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Autore: Alessia NightOwl    13/03/2012    12 recensioni
"Non dire mai no all'amore fino a quando non sarai certa che non possa più farti battere il cuore."
Questa è una semplicissima storia, è la storia di una donna e i suoi problemi nella vita reale.
Riuscirà ad affrontare le nuove avventure che gli si presenteranno davanti, oppure deciderà di mollare tutto, ancora una volta?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti... Mamma mia, è un sacco che non aggiorno la storia, dunque spero mi perdonerete.


Beh questo capitolo è stato difficile per me ed ancora adesso non mi piace per niente. Devo ringraziare (ormai come sempre) il mio tesoro Ila, che ha sopportato i miei scleri e mi ha risollevato.
A lei a cui voglio un gran bene dedico questo capitolo...
Non voglio aggiungere altro, spero solo potrà piacervi almeno un pochino, ma se non sarà così vi dò il permesso di lanciarmi uova marcie xD
Buona lettura a tutti voi.




Capitolo 11. (Dancing Bodies)

Il salotto era accogliente come tutto il resto della casa, con un enorme tappeto dai colori caldi e un camino enorme che troneggiava su tutta la stanza; quadri e foto riempivano ogni parete.

Il pensiero tornò subito alla foto vista poco prima, volevo poterla vedere meglio.

Elly, calma. Non sei la sua fidanzata e non puoi sapere il motivo per cui una foto del suo matrimonio con la sua ex moglie sia ancora appena nella sua casa. Oddio, so già che diventerò matta e gli farò una scenata. Respira Elly, respira….

“Vieni dai, ti faccio vedere il piano di sopra; ma non aspettarti di trovare tutta questa pulizia e armonia.” Disse sorridendomi e tornando nel corridoio per salire al piano di sopra.

Lo guardai cercando di accennare un sorriso più convincente del dovuto.

“Elly, va tutto bene? Sicura che hai voglia di vedere la casa? Se vuoi fare altro devi solo dirmelo, non voglio annoiarti.” Mark tornò indietro e si fermò di fronte a me, mi prese una mano e la baciò.

Come poteva un uomo così perfetto nascondere qualcosa in una stupida foto.

“No Mark, sono giorni che sogno di vedere casa tua. Sono solo un po’ stanca, ma questo non mi fermerà.” Dissi stringendo la sua mano e facendo l’occhiolino. Speravo che la mia finta disinvoltura lo convincesse.

“Ok, mi fido. Ma se qualcosa non va dimmelo subito. Non voglio farti sentire a disagio.” Per fargli capire che volevo continuare il tour gli diedi una piccola spinta sulla schiena e lui si mise a ridere.

La foto era a pochi passi da noi, Mark mi precedette per farmi strada e iniziò a salire le scale, per mia fortuna non poteva seguire il mio sguardo.

La foto era contenuta in una cornice color bronzo; erano due foto vicine, di due matrimoni diversi con la stessa cornice identica.

La prima ritraeva il matrimonio dei genitori di Mark, erano giovani e sembravano tanto felici.

Nella seconda c’era Mark che teneva in braccio la sua ex moglie…. Un momento, sono sicura fosse realmente la sua ex? Forse sono ancora sposati. Non abbiamo mai parlato molto di questo. Aaaaah, non voglio farmi paranoie, se ne avrò voglia ne parlerò con lui, cercando di non fare la donna super gelosa.

…Lei aveva un vestito da principessa e un sorriso smagliante, sembravano due modelli di quelli che appaiono sulle riviste per future spose.

Era bionda con degli occhi che sembravano fissarmi attraverso una foto e attraverso anni e anni... Ma quanti anni? Quando si sono sposati? Come si chiama? Perché la foto è ancora qui?

Le domande mi stavano mandando in tilt il cervello e mi accorsi che Mark ormai era in cima alle scale e stava aprendo la porta, quando stava per girarsi io salii i primi scalini. Forse mi ero salvata.

“Sai anche se sono i miei genitori ho preferito una porta con una chiusura molto buona, le mamme sono sempre molto curiose e non amo che i miei ficchino il naso in casa mia senza il mio permesso.” Sembrava volesse spiegare il suo continuo girare la chiave nella toppa, mi chiedevo quante mandate potesse contenere quella porta; sorrisi cercando di limitare il mio desiderio di tornare indietro, prendere la foto e spiaccicargliela in faccia.

“Ecco qui il mio piccolo mondo.” Disse Mark, tutto era nella penombra le persiane erano socchiuse in ogni stanza, di porte ce n’erano poche, sembrava tutta un enorme stanza.

“Aspetta, apro qualche finestra almeno puoi vedere qualcosa.” Andò alla finestra più vicina e nel mentre sentii qualcosa toccarmi una gamba. Feci un salto di qualche metro e trattenei a stento un urlo.

Quando finalmente venni sommersa di luce mi ritrovai una piccola palla di pelo vicino al mio piede che miagolava dolcemente.

“Oh scusa. Come sei bello piccolo.” Dissi mentre mi rannicchiai vicino a quel micetto.

“E’ una lei e si chiama Milly.” Disse Mark mentre ci osservava fare amicizia.

La piccola gatta si rovesciò subito sulla schiena giocherellando con la mia mano, era bellissima e pensai subito che fosse uno di quegli animali che portava a casa suo figlio.

“E’ uno dei trovatelli di Seth?” Chiesi mentre mi rimettevo in piedi per poter iniziare ad ammirare la casa.

“Esatto, è l’ultima arrivata e per fortuna si è ambientata subito. Credo che per casa troverai qualche altro animale.” Disse ridendo mentre mi prendeva il cappotto e si toglieva il suo.

Iniziai a girare per tutte le camere. L’arredamento era ben diverso, molto più moderno e minimalista. Pochi mobili e molti colori tenui. Il bianco risaltava su tutto il resto. Le uniche stanze che avevano la porta erano le due camere con i rispettivi bagni, tutto il resto era completamente aperto.

“Mi piace molto, un mondo completamente diverso dal piano dei tuoi genitori.” Dissi mentre continuavo ad ammirare stupefatta. “Sono convinta che questo è tutto opera tua.” Dissi mentre vidi un paio di gatti sull’enorme letto di Mark.

“Ehi voi due, giù dal letto. Sapete che questa camera è off-limits. Cavolo devo essermi dimenticato la porta aperta oggi.” Disse mentre faceva uscire le due bestiole e richiudeva la porta alle sue spalle.

La mia attenzione venne attirata da altre foto, per fortuna questa volta niente donne bionde; solo tante foto di Seth, di animali e di un altro ragazzo che non riconoscevo.

Mark notò il mio sguardo verso le foto. “Questo era mio fratello. E’ morto 3 anni fa in un incidente in auto.” Il suo sguardo si spense leggermente ecco perché non indagai ulteriormente, non era quello il momento; quando sarebbe stato giusto me ne avrebbe parlato lui.

“Mi dispiace molto Mark. Ma per fortuna tutte queste altre foto strappano un sorriso e ridanno un po’ di equilibrio.” Dissi sperando di aver trovato le parole giuste.

Lui annuì e da dietro mi strinse per i fianchi appoggiando il suo mento alla mia spalla. “Sono sempre più convinto e desideroso di fare un’uscita tutti insieme con i nostri figli.” Sentivo il suo respiro vicino al mio collo e piccoli brividi iniziarono a muoversi sulla mia schiena.

“Ah Mark, non vedo l’ora torni Sophie, mi manca così tanto. Inoltre sai quanto questa tua idea mi piaccia, ecco un altro motivo per cui spero questi giorni passeranno più in fretta possibile.” Dissi appoggiando a mia volta la testa alla sua.

Rimanemmo in quella posizione in silenzio, osservando le foto di fronte a noi. I sorrisi stampati sulle bocche di tutti e due erano l’unica cosa che serviva in quel momento.

“Ehi, che ne dici di uno spuntino?” Disse schioccandomi un bacio sulla guancia.

“Certo che sì, inizio ad aver un certo appetito.” Alzai lo sguardo e vidi l’orologio. Erano quasi le sei di pomeriggio e io non avevo nemmeno pranzato quel giorno; ora capivo il motivo del continuo borbottio del mio stomaco.

“Tu mettiti comoda in sala, io preparo qualcosa per arrivare fino a cena senza morire di fame.” Disse mentre abbandonava la mia mano per dirigersi in cucina.

Mi sedetti sul divano e ci sprofondai dentro, letteralmente; era molto comodo e decisi di lasciar perdere la televisione. Rimasi lì mezza sdraiata guardando fuori dalla finestra e senza rendermene conto mi appisolai.

Quando riaprii gli occhi mi ritrovai addosso una coperta bianca, una luce soffusa illuminava la stanza, appena alzai la testa vidi Mark seduto in fondo dai miei piedi che leggeva un libro.

“Ben svegliata bella addormentata.” Disse mentre mi accarezzò una gamba.

Sorrisi stiracchiandomi senza rendermi conto dell’orario.

“Mmm, ma che ore sono? Fuori è già buio…” Dissi con la bocca ancora un po’ impastata e capendo piano piano che doveva essere passato un bel po’ di tempo.

“Sono le otto di sera, lo spuntino me lo sono mangiato da solo. Immagino che avrai fame, dunque se vuoi possiamo uscire a cena oppure ordinare qualcosa. Sinceramente io ora non ho voglia di preparare da mangiare e non dovresti nemmeno tu.”  Disse continuando a muovere lentamente la mano sulle mie gambe; a separare la nostra pelle c’erano i miei pantaloni e la coperta, ma sentivo lo stesso il suo calore e il suo tocco dolce.

“Mi dispiace un sacco, non volevo addormentarmi ma questo divano è un sonnifero. Io direi di ordinare qualcosa e mangiarlo a casa, si sta così bene qui.” Dissi guardando il fuoco del camino, spostai lo sguardo su di lui che mi osservava.

“So che non sono un gran bello spettacolo appena sveglia. Ti ho chiesto scusa.” Mi tirai la coperta fin sopra i capelli e subito dopo sentii il suo corpo allungarsi sul mio e una mano che spostava la coperta.

Mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio. “Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere. Sei bellissima, il tuo viso è riposato e meraviglioso.” Speravo che nella penombra non notasse le mie guance che prendevano colore, ma mi sbagliai.

“Quanto tempo dovrà passare prima che ti abitui a questi complimenti. Sono sinceri e qualsiasi cosa tu dica non cambierà quello che penso.” Disse toccando il mio naso col suo; allungai una mano e infilai le dita fra i suoi capelli tirandolo a me.

La sua bocca calda e morbida si appoggiò sulla mia e iniziò a muoversi lentamente, il calore invase subito ogni cellula del mio corpo; lo desideravo come mai nessuno prima di lui.

Con l’altra mano accarezzai la sua schiena, i suoi muscoli erano tesi e potevo sentirli sotto la sua sottile maglietta di cotone.

Mi staccai da lui e i suoi occhi appassionati affondarono nei miei, in un attimo persi la testa.

Con le mani tirai su la maglietta e finalmente potei toccare la sua pelle, lui prese il mio viso fra le mani e mi baciò con passione.

Con la lingua disegnava le mie labbra e il mio respiro si abbatteva sul suo viso.

“Sai che non potrò rimanere un gentiluomo ancora per molto Elly?” Queste parole fecero scattare qualcosa in me. Io non volevo rimanesse un ‘gentiluomo’, io lo volevo su di me, dentro di me, intorno a me.

“Io ti voglio dottor Conner e non mi interessa del gentiluomo in questo momento.” Con un piccolo scatto lo feci alzare e mi scoprii; il suo sguardo era pieno di desiderio proprio come il mio.

Si levò la maglietta, mi mise un braccio dietro la schiena e mi tirò su. Subito dopo mi ritrovai seduta sopra di lui.

Le sue labbra sul mio collo e le sue mani sotto la mia camicia cercavano di slacciare il reggiseno.

Era di fronte a me mezzo nudo, iniziai a toccare il suo torace e il suo petto, mi soffermavo su ogni muscolo e poi mi abbassai per dargli piccoli baci ovunque. Sentivo che si muoveva sotto di me, sentivo che i suoi pantaloni iniziavano ad essere stretti.

Qualche piccolo verso uscì dalla mia bocca quando Mark mi alzò la maglietta e affondò il suo viso sul mio seno, le sue labbra e la sua lingua mi scoprivano con passione.

Continuavo a toccarlo e baciarlo sul collo, lui si alzò e mi prese in braccio tenendomi per il sedere; le nostre bocche non si staccavano un attimo e finimmo in camera da letto.

Mi appoggiò sul letto e iniziò a slacciarsi i pantaloni, lo fermai con una mano. Volevo essere io a continuare a scoprire il suo corpo.

Il mio viso era all’altezza del suo ventre e il rigonfiamento nei suoi pantaloni era ben visibile.

Iniziai a muovere le mie dita molto lentamente, slacciai la cintura e infilai un paio di dita dentro ai jeans, per solleticarlo un po’; alzai lo sguardo per ammirarlo e vidi il suo viso molto eccitato.

Sempre più desiderosa slacciai i pantaloni e li abbassai, iniziai ad accarezzare il suo membro attraverso il tessuto dei boxer, le mani di Mark viaggiavano veloci sulla mia schiena e stringeva i miei capelli.

Abbassai anche i boxer e con la bocca iniziai a compiere piccoli movimenti circolari, dapprima con lentezza per poi muovermi sempre più veloce.

Sentii le mani di Mark che mi tiravano su, lui stava scoppiando e io non ero da meno. Desideravo sentire le sue mani su di me.

“Adesso è il mio turno.” Disse ansimando, mi ributtò sul letto e si sdraiò sopra di me completamente nudo.

Io avevo ancora addosso i jeans ma il seno era scoperto e lui iniziò proprio da lì.

Con la lingua partì dal seno, muovendosi lentamente fino alla pancia per poi arrivare ai jeans, li slacciò con una mano, mentre con l’altra continuava a massaggiarmi i seni.

Io non riuscivo a stare ferma, ogni parte del mio corpo tremava di desiderio, ma non era ancora il momento.

Mi tirò via pantaloni e slip in un colpo solo e sentii il suo viso affondare nella mia intimità. La sua lingua si muoveva veloce e dolce su di me.

Mi sentivo calda, troppo calda. Lo desideravo dentro di me, così ansimando sempre più velocemente cercai di tirarlo su.

Per fortuna lui non si fece pregare, il suo viso tornò all’altezza del mio, era leggermente sudato e tremendamente sexy.

“Ti voglio Mark e non voglio più aspettare.” Dissi respirando sempre più a fatica.

Con una mossa veloce lui entrò dentro di me e mi si aprì il paradiso.

Ci muovevamo con lo stesso ritmo, il suo corpo si alzava e si abbassava e io lo seguivo, come fossimo una cosa sola. I nostri respiri avevano la stessa frequenza e i nostri cuori battevano all’unisono.

 

Ci ritrovammo sdraiati uno di fianco all’altro, ancora eccitati e sudati. Lui accarezzava le linee del mio corpo e io giocavo con il suo.

“E’ inspiegabile quello che ho provato e quello che sto provando in questo momento tesoro.” Disse mentre mi prese il viso per baciarmi.

Sentirmi chiamare tesoro da lui, in quel momento mi fece andare ancora di più in estasi.

Ricambiai il bacio e mi accoccolai fra le sue braccia.

“Vale lo stesso per me, non posso spiegarti come mi sento, ma sono sicura che tu possa capirlo. E’ stato favoloso, anche se è comunque riduttivo. Rimarrei così per ore ed ore.”

Lui si allontanò leggermente da me, giusto quel tanto che bastava per potermi guardare negli occhi.

“Elly, possiamo rimanere così per tutto il tempo che vuoi, non posso chiedere altro. Ti desideravo da giorni ed ora sto così bene che non vorrei far altro che stare qui con te.”

Mi persi nei suoi occhi e il mio cuore si perse fra le sue parole, non mi sembrava vero, non dopo tutto quello che mi era successo in passato. Mi sembrava tutto così perfetto che avevo paura di rovinare quel momento facendo o dicendo qualsiasi cosa. Così mi limitai a baciarlo e accarezzarlo in silenzio ammirando il suo corpo illuminato dalla luna che entrava dalla finestra.

L’unica cosa che riuscì a rovinare quel momento era un borbottio insistente che proveniva dalle nostre pance.

Ci mettemmo a ridere fragorosamente tutti e due.

“Oooook, credo sia il momento di nutrirci, non voglio morire su questo letto; anche se morire con te nuda di fianco a me non sarebbe niente male.” Gli tirai un pugno sulla schiena e mi misi a ridere.

“Che ore sono?” Dissi allungandomi su di lui per vedere l’orologio sul comodino; lui prese letteralmente un mio seno in bocca e sorridendo mi guardava.

“Mmm, così però non vale. Se fosse per me mi basteresti tu per nutrirmi.” Dissi mentre mi abbassavo verso il suo viso per baciarlo con passione.

“No, hai ragione. Dobbiamo mangiare, non sono ammesse altre distrazioni.” Si alzò dal letto e tutto il suo corpo si illuminò. Mi incantai a fissare il suo fondoschiena sodo e ben definito.

“Guarda che so che mi stai fissando piccola stalker.” Disse ridendo e buttandosi sul letto a peso morto.

“Aaaaah, ma hai gli occhi dietro la schiena? E comunque non posso farne a meno, il tuo corpo è perfetto, dunque se non vuoi farti guardare copriti per favore.” Dissi liberando dal mio peso una coperta del letto.

Mark appoggiò la sua testa alla mia pancia. “Cosa vuoi mangiare splendore?” A quest’ora non credo ci saranno molti posti disposti a fornirci cibo.” Disse ridendo.

Erano quasi le undici di sera e l’unico posto che mi venne in mente che poteva essere ancora aperto fu il ristorante cinese.

“Beh, se ti piace possiamo provare con il cinese. Forse sono ancora aperti.” Lui mi guardò sorridendo e allungò una mano verso il mio viso.

“Hai ragione. Hai preferenze o faccio io?” Disse mentre si alzava circondandosi con la coperta.

“No, mi fido del tuo buongusto. Che faccio ti aspetto qui?” Lo guardavo ed era praticamente imbambolato di fronte a me.

“Eh non vale neanche da parte tua però. Copriti anche tu, altrimenti questa telefonata non la farò mai.” Iniziai a ridere e mi infilai sotto il lenzuolo leggero.

“E comunque certo che mi aspetti qui, dove vorresti andare? Non c’è nessuno che ci vieta di mangiare nudi sul letto.” Disse mentre usciva dalla stanza, io gli tirai un cuscino dietro che rimase per terra inerme; la mia mira era veramente pessima.

Chiusi gli occhi e mi coprii il viso col lenzuolo mentre iniziai a piangere di gioia. Mi sentivo la donna più felice dell’universo, era come se potessi volare.

Non solo l’atto che avevamo appena compiuto, ma ogni cosa era avvenuta con semplicità e facilità.

La dolcezza, il modo di scherzare… Tutto sembrava perfetto e la mia testa si perse in pensieri di felicità completamente disconnessi.

Mi allungai nel letto sperando Mark tornasse presto, sentivo già la sua mancanza e nonostante tutto questa cosa mi faceva un po’ paura.

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Adesso invece è il momento di qualche link xD
Se vi interessa potete trovarmi su Facebook.
E poi vorrei lasciarvi il link di un paio di storie che trovo davvero bellissime.
I've lost who I am di Apletos.
Red Dot di Ofelia.
A questo punto buona lettura a tutti e fate un salto in queste
bellissime storie che vi rapiranno *-*
   
 
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