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Autore: Caster_Gamer    08/03/2012    3 recensioni
Cosa accadrebbe se nella vecchia casa della Darling abitasse un'altra famiglia? E se questa famiglia fosse attuale? E se una componente è una ragazza di 14 anni che non crede più nelle favole? Peter la verrebbe a prendere per dimostrargli la sua esistenza?
Anche Capitan Uncino avrà avuto una famiglia che è continuata nonostante la sua assenza...e se il suo pro-pro-pro nipote verrebbe a reclamare qualcosa che il Capitano ha?
E i Bimbi Sperduti devono essere per forza tutti "bimbi"?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse adesso è tutto chiaro...

Alex era seduta sul ceppo in mezzo alla stanza con la testa fra le mani, pensava ai giorni trascorsi lì, e questa non era la prima volta che lo faceva. Da quando si era risvegliata sull'erba trovandosi Peter davanti non faceva altro che pensare e ripensare ad ogni momento passato sull'Isola, dai più belli ai più brutti.

Con lo sguardo perso nel vuoto prese a sospirare più volte senza accorgersi che Peter la stava guardando da diverse angolazioni, poi lui le cominciò a parlare

<< Ehi Alex, a cosa stai pensando? >> lei fece un altro sospiro << …Alex? Ma ci sei? >> le passò la mano davanti il viso ma l'unica risposta fu un nuovo respiro. A quel punto il ragazzo prese a saltare sul posto senza smettere di urlare il suo nome

<< Jessica! >> la ragazza balzò in piedi per poi inciampare in un sasso lì per terra

<< Oh Alex! >> intervenne Peter tirandola su. Lei si voltò verso il ragazzo dalla quale proveniva la chiamata: Mark. Con l'indice puntato verso di lui e lo sguardo nervoso gli si avvicinò

<< Alex! >> urlò. Poi gli poggiò il dito al naso

<< Anzi, per te Alexandra! >> si corresse. Lui indietreggiò strofinandosi il naso

<< Jessica. >> ripeté con un sorriso malizioso sulle labbra

<< Alexandra! >> più furiosa di prima gli puntò un pugno contro

<< Non innervosirti Jessy... >>

<< ALEXANDRA! >> urlò nuovamente con tutta la voce che aveva in gola. Peter si passò una mano all'orecchio al quale era appena quasi saltato un timpano, Mark invece strinse solo gli occhi

<< Che c'è di male se ti chiamo Jessy? >> la ragazza abbassò la testa

<< Mio padre mi chiamava Jessy. >> il suo tono, il suo sguardo, la sua luce...era del tutto cambiata. Dalla felice e solare piccola Alex si era trasformata in una triste e seria Alexandra negli ultimi giorni. Il suo nome era Alexandra Jessica Watson ma l'unico che usava era Alex, perché il secondo nome apparteneva a suo padre e basta.

<< Io...io non lo sapevo...ti ho sentito pronunciare più volte nel sonno “Il mio nome è Alexandra Jessica Watson, io sono Jessy, la piccola Jessy”... >> il ragazzo mise una mano alla nuca strofinandola imbarazzato dalla situazione in cui si trovava

<< Non importa...non potevi saperlo... >> voltò la testa dall'altra parte facendo un altro sospiro

<< Volevo solo essere d'aiuto...stai sempre seduta sul ceppo o sdraiata sul tuo letto da quando Peter ti ha trovato per terra...Si può sapere cosa ti è successo? >>

<< Assolutamente nulla. E' meglio se vado a fare una passeggiata nei dintorni... >>

<< Ti accompagno! >> si fece avanti Peter

<< No vado sola... >>

<< Ma >>

<< Peter sta zitto. >> Mark gli tappò la bocca lanciandogli uno sguardo intenditore e l'altro si allontanò dietro la tenda della sua stanza.

 

Alex uscì dall'albero camminando senza meta, si sentiva strana.

Da quella sera in cui aveva rincontrato quel Ryan aveva il morale a terra, come se le avesse risucchiato la felicità ma in realtà era un ragazzo di diciassette anni che voleva Peter Pan a tutti i costi...forse per lo spirito d'aiuto verso lo zio?

No c'era di più sotto, lei lo sapeva. Nessuno fa niente per niente, sua nonna lo diceva sempre...

sua nonna...le mancava tutto sommato la cara nonna Kate che le raccontava le favole. Le mancavano i suoi cuginetti che con tanto amore erano capaci di farle perdere la testa...le mancavano i suoi zii che si erano comportati perfettamente da genitori da quando quelli veri erano morti in quel tragico incidente...

Ma d'altronde se loro non fossero morti lei non sarebbe andata ad abitare nella casa degli zii, nella casa della ormai defunta Wendy Darling...e di conseguenza non avrebbe incontrato Peter Pan.

Le cose brutte accadono perché senza di loro le cose belle non potrebbero esistere.”

Era un'altra frase della sua saggia nonna Kate.

Ma cosa le avrebbe fatto guadagnare lo stare sull'Isola che non c'è?

Una vendetta della fantasia?

No, doveva esserci qualcosa di più significativo, anche se finora nulla era accaduto...

almeno secondo lei.

<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH >>

un forte urlo la fece saltare letteralmente in aria e la obbligò a farsi voltare verso un albero dalla quale provenivano dei passi veloci e pesanti, così si nascose dietro ad un cespuglio.

<< Stupide fate! >> un ragazzo alto dai capelli neri si era appena fermato cominciando a scrollarsi della polvere di dosso. Strinse gli occhi per guardare meglio...Ryan!

Si accovacciò di più per diventare meno visibile ma rimase ad ascoltarlo

<< Uff...possibile che quest'Isola è un incubo?! Quando potrò avere la mia eredità! >> pestò un piede a terra per poi cacciare un urlo di rabbia << Odio questo posto! Dannato zio dei miei stivali! >> fece un sospiro nervoso per poi poggiare una mano alla fronte << Calma Ryan, calma. Allora, vediamo dove mi trovo. >> posò l'indice alla lingua per poi alzarlo in aria << Mmmm sì bene... >>

<< Davvero la gente si può orientare leccandosi un dito? >> chiese tra se e se la ragazza facendo poi spallucce. Sapeva che molti usavano questa tecnica basandosi sul vento ma lei la trovava estremamente ridicola, eppure per lui funzionava.

Lo vide allontanarsi e si mise in piedi stiracchiandosi, lui però tornò sui suoi passi obbligandola a farla accovacciare. Si guardò attorno stranito per poi andarsene nuovamente.

Alex si alzò mettendosi nel punto preciso in cui era poco prima lui

<< Proviamoci... >> si leccò l'indice puntandolo in aria, come aveva fatto lui e sentì il vento sfiorarle leggermente la pelle. Era una sensazione piacevole capace di farla rilassare nel migliore dei modi.

Poi però i capelli al vento le vennero tirati piano da qualcuno. Aprì gli occhi che aveva chiuso poco prima voltandosi dall'altra parte e vide la piccola Trilly ridere divertita

<< Hm? Ciao...che c'è? Perché ridi? >> chiese curiosa, Trilly indicò un punto del bosco che era esattamente quello da cui se ne era andato Ryan << Oh capisco...in effetti si lamentava delle fate mmmm... >> si sedette a terra lasciando che Trilly facesse lo stesso sulla sua gamba.

La fatina prese a guardarla con interesse ed inclinando la testa fece una smorfia, poi cominciò a fare alcuni rumori

<< Oh io non capisco il linguaggio delle fate... >> disse la ragazza un po' imbarazzata. Allora la piccolina le fece segno di una lacrima che le cadeva sulla guancia

<< Ah mi chiedi perché ti sembro triste? >> l'altra annuì << Beh...in realtà non lo so neanch'io, forse mi manca la mia famiglia...sono veramente fantastici tutti quanti, li adoro... >> sospirò.

Sapeva che non era per la sua famiglia perché quella l'avrebbe rivista presto, piuttosto la domanda che più l'assillava era

Peter...Mark...mmm Ryan...che devo fare? Rimango qui o no?”

Voleva chiederlo espressamente a loro, ma in fondo Mark le avrebbe detto che non gliene fregava niente, Ryan lo aveva visto poche volte e...Peter. Beh lui le avrebbe detto di no. Voleva chiederlo a tutti e tre nello stesso momento, magari la loro opinione sarebbe stata diversa ma perché loro? Insomma, poteva comprendere che voleva sapere cosa ne pensava Peter perché le piaceva ma...gli altri due cosa c'entravano?

In ogni caso, Trilly era una brava confidente.

<< Uff...tu pensi che dovrei tornare a casa? >> la fatina scosse la testa convinta << Oh allora ti sto simpatica! >> l'altra annuì << Ne sono felice e fiera! Però...i miei zii...i miei cugini, mia nonna...dici che dovrei pensare a me? >> la piccoletta fece lo stesso segno precedente << E pensi che dovrei esternare i miei sentimenti? Dirlo a Peter? >> Trilly sospirò, per un attimo ad Alex sembrò che la luce fosse diventata più debole, poi però annuì pesantemente << Io però ti ho promesso che >> volò alla sua bocca chiudendole le labbra, poi con i segni le disse

-Tu, dire, Peter, amore-

...Amore?”

Davvero provava questo sentimento per qualcuno che poteva farla soffrire?

Lui non voleva crescere ma lei...lei sì. Però non voleva abbandonare il suo caro Peter...no.

<< Ma sì! Ormai ho quattordici anni e dovrei pensare più a me che ad altri! Certo, dovrò dirlo a loro...ma io vivrò qui, con lui. Ho deciso. Sì è più che ovvio! Ogni tanto andrò dalla mia famiglia per farle visita ma ho capito: io devo pensare solo a me stessa, stop. Oh sei un genio Trilly grazie! >> la avvicinò a se per darle un bacio e poi corse via.

Aveva capito, ora era chiaro ciò che era giusto per lei. Sì, doveva dirlo a Peter e tutto si sarebbe sistemato perché...

Pensò istintivamente a Mark, dopotutto era simpatico e sapeva farla divertire...

<< Ma che dici! Non pensare e corri! >> .

Poco dopo arrivò davanti all'albero ed entrò scivolando, questa volta però atterrò in piedi

<< Peter devo dirti una cosa! >> urlò, ma lui non rispose << Io...Peter! >> lo chiamò. Scostò la tenda di piume e lo trovò sul suo “letto”...però forse non era lui...mmmmmm...

 

Nota dell'autrice: Oooh ma salve! Si sono ancora viva! Non è colpa mia...sì, lo è.

Non avevo ispirazione e così sono stata per tutto questo tempo senza scrivere, però vedendo il film di Peter Pan lo scorso sabato è tornata all'improvviso! Non ho aggiornato prima perché non ho avuto molto tempo, l'importante è che ora è qui. Ditemi cosa ne pensate e scusatemi per gli errori. Alla prossima!

  
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