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Autore: Daisy Pearl    10/03/2012    8 recensioni
Avete mai pensato che possa essere la cattiva la protagonista di una storia?
Marguerite non è nè santa nè dolce. Tutt'altro.
Lei sà giocare ad un gioco particolare, un gioco di sguardi ed è abituata a vincere.
Ma cosa potrebbe accadere se un paio di begli occhi verdi dovessero batterla per la prima volta in questo strano gioco?
Bè leggete e scopritelo!
Attenti agli sguardi!
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di...'
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GLANCES GAME -- GIOCO DI SGUARDI




CAP 7

Un rumore assordante mi riempiva le orecchie.
Mai una volta che si potesse dormire in santa pace accidenti. Mugugnai in quello stato di semi incoscienza nel quale mi trovavo e cercai di pormi il cuscino sulle orecchie, in modo da non sentire …
Sarebbe stato bello se lo scocciatore mattutino se ne fosse andato. Ma naturalmente, cosa avrebbe avuto di meglio da fare la mattina, se non rompere le scatole a me?
Considerando lo scocciatore, niente. Dopotutto io ero il suo passatempo preferito.
“Andiamo Maaaaaaaaaaaar!!!! Lo so che ci sei tanto eh? È inutile che ti nascondi!” la voce ridacchiò mentre continuava a bussare insistentemente alla porta della mia stanza.
Mi vennero in mente in quel momento una cinquantina di modi per uccidere lentamente una persona. Sospirai affranta. Mi mancava la materia prima. Non possedevo né un coltello, né una pistola, e non ero neppure sveglia abbastanza per vincere un corpo a corpo, o uno sguardo a sguardo con lui.
“Entra deficiente!” biascicai tirandomi le coperte fin sopra la testa.
La porta si aprì e si richiuse.
“Ma allora stavi ancora dormendo!” si finse sorpreso.
“Ma come? Non ti è suonata la sveglia?” continuò sghignazzando.
Feci uscire gli occhi da sotto la coperta e lo fulminai con lo sguardo.
“Te ne vai?” biascicai. Dovevo riprendermi!
“EEEEeeeeeeemmmh NO!!!!” esclamò illuminandosi.
“Ma che ore sono?”
“Le sei e trenta!!” mi rispose sempre più soddisfatto.
Mi misi a sedere velocemente. Fui talmente brusca che quasi lo spaventai.
“Coooosa?”.
Il suo sorriso divenne talmente ampio da andare oltre le orecchie. Si stava divertendo fin troppo. Si sedette sul letto vicino a me.
“Ma tu sei un cretino!” esclamai circondando il suo collo con le mie mani iniziando a scuoterlo.
“Pazzo, deficiente me la paghi!” dissi continuando la mia opera.
“Mmm dovrei farlo più spesso!” replicò maliziosamente.
Lo guardai sbigottita. Rischiava la morte eppure continuava a fare il don Giovanni. Sì, era decisamente stupido.
Mi prese i fianchi e mi attirò verso di sé, facendo aderire il mio corpo al suo.
Fu allora che mi resi conto in che razza di posizione ero finita per cercare di strozzarlo.
Ero finita a cavalcioni su di lui.
Rob si stava eccitando, insomma dopo avermi spinta verso di lui lo sentivo. Bè sicuramente il mio abbigliamento faceva la sua parte.
Se il mio striminzito pigiamino poteva definirsi un indumento.
Passò le mani sulle mie cosce nude. Possessivamente.
Era bravo. Sapeva accarezzare. Stavo decisamente perdendo la razionalità.
Il problema era che con Rob questo era un problema. Un grosso problema. Non si poteva mai abbassare la guardia con uno di noi.
Poi io e lui non ci eravamo mai spinti così avanti. C’eravamo limitati a qualche strusciamento e qualche bacio provocatore. Insomma! CON LUI NON POTEVO ANDARE OLTRE!
E non volevo.
Però decisi di usare la situazione a mio vantaggio. Mi avvicinai sensuale alle sue labbra e sospirai “Dovrei tentare di ucciderti più spesso …”.
Lui annuì impercettibilmente continuando a tenermi stretta a sé.
Mi spostai verso le orecchie.
“Buon giorno Rob!” gli sussurrai prima di iniziare a mordicchiargli il lobo.
Sentii la sua presa sui miei fianchi aumentare, farsi più possessiva.
Sentivo i suoi respiri accelerare.
Era il suo corpo stesso a urlarmi di andare oltre.
Come poter ignorare un simile richiamo? Ghignai. Alla fine quel risveglio sarebbe stato divertente.
Iniziai a percorrere con le mani il suo corpo.
Mi insinuai sotto i pantaloni senza slacciarli, avvicinandomi alla sua mascolinità.
Lui era decisamente eccitato.
Ghignai più che soddisfatta. Mi avvicinai alle sue labbra e iniziai a baciarlo.
Il bacio iniziò dolce per poi crescere e diventare sempre più passionale. Focoso. Caspita se mi voleva.
Era il momento.
Presi il suo labbro inferiore tra i miei denti e …
Lo morsi. Con tutta la forza che avevo. Lui indietreggiò di colpo sorpreso.
Mi alzai in piedi e incrociai le braccia al petto. Sorrisi. Obbiettivo raggiunto.
“Ma cos …” iniziò, ma non lo lasciai finire. Mi avvicinai minacciosa al suo viso.
“La prossima volta che mi svegli prima della sveglia lo faccio con il tuo pissellino!” gli dissi beffarda.
Poi mi allontanai. Lui si alzò. Sembrava scosso. Dopotutto non era bello essere mandati in bianco.
La sua irritazione mi mandava in estasi. Estasi. Era proprio la parola giusta.
Poi, per infastidirlo ulteriormente, decisi di vestirmi davanti a lui.
Iniziai lentamente a sfilare i pantaloncini che indossavo.
Lui, che intanto stava controllando i danni al labbro si bloccò di colpo. La mia soddisfazione arrivava alle stelle.
Proseguii col togliermi la canottiera.
Riassunse il suo solito ghigno.
“Ti piace il masochismo eh?” ammiccò.
“Mi dispiace non sono dotato di frusta…. Ma vedo che si possono usare anche i denti!”. Si avvicinò e me li mostrò con finta minacciosità.
“Non ti sto provocando Rob!” precisai, ormai in biancheria.
“Mm, mm!” annuì focalizzando l’attenzione sui miei seni.
“Caren ce le ha più grosse …” si limitò a dire.
“Cosaaa?” chiesi leggermente infastidita.
“Ti dà fastidio eh?” sogghignò più che soddisfatto della mia reazione.
“Essere paragonata a lei si!” ribattei facendo una smorfia “E’ come cercare di mettere a confronto miss universo e una nerd! Insomma la nerd avrà tette, ma Rob …” e mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra “ … non c’è paragone …” conclusi con voce suadente.
Lui deglutì a vuoto. Cercava di non mostrarsi debole. Cercava di non farmi vedere che crollava davanti al mio fascino.
Cercava, appunto. Ma ottenne scarsissimi risultati.
Una rinnovata gioia esplose in me e mi tuffai nella valigia, che ancora non avevo disfatto, per cercare qualcosa da mettermi.
Lui era rimasto lì immobile. Stregato. E tutto ciò senza usare i trucchetti. Avevo sempre sottovalutato il potere di essere donna, ma due volte in due giorni questo nuovo potere aveva mostrato i suoi frutti.
Alla grande. Diciamo che avevo un punto in più di Alan così. Un organo che lui non possedeva …
“Allora colazione?” gli domandai prendendo la borsa.
“Yes baby!” rispose con ritrovata allegria.
“Bene!”. E chiusi la porta alle nostre spalle.

“Mi sembri stanca! Ti sei svegliata presto sta mattina?” mi domandò retorico non appena raggiungemmo la strada. Gli dedicai un falso sorriso. Voleva provocarmi. Fantastico! Io non gliel’avrei permesso!
“Bè a dir la verità ho avuto una serata movimentata!”.
Sbarrò gli occhi. Non si aspettava una simile risposta. Si riprese immediatamente.
“Bè anche io e CAREN …” iniziò alzando il volume della voce mentre faceva il nome di quell’essere “ … abbiamo lavorato parecchio …” un po’ di suspances, dio voleva sempre essere così teatrale. Sbuffai e lui concluse “ …sotto le coperte!”.
“Complimenti Rob! Hai battuto il tuo record! Ci hai messo una mattinata a finire una frase!” ridacchiai.
Lui si finse offeso.
“Allora non ti racconto niente!” mugugnò mettendo un muso falsissimo e girando il volto dall’altra parte. Era un pessimo attore.
“Noooo ti prego …” iniziai sarcastica. “Come farò se non mi racconti della tua nottata con quella cosa??” finsi dei singhiozzi.
“Rob, sono distrutta!”.
Lui sghignazzò di fronte alla mia reazione.
“Allora ti dovrò raccontare tutto!” esclamò. Ci mancò poco che si mettesse a saltare come un bambino di 5 anni che ha appena ricevuto un regalo.
Alzai gli occhi al cielo e lui precisò “L’hai voluto tu!”.
Sbuffai.
3, 2, 1 OFF. Il mio cervello era stato spento. O almeno così sperai. Purtroppo sentii tutto quel vomitevole racconto.
“Bè devi sapere che lei si è comprata apposta per ME …” e sottolineò le ultime parole “… un completino mooolto sexy. Insomma Mar! Dovresti iniziare ad usarli anche tu!”.
Odiavo essere paragonata a quella ragazza. E lui lo sapeva. Puntava su questo. Sospirai.
Lo guardai sbattendo le palpebre in modo civettuolo “Non mi sembrava che prima ti dispiacesse più di tanto il mio completino …”.
“Colpito!” disse ridendo. Rob che ammetteva una sconfitta? Ci doveva essere sotto qualcosa.
“Andiamo a letto?” infatti.
“Cretino!” ribattei tirandogli uno schiaffo sul braccio.
PAZZA! Non sai cosa ti perdi!”.
“Immagino potrei chiederlo a Caren… oh già è vero! Lei non ha nessuno con cui paragonarti!” conclusi con un sorriso perfido sulle labbra.
“Perché ama solo me!” esclamò convinto Rob.
“Si certo!” risi. Era proprio sciocco.
Non capivo se lo credesse davvero. Ma una cosa era certa. Caren poteva essere anche la più debole del gruppo, ma noi non amavamo, non ne avevamo le potenzialità e le capacità, fine del discorso. Neppure se Robert fosse stato il tipo più affascinante del mondo ( e non lo era) Caren si sarebbe innamorata di lui!
Continuammo con le battutine finchè non raggiungemmo il bar nel quale ero stata il giorno prima con Josh, Terry e Mike.
Entrammo e prendemmo posto.
Una cameriera piuttosto giovane, probabilmente una studentessa, si avvicinò.
“Cosa volete ragazzi?” e lanciò un’occhiata piuttosto eloquente a Rob. Bleah!
Naturalmente, figuriamoci se a lui fosse passato inosservato quel gesto. Assunse l’espressione da conquistatore più assurda che potesse trovare. Mi dovetti impegnare per trattenere le risate.
Invece la ragazza sembrava esserci cascata. Guardava Rob negli occhi estasiata.
Poi la vidi perdere nel suo sguardo.
“Vuoi uscire con me?” chiese leggermente trasognata.
“Rob!” esclamai tirandogli un calcio sulla gamba.
“Ahi!” si lamentò lanciandomi un’occhiataccia. La ragazza arrossii e si volatilizzò.
“Daaaaai non puoi usare i trucchetti davanti a me e sperare che io non me ne accorga!” riflettei come se fosse ovvio.
Lui fece spallucce.
“Tanto era comunque già ai miei piedi! Ho solo accelerato i tempi!”.
“Oh povera Caren! Stasera non farà proprio niente!” ghignai di fronte a quella prospettiva.
La cameriera tornò al nostro tavolo bordeaux.
“Oh d-dimenticati di p-prend-dere le ord-d-dinazioni!” lanciò un’occhiata fugace a Rob e, se possibile, arrossì ancora di più.
“Brioches alla nutella e un caffè!” ordinai prontamente.
La ragazza però non scriveva. Era troppo imbarazzata.
Sbuffai spazientita. Doveva capitare proprio a noi quella stordita?
Le strappai il blocchetto dalle mani e scrissi la mia ordinazione mentre Rob allungò la mano verso di lei.
“Piacere. Io sono Robert Swish!”.
“M-madeline!” rispose l’altra porgendogli la mano. Lui la afferrò con la sua e la accostò alle labbra.
Il baciamano, BLEAH!
Non esisteva nessuno al giorno d’oggi che ancora faceva il baciamano. Io gli avrei vomitato in faccia ad uno così.
Madeline invece sembrava in estasi, come se una delle creature più affascinanti del pianeta la stesse degnando della usa attenzione.
Osservai Rob in quei brevi secondi e rimasi sorpresa. Non stava usando i trucchetti. Stava imparando anche lui ad usare il suo fascino di uomo. Infondo non era brutto, ma insomma c’era di meglio.
Ma naturalmente quale ragazza non pensava che occhi azzurri e capelli biondi fossero la combinazione perfetta.
La combinazione perfetta non faceva l’uomo perfetto.
“Stasera alle 5 sarò qui allora!” esclamò Rob con quell’espressione da latin lover.
Ridacchiai. Era troppo divertente.
La ragazza annuì soddisfatta. Sicuramente non appena fosse sparita alla nostra vista avrebbe lanciato un gridolino di gioia. Quanto erano prevedibili le donne.
Ringraziai il fato per essere diversa. Ringraziai il fato perché mi portò ad Alan.
“Visto?” mi domandò Rob interrompendo bruscamente il filo dei miei pensieri.
“Cosa?”
“Che ho fascino!”. Risi. Di gusto. Sciocco e narcisista, se avesse potuto si sarebbe fatto sé stesso.
“Sì certo!” ribattei caricando le parole di sarcasmo.
Lui si finse offeso e mise il muso.
“Mar!” nel sentire il mio nome pronunciato con così tanta contentezza mi voltai.
Mike si stagliava sull’ingresso, bello e misterioso, come sempre.
Sorrisi. Avevo fatto colpo. Non gli era bastata una notte. Voleva di più.
Lo salutai con la mano e con voce civettuola gli urlai “Daaai Mike vieni a sederti!”.
Vidi dipingersi sul volto di Rob lo stupore. La mia gioia si moltiplicò. Non era l’unico ad aver fatto conquiste.
Mike, contento delle mie attenzioni nei suoi riguardi, si avvicinò con passo sicuro e spavaldo al nostro tavolo, seguito da Josh che sbadigliava senza ritegno.
Il primo prese posto accanto a me, l’altro vicino a Rob.
“Come mai così mattiniera?” mi domandò con un sorriso malizioso Mike. Una domanda ricca di sottintesi. Sottintesi che mi richiamavano alla mente quella notte. Sì, forse avrei potuto concedergli il bis.
“Avevo voglia di incontrare gente interessante …” risposi lanciandogli uno sguardo accattivante.
Lui si indicò “Parli di me?” si finse sorpreso.
Annuì.
“Ehm ehm!” Rob tossicchiò per farsi notare. Sbuffai e con voce stanca dissi “Mike, Josh, lui è Rob!”.
Mike sicuro di sé gli porse la mano cercando i suoi occhi. L’errore più grave che potesse fare.
Vidi per una frazione di secondo Mike immobilizzarsi e Rob fissarlo con odio.
Perché odio? Non capivo. Capivo solo che mi dava fastidio che lo stesse facendo davanti a me.
Gli sferrai un calcio, fu costretto a distogliere lo sguardo da quello di Mike.
“Ahi!” sibilò. Mike si comportò come nulla fosse. Dopotutto on poteva accorgersi di niente.
“E comunque è mattiniera perché l’ho svegliata io!” esclamò sorridendo sicuro di sé a Mike.
Lui fece spallucce, era evidente che le sue parole non gli interessavano. Ero io l’oggetto del suo desiderio.
“Allora … pensi di essere libera sta sera?”. Non rimasi sorpresa dalla domanda.
“Mmm dovrei consultare la mia agenda …” dissi.
“Ah! È liberissima!” si intromise Rob. Lo fulminai con lo sguardo. Ma perché doveva sempre rovinare tutto. io stavo cercando di giocare con quel ragazzo, di farlo diventare a mia marionetta e tutto senza usare le mie facoltà, e lui cosa faceva? Distruggeva sotto i miei occhi tutti i miei tentativi.
“Anzi! Potreste uscire con me e con quella ragazza là!” continuò indicando Madeline.
“Uh-uh carina eh!” ridacchiò Josh che si era appena risvegliato dal letargo.
“Eeee sì!” aggiunse Robert guardandomi con aria di sfida.
Ci aveva invitati a uscire con loro per mettermi i bastoni tra le ruote! Voleva far crollare tutti i miei progetti, o comunque ostacolare qualsiasi cosa avessi in mente.
Probabilmente si sarebbe considerato soddisfatto se io fossi stata mandata in bianco.
Voleva la guerra? E guerra avrebbe avuto. Ma io avrei giocato sporco!
“Per me è ok!” risposi alla proposta di uscita di Rob con esagerata allegria.
Lui rimase sorpreso della mia reazione, ma si riprese immediatamente.
“Fantastico!” si entusiasmò.
“Alle 8!” precisò Mike prima di alzarsi.
Ammiccai “A dopo!” sussurrai con la voce più sexy che ero in grado di fare. Funzionò. Mise possessivamente una mano dietro la mia nuca e avvicinò il mio viso al suo. Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra. Sarei stata felice di concedergli il bis.
Mentre si allontanava mi leccai le labbra come se volessi fargli vedere che volevo sentire il suo sapore.
“E tu te la fai con quello?” domandò schifato Rob.
“Zitto che tu te la fai con Caren!” ribattei inviperita.
“E’ meglio di quello là!” ribattè stizzito.
“Se tu andassi a letto con Mike la penseresti in maniera diversa …” sospirai maliziosamente. Tutto per farlo innervosire. Ci riuscii. Sembrava davvero poco soddisfatto di non essere riuscito ad avere l’ultima parola. Così per evitare che ribattesse mi alzai.
“Grazie per avermi offerto la colazione!” ridacchiai. Il conto da pagare era un buon risarcimento per avermi svegliata alle sei e mezza. Quella sera ci sarebbe stata la mia vendetta. Ghignai alla prospettiva.
Ma avrei dovuto aspettare ore per attuare il mio progetto. Nel frattempo avrei dovuto seguire le lezioni.

Presi posto in fondo, il più in fondo possibile. Volevo poter avere una perfetta visuale sui miei compagni di corso, avrei sempre potuto trovare una cavia ancora migliore del topo con gli occhiali che avevo difeso il giorno prima.
Sospirai. Non avevo la minima voglia di fare lezione, ma d’altra parte ero curiosa. Non sapevo niente di psicologia, psichiatria e quant’altro. Senza contare che tutto ciò mi sarebbe servito. Sarebbe servito a essere come Alan.
La mia grande ambizione.
“S-scusami …” la ragazza con gli occhiali del giorno prima era comparsa al mio fianco. Ma che coincidenza.
Sul mio volto si aprì un sorriso di soddisfazione.
“Dimmi!” mi rivolsi a lei gentilmente.
“Io, ecco io … sì bè volevo ringraziarti …” iniziò fissandosi le scarpe piuttosto in imbarazzo. “P-er quello che hai, bè che hai fatto ieri!”.
“Oh per quello!” ribattei come se non me lo ricordassi neppure.
“Non è niente, ti ho vista in difficoltà e ti ho aiutata, tutto qui! Avresti fatto lo stesso!”.
“Non credo!” sussurrò “Io sono terrorizzata da quei tizi. Mi tormentano dalla prima media, non sono mai riuscita a sbarazzarmene!” .
Interessante. Mike era utile per due motivi dunque. Il sesso e avevo bisogno delle sue minacce per far sì che quella sciocca ragazza si fidasse cecamente di me.
“Mar!” mi presentai porgendole la mano.
“Emily!” disse stringendola.
“Vuoi sederti vicino a me?” le domandai. Sembravo una bambina dell’asilo con la sua prima amichetta. Speravo funzionasse.
“Volentieri, ma da qui non vedo la lavagna!” sospirò indicandosi gli occhiali.
“Oh!” ribattei fingendomi mortificata “E’ vero scusami! Quasi non si notavano!” mentì sorridendole.
“Vieni con me d’avanti?” mi domandò. La vittima l’avevo trovata, se mi fossi messa vicina a qualcuno Rob non si sarebbe seduto vicino a me per tormentarmi.
“Perché nò?” e cambiai posto.
Era davvero una secchiona! Addirittura in prima fila. Sembrava fosse estasiata dal sentire l’alito dei professori su di sé. Feci una smorfia di disgusto a quei pensieri mentre vidi Rob e Caren fare il loro ingresso in aula.
Rob perlustrò la sala con lo sguardo, cercandomi. Non appena mi vide prima assunse un’espressione stupita, poi il suo viso si tramutò in un ghigno vedendomi seduta vicino a Emily.
Ebbi un’illuminazione. Potevo usare tutta la faccenda a mio vantaggio, dovevo solo giocare bene le mie carte.
Quella intuizione era davvero geniale. Mi compiacqui con me stessa. Ero davvero furba!
Iniziai a chiacchierare amorevolmente con la mia vicina nerd. La facevo ridere e sentire a suo agio. Ogni tanto mi assicurai che Robert mi stesse guardando. E lui ogni volta, puntualmente fissava i suoi occhi celesti su di me, occhi che erano sempre più felici e euforici. Macchinava qualcosa ma non era l’unico.
La lezione iniziò.
Non dico che presi appunti. Non l’avevo mai fatto in vita mia e non avrei sicuramente iniziato in quel momento. Ascoltai però, tutto il tempo. Mi stupii di quanto trovassi l’argomento interessante.
Stava parlando della nascita della psicanalisi con Freud. Rimasi particolarmente attratta quando parlò di ipnosi, una forma di cura che Charcot, amico del padre della psicanalisi, utilizzava per guarire i suoi pazienti dall’isteria.
L’ipnosi mi ricordava molto lo stato di catalessi in cui Alan faceva cadere le persone per farci imparare a condizionarle. Quello stato di semi coscienza nel quale il paziente non si rende conto di quello che fa, ma fa esattamente ciò che gli viene detto di fare.
Decisamente quella scienza aveva molte cose in comune con il nostro stile di vita.
Mentre io assorta ascoltavo Emily scriveva come un’ossessa, sembrava non si fermasse mai.
Mi stupii che dopo un ora e mezza non avesse iniziato ad ansimare per lo sforzo.
“Non ti fa male il polso?” le sussurrai.
“Cosa?”.
“Il polso. Mi domandavo se non ti facesse male! È un’ora e mezza che scrivi!”.
Mi sorrise e si tirò su gli occhiali che intanto le erano scesi lungo il naso.
“Sono abituata!” fu la sua breve risposta prima di riiniziare tormentare con la bic quel povero quaderno.
Se lei fosse stata così fredda non avrei MAI potuto attuare il mio piano.
“Senti …” le sussurrai nuovamente.
“Shhh non ora!” ribattè “Sta spiegando il sogno!”.
“Sì ma io non riesco proprio a capire un accidenti! Non è che mi potresti dare una mano?” le chiesi fingendomi supplice.
“Ok ok! Ma dopo la lezione!”. Sorrisi. Tutto sarebbe andato secondo i miei piani.

Dopo tre ore di lezione continua nemmeno l’interesse che suscitava in me quell’argomento mi permise di non chiudere gli occhi.
Forse era per le poche ore di sonno della notte precedente, o forse era perché non avevo mai sentito una persona parlare con una voce così tanto monotona per tutto quel tempo. Fatto sta che faticavo a tenere gli occhi aperti.
“Si ma se dormi è ovvio che non capisci niente!” mi rimproverò qualcuno con la voce da saputella.
“Mmm?” mugugnai.
“Ooooooo svegliati su!” mi disse la voce scuotendomi appena.
“Ma cos …?” mi ritrovai davanti un’Emily decisamente seccata. Sarebbe stato più difficile del previsto sopportarla. Dovevo velocizzare i tempi del mio esperimento o non avrei retto!
“La lezione è finita!!” ribadì lei leggermente spazientita.
Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non traumatizzarla con uno sguardo. Feci un respiro profondo. Per calmarmi!
“Sì scusami!! Non sono abituata a stare attenta per tutto questo tempo!”.
Mi sorrise diventando improvvisamente comprensiva “Ti capisco. Anche per me era così all’inizio! Poi ti ci abitui! Sai che devi fare?” mi chiese con aria da maestrina. Cioè lei stava tentando di insegnare a me. A ME?
“No!” sbottai senza gentilezza. Lei fortunatamente sembrò non accorgersene.
“Prendi appunti!” esclamò sventolandomi sotto il naso il suo quaderno “Aiuta a stare attenti, se no anche io mi addormenterei dopo dieci minuti!” continuò sorridendomi amichevolmente.
Stavamo iniziando a essere amiche. Bene! Questo mi fece tornare il buonumore.
“Allora lo farò, contaci! Grazie per il consiglio!” e le regalai il sorriso più dolce e riconoscente che fossi in grado di fare.
Lei sembrò gradire. Ero proprio un’ottima attrice. Mi sarei dovuta candidare per l’oscar!
Intanto raccolsi le mie cose e mi diressi con lei a fianco verso la porta dove ad aspettarmi c’erano Rob e Caren. Sbuffai. Non avevo voglia di incontrare Caren, ma d’altra parte avevo bisogno di Rob per il mio piano. Peccato che il pacchetto comprendesse anche quella specie di ragazza. Prendere o lasciare. Ero troppo ambiziosa per lasciare.
Prendere, decisamente.
“Ragazzi!” li salutai con un cenno della testa. Emily, imbarazzata teneva gli occhi bassi. Mossa che si rivelava esatta dopotutto. Era pericoloso alzare gli occhi in presenza di tre di noi.
Rob ghignò, quella smorfia fu tutto ciò che volevo vedere. Significava che il suo insulso cervellino stava macchinando qualcosa. Qualcosa per farmi un dispetto.
Stava cadendo nella mia ragnatela.
“Mar, Mar, Mar …” iniziò divertito “ … Ma che modi sono questi? Te ne vai senza nemmeno presentarci la tua AMICA?” continuò squadrando Emily da capo a piedi con approvazione.
Caren, inviperita, gli lanciò un’occhiataccia. La sua gelosia mi rendeva immensamente felice. Poi temendo di essere stata scoperta aprì le sue labbra in un ghigno.
“Sì Mar! Presentacela!” disse maligna, facendo così trasparire tutta la rabbia repressa che covava dentro . la mia soddisfazione raggiunse l’apice.
Sbuffai come se la cosa mi infastidisse. Sapevo che ogni mia reazione era monitorata da Rob. Dovevo stare attenta.
Quella volta non avrei dovuto solo recitare, ma anche immedesimarmi completamente nella parte.
Sono una brava ragazza, sono una brava ragazza, sono una brava ragazza.
Mi dà fastidio che Rob parli con Emily, mi dà fastidio che Rob parli con Emily.
“Ma certo!” esclamai con finta cortesia “Emily, lui è Robert e lei è Caren!”. Feci fatica a non pronunciare con disprezzo quest’ultimo nome, ma tuttavia riuscii nel mio intento!
Caren, di fronte a un Rob sempre più interessato a squadrare Emily, si spazientì e girò i tacchi borbottando un ciao.
“Emily eh?” disse Rob con interesse, rivolto alla timida ragazza. Lei arrossì visibilmente.
Era l’ora di rincarnare la dose.
“Allora Emily? Ci vediamo questo pomeriggio?” le domandai cortese.
Lei staccò gli occhi dal pavimento e mi guardò.
“Non posso, mi dispiace! Domani ho un esame molto importante!”.
“Esame?”.
“Seguo i corsi per due lauree. Questa e quella di chirurgia!”. Sbarrai gli occhi per la sorpresa. Era proprio una secchiona con i fiocchi e i controfiocchi!
“Ok! Grazie lo stesso!” le dissi con finta gratitudine e alzando le spalle come se la cosa non mi importasse.
“Ciao! A domani!” salutai andandomene e lasciando Emily e Rob da soli. Rallentai il passo per sentire cosa si dicevano.
“E’ stato un piacere conoscerti Emily!” esclamò con voce roca Rob. La stava seducendo. Ottimo!
Mi voltai e lo fulminai con lo sguardo. La ragazza non se ne accorse, lui naturalmente sì. Mi sorrise soddisfatto.
Aveva capito che quella ragazza mi serviva, ma non sapeva per cosa, sapeva solo quello che io avevo cercato di fargli credere. Cioè che volevo che le stesse alla larga.
Stava perciò facendo l’esatto contrario. Perfetto.
Nei pochi istanti in cui mi voltai vidi Emily alzare gli occhi e perdersi in quelli di Rob.
Fantastico! Tutto procedeva secondo i miei piani. Ero davvero un’abile stratega, mi domandai se Alan possedesse almeno la metà delle mie capacità. Probabilmente sì, ma mi sentivo potente ugualmente.


Mike arrivò esattamente alle otto meno dieci sotto il palazzo nel quale alloggiavo.
Citofonò.
“Si?” mi ero chiesta chi cavolo poteva essere.
“Mike, scendi Mar!”.
Rimasi sorpresa nel trovarmelo sotto casa.
“Mike!” esultai ricordandomi che ero una brava ragazza, o almeno dovevo sembrarlo. Gli saltai al collo con finta disinvoltura come avevo visto fare nei fil americani alle ragazzine innamorate.
“E cos’è tutto questo entusiasmo?” domandò lui scrutandomi con quei suoi bellissimi occhi misteriosi.
“Odio questa Mar!” disse senza troppi giri di parole.
“Anche io!” concordai. Con lui potevo essere me stessa dopotutto. Era abbastanza stronzo da non reputare i miei comportamenti meschini e superficiali anormali.
Gli sorrisi maliziosa e lo spinsi verso il muro. Poi ghignai.
“Non hai via di scampo, lupo!”.
Avvicinai la mia bocca alla sua e sensualmente gli mordicchiai il labbro inferiore.
Lo infiammai. Con un rapido gesto le posizioni si invertirono e mi ritrovai io contro il muro e lui che mi baciava con una passione ardente.
Le sua mani scivolavano voraci sul mio corpo, e le sue labbra tormentavano le mie. Lo volevo.
Ma avevo un compito quella sera. Dovevo far capire a Rob che mi potevo divertire anche se c’era lui a rompere le scatole. Non vedevo l’ora di guardarlo negli occhi e leggere in essi la delusione per non essere riuscito a farmi arrabbiare durante la serata.
Quello sarebbe stato soddisfacente almeno quanto avere un orgasmo.
Mi staccai a malavoglia dalle buone labbra di Mike.
“Dobbiamo andare!” esclamai con voce roca per l’eccitazione.
Lui fece un sorriso lupesco. Poi fece spallucce.
“Me la pagherai questa!” sorrise malizioso.
“Non vedo l’ora!” ribattei io ridacchiando di fronte a quella prospettiva.
“A proposito … come sapevi dove abito?” domandai curiosa.
“Robert mi ….” Non appena sentii il nome capii tutto, prima ancora che finisse la frase “ … ha detto che abitavate qui. L’ho incontrato prima! Ci dobbiamo trovare al bar di sta mattina tra …” e guardò l’orologio “ … due minuti!”.
“OK!”.
Mi sorrise e fece per prendermi la mano. Mi ritrassi di fronte a quel gesto con una smorfia di disgusto.
“Non ce la faccio proprio a fare cose così …” costatai come se fosse la cosa più schifosa del mondo.
“Dimenticavo che con te i soliti metodi non funzionano!” ribattè sogghignando.
“Perchè io sono speciale!” esclamai sorridente.
Lui fece spallucce. Non l’avrebbe mai ammesso. Sembrava addirittura, dispiaciuto.
Dio com’erano fragili gli uomini! Bastava che una ragazza fosse un po’ fuori dalla norma ed essi subito crollavano ai suoi piedi. E il bel Mike era proprio crollato. Lo vedevo in quello sguardo deluso che cercava disperatamente di nascondere. Lo vedevo in quel finto sorriso sicuro che nascondeva incomprensione.
I miei pensieri furono interrotti da Rob che ci attendava di fronte al bar.
“Pensavamo che vi foste persi!” disse con ironia ammiccando in mia direzione.
Io, però, non gli prestai attenzione perché, come Mike, guardavo con stupore la sua accompagnatrice.
Quella ragazza non era decisamente la cameriera del bar.

 

Alloraaaaaaa!! In questo capitolo non so proprio da chi iniziare con i RINGRAZIAMENTI!
Non mi aspettavo affatto che lo scorso capitolo avrebbe avuto così tanto successo …. E invece!!
Bè parto da coloro che hanno recensito: ALLYU’_92, ALYDRAGNEEL e SWADOWDUST!! Non so come farei senza di voi!!
Poi devo ringraziare chi ha messo la mia storia tra le preferite, le ricordate e le seguite …. Adoro di cuore anche voi!!!
Quindi grazie grazie grazie!!
Spero di non deludervi con questo e con i prossimi capitoli.
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!!!! Accetto sia critiche positive che negative, quindi RECENSITE!! : )
Daisy  

   
 
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