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Autore: Wind_of _Rock    12/03/2012    8 recensioni
E se Vegeta fosse costretto a mostrare quella larvata parvenza di sentimenti presenti in lui? E se vedesse il suo timore più recondito e temuto realizzarsi?
Estratto dal primo capitolo:
- Uff, che modi! - sbottò Brà, coperta solo dal panno di spugna, infuriata. Vegeta e Trunks, arrivato in loro prossimità con cattivo tempismo, arrossirono violentemente e distolsero lo sguardo-ma- Goten impallidì mortalmente, non riuscendo a smettere di fissarla.
Vegeta, ormai fuori controllo, gridò:
- Che hai da guardare razza di idiota??.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goku, Goten, Vegeta | Coppie: Bra/Goten
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Dove hai intenzione di portarmi? >> domandò Bra, con esaltazione. Dopotutto lei era la figlia del principe, normale che fosse brava in tutto: persino a recitare.
<< In un posto dove potremo finalmente divertirci.. >> rispose il ragazzo, sollevando le sopracciglia in modo ambiguo.
La piccola azzurra scosse i capelli, per nascondere la risata che le stava, inesorabilmente, montando in gola:
<< Io voglio tornare alla festa >> affermò, con le labbra tremanti per la mal contenuta risata.
<< Beh, io no >>
<< Resta qui allora! >> girò i tacchi liberando, finalmente, l'ilarità che l'invadeva.
<< Cos'hai da ridere? >> inveì lui, irritato. Come aveva osato piantarlo in asso?
<< La tua inettitudine, la tua presunzione.. devo continuare? >> sghignazzò lei, fermandosi.
<< Ma chi ti credi di essere ragazzina? >> con uno scatto le aveva afferrato il polso.


Goten, nascosto da un cassonetto dell'immondizia, osservava la scena curioso, non preoccupato, poichè consapevole che Bra avrebbe potuto stenderne, con facilità, cinque di babbei come quello.
Qualcosa si mosse nel cassonetto ed il giovane Son trattene un sospiro, non voleva di certo inalare scorie di Dio solo sa cosa, si tappò il naso e si concentrò sul soggetto spiato.


Impassibile, la ragazza, gli piantò gli occhi cristallini in faccia.
Lo guardò in modo truce per diversi secondi prima di arrendersi definitivamente:
<< Ahahahahahahaahah.. >> " Neanche un attrice riuscirebbe a non ridere " << ahahahahahhahahahahah..! >>
Il ragazzo la guardò sconcertato:
<< Ti diverti?! >> ringhiò, torcendole il polso: automaticamente la mano libera dell'azzurra, chiusa a pugno, scattò in linea dritta sbalzandolo indietro.
<< Razza di babbeo! Hai rischiato di rompere il bracciale! >> lo rimproverò, rimirando preoccupata il monile che le cingeva il polso.
<< Ma c-com..com-me..>> balbettò l'altro, non riuscendo a completare la frase per lo sbigottimento.
<< Tsk! Mi hai infastidito abbastanza! >> lo snobbò Bra, arieggiando i capelli con la mano.


Un  " W-OW " estasiato ed un "Brutto idiota ti farò rimpiangere i suoi pugni" rabbioso, era tutto ciò che Goten riusciva a pensare.
Le sue articolate riflessioni, però, vennero interrotte, cedendo lo spazio alla pura impulsività, quando vide che il bruto voleva assalire alle spalle la piccola azzurra.
<< Fermo! >> urlò, guizzando in piedi ed abbattendosi sul ragazzo che stava per afferrare Bra a tradimento.
A cavalcioni su di lui alzò un pugno, per colpirlo, ma la presa ferrea di una piccola mano morbida lo fermò.
<< Che fai? Vuoi ucciderlo? >> domandò perplessa, cercando di tirarlo su.
<< Cosa? Ah g-già.. >> tornò lucido lui, rendendosi conto che un suo pugno avrebbe potuto spedire l'idiota all'altro mondo.
<< Sparisci da qui, se non vuoi perdere qualche dente! >> esclamò alzandosi, rivolto al ragazzo ancora steso a terra.
Lo guardò mentre si allontanava, strisciando sui gomiti inizialmente, correndo.
La brezza portò a lui il profumo della ragazza, calmandolo totalmente ma facendolo arrossire terribbilmente: si voltò con estrema lentezza, sicuro di cosa avrebbe visto.
La piccola azzurra, infatti, lo fissava con un sopracciglio inarcato ed un sorriso appena accennato da cui, però, si intravedevano arroganza e tronfiaggine.
<< Tu che ci fai qui? >> " E' qui! E' qui! " continuava a ripetere un'esultante vocina nella sua testa.
<< Il super eroe! >> " Fortuna che la battuta pronta è di mia prerogativa" pensò, immaginando la scena di lui che stringeva la mano al proprio cervello.
<< Non vedo nessuno in pericolo >> sussurrò lei, avvicinandosi incosciamente.
<< Forse perché non ci sono specchi.. >> sorrise lui, di sbieco, coprendo totalmente la distanza che li divideva.
Il ritmo cardiaco di entrambi accellerò così vertiginosamente da rimbombare nell'aria, stordendoli.
Ad un millimetro dal sublime contatto labiale, ambedue voltarono la testa inorriditi:
<< Ma questa è l'aura di mio padre! >>


                                                                   ******************************


<< Non credevo fossi un festaiolo! >> esordì, sinceramente sorpreso, il giovane i cui capelli erano sparati in direzioni abbastanza improbabili.
<< Chiudi il becco >> rispose lapidario l'altro, dotato anche lui di una dubbia capigliatuta. ( stupenda *___*)
"Bene. Entro, la prendo per i capelli e la trascino fuori." Storse la bocca al pensiero della reazione nefasta della figlia a quell'azione.
" Hum. No. Entro, urlo il suo nome ed aspetto che si faccia viva." Si rese conto che anche la seconda opzione sarebbe stata fallimentare: il fragore che fuoriusciva da quell'edificio era immane ed insopportabile, una volta entrato nessuno sarebbe riuscito a sentirlo.
<< Dannazione Kaharoth! >> imprecò, tirando un pugno in testa al compagno. << Perchè non sei in grado di pensare?! >>
<< Ehi! >> si mostrò offeso Goku, massaggiandosi la testa. << Io penso in continuazione! Anche adesso lo sto facendo, sai? >>
Corpi in putrefazione, litri di sangue, organi squarciati, non destavano in lui un decimo della nausea che quell'inetto gli procurava solo aprendo bocca.
Guardò l'edificio che aveva innanzi, come se fosse stato un nemico invincibile ed odiato da eliminare, e s'incamminò verso l'entrata.
Goku, che probabilmente non aveva ancora intuito il perché fossero lì, lo seguì in silenzio e, quando vide Vegeta creare un'esigua sfera di energia con l'intenzione di spararla sulla porta, lo fermò:
<< Aspetta V-Vegeta! >>
<< Che vuoi? >> si seccò l'altro.
<< Devi suonare il companello, non puoi abbattere la porta! >> Diamine, persino lui lo aveva capito!
<< Babbeo! Credi che sentiranno il campanello?? >> ribattè l'altro sempre più irritato.
"Ah già.." pensò il più giovane. << Mmm.. >> tentò la maniglia << Oh ma è aperta! >> esclamò soddisfatto.
<< Tsk! >>
Entrarono con passo incerto, indegno di due prodi guerrieri, ma Goku si riprese subito guardando tutto e tutti con entusiasmo:
<< OOOh, quante luci colorate! >> strillò, eccitato, per farsi sentire dal maggiore.
Quest'ultimo non rispose, assorto nei suoi pensieri: " Ecco cos'è il caos. Ecco ciò che governa la mente di Kaharoth."
Sospirò fissando il compagno, almeno aveva compreso quali fossero le sembianze dell'unico neurone che possedeva.
Tutto ciò che Vegeta riusciva a vedere nelle luci intermittenti erano corpi che si strusciavano, tutto ciò che riusciva a capire
era "I'm blue da ba dee da ba daa."
Si voltò verso l'infimo scarto di terza classe con l'intenzione di trascinarlo fuori da quello schifido inferno, ma si avvide di essere circondato da ragazzine fameliche.
Forse per la prima volta nella loro esistenza, i suoi occhi, lampeggiarono di terrore:
<< KAAAHAAAROOOTH!!! >> urlò con tono stridulo che sfiorava la tipica isteria femminile.
 << Vegeta! Guarda! >> gridò l'altro, euforico.
Spintonando chiunque trovasse nel suo cammino, il principe arrivò dal più giovane.
<< Guarda lì! >> Goku accennò ad un ragazzo che cercava di bere più litri di birra possibile in un minuto << il suo amico ha parlato di record, beh voglio superarlo! >>
<< TU COSA?! Se non vuoi porre fine alla tua misera esistenza, esci subito da qui! >>
Era essenziale che Goku venisse via con lui, quell'idiota avrebbe spifferato tutto facendolo sfigurare davanti alla moglie e alla figlia.  E lui non sfigurava mai.
<< Oh Vegeta! Non sai divertirti! >> lo rimproverò bonariamente l'altro prima di scappare verso il barile di birra, al quale si attaccò come una piovra.
L'esplosione di rabbia- dovuta alla disobbedienza di Kaharoth e alle parole non sai rivolte a lui- accese i capelli del sayan in un biondo sfolgorante, mandando in arresto cardiaco tutte le ragazze presenti alla scena.
<< Ti prego sposami! >>
<< No sposa me! >>
Quella era la sera dei  first time per il principe della razza sayan poichè, come mai prima, non riuscì a trovare improperi adatti da sbraitare a quelle scervellate che lo circondavano.
<< E' più bello di un principe! >> strepitò una delle tante fanciulle che persisteva nel palpeggiarlo.
Questa frase lo tranquillizzò un minimo: finalmente qualcuno che lo riconosceva per quel che era. (U.U)
Qualcuna tastò con delicatezza-nulla una zona che, non fosse stato per Bulma, Vegeta avrebbe dimenticato di possedere.
<< ADESSO BASTAAAA! STUPIDE RAGAZZINE VI FARO' TUTTE FUORI SE NON VI LEVATE DAI PIEDI!! >> ansimò sull'orlo di una crisi di panico. Dannazione perchè non la faceca finita con un final flash? " Che tu sia maledetto Kaharoth! Sono un rammollito!"
A contrastare quella crisi d'identità che stava avanzando, fortunatamente, arrivò un' idea.
"Geniale" sorrise crudele, riprendendo le redini del suo essere. Più veloce della luce si affiancò all'odiato nemico, il quale, stava tracannando quantità industriali d'alcohol.
<< Non c'è niente che non sappia fare Kaharoth >> gli sussurrò maliziosamente all'orecchio << Il principe dei sayan sa divertirsi >> affermò mentre gli smaterializzava- letteralmente- i pantaloni della tuta, mettendo in mostra delle graziose mutandine forse un po' troppo strette.
Deluso a morte dalla sua non reazione (continuava ad ingoiare liquido come un automa) lo trascinò via, evitando di farsi mettere sotto dalla mandria imbizzarrita di ormoni.
<< Ma ti sei bevuto il cervello?! >> domandò isterico, spingendolo verso un'uscita secondaria intravista poco prima << Diavolo saresti dovuto perire tra quelle oche! >>
Riusciti ad uscire, Vegeta, interruppe il contatto delle sue regali dita con quel sayan obbrobrioso, che rovinò in avanti.
Il principe osservò impassibile la caduta, si appoggiò col dorso al muro e prese a punzecchiarlo col piede, non ottenendo, però, risposta.
"Che gli prende? Devo essere io a farlo fuori!" pensò sdegnato. Si accigliò:
"Beh se dovesse entrare in coma etilico e morire sarebbe merito mio. Hum."
Un sorriso soddisfatto si stese sulle sottili labbra. "Nulla di cui preoccuparsi dunque."






 




  
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