Crossover
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Autore: moira78    10/10/2006    1 recensioni
La Shikon no Tama è di nuovo in pezzi, e Naraku trama nell'ombra qualcosa di nuovo e terribile. Ma stavolta ad aiutare Inuyasha e i suoi amici ci saràla più scatenata banda di arti marziali di Nerima!
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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UNO STRANO INCONTRO

 

(MOSTRI AL FURINKAN)

 

Le acque nere s’increspavano come indicando il cielo, e l’ombra bianca sfrecciò sulla ringhiera.

La figura si accovacciò sotto la luna, annusando l’aria, e con scatto fulmineo balzò sulla strada umida.

Sospettosa, si guardò attorno, roteando gli occhi color grano.

 

“Maledizione!” Sibilò nel vento leggero.

 

Poi, si allontanò nella notte.

 

 

“VIENI QUI MALEDETTO, RIDAMMI LA MIA COLAZIONEEEE!” Passi concitanti e tambureggianti, poi un gran fracasso sulle scale.

 

Il panda si portò lo spiedino alla bocca, ma fu bloccato da una piccola mano forzuta.

“Ridammelo papà!” Gridò Ranma-chan riprendendosi ciò che era suo.

Akane scese dabbasso velocemente, e sbirciò le due figure ai piedi delle scale. Naturale che fossero loro a fare tutto quel caos, ma almeno l’avevano svegliata e non rischiava di fare tardi.

 

Kasumi stava canterellando in cucina, e Nabiki serviva il riso a suo padre con una smorfia

“Quei due fanno così tutte le mattine…..prima o poi distruggeranno questa casa!”

“FERMATIIII!!! ME LA DEVI ANCORA PAGAREEEE!!!” Strepitava Ranma-chan in giardino.

Akane si affacciò sulla soglia “Ranma fatti una doccia e preparati! Non ho intenzione di fare tardi per colpa tua!” le gridò. “Sistemo questa bestiaccia e sono da te!” gridò di rimando.

La sua treccina rossa svolazzava riflessa nel laghetto, e all’ennesimo balzo del panda l’acqua formò dei piccoli cerchi concentrici. Un piccolo cespuglio ondeggiò nell’aria immobile.

Akane aprì le braccia spazientita, sospirò, e si rassegnò ad avviarsi verso il Furinkan da sola.

Fuori, qualcosa si mosse tra le fronde del nespolo, e stavolta Ranma lo notò; senza interrompere l’inseguimento, afferrò una pietra e la lanciò con precisione. “CHI E’LA’!” Gridò, ma non potè scoprirlo, perché il panda, approfittando della sua distrazione, gli piombò addosso.

“TU!” Grugnì la ragazza rossa reagendo.

 

La lotta ricominciò più furiosa che mai, e la strana presenza fu momentaneamente dimenticata.

 

 

Anche quel mattino Ranma seguì la sua fidanzata dall’alto della rete sul fiume; mentre correva, ripensava alla presenza avvertita quella stessa mattina, e si chiese chi mai poteva essere stato a nascondersi con tanta furbizia. Aveva avvertito la sua presenza così vicino che ne era rimasto a dir poco sconcertato: come diavolo gli era arrivata alle spalle senza che lui se ne accorgesse?!

Ripensò a come gli si era avvicinato il dottor Tofu il giorno che lo conobbe, e la sorpresa che ne aveva ricevuto; il dottore era forte e in gamba, in effetti, ma lui era molto migliorato negli anni.

Le estenuanti battaglie con i personaggi più disparati lo avevano abituato a percepire la presenza del nemico a distanza di sicurezza, tuttavia…..

Chi si trovava nel giardino dei Tendo quella mattina non aveva avuto nessuna difficoltà a celarsi, e questo lo preoccupava. Anche se stava lottando con suo padre era bene all’erta, e avrebbe dovuto accorgersene; chiunque fosse era veramente forte, e Ranma sperò che non fosse una presenza nemica, o avrebbe avuto delle difficoltà quando si fosse ripresentata.

 

“Ehi Ranma?! Ma mi ascolti?!”
La voce di Akane lo riportò alla realtà, e Ranma si voltò bruscamente “Eh? Cosa c’è Akane?”

“Ti stavo chiedendo cos’è che stavi pensando tutto imbronciato” Gli urlò mentre correva.

Lui fece un cenno vago “A che pensavo? Ma….a nulla!”
Lei si accigliò “Bugiardo! C’è qualcosa che ti preoccupa, è da stamattina che sei distratto!”
“Ti dico che non ho niente!” Akane gli rivolse un sorrisetto maligno “Hai ancora i sensi di colpa per quello che hai fatto?” Ranma la guardò un attimo senza capire, poi si ricordò di averla abbandonata quasi sull’altare meno di una settimana prima, e si sforzò di assumere un’aria arrogante.

“Io non sono affatto pentito di non aver sposato un maschiaccio come te!” Dichiarò.

Akane si fermò di colpo, e Ranma si arrestò a sua volta “Ehi Akane, è tardi! Non c’è tempo per riposare!”
Lei abbassò la testa in un cipiglio di rabbia e di dolore, e Ranma si accorse che stava stringendo il manico della cartella come se volesse spezzarlo.

L’aveva di nuovo detta grossa, stupido stupido stupido!

“Ah è così, eh? – ringhiò Akane sull’orlo delle lacrime – e io che credevo che tu…fossi dispiaciuto!” Ranma cercò di rimediare ma, come al solito, era troppo tardi; incespicò con le parole finchè lei non gli ordinò di tacere, poi vide la cartella della sua fidanzata colpirlo in piena faccia, scaraventandolo nel fiume.

“Dannazione!” Imprecò annaspando trai flutti “Ehi Akane aspetta!” Ma lei era già corsa via.

Rassegnata, Ranma-chan recuperò le cartelle e si apprestò a saltare sulla rete, ma qualcosa la fece voltare.“Ehi! Guarda che ti ho visto!”In realtà aveva scorto solo una figura fugace attraverso la vegetazione bassa sulla riva, ma tanto bastò a rivelare una presenza estranea.(E’la stessa di stamattina – riflettè – ed è molto veloce…forse più veloce di me…)

Senza esitazioni, Ranma si diresse a scuola, convinto che chi lo seguiva, si sarebbe fatto vivo prima o poi; nel frattempo avrebbe tenuto d’occhio Akane. Fare pace con lei sarebbe stato arduo, ma almeno si sarebbe assicurato che nessuno potesse farle del male.

Aveva fatto tanti incontri strani nella sua giovane vita, e non poteva escludere che chi lo pedinava avesse Akane come obiettivo. Meglio accertarsene.

 

 

Riluceva come vetro contro luce, ed era là, nelle sue mani artigliate e rosse del sangue della sua ultima vittima. Le voci che correvano erano dunque vere: la Shikon no Tama era stata nuovamente infranta, il pezzo più grande ora vagava in un’area ristretta intorno a quel pozzo che conduceva verso nuovi mondi…nuovi umani…nuovo sangue.
Il demone trascinò il suo corpo squamoso sulla cima del pozzo, e bava calda e ripugnante cadde nelle oscure profondità che odoravano già di morte. Con un ghigno orribile si tuffò dentro pronto a raggiungere i suoi compagni.

 

 

Quando suonò la campanella per l’intervallo, Akane si diresse pigramente verso l’albero più folto del giardino con il suo pranzo tra le mani. Non aveva fame per la verità, e si era allontanata con una scusa per non sentire più le insistenti ramanzine delle sue amiche sul suo matrimonio fallito.

 

“Baka baka baka baaaakaaa!” Bisbigliò con rabbia ardente stritolando il contenitore tra le mani. Era inviperita, se avesse incontrato Ranma ora lo avrebbe…strangolato!

Poi voltò lo sguardo nell’udire una voce nota gridare a Kuno di smetterla. Chiaro: Ranma non aveva avuto il tempo di tornare uomo dopo essere caduto nel fiume e ora aveva a che fare con un certo “Tuono Blu”……

 

“Oh mia adorata ragazza col codino! Perché mi sfuggi? Per quanto ancora vuoi straziare il mio debole cuore innAAAAAHHHHHHGGHHHH!!!!”

 

Akane si schermò dal sole con una mano per seguire il volo di Kuno…..quell’idiota non avrebbe mai capito che la sua “ragazza col codino” era in realtà Ranma Saotome, il suo più acerrimo rivale; era troppo stupido per….

 

“E TU CHE DIAVOLO SEI???!!!” La voce allarmata di Ranma-chan la fece scattare in piedi.

La ragazza rossa sembrava intimorita, e Akane percepì una strana sensazione nel petto alla vista dello strano avversario che sovrastava Ranma-chan di parecchi centimetri. Che doveva fare? Aiutarlo forse? No, mai, il baka l’aveva offesa e ferita, non meritava le sue attenzioni, ma….

Akane sussultò. Strinse gli occhi per guardare meglio

 

Era più alto di lei di una spanna abbondante, ma ciò che più preoccupava Akane, era l’aspetto. Un mostro. Impossibile definirlo in altro modo. Era verde e squamoso, e la forma ricordava vagamente quella di un coccodrillo. La testa invece era tutta un’altra storia. Gli occhi erano di un rosso acceso che faceva male alla vista, e BRILLAVANO letteralmente di malvagità….impossibile non accorgersene. E le corna. Erano nere e aguzze, spuntavano come mezze lune scure in cima a quella che doveva essere la fronte.

 

“Rispondimi, CHI SEI??!! “ Gridò Ranma. (Maledizione, proprio oggi dovevo rimanere ragazza?!)

Il gruppetto di studenti e compagni di Ranma si affollarono sempre più numerosi alle sue spalle, scambiandosi mormorii e domande. Lui dal canto suo, intrappolato momentaneamente nel suo corpo di donna, maledisse l’inatteso visitatore per non aver scelto un altro momento per presentarsi.

 

La strana creatura parve sogghignare, e a Ranma si gelò il sangue nelle vene (Ha uno spirito combattivo enorme….non è di certo umano ma….possibile che sia lo stesso che stamattina…?! No…questo è addirittura più forte….e pericoloso!)

L’essere stava per afferrare Ranma-chan, ma lei lo schivò per un pelo. Era rimasto imbambolato a guardarlo, scervellandosi per capire che diavolo fosse, e a momenti ci rimetteva la pelle.

Velocemente si guardò attorno, sperando che Akane fosse al sicuro.

 

Lei, dal canto suo, era paralizzata almeno quanto Ranma; tremante, era rimasta a guardare quella strana cosa allungare una mano per afferrarlo. No, quella cosa non era umana. E quelle zampe…avevano degli artigli mortalmente affilati… “RANMA SCAPPA!” Gridò d’impulso, dimenticandosi che ce l’aveva con lui (il baka), dimenticandosi di essere nascosta, dimenticandosi che se si fosse messa in pericolo avrebbe messo in pericolo lui stesso.

 

“Stai indietro Akane! State tutti ind…” Ma Ranma-chan s’interruppe.

 

L’essere emise un urlo lacerante che fece tappare le orecchie a tutti quanti, Ranma compreso. Si arcuò all’indietro, rivelando la punta di una freccia poco sopra alla spalla sinistra, da cui uscivano fiotti di sangue verdastro (Qualcuno l’ha colpito con una freccia) Riflettè Ranma mentre si scostava dalla movimentata agonia del mostro e faceva gesti concitati per far spostare gli altri.

Con un ultimo fremito violento, la creatura si portò la zampa al petto e si accasciò mentre l’urlo si affievoliva lentamente, poi, semplicemente, sparì.

 

Ma non fecero in tempo a riprendere fiato, perché un altro mostro gigantesco fece la sua comparsa nel cortile del Furinkan. Aveva l’aspetto vago di un enorme essere umano, e aveva le corna e uno strano abito tigrato; i suoi occhi erano rossi ed emettevano lampi maligni.

(Che strana giornata…due mostri al prezzo di uno!) Pensò confusamente Ranma mentre  tentava un attacco improvvisato; poi vide Akane che si era palesata dal suo nascondiglio, e un grido gli salì in gola “AKANE SCAPPAAAAA!!!” Ma ormai gli artigli del mostro stavano fendendo l’aria, e tutti sentirono le parole formulate dalla voce cavernosa della creatura, rimanendone agghiacciati “Sangue di ragazzina…mmmhhh! Dev’essere succulento!” Akane gridò, straziando l’aria, facendosi dolere le corde vocali, sull’orlo della follia per l’orrore…

L’enorme zampa artigliata fendette l’aria, come gridando a sua volta nel silenzio stupito del cortile.

 

Ranma corse in direzione della sua fidanzata, ma sentì che era troppo tardi. In un turbinìo di pensieri e panico pensò che l’avrebbe vista lacerarsi in mille pezzettini per l’artigliata del mostro, e allora sarebbe impazzito, perché non l’avrebbe più vista, e poi si sarebbe ucciso lui stesso, perché la sua vita non avrebbe più avuto senso. Ricordò lo sgomento che aveva provato sul monte Hooh quando aveva stretto tra le sue braccia nient’altro che i suoi vestiti vuoti, e aveva creduto che fosse morta; aveva appena avvertito la presenza di Ryoga che lo traeva in salvo, e poi….

“AKANEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!”
…vide una spada enorme, lucente, che con un taglio perfetto divise letteralmente in due il mostro, e una figura fugace che afferrava Akane e la traeva in salvo da ciò che era rimasto della creatura. Ranma-chan ebbe il tempo di vedere il suo sangue nerastro che corrodeva il terreno, e avrebbe corroso anche lei se quel misterioso personaggio non l’avesse afferrata in tempo…(Non ho mai visto un aggeggio simile…neanche tra le spade di Kuno) riflettè ….Tutto si svolse nel giro di così pochi secondi che gli girò la testa.

Poi vide un’altra freccia fendere l’aria, la figura fugace di una ragazza dai capelli lunghi che correva, e in cima ad un albero c’era Akane, tra le braccia di quello che lui aveva creduto il suo salvatore. Invece si ritrovò a fissare uno strano ragazzo dalla capigliatura argentea, due strane orecchie canine spuntare dalla cima della testa, vestito con un kariginu rosso del tutto fuori moda…e aveva gli artigli alle mani!
“LASCIALA ANDARE SUBITO MALEDETTOOO!” Gridò scagliandosi contro di lui, mentre gli ultimi resti dell’oni scomparivano in un fumo denso e azotato.

Ranma-chan saltò sul ramo gridando, e il ragazzo dalle orecchie di cane fece un’espressione stupita alla vista di tanta abilità; Ranma-chan lo vide sorridere “Però! Quanta abilità per un’umana!”

“Maledetto! Lascia andare subito Akane!” Mentre lo diceva allungò un pugno dritto su di lui, che lo scostò abilmente con una schivata distratta. Il movimento brusco, però fece spezzare il ramo, e lo strano ragazzo mollò la presa.

“Ranmaaa!” Akane era troppo spaventata per ricordarsi che era capacissima di trarsi in salvo da sola a quell’altezza, e Ranma si precipitò ad afferrarla. Caddero con un tonfo, e Ranma battè la spalla sull’asfalto facendole da scudo.

“Akane…stai bene?”
Lei lo fissò con aria sparuta, ma abbozzò un piccolo sorriso “Sì…grazie Ranma”
Lui arrossì. Non poteva farne a meno quando lei lo guardava con quegli occhi grati e pieni di…affetto?

“Bhà! Normale amministrazione!” Borbottò voltandosi dall’altro lato.

 

“EVVIVA! Eccone un altro!” Una ragazza dai lunghi capelli corvini, vestita di una divisa scolastica che non avevano mai visto, con un arco in mano e una faretra sulla spalla, (Ha tirato lei la freccia! Pensò Ranma)saltellava vicino ai resti dell’ultimo mostro tenendo tra le dita quello che a loro parve un pezzo di vetro lucente. Rimasero interdetti, cercando di capire se si riferisse al mostro o al frammento che aveva in mano, quando lo strano ragazzo dalle orecchie canine si alzò spolverandosi la veste con fare distratto.

“Non gioire troppo. Questi cavolo di demoni hanno rischiato di fare una carneficina!”

 

(Quindi quei due…si conoscono?! Eppure lei sembra normale, ma lui…) Akane si alzò, incuriosita, ma una mano la fermò “Io non lo farei” L’ammonì Ranma indicando con un cenno del capo gli artigli del ragazzo con la capigliatura strana.

 

La ragazza dai capelli scuri si avvicinò a loro “State bene?” Chiese premurosa. Akane ricambiò il sorriso “Sì, grazie!”
“Sì grazie un corno! Siamo stati attaccati da due mostri orrendi…tre se contiamo lui, e tu dici ‘sì grazie’???!!!”

Il ragazzo dalle orecchie canine si indicò con un dito (Io un mostro orrendo?!) pensò.

La ragazza fece un sorrisetto nervoso “Oh…lui non è pericoloso! State tranquille!” poi il suo tono si fece serio “E quei due non erano mostri…erano demoni, e tu sei ferita” disse indicando una piccola lacerazione sulla spalla di Akane. Lei non se n’era neanche accorta, e la guardò con noncuranza “Oh…è solo un graffio…”
“DEMONI?!” L’esclamazione di Ranma-chan interruppe la conversazione “CHE DIAVOLO SIGNIFICA?!”
Il ragazzo dai capelli argentei saltò dal ramo e si parò davanti a Ranma, che istintivamente fece scudo ad Akane, indietreggiando “Hai capito bene ragazzina! DE-MO-NI!” Sillabò come se stesse parlando con un idiota.

“L’ho capito deficiente! Ma come fanno dei demoni a trovarsi qui! Davanti ad un liceo!!”
“UN COOOSA?!” Fece stupito l’altro.

“Come la mia scuola…!” Gli venne in soccorso la ragazza mora.

Akane si alzò in piedi, ma sarebbe ricaduta quasi immediatamente se Ranma non l’avesse afferrata al volo “Akane!”

La ragazza con le frecce cominciò a frugare nello zaino, freneticamente “Oh no! Ho finito le erbe medicinali!” Si voltò verso il ragazzo dalle strane orecchie, e lui annuì, cogliendo il suo sguardo. Si chinò su Akane e fece spostare Ranma-chan “Che le vuoi fare maledetto?!”
“Ohhhh! Stai calmina ragazza! Non te la mangio mica! Mettimela sulle spalle e non fare storie, altrimenti morirà in meno di un’ora!”

Ranma fece tanto d’occhi “COSA?!”
Vide che l’altro si caricava Akane sulle spalle, e fece quasi per fermarlo, ma la ragazza coi capelli lunghi lo chiamò da lontano. Era in sella ad una bici.

“Stai tranquilla e fidati! Salta sulla mia bici, corri!”
“E va bene dannazione!” Esclamò ubbidendo. Sperava solo che la sensazione di potersi fidare fosse esatta, già si immaginava il testone verde del futuro suocero domandargli con gli occhi spiritati e con voce cavernosa “A chi hai dato la mia bambina!?” Rabbrividì, pregando i Kami in silenzio, e saltò sulla bici della sconosciuta.

 

 

Presto, giunsero in un quartiere a lui sconosciuto, e il ragazzo che stava davanti a loro (Questa qui con la bici fa fatica a stargli dietro! Ma come fa?!) entrò in un piccolo tempio scintoista e si gettò in uno strano pozzo continuando a tenere Akane saldamente sulle spalle. Fece per gridargli qualcosa, ma vide che anche la ragazza si tuffava dentro con tutta la bici….e lui dietro!

“Ehi ma che fate?! Siete impazziti?! Ci romperemo l’osso del collo!!”
“Tranquilla!” Gli gridò lei voltandosi un poco a guardarla.

 

E saltarono dentro.

 

 

(OLTRE IL POZZO)

 

La capanna era confortevole e profumata d’incenso, la ragazza dai capelli corvini sedeva di fronte a loro, e lo strano ragazzo dalle orecchie canine era vicino alla soglia e dava loro le spalle.

La vecchia signora con una benda nera su un occhio (Come quella dei pirati! riflettè Ranma) che la abitava aveva posto sulla ferita di Akane un’erba medicinale che l’aveva fatta stare subito meglio, e le aveva dato da bere un infuso che, a giudicare dalla sua espressione, non doveva essere migliore degli intrugli che lei stessa preparava qualche volta chiamandoli ‘cibo’.

“Lo so che ha un saporaccio, cara, ma è necessario che tu la beva se vuoi stare meglio” Le disse amorevolmente la vecchia signora. Akane annuì, e bevve tutto d’un fiato, trattenendo a stento un conato.

“Ora capisci come mi sento io quando vuoi farmi mangiare quello che cucini tu?” Domandò Ranma-chan osservando l’espressione della fidanzata.

“Stai zitto tu!” Lo rimproverò lei.

La vecchia sedette accanto a loro “Su, su! Tra sorelle non si dovrebbe litigare!”
Le due ragazze la guardarono stranite, e Ranma-chan si grattò la testa “Mhh forse dovrei spiegarvi come stanno le cose…ma prima vorrei sapere una cosa io per piacere…”

La vecchia e la ragazza la guardarono con un sorriso, come se sapessero quello che stava per chiedere.

“Questo posto…quelle persone là fuori vestite in maniera strana, quel pozzo senza un fondo…lui con le orecchie da cane… (in quella lui si voltò con un “Tsè!” indignato) cos’è? Una magia? Un mondo parallelo?”

La ragazza dai capelli corvini si schiarì la gola, e guardò le due ragazze dallo sguardo stranito

“Ehm…dunque, cominciamo con le presentazioni, io sono Kagome Higurashi, la vecchia Kaede, e…. lui è Inuyasha. Piacere di conoscervi” Disse con un inchino. Lui borbottò qualcosa d’incomprensibile, ma nessuno, tranne la ragazza chiamata Kagome, ci fece caso.

“Il mio nome è Akane Tendo, e lui…lei è Ranma Saotome, il piacere è nostro.”
“Ehi! Lei a chi?!” Esclamò Ranma indignato, ma Akane lo costrinse ad inchinarsi pigiando un mano sulla sua testa rossa “Piacere…” fece lui arreso.

“Se avete finito con le vostre presentazioni, ci sarebbero dei demoni da distruggere!” Esclamò Inuyasha stizzito.

“A CUCCIA!” Gridò Kagome facendolo schiantare a terra con un tonfo.

Akane e Ranma soffocarono un risolino.

“DANNATA!”
“Come riesci a fare questo?” Domandò Akane incuriosita indicando lo strano ragazzo-cane.

Kagome si grattò la testa “Bè…diciamo che è una specie d’incantesimo dovuto alla collana che ha al collo. Quando diventa insopportabile lo mando a cuccia!”
Inuyasha, che si era appena rialzato, ricadde con un tonfo.

“MALEDETTA!”
“Oh…scusa!” Rispose lei accorgendosi della gaffe.

“Ahhh! Potessi farlo con te certe volte Ranma!” Esclamò Akane con aria vagamente sognante.

“Ehi tu?! Che ti dice il cervello?! Mica sono un cane…IO” Gridò di rimando, strappando una risata anche alla vecchia che aveva notato l’espressione indignata del ragazzo dai capelli argentei.

“IO NON SONO UN CANE!” Ribattè lui da terra.

Akane gli si avvicinò, e sfiorò con aria circospetta le sue orecchie; erano così rosee e morbide che non resistette “Ma queste ….sono proprio tue?” Chiese.

“SI CHE SONO MIE! GIU’LE MANI!!”

Lei si ritrasse spaventata “Scusami! E’che sono così kawaii!…” spiegò con un risolino affettato. Inuyasha si accigliò cercando di capire se quello della ragazza fosse un complimento o un insulto, e Akane si accorse appena dello strano sguardo di Ranma. Sarà stato mica geloso….?
“Tranquilla – disse Kagome riscuotendola dai suoi pensieri – anche se l’etimologia del suo nome non mente non è proprio un cane….non morde”

“COME TE NE ESCI?!”

“Ti ho difeso idiota!” Gridò Kagome.

“Ma se mi tratti come se fossi uno strano animale?!”
“Senti…!”

Un boato li fece sobbalzare tutti quanti, e quando si precipitarono sulla soglia della capanna si parò davanti a loro uno spettacolo mostruoso.

Colonne di fumo e fuoco consumavano lentamente le case là attorno, e un gigantesco demone con l’aspetto di drago soffiava il suo micidiale alito infiammato. Ranma-chan rimase imbambolata a guardare la creatura che pareva uscita da un incubo particolarmente fantasioso; di un arancione accecante e con grandi baffi neri, il demone si innalzava davanti a loro per quasi tre metri, e corte file di zampe afferravano qualunque cosa capitasse loro a tiro, distruggendola. Un uomo fu afferrato e portato verso la bocca disseminata di denti aguzzi.

“NOOO!” Gridarono quasi in coro. La vecchia, assieme a Kagome, impugnarono arco e frecce, mentre Inuyasha si avventava contro il mostro e tagliava con un’artigliata netta la zampa in cui teneva l’uomo e lo traeva in salvo.

 

“DOV’E’IL FRAMMENTO KAGOME?!” Gridò rivolto alla giovane con l’arco.

“SULLA CODA E SU UNA ZAMPA! E UN TERZO SULLA FRONTE!!”

(La coda?!) Pensò confusamente sguainando la spada di poco prima. Poi la vide, guizzante e munita di un artiglio gigante simile a quello di uno scorpione. E Ranma-chan ci stava proprio davanti.

“RANMA ATTENTO!” Gridò Akane poco più in là.

“AKANE L’ACQUA CALDA!” Le urlò sovrastando il frastuono della lotta. Inuyasha saltò sulla fronte del drago schivando abilmente la colonna infuocata che usciva dall’enorme bocca; gli piantò la lama al centro della testa, tagliandolo in due per tutta la sua lunghezza, facendolo gridare, un suono spaventoso, mentre due frecce lo colpivano sulla testa facendo cadere un frammento lucente che Kagome si affrettò a raccogliere. Il drago si ricompose nel giro di pochi istanti.

“CAZZO!” Esclamò Inuyasha preparandosi di nuovo all’attacco.

“RANMAAA!” Akane gettò la pentola bollente verso di lui, inondandolo dalla testa ai piedi.

“GRAZIE MILLE AKANE!” Le gridò di rimando mettendosi in guardia davanti agli occhi stupiti degli altri.

E ora a noi specie di drago!”

“FERMO IDIOTA!” Gli gridò Inuyasha da tergo, ma Ranma era già partito. Lo vide stringere i pugni e portarsi le braccia al petto, come raccogliendo energia interna, poi distese i gomiti e spalancò le mani.

Moko TakabishaAAAAAAA!!!!!!”
Una sfera di energia pura scaturì dai palmi di Ranma rivolti verso la micidiale coda del mostro, e Kagome abbassò l’arco, guardandolo quasi ipnotizzata. Era diventato un ragazzo affascinante nel giro di due secondi, e ora maneggiava una luce strana dirigendola in un punto preciso.

La sfera colpì la coda del drago, che venne letteralmente disintegrata, e Akane saltò di gioia battendo le mani “BRAVO RANMA!”
Lui si voltò per sorriderle leggermente, ma le altre zampe del mostro stavano già agitandosi di nuovo.

“CAZZO ORA SI E’INFURIATO DAVVERO!” Esclamò Inuyasha avventandosi di nuovo contro di lui. Tagliò varie zampe, e cercò di dividere nuovamente a metà il mostro, ma ogni volta quello si riformava.

“KAGOMEEEE!”
Lei scoccò l’ennesima freccia accecandolo ad un occhio “COSAAA?!”
“DOV’E’ L’ULTIMO FRAMMENTOOOO?!”
Lei indicò un punto impreciso “NELLA ZAMPA PIU’IN BASSO!” Ma il drago aveva CENTINAIA di zampe!

“DOVEEE?!” Gridò lui continuando a tagliare a casaccio.

“LI!!!”
Ranma corse verso la parte anteriore del mostro, e si mise le mani ai lati della bocca per gridare.

“EHI INU-CANE!! SPOSTATIIII!!!!”
Lui si voltò di scatto “INU-CANE?!?!”
“FAI COME TI DICO!!”
Riluttante, Inuyasha scese giù, incrociò le braccia e cercò di capire cosa quello stupido umano (che prima era una graziosa umana!) volesse fare…o rifare. Aveva visto quella palla enorme d’energia scaturirgli dalle mani come fosse la cosa più naturale del mondo, e si chiese se per caso anche lui non fosse un mezzo demone come lui….

“ Moko TakabishaAAAAAAA!!!!!!” urlò di nuovo Ranma squarciando la metà sinistra del mostro.

“Eccola finalmente!” Esclamò Kagome raccogliendo l’ultimo pezzettino dalla melma verde che usciva dalle ferite del drago.

Inuyasha rinfoderò la spada, e si avvicinò a lui barcollando e tappandosi il sensibile naso (Cribbio che puzza terribile questo demone!) “Ehi tu!”
Ranma si voltò, ansimante ma sorridente, i vestiti lacerati dallo spostamento d’aria della sua stessa energia.

“Mi sa che devi spiegarmi un paio di cosette….umano!” Sottolineò quella parola con un certo disprezzo che fece infuriare Akane “Si chiama Ranma!”
Lui la guardò stizzito “Tu sei la sua femmina?”
Lei arrossì, e balbettò qualcosa “E’la mia fidanzata Inu-sama” Rispose Ranma calmo.

“INUYASHA, mi chiamo INUYASHA umano idiota!” Cominciò ad annusarlo per capire se fosse la ragazza che aveva visto fino a poco prima, ma Kagome gli mollò un pugno sulla testa.

“Ti pare questo il modo di rivolgerti a lui dopo che ti ha aiutato?! Sei proprio il solito idiota maleducato!”

“Idiota a chi?! Non gliel’ho chiesto certo io di intromettersi nel MIO combattimento!!” Le gridò di rimando.
“Ho detto solo che potresti essere più gentile, stupido! Sono spaventati anche loro, cosa credi?!”
“IO non sono spaventato!” Ribattè lui risentito.

 

La vecchia Kaede si avvicinò al gruppo di litiganti invitandoli ad entrare “Prendiamoci un tè e discutiamone con calma, va bene? Io arrivo subito”

Così dicendo li fece accomodare di nuovo nella capanna, e istruì brevemente alcuni abitanti spaventati sulla ricostruzione e la risistemazione delle abitazioni distrutte.

“Domani ripuliremo la melma con secchi d’acqua e ricostruiremo quello che è stato danneggiato, ora andate a riposare. Ne avete tutti bisogno”  

Gli uomini annuirono docilmente, e si inchinarono un poco.

 

“Ehi, ma quella vecchia è il capo del villaggio?” Domandò Ranma con una certa strafottenza che gli fece meritare una gomitata da Akane.

“E’la miko” Rispose Kagome tranquillamente.

“La CHE?!” Fece Ranma senza capire.

Akane gli rifilò un’altra gomitata “Una sacerdotessa, idiota!”
“E tu come lo sai?!” Domandò lui, scettico, alzando un sopracciglio.

“Lo so e basta!” Fece lei indignata.

“Ah si?! Ti ricordo che è da qualche centinaio di anni che non ci sono più le sacerdotesse dei villaggi!”
A quello, Akane non seppe come rispondere, e rimase con la bocca aperta senza sapere cosa dire (Caspita! Ha ragione!)

“Ehm…” Fece timidamente Kagome richiamando la loro attenzione “In effetti…è proprio quello che stavo per dirvi prima che venissimo interrotti…qui siamo nel passato…”
“COOOOSAAAA?!” Fecero i due fidanzati in coro.

Kagome sorrise inclinando leggermente il capo “Già! Benvenuti nell’era Sengoku!”

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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