuasse ad affermare il
contrario. Parlava bene lei che nonostante fosse andata a dormire alle quattro
del mattino e si fosse alzata solo cinque ore dopo era fresca come una rosa. E
ora canticchiava felice in bagno, truccandosi.
Sospirando l’attore si voltò e subito vide il trolley della ragazza vicino
alla porta. Possibile che quella fosse l’ultima serata che passavano assieme e
fossero costretti ad andare a quella festa noiosa? Indispettito dalla situazione e
dalla cravatta che non ne voleva sapere di stare annodata,disse:
“KATE!!! MA DOBBIAMO ANDARE PER FORZA A QUESTA STUPIDA FESTA?”
Kate uscì dal bagno agganciando un orecchino e sorridendo rispose dolcemente:
“Come unica esponente della famiglia Bosworth a Londra sono obbligata ad andare
a quella festa. Che ti piaccia o no. E tu...” e fece un perfetto nodo alla
cravatta di Orlando: ”... tu sari il mio cavaliere senza macchia e senza paura.
Dopo che avrai finito di prepararti, naturalmente!” e allungandosi un poco lo
baciò sulle labbra pulendo poi le tracce di rossetto rimaste.
Orlando sorrise a sua volta. E prendendo tra le sue e baciando le mani di Kate poggiate sul
suo petto disse, fregando il naso contro quello della ragazza:
“Allora andiamo a toglierci questo dente!”
Kate sorrise e annuì. Poi, aiutata da Orlando, mise il cappotto e aspetto che Orlando facesse lo stesso per poi,
mano nella mano con lui, uscre dall’appartamento del ragazzo.
Quando arrivarono all'appartamento di Brian, Orlando e Kate trovarono già un sacco di gente.
I camerieri assoldati per servire da bere agli ospiti, giravano solerti per la
sala con il loro gilè rosso e con i vassoi argentati poggiati sulle mani tra gli invitati fasciati
in elegantissimi abiti da sera.
Una sorta di maggiordomo, very english style tra l’altro, prese in consegna i
cappotti dei due nuovi arrivati, mentre Orlando poggiando una mano sulla schiena di Kate,
disse sottovoce, guardandosi intorno:
“Amore! Siamo ancora in tempo ad andare via”
Kate rise appena e portando un dito sotto il naso rispose:
“Dai! Stiamo qui un paio di ore e poi andiamo via… Te lo prometto”
Orlando stava per rispondere, quando una voce stridula, interruppe la sua
conversazione con la fidanzata.
“KATLEEN!”
“Katleen?” chiese Orlando, voltandosi di scatto verso Kate che, con aria
implorante sussurrò al ragazzo:
“Ti prego amore! Lasciala fare. Sarebbe molto peggio se non lo facessi” e
guardando la donna con un sorriso, allargò le braccia e disse: “CHERYL!”
“My darling!” disse la donna sorridendo e prendendo le braccia della ragazza,
allargandole per vederle meglio disse untuosa, tanto che Orlando sentì un
brivido di disgusto corrergli lungo la schiena: “Amore sei bellissima stasera” e
l’abbraccio sorridendo e baciandole le guance.
Fu allora che si accorse di Orlando e sollevando un sopraciglio, disse:
“E questo, mi sembra di capire, è il tuo ragazzo, quello tanto decantato da mia figlia…”
e tendendo la mano all’attore, disse: “Sono Cheryl Davis. Conosco Kate da quando
ha messo il primo dente...” e scrutando meglio il corpo di Orlando fasciato
nell’elegante completo nero disse: “E devo dire che crescendo ha migliorato
tantissimo i suoi gusti in fatto di uomini!” e uno sguardo pieno di cupidigia
scrutò ancora più approfonditamente Orlando tanto da metterlo in imbarazzo.
Kate, che conosceva la grande fama di mangiatrice uomini di Cheryl, disse:
“Allora dov’è la piccola Cecil e Debra?”e guardando Orlando con faccia
implorante si allontanò sotto braccio con la donna.
L’attore londinese si guardò intorno e constatò che a quella festa non c’era una
band che suonasse qualche pezzo per animare la serata. E che, tanto meno, ci
fosse qualcuno con cui fare una seria chiacchierata.
Si guardò intorno e si mise a cercare qualche cosa da fare.
Fu proprio nel momento in cui Orlando lasciò l’ingresso, che qualcuno suonò il
campanello e il maggiordomo aprì la porta…
Emma entrò nell’appartamento e consegnò la pelliccia di visone al maggiordomo,
sistemando poi, con un gesto veloce della mano, i capelli.
Il suo corpo perfetto, molto più asciutto di quello di Edith, era fasciato da un
vestitino corto e nero, con le spalline incrociate dietro la schiena. Ai piedi
gli immancabili tacchi a spillo che la slanciavano parecchio e che mettevano in risalto il fatto che nel suo sangue corresse pane, passerella e cat walk, la famosa camminata sinuova delle fotomodelle.
Molti degli uomini presenti nella sala si voltarono al suo passaggio,
guardandola rapiti. Perfino Orlando lo fece.
Ma la giovane modella fece in tempo a prendere un bicchiere di champagne da uno dei vassoi voltanti che una
mano l’afferrò per la spalla e la fece voltare.
Emma, i cui occhi, meno obliqui di quelli di Edith e tendenti al giallo verde,
si allungarono in un sorriso di scherno. E portando il calice alle labbra ne
bevette un lungo sorso, dicendo poi:
“Brian. Il mio cognatino preferito!”
Brian la guardò bere e domandò:
“Che ci fai qui?”
Emma sollevò un sopraciglio e rispose:
“Edith è mia sorella. Quindi ho lo stesso diritto che hai tu di stare qui”
Brian, irritato per la risposta, prese il braccio della ragazza e sibilò:
“Vattene. Non voglio che ti veda”
Emma si divincolò dalla presa vigorosa di Brian e sarcastica disse:
“Ah! Che stupida che sono. Mi sono dimenticata che quella santarellina della mia
sorella maggiore perdona solo chi le scalda il letto. Non quella gran puttana di
sua sorella!”
Brian strinse le labbra trattenendo l’impulso di urlare contro Emma e
mormorò con durezza:
“Vattene. Non ti voglio qui. Hai capito?”
Emma lo guardò e fingendosi stupita, disse:
“Pensare che qualche mese fa non mi dicevi queste cose, vero Brian?”
“Stai superando ogni limite. E sei davvero patetica” rispose Brian irritato.
“Voglio vedere mia sorella” replicò Emma.
“Lei non è qui. È in una camera. Non sta bene. E se devo essere sincero
non sono per niente sicuro che lei abbia lo stesso desiderio”
Emma serrò la mascella e sollevando un sopraciglio, alzò un po’ il bicchiere
e aprendo la mano lasciò che si schiantasse per terra.
Solo dopo che tutti si furono voltati a guardarli e avevano cominciato a mormorare in maniera concitata, ritornò all’ingresso prese la sua pelliccia e andò via.
Orlando, ignaro del piccolo battibecco famigliare avvenuto a pochi metri da lui,
continuava a guardarsi intorno e ad annoiarsi.
Era a quella festa da nemmeno dieci minuti e già era sull’orlo di una crisi
isterica tanto da voler prendere Kate in braccio e portarla a casa sua, dove
avrebbero fatto tutto meno che annoiarsi.
Conscio però del fatto che la noia si uccide solo buttando giù qualche boccone,
si avvicinò al tavolo del buffet per guardare che cosa ci fosse da mangiare.
E fu allora che la vide.
Edith spostò con una mano il ciuffo da davanti agli occhi e sospirò leggermente
rattristata.
Poco prima, Brian era entrato in quella camera, dove lei stava finendo di
prepararsi, con un mazzo di rose bianche e gliele aveva regalate. Bastò poco
affinché la ragazza notasse il piccolo astuccio nero in mezzo alla composizione.
Ricordava di averlo preso tra le mani e averlo aperto, con le gambe che
cedevano. Ma non per l’emozione. Aveva sempre avuto paura di quel momento. Aveva
sempre avuto una paura matta di impegnarsi troppo. E guardando l’anello che
riconobbe solo tra se era di un discutile gusto chiese:
“Che significa?”
Brian sorrise e prendendole il viso tra le mani domandò a sua volta:
“Vuoi sposarmi?” e la baciò.
Edith rispose fiaccamente al bacio, per poi tornare a guardare l’anello. Si
sentiva imbarazzata. Sapeva che dopo due anni assieme Brian avrebbe cercato di
rendere la loro unione ‘legale’, per via del suo bruttissimo vizio di vedere le
cose in un lato pratico. Ma lei sapeva di non poterlo fare.
Guardò l’anello e Brian e veloce, imbarazzata, rispose:
“Non sono ancora pronta…”
Quella parola esplose nelle orecchie di Edith anche mentre si guardava nello
specchio. E la sua immagine venne oscurata da quella di Brian, o almeno dal ricordo
della sua espressione dopo la sua risposta.
Non aveva fatto una piega.
Non era stupito, nemmeno deluso. Era, come sempre pronto a tutto. E per questo
aveva reagito con un sorriso alla sua risposta negativa. E la lasciò con un
bacio sulla guancia.
Ora era lì, mentre tutti fuori si univano in un unico coro in un unico gran brusio che
racchiudeva suoni, discorsi, sorrisi di persone diverse, mentre lei, dentro la stanza dal quale non era mai uscira, sentiva la testa esplodergli per via della forte emicrania, dovuta alle
forti emozioni che aveva vissuto meno di due ore prima.
Decise di uscire dalla stanza e quando lo fece, veloce si avvicinò al banco del
buffet.
E prendendo un piatto cominciò a guardare le pietanze.
Magari mangiando avrebbe messo a tacere quella strana sensazione che le
attanagliava le viscere e che le urlava di scappare e di lasciare quella
dannatissima casa.
Orlando si avvicinò al tavolo quando notò una donna alta quasi quanto lui, con
un bellissimo vestito bianco, che aveva una profonda scollatura dietro la
schiena, mentre dal collo pendeva una catenella argentata che fungeva da
chiusura del vestito e che dondolava sbattendosi dolcemente contro la pelle nuda
e liscia. La gonna fasciava i fianchi, scendendo poi morbida e lasciando
intravedere i sandali platinati. I capelli biondi erano intrecciati in un
elegante nodo, che lasciava scappare solo qualche piccolo ciuffo attorno al
collo perfetto e magro.
Orlando, attirato dal corpo statuario, si avvicinò e con tono allegro, disse:
“In mezzo a tanta roba da mangiare è sempre difficile scegliere cosa prendere,
vero?”
La ragazza si voltò e fece risaltare i due pendenti di brillanti che portava ai
lobi mentre il ciuffo si spostò un po’ dall’occhio sinistro.
Era straordinariamente bella. Ma quello che colpì Orlando fu che quel viso non solo era di
una bellezza da mozzare il fiato ma era lo stesso di una persona che lui, per due
settimane aveva creduto non avrebbe più rivisto. Lo stesso sguardo che lo aveva
deriso.
Quella era Edith Norton.
E mentre gli occhi di una tonalità grigio azzurra si spalancarono facendo notare
qualche pagliuzza dorata attorno all’iride, mostrando un’immensa sorpresa per
l’incontro -quasi uno strano divertimento, come pensò Orlando guardandola-
l’attore domandò:
“Tu che ci fai qui?”
Edith sorrise e disse:
“Pensa tu! Mi hanno invitata!” e guardando Orlando da capo a piedi, disse:
“Piuttosto che ci fa qui?” e inarcò le sopraciglia senza cercare di velare il
sarcasmo nella sua voce e nel suo sguardo.
“Sono stato invitato anche io!” esclamò Orlando. “La mia ragazza è amica del
padrone di casa…” aggiunse trionfante.
“Ma davvero!” lo prese in giro Edith.
“Si! Proprio così…” disse Orlando secco. E guardandola, disse: “E tu, invece?”
Edith stava per rispondere quando qualcuno dietro di lei la chiamò:
“Amore! Ma allora sei qui! Ti ho cercato dovunque!”
Era Brian. E quando Orlando lo vide sbarrò gli occhi e prima che il rampollo
Stephenson si avvicinasse chiese sottovoce, rivolto ad Edith:
“Allora tu conosci...?”
“Diciamo!” rispose vaga Edith per aggiungere maliziosa: “Se conoscere è un
termine appropriato!”
In quel momento si avvicinò Brian che cingendo le spalle di Edith, vide Orlando e
disse sorridendo:
“Orlando vedo che ci sei anche tu stasera. E che hai conosciuto la mia
compagna. Edith Norton…” e guardando Edith disse: “E tu hai avuto l’onore di
conoscere Orlando Bloom, uno dei più grandi attori di tutta l’Inghilterra…”
“Sì. L’onore diciamo…” disse Edith prendendo un bicchiere da un vassoio e
guardando Orlando con lo stesso sarcasmo malcelato.
“Lei, Orlando, è una delle più grandi giornaliste di tutti il Regno Unito. Lo
sapevi Bloom?” disse pavoneggiandosi Brian.
“Non esagerare” lo bloccò un po’ imbarazzata Edith.
“Ma amore è la verità” rispose Brian baciandole la tempia. Poi rivolgendosi
verso Orlando, chiese: “E la piccola Kate?”
Edith inarcò le sopraciglia e disse:
“Kate Bosworth è la tua ragazza?”
La sorpresa di Edith accompagnata dalla solita ironia, fece indispettire
Orlando. Sapeva ora di chi aveva parlato Kate per tutta la settimana. La
ragazza di Brian, che Kate idolatrava definendola intelligente, bella e non
banale come poche persone lo erano nell’ambiente che frequentava abitualmente,
era la stessa che lo aveva trattato come un deficiente. E pensare che meno di
due giorni prima le stava parlando di quell’intervista e di come si era sentito
stupido.
Ma, facendo ricorso al suo grande auto controllo, disse, serafico:
“Si! Qualche problema?”
“No!” disse Edith scuotendo la testa con noncuranza “Solo che sono stupita. Ecco
tutto!” aggiunse con un mezzo sorriso. Poi guardando Brian disse: “Amore... Esco
un po’ in terrazza, ho bisogno di prendere un po’ d’aria…”
“Che hai?” chiese preoccupato Brian.
“Solo un po’ di mal di testa. Tutto qui. Deve essere colpa del fumo e del
caldo…” e baciandolo disse “Tranquillo!” e voltandosi verso Orlando, concluse sarcastica guardando Orlando.:
“Bene, Bloom è stato un piacere!” e dopo aver baciato il compagno si allontanò dai due uomini muovendosi
lentamente.
Brian la guardò allontanarsi e disse:
“Non la trovi bellissima?”
Orlando che guardava Edith annuì e Brian disse:
“Faresti meglio a lasciar perdere Bloom. E non solo perché è la mia ragazza, ma
perché potrebbe finire molto male se ci provassi con lei!” e aggiunse piano
“Devo forse ricordarti che stai con la piccola Kate?” e voltandosi verso un uomo
che aveva attirato la sua attenzione si allontanò senza aggiungere altro.
Orlando lo guardò con la mascella stretta. Poi si voltò verso la finestra del
balcone. Era aperta e stranamente invitante. E con passo veloce la raggiunse e
la superò.
La trovò sulla terrazza, che massaggiava il collo nudo con un mano, sollevando
la testa, rilassata dal movimento.
"Sei la fidanzata di un pezzo grosso a quanto vedo" fece Orlando caustico, cercando di attirare l'attenazione della ragazza, riuscendoci tra l'altro.
“Geloso?” chiese Edith voltandosi a guardarlo, dopo l'iniziale momento di sorpresa.
Orlando sospirò forte e disse:
“Dov’è il mio anello?”
“Sto pensando a tutto meno che a quella patacca” rispose Edith con un sorriso.
“QUELLA PATACCA? QUELLA PATACCA! MA TE NE RENDI CONTO CHE QUELL’ANELLO CE
L’HANNO SOLO NOVE PERSONE SULLA FACCIA DELLA TERRA?” sbottò Orlando
Edith si voltò di nuovo a guardare il panorama e disse:
“Fai parte di qualche associazione segreta? Guarda che è illegale”
Orlando si avvicinò e sibilò:
“Per me quell’anello è importante”
“Che vuoi che ti dica” rispose Edith calma: “... lo avrò buttato!”
“COSA!” gridò Orlando cominciandosi davvero ad arrabbiare.
“Come sei puerile… Tranquillizzati. È solo un anello” e poggiando i gomiti sul
parapetto guardò Orlando e disse: “E poi, come ti ho già detto pochi minuti fa che
sono stanca e ho mal di testa… Sto male, quindi e preferirei essere lasciata in
pace…” e tornò a guardare il panorama.
Davanti ad Edith si vedeva il panorama notturno del centro della capitale
inglese. Il grattacielo con su scritto Point Centre, Oxford Street e Piccadilly.
E se ci si voltava, si poteva vedere il Big Bang.
E Orlando, a quella luce, notò la bellezza luminosa della ragazza. Se non ci
fosse stata Kate, se non fosse stato fidanzato, avrebbe fatto di tutto per poter
invitare quella ragazza a cena. Ma Kate era a pochi metri dalla terrazza e
Orlando, visto l’insopportabile comportamento che Edith aveva avuto nei suoi
confronti, cancellò subito il pensiero.
E preso dallo sconforto la fece voltare in malo modo e disse:
“Ti diverti vero?”
Edith, stupita dal comportamento del ragazzo domandò:
“Scusa?”
“Ti diverti, vero?” ripeté Orlando.
“Non capisco. Che cosa mi dovrebbe far divertire?” chiese Edith calma quasi
quanto l’attore.
“Ti diverti a trattare tutti come degli stupidi, non è così? E lo so perché lo
fai. Perché vuoi nascondere quella che sei realmente. Solo una che vive di
luce riflessa. Che da sola non fa strada...”
“Ancora non capisco cosa c’entri tutto questo con il tuo anello.” disse Edith
secca.
“C’entra… Eccome se c’entra! Non hai fatto altro che sfottermi. E poi… Tu vieni
a dirmi che sono puerile, che non sono professionale e tu, pur di avere successo,
ti scopi uno ricco sperando che un giorno ti sposi e ti offra l’occasione che
più aspetti da una vita: continuare a fare la snob e vivere nel lusso
sfrenato..”
Edith e Orlando avevano annullato ogni distanza e la ragazza, scossa dalle
parole e dal profumo del ragazzo, faticò a tenersi in piedi, scossa da un
fortissimo capogiro. E cercando di ironizzare disse:
“Non sei per niente originale Bloom!”e seria disse: “E lascia che ti dica una
cosa… Non hai capito nulla della sottoscritta…”
“Invece si…” ribatté Orlando. "Sei solo un arrivista. Una che non vale nulla…” ma
il fiume di parole venne bloccato da uno schiocco fortissimo.
Edith scossa da quelle parole aveva percosso il viso di Orlando che voltandosi
si rese conto che aveva reso vulnerabile Edith con quelle parole. Lei invece era ancora troppo scossa dai
troppi avvenimenti e sapeva, dentro di sè- che aveva esagerato reagendo in quel modo.
E con le lacrime agli occhi gli disse:
“Questa è la dimostrazione che non mi conosci, caro Orlando. E per quanto
riguarda il tuo adorato anello. Tranquillo. Lo riavrai… Non sono così stronza
come pensi . E ora se mi vuoi scusare...” e disgustata si allontanò.
Orlando rimase nella terrazza dove, subito, lo raggiunse Kate che baciandolo
disse:
“Amore! Sei qui!” e accarezzandogli una guancia gli chiese: “Che hai? Sembri
arrabbiato!”
“Andiamo via per favore…” disse secco Orlando.
“Ma siamo appena arrivati” disse contrariata Kate.
“Io voglio andarmene. E se tu vuoi rimanere, fai pure. Io prendo un taxi e
torno a casa…” e con un gesto stizzoso allontanò Kate lasciandola perplessa
sulla bellissima terrazza dell’attico al centro di Londra.
Orlando in macchina rosicchiava le unghie. Kate, che alla fine lo aveva
seguito, lo guardò e sorridendo, accarezzandogli una guancia e
baciandogli la bocca, disse:
"Che hai amore? Ti vedo teso da quando abbiamo lasciato la festa"
Orlando, cercando di farsi perdonare la reazione precedente, sorrise e disse:
"Mi ha infastidito il comportamento scostante della ragazza di Brian. Quella
non è una persona. È un mostro..."
Kate sorrise e disse:
"Ecco cosa avevi!” e poi, guardandolo stupita, chiese: “Scusa? Ma come fai a
detestare una donna come Edith Norton. È una delle migliori persone che conosca.
Nonostante sia una persona troppo intelligente, per poterci chiacchierare, anche
solo per poco tempo.. Ma non è male. Te lo posso giurare"
Orlando guardò fuori dal finestrino e disse:
"A me è sembrata solo un'arrivista, capace di utilizzare un uomo ricco per
entrare in un giornale che per quanto possa essere leggero è tra i più letti
di tutto il mondo."
Kate sollevò le sopraciglia e disse:
"Edith Norton è diventata famosa dopo aver conosciuto Brian è vero. Ma a Vanity
Fair è entrata solo perché era davvero una persona dall'enorme talento. Brian
Stephenson non c'entra nulla. Pensa tu che ha ottenuto un'intervista con Blair
senza nemmeno essersi fatta presentare come la ragazza di Brian. È arrivata a
intervistare il primo ministro come Edith Norton, giornalista di successo. E non
come 'la ragazza di...'. Non lo sopporta. È troppo intelligente per farlo.. Ed è anche
troppo orgogliosa..."
In un attimo nella testa dell'attore si materializzò l'immagine della ragazza
che, scossa, lasciava la terrazza. Era vero. Non aveva fatto nulla per
offenderlo come lui aveva offeso lei.
E lei aveva detto una cosa che solo ora capiva: lui non la conosceva.
Un terribile senso di disagio lo invase. E poggiando la testa sulla sedile,
sopirò coprendosi gli occhi.
Quella sera la stella del cinema Orlando Bloom si era comportato da vero e
proprio stronzo.