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Autore: Danya    12/03/2012    10 recensioni
Vide Mew Puddy trascinata da un piede. Aveva gli occhi socchiusi e mormorava qualche cosa.
I suoi istinti felini la aiutarono a capire.
“Addio, Strawberry. Ti voglio bene”.
**
La guerra è ormai finita da un paio di settimane ma la pace tarda ad arrivare. Le Mew Mew si ritrovano rapite e portate via, sul pianeta alieno. Ryan, Kyle, Pai, Gish e Tart le stanno cercando per salvarle ma le cose non vanno nel verso giusto. Vecchi amori, nuovi incontri, incontri inattesi e nuovi poteri si affacciano nella vita delle nostre eroine, questa volta in lotta per salvare se stesse e chi amano.
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Mint Aizawa/Mina, Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ecco a voi dieci pagine di imbarazzo totale xDD cercherò, mi sforzerò, di dare il giusto peso a tutti i personaggi e anche chi sembra abbandonato, avrà i suoi momenti di “gloria” (tra disperazioni e altro XD)

Ecco a voi dieci pagine di imbarazzo totale xDD cercherò, mi sforzerò, di dare il giusto peso a tutti i personaggi e anche chi sembra abbandonato, avrà i suoi momenti di “gloria” (tra disperazioni e altro XD).

Ringrazio chi ha commentato, con tutto il cuore =D divento stranamente allegra quando leggo i vari commenti xDD

 

Capitolo cinque.

 

C’era una ragazza con buffi codini che la guardava con occhi scuri. Davanti a lei una bambina che le ricordava tanto una scimmietta, tutta fasciata. Dietro di lei, appoggiate due ragazze con lunghi capelli: una viola e un volto serio, l’altra verdi, con spessi occhiali. Vicino ai macchinari c’erano un ragazzo biondo con occhi azzurri, un uomo alto, ben vestito e sorridente, una ragazza con strane orecchie e occhi verdi. Poi, sulla porta, due ragazzi e un bambino, sempre con quelle strane orecchie e poi… uno di quelli aveva occhi d’orati, che le sembrava di aver visto qualche tempo fa.

-Strawberry,come ti senti?- chiese la ragazza dai capelli verdi.

-Uh…- socchiuse gli occhi –Chi è Strawberry? Dove mi trovo?

Il posto non era familiare, ma non le era familiare neanche il suo viso, che vedeva riflesso negli occhiali spessi della verde, né la sua voce. Chi erano quelle persone? E questa Strawberry di cui parlavano…chi era?

-Tu..- l’aliena vestita da medico le si avvicinò –Per piacere, guarda questa luce qui…-

Dal suo dito comparve una piccola fiammella e Strawberry la seguì con gli occhi. Poi le provò i riflessi, la frequenza cardiaca. Le chiese di mettersi in piedi e di camminare e Strawberry mostrò la classica coordinazione. Niente insicurezze, niente problemi.

All’apparenza.

 

-Amnesia?!- fecero Lory e Puddy insieme, mentre parlavano con Catheryna.

-Già.

Erano tornate nella loro grande stanza e la bella aliena si era appoggiata comodamente a un mobile –Non ricorda niente. Ora i vostri amici, Kyle e Ryan, si stanno occupando di lei. Le stanno mostrando foto, video della sua vita ma non ha memoria. Ride e scherza ma è completamente bianca.

Mina si portò una mano al mento –Cosa le hanno fatto…?

Pai schioccò la lingua –Forse per lei è stato troppo. Ci avete raccontato che avete combattuto insieme, l’ultima volta che vi siete viste e ha creduto seriamente che foste morte, mentre in voi era rimasta un po’ di speranza di rivedervi. Forse le hanno fatto del male…

-No!- questa volta, a urlare furono Lory e Gish, riuscendo bene a capire cosa intendesse Pai.

-Pensateci…- continuò il viola ma Lory gli scostò un’occhiataccia e guardò Tart e Puddy e l’alieno si zittì.

-No, Pai, non può essere. Ho controllato. Su tutte loro. Nessun segno di violenza.

Cadde il silenzio.

Gish si morse un dito.

Quando l’aveva trovata, aveva sentito il cuore leggero e non aveva resistito alla tentazione di baciarla. A quel bacio, come le principesse delle favole, si era svegliata ma… non lo aveva riconosciuto.

E un po’ c’era rimasto male. Lui l’aveva pensata per giorni e lei…

Cosa vado a pensare.. sicuramente avrà sofferto come non mai.”.

-Le tornerà la memoria?- chiese Mina apprensiva.

-Non lo so. Forse- disse la dottoressa –Dobbiamo aspettare.

 

Strawberry guardò attentamente le immagini proiettate da Kyle e Ryan. Ritraevano lei con quelle strane quattro ragazze, con i suoi genitori e alcune con Mark –Ah, ma quindi sono pure fidanzata?- chiese la rossa.

Ryan e Kyle si guardavano –Sì. Avete combattuto insieme… lui era il Cavaliere Blu e tu Mew Berry.

-Sono una.. mmh..- sembrò cercare le parole esatte –Una eroina?

Kyle sorrise, prendendole la mano fasciata –La più forte. Riesci sempre a sorprenderci. Hai un potere incredibile. Il tuo Dna è fuso con quello del gatto selvatico di Iriomoto, una specie in via di estinzione…

-Eccoti, Mew Berry- disse Ryan, cambiano clip e mostrando l’immagine di Mew Berry mentre combatteva con a fianco Mew Mina.

Strawberry sbatté le palpebre. Una ragazza, con orecchie felice e sguardo rosa come i capelli e i vestiti appariscenti.

Toccò l’immagine con due dita –Ecco come dovrei essere…

Si toccò le orecchie, umane –Le ho mai quando sono umana?

Kyle annuì –Quando ti emozioni, provi una forte emozione, ti spuntano orecchie e coda.

-Ah si? Succede mai con questo Mark?

Ryan sbuffò, irritato –Sempre.

-E le altre ragazze?- guardò  un’altra immagine dove si vedeva con tutto il team trasformato.

-Strawberry, pi pi!- un piccolo Mash uscì dalla tasta di Kyle e le si mise sul grembo

-Ma quanto sei carino! Tu chi sei?- domandò, portandoselo alla guancia e strofinandoselo addosso.

-Mash! Pi pi!- rispose il robottino con la sua voce metallica.

-Che nome carino!

Ryan si concesse un sorrisetto. Strawberry stava bene, nonostante la sua amnesia. Era viva e stava giocando con Mash come e nulla fosse.

-E i miei genitori? Sanno chi sono?- domandò Strawberry.

Ryan fece segno di no con la testa –Di loro ti ricordi?

-No- ammise, un po’ dispiaciuta -Vorrei…- disse, arrossendo -.. vedere quelle ragazze.. e il ragazzo con gli occhi dorati. Mi ha trovato lui, giusto?

Ryan strinse i pugni –Non so se ti conviene alzarti…

Strawberry si mise in piedi –Non ho chiesto il permesso… ma sento che… mi mancano.

Kyle annuì ma disse –Ora siete troppo deboli. Aspettate domani e vi faremo stare insieme. I medici non vogliono affaticarvi.

Strawberry si rimise a letto, sbuffando.

Provava una strana sensazione, dentro, come se a quelle situazioni un po’ ci fosse abituata.

 

Mina e Pam si erano rintanate in un angolo della stanza a parlare a bassa voce. Pam era leggermente rossa in viso e Mina sembrava tutta eccitata. Si erano chiuse in un mondo tutto loro e Lory poteva sentire da lontano che parlavano di Kyle, o per lo meno, Mina lo menzionava e Pam le intimava di starsi zitta.

Puddy e Tart dormivano sul letto della biondina e Lory guardò fuori dalla finestra, sospirando.

Era strano essere tanto lontani da casa e che, stranamente, erano al sicuro.

La porta della stanza si aprì piano ma non ci fece caso, fino a che non sentì qualcuno sedersi sul suo letto.

Presa com’era dalle sue fantasticherie, quando si voltò a guardare il nuovo arrivato, saltò in aria, vedendo Pai accanto a lei.

Arrossì di colpo e Mina e Pam lo notarono e trattennero delle risatine.

-Scusami- commentò solo Pai, inarcando un sopraciglio, con la faccia dubbiosa.

Lory balbettò qualche cosa d’incomprensibile e abbassò lo sguardo, timida, come sempre.

-Come ti senti?- domandò l’alieno.

Lory sentì il cuore martellare nel petto –Io... io…bene, grazie.

Pai le porse una mano –Ho chiesto a Catheryna il permesso di farti uscire. Ti va di venire con me?

Lory guardò la mano di Pai, arrossendo ancora di più. Ripensò a quello che le aveva detto il suo carceriere, sul fatto che le piacesse Pai. Come poteva piacerle una persona con la quale aveva scambiato poche parole, sempre dure e scostanti?

Eppure, era così.

L’afferrò, piano e disse, a bassissima voce –Va bene.

E uscirono dalla stanza, sotto lo sguardo curioso di Mina e quello attento di Pam.

 

-Metti questi.- Pai porse a Lory un pacchetto, che la ragazza guardò un po’ dubbiosa. L’alieno, vedendo l’insicurezza, disse –Farti uscire in pigiama, non mi sembra il caso.

Lory avvampò sempre di più ed annuì, entrando in uno dei bagni dell’ospedale, rischiando di sbattere contro una porta.

Sei un’idiota, Lory! Stai calma, stai calma. Si diceva, mentre indossava gli abiti. È stato così gentile, non rovinare tutto, al solito. Stai calma, razza d’idiota.

E mentre Lory s’imponeva di stare calma, Pai si era appoggiato ad una finestra, piegato in avanti per sporgersi lievemente. Era strano avere delle finestre. Fino a che vivevano nel sottosuolo, non ne avevano avuto mai bisogno ma adesso sembrano… indispensabili.

Era bello vedere il mondo fuori.

In pochi giorni erano state costruite strade principali con lastre di pietra staccate dal sottosuolo e portate alla luce. Le case non erano più blocchi bianchi, tutti uguali ma case diverse, colorate, vive. Quasi ogni casa aveva un giardinetto e la gente provava a coltivare i semi che i tre Ikisatashi avevano portato sul solo pianeta in ricordo della Terra e dopo averli clonati, erano stati distribuiti nei vari quartieri. E poi l’erba... verde, meravigliosa. Aveva un buon profumo ed era bella toccarla. Qualche animale che viveva con loro nel sottosuolo, era riuscito alla luce del sole, non troppo vicino né troppo lontano, dando la sensazione di dolce tepore sulla pelle.

Era un bel pianeta. Certo, col tempo, tutto quel verde sarebbe stato sostituito da edifici e varie strutture, a questo, Pai era preparato.

L’ospedale era stato una delle prime cose a salire in superficie e non distanziava molto dal Palazzo che, Gish, Pai e Tart avevano notato assomigliare a quello di Profondo Blu, solo, meno cupo.

Chiuse gli occhi, mentre un leggero vento gli accarezzava il viso, portando al suo naso buoni odori.

-Emh… la voce incerta della ragazza lo fece voltare.

Davanti a sé aveva una Lory rossissima, con le mani giunte in grembo e il volto basso.

I vestiti che le aveva dato erano, per fortuna non troppo grandi

Tonalità viola, era composto di un paio di pantaloni un po’ più larghi dal ginocchio in giù ma molto simili ai suoi e una maglia a maniche lunghe e larghe e per completare il tutto, una giacca lunga fino ai piedi con un unico bottone sul centro e un cappello viola, di quelli che aderiscono completamente alla forma della testa. Forse era un po’ grande sulle spalle ma poco importava. Doveva camuffarsi, non andare a una festa.

-Chiedo scusa se la taglia non è quella giusta- disse l’alieno, notando l’imbarazzo della ragazza –Sono i miei di due anni fa, forse.. ero più basso e più magro ma non ho avuto il tempo per trovare altro.

Si avvicinò e aggiustò meglio il capello –Così non vedranno le tue orecchie e sarai meno riconoscibile agli occhi della mia gente.

Lei annuì. Si sentiva goffa in quegli abiti e il sapere che appartenevano all’alieno, le procurava un accelerazione del battito cardiaco di almeno il doppio.

Pai osservò bene la ragazza che sembrava più piccola dentro quei vestiti. Era alta come ragazza, ma il restare con la testa reclinata in avanti e le spalle curve, la faceva sembrare più bassa. E poi, aveva il viso rosso e gli soggiunse un dubbio –Forse stai ancora male…

Lei alzò lo sguardo –Eh? No, no, sto bene!- si affrettò a dire.

-Ma sei tutta rossa- insistette quello –Forse hai un po’ di febbre- continuò, calmo.

-No, puoi... stare tranquillo. Sto bene. Mi sento solo un po’ a… disagio… - ammise, distogliendo lo sguardo.

Pai osservò la ragazza per un altro secondo e poi le diede le spalle –Puoi stare tranquilla, nessuno ti riconoscerà. Tu sta accanto a me e non accadrà niente.

Lory sospirò piano. Se l’alieno avesse saputo che si sentiva a disagio con lui, sicuramente ci sarebbe rimasto male.

La portò fuori dall’ospedale e per un attimo le girò la testa. C’era molta luce e una bella arietta fresca. Il giovane camminava spedito e lei lo raggiunse, un po’ a fatica perché sentiva fitte di dolore un po’ ovunque.

La gente gli passava accanto e nonostante lanciasse occhiate verso i due, non si avvinavano mai, sicuramente intimoriti dalla presenza di Pai. La gente vestiva in modo semplice e solo qualcuno aveva lunghi chimoni come quello di Saku e alcuni uomini, tuniche rosse o blu decorate in modo squisito ma era impossibile indovinare la trama di quei disegni senza soffermarsi a guardarli.

-Mmh… dove mi stai portando, Pai?- domandò, mettendosi al suo fianco.

L’alieno indicò un vicolo –Lì.

Lory si chiese cosa ci fosse di tanto interessante in un vicolo ma quando vi arrivò, la risposta le venne da sola: nulla.

Non c’era nulla d’interessante. Era un vicoletto che c’era fra due case, stretto e poco illuminato.

-Pai?

L’alieno si voltò finalmente verso di lei e le afferrò il polso, tirandola verso di sé per poi passarle un braccio forte intorno alla vita, facendo aderire i due corpi.

-Qui non ci vedrà nessuno… Stringiti a me- le ordinò l’alieno, senza esprimere nessuna emozione e Lory si perse in quegli occhi amestia così belli e magnetici.

La ragazza non diede segno di muoversi, incantata e Pai sbuffò, prendo un braccio della ragazza e mettendoselo attorno al collo –Stringiti. – ripeté seccato e Lory intuì le azioni dell’alieno, dandosi della stupida. Pai non ci stava provando, la stava preparando.

-Forse sentirai un po’ di nausea. È la prima volta che ti teletrasporti per lunghe distanze., vero?

Lei annuì, anche se sapeva che Pai non voleva risposte.

-Tieni gli occhi chiusi. Ora andiamo.

Le orecchie di Lory furono investite dallo schiocco del teletrasporto e sentì il suo corpo risucchiato. Ecco perché Pai l’aveva fatta stringere a sé. Perché rischiava di cadere.

Aprì gli occhi, nonostante l’ordine di prima e sentì i conati di vomito salirle dalla bocca dello stomaco.

Attorno a sé vedeva immagini sfocate, come se fosse su un treno che viaggiava ad alta velocità. Sembrava che loro fossero fermi e che tutto il resto si muovesse. Pai era concentrato e non si accorse di Lory che lo fissava, estasiata.

La presa di Lory si fece più salda intorno al corpo di Pai e l’alieno la guardò con la coda dell’occhio. Deliziosa, nonostante il colorito che indicava il suo attuale malessere.

Improvvisamente, toccarono terra e Lory sentì le gambe non reggere –Te l’avevo detto di chiudere gli occhi.

Dopo essersi assicurato che la ragazza non vomitasse, la lasciò andare.

Lory si guardò intorno. Era un’enorme valle, tutta verde. C’erano pure degli alberi enormi che le ricordavano le querce terrestri, ma erano troppo grandi, forse quanto un palazzo.

Sembrava un bosco pieno di enormi alberi e c’era nell’aria un dolce profumo di… di pulito.

Si sentì invadere da una dolce sensazione di tepore e sorrise, inspiegabilmente.

Sentiva un rumore di acqua che scorreva e si chiese se dove fosse la sorgente.

-Che posto è?- domandò, allora.

L’alieno fece strada –Vieni.

Lory, ubbidiente, eseguì l’ordine, docile.

Poi, arrivarono ai piedi di un grande albero, più maestoso degli altri, più bello.

Pai le indicò la liana che pendeva –Riesci a salire?

Lory strabuzzò gli occhi. Come dirgli che in educazione fisica era un disastro?

L’alieno non attese la risposta e iniziò a salire con movimenti decisi e precisi. Lory pregò di non cadere e cominciò a salire, con fatica. No. Non ce la faceva.

Le mani presero a scivolare sulla liana e si aspettò di cadere a terra ma, magicamente, questa si mosse in suo aiuto e la ragazza incominciò a salire con la liana, come se questa la stesse guidando.

Pai era in cima, o per meglio dire, dentro l’albero poiché ora la ragazza era stata poggiata delicatamente dentro una sua cavità.

 E quando Lory arrivò, Pai quasi rise –Sapevo che ti avrebbe aiutato- i suoi occhi ora, brillavo, ricchi di intelligenza.

-Chi?- chiese la ragazza, sentendosi presa in giro.

-Lei.

Pai, con un indice bianco, indicò una parete della cavità.

Era poco più grande di una palla da calcio ed era trasparente, liscia e…bellissima… all’interno di quella sfera c’era un frammento di Acqua Mew che brillava con una luce azzurrina.

-Solo io, Gish, Tart e qualche altra persona conosciamo questo luogo. È la casa dell’Acqua Mew. Dopo averla utilizzata, si è rintanata qui ed ha creato il suo habitat naturale.

Lory sentì le lacrime sulle guancie e il loro sapore salato sulle labbra. Una mano al petto, chiusa in un pugno all’altezza del cuore.

-E’ bellissima.

Il Dna di Lory sembrava impazzito e la ragazza prese a brillare di azzurro, mentre i capelli, a causa di una forza misteriosa, si scioglievano e si muovevano da soli. Gli occhi divennero verdi, brillanti e misteriosi e sentì un dolce formicolio in tutto il corpo.

Allungò le braccia verso la sfera e poi…sentì tutto un calore bruciante negli arti e si vide riflessa nella sfera.

Con la coda dell’occhio intravide Pai che aveva in mano una piccola sfera computer e la guardava con occhi attenti e freddi. Capì le intenzioni dell’alieno all’istante ma non importava più. Non era più Lory, ma un’incantevole neofocena che nuotava tranquilla, lontana dal dolore di quei giorni, dall’imbarazzo e dalla mortificazione.

Sentiva l’acqua scorrere lungo il corpo e nuotò veloce, tra alghe e altri pesci. Era libera da ogni costrizione. Vedeva tutto, sentiva tutto, percepiva tutto. Era meraviglioso. Era parte del creato e

-Lory?

Una voce lontana le ricordò che lei era un’umana e dovette, a malincuore, tornare alla realtà. Fu peggiore del teletrasporto.

Pai era sopra di lei.

-Tutto bene?

Lory annuì, triste.

Peccato, era stato bello essere neofocena. Si rese conto di essere sdraiata –Che cosa è successo?

-Sei svenuta appena hai tocca il Cristallo.

Si mise a sedere e raccolse le gambe al petto, sconsolata.

-Che cosa è successo?- domandò questa volta Pai, stringendo gli occhi.

Lory sospirò –Noi Mew Mew siamo strettamente collegate all’Acqua Mew. Reagisce alle nostre forti emozioni. È parte di noi- Lory guardò Pai diritto negli occhi per la prima volta in quella giornata senza arrossire o balbettare –Se ricordi bene, durante l’ultima battaglia, i poteri miei, di Mina, Pam e Puddy si sono esauriti perché non avevamo più energie necessarie e Ryan ci ha infuso dell’Acqua Mew per farci ritrasformare. Per giusto, avrebbe dovuto infonderci nuovamente i Dna degli Animali Codice Rosso, ma è bastata quella goccia… Finito il combattimento, dopo esserci teletrasportate nel Palazzo da Strawberry, i poteri se ne sono andati nuovamente per riapparire quando siamo state rapite. È l’Acqua Mew che ci fa reagire. Ecco perché eravamo più forti quando combattevamo con il Cavaliere Blu, perché lui stesso ne era portatore. Io… io penso che ormai sia parte di noi, del nostro Dna modificato. Non siamo più umane, non lo saremo più. Ogni volta che si presenterà un pericolo, lei ci farà reagire.

Pai annuiva e fece per dire -Ma prima…

-Prima ho… sognato- lo interruppe Lory, guardando fuori dalla cavità e ammirando i raggi del sole che giocavano sulle foglie -… penso sia il termine adatto… ho sognato di essere una neofocena.-  iniziò a stropicciarsi le mani, nervosa –Era bello. Nuotavo libera e… serena. Penso che se esista una seconda vita, voglio rinascere come neofocena… o un cetaceo qualsiasi. Se non mi avessi chiamato, probabilmente mi sarei… persa nel mio Dna.

-Interessante- mormorò Pai, guardando la goccia di Acqua Mew che era più luminosa.

-Pai…- Lory si rimise in piedi –Tu volevi fare questo esperimento, vero? Volevi vedere come reagivo all’Acqua Mew…

Negli occhi di Lory non c’era accusa, ma solo un po’ di mortificazione e Pai, in un angolino del suo ego, si sentì in colpa.

-Esatto- ammise.

-Perché?

-Perché sono affascinato da questa teoria. Per mesi l’ho ideata, cercando di capire del perché diventavate più forti ad ogni nostro attacco- Pai poggiò una mano sul fianco, serio ma con un sorrisetto sulle labbra –E a quanto pare, abbiamo avuto la stessa idea ed ora credo di aver avuto le mie risposte.

Lory guardò l’alieno e poi il Cristallo. Scoppiò a ridere, tanto da doversi tenere la pancia con una mano.

Pai la guardò, scioccato –Cosa c’è di divertente?

-Oh, Pai.. non potevi chiedermelo e basta, senza fare tutta questa scenetta?

L’alieno arrossì –Non sapevo come l’avresti presa.- si giustificò, quasi ringhiando.

-Avanti, su… le altre si staranno chiedendo, dove sono finita… torniamo indietro.

-Non ancora- Pai le afferrò un polso –Che cosa succede quando vi emozionate tanto? Oltre a brillare?

A causa della vicinanza, la ragazza arrossì un po’ –Emh.. credo che la nostra forza aumenti.

-Per questo, quando hai baciato Shirogane, sei diventata tanto forte da subire una seconda trasformazione?

A questo punto, Lory impazzì, iniziando a balbettare frasi sconnesse mentre gli occhiali si appannavano –Io.. ecco… non… ba.. ba…- si riprese un attimo, spinta da un orgoglio sopito –Era una respirazione bocca a bocca. Stava annegando! (*)

Pai socchiuse gli occhi, ridendo –Ah sì? Non hai abbandonato il nostro combattimento per baciarlo?

-No!- protestò la ragazza, mentre Pai la stringeva a sé, pronto a teletrasportarsi di nuovo.

Alle debole proteste della ragazza, il sorriso di Pai si allargò il doppio –Andiamo, penso di aver capito.

E si teletrasportarono via.

 

Gish entrò nella stanza di Strawberry, dove la rossa era finalmente sola, senza quei due terrestri a scocciare.

-Ehilà- la salutò, sorridendo allegro.

La rossa socchiuse gli occhi –Tu sei Tart?

Gocciolone –No, sono Gish. Come stai, micetta?

Si sedette accanto, guardandola diritto negli occhi. Notò che in mano aveva un piccolo computer e stava vedendo delle immagini.

-Emh… cercavo di ricordare qualche cosa. Ma sinceramente, di questo Mark o della scuola non ricordo niente. Ryan dice perché non mi è mai piaciuta la scuola.

Un tuffo al cuore.

Non si ricordava di nessuno. Nemmeno di Mark. Né di lui. Poteva… poteva riprovarci… poteva….

“Adesso siamo pari, merluzzo”.

Sorrise. Un bel sorriso sghembo che per un attimo fece arrossire la ragazza, facendole saltare il cuore nel petto. Che strana sensazione… sentiva di averle già provato queste cose.

- Strawberry… se ti dico che io…- chiuse la sua mano pallida su quella di Strawberry -… e te siamo in qualche modo legati, mi crederesti?

Se la portò alle labbra, compiendo un baciamano che fece arrossire la ragazza, fino a farle spuntare orecchie e coda feline.

La ragazza si toccò le morbide e calde orecchie e deglutì “Funziona così…”.

Ignorò Gish e si alzò, andando verso il bagno e guardandosi allo specchio. Il giovane la seguì passo passo.

-Cosa c’è?

La ragazza guardò la coda e se l’accarezzò. Era reale, era vera.

-Io… io credo... di essere questa persona.

Gish non capì –Come?

Strawberry prese fiato –Forse non ricordo nulla della mia vita perché in realtà sono un gatto. Un gatto umano, non un umano trasformato in gatto. Forse io…

- Micetta, che stai dicendo? Vieni, coricati…

La ragazza lo guardò, confusa e scoppiò a piangere –Puoi rimanere con me? Fino a che no mi addormento?

Gish annuì, serio –Certo, piccola. Tutto ciò di cui hai bisogno…

Gish si diede del masochista. La ragazza si era messa sotto le coperte e lui le accarezzava i capelli in modo gentile e delicato. Era sicuramente un masochista perché non era normale farsi un discorso interiore, pensare di andare avanti e poi… pum! Essere da punto e d’accapo. Strawberry si addormentò profondamente e respirò con calma. Quando si alzò per andarsene, la manina della rossa si strinse nella sua, dolcemente e Gish si morse il labbro.

-Se continui così, finirò per innamorarmi nuovamente di te, micetta…

 

Ryan socchiuse la porta, arrabbiato.

Quel Gish.

Che cosa credeva di fare? Approfittare di Strawberry? Non l’avrebbe permesso. Tanto, quando sarebbero tornati sulla Terra, lei si sarebbe innamorata nuovamente di Mark. Per lui.. non c’erano speranze.

Sentì ridere fuori una voce conosciuta. Si affacciò alla finestra e quasi gli venne un colpo.

Lory passeggiava con Pai, vestita in modo strano. Portava i capelli sciolti e l’alieno teneva in mano gli occhiali della ragazza. Aveva un volto rilassato e li metteva in alto, fuori dalla sua portata e la ragazza doveva sporgersi, rossa e ridente, per prenderli.

Strinse i pugni. Perché quei due stavano tubando?

Perché erano così vicini? Perché Lory non arrossiva?

Li vide entrare e camminò in fretta verso l’uscita e li incrociò all’entrata.

- Lory, dovresti essere a letto.

 

Kyle si sedette sul letto con Mina e Pam, prendendo la mano della viola e stringendola amorevolmente –Come vi sentite, ragazze?

Pam sorrise e Mina pensò che non c’era sorriso più bello di quello di una donna innamorata.

In cuor suo, un po’ la invidiava. Essere amata con tanto ardore… Kyle se la mangiava con gli occhi, facendola sentire di troppo…

-Ma Lory... dove è finita?- domandò Kyle, un po’ allarmato.

Pam e Mina si guardarono e la modella regalò alla ballerina uno sguardo d’intesa – E’ in buone mani.

 

- Lory, dovresti essere a letto.

La ragazza osservò bene il biondo americano. I suoi occhi di ghiaccio lasciavano trapelare un velo di stizza che poche volte gli aveva visto.

Mortificata, si tolse il cappello –Ecco… io…

-Era al sicuro, con me- intervenne Pai, poggiandole una mano sulla spalla –Le ho fatto vedere il posto. Mi sembra giusto, poiché è anche merito suo la rinascita del mio pianeta.

Ryan strinse i pugni con più forza –E perché non ti sei portato dietro anche le altre ragazze?

-Erano per fatti loro.

- Lory è ferita. Deve riposare.

-Umano, guardala. Sta bene… non l’ho strapazzata- disse gelido Pai.

-Ha subito delle violenze in quella prigione. Che cosa credi di fare? Solo perché l’hai tirata fuori, non puoi spupazzartela così. Deve stare a letto, con le altre ragazze.

Pai capì l’enfasi dell’ultima parte della frase. “con le altre ragazze” voleva dire “con quelle della sua specie”.

Lory tossicchiò, nervosa – Ryan, tranquillo, ora le raggiungo. Pai emh… i vestiti te li faccio avere appena mi cambio- e senza dare tempo ai due, scappò, infilandosi a letto sotto gli sguardi attoniti di Mina, Pam e Kyle.

 

Note:

(*) secondo me, questa teoria non è da scartare… leggevo alcuni commenti e effettivamente quella di Lory sembra una respirazione bocca a bocca e ha più senso xD

   
 
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