CAPITOLO XV: Il sogno…
Una leggera pioggerella grigia e triste iniziò a cadere su di loro…
Riparati da quello che restava del tetto della casetta in pietra, i membri della Compagnia attendevano, con i cappucci dei mantelli calati sulla testa.
Il sole che aveva illuminato il cielo fino a pochi minuti prima sembrava essere scomparso dietro quella spessa coltre di nuvoloni cinerei.
Aragorn gettò via l’ultima foglia di Bacca del Sole e coprì la ferita di Legolas con un pezzo di stoffa bianca, aiutando poi l’amico a mettersi seduto e ad appoggiare la schiena contro quella fredda parete di roccia.
" Cerca di riposare adesso… " disse, " appena ti sarai svegliato dovremo rimetterci in marcia… "
" Lo so…" rispose l’Elfo, " …grazie… "
Riscaldato dal tepore che quel piccolo fuoco emanava, Legolas chiuse gli occhi, e non ci volle molto tempo perché si addormentasse esausto.
Strane visioni attraversarono il suo sonno agitato…
In sogno rivide Bosco Atro, e suo padre in testa al loro esercito, pronti alla battaglia…
Rivide anche Gran Burrone, e l’esercito di re Elrond…
Poi si ritrovò a Lothlòrien, anche lì le armate di Celeborn erano schierate e pronte a scendere in campo…
E ancora…
Gondor… e la Valle…
Anche gli eserciti degli Uomini e dei Nani sembravano disposti alla guerra…
Eppure…
Nessuno si muoveva…
Immobili… mentre i loro occhi vagavano intorno alla ricerca di qualcosa… un segnale forse…
Anche Nillaith era tra loro, e lo guardava muovendo le labbra, dalle quali tuttavia non sembrava provenire alcun suono…
L’Elfo la chiamò e protese le braccia verso di lei, ma in quel momento la scena che aveva davanti agli occhi cambiò improvvisamente: non più i profondi boschi del suo regno, o i dorati alberi di Lothlòrien, ma solo tenebre… e fuoco…
Vide i quattro Hobbit, Gimli e Aragorn avanzare verso una cupa montagna, attraverso fiumi di lava e terra carbonizzata.
Mordor…
Si…
Erano a Mordor…
Ma perché non c’era nessuno con loro…?
Perché erano soli…?
Perché le armate del Bene non accorrevano in loro aiuto…?
L’Elfo iniziò a gridare i loro nomi con quanto più fiato avesse in gola, ma nessuno sembrava poter udire la sua voce…
" VI PREGO AMICI MIEI, FERMATEVI…! NON POTETE FARCELA DA SOLI…! SAURON VI UCCIDERÁ…! MI SENTITE…? VI UCCIDERÁ…! FERMATEVI VI SCONGIURO…! "
Improvvisamente, una fiamma nera li avvolse, e i loro corpi caddero a terra senza vita, mentre l’Elfo gridando assisteva impotente al massacro…
E mentre tutto si faceva buio e la vista di quei corpi scompariva ai suoi occhi, una voce riecheggiò nell’aria…
“ Solo tu puoi salvarli Legolas… ”
“ Nillaith…! Sei tu…? Dove sei…? ”
“ …Rammenta le mie parole… ”
“ Dove sei…? Ti prego, rispondi… ”
“ È giunto il momento di agire Legolas… Ascolta il tuo cuore… egli sa qual è la strada che dovrai percorrere… Seguilo Legolas, ed il tuo destino si compirà… ”
“ Nillaith… ”
" Legolas… Legolas! "
" Mmh… "
" Come ti senti amico mio…? "
L’Elfo aprì gli occhi e si trovò davanti il volto di Sam.
La sua mente era ancora confusa da quello strano sogno…
" Dobbiamo rimetterci in marcia Legolas… " disse Gimli porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, " Saruman non ci metterà molto a capire cosa è successo ai suoi orchi, e ne manderà senz’altro degli altri a darci la caccia… Dobbiamo muoverci… "
Con il cuore ancora turbato da quelle strane visioni, l’Elfo si alzò e, presi l’arco e la faretra, si apprestò a seguire gli amici, mentre le parole di Nillaith risuonavano ancora nella sua mente…
Nonostante la Compagnia si fosse messa in marcia quando il pomeriggio era già inoltrato, riuscì a percorrere un buon tratto di strada, fino a quando Aragorn decise di fermarsi.
La notte era ormai giunta, e il Ramingo credette più prudente riposare fino all’alba ben nascosti, e poi riprendere il cammino.
Legolas, che per tutto il tempo non aveva proferito parola alcuna, limitandosi a seguire gli amici a testa bassa, osservò il luogo in cui erano giunti.
Si trovavano ai piedi di una collinetta rocciosa, i cui massi argentei erano illuminati dal chiarore delle stelle, mentre gli alberi danzavano al ritmo di una fresca brezza notturna.
Si sedettero tutti su un gruppo di basse rocce, e fu deciso che Gimli avrebbe fatto il primo turno di guardia quella notte.
Così, il Nano andò a sedersi qualche passo più in là, mentre i suoi amici si accucciarono a terra, sull’erba umida.
" Aragorn, perché ti sei voluto fermare? " chiese Pipino, " la luna e le stelle rischiarano abbastanza la notte, avremmo potuto proseguire… "
" Preferisco viaggiare di giorno… " rispose l’Uomo, " quando è più facile vedere i nostri nemici e combatterli… "
" Quanta strada abbiamo da percorrere ancora? "
" Il tuo cuore ha forse fretta di arrivare a Mordor, Merry…? "
Mordor…
A quella parola, Legolas sembrò trasalire…
Le immagini del sogno che aveva fatto quel pomeriggio tornarono prepotentemente ad invadergli la mente e il cuore e tra tutte, una in particolare: quella della morte dei suoi amici…
" Legolas, va tutto bene…? La ferita ti fa forse male? " chiese Frodo che si era accorto dell’espressione preoccupata dell’Elfo.
" No Frodo, non mi fa male… Va tutto bene, ti ringrazio…" rispose Legolas che si affrettò poi a spostare lo sguardo su Aragorn.
I chiari occhi del Ramingo lo stavano osservando, ma si mossero subito non appena l’Uomo si rese conto di essere stato scoperto…