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Autore: Sybeoil    11/03/2012    2 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza? E se suddetta ragazza si trovasse a dover affrontare il nemico peggiore di ogni tempo: l'amore?
***
La vita di Charlotte Lily Potter è sempre stata complicata ma qualcosa, accaduto subito dopo la fine dell'ultima battaglia con il Signore Oscuro, la renderà ancora più caotica. Un bacio, un singolo unico bacio, sconvolgerà per sempre la vita sua e dei suoi amici. Un bacio dato da una persona della quale non ci si deve fidare, soprattutto se il nome di questa persona è Malfoy.
Cosa accade quando la Slavatrice del Mondo Magico, cade preda delle spire di una serpe come lui?
Quali conseguenze può portare l'amore di un magiamorte per una Potter?
Cosa accade quando il cuore di una Fenice si lascia intossicare dal veleno di una Serpe?
***
DAL SECONDO CAPITOLO
< Qualcosa di divertente Potter? > chiese con la sua solita aria di superiorità. < In effetti si, Malfoy > replicai io placidamente. < E mi renderesti partecipe del tuo divertimento? > chiese lui alzando elegantemente un sopraciglio. < Certo > risposi divertita < Si da il caso che il mio divertimento provenga da te >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 28

 

 

 

 

 

Malfoy sapeva di aver fatto un buon lavoro con gli addobbi e tutti il resto, ma non pensava di aver fatto un così buon lavoro.

La Sala Grande quella sera sembrava uscita da una di quelle fiabe che tanto amavano i bambini babbani. Una di quelle favole che raccontavano di principi e principesse, di balli di gala e matrimoni da sogno.

Insomma sembrava ancora più magica di quanto già non fosse.

Immersi nella luce accecante di centinaia di candele sospese a mezz’aria volteggiavano un numero improponibile di coppie.

Le dame, avvolte in vestiti sontuosi ed eleganti, stringevano delicatamente la mano del loro cavaliere mentre, con charme incredibile, scivolavano leggere sul pavimento in pietra.

Charlie si chiese dove avessero imparato a ballare in quel modo dato che la maggior parte di quei ragazzi era goffa e rigida di natura.

Ben presto il bagliore delle luci sospese sulla sala si attenuò e la musica diminuì di volume sino a cessare del tutto.

Le coppie di ballerini improvvisati si arrestarono al centro della pista e tutta l’attenzione si concentrò sugli otto ragazzi che avevano appena varcato la soglia della sala.

Fermi davanti all’enormi porte della stanza, gli otto ragazzi sembravano una visione celestiale.

La luce soffusa delle candele illuminava i loro volti leggermente tesi donando alla pelle delle ragazze un riflesso quasi perlato, mentre le figure dei ragazzi, apparvero ancora più imponenti e atletiche.

In quel momento gli otto, costituivano l’attrazione principale dell’intera serata.

Gli occhi degli invitati erano febbrilmente puntati sulla prima coppia, quella formata dal Principe delle Serpi, stupendo nel suo smoking, e dalla Principessa dei Grifoni, divina nel suo vestito nero.

Ormai quasi tutti all’interno della scuola sapevano della loro storia passata e quasi tutti avevano deciso di farla diventare il gossip più succulento.

Il fatto poi che fossero bellissimi e una sotto braccio dell’altro, non aiutava certo a facilitare la scomparsa di certe malelingue e commenti malevoli.

Dopo minuti che agli otto ragazzi parvero interminabili, la preside McGranitt si fece largo tra la folla incantata di studenti per raggiungere il palco sul quale salì con estrema agilità e dal quale cominciò a fissare la sala.

Dopo aver ringraziato la cantante prese il microfono e parlò.

Stranamente la sua voce risultò molto più gradevole amplificata dal microfono piuttosto che dall’incantesimo sonorus.

< Studenti e studentesse di Hogwarts, benvenuti > il tono era soave e divertito, a tratti sembrava anche estasiato. < Come potete vedere, sulla soglia della sala, vi sono gli otto fantastici studenti che hanno reso possibile tutto ciò. Per ringraziarli vorrei che tutti noi gli facessimo un applauso >

A quelle parole l’intera sala si riempì di clap clap, fischi e altri urletti eccitati. Quello era il modo del corpo studenti di ringraziare gli otto ragazzi che avevano organizzato quell’incredibile e meraviglioso evento scolastico.

Gli otto ragazzi, sentendosi improvvisamente oggetto di tanta attenzione, arrossirono leggermente cercando di nascondere l’imbarazzo che provavano.

< Vorrei che vi avvicinaste al centro della sala e che ballaste per noi > aggiunse la professoressa prima di abbandonare il microfono e scendere dal piccolo palco allestito per l’occasione. Gli otto, che immaginavano una cosa del genere dal momento in cui la preside gli aveva incaricati di occuparsi del ballo, si mossero come un sol uomo, passando tra le due ali di studenti che si erano aperte al loro passaggio.

Una volta che ebbero guadagnato il centro della pista da ballo, le luci cambiarono d’intensità e di colore sfumando dal giallo chiaro all’azzurro mare, la musica si diffuse in tutta la sala come l’eco di un secolo passato e l’emozione si spanse nell’aria.

< Lo sai vero che per ballare dovrai darmi la mano? > disse il biondo notando la staticità nella quale era caduta la ragazza.

< Sì, Malfoy > rispose lei seccata < Lo so > aggiunse afferrandogli la mano sinistra.

Bastò un semplice tocco da parte della ragazza perché nel biondo si scatenasse una reazione ormonale di proporzioni galattiche.

Ogni poro sembrò dilatarsi per assorbire meglio la sua presenza, gli occhi sembrarono escludere tutto ciò che non era Charlie e le mani strinsero avide quel corpo esile.

Una nota più acuta delle altre risuonò per la stanza ricordando agli otto ragazzi che quello era il momento in cui avrebbero dovuto cominciare a danzare.

Contemporaneamente le quattro ragazzi indietreggiarono di un passo conducendo con se stessi le loro dame che invece avanzarono di un passo ondeggiando leggere in quei loro vestiti da gala.

Ben presto tutte e quattro le coppie riuscirono a trovare il giusto ritmo, avanzando, indietreggiando, ruotando su se stesse per poi tornare ad avanzare e indietreggiare in un ciclo infinto.

Il valzer che era stato scelto durò un paio di minuti circa; i minuti più belli che Malfoy avesse mai vissuto.

Fissare quegli occhi così verdi da far pensare ali campi inglesi in piena estate, stringere quel corpo caldo tra le braccia e osservarne i movimenti leggeri, era qualcosa che raramente avrebbe dimenticato.

Era come nutrirsi dalla bocca di un Dio, era come essere un Dio. Tremendamente potente, tremendamente fortunato ad avere accanto una creatura tanto perfetta.

Quanto era stato stupido a lasciarla fuggire, quanto era stato stupido a pensare di poterla allontanare e non impazzire.

Lui la voleva, voleva tornare a stringerla di notte con il velo leggero del lenzuolo a separarne i corpi. Voleva tornare a baciare quelle labbra calde nel pieno del piacere. Voleva tornare a sentire il suo nome pronunciato da quella bocca così piena di meraviglia da condurre chiunque in paradiso.

***

Si stava facendo del male. Altroché se si stava facendo del male. Ballare con il Principe non era stata una grande idea. Ritrovarselo a pochi centimetri dal viso, con quegli occhi grigi e il sorriso sghembo dipinto in faccia, faceva tremendamente male.

Faceva male il pensiero di averlo lì, petto contro petto, e non poterne sentire il profumo, o non poterne gustare le labbra. Faceva male il pensiero che le avesse mentito ma che nonostante tutto lei continuasse ad amarlo.

Era doloroso sentirsi così sicure tra le sue braccia ma sapere di non potersi fidare. Era terribile sapere di essere innamorati dell’unica persona per la quale si dovrebbe provare solo odio.

Eppure Charlie non ci riusciva, non riusciva a credere che potesse odiare Malfoy. Per quanto male le avesse potuto fare, lei avrebbe continuato ad amarlo. Forse un giorno avrebbe dimenticato il suo viso, i suoi occhi e persino le sue parole, ma non avrebbe mai dimenticato le farfalle nello stomaco e le capriole del suo cuore.

Socchiuse gli occhi per impedirsi di piangere, mentre l’ultima struggente nota del valzer, si spegneva sui muri della sala.

< Sei bellissima > le sussurrò il biondo prima che chiunque potesse avvicinarsi.

< Scusami > balbettò la ragazza nascondendo il viso e scappando dalle braccia del ragazzo.

***

Faceva freddo quella sera, molto più freddo degli altri giorni. A Charlie però non importava anzi, le piaceva il freddo, le impediva di pensare e congelava le lacrime.

Con gli occhi velati d’acqua salata fissò l’orizzonte dietro cui si perdeva la luna solitaria ripensando agli amori perduti.

Agli amici persi e le occasioni sprecate. Pensò a se stessa e a tutto il tempo che aveva perduto. Pensò a lui, a quei suoi occhi privi di scintilla, a quelle sue labbra fredde come il marmo ma morbide come seta. Pensò alle sue mani che l’accarezzavano i capelli la mattina appena svegli.

Pensò a loro due che facevano l’amore e uno strano, ingombrante groppo le salì dallo stomaco fin su nella gola, incastrandosi tra il respiro e il battito. Rimase lì, sospeso a godere della sofferenza di Charlie fino a quando non si sciolse, rovinando in grosse gocce d’acqua che le inondarono il viso.

Finalmente piangeva. Finalmente lasciava che il flusso infinito di ricordi, dolori e rimpianti, sgorgasse fuori.

< Ehi >

La voce del rosso comparso improvvisamente dietro le sue spalle, con un fazzoletto di stoffa pronto in mano, la fece sussultare.

< Grazie > disse prendendo il fazzoletto e asciugandosi le lacrime.

Odiava che qualcuno la vedesse piangere, lei non era una i quelle ragazze che piangono e si lamentano perché il ragazzo che le piace non le considera, lei era la ragazza forte e audace che andava incontro alla morte.

Lei era quella che consolava, non quella che veniva consolata.

< Grazie > balbettò tra le lacrime stringendosi le braccia al petto nel tentativo di ripararsi dal freddo pungente.

< Tieni > disse Ronald porgendola la giacca del suo smoking < Così non ti prenderai un’altra influenza > aggiunse notando il suo sguardo colpevole.

< Vuoi dirmi cosa succede? > chiese dopo qualche minuto di pausa in cui insieme, guardarono la luna sospesa a migliaia di chilometri sopra le loro teste.

< Succede che mi sono innamorata Ron > rispose la mora mandando a quel paese le precauzioni e i timori.

< Capisco > commentò il rosso infilando le mani nelle tasche dei pantaloni < Il vecchio Lucius non ne sarà contento > scherzò poi per alleggerire la situazione e riuscendo a strappare un sorriso alla ragazza.

< Oh, per quello non c’è da preoccuparsi > disse Charlie stringendosi ancora di più nella giacca < E’ una cosa impossibile >

Il rosso la prese per le spalle e la costrinse a voltarsi per fissarlo negli occhi e poi con tutta serietà, le disse qualcosa che Charlie non si sarebbe mai aspettata di sentire uscire dalle sue labbra.

< Non è vero > disse socchiudendo appena gli occhi < Nulla è impossibile se lo si desidera veramente. Tu ami Malfoy? > domandò in una smorfia di disgusto che divertì la mora.

< Sì > rispose lei non sapendo dove volesse andare a parare < E allora devi andare lì e dirglielo. Devi lasciare che il tuo cuore ragioni per te. La vita è troppo breve Charlie, l’ho capito quando è morto Fred. Non lasciare che qualche piccola paura ti impedisca di vivere, di amare o di ridere. Sii te stessa e vedrai che tutto ti sarà restituito >

Il rosso aveva parlato senza prendere fiato, senza interrompersi e senza titubare, una cosa che non era mai successa.

Ronald Weasley non era di certo famoso per i suoi discorsi intelligenti o la sua visione filosofica della vita. Lui era il Re, il tontolone del gruppo, il migliore amico di due ragazze diverse come il Sole e la Luna.

Eppure, quelle parole, quella sicurezza nella sua voce mentre le pronunciava fissandola negli occhi, avevano convinto Charlie che tutto ciò che diceva doveva essere vero.

La vita era davvero troppo breve per potersi lasciar scappare l’occasione di essere felici, di amare ed essere amati.

La vita era troppo breve per permettersi di avere dei rimpianti. Doveva cogliere le occasioni quando le si presentavano senza pensare ai “se” e ai “ma”. Doveva agire.

< Grazie Ron > sussurrò fiondandosi tra le braccia del ragazzo che prontamente l’accolse al suo petto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:
 

 

 

Bentornatiiiiii!! Chiedo scusa per il ritardo e vorrei ringraziare tutte le fantastiche ragazze che commentano ongi capitolo...ringrazio anche tutti coloro che seguono la storia in silenzio, siete importantissimi!
Tornando alla cosa importante, la storia si evolve e con essa anche i sentimenti dei nostri protagonisti. A quanto pare Charlie si è decisa ad ammettere a se stessa e ad altri il suo amore verso il biondo e sembra addirittura disposta a confessarglielo.
Sarà però pronto il biondo per accogliere una tale confessione? Lascerà che sia il cuore o il cervello a comandare?
Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!!!
Alla prossima, Sybeoil! 

 

  
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