La fine. o l’’inizio?
Vegeta rientrò a casa che il
cibo era ormai in tavola. Mangiò tutto quello che c’era (nel piatto e non),
senza fiatare, poi filò nella Gravity Room.
-
Dopo pranzo?
Guarda che fa male!!!- avvertì la padrona di casa.
-
Bada agli affari
tuoi.
-
Sta diventando la
tua frase preferita ultimamente…
-
T’importa
qualcosa?
Il tono doveva essere
minaccioso, ma con grande rabbia del Saiyan, all’ultima sillaba si alzò di un’ottava,
come se fosse una richiesta. Bulma però non avvertì la variazione di tono, e replicò:
-
Effettivamente
no. Fa’ come vuoi, un idiota in meno.
Lui entrò sbattendo la porta.
La sua risposta gli aveva fatto male.
Come poteva essere così
cinica?
“senti chi parla, la
sensibilità in persona” gli disse una vocina noiosa all’interno della sua
testa. Ma lei non poteva comportarsi così. Lei non doveva proprio. È una
terrestre! Dovrebbe essere stupidamente indulgente, gentile con chi non se lo
merita, dolce.
“Ma non lo è stata, una volta?
Se tu non l’avessi ferita per primo, forse… forse…”
-
FORSE COSA???-
gridò in un impeto di rabbia. Ma a cosa pensava? Ad avere una moglie? Una
famiglia, come quello sfigato di Kakaroth?
Andare a lavoro? Procreare?
Procreare…
Fare in modo che la sua
dinastia continui.
QUESTO Sì!
NO!
Si accasciò a terra scosso da
mille pensieri:
- Amare? Procreare? Non sono
sinonimi.
Ma finirò per amare se
procreo…
Ma se non lo faccio non avrò
qualcuno che possa portare avanti la discendenza.
Perfino quel guerriero d’infimo
livello avrà nipoti in futuro.
E io?
Io morirò, fine della storia.
Fine della famiglia regnante alla vincente razza dei Saiyan.
Sempre meglio che
imbastardire il proprio sangue.
Perché deve essere tutto così
complicato?
Anche se non è puro… esiste. C’è!
E poi chi ci sarà a comandare
a bacchetta i figli di Kakaroth, a governarli?-
Che pensiero stupido. Eppure convinse
l’uomo che era ragionevole arrendersi al Fato. Quella donna non era così male,
alla fine. Era piuttosto intelligente. E bella. Un caratteraccio, però di bell’aspetto.
“ Va bene! Ora mi comporterò
di conseguenza. I miei discendenti saranno perfettamente in grado di
sottomettere quelli di Kakaroth, casomai io non riuscissi a finire la questione.”
Rimuginò.
Povero illuso…
-
Allora, che si
fa?- Domandò Massimo.
-
Aspettiamo che
esca, poi usciamo anche noi, tu mi baci facendo finta di non vederlo e te ne
vai.
-
Ma hai visto che
al posto delle mani ha delle vanghe di ferro? Quello mi macina di brutto anche
solo a dargli un’occhiataccia…
-
Non preoccuparti,
ho controllo su di lui.
-
Poi mi spieghi
come fai…
-
Ho i miei metodi…-
rispose la donna, stringendo nella mano sinistra il dispositivo elettroshock e
ridendo intimamente.
-
Mi fido, mi
voglio fidare…
-
Ssst!!! Sta
finendo! Alla porta! Alla porta!
Vegeta aprì il portone della
Gravity Room, deciso più che mai a rivendicare la sua donna (che fino a poco
tempo fa era “la donnaccia”).
L’avrebbe affrontata a muso
duro, poi spinta sul letto e…
Beh, la delicatezza non era
parte del suo carattere, ma almeno, se l’avesse presa con la violenza, avrebbe
evitato di provare sentimenti. È una geniale via di mezzo (va detto che i
Saiyan hanno un concetto tutto loro sul significato della parola “geniale”:
danno altrui, buon per me!).
Ma si bloccò sulla soglia,
sgranando gli occhi:
Quel terrestre stava uscendo
dalla sua stanza, si era chinato su di lei (anche se l’originale è basso e si
sarebbe dovuto alzare) e l’aveva… l’aveva baciata.
Aveva baciato BULMA! Bulma era sua, sua, di nessun altro!!!
Afferrò il polipo (povero
Massi… ç_ç) per la spalla e lo fece voltare, ma non arrivò a colpirlo perché una
scarica elettrica gli aveva bruciato il gomito.
-
Sta’ indietro,
scimmione!- gli ordinò la ragazza dai capelli azzurri, con aria di sfida. –
allontanati da lui… stai fermo.
Si avvicinò al biondo e gli
disse, con somma confusione del guerriero:
-
Okay, il tuo
incarico è terminato, l’orso è uscito dalla grotta. Siccome ha fatto a tempo a
farti girare, allora avrai un supplemento di 90'000 zeni in un assegno che ti
stilerò domani. Grazie di tutto!
-
Figurati!
Restiamo in contatto, però!
-
Contaci!
Si allontanò. Bulma, senza
dire nulla, andò in camera sua. Vegeta la seguì:
-
Cosa vuol dire
tutto questo???
-
Complimenti, sei
su Scherzi a Parte!
-
?
-
Insomma, era una
presa in giro, per vedere se eri geloso.
-
Io ti ammazzo!
Anzi, no, prima lui!
-
Non gli torcerai
un capello (biondo) intesi?
-
E tutto questo
per cosa?
-
Io ci sono
rimasta male, quella volta, Vegeta.
-
Quale volta?-
Chiese facendolo gnorri.
-
A Venezia. Mi hai
praticamente usata!
-
E allora? Che me
ne frega?
-
Tu sei cambiato.
Tu provi sentimenti!
-
NO!
-
Sì, invece! Non
mentire. Sai perché volevo sapere se sei possessivo?
-
Per umiliarmi?
-
Ti amo, deficiente.
Io ti amo. E volevo capire se tu ami
me.
Il saiyan rimase interdetto.
Lei lo amava. LEI AMAVA LUI! Lui amava lei? A saperlo.
-
Non è una
domanda.
-
Infatti non lo è.
Ora lo so. Hai il coraggio di negare?
Nessuna risposta.
Non ce n’era bisogno.
Gli si avvicinò e lo prese
fra le braccia. Lui la baciò. Poi il letto.
Non era il rapporto che si
era immaginato.
Ma nella vita bisogna sapersi
accontentare.
O no?