Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |      
Autore: Verobelieber    09/03/2012    8 recensioni
13 Luglio 1942
Trincea 132- fronte ovest
Ospedale da campo "Ballatoio"
___________________________________
"Rimarrò fino alla fine, è una promessa"
___________________________________
Allora, è una One Short delle 23.46, ammetto che sia un pò macabra e pesante, ma se non vi intimorite mi farebbe piacere che la leggeste :)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13 Luglio 1942
Trincea 132- fronte ovest
Ospedale da campo "Ballatoio"
 
Spari.
Molti se ne sentivano in lontananza, proprio all'inizio della trincea, molteplici spari ricevuti e sferrati.
Urla.
Sia dentro che fuori l'ospedale, se si può chiamare così, questo ammasso di cadaveri e corpi in attesa di morte.
Grida.
Strazianti, che perforavano il cranio, tanto erano acute. Tutta colpa del Dottor Jefferson, incaricato di amputare gli arti dei soldati colpiti, in modo da farli tornare a combattere velocemente.
Ma non avevamo morfina, non avevamo sonnifero, solo qualche bottiglia di vodka. Era una crudele sebbene necessaria amputazione a freddo, come la chiama il dottore.
Io ero qui, una povera ragazza sedicenne, costretta a vedere tutto questo, solo per essere diventata un infermiera volontaria. 
Aiutavo a spostare gli uomini, cucivo qualche ferita superficiale, cercavo di rallegrare i soldati, anche se qui di allegria, nessuno ne voleva sapere.
Pensai per un attimo a mio padre, che stava combattendo sul fronte est, sperai che non avrebbe dovuto mai subire tutto ciò. 
Pensai a mia madre, a casa con mio fratello minore, costretta a fare da sguattera per un pezzo di pane. 
Strinsi i denti al suono dell'ennesimo urlo, dell'ennesima colata di sangue inutilmente. Solo perchè il caporale voleva sfruttare i soldati, fino a prosciugarli fino all'ultima scintilla di vita.
Sciocco!
Finirà per soccombere anch'esso nel giro di una settimana!
Sentì del movimento verso l'entrata di questo pezzo di trincea, alzai lo sguardo curiosa, e desideriosa che sia il messaggiero con buone notizie sul concludersi della guerra.
Ma mi sbagliavo di grosso.
Erano i reduci di un agguato finito in tragedia. Una bomba, mi informò il mio compagno infermiere Frank.
Guardavo con ribrezzo come i dottori dividevano i morti, da quelli salvabili, a quelli che saranno lasciati al loro destino, essendo troppo lungho il procedimento per "rimetterli in sesto".
Ad ognuno di loro incollarono un bigliettino con scritto la gravità del danno fisico, iniziando a portarne alcuni dal Dottor Jefferson.
"Hope!" mi hanno chiamato, omioddio, dovevo tenere compagnia a un altro poveretto morente.
Vi prego no, datemene uno completamente insanguinato, ma con un aspirazione di vita più alta del 40 %!!!
Il sergente si avvicinò piano a me, appoggiando sul mio "tappeto" un ragazzo.
"Molteplici tagli per via dell'esplosione e una pallottola che ha perforato il polmone destro, non so se ha reciso arterie, vedi che puoi fare"
Detto questo tornò sul fronte, lasciandomi qui, con questa povera creatura umana. Lo osservai, era un ragazzo dai capelli chiari, color grano, con una corporatura esile ma abbastanza muscolosa.
Doveva avere più o meno la mia età, cosa che avrebbe peggiorato di più la situazione e il mio lato compassionevole.
Presi un bel respiro e mi inginocchiai davanti a lui, obbligandolo a guardarmi in faccia.
Non era un ragazzo normale, era un bel ragazzo, molto bello. Il viso era intriso di dolore e sangue, cosparso di tagli, ma comunque si potevano vedere i suoi caldi occhi color caramello, che ti facevano venire i brividi con un solo sguardo.
Mi guardava spaesato, confuso, impaurito. Cercai di valutare i danni al corpo, e devo dire che non c'erano tagli profondi, è che erano molti, questo era il problema.
Poi mi ricordai che aveva un proiettile conficcato nel polmone, cosa che gli renderà la respirazione difficile, molto difficile. Mi guardò negli occhi e contrasse la bocca in una smorfia, un sorriso probabilmente.
"Hei" mi sussurrò piano, in un modo quasi impercettibile.
"Hei, ora di disinfetto le ferite, ti pulisco un pò il viso e cerco di vedere cosa posso fare per il proiettile va bene?" gli dissi piano, dolcemente, accarezzandogli i capelli.
Annuì debolmente, cercando di alzarsi per appoggiarsi al muro. Gli feci togliere la maglietta per controllare il danno al torace.
Il proiettile l'aveva attraversato fino al polmone, ma senza recidere arterie o vene altamente significanti. Questo era un bene.
Presi della garza intrisa di alcool, ed iniziai a tamponarglielo sul addome, nel punto di entrata della pallottola. Iniziò a muoversi e mugugnare per il dolore. 
"Shh Non ci pensare ok? Allora come ti chiami?" gli chiesi continuando a tamponarlo. Vidi che strinse i pugni, indurendo i muscoli.
"Justin... e tu?" chiese sempre con voce flebile. Dio che tenerezza che mi fa... Come faccio a dirgli che non posso sarvarlo? Che morirà appena il sangue s'impadronirà degli alveoli polmonari?
"Hope" risposi meccanicamente. Fece una specie di risata, che finì in una smorfia di dolore. "Che c'è da ridere?" è la prima persona che vedo ridere da quando sono qui dentro, non ricordo neanche che si provi.
"No... è che...siamo in una stanza do...dove s'incontra la morte." Prese un respiro per continuare. "E tu ti chiami Hope, cioè Speranza, l'unica co...cosa che potrebbe sal...varci" concluse piano, regalandomi un sorriso smorzato.
Mi bloccai a riflettere.
Già, che nome di merda che mi ritrovo. A me affidano solo quelli sul punto di morte, come se io magicamente potrei salvarli, senza medicine o oggetti giusti.
Mi fai schifo Hope.
"Quanti anni hai Justin?" chiesi iniziando a pulirgli il viso. "Diciassette... e tu?" Solo diciassette... Come può il signore decidere di portare via la vita a un ragazzo così giovane? 
Un ragazzo senza colpe, perchè ancora troppo immaturo per prendersene la responsabilità. "Sedici" risposi piano.
"Fino a diciottanni non puoi uscire dalla trincea per gli agguati, come ti sei ridotto così Justin?" gli chiesi debole, triste. Abbassò la testa, come per vergogna e rimorso.
"Ho...ho finto di essere maggiorenne, per aiutare la mia patria" Ma questo è completamente rincoglionito! Come può buttare la sua vita così, sapendo di rischiare la morte?
Mi bloccai a guardarlo, aveva ancora la testa piegata. Gliela sollevai con due dita, avvicinandomi al suo viso stanco e dolorante.
"Perchè Justin?" chiesi triste cercando di leggere qualcosa ald i là di quel bellissimo caramello.
"Non lo so, forse per...sentirmi un eroe....sai no, la fama del sol....dato..." rispose abbassando lo sguardo.
"Questa è una cosa stupida! A cosa ti ha portato? E Justin? A cosa?" chiesi esasperata, per un attimo dimenticando il motivo per cui mi trovavo lì.
Sollevò lo sguardo per fissarmi negli occhi, poi si girò a guardare l'ammasso di corpi senza vita, e il Dottor Jefferson che si apprestava all'enesima amputazione.
Tornò con lo sguardo su di me, non emettendo parola.
"Esatto Justin, a niente di positivo, guarda, guarda dove sei finito, l'hai detto tu stesso, una stanza della morte! Adesso potevi essere tranquillo in città a fare il cameriere o il bidello, vivere la tua vita, trovare l'amore, avere dei figli, invece no! Sei qui, con una pallottola nel petto! Porca miseria Justin!!" Ok stavo esagerando, sbraitavo dietro a un ragazzo in fin di vita, mi sentivo una persona orribile. "Perchè non posso farlo? Vi..vivere la mia vita intendo..." mi bloccai.
E ora, che cavolo gli dicevo? Deglutì rumorosamente, e lui iniziò a guardarmi con occhi supplicanti. "Dimmi la verità... Non c'è l'ha farò vero?" chiese triste, la voce incrinata dal pianto.
Scossi piano la testa, in segno di negazione, mentre giurai di sentirmi delle lacrime scendere per il condotto lacrimale. 
Dai Hope, sei abbituata ormai, hai smesso di piangere per ogni soldato che ti affidavano, perchè ora lo stai per fare?
"Bè... una cosa positiva c'è stata..." disse mentre una lacrima gli scese per il volto. "Quale?" chiesi piano. "Ho incontrato te" ripose sorridendo.
Questi ragazzi che sul punto di morte cercano di abbordarti, li trovo carini.
Asserì piano con il viso mentre lui si avvicinava. "Sai di essere bellissima?" mi chiese, per poi riappoggiarsi al muro, stanco. Gli sorrisi, da quanto non lo facevo?
Da quanto non mi sentivo corteggiata? Da quanto non avevo sapporti stretti con un ragazzo? Troppo oramai.
Vidi la paura impadronirsi dei suoi occhi caramellati.
Il sangue dev'essere arrivato agli alveoli, quindi ora si sarebbe sentito come quando trattieni il respiro per troppo tempo sott'acqua: torni su veloce cercando di annaspare più aria possibile, ma sei ancora pieno d'acqua.
Solo che l'acqua poi esce, il sangue no.
Iniziò ad affannare, facendo uscire dei gemiti mozzati a metà gola. La sua mano si allungò velocemente fino a raggiungere la mia, che intrecciò con le dita.
Rimasi sorpresa da quel gesto, anche se avrei dovuto aspettarmelo. Chi altro aveva ora se non me?
Mi avvicinai, andandomi a posizionare infianco a lui, con la schiena contro il muro. Iniziò a tossire, sputando qualche goccia di sangue.
"Shh adesso passa tranquillo, pensa a qualcosa di felice ok?" gli dissi, cercando di rassicurare più me che lui.
"H..o... pa...u..ra" sussurrò balbettando, ormai senza forza. Strinsi di più la sua mano. "Ci sono io, rimarrò fino alla fine, promesso"  gli dissi ferma.
Lui apoggiò la testa sulla mia spalla, continuando ad ansimare.
"Hopeeee!" era la voce del sergente. "Si sergente?" chiesi titubante. "Che ci fai ancora lì con lui? Hai fatto il possibile, ora vai da un altro!" disse indicando un ammasso di soldati con il dolore stampato in viso.
Justin alzò piano il capo, strinse di più la mia mano e guardò il sergente con occhi supplichevoli.
"No sergente, ho fatto una promessa, e le promesse si mantengono, l'ha insegnato lei stesso" affermai fiera. "Sei una brava ragazza Hope..." disse guardando Justin.
Il sergente mi fece il saluto per poi tornare dagli altri. Sorrisi debolmente a Justin, a cui ormai rimaneva qualche minuto.
"Prom...me...tti...mi che vivr...ai... la tu...a vi...ta" disse sibilando, oramai non era neanche un sussurrò, non aveva più forze.
Unì la mia fronte con la sua e gli sorrisi, mentre una lacrima mi scese sul viso.
"Te lo prometto Justin, se tu mi prometti che mi guarderai ogni tanto da lassù" gli dissi accarezzandogli piano i capelli. "Veglie...rò...su...di te" lo abbracciai, stando attenta a non schiacciarlo troppo.
I suoi occhi si stavano per chiudere, mi sentivo impotente più che mai, non potevo fare assolutamente niente per salvarlo.
"Ba...cia...mi" sibilò di nuovo. Voleva che lo baciassi? No magari ho sentito male!
"Cosa?" chiesi incredula. "Ti pre..go" alzò di poco il capo, per avvicinarsi alle mie labbra, distanti pochi centimetri dalle sue.
Non sapevo cosa fare, in una circostanza diversa avrei rifiutato, ma guardai i suoi occhi color nocciola supplicarmi, e non so come mi ritrovai a sfioragli le labbra.
Erano soffici come cotone, ma sapevano di sangue e lacrime mischiati insieme. Non rispose al bacio, semplicemente perchè non aveva più forze, sentì solo che esercitò una lievissima pressione, per farmi capire di essere soddisfatto.
Quando mi staccai, Justin non era più con noi, la sua anima aveva lasciato il suo corpo ormai sfinito e piegato dal dolore.
Lo strinsi forte al mio petto, baciandogli la testa.
 
Il giorno dopo uscì dall'ospedale di campo, dalla trincea, dalla mia lotta contro la guerra, per provare a tornare a vivere, per mantenere la promessa fatta.
 
10 years later
"Ok ci siamo, ancora un altro sforzo, eccolo!!!" sentì le labbra di Matthew posarsi delicate sulle mie, per poi staccarsi sorridendo. 
Ricambiai, per poi appoggiare la testa sul letto, sfinita e confusa. "Guardate, è un bellissimo maschietto!" disse l'infermiera consegnandomi la creaturina e poggiandola sul mio petto.
Matthew lo baciò e tornò a guardare me, felice. "Come vuoi chiamarlo?" mi chiese accarezzandomi i capelli.
"Justin"
 
 
 
Look me!!
Hei belle!! Non chiedetemi da dove mi sia uscita, mi è venuta questa idea delle 23.46 e tac, è venuta fuori questa One Short...
So che è un pò macabra e pesante, ma spero ugualmente che vi piaccia :)
Sarebbe gradita una recensione, solo così per curiosità!
E Grazie a tutte quelle che seguono la mia altra storia, siete stupende davvero :D
Baci Vero
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Verobelieber