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Autore: nil    14/03/2012    1 recensioni
Quando l'amore è l'arma più forte che possa esistere, e niente può riuscire a fermare due cuori innamorati che si cercano senza sosta.
Nella vita... nella morte... e oltre...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XIV: Amara scoperta…

 

Lentamente, tutti i membri della Compagnia iniziarono a percorrere a ritroso la poca strada che avevano fatto, mentre quel dolce richiamo risuonava ancora una volta nelle loro orecchie e andava a riempire di gioia i loro cuori.

Poi finalmente… i loro occhi lo videro…

Si appoggiava agli alberi con la mano destra, mentre il braccio sinistro era lasciato penzolare lungo il fianco, inerte, e veniva loro incontro sorridendo.

Ma quel sorriso che ai loro occhi era inizialmente parso un sorriso di vittoria e di felicità, si tramutò ben presto in una richiesta di aiuto quando l’Elfo, chiudendo gli occhi, si lasciò improvvisamente cadere in ginocchio accanto ad un vecchio tronco marcio, tenendosi la spalla…

" LEGOLAS! " gridò Aragorn correndogli incontro.

Il Nano e i quattro Hobbit lo seguirono, e in breve tempo tutti furono accanto all’Elfo ferito.

Il Ramingo si inginocchiò di fianco all’amico, e fu allora che la vide…

Una lunga freccia nera era conficcata nella schiena dell’Elfo almeno un palmo; nessun dubbio in proposito… era la freccia di un Uruk-hai…

" Amico mio, che è successo…? " chiese ansiosamente l’Uomo.

" Erano… cinque… Aragorn… " rispose Legolas guardando il Ramingo, " non quattro… ma… cin..que… "

L’Elfo chinò la testa…

" Sono stato… davvero… uno… uno stolto… Non mi sono accorto che l’ultimo… era… nascosto dietro un… un masso… e… è stato lui… a colpirmi… "

" Come ti sei salvato…? "

" Ho finto… di essere… morto… poi l’ho… ucciso… "

" Credi di riuscire a camminare ancora un po’? "

" Credo… di si… "

" Coraggio allora, appoggiati a me, dobbiamo addentrarci nella foresta, non possiamo rimanere così scoperti… "

Aragorn tirò su Legolas passandosi il suo braccio sinistro sopra le spalle, mentre l’Elfo stringeva i denti per il dolore che quel movimento gli aveva procurato.

" Forza amico mio… " continuò il Ramingo, " ancora un piccolo sforzo… Poi quando saremo al sicuro ti toglierò la freccia e medicherò la ferita… "

L’Elfo annuì, poi Aragorn si rivolse agli Hobbit.

" Presto! Dovete procurarvi dell’acqua, della legna, e anche qualche foglia di Bacca del Sole, la troverete sicuramente sulle rive di quel ruscello… Noi vi aspetteremo più avanti, dove c’è quel piccolo gruppo di massi che abbiamo intravisto da lontano " disse concitato.

I quattro Hobbit corsero tutti in direzione del corso d'acqua mentre, aiutato da Aragorn e Gimli, Legolas camminava lentamente all’interno della foresta, tra gli alberi, fino a che, dopo alcuni lunghissimi minuti che all’Elfo sembrarono un’eternità, giunsero nel luogo indicato dal Ramingo.

Ma quello che agli occhi dell’Uomo era inizialmente sembrato solo uno scomposto gruppo di massi, si rivelò essere in realtà ben altra cosa…

Si trattava delle rovine di un’abitazione appartenuta quasi certamente ad un tagliaboschi, e poi magari adottata per qualche giorno, o anche solo per una notte, da un gruppo di Elfi di passaggio, o da una qualsiasi altra creatura.

In ogni caso, di lei non rimanevano che due pareti di roccia in piedi, quasi completamente ricoperte di edera, e ben coperte dalla folta chioma di una quercia, probabilmente cresciuta in quel bosco di faggi ed aceri per una qualche miracolo della natura.

Una rada erbetta verde era nata a coprire quello che una volta era stato il pavimento della piccola casetta in pietra, e del tetto non rimaneva altro che una decina di travi sconnesse, ma in grado tuttavia di offrire ancora un minimo riparo.

 

Aragorn fece inginocchiare l’Elfo che si appoggiò ansimando ad una delle pareti di roccia, continuando a premere forte la mano sulla spalla dolorante.

" Non preoccuparti amico mio… " disse Gimli, " non è una cosa grave, guarirai presto vedrai… "

Legolas concesse al Nano solo un debole sorriso di risposta, la ferita gli bruciava tremendamente, e il braccio sinistro si stava iniziando ad intorpidire…

Finalmente gli Hobbit fecero ritorno.

Sam si avvicinò all’Elfo e lo fece bere da una piccola ciotola di legno che aveva riempito di acqua fresca.

" Grazie… amico mio… " sussurrò Legolas.

Sam non seppe cosa rispondere, così si allontanò in tutta fretta e raggiunse Frodo, intento ad ammucchiare tutti i ramoscelli di legna che aveva trovato insieme ad altri già ammassati contro una delle pareti della casetta.

Aragorn si inginocchiò accanto a Legolas e gli porse un rametto di legno chiaro…

" Tieni, stringilo forte fra i denti… "

L’Elfo lo guardò con occhi stanchi, poi fece un leggero cenno con la testa, mise in bocca il rametto e chiuse gli occhi, in attesa…

L’Uomo fece poi un cenno a Gimli con la mano.

" Vieni, aiutami… mettiti davanti a lui e poggiagli le mani sulle spalle, così potrai tenerlo fermo… "

Gimli fece come gli era stato detto, mentre i quattro Hobbit interruppero ciò che stavano facendo e si avvicinarono l’un l’altro per farsi forza, come se quella micidiale arma dovesse essere estratta dalle loro spalle…

Aragorn poggiò la mano sinistra sulla spalla dell’Elfo, e con l’altra afferrò saldamente la freccia; e dopo un profondo respiro… la strappò via, tirandola verso di se con tutta la forza che aveva…

 

Se non avesse avuto quel ramoscello di legno in bocca, avrebbe sicuramente gridato, come ad Isengard… tanto era stato il dolore che aveva provato…

Una timida lacrima aveva abbandonato i suoi occhi e gli era scesa sulla guancia, andando a mescolarsi alle gocce di sudore che gli ornavano il volto.

Quando, ancora ansimante, aveva di nuovo avuto la forza per riaprire gli occhi, aveva visto quel nero dardo a terra, accanto a se, nel punto in cui Aragorn l’aveva fatto cadere dopo averglielo strappato via dalla carne.

" Coraggio Legolas, è finita… " cercò di confortarlo l’amico massaggiandogli delicatamente la schiena.

L’Elfo non rispose e continuò a respirare profondamente con gli occhi fissi sulla freccia dell’Uruk-hai macchiata del suo rosso sangue, e le mani poggiate a terra, come per riuscire a sostenere meglio il dolore.

" Pipino, Sam, non restatevene lì impalati! " gridò Aragorn, " portatemi l’acqua e le foglie di Bacca del Sole… "

I due Hobbit sembrarono quasi risvegliarsi improvvisamente da una sorta di sogno a occhi aperti, e quando la voce del Ramingo li fece tornare alla realtà, si affrettarono ad ubbidire…

Aragorn prese le piccole foglie verde scuro e le immerse nell’acqua della ciotola che, da limpida che era, si colorò leggermente di giallo, fino ad assumere una lieve tinta olivastra, appena visibile.

Il Ramingo sollevò la casacca dell’Elfo, mettendo a nudo quella bianca pelle coperta di sangue, poi passò le foglie di Bacca del Sole sopra la ferita, premendo leggermente.

Legolas respirava piano, continuando a fissare quella nera arma fino a quando Aragorn, con un calcio, la fece scomparire tra l’erba alta.

" Frodo! " chiamò improvvisamente, " accendi un piccolo fuoco qui vicino a me, ci fermiamo un paio d’ore… "

Lo Hobbit raccolse qualche ramoscello e si diresse verso il Ramingo.

" Usa legna secca… " continuò l’Uomo, " farà meno fumo… Non possiamo rischiare di rivelare a Saruman la nostra posizione, anche se credo che siamo abbastanza lontani ormai da Isengard perché possa riuscire a vedere il fumo… e in ogni modo, quel poco sarà fermato dai rami degli alberi… "

Aragorn gettò via la foglia che stava premendo sulla ferita dell’amico e ne prese un’altra.

L’effetto di quella miracolosa pianta unito alle incredibili capacità di recupero degli Elfi, stava dando i suoi frutti: il sangue non usciva quasi più, e la ferita si stava lentamente rimarginando.

Nondimeno…

L’espressione del Ramingo continuava ad essere preoccupata…

Aveva osservato bene quella freccia, ed era sicuro che anche l’Elfo l’avesse fatto, anche se aveva cercato di impedirglielo gettando via quell’arma maledetta.

Ma forse… era stato troppo tardi…


 

  
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