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Autore: AcidDragon    14/03/2012    2 recensioni
"- Siamo in troppi, - disse Sid - la vita è una sola.
Così si chiude l'ultima storia dell'umanità come presunta dominatrice, così si apre la prima storia di una specie in via d'estinzione." (dalla storia)
Un apocalisse particolare, in cui una semplice famiglia si ritrova a fare i conti con una strana realtà e situazioni tra il banale e il surreale.
Sconsigliata a chi discrimina o ha idee troppo rigide.
Una storia in cui sono, forse affrettatamente dato lo spazio, messe in discussioni le regole base (familiari e religiose) di alcuni.
Genere: Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, nonostante le paranoie che mi chi conosce sa che vivo, eccomi a pubblicare questo esperimento.

Il tutto nasce da un sogno, diciamo a occhi aperti, di qualche mese fa da cui poi estrapolai parte di questa storia.

Mi sono impantanato, ma grazie a qualche consiglio da parte di Selene K, e di altre conoscenze virtuali, la storia è qui.

Come nella presentazione, sconsiglio la lettura se le vostre opinioni sono in contrasto con gli argomenti trattati.

 

1) Micheal.

 

- Siamo in troppi, - disse Sid - la vita è una sola.

Così si chiude l'ultima storia dell'umanità come presunta dominatrice, così si apre la prima storia di una specie in via d'estinzione. Lo dissero tutti, un'ovvietà legata a una mezza frase fatta , e quasi tutti si suicidarono. Gli ultimi della città,o almeno lo credevamo, eravamo noi, una famiglia con un figlio appena morto e una da non far morire.

A Napoli eravamo io, Micheal, poi mio marito Raphael e la nostra "piccola vita" in forma umana... Gabe.

Gabe e Raphael erano alla Napoli sotterranea, volevano visionare la storia e la cupezza, direi io, di questa città. La cosa non era per me, dato che non c'era rete e io sarà anche per lavoro ma sono un pò internet-dipendente.

Nulla di sconvolgente ma in questo mondo, nel mondo stravolto in pochi secondi non fui un semplice drogato, ma un drogato che tramite la sua droga cercava di capire cosa succedeva, cosa significava tutto questo e soprattutto da una parte correvo verso di loro, da una parte ogni tanto controllavo se accadesse qualcosa nel web ma ancora nulla.

L'unica cosa che percepivo era una sconvolgente calma sia nel mondo reale che in quello virtuale e soprattutto una cosa, non ci furono incidenti.

Chiaramente vi domanderete "e suicidi plurimi non lo sono ?", ma io intendo che non cadde un aereo, che non un ospedale rimase senza luce, che chi si suicidò fece in modo di non arrecare danno ad altri. Ovviamente tutto ciò lo seppi dopo tempo.

Capii che non era estinzione quello che stava accadendo, una parte d'umanità si era salvata e noi eravamo un esempio... ma chi pensa che sia quella migliore, che errore commette.

Il fiato mi manca, da troppo non mi muovo e provo dolori lancinanti, mille pensieri si affollano ma corro come se non avessi un corpo.

E soprattutto come se non avessi una vista, perchè non mi sento pienamente cosciente, e quando lo divento, quando dicento cosciente di tutto mi nasce un pensiero.

Devo capire se accade solo qua o se sia una realizzazione di apocalittiche paure e se così spero di poter fare qualcosa.

I superstiti dovranno runirsi, magari potrei creare una pagina, qualcosa che permetta ai pochi sopravvisuti di sapere che non sono soli, non so per quanto potrà andare avanti questa idea dato che si deve tener conto del funzionamento della rete che non durerà molto... ma è troppo grande come cosa e non so se sono in grado di sostenerla, non riesco a pensarci, ho come lo stomaco in gola davanti a tutti queste morti, poco sangue e molti corpi. Molti hanno scoperto come morire senza far diventare crudo il tutto.

Sono a Via Duomo e per forza di cose mi fermo, ma non sulla strada, mi ritiro in un angolo di un vicolo dove corpi non ne vedo, sento ancora il "Siamo troppi, la vita è una sola" che non è solo il mio Sid ad aver detto ma erano tutti che lo dicevano, ma veder cadere lui rivolto verso di me è stata la fine, dal palazzo del nostro albergo dove lui era voluto salire, dove era possibile farlo per vedere il panorama dall'alto... vedere ciò non so cosa ha provocato in me, davvero non lo so.

Pensare il problema che fu venire in Italia, pensare cosa abbiamo passato.

Non posso pensarci, devo trovarli, non posso, non so se creare la pagina ma qualcosa devo fare. Cosa devo fare, non lo so.

 

E allora svenni, collassai.

 

 

2) Raphael.

 

Eravamo entrati da poco quando successe.

Una vacanza normalissima iniziata col solito guastafeste di Mike, e non sia mai lo chiami così in sua presenza, che come al solito non riusciva a staccarsi dalla rete nonostante ci fosse Gabe. Lei era l'unica persona a fungere da "anti-rete" vivente, capace di far stare per secoli uno come il mio cucciolone lontano dalla rete immerso nella natura o dentro un museo.

Ma oggi era speciale, non ce la faceva proprio, la rete era solo una scusa, era la claustrofobia il vero motivo che ovviamente lui non avrebbe mai ammesso.

Comunque fatto sta che mi ritrovai insieme alla nostra "piccola vita" a entrare in questo antro oscuro, a scendere quei 129 gradini, cosa su cui Gabe non concordava.

- Sono 130 papà

- Djibril cara, papi li ha contati, sono 129.

- Gabe papà - disse con tono irritato - Djibril fa troppo "fissato con le religioni".

- Tesoro secondo te papà che fa, le costruzioni ? - in riferimento alla conta degli scalini.

- No, il teologo, ma non ammorbare pure coi nomignoli pseudo-religiosi

- Ammorbare, ben più esotico di Djibril devo dire, mpf.

- Papà su!..

- Ok, piccola, tornando agli scalini, allora sono 129 dicevo...

- No, 130, tu non sai contare.

- Non so contare, certo. - disse trattenendo una risatina in malo modo - Andiamo oltre questi 129 gradini.

- Ormai si è fissato - disse lei quasi tra se poggiandosi una mano in fronte, un banale giochetto che si ripeteva solo con Papà R., come mi chiama lei.

Eravamo arrivati, finite le scale, e aspettavo di sentir parlare la guida, ma certamente non mi aspettavo ciò che disse :

- Siamo in troppi, la vita è una sola.

Detto ciò prese la penna che aveva e la inserì nella giugulare in modo lento, senza proferire urla o altro, e morì mentre il sangue fuoriusciva.

Capii che non sarebbe stato l'unico episodio di questo tipo nella giornata, e non volevo altro che prendere per mano mia figlia e fuggire, ma prima di farlo le coprì gli occhi e le feci coprire le orecchie. Poi la trascinai con me alla ricerca di colui senza il quale sarei impazzito, di colui che speravo non fosse stato colpito da qualsiasi cosa stesse succedendo. Ovviamente nella mia mente continuavo a sentire quello stupido ritornello..

E non era solo nella Napoli Sotterranea, no, magari lo fosse stato. Chiaramente non tutti morirono, non tutti ne avevano i mezzi o la possibilità in quel momento, c'era anche chi provava a dissuadere i novelli membri del club del suicidio (rimembranza di un qualche cosa giapponese che Micheal mi aveva obbligato a vedere o leggere, niente male devo dire).

Comunque chi ci provava, solo in quel caso veniva trascinato nella morte all'udire : "Nessuno osa mettersi contro la terra, avete compreso vermi ?". Altrimenti chi si suicidava non si curava degli altri.

Basta, basta, non ce la facevo più. Mentre camminavo dirigendomi verso il luogo dell'appuntamento e ricercando gli anfratti più vuoti, mentre (?) alternavamo cammino a corsa, alla fine lo vidi, vidi Mike disteso in stato forse catatonico, non capii cosa diceva fin quando non fui a pochi passi e udii - Sta arrivando, arriva, Gaia arriva.

Appena mi vide modificò la frase - E' arrivata, Gaia è qui - indicando Gabe.

 

 

3) La terra dentro loro figlia.

 

Micheal era svenuto, ma quando Raphael lo raggiunse insieme a Gabe era in una strana condizione, quasi catatonica. Da quello stato si svegliò subito dopo le sue stesse parole "...Gaia è qui", quindi la frase era stata detta quando ancora non si era completamente risvegliato. Appena i due si videro non si baciarono come in un film, no, questa era la realtà in cui i due si scambiarono una semplice carezza e disse Raphael - Non volevo pensare, non riuscivo a pensare che non ci fossi, e ho avuto ragione. Al che Micheal rispose -

Io invece ho provato a concentrarmi su altro, ma... - disse indicando i morti o coloro che rincorrevano la morte

- Ho solo corso e corso, unico pensiero voi. - concluse Micheal.

- BAAASTA!!! - gridò Gabe (?) prima che Raphael chiedesse giustamente dove fosse Sid.

- Che c'Dji...- stava dicendo Raphael

- Topi, vermi, piattole, sono infimi, sono feccia. Maiali, polli, conigli sono cibo. I tori sono per giocare, i pesci del mare per esser lasciati crudi. E voi a cosa servite ? Umani, avete perso la vostra utilità e se prima era accettabile la morte di alcuni elementi di varie razze, animali come voi, ora lo sterminio indiscriminato e il vostro proliferare come un cancro ha reso me, la natura, demoniaca. Siete come delle formiche, e mi state infastidendo.

- Un'ambientalista dalle frasi fatte la nostra Gabe è diventata tutto a un tratto, eh ? - disse Micheal rivolto all'uomo della sua vita credendo che la piccola fosse in shock come lui fino a un attimo fa - Ma ora non è il momento scricciolo, guarda la situazione in cui stiamo. Pensa a Sid.

Prima che Raphael chiedesse cosa intendeva lei riprese - E di chi credi sia la colpa di tutto ciò, scricciolo ? E non sono il vostro scricciolo, non sono la vostra "vita", sono vostra madre, la realtà peggiore che avreste potuto immaginare. Sono la natura e sono furiosa, sono la terra e non mi sono limitata a qualche uragano ogni tanto e a un paio di tsunami, ora è il vostro turno di subire ciò che avete provato a farmi subire. - Se fossero stati più religiosi i testimoni di ciò avrebbero chiesto cosa aveva fatto l'umanità ma proprio Micheal ne era consapevole, ciò che l'umanità faceva l'aveva portato a rifiutare la realtà in cui viveva e a vivere a stretto contatto col web, solo col web fin quando non era apparso Raphal nella sua vita. L'unico motivo per staccarsi dal mondo che si era creato, anzi gli unici motivi che gli avevano impedito di morire come il parassita umano che era, erano stati lui e poi Gabe. Anche se l'umanità aveva continuato fino a quella mattina, ora ha finito, rifletteva.

- Tranquilli, la morte è indolore, e soprattuto non vi sono incidenti. Solo se qualcuno prova a interrompermi mentre sono all'opera viene portato dove andrete tutti.

- Perchè, che senso ha impossessarsi di Gabe come nel peggior film apocalittico di serie B ? - si informò Micheal, Raphael era bloccato come Micheal poco fa, aveva capito cosa era successo a Sid.

- Non mi interessa ciò di cui parli, ho usato una modalità usuale in alcune dell vostre culture più vicine a me per descrivere ciò che sto facendo, e che continuerò a fare. Vi consiglio di unire i pochi che sono rimasti al mondo. Ma tanto anche non ve lo consigliassi voi tendete all'unione anche se siete uniti dall'odio. Arrivederci. - e Gabe cadde al suolo priva di forze. Raphael si riprese e cacciò fuori quel poco che aveva mangiato, quasi del tutto liquido, mentre Micheal disse - Ne parliamo di Sid o ... ? - non sapendo neanche lui cosa aggiungere. Allora Raphael alzò e disse - Stai vicino a Gabe, rimani qua e non mi seguire, sarò di ritorno fra poco.

- Perchè ? - chiese Micheal, un "perchè" a cui non seguì risposta.

 

4) S.U.D. (Sopravvissuti uniti digitalmente).

 

Mentre si allontanava, la mente di Micheal era vuota, nella città così vitale di solito, ora percepiva tutto tranne che vitalità.

Gabe gli si avvinghiò chiedendo del papà e lui voleva che era tutto vero ma anche la sicurezza che tutto sarebbe rimasto lo stesso tra loro tre, nonostante la lontananza di un componente essenziale.

Mentre l'accarezzava le disse che sarebbe tornato presto, sperandolo lui per primo.

Micheal era troppo distratto da ciò che provava, troppo obnubilato da sè stesso non percepiva l'affetto implicito nel gesto della figlia, e quindi come in trance si sedette a terra pian piano e senza che l'abbraccio sfumasse.

Se se ne fosse reso conto ne avrebbe sofferto, dato che lui mai avrebbe ignoranto la figlia...

Non capiva il suo atteggiamento davanti a questa realtà così nuova e così diversa ma almeno percepiva che qualcosa non andava.

Era vero che era un suo difetto quello di bloccarsi dinanzi alle difficoltà ma se tali difficoltà diventavano un baratro ritornava normale, come si suol dire, in sè stesso.

Quindi questo baratro avrebbe dovuto scuoterlo, e invece nulla, nulla, e nu...

..."Come vorrei trovarmi davanti a quello schermo, davanti a quell'irrealtà voglio tornare nerd, voglio ancora potermi avvolgere in cavi virtuali." questo pensava

- Papà M., perchè non siamo andati con Papà R ?

- Perchè ... - perchè Papà M. era troppo distratto dal nulla, perchè voleva farsi inghiottire - ...forse ho qualche idea che può essere di aiuto.

- E che idea avresti ? Comunque non mi hai risposto! - disse con tono incredulo.

- Fra poco vedrai - disse alla piccola, posandola a terra e prendendo il laptop, che accese. Controllò la batteria per rendersi conto di quanto tempo avesse, e ciò che vide gli fece pensare a un errore del computer.

Ignorato l'errore accedette a internet. Voleva accedere al social network che era stato motivo di vari battibecchi con Raphael, che giustamente lo accusava di esagerare con la vita virtuale, ma tanto per lui contavano solo Rapahel e la loro "piccola vita", e mai aveva optato per il "virtual" quando il "real" lo ricercava, quindi il problema non sussisteva o almeno questo si raccontava. Ma prima cercò lungo i siti soliti che giornalmente visitava per aggiornarsi sul mondo ma nulla. Chiaro che davanti a una catastrofe così ingente non era da tutti pensare a informare altri. O invece era normale in contrario ? Peccato che Micheal non si considerava normale. Era chiaro che la catastrofe era mondiale. Quindi provò anche i siti di media di regime e finalmente vedeva qualcosa campeggiare. Uno dei giornalisti aveva superato la naturale ritrosia a pubblicare senza che qualcuno lo visionasse, dato che probabilmente erano morti tutti nella redazione al cui sito Micheal accedeva.

 

"EPIDEMIA DI SUICIDI, I NOSTRI CARI SALUTANO LA VITA CON UNA FRASE STRINGATA : SIAMO IN TROPPI, LA VITA E' UNA SOLA"

 

Un titolo per riassumere e poche righe per spiegarsi, righe che non lesse.

Invece scrisse un commento al giornalista chiedendo di radunare più persone possibili, mentre lui avrebbe creato una pagina per raccogliere i sopravvissuti. Ma prima si rivolse alla sua piccola e chiese:

- Gabe, come chiameresti una pagina per organizzare i sopravvissuti - si rivolgeva a lei come ad un adulta - Noi siamo nel Sud dell'Italia quindi direi appunto SUD. - gli rispose la figlia.

 

5) Input e omofobi in incognito

 

- SUD ? SUD, SUD, SUD.

- Papà M. ? Non fare così mi ricordi non so che horror.

- Scusa piccola, riflettevo solo che SUD c'è lo vedrei bene come sigla ma le parole... ecco non mi vengono

- Semplice, Sopravvissuti Uniti D, ehm la D non so "d"istricarla.

- Ahahaah divertente piccola, per la D potrebbe andare Digitalmente.

- Sopravvissuti Uniti Digitalmente ? Un pò infantile ma dato che l'ho inventato io ha senso.

- Il Digitalmente è mio veramente.

- Capirai. Per una parola su tre.

Avendo trovato la sigla finì di scrivere il commento, disse il nome del gruppo, il sito dove l'avrebbe creato e di indirizzarsi o indirizzarci eventuali sopravvissuti che conoscesse. Per capire l'entità della situazione e come si potesse risolverela insieme. Mentre poi creava il gruppo sul sito, una nuova preoccupazione gli attraversava la mente, come sarebbero tornati a casa se erano morti quasi tutti. Chi si sarebbe occupato dell'aereo, non credeva bastasse il solo pilota per farlo decollare, sapeva che la manutenzione non era cosa da poco pur non sapendo come avvenisse esattamente. Mentre rifletteva il gruppo era creato, certamente non ripassava i passaggi da fare per una cosa del genere, troppo semplice per lui.

- Ma quanto ci mette Papa R.!

- Suvvia Gabe. Ma se papà R. e via solo da 10 minuti!! Non ti piace stare con me ?

- Che domande, certo che sì solo che avrei detto che era lontano da più tempo ma d'accordo.

Mentre padre e figlia discutevano, tra il mare di cadaveri presenti e la strada qualcosa cambiò. Videro un indistinto punto avvicinarsi a loro, cosa che ovviamente fu accolta positivamente dalla piccola quando Michel lo disse.

- C'è qualcuno in avvicinamento, ma non ti girare, hai già visto troppo oggi. Involontariamente potresti vedere...

- Sì lo so, spero solo sia Papà R. che ritorna.

- Non lui, magari qualcuno confuso e solo come noi. - ovviamente a Gabe non disse le probabilità negative, non si sapeva come una mente prendesse tale disgrazia e anche se loro avevano reagito bene, non era scontato accadesse a tutti.

Sembrava un uomo in lontananza, idea che si rivelò errata quando una ragazza non più giovane ma neanche matura li raggiunse, chioma bionda e viso tondo, alquando sporca non si capiva bene se solo di sangue raggrumato o cosa.

- Finalmente qualcuno, salve a tutti e due. Ciao piccola, siete soli tu e il tuo papà?

- No signora. Salve a lei.

- E siete con molte altre persone ?

- No siamo solo in tre, io e miei genitori.

- Piacere, io sono Micheal, lei ?

- Liliana. Micheal ha detto ? Inglesi ?

- No, americani. Ma dammi pure del tu, se io posso altrettanto.

- Ma certo, e tua moglie ?

Allora intervenne Gabe. - Moglie ? Mmpfh papà, crede che tu sia sposato con una donna.

- Non c'è niente di strano, Gabe. Io sono sposato, sì - disse Micheal rivolto alla donna - ma con un bellissimo uomo, Raphael. E spero torni presto.

- Uomo ? - Liliana pensò che il giudizio fosse giunto, era la fine del mondo.

6) Come provare ad annullare sè stessi

 

- Uu...uomo ?

- Si, perchè c'è qualche problema ? - disse Gabe, già battagliera, atteggiamento che ha sempre avuto, fin da quando potè formarsi un opinione sull'argomento.

La sua famiglia mai l'aveva indottrinata o portata ad amare la comunità omosessuale o simili cose come potrebbe pensare chi ama discriminare ma lei sentiva che i suoi l'amavano e offenderli scatenava una piccola furia che più volte i genitori avevano dovuto placare.

- Ovviamente nessuno - mentì Liliana, aveva paura di non esserne in grado, dato che lo vedeva come offesa al signore. Ma facendo "di necessità virtù" penso che il padre di tutti l'avrebbe perdonata, doveva per sopravvivere in questo mondo

Continuò - Solo che non mi era mai accaduto di conoscere una famiglia con due uomini, non so cosa dire, ho paura di essere offensiva senza volerlo.

- Suvvia che dici Liliana, noi siamo una famiglia come le altre e nessuno la aggredirà se dirà qualcosa fuori posto, vero Gabe ? -

- Certo papà, è chiaro che ciò che non si conosce fa paura e non si sa sempre come affrontarlo

Subito Liliana si rassenerò, ci erano cascati, e parlò con la povera piccola plagiata.

- E tu quanti anni dovresti avere Gabe ? -

- Ho, no dovrei, 12 -

- No dicevo - e qua la sua naturale titubanza prendeva corpo - sembravi più vecch... matura volevo dire, per la tua età intendo.

- Grazie molto gentile. Mi scusi comunque per la reazioni forse scortese di prima.

- Nulla cara, nulla, non è colpa tua -

Prima che Gabe potesse chiedere il senso del "non è colpa tua", Papà M. iniziò a fremere.

- Cavolo, è passata mezz'ora e ancora deve tornare!! -

- Papààà M.-

- Hai ragione, scusa Liliana.

- Di nulla, capisco la preoccupazione, ero anche io così preoccupata prima. Comunque Papà M. ?

- Certo, da Micheal diventa Papà M.

- Certo, non ci avevo pensato. Che dolce - se solo fosse una vera famiglia pensava Liliana.

Mentre scambiamo queste futili chiacchiere sentirono un chiamarli a tono alto, a media distanza, era Raphael di ritorno che non voleva spaventarli comparendo all'improvviso

Micheal si allontanò da due dirigendosi verso Raphael e dicendogli.

- Ma dove dia... dove eri finito ? - e mentre Raphael stava per baciarlo lui si scostò e riuscì solo ad abbracciarlo - Comunque abbiamo compagnia - e più a bassa voce - e non si sa mai.

- Micheal stiamo insieme da anni e ti fai ancora questi complessi ? - disse Raphael silenziosamente mentre l'abbracciava, ma lo disse scherzosamente sapendo la timidezza del marito. Intanto Liliana vicino a Gabe le prese la mano e rifletteva sul come le sembrasse tale famiglia. Lei non la definiva neanche famiglia, anzi un nuovo termine le stava venendo, un aborto del rapporto familiare normale erano per lei, furono queste le agghiaccianti parole che penso vedendo due persone che si amavano. Ma come aveva programmato si tenne i suoi pensieri per sè anche se qualcosa di preoccupante si faceva strada nella sua mente chiaramente problematica. Finalmente i due si staccarono e avvicinandosi Micheal la presentò.

- Questa è Liliana, anche lei vittima della situazione come noi.

Appena lei scambio due convenevoli con Raphael, Micheal sbottò - Ora ne parliamo ?

.

7) Faccia a Faccia con l'abisso

 

- Mi scusi - disse Raphael, sempre il più pragmatico della famiglia - Liliana, dovremo discutere di questioni familiari, non per essere sgarbato, può...

- Ma ci mancherebbe, non lo dica neppure. Mi allontano, non troppo, giusto per paura di cosa potrebbe accadere -

- Capisco, rimanga pure a vista, e grazie -

"Che gentile questo Raphael, e anche Micheal non era male, se non avessero scelto le fiamme e l'oscurità e si fossero diretti verso la luce, avrebbero potuto salvarsi, sono anche loro responsabili di questa apocalisse."

I pensieri di Liliana erano su questi toni mentre i tre si sedevano sui gradini lì presenti.

- Forse è meglio che anche Gabe vada con Liliana mentre noi parliamo di Sid - disse Micheal, e il nome del loro adorato figliolo e fratello fece scattare qualcosa in Gabe e Raphael in cui uno stato di shock era presente per quel che avevano vissuto e stavano vivendo.

- Sid, Sid non c'è, è vero come ho potuto non ricordamelo ? Come ho potuto!! – urlò Gabe sprofondando nelle braccia di Raphael mentre Micheal le carezzava la testa.

- Comunque non provate a mandarmi via - disse tra le lacrime.

- No piccola, allora cercherò di essere breve, dato anche ... come è accaduto. Poi dopo Papà R. ci dirà che fine ha fatto tutto questo tempo. - disse senza la minima vena comica dato l'accaduto.

- Semplicemente io e Sid eravano saliti sulla terrazza dell'albergo, lui voleva vedere tutta la città da un belvedere e non potendocelo ancora portare dati i nostri programmi lo portai a prendere una granita lassù e a un certo punto successe. Cosa altro posso dire, cosa ?

L'unica cosa che disse fu quelle che dissero tutti li sopra, che solo io non dissi. Provai a prenderlo ma non c'era possibilità che potessi fare qualcosa.

Il piantò di Gabe continuava, continuavano i suoi singhiozzi, e anche Micheal cominciò. Solo Raphael manteneva un atteggiamento stoico, lacrime lo macchiavano ma erano sintomo di un pianto silenzioso e non struggente come quello di padre e figlia.

Allora Raphael li avvicinò e li avvolse nelle sue larghe spalle, e baciò Micheal, un bacio casto sulle labra mentre lui era immerso nel pianto. Una carezza a Gabe e si domandava cosa avevano fatto, il senso di tutto questo, ricordava ancora le parole di prima e non si era chiesto se era reale quella possessione della sua bambina da parte della "natura".

Se veramente un concetto astratto, che loro avevano da sempre applicato al loro mondo, potesse esistere come identità.

Intanto Liliana osservava da lontano e pur capendo il dolore, la sofferenza di quelle persone non le accettava come famiglia e non capiva come potessero due uomini dar sfogo alla loro perversione sotto gli occhi della figlia, poi di chi, tramite un bacio. E poi dicono che queste cose siano corrette, pensava.

Ciò che non pensava e che una situazione simile ma con famiglia classica avrebbe provocato in lei solo empatia e sofferenza per la sofferenza altrui ma tepore per l'amore che c'era. Assurdo ma bastava cambiare i soggetti per rendere, ai suoi occhi, l'amore una perversione. Passo molto tempo prima che qualcuno dei tre si staccasse da quella situazione, mentre dal dolore mai si sarebbe staccati. E intanto si avvicinava il tramonto, nessuno credeva sarebbe accaduto come in film tipo 28 ore dopo ma certamente dopo quella giornata, nessun posto poteva tranquillizzarli.

 

 

8) Svelamento.

 

Dopo almeno un oretta e mezzo in cui lacrime, pur rimanendo in profondità, avevano lasciato spazio a una rassegnata serietà, si decise di andare al loro albergo nonostante il parere contrario di Raphael che in quella mezz'ora di sparizione lì era stato.

- Ma Micheal vi erano dei cadaveri, almeno 6, due receptionist con una penna in gola e testa spappolata. Come possiamo evitare che Gabe ....

- Senti Raphael, anche se noi la chiamiamo piccola ormai ha un età in cui può accettare la morte, quel che si può fare è bendarla o simili, anche se non mi piace dover bendare nostra figlia.

- Neanche a me ma altra possibilità non mi viene.

Allora Micheal si rivolse a Gabe, e le parlò di un gioco per cui dovevano andare in albergo ma lei bendata doveva riconoscere la camera. Cosa in cui lei non cascò e disse :

- Papà, e dico ad entrambi, è chiaro che mi volete bendare per non farmi vedere più di quel che ho già visto, e perchè avete paura che apra gli occhi, lo capisco e quindi facciamolo.

Allora la bendarono e presero per mano, nonostante fosse grandicella per questo, ma non era il primo trattamento da bimba che riceveva. Però era in vacanza, ed era accettabile quando stavano insieme.

Questo bendaggio dopo la storia del figlio suicida che aveva sentito a tratti, dopo l'atteggiamento volgare per lei, davanti alla figlia, provocarono in Liliana la risoluzione giusta. Decise, secondi suoi criteri, di salvare la ragazza in qualche modo. Forse in albergo avrebbe trovato la soluzione.

La benda per Gabe era di Liliana e sarebbe servita nella sua missione. Loro arrivarono all'albergo e salirono in stanza ormai distrutti, dopo essersi attardata a cercare le chiavi magnetiche.

Ovviamente qualcuno ebbe dei rumori di stomaco per la fame e Raphael, il più muscoloso dei due andò a cercare da mangiare.

Micheal voleva restare con la piccola e non lasciarla con Liliana, neanche per espletare le sue funzioni ma non resisteva, situazioni di stress questo gli provocavano e la situazione attuale non fu un eccezione.

Ma Liliana dopo aver visto la stanza e il bagno vi andò un attimo, e prese la chiave dalla porta, una porta non moderna come l'albergo poteva far pensare.

Quando Micheal entrò non si rese conto ovviamente di nulla, e mentre Raphael non c'era prese quel che avevano utilizzato come bende, vi tappo la bocca a Liliana, poi le mani. Tutto nel tempo di Micheal in bagno, la porta fu subito chiusa cosa di cui lui subito si accorse mentre lei prendeva la recalcitante Gabe e la trascinava fuori dalla stanza andando nell'ascensore più vicino mentre sentiva Raphael salire dalle scale che aveva preso per sicurezza.

Per fortuna vi era una farmacia vicino, avrebbe preso qualcosa per far ragionare la piccola.

Tutto questo, quest'assurdo salvataggio, era per il suo bene. Doveva capirlo. In tutto questo non si era resa conto di essersi ferita al braccio.

Comunque non potendo certamente rompere un vetro come nei film da cui aveva preso spunto per il tutto si diresse nel palazzo più vicino e prese la sua bibbia, sperando che la parola sarebbe.

 

 

 

9) Parole Vuote.

 

 

Aveva trasportato la piccola prima nella farmacia dove prendere qualcosa per intontirla poi in un palazzo quasi adiacente all'albergo. Il tutto mentre Raphael apriva a Micheal, con la chiave gettata in mezzo la stanza, e cercava di capire perchè fossero sparite.

Nel palazzo Liliana trascinò la ragazzina in stato non del tutto cosciente, le aveva dato qualcosa che la rendeva inerte, videro i cadaveri all'entrata e su un paio di pianerottoli, cadaveri che fecero star male la piccola che però neanche questa libertà aveva.

Quando fu trovata una casa aperta, i cui abitanti si erano buttati dal pianerottolo nell'androne, ci entrarono e si sistemarono in una stanza dopo che fu chiusa la porta.

Provò Liliana a spiegare come fosse abominevole e perversa una famiglia con due padri, come le violenze sessuali potessero essere una conseguenza, di come non era sano quell'amore. Gabe d'altronte ascoltò tutto ciò intontita ma quando rinsavì rispose :

- Fino ad ora hai parlato tu. Ma tu chi sei per giudicare e in base a quale logica io dovrei rifarmi a un libro religioso ? Anzi per me mitologico dato che sarò pure piccola ma a certe manfrine non credo più. Non ho bisogno di un dio impotente che ogni volta sbaglia in qualcosa, nella creazione e resetta il tutto o tramite diluvi o stermini, di un dio sadico che stermina senza farsi problemi gli esseri che ha creato e che secondo voi dovrebbe amare come figli. Non ho intenzione di farmi introiettare da regole insane che reprimono la natura della persona, perchè l'omosessualità è un comportamento naturale riscontrato in molte specie mentre l'odio verso chi è omosessuale no. Perchè tutto questo è ciò che la religione cristiana ci descrive, e lo so perchè molte mie compagne sono rincretinite dietro a queste stupidaggini.

- Vedi come ti hanno plagiato, è un copione già scritto quello che reciti, infarcito di mancanza di considerazione per l'autorità di un adulto. Mancato rispetto per Dio!

- Io rispetto gli adulti, i miei genitori che amo, e mia Zia Amy. E poi non era quello stesso figlio del vostro dio a dire "ama il prossimo tuo come te stesso" ? Non mi sembra abbia detto "amale e odiale in base ai pregiudizi che ti hanno inculcato". Per fortuna non esiste.

- Zia Amy, allora hai una figura femminile, e di chi è la sorella. - disse ignorando la fine.

- No io la chiamo zia ma è la mia mamma biologica, da lei i miei papà hanno preso l'utero per farmi nascere.

- Ma come parli ? Che orrore, che amore perverso se proprio vuoi chiamarlo amore.

- Amore...perverso ? I miei sono andati in capo al mondo per trovare qualcuno grazie a cui farmi nascere, una donna per cui non erano niente e lei ha offerto il suo corpo, ok dietro compenso ma è una cosa troppo grande e i soldi sono solo una parte, e questo non è amore ?

- Beh se la vedi così...

- Poi mi sono stati sempre vicini, quando stavo male e bene, quando ero giù per un brutto voto o per una giornata storrta. Sono stati vicini come tutti i genitori e non mi hanno mai fatto nulla di strano, non che debba giustificarmi. Quindi ti conviene lasciarmi... ORA!!!

Tutto questo per giorni, giorni in cui pur non sapendo cosa fare i due cercarono nei palazzi adiacenti, provarono al cellulare della figlia e capire tramite ciò dove stavano, ma nulla, non c'è l'avevano fatta. Liliana non sapeva più che fare, la lasciò andare, arrendendosi alla realtà, non che in pochi giorni e in una situazione tanto surreale fosse diventata espressione di quell'amore cristiano che millantava ma si rassegnò e rimase lei sola mentre Gabe barcollava in mezzo al nulla, vide tutto quello da cui i suoi genitori avevano provato a difenderla e ciò, come non bastasse la morte del fratellino, la sconvolse ancor di più.

10) Fine di un incubo lampo ed inizio di un viaggio.

 

Adesso era il turno di Raphael ad aspettare, nella speranza di un ritorno, in albergo mentre Micheal ricercava nei vari palazzi non proprio adiacenti alla loro casa temporanea.

Era passato un giorno e mezzo da quando si erano dati addosso, non capendo cosa poteva essere successo, potevano essere nuove vittime di quel suicidio di massa che aveva dato inizio a tutto. Ma Raphael aveva percepito qualcosa nella donna e non era sicuro fossero vittime, o almeno non tutte e due. Micheal aveva pensato al banale trucco di chiamare e sperare rispondesse ma se erano morte o se Gabe era stata rapita non sarebbe stato così semplice...

...Semplice era invece la fine di questa ridicola avventura, Gabe barcollante che vedendo Raphael in lontananza gridò piangendo - Papàààà R.!!! - cadendo poi al suolo.

Solo dopo che fu trasportata in stanza, dopo che si riposo e poi rifocillò. E dopo una lavata veloce lei racconto tutto ai due genitori che ovviamente volevano reagire, volevano risposte, certamente non potevano andare alla polizia sempre che esistessero ancora tali organi.

Dopo che la coccolarono, fu proprio Gabe a rompere questo circolo vizioso e a chiedere a Micheal di vedere a che punto era la pagina e l'incontro possibile con altri esseri umani, speravano sani di mente magari.

Quando Micheal scoprì cosa era successo in quei pochi giorni, dopo aver detto di essere ancora vivo, fece quasi ridere a crepapelle lui e Gabe mentre il serioso Raphael accennò un sorriso. Nonostante pareri contrari di molti, era stato deciso di approntare il Vaticano tutto coi giardini e i palazzi per accogliere i superstiti. Molto pochi erano gli esponenti ecclesiastici che avevano scritto, ciò chiaramente non implicava fossero gli unici sopravvissuti, e molte persone religiose, e non, avevano a chiara voce detto che il messaggio di Gesù era quello dell'amore e dell'accoglienza e pure chi pensava che così non era fosse tacque. Chiaramente non tutti i credenti erano come quella Liliana a cui Gabe rispose per le assurdità che le diceva.

- Ahahahahahahahaha meraviglioso, incredibile, nella fine il paese della mentalità chiusa si apre ? Interessante - disse Micheal

- Suvvia Micheal, invece di prenderti una rivalsa morale aiutamni a preparare.

- Preparare, per ... ?

- Per andare al Vaticano ovviamente, non credo sia disponibile un volo in mezzo ai cad...alla città deserta, per portarci a casa.

Allora prepararono tutti i vettovagliamenti e il necessario per un escursione, in realtà una fuga da tutto questo. Per fortuna avevano prenotato la macchina per 5 giorni, non andava a nessuno di rubare, seppur non se ne sarebbe accorto nessuno.

Scesero per allontarsi da tutto, ovviamente nessuno si era posto il problema di cosa fare con Liliana, d'accordo l'umanità ma non si poteva accettare una cosa del genere e comunque non si trovava da nessuna parte. Pensarono quasi di cercarla, ma...

- Portatemi con voi, so di essere senza perdono, controllatemi, fate ciò che volete ma portatemi con voi.

Allora Gabe le si avvicinò, con un sorriso che lei vide come perdono, stava per carezzarla quando un calcio della piccola nelle sue parti intime la fece piegare di nuovo e questa volta non per scusarsi.

Una volta riavvinatasi ai genitori, essi dissero quasi all'unisono.

- Gabe ti capiamo ma è inacettabile, non devi scendere a un livello così negativo.

E solo Raphael - E' ora di andare.

Presero la macchina e si inoltrarono verso la speranza...

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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