NDA: Si consiglia l'ascolto delle canzoni citate nel capitolo durante la lettura. Sono "Love on top" di Beyoncé e le altre due lascio a voi scoprirle.
Capitolo
14: Provocazioni
Okay.
Il
momento era giunto. Adesso toccava a lei. Osservò i quattro
ragazzi
che si aggiustavano le giacche attendendo l’inizio
dell’esibizione. Si erano
già posizionati di fronte ai rispettivi microfoni e la
stavano guardando
probabilmente in attesa di un segno per cominciare.
Ma
lei non era pronta. No, assolutamente.
Tutto
il resto del Glee stava aspettando la sua esibizione che aveva
chiesto straordinariamente di fare durante la settimana che precedeva
le
Provinciali. Ma ora se ne stava pentendo.
L’ansia
le chiudeva lo stomaco e le seccava la gola.
Giusto!
Aveva la gola secca: non poteva più cantare! Peccato...
No,
non poteva farlo.
Aveva
ragione Kurt. Non ne valeva la pena. Perdere Brittany per una sua
paura non era accettabile.
E
così, prima di cambiare nuovamente idea, raccolse tutto il
coraggio
che le era rimasto e sorridendo ai ragazzi che ricambiarono, fece segno
all’assistente di scena di alzare il sipario.
Ascoltò la musica iniziare a
diffondersi nella sala e dopo essersi lisciata sensualmente la giacca
bianca
esattamente come quella di Beyoncé, si girò verso
il suo pubblico intonando il
primo verso della canzone.
Bring
the beat in!
Iniziò
a muoversi come
avevano provato e tutti applaudirono riconoscendo la canzone. Non
sapeva dove
fosse la sua ragazza e quindi squadrò velocemente il suo
pubblico ristretto,
soffermandosi su Finn e Rachel sempre ridicolmente appiccicati, su
Mercedes
seduta accanto a Tina e Lauren, su Puck, Artie, Quinn e poi finalmente
su di
lei: Brittany. Era vicina alla professoressa Holliday e guardava
incantata
Santana, che sul palco stava facendo del suo meglio per farle capire
che la
canzone era tutta per lei. Assolutamente
per lei.
Baby it’s you.
You’re the one I love.
You’re the one I need.
You’re the only one I see.
Come on baby it’s you.
Tutti
a quel punto erano in piedi e portavano il tempo
battendo le mani. Quella era l’esibizione del secolo per
Santana e non solo
perché la canzone si adattava perfettamente al suo timbro o
perché stava
ballando particolarmente bene, ma soprattutto perché, per la
prima volta
quell’anno, stava mettendo tutta se stessa in quella canzone,
in quelle parole
che sentiva così sue, in quel testo che dedicava con tutto
il cuore a quella
ragazza seduta in platea che l’amava con tutta se stessa.
Now everybody asks me why I’m smiling
out from ear to
ear.
(They say love hurts)
But I know
(It’s gonna take the real work)
Nothing’s perfect, but it’s
worth it after fighting
through my fears.
And finally you put me first.
Kurt,
Mike, Blaine e Sam l’accompagnavano con il coro
mentre continuavano a muoversi a tempo. Anche il professor Schuester
sembrava
rapito mentre lanciava segni d’intesa alla professoressa al
suo fianco. E
quando l’esibizione terminò e Santana
indicò senza vergogna Brittany, tutti,
già in piedi, applaudirono con entusiasmo, urlando il loro
apprezzamento.
Finally you put my love on top!
Santana
riprese fiato per qualche secondo quando si
rese conto che Brittany era salita sul palco dalle scalette presenti in
platea
e l’aveva raggiunta, allacciandole le braccia al collo. La
ragazza ispanica,
completamente dimentica della stanchezza, ricambiò
l’abbraccio.
«Mi
perdoni?»
sussurrò al suo orecchio.
Brittany
non rispose, si staccò da lei tanto abbastanza
da posarle un dolce e casto bacio sulle labbra. «Sì»
disse con convinzione. Santana sorrise e
l’abbracciò di
nuovo, più stretta di prima. Aprendo gli occhi mentre il suo
mento era ancora
appoggiato alla spalla della biondina, vide Kurt che sorrideva
trionfante e
mimò un “Grazie” con le labbra che, era
sicura, lui avrebbe percepito. Infatti
abbassò impercettibilmente la testa come per dirle
“Prego” prima di scendere
dal palco insieme a tutti gli altri.
«Allora
ragazzi!»
prese la parola Schuester a
quel punto. «Ringraziamo
Santana e i
ragazzi per quest’esibizione senza precedenti, ma adesso
dobbiamo passare alle
cose serie».
«La
scaletta per le Provinciali»
chiarì la Holliday.
«Io
stavo pensando a...»
cominciò Will, ma fu
prontamente interrotto dalla bionda.
«Non
ci
provare, Schue. Questa volta le canzoni le scelgono i ragazzi»
asserì convinta. All’applauso da parte dei
componenti del
Glee, lui non poté far altro se non alzare le mani e
lasciare tutto nelle mani
dei suoi allievi.
«Cosa
vi
piacerebbe cantare?»
chiese allora il
professore.
«Qualcosa
da mozzare il fiato»
rispose immediatamente
Puck.
«Che
li
lasci tutti di stucco»
concordò Mike.
«Che
faccia capire che siamo migliorati»
aggiunse Mercedes.
«Che
siamo cresciuti»
precisò Kurt.
«Che
non
siamo dei perdenti»
sorrise Artie. «Non
più».
Will
Schuester li guardò ad uno ad uno. «Cosa
volete dire ai giudici in pratica?».
«Non
fermateci ora»
assicurò Sam con sicurezza.
«Perché
noi siamo i campioni»
completò Finn.
Tutti
si guardarono annuendo. In quelle due frasi
c’era il succo di tutto ciò che volevano
trasmettere alla giuria e al pubblico.
Ne avevano passate così tante ormai da non pensare
più di essere perdenti.
L’anno precedente erano arrivati alle Nazionali e avevano
perso solo per un
impulso momentaneo, altrimenti si sarebbero piazzati sicuramente. E, in
quell’anno, si sentivano veramente dei campioni. Per come era
stata allestita
la squadra erano invincibili.
«Ragazzi?»
attirò la loro attenzione Holly. «Esiste
solo una band che può trasmettere tutto questo».
Tutti, nessuno escluso, si protesero verso di lei.
«I
Queen».
***
Sebastian
stava seriamente valutando l’idea di
cominciare a sbattere la testa contro il muro.
Tutto
gli dava una prospettiva migliore rispetto a
quella di starsene seduto per un altro secondo ad ascoltare Trent e
Thad
urlarsi contro perché “Welcome
To My
Life” è troppo deprimente come canzone, no invece,
è stupenda! e cose così.
Tirò
un teatrale sospiro di sollievo quando Wes
impugnò il martelletto e zittì entrambi. Jeff, al
suo fianco, gli sorrise,
quasi colpevole: non gli aveva detto di come i Warblers impazzissero la
settimana prima di una competizione. Stranamente, con il suo compagno
di stanza
si era istaurato un rapporto piuttosto normale: convivevano
tranquillamente e
non sentivano il bisogno di essere amici. Sebastian non voleva amici,
non ne
aveva bisogno. Lui voleva solo qualcuno di compagnia che non rompesse
le
scatole nei momenti meno opportuni. Con Jeff non erano giunti ancora a
discutere dell’argomento
“visite-notturne” ma Sebastian sperava che il suo
compagno fosse fidanzato così da averlo più
facilmente in pugno.
«Usignolo
Smythe»
lo chiamò Wes. «Avevi
una proposta da fare per un assolo?».
«Sì»
rispose prontamente lui. «Io
vorrei cantare “If I Had You”».
Trent,
che stava bevendo un sorso d’acqua, iniziò a
tossire; Thad lo guardò quasi con ammirazione, come a dire
“Finalmente!”; Wes e
David si scambiarono un’occhiata scandalizzata.
«”If
I Had You”?» ripeté Nicholas.
«Sta
scherzando?» domandò Nick, rivolto a Jeff che si
strinse nelle
spalle.
«Non
è il nostro genere» commentò David.
«Secondo
me Smythe ha ragione».
La
sala, prima popolata da voci, piombò nel silenzio
all’affermazione di
Thad Harwood.
«Che
cosa abbiamo fatto l’anno scorso? Il coro ad un Blaine
Anderson che
cantava una semplice “Hey Soul Sister”. Il nostro
inno? “Raise Your Glass”.
Davvero, ragazzi, siamo il massimo della trasgressione».
Nessuno
riusciva ancora ad articolare una parola, tutti erano allibiti
di fronte alle parole del capo-consiglio.
«Se
vogliamo vincere, dobbiamo stupire i giudici. Sono sicuro che le New
Directions lo faranno». Solo in quel momento cominciarono
alcuni mormorii di
approvazione. «Quindi, chi è a favore della
proposta dell’usignolo Smythe?»
chiese Thad e subito dopo alzò la mano. Sebastian, che non
aveva tolto gli
occhi da Thad per un secondo, si guardò intorno, notando che
alcuni dei suoi
compagni alzavano timidamente le mani. Un ghigno soddisfatto si
formò spontaneo
sulle sue labbra.
Wes
diede qualche colpo di martelletto. «Allora è
deciso.
Congratulazioni Sebastian».
Tutti
applaudirono e gli diedero pacche sulle spalle mentre lui si
scambiava un’occhiata con Thad.
Perché
lo aveva aiutato così?
***
I
ragazzi si stavano preparando per lasciare la Dalton
Accademy e raggiungere il liceo McKinley, ognuno nelle proprie stanze.
Jeff era
particolarmente nervoso: dopo la settima volta che ci aveva provato,
era
riuscito ad ottenere un assolo durante una gara importante. Il suo
primo
assolo!
E
tutto grazie a Trent che si era dibattuto per ottenere
di poter cantare Welcome To My Life alle Provinciali. Una canzone che,
modestamente, gli calzava a pennello. Fino a quel momento era stato
semplicemente entusiasta dell’occasione che gli si era
presentata ma adesso,
che era arrivato il momento di dimostrare quanto valesse, si sentiva
ansioso.
In realtà era terrorizzato.
«Ehy,
Jeff» lo chiamò Sebastian dopo un po’,
completamente
disinteressato alle sue condizioni. «Non mi hai mai parlato a
fondo di quei
due... come si chiamano? Ah, sì. Kurt e Blaine».
Jeff
si risvegliò dal suo stato di coma apparente e, senza aver
davvero
capito cosa intendesse il suo compagno di stanza, gli chiese
delucidazioni.
«Sì,
insomma» rispose lui. «Come si sono conosciuti, chi
dei due porta i
pantaloni nella loro relazione, chi sta sopra in pratica»
precisò allo sguardo
interrogativo di Jeff. Bastò questo riferimento sessuale a
far risvegliare
completamente il povero ragazzo che arrossì.
«E
io che ne so».
«Come,
non eri il compagno di stanza di Blaine?».
«Sì,
ma non so cosa faceva quando era con Kurt!»
esclamò il ragazzo,
sempre più rosso.
«Ma
quindi non eri il suo migliore amico...» ragionò
Sebastian.
«Certo
che lo sono!».
«Ma
non ti dice nulla!».
«Mi
ha detto che ha avuto un assolo!» ribatté Jeff.
«Oh! Merda, questo
non avrei dovuto dirlo...». Il ragazzo si coprì il
volto con le mani, sicuro di
aver combinato un casino.
«Interessante»
commentò Sebastian, soddisfatto.
«Nient’altro?».
«Dalla
mia bocca non uscirà più una parola!».
«M-mm.
Blaine è, per caso, un
tipo geloso?».
Aveva
trovato il modo di vincere alle Provinciali. Tutti alla Dalton
erano a conoscenza del punto debole di Blaine e adesso che lo aveva
trovato
anche lui non si sarebbe fatto scappare
l’opportunità di batterlo alle
Provinciali. Sebastian si sorprese di se stesso per non esserci
arrivato prima.
Conoscendo quel ragazzo dalle chiacchiere dei suoi compagni, era
così ovvio.
Il
punto debole di Blaine Anderson aveva un nome: Kurt Hummel.
***
I
Warblers erano arrivati. Rachel li osservò mentre
camminavano – sfilavano,
si corresse mentalmente – all’entrata
del loro misero liceo pubblico. In testa i tre capi consiglio che
subito si
avvicinarono alla loro segreteria per controllare la loro iscrizione
alla gara.
Un ragazzino biondo, dopo aver urlato i nomi di Blaine e Kurt, si
avvicinò a
loro, abbracciandoli calorosamente e Rachel si accostò per
ascoltare di cosa
stavano parlando. Anche altri ragazzi si erano avvicinati a loro, sia
dei
Warblers che delle New Directions. Diciamo che queste ultime stavano
dando il
loro personale benvenuto.
«Abbiamo
anche un nuovo membro quest’anno» disse Nick, che
la salutò con
un cenno.
«Davvero?»
chiese Kurt. «E chi è?».
«Quello
lì» indicò quello che Rachel riconobbe
come uno dei tre capi
consiglio. Thad, se non andava errata. Diamine,
prima o un poi avrebbe dovuto imparare i nomi di quei ragazzi! Erano
suoi
avversari dopotutto.
Tutte
le New Directions che avevano ascoltato si girarono verso il nuovo
ragazzo e Rachel notò immediatamente il ghigno di Santana.
«Ve
li scegliete tutti gay per un motivo ben preciso o è solo un
caso?»
chiese con finto scetticismo. Blaine e Kurt le lanciarono
un’occhiataccia. Ma
ciò che Santana non aveva calcolato era che il ragazzo in
questione era a
portata d’orecchio. Aveva sentito tutto, realizzò
Rachel.
«Decisamente
un caso» intervenne. «Scegliamo i nostri solisti in
base a
carisma, sensualità e talento. Tre cose che sembrano mancare
a buona parte del
vostro gruppo» aggiunse, squadrando Lauren, Mercedes e Artie
che erano rimasti
più in là a riscaldarsi.
Rachel,
come anche Kurt, era rimasta a bocca aperta e non fece in tempo
ad ascoltare la risposta di Santana che il professor Schuester la
portò via,
ricordandole di qualche cosa che non capì in quel momento.
Quello
che Schuester non sapeva era che da lì a poco si sarebbe
scatenato l’Inferno.
In
perfetto stile Lima Heights.
***
Blaine
non conosceva quel ragazzo nuovo. Né avrebbe voluto
conoscerlo.
Da come aveva risposto a Santana non doveva essere esattamente uno
stinco di
santo. Anzi, sembrava piuttosto presuntuoso. Dopo che Sam e Puck ebbero
portato
via di peso Santana e dopo una notevole opera di convincimento da parte
di
Brittany per non uccidere quel ragazzo nuovo, si era tornati a
respirare un’aria
tranquilla. Ma Blaine non poteva beneficiarne, perché quel
ragazzo aveva
trattenuto lui e Kurt a parlare.
«Voi
due dovete essere Kurt e Blaine, giusto?» chiese, quando
Santana fu
portata via come se nulla fosse successo.
«Blaine
Anderson» disse, porgendogli la mano. Quel ragazzo la strinse
con noncuranza, voltandosi immediatamente verso Kurt.
«Quindi
tu devi essere Kurt Hummel» continuò
immediatamente. «Ho sentito
tanto parlare di te».
«Oh...».
Kurt non sapeva evidentemente cosa rispondere. «Spero solo
cose
buone».
«Assolutamente.
Vero, ragazzi?» fece lui rivolgendosi ai suoi compagni
di squadra che annuirono, straniti dal suo comportamento.
«Sono Sebastian
Smythe» si presentò.
Perfetto,
pensò Blaine, anche
il nome è viscido.
«Piacere
di conoscerti».
«Come
mai hai lasciato la Dalton, Kurt? Da quanto mi è stato detto
ti
sei trovato piuttosto bene» asserì Sebastian
lanciando una breve occhiata
eloquente a Blaine che osservava la scena mentre la rabbia montava
dentro di
lui. Cosa stava cercando di fare quel ragazzino?!
Kurt
arrossì. «Beh, il McKinley è la mia
casa. E poi, ora che anche Blaine
si è trasferito, è tutto perfetto».
Blaine
sorrise. Uno a uno, palla al centro.
«Già,
immagino» continuò lui, senza dare impressione di
aver colto il
significato della frase di Kurt. «Eppure credo che tu avresti
fatto grandi cose
nei Warblers».
«Kurt
è felice qui» intervenne Blaine, deciso a rendere
ridicolo quello
stupido che, appena arrivato, già si sentiva il Dio
incontrastato dell’universo.
«Già.
Immagino come starà quando perderete».
«Non
accadrà».
«Certo»
sorrise Sebastian. «Ci vediamo ragazzi. Tra poco tocca a
noi».
Tutti
i Warblers si allontanarono, richiamati da un assistente di scena.
Kurt guardò Blaine che non staccava gli occhi dalla schiena
del nuovo ragazzo.
Gli sfiorò il dorso della mano con le dita ma Blaine non
distolse lo sguardo.
«Ah,
Kurt!» urlò Sebastian dall’ingresso
diretto al backstage, girandosi
di nuovo verso di loro. «Se dovessi stancarti di perdere, sai
dove trovarmi» lo
invitò, facendogli l’occhiolino con un sorriso
provocante.
Blaine
avrebbe voluto ucciderlo. Stava quasi per farlo quando Kurt strinse
la presa intorno al suo polso.
«Andiamo,
stanno per cominciare» disse e lo trascinò in
platea dai loro
compagni.
***
I
Warblers erano stati semplicemente bravissimi. Finn lo sapeva
benissimo. L’aveva capito quando Rachel aveva cominciato a
ripetere il doppio
delle volte i suoi vocalizzi e quando Mercedes aveva cominciato ad
aggiustare
ossessivamente i papillon di tutti i ragazzi. Ma più di
tutto, avevano fatto
arrabbiare Blaine. Blaine che doveva cantare, sul quale contavano tutti
per la
prima canzone che avevano in scaletta. Quello stesso Blaine che era
diventato
di tutte le gradazioni di rosso quando Kurt si era visto indicato
durante l’esibizione
di “If I Had You” da quel ragazzo sul palco. E a
Blaine questo non era andato a
genio. A dire poco. Un eufemismo sarebbe stato dire che stava
preparando una
spedizione con Santana per ucciderlo seduta stante.
«Andiamo,
Blaine, ti prego!» esclamò Kurt quando non
riuscì più a
sopportare le urla dei due ragazzi. «Non è
successo nulla di grave! L’unica
cosa che possiamo fare per vendicarci è
batterlo!».
Beh,
Finn la pensava come lui. Ma non si azzardò a dirlo.
Anche
perché Blaine non aveva tutti i torti. Quello si era
permesso di
fare occhiolini, di lanciare occhiate provocanti e ammiccanti in
direzione del
suo fratellastro; aveva fatto persino qualche gesto abbastanza
esplicito con il
bacino! Se ne era accorta anche Brittany che di solito non si accorgeva
di
nulla!
«Tu
non capisci Kurt!» urlò Blaine. «Quello
lì si è permesso di
indicarti per tutto il tempo! Sa che siamo fidanzati! Lo sa, Cristo
Santissimo!».
Tutti
i ragazzi, compresi i professori, si voltarono verso Blaine che
aveva gridato così tanto da diventare rosso.
«Andiamo
amico... calmati» sussurrò Puck, dandogli una
pacca sulla
spalla. Ma Blaine si scostò.
«Non
dirmi di calmarmi» sibilò.
«Blaine,
ti prendo un bicchiere d’acqua?» mormorò
Sunshine, intimorita.
«Grazie,
Sun» rispose Kurt al suo posto. Si avvicinò a
Blaine e gli
prese il viso tra le mani. «Calmati, amore. Va tutto bene.
Quello lì è solo un
ragazzino montato» scandì tranquillamente
guardandolo negli occhi.
Blaine
sembrò risvegliarsi da uno stato di trance. «Come
mi hai
chiamato?» chiese sbattendo le palpebre.
«Come,
amore?».
«Sì».
Blaine si era decisamente calmato. «Non mi avevi mai chiamato
così».
«Beh,
significa che comincerà ora!» intervenne Puck.
«Ti ha steso in due
parole!». Tutti risero.
Le
luci si spensero e si riaccesero per un paio di volte. Toccava a
loro.
«Facciamo
vedere loro di che pasta sono fatte le New Directions»
ordinò Finn
e, detto questo, tutti urlarono la loro approvazione prima di dirigersi
verso
il palco.
Tonight
I'm gonna have myself a real good time
I
feel alive and the world it's turning inside out Yeah!
I'm
floating around in ecstasy
Finn,
dal centro del palco aveva cominciato a cantare. Dave si sorprese
di aver riconosciuto la canzone: non che non conoscesse i Queen, anzi,
ma si
aspettava qualche canzonetta da musical ad essere sincero. In quel
momento
tutti i ragazzi sul palco furono illuminati dalle luci sul palco,
divisi in tre
gruppi e abbassarono la testa all’unisono a tempo con la
musica per poi
rialzarla lentamente tutti insieme.
So
don't stop me now don't stop me
'Cause
I'm having a good time having a good time
In
quel momento Blaine prese il posto di Finn al centro del palco, alla
sua sinistra si posizionò Brittany e, alla sua destra,
Santana. Quest’ultima
cominciò a cantare, dando il meglio di sé e
ammaliando il pubblico con il suo
carisma e il suo sorriso smagliante. Persino Dave ne rimase colpito.
I'm
a shooting star leaping through the skies
Like
a tiger defying the laws of gravity
I'm
a racing car passing by like Lady Godiva
I'm
gonna go go go
There's
no stopping me
I
ragazzi sullo sfondo ballavano a tempo e rendevano
l’esibizione senza
precedenti. Erano veramente bravi. Sembravano nati per stare su quel
palco, per
regalare al pubblico momenti di stupore e meraviglia, per donare il
loro
meglio.
I'm
burning through the skies Yeah!
Two
hundred degrees
That's
why they call me Mister Fahrenheit
I'm
trav'ling at the speed of light
I
wanna make a supersonic woman out of you
Continuò
Brittany, muovendosi a tempo come una vera professionista, a
Dave ricordava le movenze di Beyoncé. A quel punto fu il
turno di Blaine di
intonare il ritornello, accompagnato dalle voci di tutto il coro
formato dagli
altri ragazzi. Solo in quel momento Dave si rese conto di essere in
piedi a
portare il tempo con le mani. Non si sarebbe mai aspettato di essere
così preso
da un’esibizione di quei ragazzi.
Don't
stop me don't stop me don't stop me
Hey
hey hey!
Don't
stop me don't stop me
Ooh
ooh ooh (I like it)
Don't
stop me have a good time good time
Don't
stop me don't stop me
Ooh
ooh Alright
L’assolo
di chitarra che ne seguì, eseguito a regola d’arte
da Artie,
quel ragazzo sulla sedia a rotelle e poi di nuovo la voce di Blaine,
completarono l’esibizione della prima canzone.
Dave
tirò quasi un sospiro di sollievo, come se fosse
lì attendendo solo
la proclamazione della loro vittoria.
Sul
palco ci fu il buio per qualche secondo fino a quando non si
riaccesero le luci, lentamente, col suono della voce di Rachel
accompagnata
dalla band.
I've
paid my dues
Time
after time
I've
done my sentence
But
committed no crime
Dave
sentì le lacrime agli occhi al solo pensiero che stessero
per
regalare al pubblico una canzone di quel calibro. Non poteva essere.
Artie,
posata la chitarra, la raggiunse al centro del palco, continuando la
strofa.
And
bad mistakes
I've
made a few
I've
had my share of sand kicked in my face
But
I've come through
Il
coro dei ragazzi introdusse il ritornello benissimo, dando spazio a Sam
perché lo cantasse magistralmente insieme a Puck. Da quando
in qua quei due
avevano quelle voci?! Dave non ricordava che fossero così
bravi!
We
are the champions, my friends
And
we'll keep on fighting, till the end
We
are the champions
We
are the champions
No
time for losers
'Cause
we are the champions
La
musica si fermò per più del necessario,
permettendo a Mercedes e a
quella ragazzina nuova di nome Sunshine, probabilmente, di venire fuori
dal
pubblico.
Of
the world!
Dave
stava piangendo. Non era riuscito a contenersi. Vedeva i suoi
compagni abbracciarsi ed inchinarsi di fronte al pubblico in visibilio
e non
riusciva a smettere. Erano stati bravissimi, superlativi, tutti gli
aggettivi
più belli che esistono a questo mondo. Gli altri due gruppi
non avevano scampo.
Il sipario si abbassò per qualche minuto e le luci in sala
si riaccesero, così
che Dave poté accorgersi di non essere stato
l’unico ad emozionarsi. Dovevano
vincere. Dovevano.
La
tenda rossa si rialzò, mostrando i tre gruppi schierati
perfettamente
con i rispettivi rappresentanti davanti a tutti.
I
giudici salirono sul palco, il primo dei quali con una busta bianca
tra le mani.
Dave,
le cui lacrime si erano placate, cominciò a tremare.
«Al
terzo posto...» cominciò un uomo sulla sessantina
al centro del
palco con tutta l’intenzione di portarla per le lunghe.
«Gli Aural Intensity!».
E
questo lo sapevamo,
pensò Dave, va’
avanti!
Il
gruppo chiamato avanzò, prendendo il trofeo e ringraziando i
giudici.
A Dave sembrava di vedere tutto al rallentatore. Non si era nemmeno
reso conto
di essere rimasto in piedi con le mani che si torturavano a vicenda.
Vide Kurt,
che stringeva la mano di Blaine e che, notandolo nel pubblico, gli
sorrise,
nervosamente. Dave tentò di ricambiare. Tentò di
dirgli, in uno sguardo, siete stati i
migliori, vincerete. Non c’è
dubbio.
Il
giudice con la busta si ricompose e riprese posto davanti al
microfono. «E vincono, straordinariamente
all’unanimità...».
Dave
smise di respirare.
Continua...
NDA: Eccomi qui!!! Straordinariamente dopo poco più di una settimana di distanza dall'ultima pubblicazione! Con questo capitolo ci siamo gustati la mia visione delle Provinciali! Che ne pensate? Chi vincerà?
Lo saprete con il prossimo capitolo! Anche se so che molti di voi lo avranno già capito!
Avvertenza: domattina alle 06:30 parto per la mia gita scolastica a Firenze e, sì, sono qui a pubblicare a mezzanotte! Che volete farci? Ci tenevo a pubblicare prima di partire!
Comunque fatto sta che dovrete aspettare un po' per il prossimo capitolo anche se porterò il pc con me! ^^
Visto che il capitolo precedente non vi è piaciuto particolarmente, da come ho visto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo... anche se dovete dirmi che fa pena! Ditemelo! ^^
Vi lascio un ringraziamento a tutti coloro che leggeranno e commenteranno!
Un bacio,
Federica
PS: Il video di Beyoncé da cui è tratta l'esibizione di Santana --> http://www.youtube.com/watch?v=Ob7vObnFUJc&ob=av2e
I costumi che indossano Santana e i ragazzi sono il terzo cambio di Beyoncé e i ballerini! Personalmente adoro Santana in bianco! (vedi Me Against The Music *-*)