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Autore: Cromatic Angel    14/03/2012    2 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Gli imprevisti e le sorprese sono il gusto della vita. Ed è quello che diede un forte stupore ad Alex quella sera, a quel tavolo, insieme ai suoi amici di sempre, forse ai più veri. Ma nonostante le sue amicizie si fossero dimezzate, lei quella sera si sentiva a casa. Felice e piena. Non pensava a nulla di particolare, aveva avuto solo nostalgia di quei momenti, ma adesso lì, attorno a quel tavolo tondo aveva i suoi amici e il divertimento che le davano colmavano ogni vuoto.
<< Quindi fatemi capire >> Posò le posate ai bordi del piatto in porcellana e fissò Shannon e d Ellen << Voi due uscite insieme, da circa...due mesi? >> Roteò gli indici vaga << Wow! >> Sorrise sorpresa.
<< Ma non è nulla di che! Tre scopate al mese >> Disse con nonchalance Shannon.
<< Shannon >> Urlarono insieme Tomo, Alex ed Ellen, soprattutto quest'ultima gli diede uno scappellotto sulla nuca << Cretino! >> Aggiunse al gesto.
<< Ma scusate! La verità va detta >> Si massaggiò la testa, giustificandosi.
<< Evito di ascoltarti che è meglio!>> Alex posò il tovagliolo sul tavolo << Vado al bagno, scusate >> Si alzò dalla sedia e si diresse alla toilette.
<< Direi che è il momento... >> Aggiunse Jared non appena Alex fu abbastanza lontana.
<< Ma non ho mangiato nemmeno il dolce! >> protestò Shannon.
<< Taci e alzati >> Lo tirò per un braccio Ellen, che nonostante la sua piccola statura riuscì a far leva sui piedi e spostare di qualche centimetro il colosso. << Che palle che sei! >> Sbuffò gettando sulla sedia accanto il tovagliolo di seta avorio mentre si alzava dal tavolo << Mi raccomando Jay, sto saltando il dolce per farti questo favore >> Lo additò con fare minaccioso.
<< Ok, brò! >> Alzò le mani in segno di resa << Per il dolce questo e altro >> Sorrise stuzzicando la vulnerabilità del fratello, che mogio mogio veniva allontanato da Ellen dal ristorante.
<< Jay >> Lo chiamò piano Tomo, che era in piedi davanti a lui << Queste sono le chiavi, non c' è nulla di cui tu debba preoccuparti >> Sorrise amichevole l'uomo dando le chiavi all'amico.
<< Grazie Tomo >> Sorrise di cuore Jared prendendo le chiavi e ricevendo una pacca sulla spalla da parte del barbuto.
Il tavolo era vuoto e sperava che tutto sarebbe filato liscio, proprio come aveva progettato.
Aveva solo gli ultimi assi nella manica.
Doveva farcela.
Poteva farcela.
<< Sono stati rapiti tutti? >> Alex comparve come un fungo accanto a Jared.
<< No, avevano altro da fare, ma ti salutano >> Sorrise e si alzò fronteggiando la donna.
<< Che hai in mente? >> Storse le labbra mettendo una mano sul fianco.
<< Riesci sempre a scoprirmi >> Sia aggiustò la giacca guardando il tavolo.
<< Ti conosco meglio di quando tu possa credere >> Sottolineò Alex.
<< Allora per questa sera fidati di me, anche se sarà l'ultima volta...ma fidati >> Si voltò verso di lei scrutando i suoi occhi.
<< Ok, rapiscimi allora. >> Disse seria e convinta guardando decisa gli occhi ghiaccio dell'uomo.
<< Seguimi >> Sorrise soddisfatto porgendole una mano che lei strinse con forza, scivolando nella notte.



<< Cosa ci facciamo qui? >> Chiese stupita osservando quel cancello e soprattutto quell'edificio imponente che la sovrastava.
<< Tranquilla. Non ci dobbiamo rimanere>> Sghignazzò prendendola per mano e trascinandola con passo veloce verso l'entrata dell'edificio più piccolo, posto accanto a quello più grande.
<< Jared...tu mi preoccupi. Questo posto non mi da allegri ricordi e soprattutto tutta questa situazione mi fa agitare di più! >> La sua voce era incrinata, ma nonostante tutto si lasciava condurre dall'uomo su per le scale.
Si fermarono davanti ad una porta.
La porta.
<< ooook...adesso sì che mi preoccupi >> Sorrise nervosa
<< Alex sta tranquilla! Mi ricordi quando dovevamo fare lo scherzo alle matricole! >> Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una chiave e la inserì nella serratura, diede due mandate e aprì.
<< Certo! Dovevamo entrare dentro l'ufficio del Preside! Ovvio che ero cacata! >> Lo rimproverò la donna, con le mani ai fianchi. Poi con tranquillità varcò la soglia ed entrò nella stanza buia. Come se vivesse lì, accese la luce. Senza dover fare fatica per trovare l'interruttore.
Jared richiuse la porta, dando per sicurezza una mandata << Che effetto ti fa? >> Si guardò intorno
<< Beh...pff...per essere strano è strano...saranno ormai cinque anni che non entravo qui...ma...ehm... >> Si voltò verso di lui, inchiodandolo con lo sguardo << Perchè siamo qui? E come hai fatto ad entrare e avere le chiavi?? >> Chiese sconvolta e preoccupata allo stesso tempo.
<< Beh... >> Si tolse la giacca posandola accuratamente sulla sedia della scrivania. << otto anni fa è iniziato tutto qui...ed è da qui che vorrei ricominciare >> alzò le spalle come se la giustificazione fosse banale.
<< Jared >> Lo richiamò sconsolata.
<< Shh... >> Le posò l'indice sulle labbra e con l'altra mano le indicò il letto per farla sedere, mentre lui rimase in piedi. << Non fraintendere. Non siamo qui perchè io possa convincerti o possa chiederti nuovamente di sposarmi o stare con me...otto anni fa entrai qui dentro e tu stavi seduta lì >> Indicò con tenerezza la sedia e la scrivania << e studiavi...ti bloccasti nel vedermi e mollasti tutto, ti dissi che mi piacevi e anche tanto, ma che comunque non accettavo una relazione a due, tu eri pronta a tutto e la nostra relazione aperta arrivò...forse fu anche per quello che molte cose le lasciai solo a me stesso...ma adesso mi rendo conto che avrei dovuto dirti tutto... lo so che adesso è tardi, anche se c'è chi dice che non è mai troppo tardi per certe cose...però visto come sono andate le cose...beh, comunque... >> Si grattò la fronte e si avvicinò alla finestra lisciando le tende lilla e fissando il viale alberato del college << Ero certo che non avresti accettato di ascoltarmi...quindi ho messo su tutta questa scena...la cena con i ragazzi...quello era l'unico modo per convincerti a cenare con me e ad essere qui...adesso >> Si girò osservando la figura di Alex seduta sul letto che con i suoi meravigliosi occhi lo osservava curiosa << Tomo si è fatto in quattro per convincere il direttore a farsi dare le chiavi di questa stanza...>> Sorrise abbassando lo sguardo alle sue scarpe.
<< Hai degli ottimi agganci Mr Leto >> Sorrise nel dirlo << Non preoccuparti, ti ascolto...non giustificare le tue azioni... >> Disse teneramente.
<< Non mi dilungherò tanto... >> Annuì e poi si schiarì la voce coscienza << Avevo 28 anni e non sapevo nemmeno cosa il mondo mi stesse dando...già due anni prima mio padre iniziò a farmi conoscere strani tipi, uomini che avevano in mano imperi, sperava che un giorno prendessi in mano la sua azienda. Fu ad una di quelle cene, subito dopo la mia laurea che conobbi Olivia, a nessuno dei due interessavano i soldi dell'altro...ma a mio padre quell'unione avrebbe fatto più che comodo... >> Disse velenosamente << Accade tutto in tre mesi, lei rimase incinta...voleva abortire. Era pronta a farlo e io l'appoggiavo...era stato un errore, nemmeno ci conoscevamo bene e per me lei era una delle tante, figuriamoci >> deglutì amaramente << Ma dopo due giorni cambiò idea...o meglio le fecero cambiare idea...continuò la gravidanza, poi il resto lo sai... Bryce era malato, facemmo di tutto ma non riuscimmo a farlo vivere...l'anno seguente mi misi con te...già ti conoscevo, ma non ero certo che anche tu volessi me...beh...due settimane dopo che io e te iniziammo a frequentarci scoprì che fu mio padre a convincere Olivia a tenere Bryce, le fece il lavaggio del cervello...dicendole dei soldi, dell'azienda, lei essendo molto frivola si lasciò abbindolare e continuò con il portare avanti la gravidanza. Sapere quella cosa mi fece andare di matto, volevo troncare con la mia famiglia...con mio padre. E decisi che uno dei modi era gettarsi in altro, non pensarci più, cancellare e rinascere...e credevo di farlo con te. Non ti raccontai nulla, perchè volevo annullare tutta la mia vita passata...e fu così per un po'...ma i rimorsi, i pensieri...l'ansia che qualcuno potesse dirti tutto...mio fratello che mi minacciava di farlo lui al mio posto, mia madre che mi diceva che non dovevi pagare tu per un'errore mio. Per questo mio padre non venne al nostro matrimonio, per questo non ti accetta...perchè tu mi hai portato via dai suoi progetti...perchè tuo padre non possiede aziende, è un semplice chirurgo...per questo ci ha messo sempre i bastoni tra le ruote ed è per questo che ti ho voluta sempre proteggere da lui, dai suoi sporchi piani e dal mio triste passato...ma dovevi sapere ed è questo che ti ha allontanato da me...per sempre...e me ne dispiace ogni giorno di più...ed otto anni fa in questa stessa stanza avrei dovuto dirti tutto questo... >> Sospirò stanco, ma svuotato da un'enorme peso.
<< Otto anni fa ti avrei chiesto di poter riflettere...una situazione così pesante non è semplice da accettare. Ma se otto anni fa avessi avuto la maturità e la consapevolezza che ho adesso, beh...mi sarei alzata e ti avrei abbracciato...accettando tutto... >> Annuì a se stessa.
<< Adesso invece? Dopo tutto quello che è successo?...Cosa mi dici... >> Si diede uno slancio con le braccia, che erano poggiate sul davanzale della finestra. Si avvicinò ancora di più a lei, osservandola attentamente, pensando che al mondo nulla potesse essere così perfetta come lo era lei. Vedeva l'incertezza nei suoi occhi, ma sapeva che il suo muro stava crollando e sperava con tutto se stesso di riuscire di nuovo a fare breccia nel suo cuore.
<< Adesso per quanto possa aver detto...per tutto quello che è successo...per come mi sento e per come è andata in questo anno...Jared >> Lo guardò dritto negli occhi, piena di sicurezza e certezza, come non lo era stata mai. Se ne sarebbe pentita molto, ma sapeva che niente l'avrebbe fatta tornare a ridere e a vivere, era certa che quella fosse la scelta giusta, l'unica cosa che avrebbe messo un punto a quella situazione. Per ricominciare di nuovo, da zero. << Ricominciamo. Voltiamo pagina...io e te. >> Gli sorrise con amore e dolcezza.
La tirò a sé e le sollevò la testa per guardarla meglio.
I suoi occhi erano limpidi.
Non disse nulla.
In quel momento non c'erano parole che potessero dire quanto fosse felice.
La tenne stretta a sé, assicurandosi che non potesse scappare.
Si sentiva pieno, completo e finalmente felice.





  
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