Crossover
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Autore: moira78    10/10/2006    1 recensioni
La Shikon no Tama è di nuovo in pezzi, e Naraku trama nell'ombra qualcosa di nuovo e terribile. Ma stavolta ad aiutare Inuyasha e i suoi amici ci saràla più scatenata banda di arti marziali di Nerima!
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il vaso di Pandora



Libro I

Aprendo il vaso maledetto



Capitolo I

In frantumi




Tessaiga affondò senza esitazioni nel corpo del mostro, ma proprio mentre collassava, Kagome gridò "Un frammento! NELLA ZAMPA DESTRA!"
La creatura aveva l’aspetto di un orribile cinghiale gigante, probabilmente era l’ultimo mostro creato da Naraku, e senza dubbio era il più brutto. L’hanyou si concentrò sulla zampa indicatagli da Kagome, cercando disperatamente di tagliargliela di netto, ma quella guizzava e si riformava.
"CAZZO!" Esclamò al culmine della disperazione; quello youkai era veloce come un ghepardo e guizzante come un’anguilla… e sì che era un cinghiale! Come diamine aveva fatto Naraku, o chi per lui a creare una cosa tanto micidiale?!
"DIVINA KAGOME NON SI AVVICINI!"
Inuyasha avvertì appena l’urlo di Miroku, ed ebbe il tempo di domandarsi cosa stesse combinando quell’umana per farlo gridare tanto. Si sta mettendo di nuovo nei guai! Pensò voltandosi per guardare. La vide erigersi tutta concentrata con la freccia incoccata, pronta a mirare alla zampa del mostro, e vide ciò che il monaco fissava inorridito. La bava del mostro colava a terra densa e ripugnante, e qualche goccia finì anche sul suo kariginu, provocandogli uno strano bruciore.
La sua bava è…
"KAGOME SPOSTATI! E’CORROSIVA!" Gridò Sango sovrastando il caos della battaglia.
"KAGOMEEEE!" Gridò a sua volta Inuyasha correndo verso di lei per spostarla.
Kamisama, ecco perché Miroku non ha aperto il foro del vento!
Il mostro gridò di disappunto, spargendo altra micidiale bava corrosiva. Sango ne sarebbe stata innaffiata se Miroku non l’avesse afferrata in tempo, portandola in salvo, rotolando lontano. Il povero bonzo era talmente spaventato dall’idea della sua acchiappa-spettri preferita ridotta ad un mucchietto fumante, che non tentò neanche di palparla.
"G…grazie houshi-sama!" Balbettò ancora scioccata.
Mentre il mostro gridava, Inuyasha si voltò per afferrare Kagome Tardi, troppo tardi! colpendolo con un calcio sull’enorme bocca spalancata e dandosi contemporaneamente una spinta maggiore. Kagome aveva mollato le frecce e l’arco e si era portata le braccia a schermarsi il volto, ben sapendo che sarebbe stato del tutto inutile.
Inuyasha la sfiorò appena, e sentì che già quella sostanza viscida colpiva la manica e il braccio indifeso di lei; se l’avesse spostata in tempo sarebbe stata fortunata a rimanere con un braccio solo. Poi vide un’ombra fugace togliergliela dalla visuale, e per un istante di puro orrore credette che l’avesse presa lo youkai per mangiarsela. Ma vide il gatto gigante di Sango volare lontano con Kagome in groppa.
"BRAVA KIRARA!" Urlò Sango da tergo. Intanto il mostro, infuriato per aver perso il suo giocattolo con le orecchie da cane, sferrò una zampata cogliendo di sorpresa il povero hanyou, che rotolò lontano con un grido di stupore.
"BRUTTO CINGHIALE MALEDETTO….TE LA FARO’ PAGARE PER AVER FERITO LA MIA KAGOMEEEEEE!"
Con un colpo preciso e netto nel Kaze no kizu, gli tagliò in due la zampa con la scheggia della Shikon, e registrò appena l’urlo concitato di Miroku. Che cavolo c’è ora?! Pensò vedendo la scheggia cadere sul terreno, lontana dal mostro. "La scheggia è qui bonzo idiota! Non dirmi che ne vedi un’altra!" gli gridò. Ma non ebbe il tempo di sentire la sua risposta irata, che l’Hiraikotsu di Sango lo colpiva in pieno facendolo cadere con la faccia su qualcosa di piccolo e… tondo. Il frammento della sfera degli Shikon che Kagome teneva sempre al collo. E il mostro la stava per afferrare con un’altra zampa, in un ultimo, mortale tentativo di sopravvivere. Inuyasha la prese al volo e fuggì dalla scomposta agonia dell’ormai defunto youkai-cinghiale.


"Come sta?" Domandò Inuyasha entrando nella capanna. Kaede terminò di fasciarle il braccio, e alzò le spalle.
"Se si fosse spostata un secondo più tardi sarebbe rimasta con un braccio solo, e forse sarebbe morta per lo shock della perdita di sangue. E’stata MOLTO fortunata."
Inuyasha abbassò gli occhi. Si sentiva colpevole per non essersi accorto prima della bava corrosiva dello youkai. Se le fosse accaduto qualcosa… non se lo sarebbe mai perdonato. Kaede lo fece sedere accanto a lei, pregandolo di lasciarla riposare.
"E’molto stanca… io vado a raccogliere delle altre erbe nel caso ci fosse del veleno nella ferita." L’hanyou si voltò di scatto a guardarla, ma lei lo rassicurò "Oh, andiamo, è solo un’ipotesi… e poi Kagome è forte, lo sai!" Lui annuì, docile e preoccupato come non lo aveva mai visto.
"Somma Kaede…come sta la divina Kagome?" Chiese Miroku non appena la vide uscire.
"Ora riposa, ha una brutta lacerazione al braccio, ma di sicuro se la caverà bene."
"Se non fosse arrivata Kirara sarebbe morta! Certe volte mi chiedo dove abbia la testa Inuyasha!" Sbottò Sango accarezzando la gattina sulla sua spalla, ritornata alle sue dimensioni naturali.
"Inuyasha è molto in pena per lei, Sango…" Spiegò la miko.
"…ma dovrebbe avere più cura della sua donna" S’intromise Miroku "Sango ha perfettamente ragione, e se non fosse arrivata Kirara?"
Kaede alzò le spalle, a disagio. Non voleva certo difendere Inuyasha, ma sapeva che sarebbe morto piuttosto che vederla in pericolo.
"Non colpevolizzatelo troppo ragazzi miei…"
Sango e Miroku aprirono la bocca per ribattere qualcosa, ma rinunciarono. Kaede aveva ragione. Inuyasha non aveva tutta la colpa; la responsabilità era di quel maledetto mezzodemone chiamato Naraku, era sempre stata colpa sua.


Kagome aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu lo sguardo preoccupato di Inuyasha. Lui si voltò bruscamente, sentendosi osservato.
"Tsè! Stupida! Volevi morire forse?!"
"I…Inu…yasha…?!"
"Zitta, non parlare. Sei debole."
Lei lo osservò per un istante, con gli occhi lucidi di febbre, e automaticamente portò la mano al collo. "La sfera!" Ma lui le aveva messo il prezioso monile sotto gli occhi, pendente dalla catenina. Istintivamente lei fece per afferrarlo, ma Inuyasha glielo impedì "Perché…?" Fece lei con voce flebile.
"Per un po’ la tengo io questa. Saresti in pericolo se qualche spettro ti trovasse ora."
Lei abbassò lo sguardo, e fece per muoversi, ma la fitta al braccio glielo impedì e Kagome ricadde sul futon. L’ho persa durante la battaglia.
"Stupida, te l’avevo detto di non muoverti! Possibile che tu debba fare sempre di testa tua?!" Ribattè stizzito "Quel mostro… la sua bava schifosa ha spezzato la tua catenina. Sai cosa sarebbe accaduto se ti avesse raggiunto il collo più in profondità?!"
Kagome rabbrividì, avvertendo il bruciore alla base del collo, nell’incavo da cui partivano le scapole. Si accigliò. "Non sapevo che quella… cosa…. avesse bava corrosiva… o vuoi rimproverarmi anche di questo?!"
L’hanyou la fissò con un’intensità che quasi la spaventò, poi disse semplicemente "No, quella è colpa mia…"
"Ma…Inu…"
"…se Kirara non fosse arrivata in quel momento, a quest’ora saresti morta!"
La ragazza lo fissò incredula. Lui si sentiva… in colpa? Kamisama, non l’avrebbe rinchiusa di nuovo dall’altra parte del pozzo per non farle correre altri rischi?! No, non gliel’avrebbe permesso, non di nuovo! Lo vide allontanarsi da lei, infilare l’uscio e…
"A CUCCIA!"
L’hanyou si schiantò a terra con un grugnito di disappunto. "CHE CAVOLO FAI?!"
Lei lo guardò seria. "Guai a te se mi porti via la sfera per chiudermi di nuovo nella mia epoca! Giuro che se lo fai…"
L’hanyou la fissò sbalordito, e vide le lacrime formarsi nei suoi occhi. Oh no, l’ho fatta piangere di nuovo! Si alzò a fatica, e le si avvicinò quasi camminando carponi, le orecchie all’indietro per il dispiacere. "No… non piangere! Non voglio chiudere di nuovo il pozzo, la voglio tenere solo per un po’… finché non sarai guarita!" si discolpò.
Lei si asciugò le lacrime col dorso della mano e lo guardò di sottecchi. "Davvero? E sarai capace di proteggerla?"
"Certo che sì!" Esclamò lui orgoglioso. Kagome fece spallucce.
"Va bene, ma io resto qui."
"Come?" Fece spiazzato. Pensava che sarebbe tornata nel suo tempo almeno per farsi curare.
"Hai sentito bene! Non mi fido molto di te, e comunque sarebbe meglio che la tenessi io!"
"Ma non scherziamo! Sei ferita, e poi ti ho detto che non lo sigillo il pozzo!"
"Kagome-san ha ragione Inuyasha, creerò un kekkai per proteggerla finché non guarisce."
Kaede era rientrata con un fascio di erbe fresche, e si apprestava già a tagliarle con fare pratico.
"Tsè! I tuoi kekkai non mi sono mai piaciuti! Sono vulnerabili!"
"Attento a come parli ragazzino!" Fece la miko in tono pericoloso.
"La Shikon no Tama la tengo io vecchia! E questo è tutto!"
"Ma se sei così imbranato da non accorgerti dei pericoli più semplici, come pretendi di proteggere la sfera?!"
"Senti un po’, vecchia, per un errore che ho fatto non intendo essere insultato da te!"
"L’unica volta che l’avevi tu, dopo aver rinchiuso Kagome nella sua era, stavi per fartela sottrarre da uno youkai. Ricordo che fu il piccolo Shippo a recuperarla!"
"Questo non c’entra nulla! La tengo io e basta!"
"Guarda che ti sigillo di nuovo al Goshinboku!" Lo minacciò Kaede impugnando l’arco.
"Dannata vecchia….!" Urlò lui mostrando gli artigli.
"A CUCCIA INUYASHA!" Gridò Kagome cercando di calmare quell’assurda lite.
La miko sospirò. "Questo non lo fermerà per molto Kagome-chan…"
Lei annuì, consapevole della testardaggine dell’hanyou. "Io guarirò presto Kaede-baba, e comunque Miroku e Sango lo terrebbero d’occhio…"
Inuyasha alzò il viso rosso dalla rabbia e dal dolore alla schiena. "Dannata, non sono mica idiota io!"
"No ma sei… distratto! Loro ti staranno accanto e basta! E’la mia ultima offerta, e poi giuro che ti risigillo io stessa!"
Inuyasha fece una smorfia di rabbia, a metà tra uno sbuffo e un ringhio. "Nhhhh! E va bene! Che palle! Devo avere quei due alle calcagna tutto il giorno!" In quella, Miroku gli atterrò sulla schiena già malandata strappandogli un grugnito di sorpresa e dolore; un boomerang noto gli cadde sulla testa poco dopo. "Cazzo, Miroku! – fece con voce strozzata – dove hai messo le mani a Sango stavolta, brutto bonzo maniaco e deviato!"
Lui si schiarì la voce, senza scomporsi dalla testa del povero hanyou. "Sono spiacente Inuyasha, ma volevo solo accertarmi che la divina Sango avesse tutte le ossa a posto dopo la lotta; specialmente quelle della schiena e del… ehm… bacino."
"In poche parole le ha toccato il sedere." Rettificò Kagome alzandosi a sedere con fatica sul futon.
"MIROKU!" Ringhiò l’acchiappa-spettri apparendo sulla soglia. Poi vide Kagome col braccio fasciato e tirò un sospiro "Scusami Kagome, l’ho fatto finire proprio qua dentro…"
Lei la liquidò con un gesto della mano, e indicò il bonzo comodamente seduto sulla schiena di Inuyasha.
"Non mi ha dato noie, e comunque terrà a bada Inuyasha finché non guarirò." Sango la guardò con aria interrogativa, e Kaede si affrettò a rispondere.
"Inuyasha vuole tenere con sé la sfera degli Shikon finché Kagome non guarisce…"
"Bonzo dannato, scendi dalla mia schiena!!" Urlò Inuyasha.
"….e così pensavamo che tu e l’onorevole Miroku…."
"E chi ne ha voglia? Da qui posso scorgere perfettamente le curve delle meravigliose natiche della divina Sango…" Rispose l’ONOREVOLE bonzo.
"…poteste tenerlo d’occhio perché non la perda" Concluse la vecchia Kaede scuotendo la testa.
"Ma certo somma Kaede, con piacere!" Esclamò Sango colpendo Miroku sulla testa con il boomerang e facendogli perdere i sensi.


La yasha alzò gli occhi al cielo tenendo il ventaglio nella mano destra con fare annoiato. Quell’Inuyasha aveva annientato anche lo youkai-cinghiale di suo padre… era davvero ostinato! Per non parlare del frammento di sfera degli Shikon più grande, che per poco non era caduto nelle loro mani! Inuyasha non se n’era neanche accorto, ma poi quella dannata acchiappa-spettri e quel bonzo deviato si erano messi a strillare come aquile, e l’hanyou si era accorto dell’errore.
"Maledetto!" Sibilò a denti stretti, mentre lo Shibugarasu le si posava sulle dita della mano come un canarino. Il corvo gracchiò qualcosa, e lo sguardo della yasha si accese di furbizia e intelligenza.
"Bene bene bene…"


"Perché mi segui?" Fece seccato Inuyasha accorgendosi di lui. Miroku alzò gli occhi al cielo.
"Ma come, l’hai già dimenticato?" L’hanyou lo afferrò per la collottola.
"No dannato, non ho dimenticato che mi starai alle calcagna finché Kagome non sarà guarita, ma io voglio fare una passeggiata DA SOLO, e non voglio che tu mi stia col fiato sul collo!"
Il monaco gli fece cenno di calmarsi, e si aggiustò la tonaca con fare pratico "Come vuoi Inuyasha" Disse allontanandosi; lo vide fissarlo per tutto il tempo, finché non sparì dietro ad un albero. Sarebbe stato alla larga da lui, ma l’avrebbe seguito da lontano per accertarsi che non attaccasse briga con nessuno, irrequieto com’era.


"Houshi-sama?"
"Mia dolcissima Sango… quale onore!" Miroku le mostrò tutto il suo onore com’era solito fare, e l’acchiappa-spettri afferrò la mano del bonzo pizzicandogli dolorosamente la pelle tra due dita.
"Dov’è Inuyasha?" Domandò a denti stretti senza mollare la presa.
"Ha detto di voler stare da solo, lo seguivo da lontano." Rispose lui con voce rotta "Ora mi lascerebbe andare la mano divina Sango?"
Lei lasciò andare, e si preparò a spiare Inuyasha prestando attenzione, di tanto in tanto, alle mani lascive di Miroku.


Naraku accolse l’annuncio della figlia con un gran sorriso. I suoi capelli corvini furono attraversati dalla luce tagliente di un raggio di sole, e Kagura vide qualcosa brillare nei suoi occhi scuri.
"Padre…"
"Sai figlia, dalla mia parte c’è una defunta miko che da un po’ sta lavorando su qualcosa di micidiale. E se è vero che quello stolto di Inuyasha ora ha con sé il frammento più grosso della Shikon, e che la sua femmina è stata ferita dallo youkai e giace indifesa, posso comunicarti con grande gioia che è giunto il momento di usare questa nuova arma."
Kagura fissò il suo sorriso senza capire, e poco distante anche Kanna guardava il padre incuriosita.
Naraku scosse la testa, e la chioma si mosse languidamente sul suo collo. "Non temete, vi assicuro che entro oggi avremo la Shikon quasi intera solo per noi. " Ad un suo cenno apparve un nugolo di strani insetti-serpente, e l’hanyou parlò loro con voce calma e suadente "Andate miei cari. Portatemi Kikyo, e assicuratevi che abbia con sé il gioiello completo; se così non fosse vi do il permesso di privarla di metà delle anime che la tengono in vita" Gli insetti uscirono dalla finestra, attraversando il vetro con un rumore umidiccio come di stracci bagnati, e la yasha seguì affascinata il loro etereo movimento attraverso la materia solida.
Naraku guardò la figlia maggiore con un’espressione divertita. "Se le tolgono metà di quella specie di vita da morta capirà chi comanda!" spiegò.
Ma Kagura era sempre seria, e ora aveva chiuso il ventaglio con un gesto rapido e irritato. "Cosa può aver creato quella miko morta e tormentata da un amore assurdo per quel mezzodemone idiota da poter mettere in difficoltà Inuyasha e la sua femmina?"
Naraku sorrise, e nel suo sorriso la yasha vide una certezza e una spietatezza che le fecero ben sperare.
"Al tempo mia cara…al tempo…"


Inuyasha era inquieto. Odiava vedere Kagome ferita per colpa sua, e se non fosse stato per la promessa di non allontanarla più con la forza, l’avrebbe già rispedita a casa sua! Durante la battaglia si era distratto un attimo, e non si era reso conto di quanto corrosiva fosse la schifida bava di quella creatura orrenda che gli aveva probabilmente spedito Naraku. Distrattamente, si toccò la manica dell’abito dove era stato sfiorato anche lui. Si è fatto furbo quello! Pensò Mostri in grado di tenere lontani gli altri. In effetti, da un po’ di tempo, i suoi combattimenti erano ottimamente coadiuvati da Sango col suo boomerang gigante, Miroku col foro del vento, e Kagome con le sue frecce. Rifletté che lui avrebbe voluto combattere da solo perché era forte e capace, ma si rese subito conto che i tre gli erano stati addirittura indispensabili in certi casi. Diavolo, per dirla tutta gli avevano salvato la vita più di una volta! Addirittura il piccolo Shippo, con le sue pazze trasformazioni, gli era utile per riprendere fiato in situazioni altrimenti insostenibili.
L’hanyou sorrise Amici pensò loro sono miei amici... Si fermò di botto, annusando l’aria a drizzando le orecchie. C’era un demone lì vicino, e anche parecchio pericoloso. E lui era da solo, con il frammento della Shikon no Tama addosso.


"Houshi-sama allontanate la mano o giuro davanti ai Kami che ve le taglio di netto!" Esclamò Sango adocchiando le mani lascive del bonzo avvicinarsi pericolosamente al suo fondoschiena. Odiava essere palpata da quel bonzo, soprattutto perché lo faceva anche con le altre, e lei era una ragazza seria e posata. Sì ma non ti dispiace se lui ti guarda con malizia… le sussurrò la vocina interiore. Oh al diavolo! Miroku era un bonzo affascinante ma volubile; per lui una donna valeva l’altra, e lei voleva sentirsi importante per il suo uomo. Ma lui non è il tuo uomo. insisté la vocina. No, non lo era affatto. Ma ti piacerebbe…
"Oh insomma, basta!" Gridò senza accorgersi che parlava da sola. Fortunatamente scorse la mano morta del bonzo a pochi centimetri da lei, e aveva una scusa plausibile per la sua esclamazione improvvisa.
"Chiedo umilmente perdono divina Sango."
"Si… certo…" fece lei sbuffando.
Lui notò il suo sguardo afflitto, e le domandò cosa la rendesse così pensierosa. Sango ci pensò un attimo, poi si decise. Era una domanda legittima in fondo. "Miroku-sama (Kamisama l’ho chiamato per nome!) cosa rappresento io per voi?"
Miroku la guardò instupidito, e l’acchiappaspettri arrossì. "Cosa intendete dire Sango-sama?"
Mi ha chiamato per nome pure lui!
"Intendo dire… sono solo una donna a cui sfiorare le curve o rappresento… qualcosa di più… concreto?" Incapace di guardarlo, si coprì la faccia con le mani. Silenzio. Sango sbirciò attraverso due dita e lo vide fissarla come assorto.
"Divina Sango?" Dolcemente le scostò le mani dal volto, e improvvisamente lei sentì il cuore partirle al galoppo. Ma cosa mi è saltato in mente?! Kamisamacosahodetto?!
Il bonzo la guardò con due occhi languidi che aumentarono il rossore sulle proprie guance, e per la prima volta da quando lo conosceva, Sango si ritrovò a sperare. Sperare che?! Che fraintenda e ti violenti qui stesso?! Zittì la voce interiore inghiottendo rumorosamente. "Sì?" Riuscì a dire solamente.
"Voi siete l’unica, ripeto, l’unica a cui concederei l’onore di darmi un figlio. Nessuna delle altre donne possiede il vostro fascino e la vostra forza…" Ma fu interrotto dallo Hiraikotsu che gli fu sbattuto con violenza sulla tempia e da una ginocchiata in zone… ehm… dolorose. Sango aveva non solo udito la risposta di uno che aveva in mente sempre la stessa cosa, ma aveva avvertito nuovamente la sua mano palparla con maggior fervore. Visto? L’hai incoraggiato! E stavolta diede ragione alla propria voce interna. Ringraziò il cielo che Inuyasha si fosse messo nei pasticci proprio in quel momento, perché altrimenti Miroku avrebbe scorto le sue lacrime, e lei sarebbe stata costretta a dargli delle spiegazioni che non voleva dargli.


Kikyo entrò nel castello di Naraku accompagnata dai suoi Shinidamachuu come una visione dell’aldilà, e l’hanyou non poté non lasciarsi sfuggire un sorrisetto ironico.
"La signora non va mai in giro da sola a quanto vedo!" La defunta miko lo guardò sprezzante. Era più pallida del solito, e si sorreggeva a fatica. "Oh! Vedo che i miei insetti hanno dovuto convincerti con la forza!" Commentò alzandosi in piedi.
"Maledetto! – sibilò Kikyo – come hai osato soggiogare i miei stessi servitori?!"
L’hanyou fece un’alzatina di spalle. "Beh dovevo assicurarmi che mi avresti aiutato… no?"
"Sai benissimo che avrei avuto bisogno di tempo per attuare quel piano, come diavolo ti è venuto in mente che entro oggi avrei potuto completare…" L’hanyou le mise una mano sulla bocca, azzittendola. Il corpo fittizio reagì scostandolo, ma con poca forza.
"Ascoltami bene donna zombie – l’ironia era sparita dalla sua voce – se vogliamo fottere Inuyasha, non possiamo aspettare oltre. Uno dei miei burattini ha messo momentaneamente ko la tua reincarnazione del cavolo, e ora il tuo amato è solo con la Shikon. Quindi io dico che il giorno per attuare l’inganno è oggi!"
La miko scacciò di nuovo via le sue mani. " Si da il caso che io non abbia gli stessi poteri di quando ero viva, e che mi ci voglia un pochino più tempo per fare certi sortilegi!" Naraku si voltò e rise sommessamente. "Bè?! Che hai da ridere?!"
"Povera sacerdotessa! Ridotta ad usare metà del suo potere di miko! Comunque io sarò clemente. Ti concedo un’ora per terminare il tuo lavoro; nel frattempo terrò occupato quel mezzo cane."
La miko si inginocchiò stancamente sul pavimento, tirò fuori dalle vesti una pallina lucente e la lasciò fluttuare davanti a sé. Prima di concentrarsi definitivamente diede un’occhiata storta all’hanyou in piedi dietro a lei.
"Lo sai che a me basta portarmi via Inuyasha, e che se ho deciso di allearmi a te è stato solo per questo. In fondo sei stato tu ad uccidermi, cinquant’anni fa, potrei anche rivoltarmi contro di te all’improvviso e prendermi Inuyasha da sola. Ci hai mai pensato?"
Da quel momento il dubbio fu seminato nella mente malvagia di Naraku, ma lui represse violentemente la spiacevole sensazione, senza tuttavia liberarsene completamente. Così le rispose in tono forzato e poco convinto. "Ma senza di me non terresti a bada la sua femmina, quindi io ti servo." concluse con più fervore.
Kikyo sorrise. "E’ vero" mormorò mentre le sue mani cominciavano a muoversi attorno al gioiello dell’inganno.


La creatura aveva le sembianze di un orso gigante, e Inuyasha pensò che Naraku stesse giocando con lui. Perché mandargli uno youkai forte ma battibile come quello? Voleva forse distrarlo da qualcos’altro? In effetti l’hanyou sentiva odore di spettro anche in altri punti, e cercò di capire da cosa provenisse, ma l’orso si scagliò su di lui distraendolo.
"Dannato!" Gridò sfoderando Tessaiga e cercando disperatamente il kaze no kizu della creatura. Non sapeva assolutamente dove fosse il frammento della Shikon, ma sentiva il bisogno di eliminare al più presto quello youkai, perché sentiva che c’era ben altro in ballo.
"Inuyasha! Lanciala a me!" Gli gridò Miroku spuntando da dietro un tronco con Sango. Inuyasha alzò gli occhi al cielo imprecando. Lo odiava quel bonzo, ma ammise a se stesso di esserselo trovato davanti proprio nel momento più opportuno. Cercò di pescare la sfera dalla spaziosa tasca del suo kariginu, ma gli sfuggì “Cazzo!”
Sango lanciò il suo boomerang e distrasse il suo avversario, e Inuyasha afferrò la sfera e la lanciò a Miroku.


"Padre…"
"Lo so Kagura… lo so… tira fuori quello che ci ha dato Kikyo quest’oggi."
La yasha strinse fra le mani una piccola sfera di vetro violaceo, e si preparò ad utilizzarla nel modo che Naraku gli avrebbe indicato.


La Shikon volò verso il bonzo in un luccichio, e Sango pensò che se fosse accaduto qualcosa probabilmente Kagome avrebbe mandato Inuyasha a cuccia tante di quelle volte che l’hanyou avrebbe avuto i reumatismi fino alla fine dei suoi giorni. Fu proprio allora che si voltò e vide Kagura col suo dannato ventaglio.
"DANZA DELLE LAME DEL VENTO!" Invocò la yasha sfoderando il suo attacco preferito (dopo quello del balletto dei cadaveri, s’intende) e una specie di tornado fece cambiare traiettoria alla sfera. Lo spostamento d’aria colpì anche Inuyasha, che usò l’enorme lama di Tessaiga per respingere i micidiali legnetti di Kagura. Lo youkai ne approfittò per attaccarlo, distraendolo "Fottiti orsacchiotto!" Gridò pronto a colpirlo. Ma Miroku intervenne col Kazahana "Spostati Inuyasha! Te lo tolgo di mezzo io lo scocciatore!"; in pochi secondi lo youkai-orso sparì nella mano di Miroku.
Mentre Inuyasha cercava di attaccare la yasha del vento con la spada, Sango alzò gli occhi al cielo sperando di scorgere la Shikon sollevata dallo spostamento d’aria. La vide, danzava a tre metri circa dalle loro teste come sorretta da una mano invisibile.
"Houshi-sama lassù!"
Miroku alzò lo sguardo, e gridò a sua volta. "Inuyasha lassù!"
Sango lo guardò urtata "Ma io l’ho detto prima a voi!"
Miroku si tossì in una mano con fare ovvio. "Spiacente Sango-sama, ma io non so volare" La donna arrossì. Kamisama è vero!
"Smettetela di chiacchierare e prendetela in qualche modo! Io voglio fare fuori questa mocciosa una volta per tutte!!" Gridò Inuyasha sprezzante.


Dal suo nascondiglio Naraku si preparò a tendere la trappola recitando una specie di nenia in una lingua sconosciuta.
Kagura gridò qualcosa d’incomprensibile, e dal suo ventaglio si sprigionò una sostanza eterea e bianca come la neve. "Nebbia?" Si chiese Inuyasha incredulo. Ora non vedeva più non solo la Shikon volteggiare in aria, ma neanche Kagura col suo ventaglio infernale… Diavolo non vedeva a un metro dal suo naso!
"NARAKU BASTARDO! QUESTO NON E’LEALEEEEE! KAGURA DANNATA TROIA DOVE SEEEI?!" Gridò l’hanyou scudisciando Tessaiga a casaccio. Dopo qualche colpo a vuoto si fermò. E se avesse colpito Miroku o Sango? Inoltre non sentiva più alcun odore a causa di quella strana nebbia che pareva entrargli in gola, negli occhi, dappertutto, e gli offuscava tutti i sensi. "VAFFANCULO!" Gridò gettando Tessaiga e sedendosi a terra, inerme e sconfitto dentro. Naraku gliel’aveva fatta di nuovo, con un trucchetto stupido ma efficace probabilmente aveva già messo le mani sulla sfera degli Shikon quasi completa.
Poi si aprì un varco, stretto e lungo, ma che gli permise di vedere la faccia sorridente del suo nemico con la coda di cavallo che stringeva la preziosa reliquia. Inuyasha vide Naraku girarsi tra le dita la sfera e tenerla con due sole dita come se volesse lasciargliela vedere un’ultima volta. Incapace di capire, di riflettere, accecato solo dall’ira ha ucciso Kikyo…ha ferito Kagome… con un urlo disumano Inuyasha gli si avventò contro nel momento in cui una freccia gli sibilò a pochi centimetri dalla guancia sinistra. Kagome? Pensò confusamente. La freccia colpì in pieno il braccio di Naraku, che ora aveva un’espressione sbalordita sul volto.
"INUYASHA PRENDI LA SFERA DEGLI SHIKON!" Fu Kaede a gridarlo, e l’hanyou ringraziò i Kami che Kagome se ne fosse rimasta buona buona nella capanna. Comunque per la sfera era troppo tardi. Dopo tutti gli sforzi e le lotte per riunire i frammenti, la Shikon no Tama andava di nuovo in pezzi sotto ai suoi occhi inorriditi.
   
 
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