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Autore: MeiyoMakoto    14/03/2012    2 recensioni
IMPORTANTE
la storia inizia dopo la scelta dei Campioni, in Harry Potter e il Calice di Fuoco; è la prima volta in cui Harry e Cedric si trovano faccia a faccia. I due Campioni di Hogwarts, insieme, da soli... Se dovesse succedere qualcosa che cabiasse drasticamente la trama, succederebbe adesso (e non sto parlando di un pairing Harry/Cedric)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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‘È Karkaroff il suo piano di riserva, ci scommetto la bacchetta!’, esclamò Ron infilzando il suo pomodoro fritto con rabbia.
‘Non saltiamo a conclusioni affrettate.’, disse Hermione. ‘È un’accusa molto pesante.’
‘Ma si sa che è un Mangiamorte fallito.’, obiettò l’altro. ‘E poi dagli un’occhiata e dimmi se ha l’aria di un innocente!’
Harry sbirciò il tavolo degli insegnanti; in effetti Karkaroff saltava all’occhio come una volpe in un pollaio. Rispondeva a monosillabi alle domande dei colleghi, che invece chiacchieravano allegri, e aveva l’aria assente. Due vistose borse sotto gli occhi davano il tocco finale che gli serviva per sembrare un condannato a morte.
‘Effettivamente...’, convenne Hermione, ma Harry alzò le spalle.
‘A me sinceramente fa pena.’, commentò.
‘Sì, come Piton di prima mattina.’, ribatté Ron. ‘Svegliati, Harry! Qui dentro forse c’è qualcuno che vuole ucciderti, e se ti intenerisci così facilmente non scoprirai mai chi è!’
‘Certo che hai il tatto di uno Schiopodo Sparacoda, Ron.’, sbottò Hermione. ‘Comunque non è detto che ci sia qualcuno infiltrato, no?’
Sembrava allarmata quanto Harry alla prospettiva.
‘Come mai così gentile, oggi?’, bofonchiò Ron.
‘Tutti questi compiti di Antiche Rune mi stanno facendo impazzire.’, sospirò la ragazza.
Addentò un pezzo di salsiccia e aprì un libro pieno di segni strani.
‘Wow, devi essere un genio per tradurre questa roba.’, commentò Ron.
Hermione gli fece un sorriso stanco e tornò ai suoi codici.
In quel momento la panca tremò sotto il peso improvviso dei gemelli che vi erano saltati sopra. Hermione grugnì spazientita.
‘Potreste essere un po’ più discreti, per favore? Sto cercando di studiare!’,
‘Harry!’, fece Fred ignorandola, ‘Hai visto la novità?’
‘Quale novità?’, chiese lui.
‘Riguarda Karkaroff?’, aggiunse Ron eccitato.
Harry gli diede un calcio sotto il tavolo.
‘Sì, fratellino, come hai fatto a scoprirlo?’, rispose Fred sarcastico, troppo esaltato per accorgersi che c’era qualcosa sotto.
‘Le coccarde, imbecille! Siamo stati in giro, e non c’è neanche un Tassorosso che indossi le coccarde Potter fa schifo!’, incalzò Fred.
Entrambi i gemelli guardarono Harry come se si aspettassero che si mettesse a saltare di gioia.
‘Ah…’, fece lui. ‘Bene. Sono contento di saperlo.’
‘Beh, se fai così quando sei contento, quando sei triste che succede?’, disse George risentito. ‘Ti butti da un dirupo?’
Fece un cenno con la testa a Fred, e i due si alzarono e marciarono via, offesi.
Hermione chiuse il dizionario con uno scatto esasperato.
‘Certo che qui non si può proprio studiare!’, commentò. ‘Suppongo che adesso le dobbiamo anche un ringraziamento, vero?’
‘A chi?’, chiese Harry sovrappensiero.
‘A Meg, no? Per le coccarde. Immagino che la “novità” abbia a che fare con la lavata di capo che ha fatto a Cedric.’
‘Oh, già, le coccarde. Sì, la ringrazierò più tardi; ora però devo andare a esercitarmi con l’incantesimo di Appello.’
‘Non c’è bisogno di ringraziarmi.’, intervenne una voce dietro di lui. ‘Basta che tu vada da Cedric.’
Hermione alzò gli occhi al cielo.
‘È troppo chiederti di evitare di inserirti all’improvviso nelle conversazioni?’
‘È troppo chiederti di concentrarti sull’anima nera della bella ragazza e smetterla di rimproverarmi?’, ribatté acida Meg.
Hermione la fissò.
‘Concentrarmi su cosa, scusa?’
‘C’è scritto lì.’, spiegò la ragazza indicando il testo di Antiche Rune. ‘L’anima della ragazza era nera, ma ella era bella quanto malvagia, e gli uomini la ammiravano…
L’altra spalancò gli occhi.
‘Come fai a capirlo?’, domandò. ‘Io non lo trovo in nessun dizionario.’
‘Hai provato in uno di greco antico?’, chiese Meg, tagliando la propria fetta di bacon.
Hermione si morse il labbro e non rispose.
‘Tutti i Babbani sanno tradurre le lingue incomprensibili?’, chiese Ron. ‘Penso che a mio padre interesserebbe saperlo.’
‘Solo una, morta da tantissimo tempo, e solo nel mio paese. Scommetto che Hermione ne sa tradurre almeno cinque.’, aggiunse percependo l’occhiata assassina dell’altra, che distolse lo sguardo.
Meg sorrise mite, ma Harry avrebbe potuto giurare di aver colto un lampo di irritazione adombrarle la faccia per un attimo.
 ‘Beh, io vado a prendere un po’ di succo di pera.’, annunciò vaga la ragazza, battendosela più in fretta possibile.
‘Spero non ci metta troppo, con quel bacon.’, commentò Hermione con naturalezza. ‘Non possiamo andare a Difesa Contro le Arti Oscure senza di lei, ci metterà un secolo a trovare l’aula se non l’accompagniamo.’
‘Difesa Contro le Arti Oscure?’, ripeté Harry. ‘Ma in prima ora non c’è Cura delle Creature Magiche?’
‘No, oggi è giovedì.’, rispose Hermione.
‘Già, è vero!’, esclamò Harry dandosi una pacca sulla fronte. ‘Torno subito, vado a prendere il libro giusto.’
‘Non fare tardi.’, gli raccomandò Ron. ‘Non vedo l’ora di scoprire chi è il nuovo insegnante!’
 
Harry si bloccò con la mano sul pomello della porta, tutto il corpo teso nel tentativo di cogliere qualsiasi rumore anomalo.
‘Sono paranoico.’, si disse, ma senza troppa convinzione.
Sapeva di non essere il tipo di persona che si immagina tonfi ovattati al di là della porta del proprio dormitorio, ed era altrettanto consapevole che negli ultimi tempi aveva avuto fin troppe ottime ragioni per diventare paranoico.  Fece un respiro profondo, tirò fuori la bacchetta dalla tasca e spalancò la porta di scatto.
Qualcosa accanto al suo letto mugolò e fece per coprirsi la faccia con le mani. Harry abbassò la bacchetta e ridacchiò.
‘Ti vedo, Dobby.’
L’elfo si ricompose ed abbassò gli occhi con aria mortificata.
‘Mi dispiace, Harry Potter, signore. Dobby non disturberà più Harry Potter. Cattivo, Dobby, cattivo!’
Fece per sbattere la testa contro il comodino, ma Harry si precipitò a fermarlo.
‘Ma che fai? Ti ho detto mille volte di smetterla con le punizioni! E poi lo sai che non mi disturbi affatto!’, esclamò.
Dobby alzò lo sguardo, gli occhioni così sgranati dallo stupore che sembravano due sottotazza.
‘Oh, Harry Potter è sempre così buono! Ma Harry Potter non sa che gli elfi domestici devono saper stare al loro posto?’
‘Fa che non ti senta Hermione, per carità…’, borbottò Harry. ‘E devo dire che ha ragione; che ti prende, Dobby?’
‘Niente!’, trillò l’elfo, ma il suo sguardo saettò immediatamente verso il cassetto aperto che vomitava fogli di pergamena: la posta di Harry.
Il ragazzo si affrettò a raccattarli con un gesto rabbioso: tra quei fogli c’erano anche le lettere di Sirius.
‘Ma che fissazione hai con la mia posta?!’, sbraitò, mentre l’elfo domestico si faceva piccolo piccolo. ‘Come ti salta in testa?! È privato, Dobby!’
‘Dobby è pentito, Harry Potter, io lo giura! È solo che… Dobby voleva…’
Esitò per così tanto tempo che Harry stava per ricominciare a urlargli contro.
‘Dobby voleva copiare la scrittura, sì!’, esclamò infine l’elfo con un’espressione contrita che avrebbe intenerito un sasso. ‘Dobby vuole imparare a scrivere…’
Così si passa da “gli elfi devono saper stare al proprio posto” a “Dobby vuole imparare a scrivere”, eh?, pensò Harry, suo malgrado sollevato dal ritorno del lato ribelle dell’elfo domestico.
‘E perché proprio le mie, di lettere?’, commentò, tentando di mantenere un tono almeno un po’ di rimprovero.
‘Perché è Harry Potter è amico di Dobby.’, rispose l’altro.
‘Va bene.’, sorrise Harry, abbandonando qualsiasi tentativo di minaccia. ‘Capisco, però ci sono altri modi. Lascia perdere le mie lettere d’ora in poi, però. Comunque ti prometto che parlerò a Hermione di quest’idea di scrivere, di sicuro le piacerà. Adesso però devo andare a lezione, ci vediamo dopo, ok?’
Dobby annuì energicamente e si Smaterializzò con un ultimo: ‘Non c’è un altro mago al mondo come Harry Potter!’
Harry allora si ricordò finalmente del testo di Difesa Contro le Arti Oscure e di Ron e Hermione che probabilmente lo avrebbero coperto di lamentele per il ritardo. Afferrò il testo e fece per correre giù, ma poi ebbe un ripensamento: agguantò tutte le lettere e se le accartocciò in tasca.
Forse sono davvero diventato paranoico, pensò, Ma non si sa mai.
 
Scattò fino in sala comune e poi in corridoio, ma scoprì che Ron e Hermione erano già andati via. Guardò l’orologio, un po’ offeso: la lezione era iniziata da cinque minuti! Saettò verso il corridoio, a stento guardando dove andava dalla fretta.
Brutta mossa; a un certo punto, dal nulla, sentì qualcosa che gli cozzava contro la mascella.
‘Ahi!’, fece Cedric massaggiandosi il mento dolorante. ‘Ti sei fatto male? Aspetta, ti do una mano.’
Harry rifiutò con un gesto e si affrettò a raccogliere i libri, ma così facendo le lettere gli scivolarono dalla tasca, Cedric gliele porse, sorridendo amichevolmente.
‘Grazie.’, mugugnò Harry. ‘E scusa per il mento.’
‘Figurati… Comunque sono io che devo ringraziare te… È il minimo, per quello che avresti fatto se fossi…’
Non riuscì a continuare. Harry alzò le spalle.
‘Mi hai già ringraziato, no?’
L’altro lo guardò interrogativo.
‘Le coccarde…’
‘Ah, già.’, rispose Cedric con noncuranza. ‘Come ho detto, è il minimo. Sei veramente un grande, Harry, e mi dispiace solo di non poterti mai ricambiare un favore così grande…’
Smetter di uscire con Cho sarebbe un inizio, pensò Harry. Per un attimo vide la ragazza sola, nei corridoi, in cerca di una spalla su cui piangere; si vide avvicinarsi a lei…
Si riscosse.
‘Tecnicamente io non ho fatto niente, non ancora.’, commentò. ‘Beh, io vado a lezione, eh…’
Cedric annuì e agitò la mano in segno di saluto.
‘Ok, ci vediamo, allora.’
‘Sì…’
Girò sui tacchi e si diresse deciso verso l’aula di sostegno.
‘Ma che stai facendo?!’, protestò una fastidiosa vocina dentro la sua testa che somigliava stranamente a quella di Hermione. ‘Lo lasci allo sbaraglio, senza dirgli niente dei draghi?!’
Che si arrangi.
‘Vuoi davvero che affronti l’ignoto fra una settimana?’
In teoria tutti dovremmo affrontare l’ignoto.
‘Però non è così; sarà l’unico a non sapere quello che lo aspetta! Pensa alle coccarde, Harry…’
E tu pensa a Cho.
‘Oh, andiamo, non si merita di non sapere niente.’
Harry sospirò.
Su questo non ci piove…,ammise.
Si voltò e cominciò a rincorrere il ragazzo.
‘Ehi, Cedric!’, fece, posandogli una mano sulla spalla.
‘Sì?’
‘Per la prima prova dobbiamo affrontare dei draghi.’, buttò lì.
Non si fermò a vedere la reazione di Cedric; scattò verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure e spalancò la porta.
‘Miscusitantoprofessorehoavutouncontrattempononsuccederàpiù!’, disse tutto d’un fiato.
‘Ah, Harry Potter!’, rispose una voce che non aveva mai sentito prima.
 

  
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