Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: poison spring    12/03/2012    17 recensioni
Prima, lei era stata terra, porto sicuro a cui tornare e lui era stato oceano, mare in cui perdersi. Le aveva strappato via ogni certezza, quasi intrappolandola nel suo vortice; lei si era lasciata travolgere, erodere come la roccia consumata dall’acqua, mentre lui le si plasmava addosso, senza mai cedere del tutto, lasciandola schiava del terrore che prima o poi avrebbe trovato un’altra follia da inseguire. Così era diventata vento, per timore di annegare o di inaridirsi, vento in cerca di altre acque o di una terra, su cui posarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Di delizie e di deliri'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia è per te, che ne hai scritta una diversa, ma in fondo quasi uguale.
Grazie, di avermi riportata a casa.
E grazie a voi, che mi avete aspettata, dietro questa porta chiusa,
grazie per ogni parola che avete letto,
grazie per quelle che avete scritto.

 

~ Sogno di Mare e di un Fuoco di Legna ~

 

Scendendo alla spiaggia le era parso che qualcuno la osservasse. Aveva serbato quella convinzione quasi fosse un presagio, cupo, esaltante, come l'Oceano che frustava senza pietà la distesa uniforme di sabbia scura.
L'uomo che lavorava vicino alla barca non aveva neppure alzato la testa, coperta da un berretto di lana scura; aveva cacciato un'imprecazione sbiadita e nulla più, mentre lei gli passava di fianco quasi correndo, e la sua voce era stata quasi coperta dal rumore della marea, lasciandosi dietro solo l'impressione fuggevole di un colpo di tosse, secca come il sibilo di un serpente.
Hermione si era seduta sulla spiaggia, a contemplare l'Atlantico infuriato, che scagliava le sue onde rabbiose contro le pietre del molo. L'Atlantico cattivo, latore di ricordi. Aveva, sulla bocca, un sorriso amaro e tracce umide che sapevano di sale, come l'immensa distesa di fronte a lei, plumbea e accecante quanto un'alba invernale, di una sfumatura di grigio che lei avrebbe riconosciuto ovunque. Strizzò le palpebre per disperdere le lacrime, che se le portasse via il vento, prima di portarsi via anche lei.
Passò qualche secondo prima che riaprisse gli occhi e vedesse l'ombra proiettata accanto a sé.
Il pescatore, pensò, il pescatore doveva essere sceso ad osservare l'oceano. Faceva troppo freddo per uscire in barca e le onde erano muri d'acqua difficili da scalare, ma non si poteva mai sapere. Ma aveva ancora, piantato tra lo stomaco e la gola, quel seme di oscura speranza.
L'ombra si tolse il berretto, dandole modo di ravvisare nei suoi gesti una familiarità inequivocabile. Si voltò, ancor prima di pensare di farlo, e rimase a fissare, quasi incantata, tutto lo splendore del mare d'inverno, negli occhi in cui aveva imparato ad amarlo.

Alla fine, fuggire - diventare vento - non era servito.
Lasciò che lui le sedesse accanto, a rigirarsi tra le mani il pezzo di stoffa logoro che aveva indossato fino a quel momento a mo' di copricapo. Indossava abiti che lei non aveva mai immaginato di vedergli indosso; più di un'ombra di barba gli velava le guance, rughe nuove d'espressione gli solcavano il viso, rendendolo quasi quello di uno sconosciuto. Cosa avrebbe provato, a indovinare con le dita la storia che raccontavano quelle linee? Hermione non lo sapeva. Aveva lasciato un ragazzo - viziato, possessivo, mutevole come la marea - e aveva ritrovato un uomo.
"Mi hai cercata" mormorò. "Non lo credevo possibile".
"Non subito" rispose lui, estraendo una sigaretta stropicciata dal taschino della camicia. Aveva parlato sospirando, come se ogni parola gli costasse dolore.
"No?"
"No" ribadì lui, soffiando fumo dalle narici. "Sarebbe stato troppo ovvio" aggiunse, mostrando i denti bianchissimi in un sorriso feroce.
"Capisco" Hermione sorrise a sua volta.
"Volevo capire perché" riprese Draco. Fissava le onde, mentre lei, Hermione, contemplava i suoi occhi seri, ed entrambi avevano lo sguardo pieno del medesimo colore.
"Il perché di cosa?" gli domandò, pur conoscendo la risposta.
"Perché sei scappata. Non è da te."
Si voltò a guardarla, come per sottolineare l'importanza della domanda, attraverso il velo azzurro e impalpabile del fumo. Hermione si strinse nelle spalle e chinò il capo.
"Chiunque si sarebbe aspettato che lo facessi io" continuò lui, dando voce ad un pensiero che le aveva attraversato la mente fin troppo spesso, come un'ombra scura sui sogni del passato, quando le sue notti si erano fatte cupe, pervase da quel senso di impotenza che la faceva sentire intrappolata in quell'amore, strano come una stanza senza uscita, come una storia senza trama.
"Ecco perché sono qui" aggiunse. "Non per riportarti indietro, ma per chiederti da cosa sei fuggita." Schiacciò il mozzicone sotto il tacco degli scarponi.
Hermione piantò le dita nel terreno, a viva forza, in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi; stava di nuovo scivolando via, trascinata dalla veemenza di lui, come la sabbia sollevata dalle onde. Prima, lei era stata terra, porto sicuro a cui tornare e lui era stato oceano, mare in cui perdersi. Le aveva strappato via ogni certezza, quasi intrappolandola nel suo vortice; lei si era lasciata travolgere, erodere come la roccia consumata dall'acqua, mentre lui le si plasmava addosso, senza mai cedere del tutto, lasciandola schiava del terrore che prima o poi avrebbe trovato un'altra follia da inseguire. Così era diventata vento, per timore di annegare o di inaridirsi, vento in cerca di altre acque o di una terra, su cui posarsi.
"Ero spaventata."
"Da me?"
"Da me. Dai miei timori. Dalla paura stessa, di svegliarmi un giorno e non trovarti più."
"Perché avrebbe dovuto essere così?"
"Perché non avevamo trama."
Draco sorrise. Il sole stava tramontando e gli tingeva i capelli di fiamme arancione vivo.
"Lo so. Lo dicevi anche allora." Scostò i riccioli impigliati nel colletto della sua felpa, disegnandole curve invisibili sulla nuca. "Hai trovato la trama che cercavi?"
"Sì," disse Hermione e chiuse gli occhi, posandogli la testa sulla spalla.
"Raccontami."
"È come quella vecchia storia" esordì lei, a voce bassa. "Segui la strada di mattoni gialli per andare dal Mago a chiedergli qualcosa. Ma è il viaggio, che conta davvero. Perché così scopri che avevi già quel che stavi cercando."
"E allora, che fai?" le domandò Draco, circondandole le spalle con il braccio. "Torni a viaggiare?"
Hermione sospirò. "No. Credo di no."
"Perché no?"
"Perché nessun posto è bello come casa tua."
"Ti manca Londra?" chiese lui, voltandola verso di sé. Il crepuscolo gli aveva infiammato lo sguardo, o forse era altro, a renderlo caldo.
"Mi manca casa" lo corresse Hermione, posandogli un dito sulle labbra. "Casa è un fuoco acceso davanti al quale scaldarsi. Casa è dove vuoi sempre tornare." Lo guardò dritto negli occhi. "Adesso, casa è qui."
Lui parve soppesare le sue parole. Le prese la mano, scostandosela dalla bocca, ne baciò il dorso. Le catturò il volto tra le dita e appoggiò la fronte alla sua. "Perché?" le chiese, dopo qualche minuto.
"Perché ci sei tu. L'hai portata con te, quando sei venuto a cercarmi."

Avevano acceso un fuoco e la legna crepitava tra le fiamme. Hermione teneva le mani di Draco tra le sue, ne saggiava la consistenza.
"Hai lavorato" sentenziò, passandogli i polpastrelli sui palmi, più ruvidi di quanto li ricordasse.
"Ci sono cose che la magia non fa" disse lui, senza guardarla.
"Come portarti qui?"
"Non ci sono maghi da queste parti" l'assecondò lui, scuotendo le spalle. "Dovevo passare inosservato. Se mi fossi fatto notare, qualcuno avrebbe potuto parlare a vanvera. Se fossi scappata..." Lasciò la frase in sospeso, a sfumare nel rumore della risacca, ma lei capì comunque. I silenzi tra loro erano sempre stati fatti delle parole che non era necessario dire affinché entrambi le conoscessero.
"L'hai fatto per me" sussurrò lei e anche questa era un verità sin troppo ovvia, come i suoi vestiti o i segni sulle sue mani. Gli posò un bacio al centro del palmo. "Ero persa nel buio, ma tu mi hai trovata."
"Non faceva così buio" obiettò lui, quasi contrariato.
"Sarei tornata comunque" mormorò lei, ignorando la sua contraddizione. "Ma sarebbe stato diverso. Non meglio, non peggio. Solo diverso."
"Perché avevi paura" intuì Draco.
"Avresti potuto dimenticarmi."
"Non è così. Io ti cercherò sempre. Io ti troverò sempre."
Lui era il mare: senza strade, senza spiegazioni, arrivava sempre da lei.
"Perché?"
"Lo sai il perché" replicò lui, soffocando la sua domanda con un bacio.
"Sì, ma voglio sentirlo da te."
E lui glielo disse, piano, senza staccare gli occhi dai suoi e dopo la baciò ancora, graffiandola con la barba troppo lunga, quasi mordendola per la foga; aveva sete anche lui, come l'aveva lei, che quanto le fossero mancati quei morsi lo scopriva soltanto adesso, come un deserto in cui, improvvisamente, torni a piovere.
"Scapperai ancora, adesso che ti ho trovata?"
Hermione scosse la testa. "Non potrei. Il mio posto è con te." Ad occhi chiusi, ripercorse con le dita il sentiero che portava alla bocca di lui. La strada verso casa. "L'ho capito fuggendo, sai. A forza di essere vento."

 

 

 

 

 

«A forza di essere Vento» è nata una mattina di Dicembre, in pieno blocco dello scrittore, con la febbre a trentanove e un principio di cefalea che avrebbe ucciso un elefante, ma non me, perché si sa che l'erba cattiva non muore mai. È rimasta incompleta per un sacco di tempo, finché non ho sentito di doverla concludere e non ho segato via una parte che non c'entrava nulla - una Lemon. Ora mi odiate, lo so.
È un delirio, più che una storia, e chiude il ciclo iniziato con «Verranno a chiederti del nostro amore» e con «Senza trama e senza finale». Le altre due storie sono notevolmente più brevi. Questa, non chiedetemi perché, è nata con l'intenzione di essere una flashfic, ma non tutte le ciambelle riescono con il buco e non tutte le flash si fermano al numero giusto di parole.
Poi ho scoperto che anche Venenum ha scritto una storia con lo stesso titolo - vista la condivisa passione per De Andrè, prima o poi doveva succedere - e in definitiva credo che vada ringraziata proprio questa coincidenza, senza la quale, chissà, forse non saremmo qui. Di nuovo. A casa.
A Venenum, dunque, va la dedica di questa storia. Perché non si arrabbia più quando le rubo le citazioni e perché è un'amica e lo è stata sempre, da quando l'ho conosciuta.
Va anche a tutte le persone che mi hanno supportata, che mi hanno scritto, che mi hanno insultata quando sono scomparsa. Sono tornata a casa anch'io, come Hermione, e sono felice di aver trovato le vostre parole come spero voi sarete felici di aver ritrovato le mie.
Va anche a Fabrizio De Andrè, perché senza le sue, di parole, non sarei me stessa.
E va a Monica, a Giulia, a Chiara, all'altra Giulia. Quelle che mi fanno sentire a casa ovunque io sia.

Fonti:
A forza di essere Vento e sogno di mare e di un fuoco di legna fanno riferimento a «Khorakanè» di Fabrizio de Andrè - Ivano Fossati.
L'Atlantico cattivo - Francesco De Gregori, L'abbigliamento di un fuochista.
Il Mare d'Inverno - dall'omonima canzone scritta da Enrico Ruggeri e cantata da Loredana Bertè.
Segui la strada di mattoni gialli e Nessun posto è bello come casa tua sono entrambe frasi di Frank L. Baum, tratte da The wonderful Wizard of Oz.
Ero persa nel buio e tu mi hai trovata - è la citazione di una citazione, ma insomma: Stephen King, Lisey's Story.
Il mare, senza strade e senza spiegazioni è una citazione da «Oceano Mare» di Alessandro Baricco.
Io ti troverò sempre, infine, è tratto da Once Upon a Time, ultima ossessione telefilmica del momento.

Note dell'autore:
C'è una curiosa mancanza di magia in questa storia. È la prima volta che succede che due personaggi si prendano il loro spazio in maniera così forte da escludere tutto il resto e probabilmente a qualcuno non piacerà. Anche perché è quasi totalmente sconnessa e più OOC di quanto non sia abituata a fare.
Pazienza. Lo sapete, ormai, sono un tipo antisociale e non mi importa mai di niente.
Piace a me e tanto fa.

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: poison spring