Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: LazySoul    12/03/2012    5 recensioni
Dal testo:
«Volete che vi racconti l’avventura dell’intrepido Frik? Oppure gli strani incontri del vecchio Gholler?» chiese il bardo, mentre si accarezzava pensosamente la barba.
«No, no! Ne vogliamo una nuova!» esclamarono in coro due gnometti gemelli che avevano i volti identici e il cappello dello stesso colore.
«Mah, ragazzi, non credo di averne una nuova in questo momento da raccontarvi, anche se...» si bloccò lo gnomo, mentre un vecchio racconto gli veniva in mente.
«Anche se?» lo incalzò una delle gnomette più grandi.
«E se vi narrassi le avventure di Pilloc Graaem?» propose Leomorn, certo di ottenere assensi...
[3° classificata al contest "Ready, Set...GO! Ovvero il diabolico contest fantasy" indetto da Releeshahn]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Leomorn il bardo_LazySoul

Nickname sul Efp: Lazysoul
Opzione scelta:
1
Pacchetto: Verde

Razza: Gnomo

Sesso: Maschio

Ambientazione: Piazza del Mercato

Mestiere: Bardo/Menestrello

Titolo: Leomorn il bardo
Generi:
Romantico, Avventura, Generale
Rating:
Verde
Avvertimenti:
AU, One-shot

 

 

Leomorn il bardo

 

 

 

«Signor Mongothsbeard? Ci racconta un’altra storia?» chiese uno dei piccoli gnometti, con gli occhi sgranati e pieni di speranza.

Leomorn Mongothsbeard era conosciuto in tutto il regno per la sua incredibile bravura nel narrare vicende e avvenimenti. Spesso veniva addirittura chiamato a corte, dove il re e la regina lo invitavano a intrattenerli con un nuovo racconto.

Di aspetto non era diverso da qualsiasi altro gnomo: aveva una lunga e folta barba grigia e in testa portava sempre il suo cappello rosso, potevi vederlo in qualsiasi momento col suo piccolo flauto in mano ed era uno degli gnomi più pacifici a quei tempi.

I giovedì mattina lo potevi incontrare molto facilmente nella Piazza del Mercato, tra il fruttivendolo e il banco del pesce fresco, circondato da gnometti e dalle madri che spesso non riuscivano a resistere e si fermavano anche loro ad ascoltare i racconti più avvincenti.

«Si! Ci racconta una nuova storia?» chiese una piccola gnometta con le treccine, saltellando per l’impazienza.

«Volete che vi racconti l’avventura dell’intrepido Frik? Oppure gli strani incontri del vecchio Gholler?» chiese il bardo, mentre si accarezzava pensosamente la barba.

«No, no! Ne vogliamo una nuova!» esclamarono in coro due gnometti gemelli che avevano i volti identici e il cappello dello stesso colore.

«Mah, ragazzi, non credo di averne una nuova in questo momento da raccontarvi, anche se...» si bloccò lo gnomo, mentre un vecchio racconto gli veniva in mente.

«Anche se?» lo incalzò una delle gnomette più grandi.

«E se vi narrassi le avventure di Pilloc Graaem?» propose Leomorn, certo di ottenere assensi.

«Che avventure sono? Ci sono draghi?» chiese uno dei gemellini di prima, con gli occhi scintillanti e un sorriso impaziente dipinto in volto.

«No piccolo, non ci sono draghi: Parla di un giovane gnomo che, per liberare la principessa del regno da un incantesimo, è costretto a intraprendere un lungo viaggio fino ai giardini della gnoma Cramingia, per recuperare il fiore della libertà» rispose il bardo ridacchiando.

A quelle parole, molti tra gli gnometti seduti attorno al bardo fecero della facce buffe e un po’ contrariate, ma non si mossero, ugualmente ansiosi di sentire il racconto.

«Quindi è una storia d’amore?» domandò una gnometta con le gote arrossate e il nasino all’insù.

«Esattamente Siete pronti?» chiese lo gnomo.

Molti tra i piccoli spettatori annuirono e il bardo incominciò a narrare.

 

Vi narro le gesta del giovane Pilloc, che per mare e monti iniziò a viaggiare quando scoprì che quello era l’unico modo per poter salvare il cuore prigioniero della principessa del regno.

Molti tentarono la stessa impresa e molti sconfitti tornarono indietro, ma Pilloc era animato da un sentimento vero e sincero che gli avrebbe fatto vincere il regno intero.

Pilloc era un povero pescatore, abituato a navigare per mare e oceani e mai gli erano capitate avventure così pericolose.

La vicenda inizia con un incontro casuale tra il giovane protagonista e un astuto furfante, che gli raccontò la storia di una giovane principessa prigioniera di un incantesimo crudele, che solo lo gnomo giusto avrebbe potuto liberare.

Pilloc rimane affascinato dalla storia e cede la sua barca allo gnomo ghignante, certo di essere lui l’unico in grado di compiere l’impresa.

Giunto al palazzo del re e della regina, Pilloc domandò se il racconto fosse vero e chiese di poter provare a cercare un controincantesimo per la maledizione.

I regnanti gli dissero di raggiungere i giardini della gnoma Cramingia, dove avrebbe potuto trovare il fiore magico che avrebbe liberato la giovane principessa.

Pilloc allora, animato da un coraggio che non sapeva di possedere, iniziò il suo lungo viaggio.

I primi giorni non accadde nulla di strano e il sentiero da seguire non presentava nessun pericolo,  ma presto tutto si capovolse e il giovane gnomo si ritrovò nel bel mezzo di una foresta buia e pericolosa, abitata da feroci e possenti draghi...

 

«Signor Mongothsbeard, ma lei aveva detto che non ci sarebbero stati draghi!» esclamò uno gnometto, interrompendo il racconto.

«Ah, si? Beh mi devo essere sbagliato...»

«Signor Mongothsbeard? Ma lei ha mai visto un drago?» chiese uno dei due gnomi gemelli, facendo sospirare il povero bardo.

«Ragazzi, lasciatemi finire e poi risponderò ad ogni eventuale domanda, va bene?»

Tutti annuirono tranne una gnometta che alzò esitante la mano: «Che significa: “eventuale”?»

Leomorn alzò gli occhi al cielo: «Significa che se ci saranno domande risponderò, va bene?»

Quando tra i piccoli spettatori calò di nuovo il silenzio il bardo tornò al suo racconto.

 

...Pilloc non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua, ma non lo dava a vedere e nascondeva il terrore.

Si accampava solo nelle zone più fitte e irraggiungibili della foresta, in modo che i draghi non potessero raggiungerlo e alle prime luci dell’alba ripartiva, pronto per una nuova giornata di cammino.

Lo gnomo, dopo un lungo vagare, riuscì ad uscire dalla foresta sano e salvo.

Giunto in un piccolo paese si fermò per una notte nell’unica locanda esistente e lì incontrò un vecchio calzolaio che gli mostrò la strada più breve per raggiungere i giardini della gnoma Cramingia.

Dopo aver attraversato un arido deserto e aver scalato una ripida montagna, Pilloc giunse infine in un luogo incantato ricco di fiori e piante magiche che brillavano se illuminate dal sole.

Sicuro di esser giunto infine a destinazione chiamò a gran voce la gnoma Cramingia che, prima di dargli il fiore per liberare la principessa, decise di sottoporlo a tre prove.

La prima prova consisteva nel fare un elenco di ogni tipo di pianta o fiore che si trovava nel giardino e Pilloc si diede da fare, ottenendo un aiuto prezioso dalle farfalle e dalle api che conoscevano ogni più piccolo filo d’erba di quell’immenso giardino.

Nella seconda prova invece doveva catturare uno dei cavalli alati che brucavano l’erba dietro la casetta della gnoma: riuscì anche in quell’impresa grazie all’aiuto di un piccolo topolino grigio che aveva parlato al cavallo, illustrandogli la situazione e costringendolo ad aiutare il giovane Pilloc.

La terza impresa consisteva nell’andare vicino allo stagno dai folletti e prendere dalle loro scorte un po’ di fragole magiche.

Lo gnomo svolse anche quel compito e alla fine tornò da Cramingia che gli diede un bellissimo fiore color del cielo e gli confidò che i cavalli alati potevano volare solo se mangiavano le fragole dei folletti che lui aveva recuperato.

Così Pilloc volò in pochi minuti fino al castello della sua principessa che, appena bevve un infuso preparato preparato con il fiore, fu libera dall’incantesimo.

Il giovane gnomo e la figlia del re e della regina s’innamorarono e in poco tempo vennero celebrate le nozze tra i due gnomi che trovarono il loro lieto fine.

 

«Wow! Che bella, ce ne racconta un’altra?» esclamarono insieme alcuni gnometti, rimasti colpiti dal racconto.

«Mi dispiace piccoli, ma ora devo andare» disse Leomorn Mongothsbeard, raccogliendo le sue cose e alzandosi in piedi: «Ci vediamo il prossimo giovedì per una nuova storia»

Stava per scomparire oltre l’arco che delimitava Piazza del Mercato e Via Paneburro quando venne bloccato da una piccola manina.

Voltatosi lo gnomo si trovò davanti una delle gnomette che avevano ascoltato la sua storia, che gli porse un bellissimo fiore color del cielo.

Leomorn non poté fare a meno di sorridere, seguendo la testolina coperta da un cappellino verde della piccola che scompariva dietro ad un paio di gnome intente a spettegolare.

Ciò che amava di più dei bambini era quella loro sincerità e spontaneità che poi, diventando grandi, molti di loro avrebbero perso.

Respirò a fondo il profumo del fiore e il suo sorriso si allargò.

Quell’odore così particolare gli ricordava in modo sorprendente casa sua e la sua bellissima moglie, Fraella.

Si perse nel ricordo del loro primo incontro e nella dolcezza che aveva caratterizzato quei primi giorni di matrimonio così belli e nuovi per lui, che oramai erano diventati una piacevole routine e gli venne in mente una frase di uno scrittore famoso – quasi quanto lui – in tutto il regno: “La vita è lunga come un battito di ciglia e trascorre ancora più in fretta se incontri colei per la quale sei nato”.

 

The end

**************************************************************************************

Un saluto a tutti coloro che leggeranno questa storia!:)

Spero che vi sia piaciuta e che abbiate voglia di lasciarmi un piccolo commento!^^
Un abbraccio,
LazySoul
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: LazySoul