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Autore: Anor    11/03/2012    3 recensioni
E' il 20 Novembre del 2010 e il concerto di Adam Lambert ad Amsterdam lascia il pubblico in completa estasi.
Due brevissimi capitoli che descrivono in chiave ironica le sensazioni del cantante (1° capitolo) e del bassista (2° capitolo) durante "Whole Lotta Love".
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui, col terzo e ultimo capitolo.

Ho avuto un momento di defaillance durante la stesura, perché il risultato non mi convinceva del tutto: è per questo che ci ho messo un'era geologica a aggiornare, chiedo umilmente perdono a tutti coloro che aspettavano un aggiornamento.

Beh, buona lettura :D

 

 

 

 

 

Una doccia ristoratrice è proprio ciò che serve dopo un concerto come quello di stasera. Relax. Tutto quello che cerco.

L'acqua mi scorre addosso e lava via la tensione accumulata, oltre ad un'enorme quantità di brillantini e fondotinta. Posso quasi vederla scendere e seguire il suo percorso fino allo scarico, dove quell'acqua mista a sapone e glitter forma un piccolo vortice e scende giù.

Una volta finito mi avviluppo nell'asciugamano candido e inizio a frizionare pelle e capelli con l'intento di asciugarli più velocemente, poi finisco con il fon.

Dopo aver controllato per l'ennesima volta la pagina Twitter mi preparo per andare a letto, ma appena poggio il capo sul cuscino, mi ricordo: Tommy.

Mi ero promesso di andargli a dire due paroline, in effetti.

Alza il culo e vai, pelandrone che non sei altro!  E datti una mossa, fidati, ne varrà la pena!

Sbuffando mi rialzo dal letto.

So che è un nottambulo, per cui non mi preoccupo granché dell'ora ed esco così come sono nel corridoio dell'albergo.

Duecentotre, duecentodue, duecentouno. Eccola, la stanza del bassista!

Busso, ma nessuno risponde.

Accosto l'orecchio al legno della porta e mi rallegro quando sento il fastidioso ronzio del fon provenire dall'interno.

Dopo pochi secondi Tommy spegne l'asciugacapelli e approfitto del silenzio per riprovare a bussare.
 

L'immagine che mi si para davanti una volta apertasi la porta è a dir poco celestiale: solo un piccolo drappo di spugna bianco copre gli esili fianchi del mio bassista, che mi guarda per niente sorpreso -ma alquanto divertito- studiando con gli occhioni nocciola il mio outfit.

Beh, in effetti non è cosa da tutti i giorni vedere Adam Lambert che gira in pigiama per un albergo. E se poi il pigiama è di pile azzurro decorato con pecorelle bianche, nemmeno Tommy può resistere dallo scoppiare a ridere.


Le labbra si piegano in un sorrisetto sghembo che lascia intravedere la piccola imperfezione degli incisivi, ed il mio cuore perde un battito.

Quella bocca, con o senza rossetto, è un piacere peccaminoso che non mi stanco mai di guardare. E di baciare, aggiunge la parte più sincera di me.


Non faccio a tempo a riprendermi dai pensieri poco casti che si sono fatti spazio nella mia mente che il bassista, dopo essersi teneramente sporto verso di me alzandosi sulla punta dei piedi scalzi, mi raggiunge con un bacio.

Un istante dopo mi trascina dentro la stanza, tirandomi per la maglietta.

Incontro i suoi occhi e mi sento nudo sotto quello sguardo infuocato, ardente della stessa passione che mi consuma dall'interno. 

Non servono parole.

Mi toglie la maglia, e il suo tocco è un brivido bollente che corre lungo la mia schiena.

Voglio le sue mani, voglio le sue labbra, voglio il suo corpo sopra il mio, ma lui mi tiene in pugno con quel suo sguardo soggiogatore ed io mi abbandono alla sua volontà.

Le dita scorrono lungo il mio addome e dopo aver vezzeggiato il petto si aggrappano alle mie spalle con forza, con passione, e mentre le unghie premono sulla mia pelle, ancora una volta, le nostre labbra si incontrano in un bacio profondo, che di casto non ha proprio nulla.

Una lieve spinta basta a farmi cadere di peso sul morbido letto, seguito da Tommy che senza perder tempo si sdraia su di me.

L'odore mi inebria, il tocco mi infiamma, il sapore mi ubriaca:  tutto di lui contribuisce a farmi raggiungere il nirvana.

Sento le sue mani che, lentamente, esplorano il mio corpo seminudo, e con perizia scoprono quei punti che, se stimolati a dovere, mi fanno sussultare e mi lasciano col fiato corto.

Voglio di più, ed entrambi sappiamo che non resisteremo a lungo.

Quando le nostre eccitazioni si toccano nessuno dei due riesce a soffocare un mugolio, ed è questione di pochi attimi perché ci liberiamo anche dagli ultimi indumenti che ci sono rimasti addosso.

Ghiaccio bollente è la sua pelle contro la mia.

Brividi caldi fa nascere in me la sua lingua, che accarezza lascivamente il mio corpo.

E la mia schiena si inarca, quando la sua fiamma divampa dentro di me.

Ansimi e gemiti ci accompagnano per tutto l'amplesso, interrotti soltanto dai baci e dal suono dei nostri nomi, invocati con dolci balbettii.

Scariche di puro piacere si diffondono dal basso ventre lungo tutto il mio corpo.

Sono in paradiso.

I muscoli delle gambe si contraggono, le mani stringono sulla sua schiena, la lingua e le labbra ricercano le sue con sempre maggior frenesia.

Ho bisogno di te, penso, stammi vicino.

Siamo abbracciati quando con un'ultima spinta Tommy si libera dentro di me.

Un'ultimo grande brivido elettrico mi sale lungo la spina dorsale, portandomi all'apice del piacere.


E poi restiamo così, l'uno tra le braccia dell'altro, mentre lentamente il respiro e le pulsazioni tornano regolari.

I suoi occhi adesso, resi quasi neri dalle pupille ancora dilatate, non brillano più di desiderio, ma soltanto di puro amore.

Mi perdo in quelle gemme scure, sorrido e mi avvicino ulteriormente a lui.

-Agata bruna- sussurro, una volta appoggiato al suo petto.

-Ancora sotto l'effetto di droghe pesanti?- mi dice corrugando la fronte, distendendo però le labbra in un sorriso divertito.

-No, è il colore dei tuoi occhi. E' uguale ad una pietra che si chiama "agata", nella varietà più scura - 

-E sentiamo, da quand'è che ti intendi di minerali?- chiede ridacchiando

-Da quando sono andato a cercare una gemma che si addicesse a te- 

mi sgancio dal polso sinistro un braccialetto di pelle nera impreziosito da piccole sferette di agata e glielo chiudo intorno al sottile braccio.

Sorride imbarazzato, stupito forse per non essersi accorto subito del nuovo bracciale che portavo. 

Aveva altro da guardare, insinua maliziosa la mia mente, e non mi riferisco al pigiama con le pecore.

Osservo le sue lunghe dita che accarezzano la fascetta di pelle e giocano con le pietruzze, prima di venire nuovamente rapito dalle sue labbra che dolcemente si posano sulle mie. Lascio che il suo sapore invada la mia bocca e mi perdo in questo lungo e morbido contatto.

Sotto le coperte stiamo abbracciati, con le gambe intrecciate, tanto vicini l'uno all'altro che entreremmo in un letto singolo, e la cosa senza dubbio non ci disturba, anzi.

-Ti amo- mi mormori sulle labbra.

-Anche io, cucciolo- ti rispondo, prima di abbandonarmi nel tepore delle tue braccia.
 

 

Note dell'autrice

 

 

Oh, e anche questa è finita :)

Grazie mille a chi ha letto e soprattutto a chi ha recensito, mi fate veramente tanto tanto piacere :3

Prima o poi tornerò con una nuova fic. E' una promessa...o meglio, una minaccia XD

Un bacione a tutti,

 


Anor

   
 
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