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Autore: Explosive    11/03/2012    0 recensioni
« Mi ricorderò di te per tutta la vita, e tu ti ricorderai di me, proprio come ci ricorderemo delle cose che porteremo sempre con
noi perché non possiamo possederle. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-          Audrina
 


Gin era alta, magra come un grissino. Gin era la perfezione fatta a ragazza: gambe lunghe e dritte, fianchi stretti, vita ancora più stretta, pelle bianchissima, pelle di latte, labbra carnose rosse, lentiggini, occhi verdi smeraldo, di quel verde che non ti stanca mai, capelli rossi e lunghi, lisci, perfetti, seta orientale. Il suo vero nome è Michelle, ma per tutti è Gin, ‘ginger’, la rossa. Gin, o Michelle, come vi pare, è la mia migliore amica, lo è sempre stata. Gin è il mio unico punto di riferimento, Gin è il mio angelo custode, Gin è semplicemente quella persona in grado di ascoltare i miei drammi all’infinito senza mai stancarsi. Gin è la perfezione fatta a persona, ma forse l’ho già detto.

-          ‘Ciao stronzetta, come stai?’ disse Gin, sedendosi dall’altra parte del tavolino.

-          ‘Ciao Gin, ieri ho baciato Harry.’
-          ‘Prego?’

-          ‘Cosa?’

-          ‘Non fare l’imbecille. Chi hai baciato? Harry? Styles?’

-          ‘No, Harry mio fratello. Si, lui. Styles.’ dissi, biascicando l’ultima parola.

-          ‘Ma sei scema? Perché?’


Che palle, Gin. Si sono scema, si lo sono sempre stata. Perché? Cosa cazzo ne so? Capita di fare le cose senza un motivo, tipo quando si inizia a fumare: tutti sanno che fa male, ma mezza popolazione mondiale fuma. Perché lo fanno? Perché sono scemi evidentemente. Perché non hanno motivi per non farlo. E io ho fatto la cazzata, Gin, ed è stato tremendamente bello.

-          ‘Cosa pensi di fare ora, Audrina?’

-          ‘Non chiamarmi Audrina come fa mia mamma. Comunque non lo so, cosa faccio?’

-          ‘A me lo chiedi? Parlane con lui, no?’ disse, alzando leggermente il sottile sopracciglio aranciato.

-          ‘Ma sei scema? E cosa gli dico? Ciao ti è piaciuto? Ciao, sposiamoci?’

-          ‘Ti piace, Audri?’

-          ‘Non lo so.’

-          ‘Mhm.’

-          ‘Si, mi è piaciuto baciarlo, è stato strano. Ma non so per lui, non so cos’abbia provato.’

-          ‘Non ti ha detto niente?’

-          ‘No, sono scappata.’

-          ‘Sei scappata?’

-          ‘Si, l’ho baciato, e poi sono scappata.’

-          ‘Cioè neanche un minuto sei rimasta lì? Un minutino ino ino?’

-          ‘Ci siamo baciati, appena ho staccato le labbra sono corsa via’

-          ‘Tu hai dei seri problemi, Audrina. Vai da lui e parlagli.’


Parlare, comunicare. Pam, ecco la parola chiave. Non ho mai avuto problemi nel parlare alla gente, anzi, sono sempre stata schietta con tutti. Per questo sono stata licenziata dal negozio di abbigliamento in cui lavoravo: se una signora un po’ cicciottella, diciamo anche abbastanza, anzi sbilanciamoci e diciamo che era proprio grassa, bè se questa signora mi chiede come sta con quel tubino  bianco a righette blu stretto sui fianchi, con pizzi e ghirigori vari che tappezzano la tessitura e che escono da ogni angolo del vestito, mi sembra il minimo dirle ‘signora non le sta molto bene’. Okay, dire ‘signora, sembra uno strudel’ come ho fatto io non è molto fine, ma insomma, il punto è che non ho peli sulla lingua, e non mi faccio nessun problema a dire quello che penso.
Audrina, ammettilo: sei innamorata di Harry. Ieri durante quel bacio non hai sentito una scintilla, ma una vera e propria esplosione. Hai una cotta per la sua mente, per il suo carattere, per quei riccioli che non stanno mai a posto, hai una cotta per Harry, il tuo migliore amico. Semplice, no? Col cazzo.

Non ho mai giudicato l’amore una cosa positiva, né mai lo farò. Da bambini ti inculcano la storiella del ‘e vissero tutti felici e contenti’. Col cazzo, ripeto. Oggi metà delle coppie sono divorziate, l’amore non c’è più, altro che ‘per sempre’. I miei genitori stanno ancora insieme ma non penso proprio si amino come il primo giorno, è scientificamente impossibile: stanno semplicemente insieme per abitudine, stanno insieme perché ci sono io. Io non voglio finire in mezzo alle macerie dell’amore, io voglio godermi le mie storie e pi ognuno va per la sua strada. Un bacio non può farmi cambiare idea, un bacio non può certo ricostruire quelle macerie. Per questo non parlerò ad Harry, non serve. Chiaro, limpido, semplice. Quel che è stato è stato, non si torna indietro.


Audrina, non diciamo cazzate. Tu non hai semplicemente le palle per farlo, altro che macerie e macerie.
 


-          Harry
 


-          ‘Harry, tutto bene?’
 

-          Certo Lou, tutto va meravigliosamente’ dissi, stringendo i denti.
 

-          ‘ Cazzate. E’ da tre ore che non parli. Prima Liam ti ha chiesto di pulire la cucina, cosa che non hai mai fatto in vita tua, e hai accettato senza battere ciglio’
 

-          E allora? Mi andava, cazzo vuol dire.’

 
-          ‘Harry, Harry, Harry.’ disse Louis scuotendo leggermente la testa in segno di disappunto, sorridendo lievemente.

 


Ho bisogno di rivederla, sento il maledetto bisogno di rivederla e di parlarle. Ho un sentimento di caduta nel cuore, come se avessi vissuto qualcosa per poi lasciarlo precipitare volutamente dalle mie mani. Perché ieri mi ha baciato? Perché? Sto crollando, sono a pezzi. E sono da solo. Sto precipitando da solo nel vuoto, bella merda. Le donne sono così.. sceme. A volte fanno delle cose che sono così inaspettate che per poco non ci rimani secco. Se ami qualcuno, poi soffri. Io sto soffrendo come un cane, ma non la amo, non amo Audrina, non diciamo cazzate. Io e lei siamo cresciuti insieme, insomma, facevamo il bagnetto nudi insieme nella vasca da piccoli, nudi, nella vasca. Nudi.
 

Probabilmente è uno dei tipici scherzi di Audrina, quella è sempre stata un po’ pazza, le è sempre piaciuto darmi fastidio e farmi rimanere di sasso. Ha sempre avuto un carattere ‘strano’: prima molto affettuosa, poi si distacca e si chiude, poi torna e fa come se nulla fosse. Forse questo è stato il momento del ritorno, le sono mancato e mi ha dato un bacio, così a caso. Audrina sarebbe in grado di farlo, quindi è inutile che le parli, passerei solamente per il patetico che si intrippa dopo un bacetto. E che bacetto.


-          ‘Ragazzi stasera andiamo alla festa di Brooke?’

-          ‘Si, Zayn, andiamo dalla tua fidanzatina stasera.’ rispose Niall ridendo.

-          ‘Harry, tu verrai?’

-          ‘Mh, vediamo. Oggi ho un po’ di nausea e non so se esco stasera. Vediamo come sto più tardi’ dissi massaggiandomi lo stomaco, cercando di sembrare il più convincente possibile.

-          ‘Gin e Audri vengono?’ chiese Louis, con un sorriso malizioso sulle labbra.

-          ‘Cazzo ne so’ risposi seccato.

-           ‘Speriamo, sono due strafighe atomiche’ disse dall’altra parte della stanza Niall, scuotendo leggermente la testa in modo compiaciuto.

-          ‘Si. E Gin è anche mia sorella’ sottolineò Liam, puntando il dito contro Niall. ‘Guai a te se la tocchi, intesi?’

-          ‘Uohoo, il fratellino si sta scaldando qui’ urlò Louis divertito.

-          ‘Ma piantatela’ disse Zayn, zittendo tutti.
 


Se stasera vado, probabilmente la vedrò. E cosa faccio? Le parlo? No, non saprei cosa dirle. Non vorrei fare la figura del disperato. Ma mi manca, mi manca. Il giorno prima va tutto bene, tutto va che è una meraviglia, poi tac, si rompe qualcosa, parte un bullone, e tu non hai la minima idea di dove mettere le mani per aggiustarlo. E non c’è nessuno in grado di aiutarti, sei da solo con quel fottuto bullone in mano.

Dio, che situazione di merda. Vorrei entrarle nella testa, nello stomaco, per capire a cosa sta pensando, per vedere se anche lei è in mezzo a questo vuoto, vorrei essere il suo punto di domanda, il suo punto fisso. E vorrei guardarla in faccia, vorrei leggere in quei maledetti occhi azzurri cosa prova per me, cos’ha provato ieri, cosa prova ora e cosa proverà domani.
 

Perfetto, stasera vado. Harry, sei forte, sei un duro. Dimostrale che tu non fai il suo giochetto del cazzo, ovvero quello di sparire e giocare a nascondino per poi tornare e scombussolare tutto, per togliere il bullone.  
 


-          ‘Harry, partita di calcetto?’ chiese Zayn d’un tratto.
-          ‘Ma si dai, al massimo vomito in campo. Prendo le cose e arrivo’
 
 


     « Comunque le persone non si aspettano,  i treni si aspettano, alle persone gli si va incontro.»


- - Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia :) Ringrazio anche per le recensioni del capitolo precedente, sono stata molto contenta di riceverle!! Siete fantastiche!
  
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