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Autore: TooLateForU    10/03/2012    34 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIRLS THEY WANT HIM, GUYS THEY WANNA BE, WHO’S THAT BOY...
Questo capitolo è moltomoltomolto importante per la storia, ragazze. Quindi occhi bene aperti (?)
Mi sento like a boss perché ho risposto a tutte le 14 recensioni #olè
Che poi, 14 RECENSIONI SOLO AD UN SOLO CAPITOLO! Vi giuro, quando le ho contate non potevo crederci!
Primo perché in matematica faccio cagare, e secondo perché non mi sarei mai aspettata tante recensioni, ahxbahvsbxsnbxsj. Siete magnifiche, i love youuuuuu to space and back!
Grazie anche alle 62 persone che seguono questa storiella, alle 43 che l’hanno aggiunta ai preferiti e alle 6 che l’hanno aggiunta alle ricordate #sicommuove
E grazie anche a tutti coloro che leggono in silenzio, vi amo todos (?)
P.s. la frase in alto è tratta da Who’s that boy di Demi Lovato :)

 
 
 
 
 
“A che scuola va?” chiese Malik, mentre sfrecciavamo velocemente tra la folla di gente sul marciapiede, senza una meta.
“Alla Garden, su Churchill Street..Ho controllato tutti i bar su quella strada, e non c’era.” Risposi, passandomi una mano tra i ricci.
Zayn annuì impercettibilmente, prima di lanciare uno sguardo allo schermo del cellulare “Sono le sei meno dieci…In quasi due ore potrebbe essere andata anche a Manchester.”
“Rassicurante.” Commentai sarcastica “Comunque Charlie non sa prendere la metro, quindi sarà sicuramente a piedi.”
Malik fece una smorfia concentrata, facendo schioccare la lingua sul palato “Secondo me è ad un parco.” Disse infine, deciso.
“Un parco?”
“Un parco.”
“Grandioso, davvero.” Esclamai, facendo cadere le braccia sui fianchi “A Londra ci saranno un’ottantina di parchi, siamo a buon punto.” Continuai, con evidente sarcasmo.
“Se tu la finissi di lamentarti e cominciassi a camminare più veloce magari finiremmo prima di domani mattina.” Ribattè lui, critico.
E il peggio è che aveva ragione.
Malik accelerò il passo, e io dovetti quasi correre per raggiungerlo. Gli lanciai un’occhiata di sbieco, ma lui aveva uno sguardo indecifrabile, assolutamente neutro.
Sebbene fosse un irritante stronzo menefreghista ed io non avrei mai accettato di salire su una metro con lui, mi stava inspiegabilmente aiutando.
Avrei dovuto ringraziarlo.
..
Magari dopo.
 
“Quindi, ad Hyde Park non c’era, a Regents Park nemmeno, vicino a Buckingham Palace neanche..” ricapitolò Zayn, e mi venne davvero voglia di scavalcare quel muretto su cui ero appoggiata e gettarmi nel Tamigi.
Sospirai, e nascosi la testa fra le braccia.
“Voglio uccidermi.” Mormorai.
“Non qui ti prego, sarebbe davvero scontato buttarsi nel fiume.” Mi rispose intelligentemente Malik.
Alzai gli occhi al cielo, anche se lui non poteva vedermi. Restai ferma in quella posizione ad auto-commiserarmi per quelli che mi sembrarono secoli, finchè non lo sentii sbuffare.
“Andiamo Calder, non è divertente litigare con te se stai per suicidarti.” Si lamentò.
Non risposi, perché non riuscivo a pensare ad una risposta diversa da ‘Chiudi quella fogna Malik.’
Ad un tratto sentii qualcosa pizzicarmi un fianco, e sobbalzai. Mi girai verso Zayn, che sorrideva beffardo.
“Mi hai pizzicato un fianco?” domandai tra i denti, anche se suonava più come una minaccia.
Lui alzò le spalle “Forse sì, forse no..Chi lo sa?”
“Ti prenderei a sberle a volte. Anzi no, sempre.”
Sorrise di nuovo, mettendo in mostra la dentatura perfetta. Poi mi diede un altro veloce pizzico sul fianco, e saltai come una molla.
“Smettila!” urlai, dandogli una spinta. Zayn scoppiò a ridere, e strappò un sorriso anche a me.
Aveva una risata divertente, profonda ma..Divertente.
“Sei una sagoma, Calder.”
“E’ un insulto?”
Sembrò pensarci su un attimo, poi scrollò le spalle “Naah..Comunque, torniamo a cercare tua sorella?”
Quelle parole fecero sparire il mio sorriso, che aveva resistito per ben cinque secondi. Annuii, mentre il silenzio calava di nuovo gelido su di noi.
Riprendemmo a camminare fianco a fianco, mentre io calciavo debolmente una lattina vuota di coca cola.
“Com’è fatta tua sorella?” chiese d’un tratto, distogliendomi dai miei pensieri.
Alzai un sopracciglio, scettica “Ha dieci anni, Malik. Mi sembra eccessivo persino per te.”
“Idiota, lo so. Magari potresti darmi qualche dritta per riconoscerla, tu che dici?”
“Ha i capelli biondi, ma non biondi come quella puttana della Peters..” precisai, e lo vidi abbozzare un sorrisetto divertito “Biondi grano, più o meno, ricci, molto ricci e lunghi come i miei. Sarà un metro e quaranta o giù di li..”
“Ah, la tua altezza quindi!”
Gli lanciai un’occhiataccia, prima di mollarli un pugno sul braccio. “Cretino.” Lo apostrofai, gentilmente.
Lui non voleva togliersi dalle labbra carnose (carnose? Avevo davvero pensato carnose?) quel sorrisetto soddisfatto e divertito, mentre si aggiustava la giacca rossa e bianca della Columbia “Non ho niente contro le ragazze basse, comunque.” Continuò.
“Ci mancherebbe!” esclamai “E comunque, le ragazze basse sono più femminili.”
Malik mi squadrò dall’alto in basso, prima di assentire leggermente con la testa “Vero, ma dimostri molti meno anni di quanti ne hai. Ti fanno entrare nei locali?”
“E tu puoi entrare nella metro?”
Ruotò gli occhi al cielo “Questa non era divertente.” commentò.
Alzai lo sguardo da terra, e riconobbi la torre dell’orologio in lontananza. Le grandi e pesanti lancette segnavano le sei e venti del pomeriggio, e sicuramente i miei stavano tornando a casa.
Merda.
“I miei mi uccideranno.” Ragionai ad alta voce.
“Probabile.”
Sbuffai, lanciando un’occhiataccia a Zayn “Grazie per il supporto morale, è davvero efficace.” Gli dissi, sarcastica.
“Comunque anche io una volta ho perso mia sorella. Nel parcheggio del centro commerciale.” Rispose, con un’alzata di spalle.
“Hai una sorella? Che tragedia! Per lei.”
Mi fece il verso, infilando una mano nella tasca dei jeans ed estraendo un pacchetto di sigarette “Non diresti così se la conoscessi. Penso sia l’unica ragazza capace di tenermi testa in tutto il Regno Unito.” Si accese la sigaretta, e fece un tiro prima di voltarsi a guardarmi con un sorrisetto.
“Insieme a te, ovvio.” Aggiunse.
Feci un’espressione compiaciuta, aggiustandomi teatralmente i capelli come ad imitare le superstar. “Sì, lo so!”
“Non esultare, è solo perché non mi sto impegnando con te.”
“Oh, certo, perché nessuno resiste al fascino tenebroso di Zayn Jawacoso Malik, giusto?” lo presi in giro, guardandolo dall’alto in basso.
Soffiò del fumo davanti a sé, che velocemente si perse nell’aria “Credimi, saresti la prima a pregarmi per anche solo un bacio.” Continuò, sicuro di sé.
 “Tu non mi conosci, non puoi saperlo.”
Mi guardò malizioso “Mi stai per caso sfidando?”
Alzai un sopracciglio, confusa “E quale sarebbe la sfida?” domandai, ovvia.
“Chi prega per primo l’altro di dargli un bacio, ovvio.”
Scoppiai a ridere, di gusto “Questa sarebbe la scommessa? Ho già vinto, non ti conviene.” Lo misi in guardia.
I suoi occhi si accesero alla parola scommessa, e si piazzò completamente davanti a me, tagliandomi la strada.
Diede un’ultima boccata di fumo, prima di lanciare a terra la cicca “Se tu mi pregherai di baciarti per prima, dovrai venire a letto con me.” iniziò, deciso.
Strabuzzai gli occhi, e se avessi avuto dell’acqua in bocca gliela avrei sputata in faccia.
“Stai scherzando?”
“Sono serissimo.”
Scrutai nei suoi occhi marrone cioccolato (ancora con questi aggettivi?!) per vedere se fosse uno scherzo, ma sembrava fare sul serio.
Che cazzo di condizione era? Sarebbe stato una specie di stupro!
Ma io non avrei perso, ovviamente.
“Va bene, ma se sarai tu a pregarmi per primo di baciarti..” lasciai la frase in sospeso, pensando ad una condizione abbastanza dura.
Quando la trovai un sorriso soddisfatto illuminò il mio viso “..Dovrai urlare nella mensa che sei gay!”
Vidi la pelle scura di Zayn impallidire, prima che scoppiasse in una risata nervosa “Scordatelo Calder, non accadrà mai.” Sottolineò bene il ‘mai’, ma io scrollai le spalle e gli porsi una mano.
“Ci stai o non ci stai?” chiesi, sbrigativa. Se ci avessi pensato un secondo di più non avrei accettato, quindi era meglio muoversi.
Fece schioccare la lingua sul palato, prima di stringermi vigorosamente la mano. Poi con un movimento fulmineo mi tirò a lui.
“Prepara un completino sexy, hai già perso.” Soffiò a voce bassa, vicino al mio orecchio. Ebbi un brivido, ma fu solo un attimo.
“E tu prepara un megafono, dovranno sentirti fino a Dublino.” Risposi a tono, prima di allontanarmi velocemente dal suo viso.
“Dobbiamo ancora trovare mia sorella, Malik, quindi non restare lì fermo come un’idiota ed aiut..”
Non finii di formulare la frase, perché un risata squillante e familiare mi invase le orecchie. Mi girai verso la mia destra, e vidi le lunghe trecce bionde di mia sorella che tutta ridente se ne stava con due ragazzine, vicino ad una cabina telefonica.
Sentii il cuore salirmi in gola, fare una capriola, precipitare nel vuoto e poi tornare al suo posto. Un misto tra l’enorme sollievo ed un’inspiegabile furia assassina.
“CHARLOTTE!” urlai, correndo verso l’altra parte della strada. Vidi i suoi occhi saettare velocemente sulla mia figura, e un sorriso si aprì sul suo viso.
“Ciao Liz! Queste sono Tamara e Julie, e ve..”
Non la lasciai finire e la travolsi in un abbraccio da orso semi-ubriaco, facendola anche roteare in aria.
“Liz, Liz, non di fronte a tutti!” sibilò, mentre cercava di allontanarmi tirandomi i capelli.
“Charlie Charlie Charlie, prometto che non ti picchierò più con lo scopettone, non strapperò i tuoi poster di Hannah Montana e non lascerò morire di fame i prossimi pesci rossi che comprerai!” cantilenai, troppo felice per far caso agli sguardi confusi delle sue amiche nane.
“Va bene, va bene ma lasciami!” strillò, e finalmente mi decisi a posarla per terra. Era diventata tutta rossa sulle guance, e le trecce prima ordinatissime ora erano un groviglio confuso.
Ma chissene, l’avevo ritrovata. I miei non mi avrebbero sciolta nell’acido e io non mi sarei gettata nel Tamigi.
Avevo quasi voglia di ballare per quanto ero felice. Avrei potuto inventare una coreografia!
Passo a destra, passo a destra, scrollata di spalle, scivolata a sinistra..
Scossi la testa, e tornai a concentrarmi su Charlie “Va bene, adesso muovi il culo e andiamo a casa.” Dissi, prendendola per un braccio e trascinandola via velocemente.
“Ehi, dovevo salutare le mie amiche!” protestò, ma io feci finta di non sentirla. Incrociai lo sguardo di Malik, che si era seduto sul muretto del ponte, assolutamente a suo agio.
“Rimani qui, io torno subito.” dissi a Charlie, che subito fece per tornare indietro dalle sue amiche. La riacciuffai bruscamente per un braccio.
“Cazzo merda, Charlie! Sono quasi morta oggi pomeriggio per cercarti, vedi di non perderti di nuovo!” la ammonii, e lei con uno sbuffo incrociò le braccia al petto, innervosita.
Mi allontanai da lei, girandomi indietro solo prima di fermarmi davanti a Malik, giusto per controllare che ci fosse ancora.
Lui la stava guardando, con la fronte aggrottata “Bhè, vi assomigliate.” Decretò.
“Veramente lei è bionda con gli occhi azzurri ed io sono mora con gli occhi verdi.” Era forse diventato daltonico tutto d’un tratto?
“Il resto della faccia, intendo. E anche nei modi. Ti sta uccidendo con lo sguardo.” affermò divertito, prima di tornare a guardami.
“Sei venuta a ringraziarmi?”
Ruotai gli occhi al cielo, una cosa che facevo spesso quando ero con lui. Mi sarei slogata i bulbi oculari un giorno all’altro..
“Sono venuta a dirti che non sei stato troppo d’impiccio mentre cercavo mia sorella.” Parafrasai, perché non avrei mai detto ‘grazie’ a Zayn Malik.
Lui scese dal muretto, e ci trovammo a pochi centimetri di distanza. Aveva davvero delle lunghissime ciglia nere intorno agli occhi, e la pelle sembrava..Non so, levigata? Tipo quelle che si vedono nelle pubblicità delle creme L’Orèal.
Bhè era una bella pelle, fine della storia.
“E’ inutile che ti sforzi, Calder. Ho molta più esperienza di te..” prese un mio ricciolo, e se lo arrotolò lentamente tra le dita. Trattenni istantaneamente il respiro, ed indurii ogni muscolo.
Eravamo eccessivamente vicini.
Mi stava guardando in modo eccessivamente malizioso.
E faceva eccessivamente caldo. Quante cavolo di felpe mi ero messa addosso?!
“E so cosa piace alle ragazze..” continuò, la voce talmente bassa che faticai quasi a capire. Lo sentii avvicinarsi ad una mia guancia, e voltai bruscamente il viso.
“Non puoi baciarmi se non te lo chiedo io.” Gli ricordai, deglutendo a vuoto.
Non mi piaceva quando faceva così. Lui non mi piaceva in generale, ma quando si comportava come uno..uno..come il cretino che era, ecco, lo odiavo davvero.
Mi faceva sentire strana. Sentivo le viscere aggrovigliarsi inspiegabilmente, e mi sembrava faticoso anche respirare.
Non mi piacevano quelle sensazioni.
Malik sorrise tranquillo, passandosi una mano tra i capelli come a ravvivarseli “Neanche sulla guancia, suorina?” mi prese in giro.
“Ringrazia che ti permetta di respirarmi accanto.”
Scrollò le spalle, come se quello che dicessi gli scivolasse solo addosso “Come vuoi..Ci vediamo lunedì, Liz.
Mi salutò con il mio nome di battesimo, prima di voltarmi le spalle e prendere a camminare in un’altra direzione.
Liz, mi aveva chiamata Liz.
Ma chi cazzo l’aveva autorizzato a chiamarmi così?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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