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Autore: Eilan21    12/03/2012    2 recensioni
Una ri-narrazione del film dal punto di vista di Alice, con delle scene aggiunte. Centrato sulla storia d'amore tra Alice e Uncas, e con una piccola sorpresa nel prologo. Adoro il film e volevo contribuire... Enjoy!
NOTA: In fase di revisione. A breve ne pubblicherò una versione ampliata e riveduta!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autunno 1757

 Era una giornata splendida di settembre, una di quelle giornate che lasciano presagire l'arrivo dell'autunno ma in cui l'estate è ancora una realtà. Era una bella giornata nel Nuovo Mondo, o almeno così riteneva Alice, abituata al piovoso clima inglese.

 Si era svegliata presto quella mattina, ansiosa di vivere quella che considerava l'avventura della sua vita. Prima di allora non aveva mai lasciato l'Inghilterra, e il luogo più distante da casa che aveva visitato era la Scozia, la terra natale di suo padre. Ma l'America... era ancora più bella di quello che si era aspettata. Aveva cominciato a rendersene conto durante il viaggio in carrozza da Boston ad Albany. Dopotutto, anche se Boston non era minimamente paragonabile a Londra, era pur sempre una città che tentava di imitare la cultura e l'architettura delle madre patria britannica, perciò Alice si era sentita quasi a casa nei giorni in cui vi si erano fermati. La natura di quel paese invece era qualcosa di mai visto prima, talmente selvaggia e incontaminata, che sembrava estendersi priva di confini agli occhi della giovane figlia del colonnello. Alice non era mai stata una ragazza che al mattino indugiava fra le coperte più del necessario, e non vedeva ragione di farlo lì, alla Poltroon House, immersa nel verde dei prati e degli alberi.

 “Cosa preferite indossare oggi, signorina Alice?”, chiese rispettosamente Martha, la cameriera personale delle sorelle Munro.

 Alice non disse cosa avrebbe voluto indossare, non lo diceva mai. Non disse che per una volta avrebbe voluto poter mettere da parte il rigido corsetto di ossa di balena che la soffocava, o rinunciare alla crinolina che le sporgeva da entrambi i fianchi e che serviva a dare alle molte gonne una forma ben precisa. Non lo disse perché sapeva che era un pensiero inappropriato e inutile. Tutte le donne vestivano a quel modo, non c'era modo di sottrarvisi. Sarebbe stato uno scandalo apparire vestita altrimenti, e lei era una ragazza ben educata e ubbidiente. Quindi scacciò quel pensiero ardito con un sospiro e si volse verso Martha che attendeva una risposta.

 “Quello a fiori per favore, Martha”, disse indicando uno degli abiti che la cameriera aveva steso sul letto della sua camera per permetterle di scegliere.

 Alice osservò fuori dalla finestra, da dove era possibile vedere il prato antistante curato all'inglese e, in fondo, la linea degli alberi che delimitava il mondo civilizzato della Poltroon House dalla splendida natura selvaggia americana. Mentre una parte di lei era lì, in quella stanza, consapevole che dietro di lei Martha era intenta a stringerle i lacci del bustino, l'altra parte era persa nella contemplazione della libertà e dell'avventura che quella natura ai suoi occhi rappresentava.

 Una volta indossato il fine abito ricamato - con le maniche e la scollatura ornate di pizzo – completato con un'ulteriore striscia di pizzo attorno al collo, Alice si sedette a malincuore al tavolo della toeletta e lasciò che Martha le acconciasse i lunghi capelli biondi sopra la testa, li coprisse con una cuffia di cotone sormontata dal cappello a tesa larga.

 “Grazie, Martha”, mormorò quando la donna ebbe finito.

 “E' sempre un piacere acconciare i vostri bellissimi capelli, signorina. E spero di poterlo presto fare al vostro matrimonio.”

 Alice arrossì e fece un sorriso timido. Era da quella primavera – la primavera in cui aveva compiuto diciotto anni – che suo padre parlava di fidanzarla. Alice aveva conosciuto diversi giovani della buona società, ai ricevimenti e ai balli, ma nessuno che l'avesse colpita particolarmente. Uno di loro, Jonathan Hartley, un pomposo giovanotto figlio di un proprietario terriero, le aveva anche fatto una discreta corte. Il Colonnello Munro, che era sul punto di partire per l'America dove Alice e Cora lo avrebbero seguito entro un paio di mesi, aveva detto al giovane Hartley che Alice non avrebbe potuto dargli una risposta, né tantomeno prendere una decisione tanto impegnativa fin quando non fosse rientrata in patria, in inverno. Alice aveva tirato un sospiro di sollievo, ed era stata grata a suo padre per aver voluto rimandare l'intera questione evitandole di metterle fretta. Oltretutto, il Colonnello aveva un problema più urgente del fidanzamento di Alice, e riguardava sua figlia maggiore. Cora aveva ventiquattro anni ma non era ancora sposata né ufficialmente fidanzata. Duncan Heyward, figlio del più caro amico del Colonnello e giovane ufficiale di buona famiglia e di belle speranze, faceva la corte a Cora da anni, ma lei, testarda come un mulo, non si era ancora decisa a dargli una risposta, nonostante le sollecitazioni di suo padre. Quanto ad Alice, non aveva idea di che risposta avrebbe dato a Jonathan quando fosse tornata a casa, ma era certa di non provare nulla per lui. Ma non si faceva illusioni: sapeva bene che in società raramente il matrimonio si basava su qualcosa di più del reciproco rispetto, ed era quindi rassegnata a seguire la volontà di suo padre su tale questione. D'altronde lei non aveva il temperamento di Cora, e non avrebbe mai osato sfidare l'autorità paterna come faceva sua sorella.

 “Mi preoccupo per voi e la signorina Cora... come farete domani e nei giorni a venire senza di me, senza qualcuna che vi aiuti?” stava dicendo Martha, borbottando tra sé e sé.

 Alice, strappata bruscamente ai suoi pensieri, rivolse un debole sorriso alla sua cameriera. “Non preoccuparti, non è un lungo viaggio fino a Fort William Henry, specialmente a cavallo. E una volta al forte avremo chi ci aiuterà... non bene come te ovviamente!”, aggiunse in fretta, per non offendere la donna che era così affezionata a lei e a Cora. “Nessuno potrebbe occuparsi di noi meglio di come faccia tu, Martha.”

 La donna sorrise, rincuorata.

 
Non credo che Cora sposerà Duncan, rifletteva Alice, mentre passeggiava dirigendosi all'esterno della Poltroon House e nel cuore di Albany. È troppo ribelle e testarda. Farà ciò che vorrà, non quello che vorrebbe nostro padre. Come vorrei avere il suo coraggio... perché se nostro padre mi imponesse di sposare quell'Hartley, non so se avrei la forza di oppormi.

 Anche se Martha le aveva raccomandato di non allontanarsi troppo da sola, Alice non riuscì a resistere al richiamo del piccolo mercato che si teneva quel giorno nella cittadina. Normalmente ad Alice non sarebbe mai venuto in mente di visitare un mercato – a Londra era la servitù che si occupava di questo -, ma lì sembrava tutto così caratteristico e divertente. D'altronde alla Poltroon House non c'era molto da fare, se non starsene sedute a sorseggiare una tazza di té – cosa che Alice avrebbe fatto volentieri più tardi insieme a Cora – e ricamare.

 Sui banchi del mercato erano esposti ogni genere di frutta e verdura, alcune sconosciute alla ragazza. Alice passeggiò un poco, incontrando anche alcune giovani del suo stesso stato sociale che la salutarono educatamente. Ma erano poche; la maggior parte delle donne lì erano le mogli e le figlie dei coloni. Peccato non ci fosse traccia in città degli americani che più Alice desiderava vedere: i pellerossa. Aveva sentito tanto parlare dei selvaggi del nuovo mondo in Inghilterra, ed era perfino riuscita a vedere alcuni libri illustrati in cui gli indiani venivano dipinti come individui dall'aspetto poco rassicurante, semi-vestiti e armati fino ai denti. Eppure, per qualche strana ragione, incuriosivano la ragazza... avrebbe avuto molto da raccontare alle sue amiche una volta tornata a Londra.

 In tarda mattinata Alice ritornò alla Poltroon House e si diresse verso la stanza di sua sorella. Certamente Cora doveva essersi ormai svegliata! Ma dopo aver bussato un paio di volte alla porta senza ottenere risposta, fu informata da una cameriera che portava la biancheria, che Cora stava prendendo il té con un ufficiale. Immediatamente gli occhi di Alice si illuminarono di contentezza. Duncan! Era arrivato Duncan! Era almeno un anno che non lo vedeva, impegnato com'era stato nelle campagne militari. Aveva scritto che sarebbe arrivato a giorni, e finalmente era lì. Alice era affezionata a Duncan; lo conosceva fin da quando era bambina e lo considerava quasi un fratello maggiore.

 Mentre percorreva a piccoli passi il prato della Poltroon House, Alice riuscì a scorgere il tavolino che vi era stato allestito nel mezzo - con una tovaglia bianca e il servizio di porcellane da té - a cui Cora e Duncan erano seduti, intenti a parlare. Non appena fu a portata di voce Alice chiamò: “Duncan!”

 Lui girò la testa e la vide. “Alice! Dio mio come sei cresciuta!”, esclamò alzandosi in piedi e andandole incontro.

 Poi le prese galantemente la mano, per condurla al tavolo.

 “Partiamo domattina?”, chiese Alice sorridendo.

 “Sì, Signorina”, rispose Duncan facendole un mezzo inchino scherzoso.

 “Non riuscirò a dormire stanotte... che avventura!”, continuò a cinguettare Alice. “Hai mai visto un Pellerossa?”

 Lui sembrò pensarci su un istante. “Alcuni.”

 “Non riesco a immaginare il ritorno a Portman Square dopo essere stata nella Natura Selvaggia. È così eccitante!”

 “Potrebbe essere pericoloso”, disse Duncan, sorridendo all'effervescenza di Alice.

 “Sciocchezze. Papà non ci avrebbe permesso di raggiungerlo se fosse stato pericoloso”, dichiarò Alice.

 Nonostante l'euforia all'idea dell'imminente partenza, Alice non poté fare a meno di notare, mentre prendeva posto al tavolo del té, l'espressione sul viso di Cora. Era sia imbarazzata che seccata, e Alice comprese immediatamente di cosa i due stessero parlando prima del suo arrivo. Duncan aveva certamente chiesto di nuovo una risposta alla sua richiesta di matrimonio... chissà cosa gli aveva detto Cora? Di sicuro non aveva accettato in modo definitivo, altrimenti Duncan le avrebbe subito dato la buona notizia. Cora cercò di dissimulare il suo umore versando del té ad Alice. Il vento soffiava lievemente, facendo fluttuare le lenzuola bianche stese dietro di loro.

 Alice osservò la sorella portarsi la tazza alle labbra, e pensò che avrebbe parlato a Cora quella sera stessa.

 


 

   
 
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