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Autore: Equilibrista    10/03/2012    1 recensioni
[titolo vecchio della storia "tra sogno e realtà"]
Emma è un adolescente di 17 anni che ha sempre vissuto una vita tranquilla fatta di sogni e realtà.
A scoinvolgerle la vita, sono due ragazzi: il rispettivo ragazzo della sua prima cotta, che dopo un anno vissuta per lui in anonimato, incomincia a notarla ed il nuovo ragazzo di 4A scientifico, provolone Don Giovanni bello e affascinante che non passa di certo inosservato...un fulmine a ciel sereno per Emma!
La storia si snoderà tra decisioni ed indecisioni, pianti, risate e momenti di passione...Chi sceglierà tra i due Emma? Chi riuscirà a rubargli il suo cuore?
Dal capitolo 7
"-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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6.Due piccioni...ed una fava...

 


Ormai era pomeriggio del giorno dopo, la sera l'avevo passata rimuginando sulle cose dette da Sofia e Caterina.
Mi piaceva ancora Francesco? Cosa provavo per lui? La risposta?
Non la sapevo nemmeno io, non lo vedevo come amico, nemmeno come fidanzato, non sapevo come definirlo.
 
Stavo poltrendo sul divano, mentre guardavo la televisione, quando suonò il campanello di casa.
-Chi è?- chiesi.
-Sono Francesco!-
o-porca-vacca!
-Arrivo!- strillai, mentre andavo ad aprire alla porta a "colui che non sapevo definire", fra un po' l'avrei considerato un marziano.
-Ciao, Emma, ti ho disturbata?- chiese Francesco con in mano il casco della sua moto.
-No, tranquillo, stavo guardando la televisione...entra pure.- gli dissi facendogli segno d'entrare.
Francesco entrò con imbarazzo, si guardava intorno, come se volesse  esaminare per bene ogni cosa che gli si presentava sotto i suoi  occhi.
Fu proprio lui a spezzare il silenzio che si era creato. -Bella casa, complimenti!- mi disse accennando un mezzo sorriso.
-Grazie...- dissi -Accomodati pure sul divano, se vuoi darmi il gilet e il casco, li metto all'attaccapanni.-
-Si certo, grazie!- disse porgendomi il casco e il gilet.
Misi la sua roba all'attaccapanni, poi mi sedetti accanto a lui.
-Allora, come va, come stai?- mi disse.
-Bene, bene, grazie, è stato solo un accumulo di stress... niente di grave...ma cos'è che volevi dirmi?- chiesi timidamente...
-Niente...cioè...-
-Ok, se non  ne vuoi parlare fa niente, tranquillo...- dissi, togliendolo dai giri di parole che stava facendo.
-No, è che non so come dirtelo...- mi disse, abbassando gli occhi.
-Dillo, così come ti esce, senza problemi...- dissi sorridendogli.
-Il fatto è che...c'e...praticamente...-
-Francesco, non fare giri di parole dillo e basta.-  gli dissi.
-Credo...che tu...mi  piaci... ecco l'ho detto, scusa ...- disse diventando improvvisamente rosso.
Quella confessione mi aveva stordita...
Merda, e ora? Avevano ragione Sofia e Caterina!
Aria, mi serviva aria! Ok, calma, cosa provavo? Adrenalina, un po' di felicità e...confusione un incredibile confusione! Il mio cervello, stava mettendo in atto meccanismi a me sconosciuto per captare quella frase "mi piaci".
Che significava? Che ero bella? Che provava qualcosa per me? Che cosa?
-ehm....scusa è che sto un attimo recependo l'informazione...- dissi.
-scusami, davvero, l'ultima cosa che volevo era metterti in confusione...so che tu un tempo provavi qualcosa per me...io a quei tempi ero solo un ragazzino spensierato che pensava solo al divertimento.
Ora sono cresciuto, ed ho visto in te una donna, una bellissima donna, sia dentro che fuori. Ok tu dirai, ma come fai a sapere come sono dentro se nemmeno mi hai conosciuto veramente in fondo bene? Be, la risposta è semplice. Ti ho vista in questi anni, i tuoi comportamenti, i tuoi atteggiamenti, ti ho vista crescere, ti scrutavo di nascosto, perchè dopo la tua confessione, lo ammetto, mi hai scombussulato, ho iniziato a fare pensieri strani...non so nemmeno io cosa è successo in me...sta di fatto, che te lo volevo dire da tanto tempo, ma non ne ho avuto mai il coraggio, ora, non pretendo che tu provi ancora gli stessi sentimenti di una volta, però, come si dice...la speranza è ultima a morire...- disse tutt'ad un fiato Francesco.
Quel discorso mi lasciò di stucco, penso che la mia faccia in quel momento sia stata, occhi sbarrati e bocca spalancata, ma non ci badai molto...
-Ok, un attimo...Francesco, io non nego che anche dopo il tuo rifiuto, io abbia smesso di amarti, perchè, ok, dato che siamo in tema di confessioni, e ti giuro, questa cosa che sto per dirti mi imbarazza molto, tu non mi piacevi, io ti amavo, quindi è stato difficile accettare il tuo rifiuto, ma come hai detto tu, la speranza è l'ultima a morire, quindi, io ho continuato a sperare che tu ti accorgessi di me e che incominciassi anche tu ad amarmi. Come vedi non è successo, diciamo che ti è accaduto troppo tardi. Oddio non ti nego che, non so, non ti vedrei come amico, cioè, Francesco, io ti ho amato e mi è difficile vederti come amico, ma mi è difficile vederti anche come fidanzato... non so più cosa voglio...- dissi sentendomi avvampare dopo la confessione fatta.
La mia vita non era stata mai così incasinata come adesso!
-Ok, capisco...io, non sono venuto qui per dirti di stare insieme a me, solo...di uscire insieme qualche volta, per conoscerci meglio...- disse Francesco.
-Si, va bene...- dissi sorridendogli.
-Ok, ora scappo perchè ho allenamento, ascolta se vuoi domani possiamo andare a mangiarci un gelato, se ti va...- mi disse.
-Si, certo, facciamo alle tre...-
-Si, va bene, allora ci vediamo domani...- mi disse prendendo le sue cose mentre si incamminava verso la porta di casa.
-Ciao.- mi disse -Ciao- risposi.
Detto questo lo vidi allontanarsi verso il suo motorino.
 
Piombai a peso morto sul mio divano...
Come potevo farmi trattare così dalle persone?
Non possono prendermi usarmi e gettarmi quando vogliono loro. Sono anche io una persona. Cazzo!
Ed ora? Che facevo?provavo ancora qualcosa per Francesco, oppure mi stavo solo facendo suggestionare dalle sue parole?
-Merda!- dissi in preda alla rabbia, lanciando un cuscino contro la porta.
Proprio in quel momento il campanello suonò.
Chi è che rompe adesso. Pensai.
-Chi è?-urlai.
-Ciao, Emma, sono Andrea, aprimi ti voglio parlare.-
O mio Dio, un altro problema. Ma questa giornata, quando finiva?
-Io no. Quindi fammi il favore di andartene.- dissi scocciata.
-Dai, un secondo, ti prego...che ti costa ascoltarmi?- disse in tono supplichevole.
-Più ti quanto tu possa immaginare, Andrea.- dissi in preda ad una crisi isterica.
-Dai, ti prego. Ascolta sto dando spettacolo quindi fammi salire. Prima mi ascolti, poi, se vorrai mi manderai via, però ti prego, voglio chiarire.- disse Andrea.
-mmmmmm....che palle, vieni...- dissi aprendogli la porta d'ingresso.
-Grazie! Ciao Emma.- disse Andrea appena la porta si aprì.
Eccolo, alto, capelli ribelli e il suo splendido sorriso. Eccolo lo stronzo.
-Allora? Vieni dentro, o vuoi startene li impalato tutta la giornata?- dissi con le braccia incrociate al petto.
-Si, grazie.- disse Andrea smuovendosi dalla sua posizione iniziale.
-Allora? Parla!- dissi sedendomi di fronte a lui sul divano.
-Ok...ascolta, lo so che sei incazzata, ed hai tutte le ragione per esserlo, non ti ho detto la verità perchè volevo fare buona impressione su di te. non volevo passare per quello che ha una sottospecie di tipa solo per scopare un po'. In un certo senso non è così, perchè  lei prova qualcosa di più per me, ma io no. Con lei è solo una mezza storiella del cazzo. Ed io, ecco non voglio fare la figura dello stronzo, ho paura di farla soffrire. Io ho paura di fare soffrire le persone. Ma è dentro la mia natura spezzare i cuori della gente.-
Disse Andrea.
-mi dispiace, ma proprio non ti capisco. Guarda, era meglio se ti presentavi per quelli che sei, non per quello che vorresti essere. Fai più bella figura presentandoti come Andrea lo stronzo che come Andrea il falso, capisci?- dissi.
-Si, hai perfettamente ragione. Però ecco, a me davvero, mi piaci molto, sei davvero una bella persona, sei il mio opposto e siccome volevo conoscerti meglio e diventarti amico ho preferito raccontarti un cinema.-
Disse.
-Andrea, se ti presentavi come eri, non  mi scandalizzavo e non ti cacciavo a calci in culo, sai quanti amici ho che  sono come te? Però loro si sono presentati così come sono. Punto e basta è li che hai torto.-
-Gia, mi dispiace. Però una cosa la voglio chiarire. Le cose che ti ho detto sul sesso e via dicendo, le penso veramente. Io vorrei essere così,  ma non ci riesco. Ho iniziato con Erika, la ragazza con cui mi hai visto insieme, perchè volevo dimenticare una delusione d'amore. Per me il sesso ha la stessa funzione dell'alcol, fa dimenticare. - disse Andrea.
-Ok, ok, basta giustificazioni... ora ci siamo chiariti,quindi, amici come prima?-chiesi sorridendo, mentre gli porgevo la mano.
-Amici come prima.- mi disse lui di rimando.
-Ok, ora però dimmi chi è il vero Andrea Presti.- dissi.
-Bè il vero Andrea Presti è quello che hai conosciuto a scuola, precisamente il primo giorno che mi hai parlato.- rispose.
-Ok, allora mi piace!- dissi sorridendo -Allora mi ritengo fortunato...- disse con voce profonda e sguardo ammiccante avvicinandosi a me cingendomi  i fianchi incatenando i miei occhi ai suoi. Io da timida com'ero, abbassai lo sguardo sentendomi le guancie andare a fuoco.
Andrea, continuava ad avvicinarsi sempre più a me, i nostri nasi si sfiorarono, ero incapace di ragionare, volevo allontanarmi ma non riuscivo.
E poi, per la seconda volta, mi baciò. Un bacio dolce, non come il primo bacio pieno di rancore.
Mi staccai lentamente da lui schiarendomi la voce. Posai una mano sul suo petto e gli dissi -Andrea, che cosa...- la frase mi morì in bocca, quando mi posò la sua mano sulle mie labbra sussurandomi  -shh, non dire nulla, prendilo come una sorta di mia scusa per gli sbagli che ho fatto con te.- mi disse non smettendomi di guardare negli occhi.
Ero incapace di parlare, continuavo a guardarlo, guardare le sue labbra che pochi secondi prima erano state posate sulle mie.
Ad interrompere quel magico momento, fu lo squillo del suo cellulare.
-Pronto?...we Fabio...si...arrivo...ok...ciao- si chiuse così la chiamata.
-Scusami, ma l'allenatore chiama...- disse Andrea sorridendo con le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri.
Ma oggi avevano tutti l'allenamento?
-Ok, allora...ciao, ci vediamo domani.- dissi sorridendo,  ancora scombussolata da prima.
-Va bene, grazie, Emma.- disse Andrea sorridendo mentre abbassava la maniglia della porta -E di che?- chiesi sorridendo di rimando.
-Di avermi perdonato!- disse e poi se ne andò prima che io aggiungessi altro.
Mi lascia andare appoggiata alla porta mentre ripensavo agli ultimi minuti passati con Andrea, ma poi ripensai anche a Francesco... Che casino...Perchè sempre io dovevo mettermi in questi assurdi casini?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

   
 
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