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Autore: eliocentrica    12/03/2012    1 recensioni
Fanfic di un paio di capitoli ispirata dalla canzone "The geeks get the girls" degli American Hi-Fi.
Cosa sarebbe successo se un giovane Leonard, che ha cominciato il college da poco, avesse deciso di buttarsi nella mischia? E se in passato già si fosse sbilanciato, ricevendo picche, l'insicurezza l'avrà vinta ancora?
Leonard & Nuovi personaggi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi zio! Come butta?” disse Leonard con un cenno di testa in direzione del suo riflesso, mimando un'espressione da duro.

What you gonna do if she walks up to you?
Tongue tied, better get yourself together

Cercava di comportarsi come se fosse veramente sicuro di se stesso... ma di certo fare pratica allo specchio in asciugamano dopo la doccia, non aiutava la causa. Sbuffò mentre si squadrava sconsolato e poi, passandosi la mano tra i capelli, si trascinò rassegnato fuori dal bagno verso la sua camera. Nel corridoio s'imbatté nella sua cuginetta quattordicenne, da cui subì anche uno sguardo disgustato. Possibile che lei, alla sua età, fosse già uscita con tutti quei ragazzi? E lui niente – nicht, nada. Mai in diciannove anni di vita una ragazza lo aveva considerato attraente.

Sbatté la porta alle sue spalle e si buttò sul letto, non sentiva il bisogno di subire le prese in giro di un gruppo di ragazzine. Aveva proprio scelto il momento giusto per tornare a casa! Si era ritrovato in mezzo a un gruppo di ragazzine, coetanee di sua cugina, che stavano temporaneamente vivendo a casa dei suoi genitori perché i signori Hofstadter stavano svolgendo uno studio sul comportamento delle teenager. Era proprio una seccatura, perché era abituato ad avere i suoi spazi, a non essere giudicato per i suoi passatempi. Rifletté che essere cresciuto con una madre come la sua non aveva certo aiutato ad accrescere la sua autostima.

In più, gli occhiali con lenti grosse come fondi di bottiglia non erano proprio attraenti e i suoi vestiti di stampo classico abbinati in modo casuale non erano proprio alla moda... Ma sapeva di essere un ragazzo intelligente, simpatico, e anche dolce. Poi, era l'anima delle serate a tema con i suoi amici: Star Trek, Star Wars e Alien vs. Predators non avevano segreti per lui; inoltre scriveva (e parlava) fluentemente il Quenya. Insomma, nel suo ambiente naturale di geek era abbastanza popolare e infatti al college si era trovato molto bene, al contrario che al liceo.

Ricordò che l'unica volta che una ragazza, Amy, gli aveva rivolto la parola spontaneamente era il junior year (terzo anno), e si era così emozionato che gli erano caduti gli occhiali dal naso. Allora si era chinato a terra per cercarli a tentoni finché la sua mano non si era posata su quella di lei, che glieli stava per l'appunto raccogliendo.

Hey, I think you know a friend of mine
All the stupid lines that he had ever heard
Wouldn’t come to mind, he couldn’t say a word

Era rimasto totalmente abbagliato dai suoi capelli biondi e dal fisico atletico, e non si era accorto di come veniva sfruttato nei mesi a seguire, fino agli esami di fine anno. Le aveva fatto i compiti, scritto per lei le tesine e preparato le ricerche; in cambio, lei ogni tanto aveva passato l'intervallo con lui, offrendogli un caffè e raccontandogli dei suoi allenamenti da cheerleader.

Quando erano usciti i quadri di fine anno era uno dei primi giorni di giugno, una bella giornata per fare una passeggiata al parco. Leonard aveva finalmente trovato il coraggio di chiederle di uscire, così aveva aspettato che lei andasse a controllare i voti (improvvisamente lievitati da B- ad A) per parlarle.

“Ciao Amy...” le aveva detto sorridendo, “Complimenti! Quest'anno ti è andata benissimo!”

“Oh, è tutto merito tuo, Lenny!” aveva risposto lei sbattendo le ciglia.

“Grazie... Senti, è una bella giornata... che ne dici di fare una passeggiata al parco? Possiamo prendere un frullato e...” aveva parlato guardando per terra imbarazzato e quando aveva alzato lo sguardo, aveva trovato un'espressione schifata sul bel viso della ragazza.

“Ehm, Leonard, ascolta... Non vorrei che tu avessi frainteso il nostro rapporto... Noi siamo solo... ehm, amici. Tra me e te non potrebbe mai funzionare qualcosa di più, lo sai” aveva spiegato lei con tono condiscendente, prima di alzare i tacchi e andarsene salutando con un cenno della mano.

Col cuore spezzato, Leonard era tornato a casa e si era chiuso in camera. Giunta l'ora di cena sua madre aveva bussato alla porta prima di entrare per invitarlo a mangiare. Vedendo il figlio raggomitolato sul letto si era accorta che c'era qualcosa che non andava, così aveva deciso che poteva concedergli dieci minuti di affetto.

“Leonard, c'è qualche problema di cui vorresti rendermi partecipe?” aveva detto sedendosi sul bordo del letto.

Il ragazzo, stupito, si era girato verso di lei mostrando gli occhi arrossati. Mrs. Hofstadter gli aveva posato una mano sulla spalla, come segno di disponibilità all'ascolto e d'invito ad aprirsi.

“Ehm... beh, ecco... Qualche mese fa, una ragazza della mia scuola, Amy, ha dimostrato interesse nei miei confronti. Così abbiamo iniziato a fare i compiti assieme... poi mi offriva il caffè all'intervallo e mi parlava dei suoi allenamenti da cheerleader. Dopo aver letto i risultati degli esami, stamattina finalmente le ho chiesto di uscire ma lei ha rifiutato”.

“Oh, è solo un problema di ragazze. Beh, non posso nascondere la mia felicità. Pensavo non avresti mai avuto esperienze di questo genere! Avevo anche cominciato a pensare che fossi omosessuale...” aveva commentato aggiustandosi gli occhiali sul naso.

Il figlio, sconvolto per le affermazioni della madre, aveva sbuffato ed era tornato a raggomitolarsi. Come aveva potuto pensare che lei potesse consolarlo, capirlo per una volta, anziché analizzarlo psicologicamente?!

“Comunque, Leonard” aveva continuato, “penso ti farebbe star meglio sapere che, secondo i modelli sociali formulati sulla base dei comportamenti tipici degli adolescenti, questa Amy ti ha solo usato per raggiungere una buona media. In realtà non avete nulla in comune, quindi ti consiglio di non perdere più tempo con lei ma piuttosto dedicare le tue energie a socializzare con ragazze più alla tua portata. Non ce n'è qualcuna nella squadra delle Olimpiadi di Matematica? O nel Club degli Scacchi?” Gli aveva dato una leggera pacca sulla spalla e si era alzata in piedi. “Ora ricomponiti e alzati, la cena si sarà ormai raffreddata ma non andrà sprecata”.

Ritornando alla realtà, Leonard si ritrovò raggomitolato sul letto come tre anni prima. Ma stavolta sarebbe finita diversamente! Erano le Vacanze di Primavera, le lezioni erano sospese, perciò era andato a trovare i suoi per un week-end. Nonostante il campus di Princeton non fosse molto distante dalla sua città natale, aveva cercato di stare il più lontano possibile dalla sua famiglia per integrarsi meglio nella vita universitaria. E c'era riuscito: era andato a delle feste nel suo dormitorio (non era necessario sottolineare che erano tutti nerd) e quel venerdì sera avrebbe raggiunto i suoi compagni del liceo in un bar per una rimpatriata.

Tonight, tonight, he’s gonna get it right
Even losers can get lucky sometimes

___________________

DISCLAIMERS

1. Non possiedo i diritti sul personaggio di Leonard né di sua madre.

2. Non possiedo nemmeno i diritti sulla canzone citata, “The geeks get the girls” degli American Hi-Fi.

EDIT: Fra parentesi, siccome io mi diletto a tradurre, potete trovare nel mio blog la traduzione del testo in questione. (Nel mio account c’è il link al blog.)

Grazie a chi ha letto / leggerà. ^_^

  
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