Salve a tutti... Mamma mia, è un sacco che non aggiorno la storia, dunque spero mi perdonerete.
Beh questo capitolo è stato difficile per me ed ancora adesso non mi piace per niente. Devo ringraziare (ormai come sempre) il mio tesoro Ila, che ha sopportato i miei scleri e mi ha risollevato.
A lei a cui voglio un gran bene dedico questo capitolo...
Non voglio aggiungere altro, spero solo potrà piacervi almeno un pochino, ma se non sarà così vi dò il permesso di lanciarmi uova marcie xD
Buona lettura a tutti voi.
Capitolo
11. (Dancing Bodies)
Il
salotto era accogliente come tutto il resto
della casa, con un enorme tappeto dai colori caldi e un camino enorme
che
troneggiava su tutta la stanza; quadri e foto riempivano ogni parete.
Il
pensiero tornò subito alla foto vista poco
prima, volevo poterla vedere meglio.
Elly,
calma. Non sei la sua fidanzata e non puoi sapere il motivo per cui una
foto
del suo matrimonio con la sua ex moglie sia ancora appena nella sua
casa.
Oddio, so già che diventerò matta e gli
farò una scenata. Respira Elly,
respira….
“Vieni
dai, ti faccio vedere il piano di sopra; ma
non aspettarti di trovare tutta questa pulizia e armonia.”
Disse sorridendomi e
tornando nel corridoio per salire al piano di sopra.
Lo
guardai cercando di accennare un sorriso più
convincente del dovuto.
“Elly,
va tutto bene? Sicura che hai voglia di
vedere la casa? Se vuoi fare altro devi solo dirmelo, non voglio
annoiarti.”
Mark tornò indietro e si fermò di fronte a me, mi
prese una mano e la baciò.
Come
poteva un uomo così perfetto nascondere
qualcosa in una stupida foto.
“No
Mark, sono giorni che sogno di vedere casa tua.
Sono solo un po’ stanca, ma questo non mi
fermerà.” Dissi stringendo la sua
mano e facendo l’occhiolino. Speravo che la mia finta
disinvoltura lo
convincesse.
“Ok,
mi fido. Ma se qualcosa non va dimmelo subito.
Non voglio farti sentire a disagio.” Per fargli capire che
volevo continuare il
tour gli diedi una piccola spinta sulla schiena e lui si mise a ridere.
La
foto era a pochi passi da noi, Mark mi
precedette per farmi strada e iniziò a salire le scale, per
mia fortuna non
poteva seguire il mio sguardo.
La
foto era contenuta in una cornice color bronzo;
erano due foto vicine, di due matrimoni diversi con la stessa cornice
identica.
La
prima ritraeva il matrimonio dei genitori di
Mark, erano giovani e sembravano tanto felici.
Nella
seconda c’era Mark che teneva in braccio la
sua ex moglie…. Un momento, sono sicura fosse
realmente la sua ex? Forse
sono ancora sposati. Non abbiamo mai parlato molto di questo. Aaaaah,
non
voglio farmi paranoie, se ne avrò voglia ne
parlerò con lui, cercando di non
fare la donna super gelosa.
…Lei
aveva un vestito da principessa e un sorriso
smagliante, sembravano due modelli di quelli che appaiono sulle riviste
per
future spose.
Era
bionda con degli occhi che sembravano fissarmi
attraverso una foto e attraverso anni e anni... Ma quanti
anni? Quando si
sono sposati? Come si chiama? Perché la foto è
ancora qui?
Le
domande mi stavano mandando in tilt il cervello
e mi accorsi che Mark ormai era in cima alle scale e stava aprendo la
porta,
quando stava per girarsi io salii i primi scalini. Forse mi ero salvata.
“Sai
anche se sono i miei genitori ho preferito una
porta con una chiusura molto buona, le mamme sono sempre molto curiose
e non
amo che i miei ficchino il naso in casa mia senza il mio
permesso.” Sembrava
volesse spiegare il suo continuo girare la chiave nella toppa, mi
chiedevo
quante mandate potesse contenere quella porta; sorrisi cercando di
limitare il
mio desiderio di tornare indietro, prendere la foto e spiaccicargliela
in
faccia.
“Ecco
qui il mio piccolo mondo.” Disse Mark, tutto
era nella penombra le persiane erano socchiuse in ogni stanza, di porte
ce
n’erano poche, sembrava tutta un enorme stanza.
“Aspetta,
apro qualche finestra almeno puoi vedere
qualcosa.” Andò alla finestra più
vicina e nel mentre sentii qualcosa toccarmi
una gamba. Feci un salto di qualche metro e trattenei a stento un urlo.
Quando
finalmente venni sommersa di luce mi
ritrovai una piccola palla di pelo vicino al mio piede che miagolava
dolcemente.
“Oh
scusa. Come sei bello piccolo.” Dissi mentre mi
rannicchiai vicino a quel micetto.
“E’
una lei e si chiama Milly.” Disse Mark mentre
ci osservava fare amicizia.
La
piccola gatta si rovesciò subito sulla schiena
giocherellando con la mia mano, era bellissima e pensai subito che
fosse uno di
quegli animali che portava a casa suo figlio.
“E’
uno dei trovatelli di Seth?” Chiesi mentre mi
rimettevo in piedi per poter iniziare ad ammirare la casa.
“Esatto,
è l’ultima arrivata e per fortuna si è
ambientata subito. Credo che per casa troverai qualche altro
animale.” Disse
ridendo mentre mi prendeva il cappotto e si toglieva il suo.
Iniziai
a girare per tutte le camere. L’arredamento
era ben diverso, molto più moderno e minimalista. Pochi
mobili e molti colori
tenui. Il bianco risaltava su tutto il resto. Le uniche stanze che
avevano la
porta erano le due camere con i rispettivi bagni, tutto il resto era
completamente aperto.
“Mi
piace molto, un mondo completamente diverso dal
piano dei tuoi genitori.” Dissi mentre continuavo ad ammirare
stupefatta. “Sono
convinta che questo è tutto opera tua.” Dissi
mentre vidi un paio di gatti
sull’enorme letto di Mark.
“Ehi
voi due, giù dal letto. Sapete che questa
camera è off-limits. Cavolo devo essermi dimenticato la
porta aperta oggi.”
Disse mentre faceva uscire le due bestiole e richiudeva la porta alle
sue
spalle.
La
mia attenzione venne attirata da altre foto, per
fortuna questa volta niente donne bionde; solo tante foto di Seth, di
animali e
di un altro ragazzo che non riconoscevo.
Mark
notò il mio sguardo verso le foto. “Questo era
mio fratello. E’ morto 3 anni fa in un incidente in
auto.” Il suo sguardo si
spense leggermente ecco perché non indagai ulteriormente,
non era quello il
momento; quando sarebbe stato giusto me ne avrebbe parlato lui.
“Mi
dispiace molto Mark. Ma per fortuna tutte
queste altre foto strappano un sorriso e ridanno un po’ di
equilibrio.” Dissi
sperando di aver trovato le parole giuste.
Lui
annuì e da dietro mi strinse per i fianchi
appoggiando il suo mento alla mia spalla. “Sono sempre
più convinto e
desideroso di fare un’uscita tutti insieme con i nostri
figli.” Sentivo il suo
respiro vicino al mio collo e piccoli brividi iniziarono a muoversi
sulla mia
schiena.
“Ah
Mark, non vedo l’ora torni Sophie, mi manca
così tanto. Inoltre sai quanto questa tua idea mi piaccia,
ecco un altro motivo
per cui spero questi giorni passeranno più in fretta
possibile.” Dissi appoggiando
a mia volta la testa alla sua.
Rimanemmo
in quella posizione in silenzio,
osservando le foto di fronte a noi. I sorrisi stampati sulle bocche di
tutti e
due erano l’unica cosa che serviva in quel momento.
“Ehi,
che ne dici di uno spuntino?” Disse
schioccandomi un bacio sulla guancia.
“Certo
che sì, inizio ad aver un certo appetito.”
Alzai lo sguardo e vidi l’orologio. Erano quasi le sei di
pomeriggio e io non
avevo nemmeno pranzato quel giorno; ora capivo il motivo del continuo
borbottio
del mio stomaco.
“Tu
mettiti comoda in sala, io preparo qualcosa per
arrivare fino a cena senza morire di fame.” Disse mentre
abbandonava la mia
mano per dirigersi in cucina.
Mi
sedetti sul divano e ci sprofondai dentro,
letteralmente; era molto comodo e decisi di lasciar perdere la
televisione.
Rimasi lì mezza sdraiata guardando fuori dalla finestra e
senza rendermene
conto mi appisolai.
Quando
riaprii gli occhi mi ritrovai addosso una
coperta bianca, una luce soffusa illuminava la stanza, appena alzai la
testa vidi
Mark seduto in fondo dai miei piedi che leggeva un libro.
“Ben
svegliata bella addormentata.” Disse mentre mi
accarezzò una gamba.
Sorrisi
stiracchiandomi senza rendermi conto
dell’orario.
“Mmm,
ma che ore sono? Fuori è già
buio…” Dissi con
la bocca ancora un po’ impastata e capendo piano piano che
doveva essere
passato un bel po’ di tempo.
“Sono
le otto di sera, lo spuntino me lo sono
mangiato da solo. Immagino che avrai fame, dunque se vuoi possiamo
uscire a
cena oppure ordinare qualcosa. Sinceramente io ora non ho voglia di
preparare
da mangiare e non dovresti nemmeno tu.”
Disse continuando a muovere lentamente la mano sulle mie
gambe; a
separare la nostra pelle c’erano i miei pantaloni e la
coperta, ma sentivo lo
stesso il suo calore e il suo tocco dolce.
“Mi
dispiace un sacco, non volevo addormentarmi ma
questo divano è un sonnifero. Io direi di ordinare qualcosa
e mangiarlo a casa,
si sta così bene qui.” Dissi guardando il fuoco
del camino, spostai lo sguardo
su di lui che mi osservava.
“So
che non sono un gran bello spettacolo appena
sveglia. Ti ho chiesto scusa.” Mi tirai la coperta fin sopra
i capelli e subito
dopo sentii il suo corpo allungarsi sul mio e una mano che spostava la
coperta.
Mi
ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio.
“Non ti azzardare mai più a dire una cosa del
genere. Sei bellissima, il tuo
viso è riposato e meraviglioso.” Speravo che nella
penombra non notasse le mie
guance che prendevano colore, ma mi sbagliai.
“Quanto
tempo dovrà passare prima che ti abitui a
questi complimenti. Sono sinceri e qualsiasi cosa tu dica non
cambierà quello
che penso.” Disse toccando il mio naso col suo; allungai una
mano e infilai le
dita fra i suoi capelli tirandolo a me.
La
sua bocca calda e morbida si appoggiò sulla mia
e iniziò a muoversi lentamente, il calore invase subito ogni
cellula del mio
corpo; lo desideravo come mai nessuno prima di lui.
Con
l’altra mano accarezzai la sua schiena, i suoi
muscoli erano tesi e potevo sentirli sotto la sua sottile maglietta di
cotone.
Mi
staccai da lui e i suoi occhi appassionati
affondarono nei miei, in un attimo persi la testa.
Con
le mani tirai su la maglietta e finalmente
potei toccare la sua pelle, lui prese il mio viso fra le mani e mi
baciò con
passione.
Con
la lingua disegnava le mie labbra e il mio
respiro si abbatteva sul suo viso.
“Sai
che non potrò rimanere un gentiluomo ancora
per molto Elly?” Queste parole fecero scattare qualcosa in
me. Io non volevo
rimanesse un ‘gentiluomo’, io lo volevo su di me,
dentro di me, intorno a me.
“Io
ti voglio dottor Conner e non mi interessa del
gentiluomo in questo momento.” Con un piccolo scatto lo feci
alzare e mi
scoprii; il suo sguardo era pieno di desiderio proprio come il mio.
Si
levò la maglietta, mi mise un braccio dietro la
schiena e mi tirò su. Subito dopo mi ritrovai seduta sopra
di lui.
Le
sue labbra sul mio collo e le sue mani sotto la
mia camicia cercavano di slacciare il reggiseno.
Era
di fronte a me mezzo nudo, iniziai a toccare il
suo torace e il suo petto, mi soffermavo su ogni muscolo e poi mi
abbassai per
dargli piccoli baci ovunque. Sentivo che si muoveva sotto di me,
sentivo che i
suoi pantaloni iniziavano ad essere stretti.
Qualche
piccolo verso uscì dalla mia bocca quando
Mark mi alzò la maglietta e affondò il suo viso
sul mio seno, le sue labbra e
la sua lingua mi scoprivano con passione.
Continuavo
a toccarlo e baciarlo sul collo, lui si
alzò e mi prese in braccio tenendomi per il sedere; le
nostre bocche non si
staccavano un attimo e finimmo in camera da letto.
Mi
appoggiò sul letto e iniziò a slacciarsi i
pantaloni, lo fermai con una mano. Volevo essere io a continuare a
scoprire il
suo corpo.
Il
mio viso era all’altezza del suo ventre e il
rigonfiamento nei suoi pantaloni era ben visibile.
Iniziai
a muovere le mie dita molto lentamente,
slacciai la cintura e infilai un paio di dita dentro ai jeans, per
solleticarlo
un po’; alzai lo sguardo per ammirarlo e vidi il suo viso
molto eccitato.
Sempre
più desiderosa slacciai i pantaloni e li
abbassai, iniziai ad accarezzare il suo membro attraverso il tessuto
dei boxer,
le mani di Mark viaggiavano veloci sulla mia schiena e stringeva i miei
capelli.
Abbassai
anche i boxer e con la bocca iniziai a
compiere piccoli movimenti circolari, dapprima con lentezza per poi
muovermi
sempre più veloce.
Sentii
le mani di Mark che mi tiravano su, lui
stava scoppiando e io non ero da meno. Desideravo sentire le sue mani
su di me.
“Adesso
è il mio turno.” Disse ansimando, mi
ributtò sul letto e si sdraiò sopra di me
completamente nudo.
Io
avevo ancora addosso i jeans ma il seno era
scoperto e lui iniziò proprio da lì.
Con
la lingua partì dal seno, muovendosi lentamente
fino alla pancia per poi arrivare ai jeans, li slacciò con
una mano, mentre con
l’altra continuava a massaggiarmi i seni.
Io
non riuscivo a stare ferma, ogni parte del mio
corpo tremava di desiderio, ma non era ancora il momento.
Mi
tirò via pantaloni e slip in un colpo solo e
sentii il suo viso affondare nella mia intimità. La sua
lingua si muoveva
veloce e dolce su di me.
Mi
sentivo calda, troppo calda. Lo desideravo
dentro di me, così ansimando sempre più
velocemente cercai di tirarlo su.
Per
fortuna lui non si fece pregare, il suo viso
tornò all’altezza del mio, era leggermente sudato
e tremendamente sexy.
“Ti
voglio Mark e non voglio più aspettare.” Dissi
respirando sempre più a fatica.
Con
una mossa veloce lui entrò dentro di me e mi si
aprì il paradiso.
Ci
muovevamo con lo stesso ritmo, il suo corpo si
alzava e si abbassava e io lo seguivo, come fossimo una cosa sola. I
nostri respiri
avevano la stessa frequenza e i nostri cuori battevano
all’unisono.
Ci
ritrovammo sdraiati uno di fianco all’altro,
ancora eccitati e sudati. Lui accarezzava le linee del mio corpo e io
giocavo
con il suo.
“E’
inspiegabile quello che ho provato e quello che
sto provando in questo momento tesoro.” Disse mentre mi prese
il viso per
baciarmi.
Sentirmi
chiamare tesoro da lui, in quel momento mi
fece andare ancora di più in estasi.
Ricambiai
il bacio e mi accoccolai fra le sue
braccia.
“Vale
lo stesso per me, non posso spiegarti come mi
sento, ma sono sicura che tu possa capirlo. E’ stato
favoloso, anche se è
comunque riduttivo. Rimarrei così per ore ed ore.”
Lui
si allontanò leggermente da me, giusto quel
tanto che bastava per potermi guardare negli occhi.
“Elly,
possiamo rimanere così per tutto il tempo
che vuoi, non posso chiedere altro. Ti desideravo da giorni ed ora sto
così
bene che non vorrei far altro che stare qui con te.”
Mi
persi nei suoi occhi e il mio cuore si perse fra
le sue parole, non mi sembrava vero, non dopo tutto quello che mi era
successo
in passato. Mi sembrava tutto così perfetto che avevo paura
di rovinare quel
momento facendo o dicendo qualsiasi cosa. Così mi limitai a
baciarlo e
accarezzarlo in silenzio ammirando il suo corpo illuminato dalla luna
che
entrava dalla finestra.
L’unica
cosa che riuscì a rovinare quel momento era
un borbottio insistente che proveniva dalle nostre pance.
Ci
mettemmo a ridere fragorosamente tutti e due.
“Oooook,
credo sia il momento di nutrirci, non
voglio morire su questo letto; anche se morire con te nuda di fianco a
me non
sarebbe niente male.” Gli tirai un pugno sulla schiena e mi
misi a ridere.
“Che
ore sono?” Dissi allungandomi su di lui per
vedere l’orologio sul comodino; lui prese letteralmente un
mio seno in bocca e
sorridendo mi guardava.
“Mmm,
così però non vale. Se fosse per me mi
basteresti tu per nutrirmi.” Dissi mentre mi abbassavo verso
il suo viso per
baciarlo con passione.
“No,
hai ragione. Dobbiamo mangiare, non sono
ammesse altre distrazioni.” Si alzò dal letto e
tutto il suo corpo si illuminò.
Mi incantai a fissare il suo fondoschiena sodo e ben definito.
“Guarda
che so che mi stai fissando piccola stalker.”
Disse ridendo e buttandosi sul letto a peso morto.
“Aaaaah,
ma hai gli occhi dietro la schiena? E
comunque non posso farne a meno, il tuo corpo è perfetto,
dunque se non vuoi
farti guardare copriti per favore.” Dissi liberando dal mio
peso una coperta del
letto.
Mark
appoggiò la sua testa alla mia pancia. “Cosa
vuoi mangiare splendore?” A quest’ora non credo ci
saranno molti posti disposti
a fornirci cibo.” Disse ridendo.
Erano
quasi le undici di sera e l’unico posto che
mi venne in mente che poteva essere ancora aperto fu il ristorante
cinese.
“Beh,
se ti piace possiamo provare con il cinese.
Forse sono ancora aperti.” Lui mi guardò
sorridendo e allungò una mano verso il
mio viso.
“Hai
ragione. Hai preferenze o faccio io?” Disse
mentre si alzava circondandosi con la coperta.
“No,
mi fido del tuo buongusto. Che faccio ti
aspetto qui?” Lo guardavo ed era praticamente imbambolato di
fronte a me.
“Eh
non vale neanche da parte tua però. Copriti
anche tu, altrimenti questa telefonata non la farò
mai.” Iniziai a ridere e mi
infilai sotto il lenzuolo leggero.
“E
comunque certo che mi aspetti qui, dove vorresti
andare? Non c’è nessuno che ci vieta di mangiare
nudi sul letto.” Disse mentre
usciva dalla stanza, io gli tirai un cuscino dietro che rimase per
terra inerme;
la mia mira era veramente pessima.
Chiusi
gli occhi e mi coprii il viso col lenzuolo
mentre iniziai a piangere di gioia. Mi sentivo la donna più
felice
dell’universo, era come se potessi volare.
Non
solo l’atto che avevamo appena compiuto, ma
ogni cosa era avvenuta con semplicità e facilità.
La
dolcezza, il modo di scherzare… Tutto sembrava
perfetto e la mia testa si perse in pensieri di felicità
completamente
disconnessi.
Mi
allungai nel letto sperando Mark tornasse
presto, sentivo già la sua mancanza e nonostante tutto
questa cosa mi faceva un
po’ paura.
Adesso invece è il momento di qualche link xD
Se vi interessa potete trovarmi su Facebook.
E poi vorrei lasciarvi il link di un paio di storie che trovo davvero bellissime.
I've lost who I am di Apletos.
Red Dot di Ofelia.
A questo punto buona lettura a tutti e fate un salto in queste
bellissime storie che vi rapiranno *-*