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Autore: _Valentine_    14/03/2012    2 recensioni
La guerra miete vittime come una falce per il grano, loro ora erano un immenso campo che veniva poco a poco dimezzato.
Con uno sforzo assurdo riuscì a premere le dita maggiormente contro la sua tasca, e avverti la forma circolare dell'orologio da taschino che si portava ostinatamente dietro, un cimelio di famiglia.
Dal tessuto liscio dei pantaloni di pregiata fattura riuscì anche ad avvertire la vezzosa "M" in rilievo.
No.
Non era morto, era quasi certo che nell’aldilà non vi fossero orologi da taschino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Se ne stava nascosto nell’ombra, quel misterioso qualcuno che era stato attirato dalla musica lieve di violino.
Dietro un ammasso di corpi e ossa, uniche cose presenti in quell’ambiente.
Inarcò un altro po’ il busto in avanti, per meglio sistemarsi e per udire bene, ma era ignaro che il suo gesto avrebbe fatto rotolare un osso, posto sopra un corpo esanime, provocando un leggero tonfo.
Leggero, certo, ma sufficiente per attirare l’attenzione dell’ignaro violinista.
Quest’ultimo di fatto bloccò di colpo l’atmosfera venutasi a creare grazie alla musica, spezzando un’armonia, come d’altronde accade ogni qualvolta si smette di suonare all’improvviso.
Consapevole di esser stata sgamata, la figura misteriosa venne fuori.
Come il battito di ali di una farfalla, il passo dell’ambiguo essere fu altrettanto leggiadro e soffice, quasi stesse camminando su delle ninfee.
Le sue movenze parevano quelle di uno spiritello dei boschi, ma lei era più simile a una ninfa.
E cosa ci fa una ninfa in un posto del genere?
Il suo corpo era uniformemente candido e luminoso, come fosse stato dipinto da una splendida vernice dai capelli alla punta dei piedi o fosse avvolto da abbaglianti veli, e pareva doversi spezzare da un istante all’altro.
Quella visione era… affascinante.
Ma non era merito della sua bellezza, almeno non come la si intende comunemente.
Lei possedeva una beltà innata, come fosse stata creata da un insieme, e non solo dalle normali caratteristiche che la costituiscono.
E’ alquanto complesso da spiegare, ma era qualcosa di simile all’attrazione delle sirene, nonostante lei non fosse bellissima era indubbiamente elegante, malgrado il suo corpo fosse solo ricoperto da una tunica dello stesso colore di quest'ultimo: neve.
Lo sguardo sbigottito del giovane percorse tutta la sua esile corporatura: dalla punta dei piedi, fino ad arrivare al volto, e quando poté scorgerlo…
Dio!
Era il viso che aveva antecedentemente visto, quello che aveva catalogato come allucinazione: era la Mezzosangue.
Se fosse stato una normale persona avrebbe cominciato a balbettare, ma no!
Lui era Draco Malfoy: non avrebbe fatto nulla del genere.
Infatti l’unica cosa che disse fu solo:
-Mezzosangue.
Il suo tono non celava un certo velo di sorpresa (velo alquanto spesso), ma era calmo, quasi come un saluto.
Pareva una cosa comica, ma Draco aveva deciso di parlare con le sue allucinazioni, anche se assurde, tanto a quanto pareva erano le uniche a tenergli compagnia oltre ai defunti.
“L’allucinazione” parve pensarci un attimo, alzando le sopracciglia e schiudendo di poco la bocca, prima di rispondere impulsivamente:
-Ma...1* Ehm, ma chi sarebbe questa Mezzosangue?
All’inizio il suo tono era stato quasi simile a quello di una cornacchia offesa, per poi controllarsi e raddolcirsi in seguito, come se si fosse data un’ammonizione mentale.
Se prima lui era sorpreso, poi lo fu ancora di più, da quando le visioni rispondevano?!
Bé, pazienza, vuol dire che si sarebbe abituato anche a quello…
-Tu parli?
Si diede dello stupido subito dopo aver posto quel quesito, e la replica di lei non tardò ad arrivare, ironica, se pur sempre gentile
-Se credevi che non potessi risponderti perché mi hai parlato?
Un risolino fuoriuscì dalla sua bocca anch’essa bianca più del latte.
Ignorò il suo velato sarcasmo, tornando alle cose serie: non era la mezzosangue?
Oddio Draco, ora ti fai problemi per le produzioni della tua mente bacata!
Si trovò a pensare, schioccando scettico la lingua al palato.
Lei parve notare quella vena di diffidenza, e si affrettò a specificare
-Non sono una visione, se è questo ciò che ti stai chiedendo.
Lui si lasciò andare a una risatina tesa, nervosa
-No cara, non me lo sto chiedendo, ne sono certo: tu sei un’assurda proiezione del mio cervello, nient’altro.
Lei sorrise
-Credi il tuo cervello tanto capace?
Scherzò.
L’altro assottigliò gli occhi, riducendoli a due fessure, ignorando persino l’insulto alla sua regale mente
-E se fosse vero che non sei un’invenzione, chi saresti tu?
Chiese con cipiglio indagatore.
-Io? Un fantasma.
Il biondo sbatté le palpebre varie volte, prima di riuscire a digerire, se pur solo in parte, l’informazione che gli era appena stata data.
Solo pochi istanti, e la fissò nervoso: quell’idiozia stava iniziando sul serio a stufarlo
-Si, certo, e io sono Santa Claus!
Sibilò isterico.
-Bé, effettivamente ora che me lo fai notare qualche somiglianza c’è… Dove hai lasciato la barba? E hai per caso un sacco pieno di denaro da buttarmi giù dal camino?2*
Lui strinse i pugni, la sua mente a quanto pareva aveva la capacità di irritarlo.
Chiuse gli occhi, inspirò profondamente ed elaborò un pensiero che lui catalogò geniale: l’avrebbe ignorata.
 

 ***

 
Nei giorni seguenti Draco mantenne completamente la sua promessa: la ignorò, nonostante questa stesse sempre accanto a lui, con l’intento di convincerlo della realtà della sua ipotesi.
Intanto in assenza di cibo, dopo l’invano tentativo di resistere a simile orrore, il giovane per non morire fu costretto a cibarsi delle carogne, dei cadaveri, come un avvoltoio, dato che in quel deserto non v’era alcuna forma di flora o fauna.
Si vergognò mille e mille volte di simil gesto, come un assassino, come se quelle persone li avesse uccise lui, una per una, non contando di non avere altra possibilità di sopravvivenza.
Quando la fame ti acceca, come qualunque altra voglia, ti svuota la mente e attiva solo i sensi, solo l’istinto, come qualcosa di prettamente animale, e lui non voleva essere un mostro, era stufo di esserlo.
Lo era stato per fin troppo tempo, ma si sa, per uno come lui, come per un atomo opaco del Male3*, non esisteva la più rada possibilità di redenzione.
Perso.
Ecco cos’era.
E lo era in tutti i sensi: era perso perché non aveva alcuna possibilità, almeno ai suoi occhi, di riscattarsi dal male che aveva commesso; perso perché si trovava in un luogo che non somigliava al suo mondo, dove la disumanità regnava sovrana, e dove era costretto a cibarsi di cadaveri che lo perseguitavano sempre, anche quando dormiva, non si sa in realtà se di giorno o di notte, data l’inesistente concezione del tempo, e come se non bastasse iniziava anche ad avere le allucinazioni.
Anzi, iniziava a dubitare che non fosse caduto in un abissale vortice di schizofrenia, e tutto, e non solo la dama candida, fosse produzione della sua psiche.
A questo punto, arrivò a credere che l’avrebbe decisamente preferito.
Rifletté parecchio su due punti fondamentali: uno era com’era giunto lì, perché, si sa, se esisteva ancora una speranza di evadere da quel vortice di vuoto, un modo per desiderare che si realizzasse era tentare di ricordare come ci si era arrivati, e fu proprio ciò che lui fece, ma sfortunatamente furono tentativi privi di risultati rilevanti.
Di fatto ogni qualvolta cercava di andare oltre con la memoria, di scoprire cos’era successo quando aveva perso i sensi, sveniva.
Come se una forza maggiore gli impedisse di scorgere la soluzione all’enigma, o il suo corpo stesso rifiutasse perfidamente di rivelargli le risposte necessarie, era assurdo ed inspiegabile, oltre che incredibilmente frustrante.
L’altro punto che fu al centro dei suoi pensieri fu il così detto fantasma, che non si decideva a fossilizzarsi una volta per tutte e lasciarlo crepare in pace.4*
Non era però da sottovalutare il fatto che quest’ultimo stesse iniziando a perdere la pazienza, cosa alquanto preoccupante visto che ne possedeva parecchia!
A dimostrazione di ciò fu il fatto che un giorno, mentre Draco conviveva civilmente con la sua da lui presunta follia, vale a dire suonava avvilito e attonito il violino mentre dinanzi a lui la ninfa candida/mezzosangue lo scrutava reggendosi il capo, con il gomito poggiato su una delle poche e rude rocce, quest’ultima in uno scatto improvviso ed imprevisto fermò la melodia, afferrando con vigore il polso del giovane e portandoselo al petto.
-Vedi?! Mi puoi toccare, sono reale se pur un fantasma! Non sei pazzo, come posso far entrare questo semplice concetto nella tua testa di zucca?!
Sbraitò spazientita dall’insofferenza del biondo.
Il Malfoy assopito, anestetizzato dalle circostanze, si svegliò tutto d’un botto a quelle gesta
-Piantala Mezzosangue! Reale o meno non ti permetto di dire ciò.
A quelle parole lei ebbe un sobbalzo, poiché era rassegnata a non aspettarsi alcun tipo di reazione, ma si sbagliava.
Lui continuò animatamente
-Ho tentato di lasciar perdere le tue persecuzioni, di non insultarti, e di non sbatterti in faccia il fatto che sempre rimarrai una lurida mezzosangue! Ma ora m…
Non ebbe tempo di terminare la frase: cinque dita candide gli piombarono in faccia come una maledizione, provocandogli un acceso segno vermiglio.
Dopo di che era sparita.


Note:
1* "Ma". Un indizio alquanto notevole, di fatto, malgrado lungi da me l'idea di fare spoiler troppo corposi, si potrebbe intuire che il fantasma stava per pronunciare il cognome del nostro caro Malfoy, e con un'arguta riflessione si potrebbero estrapolare da questo piccolo dettaglio indizi rilevanti.
2* Si riferisce alla leggenda legata a Santa Claus, di fatto si narra che in Turchia nel II secolo vi fossero delle sorelle che nutrivano il desiderio di sposarsi, ma per farlo la loro famiglia doveva dare ai futuri sposi una somma di denaro, detta dote. Purtroppo non avevano la possibilità economica di fare ciò, dunque avevano deciso di vendersi l'onore. Una notte però, San Nicola si era arrampicato sul tetto della loro dimora, e dal camino aveva gettato tre sacchi di denaro, uno per ogni sorella, e da lì è nato il famoso Babbo Natale.
3* Breve citazione di Giovanni Pascoli: "un atomo opaco del Male" è come lui definisce la Terra, secondo lui senza possibilità di redenzione alcuna nella celeberrima poesia "X Agosto". Io ho adattato questo per Draco, che crede di non poter esimersi in alcun modo dagli errori commessi.
4* Altro indizio notevole sul proseguimento della storia, non vi dico altro, i vostri dubbi verranno svelati in seguito.


Spazio autrice:
Ciao a tutti! Scusate se per un periodo non ho pubblicato più, ma dovrete comprendere che di questo periodo ho molto da studiare... Spero di riuscire ad aggiornare più spesso. Allora, un breve commento sulla storia, ho tentato di allungare un po' il capitolo, non so se sono riuscita nel mio intento. Ad ogni modo, questa volta ho dato parecchi indizi sul seguito, spetta a voi saperli cogliere, leggendo bene e stando attenti ai più piccoli ed insignificanti dettagli. E' giunto finalmente anche il momento di una comparsa più approfondita di una certa donzella, anche se in realtà è complicata la faccenda... Che dire? Spero il capitolo vi sia piaciuto, non mi dilungo oltre, ovviamente ribadisco che le recensioni (anche critiche) sono ben accette. Per favore, fatemi sapere se vi è piaciuto o meno, mi sarebbe molto gradito, e avvisatemi se sto scrivendo una marea di assurdità! Detto questo, basta sproloquiare, vi saluto...
Un caloroso saluto da parte mia, buona lettura!
_Valentine_
  
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