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Autore: MiseryShallNotDie    12/03/2012    0 recensioni
Al villaggio la chiamavano la Lupa perchè non era sazia giammai-di nulla.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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In quell'ora fra vespero e nona, in cui non ne va in volta femmina buona.
L'antico proverbio popolare, dovrebbe essere tradotto nella forma maschile.
Posso udire il tuo incedere deciso, che scuote l'aria dalla sua calura statica d'estate, mentre attraversi l'astratto campo che ci separa.
Potrei chiudere gli occhi, trattenere il respiro un attimo, sollevare immediatamente le palpebre, udire il solo verso acuto delle cicale ed il ronzìo delle zanzare, e trovarti lì, innanzi ai miei occhi.
A piegarmi.
Sei una maledizione.
I tuoi occhi marroni, striati d'oro, come pozzi nei quali affogo, come catene che cigolando mi avvolgono.
Il tuo profilo perfetto, statuario, lievemente tratteggiato da un anonimo Michelangelo.
Le tue labbra, carnose, avide, ipnotiche, mordaci.
Posso ancora avvertire sotto la pelle i segni dei tuoi denti, l'anima che con felini morsi laceravi, la fame insaziabile che t'animava.
Le tue mani disinvolte, che tracciavano invisibili spirali nell'aria, capaci di farmi rabbrividire ad un  solo tocco, a plasmarmi.
Il tuo corpo marmoreo, quasi innaturale.
La tua anima, che appartiene all'oscurità.
Nelle mie orecchie risuonano i tuoi mormorii, i tuoi sospiri, come convulse note tracciate su uno spartito, come il rumore della penna o della grafite sulla carta bianca.
Hai piegato innumerevoli donne in tutto il mondo, dalla terra al mare.
Le hai catturate con un solo sguardo, mentre le tue dita danzavano sulle corde dell'unica destinataria del tuo amore, di quella purezza insita, celata, sottomessa all'avidità: avidità, che è stata capace d'afferrarmi, lacrima tra le onde, l'hai colta e l'hai bevuta.
Perchè hai scelto la mia minuscola natura, tra la moltitudine?
Perchè hai  scelto di bere dal mio calice?
Perchè non mi liberi?
Mi hai condotta nel tuo harem, mi hai condotta nella tua prigione,  hai preso le mie mani ed hai lasciato i tuoi occhi mi guidassero.
Hai ridotto l'esistenza in polvere, l'hai resa impalpabile, mera categoria filosofica.
Sei il fuoco che mi sta incendiando, l'acqua non potabile che mi sta contaminando.
Hai annullato il mondo attorno a me, esisti solo tu, sono incatenata.
Indecente, immorale, distruttiva.
Attendo varchi la soglia di questo modesto loco, attendo di rivederti senza la mediazione di apparecchi elettronici, attendo di essere mangiata.
Mi rivolgerai all'orecchio i tuoi sospiri affannosi, mi stringerai a te sentendo il cuore palpitare, mi prometterai quando la tua professione terminerà di solcare terre straniere mi preleverai, e nulla potrà separarci.
Le tua parole contrastano i tuoi occhi, i tuoi occhi contraddicono la tua mente.
Ho tentato di opporre resistenza, ma le tue armi sono letali, cedo alla tua sola presenza.
Quegli occhi, quelle labbra ardenti, mi trascinano nel loro vortice di perdizione.
Le tue membra rispondono alla fame.
Mai lupo fu più vorace, mai s'impadronì di cotante vittime.
Quando i nostri corpi sono divisi, la mia anima cerca di seguitarti, ma è oltrepassata dalle altre vittime che catturi,  che, come me, non possono resistere.
Come potrebbe esser possibile, innanzi a creatura tanto avvenente, tanto sublime?
Accetto il soddisfacimento della tua fame, insaziabile, nella quale anch'io son coinvolta.
Non posso fare altrimenti, ma m'interrogo, sul perchè ritorni da me, inevitabilmente.
Perchè rivolgi a me la tua insaziabilità, quando potresti dominare il mondo intero.
Lasci io ti respinga, per poi tornare autonomamente, per dimostrare non può sussistere alcuna separazione.
Se mi allontano da te, mi sento soffocare, ma se mi fondo con te, muoio.
Mi hai condannata, ad un dualismo imperante, senza vincitori, ma che lascia solo vinti, i frammenti del mio animo come vetri rotti.
Nei quali mi rifletto, nei quali non mi riconosco, come se mi stessi trasformando io stessa in lupo.
La notte incombe, te appartieni ad essa.
Stai entrando, ti stai avvicinando a me, stiamo per immergerci nel mare della rovina.
Ma il gelo invernale, in fondo, non si scioglie ineluttabile al cospetto del calore estivo?
Non si abbandona ad esso? 
Mi guardi negli occhi, i tuoi occhi infuocati quanto le tue labbra, iniziano ad afferrarmi, a possedermi.
Preda del mio lupo
  
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