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Autore: Red Robin_My Pride    12/03/2012    3 recensioni
Gettò un'occhiata al mare poco distante, cercando di arrivarci prima di loro nel caso in cui avessero cercato di catturarlo, e dallo sguardo famelico di quel ragazzo con il cappello di paglia non gli sembrava un’ipotesi troppo fantasiosa.
«Vieni qui, sirenetta!» lo sentì urlare difatti, pronto a gettarsi in mare al suo seguito, quasi avesse compreso le sue mosse in anticipo.
«Ti ho detto che sono un maschio io!»
[ Personaggi Vagamente OOC - New World Arc ]
[ Per chi non ci conoscesse con questo nick, siamo Red Robin e My Pride con un account in comune. ]
Attenzione: il rating potrebbe variare
Genere: Avventura, Parodia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tales_2

TALES OF SEA: MERMAID'S STORY
MUCH ADO ABOUT NOTHING
 
 
Sanji si era ormai arreso di dimenarsi, tanto che dopo ore interminabili di cammino si era quasi sopito nonostante i litigi dei tre.
Sembravano essere in disaccordo su qualcosa, ma aveva un tale mal di testa da non capire con esattezza di che cosa stessero parlando, tanto da ignorarli completamente.
Sarebbe voluto tornare indietro sui propri passi e rituffarsi in mare alla svelta, ma, giunti a quel punto, non riusciva più a capire dove fosse. Non si era mai avventurato al di fuori dell'acqua - e il fatto che non sapesse di quelle gambe che gli erano spuntate ne era la prova -, e poteva solo arrendersi all'evidenza: ovunque lo avessero portato, era spacciato e probabilmente in suoi guai erano giunti all'inizio, visto il grande portone di un castello che si stagliava finalmente davanti ai quattro.
«Ve l'avevo detto che era da questa parte».
La voce che gli giunse alle orecchie risuonò come un borbottio sconnesso, ben presto surclassata da un'altra che suonava non poco innervosita.
«Ma se ci hai fatto fare tutto il giro!»
«Ohi, la finite?» si fece sentire la voce del biondo, nudo. «Qui c'è gente che riposa».
«Tu sta' zitto, hai poco da lamentarti», gli venne sbottato contro dalla voce di Zoro, che tra un borbottio e l'altro si avviò verso il portone, battendo giusto tre colpi contro il legno prima che quest'ultimo si aprisse.
«Non direi, sono nudo e in braccio ad un mostro peloso...»
Venne immediatamente fulminato con lo sguardo, prima che quel tipo si avvicinasse nuovamente sotto l'occhio attento di Chopper - che si era ormai a sua volta arreso a trascinarsi dietro quel fardello, dato il brutto carattere di Zoro - e, senza tanti preamboli, gli tappasse la bocca con uno straccio che portava legato al braccio.
«E ora diamoci una mossa», sbottò, superando il portone per inoltrarsi, presto affiancato da Rufy, nel grande giardino che si intravedeva oltre esso.
A quel fare Sanji cercò di sputare quella fascetta nera senza successo, iniziando quasi a temere il peggio. Aveva quasi pensato che peggio di così non sarebbe potuta andare, ma a quanto sembrava si era maledettamente sbagliato. E più tentava di strepitare, con le sue esclamazioni che venivano soffocate da quella bandana, più si rendeva conto che non avrebbe lasciato le mura di quel castello. O forse non vivo, almeno.
Il tratto di giardino che lo separò dall'entrata del castello gli parve infinito, più della strada che avevano percorso per giungere sin lì. Nemmeno provare ancora a divincolarsi servì a nulla, poiché sentì ben presto i passi dei due che li precedevano rimbombare nel grande atrio, infastidendolo.
Non aveva mai sentito quei suoni e la cosa lo turbava alquanto, esattamente come la moltitudine di cose strane che si ritrovò ad osservare qualche istante dopo. Non aveva mai visto nulla di simile, e non poté fare a meno di pensare che gli umani fossero delle creature bizzarre; forse infastidirle non era più una buona idea.
Gliel'avevano sempre ripetuto di fare attenzione a quegli esseri, ma aveva sempre bellamente voluto fare di testa sua, troppo borioso per stare a sentire i suoi compagni. Ed ecco che adesso si trovava in mano a degli sconosciuti, con delle gambe che non gli appartenevano e in un posto che definire spettrale sarebbe stato un eufemismo. Era normale che facesse così freddo, in quel castello? Probabilmente sì, o forse la colpa era da imputare al fatto che fosse nudo e bagnato.
Un brivido gelido gli corse dietro la schiena nell'attraversare un vasto corridoio, dove quei passi risuonarono ancor più sinistramente alle sue orecchie; sentì il cigolio di una porta che ruotava sui cardini e, data la penombra che l'aveva avvolti fino a quel momento, la luce gli ferì gli occhi, tanto che fu costretto a strizzare le palpebre per abituarsi al brusco cambiamento. Davanti a sé era certo che ci fosse un uomo in ombra seduto, ma non ebbe il tempo di rendersene conto che sentì l'impatto con il pavimento ancora più gelido; imprecò a denti stretti e si massaggiò il fondoschiena, per quanto gli sembrasse ancora bizzarro possedere quel corpo e quelle gambe anziché la coda a cui era sempre stato abituato.
«E questo cosa significa?» esordì d'un tratto una voce pacata, rimbombando contro le pareti coperte da arazzi.
«Già, me lo domando anche io», masticò il ragazzo dopo essersi liberato del bavaglio, adocchiando quei tre che lo avevano portato fin li, udendo la voce di Rufy, quello con il cappello di paglia in testa e lo sguardo famelico accennare un «E' il nostro pranzo». Ancora non si era arreso, accidenti a lui?
«E' un dono per te», sembrò quasi grugnire in risposta Zoro tutto d'un tratto, osservando l'uomo con sguardo di sfida e calcando in modo spropositato le parole, quasi le stesse letteralmente sputando controvoglia.
«E cosa me ne faccio di un ragazzo nudo?- chiese quello con aria dispregiativa, facendo serrare una mano a pugno al ragazzo dai capelli verdi.
«Non è un ragazzo», sibilò, e poco ci mancò che il suo nervosismo facesse rizzare i peli sul dorso del piccolo Chopper, tornato alla sua forma originale. «E' una sirena».
«Le sirene sono donne, mio caro Roronoa», spiegò quello alzando di poco il volto, facendo sì che un occhio si puntasse sulla figura di quello, squadrandola, quasi come se riuscisse a penetrargli dentro l'anima e sondarla. Sembrava cercare di capire se fosse serio o meno, e la sirena in questione dovette ammettere di sentirsi alquanto a disagio, sotto quello sguardo indagatore. Oh, accidenti! Come diavolo c'era finito in una situazione del genere?
«Questo tipo è una sirena», insistette, e per quanto vi si fosse intromesso anche Rufy, borbottando un qualcosa che suonava vagamente come un «Prima era un grosso pesce», l'espressione dell'uomo divenne ancor più scettica, mentre quello strano esserino cercava di zittirlo.
D'un tratto quell'uomo in ombra agitò una mano, sollevandosi dal trono sul quale era accomodato solo per far sì che una porzione del suo viso fosse abbastanza visibile, rivelando uno sguardo austero e severo, simile a quello d'un falco.
«Andatevene dalla mia vista, Roronoa. Sono stufo delle tue sbruffonate».
«Ehi! A me non frega nulla di questo qui, ma io vorrei tornarmene a casa mia! Riportatemi al mare», si stufò Sanji, venendo immediatamente fulminato dallo sguardo di Zoro. Sembrava quasi che potesse farlo a fette soltanto con quell'unico occhio che si ritrovava, anziché con le spade che portava appese alla cintola.
Fece poi per ribattere alle parole dell'uomo, ma fu il piccolo Chopper a precederlo e a scoccargli una specie di occhiata ammonitrice. 
«Come desidera, Maestà», si affrettò ad intervenire, ricaricandosi in spalla la sirena nonostante le rimostranze di quest'ultima.
«Ehi! Aspettate, voglio tornare a casa mia», si lamentò, ma nessuno parve dargli ascolto, men che mai il tipo dai capelli verdi che aveva messo su tutta quella baraonda. Per cosa, poi? Avrebbe davvero voluto saperlo... e avrebbe anche preferito evitare di finire nello stomaco di quel ragazzino di gomma, che lo guardava ancora come se fosse cibo. Avrebbe davvero voluto sapere dove lo stessero portando, dato ce avevano ripreso a vagare per quei corridoi tutti uguali. Perché non lo riportavano a casa e basta, visto che non era stata di nessuna utilità per quella testa di muschio?
«Portalo ai piano superiori e dagli qualcosa da mettersi addosso, Chopper», esordì d'un tratto la testa di muschio in questione, scoccandogli un'occhiataccia prima di andarsene bellamente senza aggiungere nient'altro, per quanto sembrasse borbottare tra sé e sé chissà cosa. Ma non era l'unico a lamentarsi in questo, quel Rufy continuava a non finirla più con la sua fame e sperava vivamente che l'ordine non fosse stato quello di servirlo a cena. Avrebbe preferito senza alcun dubbio diventare schiuma di mare, piuttosto che finire nelle fauci di quel mostro. Forse l'unico sano di mente, lì dentro, era proprio quel bestione che se l'era caricato in spalla, al quale chiese spiegazioni non appena si ritrovò solo con lui. Avevano salito una rampa di scale posta sulla destra, e ormai non riusciva più a capire con esattezza dove si trovasse.
Però quel curioso pelouche gigante scrollò una spalla, svoltando a sinistra. 
«Il principe è testardo, potrebbe avere qualsiasi cosa che gli passa per la testa», replicò semplicemente, come se quello spiegasse tutto. Ma non spiegava un bel niente, accidenti!
«Cosa vorrebbe dire? Che quel bamboccio non vuole lasciami andare? Io ho una casa, sapete», sbuffò sulle sue, facendo sospirare la renna.
«A quanto pare al principe non interessa», si limitò a dire, sapendo fin troppo bene quanto fosse cocciuto quel ragazzo.
«Ma interessa a me», rispose il biondo piccato, volgendo lo sguardo indietro come se volesse in qualche modo vedere in viso quel bestione. Peccato che la posizione in cui vigeva non glielo consentisse.
«Per adesso ti conviene stare tranquillo», gli consigliò, arrivando finalmente dinanzi ad una porta posta sulla sinistra, facendolo sbuffare tra sé e sé.
Con una mano si tenne il mento, poggiando il gomito alla spalla di quel colosso, mentre l'altra si portò distrattamente una mano a toccare i capelli, sfiorando la stella marina che tempo addietro le ragazze si erano divertite a mettergli in testa, vietandogli di togliersela in segno del suo amore; in realtà era una buffa presa in giro alla quale, però, il biondo aveva tenuto fede.
A quel pensiero sospirò pesantemente, sentendo nostalgia di casa. Sarebbe mai riuscito a tornarvi? Oh, sperava vivamente di sì. Non aveva la benché minima intenzione di sottostare ai capricci di quel rozzo principino dai capelli improponibili.
Venne posato ben presto su qualcosa di morbido con delicatezza, rendendosi conto in un secondo momento che si trattava di un letto.
«In quell'armadio troverai qualcosa da metterti», sentì dire d'improvviso dalla renna, che nel frattempo era tornata normale. «Il principe non è cattivo, è solo... cocciuto, ecco», lo giustificò con un certo imbarazzo.
«Sì, ma... cosa dovrei fare di preciso, ora?» si chiese confuso, vedendo con la coda dell'occhio quel buffo animaletto correre lui stesso all'armadio.
«Pazienta», gli venne detto. «Vedrai che potrai tornare presto a casa», concluse, uscendo dalla stanza per raggiungere il suo amico e lasciando il ragazzo confuso e tartassato dai dubbi.

***

Zoro si trovava nel giardino da qualche parte nel castello, questo perché nemmeno sapeva con certezza dove fosse, ad allenarsi con le sue spade.
Voleva cercare di tenere la mente occupata, probabilmente, sia a causa del nervosismo che aveva provato dinanzi a quello stupido vecchio - cosa diavolo pretendeva da lui, maledizione? -, sia per colpa della bizzarra sensazione che aveva provato dal momento in cui si erano ritrovati fra le mani quella strana sirena o di qualunque cosa si trattasse, tanto da rimanere quasi agitato.
Che cosa poteva significare quel rimescolamento che sentiva dentro di sé, accidenti? Forse stava male, già. Doveva per forza essere così. Una volta terminato il proprio allenamento ne avrebbe parlato con Chopper, nella speranza che potesse prescrivergli qualche medicina che lo facesse star meglio. Ma finì appena di pensarlo che la piccola renna lo raggiunse, e gli parve persino trafelata. Aggrottò dunque la fronte nell'osservarla quasi distrattamente, fingendo momentaneamente di concentrarsi solo ed esclusivamente sul proprio allenamento.

«Ho bisogno di qualche tuo intruglio, Chopper», la buttò lì, poiché non era solito ammettere di star male nemmeno quando era vero.
«E per cosa?» chiese quello, incuriosito. «Non posso darti delle medicine a casa».
«Tu dammi qualcosa e basta», bofonchiò in risposta, rinfoderando ben presto la spada prima di detergersi il sudore dalla fronte. Non andava per niente bene. Persino allenarsi non lo aiutava a distrarsi.
«Devi dirmi cos'hai», insistette la renna, facendo alzare al ragazzo lo sguardo al cielo. Dirgli cosa aveva... dannazione, avrebbe tanto voluto saperlo anche lui.
«Non ne ho idea», rimbeccò, gettandogli solo una rapida occhiata prima di lasciarsi cadere seduto sul terreno con uno sbuffo. «E' il petto».
«Ti fa male?» gli chiese, avvicinandosi per sentirlo sotto lo sguardo quasi corrucciato del ragazzo.
«E' come se avessi un peso», sbottò poi,  traendo un lungo respiro. Si sentiva strano e non aveva idea di come spiegare la cosa al piccolo dottore, che aveva assunto un'espressione seria e autoritaria.
«E da quando?» gli venne chiesto.
«Da quando eravamo nella foresta», rimbeccò, come se la cosa spiegasse tutto. In verità non spiegava praticamente niente, ma era stato proprio durante quei momenti passati in quella boscaglia che aveva sentito quello strano disagio dentro di sé.
«Nella foresta?» chiese curioso il piccolo medico. «E cosa hai fatto nella foresta?»
«Che diavolo ne so, Chopper?» sbuffò, scompigliandosi la zazzera smeraldina con fare nervoso. «Non ho fatto un accidenti di niente e non so che diamine ho. Dimmelo tu, sei tu il medico».
«Io non sento nulla, sarà una tua sensazione», gli rispose quello annuendo, guadagnandoci un'occhiataccia.
«Se fosse stata una mia impressione non avrei nemmeno aperto bocca, Chopper. Lo sai», rimbrottò, abbassando lo sguardo verso il proprio petto. Forse era soltanto stanco, chi poteva dirlo.
«Ma il tuo petto non ha nulla», insistette il medico, con in viso un'espressione che la diceva lunga. In fin dei conti sapeva fare bene il suo lavoro, lui, per quanto il principe sembrasse quasi diffidare delle sue parole.
E fu proprio quest'ultimo, alla fine, ad alzarsi in piedi con un nuovo sbuffo, lo sguardo rivolto verso un punto imprecisato del giardino.
«Forse dovrei sbarazzarmi di quella sirena», parve quasi borbottare fra sé e sé. «Probabilmente mi sentirei meglio, togliendomela dai piedi».
«Cosa c'entra quel tipo, adesso?» chiese curiosa la renna. «E' lui che ti provoca questo... malessere?»
Pur sentendo di aver detto troppo - dannazione, non era proprio abituato a raccontare così tante cose al medico di corte -, dopo essersi grattato dietro al collo con un certo disagio,  Zoro riportò lo sguardo su di lui.
«Credo di sì», rispose senza mezzi termini. «E' da quando ce lo siamo portato dietro che mi sento strano. Dovrei toglierlo di mezzo».
«Ne sarebbe felice, vorrebbe tornare a casa sua, in effetti», rifletté tra sé e sé. «E poi, tu dovrai sposarti con una principessa...» gettò lì.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio. 
«Cosa diavolo c'entra questo?» sbottò, storcendo persino il naso in una smorfia. Aveva sempre detestato quel determinato argomento, e non riusciva a capire perché la renna l'avesse messo in mezzo proprio in quel momento.
«Nulla, ma... credo che quel male sia un piccolo accenno di... una cotta», rispose senza mezzi termini la renna, spaventata subito dopo da un rumore proveniente da un albero lì vicino e la figura di Rufy apparsa dinnanzi a lui famelico: «C'è della carne cotta?!»
Accigliandosi in un primo momento, il principe si premurò lui stesso di zittire il nuovo arrivato, rimbrottando un 
«Qui non c'è niente, idiota!» prima di riportare la propria attenzione sul dottore, come se si fosse reso conto di ciò che aveva detto solo in quel momento. «Una cosa?» sibilò, per quanto avesse perfettamente capito. «Per quello stupido pesce, poi?»
«Penso proprio di sì. Ma visto che lo vuoi allontanare non c'è problema», insistesse il medico facendo spallucce.
Zoro si lasciò sfuggire una specie di grugnito, come se non volesse ancora credere a ciò che gli era appena stato detto. Una cotta per quella sirena? Lui? Doveva essere uno scherzo. «E se invece... non lo allontanassi?» domandò guardingo, ignorando lo sguardo di Rufy ostinatamente puntato su di lui, quasi stesse cercando di comprendere tutta quella situazione e di cosa stessero parlando gli altri due.
«Potresti superare la cotta e voler desiderare oltre... meglio se lo riporti al mare, siete due specie diverse e Re Mihawk non sembrava intenzionato a tenere quel ragazzo».
Il principe incrociò le braccia al petto, trovando opportuno guardare altrove. In realtà non gli interessava minimamente che quel vecchio non volesse tenere quella sirena, ma se Chopper aveva ragione, e se davvero si era invaghito di quest'ultima, probabilmente riportarlo a casa era la soluzione migliore. 
«Forse non mi interessa il fatto che siamo due specie diverse, ci hai pensato?» disse di punto in bianco, decidendo di dare le spalle ad entrambi per incamminarsi, quasi volesse chiudere lì la conversazione, lasciando interdetto Chopper, anche se con un sorriso sulle labbra.
«Mi spiace un po’ per quel poverino... ma se finalmente il principe si apre un po’ con qualcuno ed è felice, non credo sarà poi una cattiva idea», disse tra sé e sé prima di farsi distrarre da Rufy con qualche scemenza e seguirlo.
«Ma Zoro sta male?» gli venne chiesto proprio dal ragazzo dal cappello di paglia, che aveva gettato una rapida occhiata nella direzione in cui era sparito il principe. Chissà dove voleva andare, visto che da quella parte non si arrivava di certo alle sale principali...
«Non ti preoccupare per lui, Rufy, bisogna lasciarlo stare un po’».
Rufy si portò una mano al mento e assunse un'aria seria e riflessiva, cosa che risultava abbastanza difficile vedere sul suo volto. Forse il medico aveva ragione, in fin dei conti le stranezze di Zoro erano all'ordine del giorno. «Gli ci vorrebbe un'avventura!» esclamò poi ridacchiando, scuotendo un po' il capo prima di rientrare con il piccolo Chopper.






BUHAHAHAHA! UHAHAHAHA! Purtroppo non è ancora accaduto niente, per ora posso solo dire che il caro Sanji è nell'ignoto e Zoro... ha insito il dubbio in sé v.v …
Pazientate ancora un po', al prossimo ne vedrete di belle e pian piano la storia prenderà forma senza lasciare nulla al caso! XD
Se poi non è vero prendetevela con My Pride v.v *NdRR che scappa* XD
A presto con il prossimo capitolo ^^^
Speriamo di rivedervi ancora ^^^

Ringraziamenti:

QueenCamelia13
tignoz
Connie_97

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