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Autore: Jane The Angel    10/10/2006    1 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ufficio di Silente

Quando la mattina seguente, la mattina degli esami, si svegliarono, Hermione, Ron e Harry si recarono in Sala Grande parlando sottovoce di ciò che era successo loro la sera precedente. Quando si sedettero al tavolo, Neville arrivò e si sedette accanto a Ron, che era seduto di fronte a Hermione e Harry. Neville li salutò, squadrandoli da sotto in su in qualche modo impaurito, poi si servì una porzione di uova strapazzate e un paio di fette di bacon e iniziò a mangiare silenziosamente, lanciando a volte delle rapide occhiate ai tre amici.

-Dicono che siete andati nella Foresta Proibita, ieri notte. È vero?- si decise finalmente a domandare quando ormai aveva finito una delle fettine di bacon e stava per passare all’altra.

Hermione, Harry e Ron annuirono e Neville lanciò loro uno sguardo impaurito e pieno di rispetto. –E… com’è? Fa così paura come dicono? Io sarei terrorizzato!- esclamò Neville con la voce che tremava un po’ alla sola idea.

–Terrificante.- disse Hermione. Ron rincarò la dose –Terribile.- Harry si limitò ad annuire e a comunicare con uno sguardo agli amici di non dire nulla di ciò che in realtà avevano visto. Naturalmente Hermione e Ron avevano già deciso di non raccontarlo, ma Neville disse –Malfoy racconta a tutti che avete incontrato un uomo incappucciato che vi voleva uccidere e che lui l’ha ucciso con una fattura.-

A questo punto Ron non riuscì a trattenersi ed esclamò, contrariato –Malfoy? Ma se è fuggito come un coniglio appena l’ha visto!-

Hermione tirò all’amico un calcio sugli stinchi con tutte le sue forze, ma ormai Ron aveva confermato quella parte del racconto di Draco.

–Allora è vero che c’era un uomo incappucciato! Non avete avuto paura? Malfoy dice che ve la siete fatta sotto, ma visto che dice anche che lui l’ha ammazzato…- esclamò Neville.

–Chiaro che abbiamo avuto paura, però non ce la siamo fatta sotto!- protestò Harry lanciando un’occhiata al tavolo di Serpeverde dove mentre Malfoy parlava i compagni attorno a lui si voltavano parecchie volte verso di loro, ridacchiando e indicandoli a dito. Anche alcuni Corvonero erano attorno a Malfoy e ascoltavano il suo racconto, anche se non erano convinti come i Serpeverde della verità di ciò che il ragazzo diceva.

Hermione, Harry e Ron fecero colazione in fretta, mangiando solo un po’ di bacon, poi fecero per alzarsi ma il familiare fruscio dei gufi che entravano dalla finestra ricordò loro che stavano ancora attendendo la risposta dei genitori di Hermione e di Ron, perciò si sedettero.

Un allocco grigio decisamente spennacchiato si posò davanti a Ron e fu immediatamente imitato da un gufo color paglia, che atterrò un po’ più delicatamente. In effetti l’allocco, che si rivelò essere Errol, il gufo di Percy, finì nel piatto vuoto di Harry e sarebbe scivolato fino alla fine del tavolo se Harry non fosse stato abbastanza veloce nell’afferrarlo.

Entrambi i volatili avevano una busta attaccata alla zampa, tuttavia mentre la busta di Errol era di pergamena giallognola scritta sicuramente con una piuma d’aquila quella legata al gufo della scuola era una normale busta da lettere babbana. I due ragazzi presero ognuno la sua busta e la aprirono, estraendo il foglietto con trepidazione.

Sapevo che quella scuola era estremamente pericolosa, Hermione, ma nonostante questo abbiamo deciso di permetterti di frequentarla. Tuttavia sembra che quel mondo abbia su di te una cattiva influenza, perciò io e tua madre abbiamo deciso di venire a prenderti questa settimana per riportarti a casa, dove riprenderai a frequentare la tua vecchia scuola con le tue amiche. Abbiamo già mandato una lettera alla professoressa McGranitt, che ci ha mandato una lettera, come sai, per informarci di ciò che avevi fatto. La professoressa ha parlato con il vostro preside, Albus Silente, che si è dichiarato d’accordo a riceverci questo sabato per sistemare le cose. Perciò ci rivedremo tra pochi giorni.

Un bacio

Papà

Hermione rimase lì, ferma, imbambolata, fissando il foglio di carta con le mani tremanti.

Ron, che aveva appena letto la sua lettera, disse –Beh, me l’aspettavo. Ci hai delusi profondamentecosa diavolo ti è saltato in testa... perché non prendi esempio da Percy invece che da quelli scansafatiche di Fred e Georgebell’esempio da dare a Ginnynon è passato neanche un anno e gia combini guai… le solite cose. Sono due anni che le scrive a Fred e George. A te cos’anno detto Hermione? Hermione? Hermione? Stai bene?-

Hermione alzò gli occhi dalla lettera e guardò negli occhi i due amici –Mi riportano a casa.- disse con voce bassa e tremante.

Ron ed Harry spalancarono gli occhi. –Ma… non possono! Sei la migliore della scuola… e poi non hai fatto niente di così terribile…- disse Harry cercando di suonare tranquillizzante.

–Vedrai, Hermione, Silente non lo permetterà.- disse Ron rassicurante.

–Silente ha detto… che possono venire questo sabato… domani… guarda, è scritto qui.-

Harry e Ron lessero velocemente la lettera, poi si alzarono di scatto –Forza, dobbiamo dire a Silente che non può… che non vuoi andartene.-

-Già. Alzati, Hermione. Ci faremo dire da Fred e George dov’è l’ufficio di Silente.-

Hermione, mentre le lacrime le riempivano gli occhi, sorrise agli amici e si alzò. I tre si incamminarono verso Fred e George, che sedevano insieme a Lee. Mentre George mangiava dei toast al prosciutto, Fred e Lee giocavano a Sparaschiocco.

–Voi lo sapete dov’è l’ufficio di Silente?- domandò Ron.

–Corridoio del secondo piano a destra… c’è una statua di una fenice e due gargoyle di pietra… devi dire Sorbetto al limone a uno dei due e appare la scala…- rispose George senza alzare lo sguardo dalla partita del fratello e dell’amico.

–Grazie!- esclamarono in coro i tre amici, poi corsero fuori dalla Sala Grande. Dovevano sbrigarsi se volevano parlare con Silente prima dell’inizio degli esami. Sapevano che trasgredire le regole un’altra volta non sarebbe stata la cosa migliore per convincere i genitori di Hermione a permetterle di rimanere a Hogwarts.

Arrivarono trafelati al corridoio indicato da George e videro, alla fine di esso, la statua della fenice e i gargoyle di pietra. Si avvicinarono e Harry disse a quello a sinistra –Sorbetto al limone.- il gargoyle abbassò il capo con fare ostile, come se non ritenesse possibile che loro potessero avere la parola d’ordine dell’ufficio di Silente. La fenice d’oro iniziò a girare lentamente su se stessa, alzandosi sempre di più. Sotto alla fenice si alzava una scalinata di marmo bianco.

Hermione, Harry e Ron saltarono sul terzo gradino e la fenice li portò sempre più in alto, finchè non si fermò davanti a una porta di legno ad arco con la maniglia color oro lavorata. Ron afferrò la maniglia e la piegò, aprendo la porta. Entrarono in una stanza circolare al cui fondo si aprivano due scalinate, una destra e una a sinistra, che portavano allo stesso piano sopraelevato. La maggior parte dell’arredamento della stanza era d’oro, di bronzo e di legno scuro. C’era una scrivania con una piuma d’aquila e un calamaio che sembrava d’oro massiccio e accanto ad essa, su un trespolo d’oro, era poggiata una fenice dalle piume che da rosse divenivano gradualmente dorate.

Quando i tre entrarono nell’ufficio la fenice alzò le ali e arruffò le piume. Era l’uccello più regale che avessero mai visto. Hermione, Harry e Ron si avvicinarono all’uccello e lo accarezzarono lentamente per non turbarlo. La fenice tuttavia non sembrava turbata, anzi quando smisero di accarezzarla lei beccò leggermente la manica della divisa di Harry per convincerlo a continuare ad accarezzarla.

-Cosa fate qui voi tre?- domandò la voce profonda di Silente proveniente dal piano sopraelevato. Hermione, Harry e Ron si voltarono di scatto e videro il preside poggiato al mancorrente di legno.

-Professore, i miei genitori…-

-Non può essere d’accordo…-

-Non è stata solo colpa di Hermione…-

-Ragazzi, ragazzi… vorreste parlare uno alla volta, per favore? Grazie.-

Fu Ron a prendere la parola per primo –Professor Silente, i genitori di Hermione vogliono riportarla a casa!-

-E io non voglio andare a casa, professore!-

-Già, non può fare qualcosa…- stavano di nuovo parlando tutti insieme. Il professor Silente alzò una mano per frenare il fiume di parole e domandò –Io non ho nessuna intenzione di permettere che la signorina Granger lasci la scuola, a meno che lei non me lo chieda espressamente. E a quanto ho capito, lei non ha alcuna intenzione di farlo, sbaglio?- il professore fissò intensamente Hermione negli occhi, che disse –No, voglio rimanere.- con la voce più decisa che riuscì a trovare.

–Bene. Domani arriveranno i tuoi genitori, Hermione, così potremo convincerli a cambiare opinione. Ora, direi che sarebbe meglio se voi tre andaste in classe.-

-Grazie… professor Silente…- disse Hermione arrossendo. Ora, in effetti, si vergognava del modo in cui erano piombati nell’ufficio del professore. A giudicare dal modo in cui dissero Arrivederci al preside anche Harry e Ron avevano la sensazione di aver esagerato.

Uscirono dalla stanza e, dopo essersi chiusi la porta alle spalle, scesero velocemente le scale. Non appena ebbero superato l’ultimo gradino la fenice dorata iniziò a ruotare su se stessa nella direzione opposta di quella usata per alzarsi e in breve le scale scomparvero. Hermione, Harry e Ron percorsero velocemente il corridoio che li portava all’aula di Difesa e vi entrarono. Fortunatamente non erano in ritardo e gran parte della classe non era ancora arrivata. Si sedettero in ultima fila, in uno dei quattro banchi da tre posti presenti nell’aula.

-Speriamo che Raptor non abbia ancora ceduto e che non abbia detto a Piton come superare la sua protezione per la pietra…- disse Ron mentre il professore entrava nell’aula, un fascicolo di fogli in mano –Bene, raga… ragazzi. Io vi con… controllerò du… durante gli es… es… esami. Que… questi sono di Difesa, Tras… Trasfigurazione, Poz… poz… poz… Pozioni, di tutto, insomma.- Raptor distribuì tre fogli ciascuno e tutti, quando Raptor diede loro il via, iniziarono a scrivere freneticamente.

-Non è stato tanto male, no? Tutti dicono che gli esami finali a Hogwarts sono terribili, ma io gli ho trovati abbastanza piacevoli.- commentò Hermione.

-Parla per te! Avete visto? A me è sembrato che è rabbrividito un po’ quando ha detto pozioni. Più del solito, intendo.- disse Harry mentre, tre ore dopo, i tre uscivano dalla classe e si dirigevano verso la Sala Grande.

Il resto della giornata passò in un battibaleno, soprattutto perché non ebbero altre lezioni, e anche la notte. Era strano pensare a come passava in fretta il tempo se non volevi che arrivasse un certo momento, ma in un battibaleno arrivò il giorno seguente.

Quella mattina Hermione, Harry e Ron si trovarono in Sala Comune e poi scesero insieme a far colazione in Sala Grande, anche se Hermione non aveva molta fame. In effetti aspettava con trepidazione che i suoi genitori arrivassero. Ma quella mattina non fu avvisata dell’arrivo di nessuno e quando andò a pranzo Hermione aveva ormai i nervi tesi come corde di un violino.

Dopo pranzo Hermione, Harry e Ron salirono in Sala Comune e iniziarono a fare i compiti. Tirarono fuori un foglio di pergamena ciascuno e il libro di pozioni, Infusi e pozioni magiche. Ron lesse ad alta voce il titolo del tema: Gli usi della mandragola e della radice di iperico nella preparazione delle pozioni. Dopo aver scritto il titolo in cima al foglio a protocollo, Ron bagnò la punta della piuma d’aquila nel calamaio e poi, tenendola a qualche centimetro di distanza dal foglio di pergamena, fissò Hermione e disse –Allora? Quali sono gli usi della mandragola e della radice di iperico nella preparazione delle pozioni?-

-Mi fa piacere, signor Weasley, che lei si impegni così tanto per fare da solo i suoi compiti.- Hermione, Ron ed Harry si voltarono di scatto e sobbalzarono. Proprio dietro di loro c’era la professoressa McGranitt seguita dai genitori di Hermione, che si guardavano attorno un po’ imbarazzati. Nella Sala Comune alcuni ragazzi scoccavano occhiate curiose ai due babbani, ma dopo appena un paio di secondi tornarono a occuparsi delle cose veramente importanti: Calì e Lavanda ricominciarono a blaterare sul bel fisico di Cedric Diggory di Tassorosso, Oliver e Angelina ripresero a parlare della prossima partita di Quidditch, Dean e Seamus si concentrarono nuovamente sulla loro partita a sparaschiocco, Percy riuscì a sgridare Alicia e Kati, perché ridacchiavano troppo forte e Fred, George e Lee continuarono a cercare di decidere dove lanciare la loro nuova super-caccabomba: se davanti all’ufficio di Gazza o in Sala Trofei.

-Io… no, veramente…- cercò di scusarsi Ron.

–Si, certo, sono sicura che aveva un ottimo motivo per copiare dalla signorina Granger. Perché cambiare le proprie abitudini dopotutto? Ma non è questo che ero venuta a fare… Signorina Granger, vuole venire con me, per favore?- Hermione lanciò uno sguardo ai suoi genitori e con gli occhi cercò Ron e Harry. Erano preoccupati quanto lei e lanciavano a Christine e Maxwell sguardi incerti.

–Possiamo venire, professoressa?- domandò a un certo punto Ron. La professoressa riportò lo sguardo sui due ragazzi.

–Si, la prego!- esclamò Harry.

–Non credo che ci siano problemi… ma forse il professor Silente preferirà che voi aspettiate la vostra amica fuori dall’ufficio. Comunque potete venire fino là.- accordò la professoressa dopo qualche secondo di silenzio. Harry e Ron si alzarono e si avvicinarono a Hermione, che salutò i suoi genitori.

-Fermi, stranieri! Cosa vi porta nelle nostre… oh, mi scusi professoressa McGranitt.- disse un quadro che ritraeva un cavaliere con una spada argentata come la sua armatura.

–Buongiorno, Sir Cadogan.- salutarono Hermione, Harry e Ron mentre passavano. La madre e il padre di Hermione lanciarono ai tre uno sguardo stralunato e continuarono a seguire la professoressa finchè non giunsero davanti alla statua della fenice con i gargoyle ai lati.

Sorbetto al limone- disse la professoressa. Come era successo il giorno prima apparvero le scale e la McGranitt, Hermione, Maxwell e Christine salirono.

–Potter, Weasley, rimanete qui.- disse con voce severa la professoressa. Entrarono nell’ufficio di Silente e si chiusero la porta alle spalle. Silente era seduto alla sua scrivania, le punte delle dita unite e fissava un punto imprecisato del tavolo. Quando chiusero la porta non diede segno di essersi accorto del loro arrivo.

I quattro attesero un paio di minuti. Hermione vide chiaramente che i suoi genitori si stavano scambiando sguardi poco convinti, poi la professoressa McGranitt si schiarì rumorosamente la voce.

Il professor Silente alzò tranquillamente lo sguardo verso di loro e apparve addirittura leggermente sorpreso –Oh. Vi prego di scusarmi, non mi ero accorto del vostro arrivo. Sedetevi, avete fatto un lungo viaggio, immagino.- con un gesto della bacchetta fece apparire tre sedie davanti alla scrivania, poi disse –Professoressa McGranitt, gradirei rimanere da solo con Hermione e i suoi genitori. E mentre esce, potrebbe dire al signor Weasley e al signor Potter di smettere di origliare da dietro la porta? Grazie.-

In effetti, quando la professoressa McGranitt aprì la porta per uscire, Harry e Ron caddero in avanti, sul pavimento. La professoressa li fece uscire e chiuse la porta.

-Bene. A quanto o capito voi volete riportare Hermione a casa.- disse il professor Silente con voce pacata.

Christine annuì –Si. Questa scuola è pericolosa. Noi non vogliamo che lei corra dei rischi e…-

-Mi perdoni se la interrompo, signora Granger, ma vorrei precisare che non è certo mia abitudine sottoporre i miei studenti a prove o compiti per la quale non ritengo siano all’altezza.- non c’era traccia di minaccia o di irritazione nella sua voce. Christine arrossì un po’, ma Maxwell continuò, imperterrito –Sono sicuro che è così, ma so benissimo che questa non è la scuola adatta per mia figlia. Tornerà alla scuola alla quale era iscritta.-

Silente osservò per qualche secondo i signori Granger da sopra la punta delle dita, poi sorrise e disse –La cosa strana è che voi sembrate… e sottolineo sembrate, perché non mi permetterei mai di elargire giudizi su persone che vedo per la prima volta nella mia vita… come dicevo, sembrate convinti di poter prendere questa decisione senza consultare la diretta interessata. Vostra figlia.-

-Nostra figlia non ha ancora l’età giusta per prendere decisioni così importanti, professore.-

Hermione, non appena sentì questa frase, protestò –Ma non è vero! Io sono abbastanza grande per…- Silente la zittì alzando una mano –Hermione, non credo che sia questo il modo adatto.- disse rivolgendosi alla ragazza, che dopo aver annuito iniziò a giocherellare nervosamente con la punta della cravatta dorata e scarlatta, lo sguardo fisso sul preside, aspettando di sentire come sperava di convincere i suoi genitori a farla rimanere e tifando silenziosamente per lui.

-Vorrei portare alla vostra attenzione alcuni piccoli, insignificanti particolari che forse non avete notato.- muovendo la bacchetta verso uno scaffale questo si aprì e una cartellina volteggiò verso di loro, fino a posarsi sopra la scrivania, proprio davanti a Silente. Era una cartellina dorata con un’elegante scritta scarlatta

Hermione Granger

Scuola di Magia e Stregoneria di

Hogwarts

Grifondoro

1° anno

Giudizi e Punizioni

-Questa, signori Granger, è la cartella didattica di vostra figlia, per così dire. Contiene tutti i voti di Hermione nonché i giudizi di alcuni insegnanti e… anche le note dolenti, ovvero le punizioni e i punti che le sono stati tolti. Scoprirete che Hermione pare perfettamente in grado di risolvere problemi che per la sua età io stesso giudico forse fuori dalla sua portata. Il fatto che lei e i suoi amici se la siano sempre cavata egregiamente e i suoi ottimi voti dovrebbero farvi capire perché per vostra figlia è senza alcun dubbio utile frequentare questa scuola.-

Silente aprì la cartellina lasciandola appoggiata sul tavolo in una posizione tale che permettesse a tutti e quattro di leggere –Già da subito Hermione ha iniziato a collezionare ottimi voti.- Silente indicò una casella con scritto all’interno Trasfigurazione: trasfigurare un fiammifero in un ago>10.

Sotto la casella di trasfigurazione c’era però un’altra casella, questa volta con i contorni rossi. Christine la indicò e domandò –E quella?- il professor Silente guardò cosa avesse indicato la signora Granger e disse –Oh, certo, un intervento non richiesto durante la lezione di Pozioni. Niente di grave.-

Il professore voltò pagina parecchie volte e mostrò un dieci di Incantesimi, due di Difesa contro le Arti Oscure, altri tre di Incantesimi e quattro di Trasfigurazione. Dopo aver visto un nove di Pozioni (anche se non le dava mai dieci da quando era diventata amica di Harry e Ron, il professor Piton non poteva darle voti al di sotto del nove visti i suoi compiti) il professor Silente voltò pagina e arrivò al trentuno di ottobre. La sera di Halloween. Maxwell indicò un rettangolo particolarmente evidenziato e disse –E questo? Cos’è?- domandò.

Il professore sospirò e li guardò attraverso gli occhiali a mezzaluna –Questo potrebbe non piacervi, temo. Sono stati tolti cinque punti a Hermione.-

-E per quale motivo?- domandò Christine lanciando un’occhiata alla figlia. –Durante il banchetto di Halloween si è introdotto nella scuola un troll di montagna e… beh, la versione ufficiale è che Hermione, Harry e Ron sono andati a cercarlo.- Hermione notò che la voce del professore era scettica. Guardandolo negli occhi Hermione capì che lui sapeva cos’era successo realmente. Sapeva tutto. Ma allora perché non aveva detto nulla? Notò distintamente che Silente le fece l’occhiolino e lanciò un’occhiata ai suoi genitori.

–Un troll? Sarà stato estremamente pericoloso! Questa non è altro che una ragione in più per…-

-Signor Granger, mi perdoni se interrompo. Sembra che io abbia questa brutta abitudine, la prego di cercare di sopportarmi. Ad ogni modo, non crede che il fatto che Hermione, Ron e Harry siano più che sani significhi che qui imparano a difendersi da ciò che li aspetta là fuori?-

-Professor Silente, mi chiedo dove mai mia figlia dovrebbe correre il rischio di incontrare un troll di montagna!- esclamò Maxwell.

–In montagna?- tentò Hermione.

-No, cara, perché non metterai mai più piede nel mondo magico e…- Silente interruppe nuovamente Maxwell –Il mondo magico, signor Granger, non è diviso da quello non magico tramite una barriera. Così come lo fanno i maghi, anche le creature magiche possono passare da un mondo all’altro con estrema facilità.-

-Ma è sicuramente più pericoloso nel mondo magico! Non posso permettere che mia figlia corra dei rischi.- ribattè Christine. A questo punto Hermione intervenne nuovamente –Mamma, ai tempi di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato i suoi sostenitori uccidevano i babbani tanto per divertirsi! Non sarebbe meglio se io fossi in grado di difendermi?-

-Ma, come hai detto, ai tempi di quello lì, non oggi.- replicò Maxwell che iniziava a spazientirsi. Il professor Silente, con voce pacata come sempre, disse –Io non credo, signori Granger, che questo sia del tutto esatto. Anche se sono ormai dieci anni che il signor Quello lì non si vede, questo non significa che è morto. La maggior parte di noi è convinta che, nonostante sia ormai senza forze, Voldemort sia ancora vivo. Inoltre non tutti i Mangiamorte, i suoi seguaci, sono stati catturati. Fuori da Azkaban ancora molti Mangiamorte attendono il ritorno del Signore Oscuro.-

Maxwell e Christine fissarono il professor Silente, ancora più terrorizzati.

–Permettetemi di farvi notare, inoltre, i voti di Hermione nella Difesa contro le Arti Oscure. Senza dubbio lei, Harry e Ron sono i migliori del loro anno. Se continuassero potrebbero davvero fare molta strada.-

-Tu senti qualcosa?-

-No, e tu?-

-Niente. Aspetta sento dei…- la porta si aprì e il professor Silente sorrise a Harry e Ron, rannicchiati vicino alla porta per sentire qualcosa di ciò che avveniva dentro l’ufficio -…passi.- concluse Ron imbarazzato.

–Nel caso vi fosse sfuggito qualche passaggio, i signori Granger hanno deciso di far rimanere Hermione a Hogwarts.-

Harry e Ron saltarono in piedi, un sorriso incredulo sulle labbra. Si scambiarono un sorriso con Hermione, che uscì dall’ufficio con i suoi genitori.

-Volete fermarvi per cena, signori Granger?- domandò Silente –Sono sicuro che gradirete le nostre pietanze.- esclamò invitante. Christine scosse la testa e Maxwell disse –No, la ringrazio. Arrivederci.-

-Credo che sia meglio se Hermione, Harry e Ron vi accompagnino all’uscita. È facile perdersi a Hogwarts. Arrivederci.- il professor Silente chiuse la porta del suo ufficio e Harry, Ron, Hermione e i suoi genitori scesero le scale. Proprio come il giorno precedente non appena scesero l’ultimo gradino la fenice girò dalla parte opposta e le scale scomparvero.

In una decina di minuti arrivarono in Sala d’Ingresso e aprirono il portone.

–Vi accompagno alle carrozze.- decise Hermione. Ma appena uscirono in cortile insieme a Ron ed Harry, quest’ultimo lanciò un’occhiata alla capanna di Hagrid. Un debole fumo usciva dal camino del guardiacaccia, l’unico elemento dell’abitazione fatto di pietra invece che di legno. Harry si bloccò e afferrò Hermione e Ron per un braccio. I due si voltarono e anche Christine e Maxwell guardarono Harry senza capire.

-Dobbiamo andare da Hagrid. Ora.- disse Harry. Hermione aggrottò le sopraciglia –Accompagno i miei genitori e poi…-

-Hermione riguarda la… la…- Harry lanciò ai due amici un occhiata significativa così che i due capirono immediatamente cosa intendeva. Hermione si voltò verso i suoi genitori –Scusate, ma… io non… devo andare… è per gli esami.- disse. Salutò i genitori e poi, con Harry e Ron, si avviò verso la capanna. Mentre camminavano Harry spiegò –Non vi sembra strano che quello che Hagrid desidera di più è un drago e che, guarda caso, uno straniero si presenta proprio con un uovo di drago in tasca?- Hermione capì ciò che intendeva Harry.

Quando finalmente giunsero alla capanna del guardiacaccia lo trovarono seduto sui tre scalini di pietra che portavano alla porta d’ingresso mentre cuciva qualcosa che a giudicare dalla forma poteva sembrare lontanamente una sciarpa color scarlatto.

–Ehilà, ragazzi! Pare che Grifondoro va bene, no? Se vince la partita di domani ha la coppa per voi.- disse allegramente Hagrid continuando a sferruzzare allegramente. In effetti nell’ultima partita contro Tassorosso il Grifondoro aveva vinto, ma Harry non rispose e arrivò al punto senza giri di parole –Hagrid… com’era fatto l’uomo che ti ha dato l’uovo di Norberto?- domandò.

Hagrid lo fissò e poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, disse –Non lo so, non l’ho mai visto in faccia. Aveva il cappuccio. C’è gente strana alla Testa di Porco.- commentò. Harry spalancò gli occhi sbalordito ed Hermione disse –Ma… insomma, avrete parlato, no? Cosa ti ha detto?-

-Mi ha chiesto che lavoro faccio e io gliel’ho detto. E lui allora mi chiede di che genere di bestie mi occupo… non è che mi ricordo tanto, ero un po’ brillo… ma voleva sapere se ero in grado di occuparmi di Norberto e io ci ho detto che dopo Fuffy non era un problema.-

Hermione, Ron e Harry sbiancarono e quest’ultimo domandò -… sembrava interessato a Fuffy?-

-E certo! Mica ci capitava tutti i giorni di incontrare un cane così!-

-E che… che cosa ti ha chiesto?- domandò Ron con voce flebile. Ormai tutti e tre avevano intuito ciò che era successo.

–Oh, beh, mi ha chiesto se non mi aveva mai dato problemi, ma io ce l’ho detto. Ci ho detto che ogni animale c’ha il suo trucco, prendi Fuffy: appena sente un po’ di musica diventa un agnellino…- Hagrid si interruppe di botto –Oh, no! Dimenticate cosa ho detto, chiaro? Ehi, voi tre! Dove state andando?- esclamò.

________Nota di Herm90

Siamo quasi alla fine!

Spero che questo chappy sia piaciuto, e ringrazio molto GiulyWeasley e Keloryn per i commenti dello scorso capitolo...

Bacioni a tutti!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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