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Autore: heyitsgeorgia13    14/03/2012    2 recensioni
Sono passati dieci anni dall'ultima volta che si sono ritrovati tutti insieme e molte cose sono combiate. Anche loro sono cambiati: chi nel bene, chi nel male. Cosa accadra quando un evento, aspettato già da molto tepo, li riportarà a Lima?
[Sequel di My life would suck without you]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho tante cose da dire e come sempre le dirò alla fine.



Il resto della settimana successiva fu un vero e proprio inferno. Kurt, con l’aiuto della sua preziosissima assistente Nicole, continuava a correre avavnti e indietro per Lima e Westerville, cercando di soddisfare tutti i bisogni e i desideri della sua futura cognata. Blaine fu costretto più volte a fare da babysitter a Eveline e spesso si incontrava con Sam o Quinn, per farla giocare un po’ con Beth, e con Brittany e Tina per farla stare un po’ con i loro bambini.
Per quanto riguarda Finn e Rachel, loro si stavano semplicemente godendo gli ultimi giorni da fidanzati, prima del matrimonio che si sarebbe svolto di lì a una ventina di giorni.
Ed era proprio quello che stava succedendo quel venerdì pomeriggio. I due futuri sposi si trovavano rannicchiati nel letto della ragazza a scambiarsi coccole e baci, fregandosene completamente del mondo che li circondava.
Quella tranquillità, però, venne interrotta dallo squillare del cellulare di Rachel. Riluttante si alzò a sedere e, allungandosi sopra il proprio fidanzato, riuscì a raggiungerlo per poter ripondere.
- Pronto – disse con voce leggermente impostata – Rachel finalmente – si lamentò immediatamente Kurt, dall’altra parte della cornetta. La ragazza sbuffò – Sperò che tu abbia bisogno di qualcosa di importante, perché ero momentaneamente impegnata – mentì mentre Finn tratteneva una risata – Ho bisogno che tu mi dica i codici del tuo vestito e di quello delle damigelle – le spiegò.
Lei non se lo fece ripetere due volte e scappò fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Finn guardò la scena divertito e, una volta che la ragazza fu uscita dalla camera, si alzò, sedendosi comodo sul letto ad aspettare il suo ritorno, leggendo una delle tante riviste presa dal comodino di lei.
Qualche minuto più tardi, però, qualcuno bussò alla porta. Non poteva essere Rachel, pensò, visto che non avrebbe mai avuto il bisogno di bussare per entrare nella propria stanza.
La porta si aprì senza che lui potesse dire “avanti” e sulla soglia apparve Amanda, con addosso una vecchia tuta e i capelli raccolti in una coda alta.
Lo guardò quasi schifata – Dov’è Rachel? – gli chiese in tono piatto e lui sospirò, riposando la rivista dove l’aveva presa – Ha chiamato Kurt qualche minuto fa. Penso che sia al piano di sotto a parlare con lui del matrimonio – rispose cercando di imitara il tono di lei.
- Okay l’aspetto qui – lo informò, sedendosi poi sull’angolo del letto. Finn la fissò per qualche attimo, in silenzio, poi sbottò – Si può sapere qual è il tuo problema? Va bene che mi odi, che non mi puoi vedere, ma almeno posso sapere il perché? Penso che sia un mio diritto dopotutto – disse cercando di non alzare troppo la voce.
Amanda lo guardò di sfuggita negli occhi e scoppiò a ridere – Vuoi davvero sapere il perché? – chiese sarcasticamente e lui annuì – Perché penso che tu stia facendo l’errore più grande della tua vita sposando Rachel – spiegò mentre lui la guardava confuso e allo stesso tempo arrabbiato – Non lo vuoi proprio capire vero? Io ce l’ho con te perché dopo tutto quello che è successo pensavo che qualcosa sarebbe cambiato, e invece no. Pensavo che lei cambiasse idea e poi mi viene a dire che vi sposate, a Lima, che sono invitata ma che, anche se sono la sua migliore amica, non sono neanche una damigella. Bella consolazione – aggiunse in tono esasperato.
Finn soprirò profondamente - Amanda te l’ho detto mille volte: quello che è successo più di tre anni fa è stato un grossissimo errore e me ne pento ancora adesso. Era la nostra ultima festa al college, abbiamo bevuto ed è successo. Ringrazio chiunque ci sia lassù perché Rachel mi ha perdonato e tu dovresti fare lo stesso – le disse alzando pian piano la voce.
- Ma io ti amo – quasi urlò lei e il ragazzo scosse la testa – E io amo Rachel. La amo dal primo momento in cui l’ho vista, credo, e sempre lo farò. Ci stiamo per sposare e io..Amanda non cosa si prova ad amare qualcuno e non essere ricambiati, ma devi andare avanti. Prima o poi troverai qualcuno, ti innamorerai di questo qualcuno e lui ricambierà i tuoi sentimenti – le disse in tono dolce, mentra la rabbia l’aveva di nuovo abbandonato.
La ragazza tirò su con il naso, asciugandosi una lacrima, poi annuì – Mi dipsiace – disse Finn mentre lei gli sorrideva debolmente.
Fuori dalla parta Rachel aveva sentito tutti. Era fortunata, penso, perché presto si sarebbe sposata e quell’anello al loro dito sarebbe stato il simbolo dal fatto che si sarebbero appartenuti per sempre. Nessuno si sarebbe più messo tra loro e le cose, finalmente, sarebbero andate come dovevano andare.
 
Quella stessa sera l’intera ciurma Hudmelsonberry (*) si riunì a cena a casa Hummel-Hudson.
Per tutta la settimana Kurt era rimasto a casa Anderson per evitare sia le domande di suo padre riguardanti l’anello, di cui si sarebbe accorto immediatamente, sia perché così poteva tenere d’occhio, insieme a Blaine, Nicole e farsi aiutare da lei con i preparativi del matrimonio.
Appena misero piede in casa, Eveline corse tra le braccia di Burt, seduto sulla poltrona a guardare una delle tante partite di football che davano in tv insieme a Finn, mentre Nicole e Kurt furono sequestrati da Carole che li portò in cucina per far si che aiutassero lei e Rachel a finire di preparare la cena.
Blaine si sedette accanto all’amico sul divano, mentre continuava a dire alla nipote di calmarsi e di smetterla di saltare sulle gambe di Burt.
Una volta in cucina Carole cominciò a tartassare i tre ragazzi di domande sul matrimonio e su quello che avevano fatto durante quest’ultima settimana, senza lasciarli respirare neanche per un secondo.
- Le cose stanno andando bene, è quesi tutto pronto. Manca solo l’ultima prova dei vestiti delle damigelle, di Quinn e Mercedes e della sposa – spiegò il contotenore– E ovviamente manca anche l’approvazione del menù da parte di Rachel e Finn. Solo se si decidessero a fare un salto ad incontrare quelli del catering – si lamentò lacinado un’occhiataccia all’amica e alzò leggermente le spelle e gli sorrise, come per dire che ci avrebbe pensato lei e che non c’era nulla da preoccuparsi.
Carole sorrise divertita, ma l’espressione sul suo voltò mutò nell’istante in cui posò gli occhi su Nicole. Le si avvicino, non dando più retta al solito battibecco di Rachel e Kurt, e le passò un coltello con cui poteva tagliare le verdure.
La giovane lo prese abbozzando un sorriso – Tesoro è tutto a posto? – le chiese e nella stanza calò immediatamente il silenzio. Tutti la stavano fissando e lei non sapeva che rispondere – Io..possiamo parlarne domani vi prego? – chiese a sua volta ma Rachel scosse la testa – Si tratta di Noah? – domandò e la giovane annuì debolmente – Allora fregatene. Per quanto io gli voglia bene quel ragazzo non ha il diritto di farti stare male ogni volta che apre la bocca per parlare con te – la ammonì – Quindi ascoltami bene: non lasciare che ti butti giù ancora e vai avanti con la tua vita. Hai Eveline a cui pensare, hai noi che ti amiamo ed è questo l’importante – le spiegò per poi abbracciarla.
- Grazie mille Rachel, ci proverò – disse Nicole stingendola a sua volta.
Mezz’ora più tardi si trovavano tutti a tavola a mangiare le prelibatezze che i quattro avevano preparato e a cercare di far star zitta Eveline. Infatti la bambina aveva più volte tentato di spifferare ai quattro venti il vero motivo per il quale Kurt, Blaine, lei e la sua mamma quella sera erano andati li a mangiare.
Ogni cinque minuti lei cominciava con – Burt, Carole lo sapete che gli zii hanno deciso di venire qui perché.. – e uno dei due li bloccava – Perché era un po’ che non ci vedavamo – diceva – Nanerottola non parlare con la bocca piena che non è educazione – la riprendeva la madre anche quando non aveva fatto assolutamente niente o aveva deglutito prima di parlare.
E ogni volta che la piccola ripeteva quelle parole Burt diventava sempre più preoccupato. Aveva visto, o meglio sentito, l’aria che tirava tra suo figlio e il suo ragazzo appena avevano messo piede in casa, qualche settimana prima, e la cosa non gli piaceva per niente.
Sperava con tutto il cuore che le cose non andassero così male. Ormai Blaine faceva parte della famiglia, era come un terzo figlio per lui, ma soprattutto non voleva che Kurt soffrisse ed era sicuro che una loro rottura lo avrebbe completamente devastato.
Dall’altro canto sapeva che non poteva trattarsi di una rottura. Aveva passato tutta la settimana a casa Anderson, con lui, e, se c’erano veramente problemi tra loro, non lo avrebbe mai fatto. In più li aveva fissati per tutta la serata e li vedeva sereni e felici, uno accanto all’altro. Continuavano a lanciarsi sguardi pieni d’amore, si sorridevano e Blaine aveva pure chiamato Kurt “amore”.
Allora cosa stava succedendo davvero?
La risposta arrivò subito dopo cena, durante il dessert. Suo figlio aspetto che tutti ebbero finito la loro fetta di torta alla crema e poi si schiari la voce.
Quel gesto attirò l’attenzione dell’intera tavola – Bene – disse mentre il panico cominciò ad assalirlo. E se qualcosa fosse andato storto? Non poteva, se lo era ripetuto tante volte durante quella settimana.
Blaine da sotto il tavolo gli strinse forte la mano, infondendogli coraggio.
Si sitemò megli sulla sedia e respirò profondamente – Quello che Eveline sta cercando di dirvi da tutta la sera è vero: io e Blaine siamo venuti perché dobbiamo dirvi una cosa – iniziò e, quando incorociò lo sguardo di suo padre leggendovi preoccupazione, decise che doveva partire dagli inizi – Come tutti avete capito, quando siamo arrivati da New York qualche settimana fa le cose tra me e Blaine non andavano bene. Continuavamo a litigare per le cose più futili e tutto quello ci stava ferendo parecchio. Avevamo i nostri motivi, stupidi direi, ma per noi avevano importanza. Io pensavo che lui mi tradisse con il suo capo. Cosa che non sta succedendo papà, non ti preoccupare – aggiunse immediatamente.
Blaine sorrise – Burt non sto tradendo suo figlio, glielo prometto – lo rassicurò e l’uomo annuì – Comunque dicevo – proseguì il controtenore – Io avevo questo dubbio mentre Blaine aveva i suoi e per un po’ siamo andati avanti a trattarci davvero male. Ma poi ne abbiamo parlato e le cose sono migliorate. Ora è come se tutto non fosse mai successo e ci amiamo più che mai – concluse sorridendo al suo fidanzato.
Burt sospirò – Pensavo aveste intenzioni di dirmi che avevate deciso di lasciarvi o qualcosa del genere. Mi avete seriamente preoccupato – disse lui, sollevato.
Entrambi sossero la testa – Comunque Blaine se posso chiedere, qual’era la tua preoccupazione? – domandò curioso e il moro si morse il labbro – Io..avevo paura che se avessi chiesto a Kurt di sposarmi lui avrebbe rifiutato – confessò, abbassando lo sguardo.
Nella sala da pranzo regnava il silenzio – Beh se mai glielo chiedi mai lo saprai. È semplicissimo amico – constatò Finn che fino a quel momento era stato in silenzio.
Nicole e Rachel si guardarono sorridendo mentre i due in questione si fissavano negli occhi, indecisi sul da farsi.
- Kurt.. -  mormorò Carole mentre Burt aveva di nuovo sul volto un’espressione preoccupata.
Il controtenore aprì e chiuse più volte la voce senza emettere nessun suono. Lo stesso fece il suo ragazzo – Burt – la vocina di Eveline lo ridestò dai suoi pensieri – Lo sai che zio Kurt e zio Blaine si sposano? Mi hanno detto che farò la damigella – esclamò tutta eccitata.
Il segreto era svelato, ne Kurt ne Blaine dovevano più dire nulla. Tutti sembravano contenti di quella nuova notizia e si complimentavano con i due.
Poi gli occhi azzurri di Burt incontrarono quelli azzurri del figlio e in quello sguardo si dissero tutto. 



Nota dell’autrice:

E dopo praticamente un mese e mezzo ce l’ho fatta ad aggiornare questa ff.
Mi scuso tantissimo per non averlo fatto prima ma il blocco dello scrittore ha colpito anche me. Infatti, come potete vedere, questo capitolo è decisamente corto e non è un granchè ma meglio di niente no?
Comunque ho deciso cercare di aggiornare ogni mercoledì, a meno che il blocco con colpisca ancora (speriamo di no).
Ora passiamo al capitolo: penso di aver fatto Finn troppo intelligente, continuerò ad odiare Amanda fino alla fine e non vi preoccupate, le cose cominceranno ad andare meglio per tutti.
Per quando riguarda la nota (*)  Hudmelsonberry è una parola che ho inventato io ahah
Okay me ne vado ma volevo dedicare questo capitolo a livelikegangsta lo aspettava da una vita <3
Altra cosa: leggete Nothing happens by chance la mia altra ff che aggiornerò ogni mertedì e venerdì.
A mercoledì e spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un bacio,
 
-Georgia

  
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