Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: phoenix_esmeralda    15/03/2012    5 recensioni
Nel numero 18, per la prima volta Ryo si rende conto di quello che inizia a provare per Kaori. Decide di dirle addio per sempre, ma la decisione di Kaori, che affronta Volpe Argentata da sola, lo convince a lasciare le cose come stanno. Nella mia fic invece succede qualcos’altro, che spingerà Ryo e Kaori a fare una scelta differente…
Per chi non rammentasse il numero 18: qualcuno spara a Kaori colpendola ad un tacco e subito dopo, l’autore della bravata (Volpe Argentata aka Silver Fox) dà appuntamento a Ryo in un bar. Gli spiega che per vendicarsi della figuraccia fattagli fare da Ryo qualche numero prima, tenterà di uccidere la sua fidanzata. Ryo tenta di convincere Silver Fox del suo errore (Kaori non è la sua fidanzata…), ma il killer non cambia idea. All’apparenza, Ryo non ha nessuna voglia di proteggere Kaori, ma poco dopo, lei lo trova in casa, mentre prepara una pistola. E la mia ff parte da qui. Qualche battuta simile al manga e poi… le cose cominciano ad andare in modo diverso!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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- In che senso devo telefonare a Mariko? – strabiliò Kaori, agitata.
- Non c’è altra soluzione – disse Ryo, annuendo serio – Ho lasciato a lei le nostre chiavi di casa, la copia delle tue chiavi è rimasta nell’appartamento, per cui se vogliamo tornare, devi incontrare Mariko e fartele dare!
- Ma perché non la chiami tu? – protestò Kaori.
- Perché io sono malato! – spiegò Ryo, tranquillo, rinforzando la sua spiegazioni con cenni affermativi del capo. Era seduto sul letto con le strette fasciature in piena mostra di sé. Ryo aveva preso una pallottola nella spalla sinistra, una nel braccio destro, due nella coscia destra e l’ultima nel polpaccio sinistro. Era stato anche sfiorato a un fianco da una sesta pallottola e l’effetto era talmente clamoroso che Kaori, osservandolo, si sentì attanagliare per l’ennesima volta dal rimorso.
- D’accordo – capitolò – Incontrerò Mariko… - Ma l’idea le bruciava. Ricordava perfettamente cosa era accaduto tra lei e Ryo.
- Vuoi che la porti qui? – propose, conciliante – Forse hai piacere a vederla…
Ryo assunse di colpo un’espressione imbarazzata – No… è lo stesso. Dille che sto bene e basta.
- E se mi chiede quando potrà rivederti? – domandò Kaori, perplessa.
Lo sguardo di Ryo si fece serio di colpo – Non c’è nessun bisogno di rivederci.
Kaori s’infiammò – Come puoi dire una cosa del genere? Ci sei andato a letto no? E adesso intendi scaricarla così?
Ryo voltò il capo da un’altra parte, con espressione annoiata – Sono fatti miei, di che t’impicci? Le ho chiesto una botta, non certo di sposarmi!
Il fumo iniziò a sollevarsi dal viso irato di Kaori – Ma guarda tu che tipo! – sbottò, balzando in piedi – Mi ero fatta un’opinione migliore di te!
Si allontanò dalla stanza a pugni stretti, a un passo di marcia furente.
 
 
Incontrò Mariko nel pomeriggio, in un bar. Kaori aveva sperato in un incontro veloce, ma la ragazza aveva insistito per prendere un tè insieme.
Vorrà sapere per bene di Ryo! – ragionò, ansiosa – E io cosa posso raccontarle?
Accidenti a Ryo, perché le rifilava sempre i compiti più rognosi? (Perché tu ti fai sempre incastrare? NdA)
Mariko l’aspettava già, sorseggiava il suo bicchiere d’acqua con l’espressione semplice e disincantata che le aveva rivolto nell’appartamento giorni prima.
La sensazione che aveva spinto Kaori a fuggire di casa si rimpadronì di lei.
Sta calma Kaori!– s’impose.
Quando Kaori fu seduta al tavolo, con un sorriso Mariko estrasse le chiavi.
- Eccole! – esclamò – Iniziavo davvero a credere di essere diventata la nuova padrona dell’appartamento!
- Devi scusarmi – disse Kaori imbarazzata – Non sapevo che Ryo ti avesse lasciata in casa da sola con le chiavi! È rimasto privo di sensi per qualche giorno e non ha potuto avvertirmi…
Arrivarono i tè e Mariko afferrò delicatamente la sua tazza – Sono contenta che adesso Ryo stia bene, iniziavo a preoccuparmi seriamente. E così ha avuto un incidente?
Anche Kaori prese la sua tazza e assunse una tinta bordeaux – Sì…è stato… investito da una macchina.
- Capisco – commentò Mariko, bevendo un sorso di tè. La sua espressione le disse chiaramente che non aveva creduto a una sola delle parole che le aveva detto. Quanto sapeva della vera identità di Ryo?
- Kaori… (chissà perché in CH si chiamano tutti subito per nome! NdA) …è colpa mia se te ne sei andata quella mattina?
Kaori avvampò istantaneamente – No! Che dici?
Mariko scosse la testa – Non eri felice di avermi a casa tua l’altro giorno. Se vivi insieme a Ryo deve esserci un legame particolare tra di voi… non è vero?
- Siamo… siamo solo colleghi di lavoro!! (Frase storica che deve comparire almeno una volta in ogni numero del manga e in ogni fic..^^ NdA)
Mariko scosse la testa – Non puoi raccontarmi una cosa del genere dopo che ho visto l’espressione di Ryo, quando si è accorto che tu te n’eri andata.
- Cosa.. cosa vuoi dire?
Mariko abbassò lo sguardo verso la tazza – Ryo Saeba non si scompone facilmente… È abituato ad affrontare situazioni d’emergenza, non l’avevo mai visto perdere il controllo.
Kaori la fissò sorpresa – Allora tu sai..?
Mariko annuì – Sono stata sua cliente anni fa. L’ ho visto in azione.
Quel maledetto! Si faceva sul serio le clienti, prima che subentrassi io a impedirglielo!!  (*ROTFL* Queste frasette mi fanno morire^^NdK).
- Kaori… - Mariko la fissava negli occhi con uno sguardo diretto – Sono stata più volte con Ryo e riesco ad accorgermi di quando qualcosa cambia – si alzò lentamente dalla sedia e la fece slittare sotto il tavolo – Dì a Ryo che gli auguro di guarire presto – esclamò – E di non fare più sciocchezze come quelle dell’altro giorno!
Fece per andarsene, ma Kaori la fermò – Mariko! Sei arrabbiata perché Ryo ti ha lasciata sola in casa?
Gocciolona su Mariko (Ma quanto è tonta questa Kaori!!!! NdA).
- Non sono arrabbiata. Spero solo che Ryo capisca che non ha più bisogno di donne che la notte gli facciano compagnia.
- Che…cosa?
Lo sguardo di Mariko si fece triste – Riferiscigli quello che ti ho detto. Mi auguro che faccia la scelta giusta, perché conoscendolo temo che invece vorrà imboccare la direzione opposta. – Mariko le diede le spalle incamminandosi – Addio Kaori.
Kaori rimase immobile in mezzo al bar, senza sapere cosa replicare.
Non aveva capito quasi nulla delle farneticazioni di Mariko.
 
 
- E dici che ha detto così? – domandò Ryo, con un dito appoggiato alla bocca e gli occhi rivolti al soffitto. Sembrava perplesso quanto lei.
- Ryo, che cosa intendeva dire?
Lui si strinse nelle spalle – E che ne so? Dovevi domandarlo a lei, visto che ce l’avevi davanti!
- Beh, lei pensava che tu avresti capito! – ribatté lei in tono piccato – Forse non sei così intelligente come credeva!
Ryo ignorò l’insinuazione – Allora, andiamo? – domandò invece.
- Sì, ho parcheggiato la macchina in giardino.
Kaori si diresse verso la porta, ma quasi subito si accorse di non essere seguita.
- Ryo..?
Lo vide abbarbicato al corpo di Kazue, in piena mossa da pervertito – Kazue non me lo dai un bacino? Il malatino torna a casa, non potrai più prenderti cura di lui! Salutalo come si deve!
Ryo avvertì un colpo secco al capo e un attimo dopo si ritrovò sdraiato a terra a pancia in su.
- Che carino! – commentò Kazue, osservando il martellino da 1T che Kaori stava raccogliendo da terra.
- Visto lo stato fisico di Ryo, ho dovuto adattarmi – spiegò. Poi afferrò il partner per il colletto e prese a trascinarlo verso l’uscita. – Noi andiamo. Grazie Kazue. Grazie di tutto professore.
- Eeeeeeeh… - riuscì solo a dire Ryo, slittando di schiena sul pavimento.
 
Ma a casa il suo umore cambiò. Kaori si accorse subito di un mutamento nell’aria, di un atteggiamento diverso in Ryo, come se di punto in bianco si fosse staccato da lei.
Ryo sembrava tenere le distanze.
Che strano – rifletté. E nel suo cuore si disse che così era senz’altro meglio. Avrebbe dovuto presto separarsi da lui. Tanto valeva iniziare gradualmente ad abituarsi.
Ryo si era ritirato in camera subito dopo cena e a Kaori non restò che fare altrimenti. Non sapeva ancora quando se ne sarebbe andata. Ryo ricordava quello che gli aveva detto, o l’aveva preso alla leggera, credendola un’uscita del momento?
Per un attimo Kaori desiderò che così fosse. Per un attimo scordò tutta la sua decisione e assaporò l’idea di rimanere. Forse, dopotutto, poteva anche imparare a essere un’assistente migliore…
Che cosa sto dicendo? Io ho messo in pericolo la vita di Ryo!
Attanagliata dall’indecisione si accasciò sul letto, e fu lì che la trovò addormentata la luce dell’alba.
Confusamente, Kaori avvertì lo squillo del telefono. Si strappò a forza dal sonno e balzò in piedi, solo per avvertire la voce di Ryo che rispondeva al telefono.
Ryo già in piedi? – si stupì.
Ancora intorpidita, lo raggiunse in sala nel momento stesso in cui riattaccava il telefono.
- Chi era? – domandò curiosa.
- Saeko – con disinvoltura, Ryo si diresse verso la cucina, a caccia di cibo.
- Saeko? E che voleva? – domandò lei, correndogli dietro.
- Niente. Solo salutare.
Kaori adocchiò l’orologio – Alle 8 del mattino?
Ryo aprì il frigorifero e iniziò a riempirsi le mani di roba, senza badarle.
Kaori iniziò a scaldarsi – Ryo, non siamo in condizioni di accettare nessun incarico, tanto meno assurdo e gratuito, come quelli che ci rifila normalmente Saeko!!
Lui si voltò – Lo so – rispose semplicemente, e con un unico gesto le piazzò in mano tutto il cibo che si era procurato.
- Vai e cucina! – esclamò in tono solenne.
- Vado e cucino! – esclamò Kaori con altrettanta foga, dirigendosi verso il fornello a passo di marcia (Non si è accorta di essere stata fregata! NdA).
Per tutto il giorno Ryo la evitò. Kaori non poteva sbagliarsi, Ryo cercava veramente di tenersi alla larga.
Cercò di concentrarsi sulle parole che le aveva rivolto il professore, su quelle di Mariko… ma non trovò nessuna corrispondenza con la realtà.
E poi a cena avvenne il patatrack!
Avevano appena terminato  di mangiare e Kaori si era alzata in piedi per sparecchiare.
Fu allora che Ryo, addentando una mela, senza guardarla, bofonchiò – Sai stamattina, la telefonata di Saeko…
Kaori si bloccò – Eh..?
- Ti ha trovato un appartamento.
Sul momento Kaori non comprese. Un appartamento per lei..?!?
Poi di colpo capì.
Allora Ryo l’aveva presa sul serio.
- Ma…quando..? – riuscì solo a balbettare.
Ryo continuò a mangiare la mela senza guardarla – Mentre eravamo dal professore l’ ho chiamata per chiederle di cercarti una nuova casa.
- Dove? – lontano da te Ryo, no, ti prego!!
- Non lo so – disse con indifferenza – Le ho detto che non volevo saperlo.
- Ma perché?
Ryo si alzò in piedi - Sistemo io qui. È meglio che tu vada a fare i bagagli. Saeko  sarà qui domani all’alba per accompagnarti.
- Domani..? Subito?
Per la prima volta, Ryo la guardò direttamente in faccia – Che motivi ci sono per aspettare?
- Ma così… Non mi hai detto niente… Non mi hai chiesto nulla!
- Non c’è nulla da chiedere – fece lui, raccogliendo un paio di piatti – Hai detto che volevi andartene e io sono d’accordo. Ho sistemato le cose ed è venuto il momento che tu parta. Che altro può esserci da dire? – le voltò le spalle, dirigendosi verso il lavandino.
Kaori chinò il capo sconfitta. Dov’era finita tutta quella convinzione di cui era stata pervasa vedendo Ryo ferito a letto, privo di coscienza?
Se resto qui, finirò per portarlo alla morte! Non sono in grado di fargli da assistente… non sono come Hideyuki!
Con il cuore in gola, si diresse verso la sua camera.
 
 
Kaori trascorse la notte in bianco. Non provò neppure a dormire, era più che conscia dell’inutilità di qualsiasi tentativo. Restò seduta sul letto fissando il pavimento, attanagliata dall’angoscia.
Le valigie, gonfie e sigillate, facevamo bella mostra di fronte a lei, ricolme di tutti i ricordi che aveva costruito in quella casa.
Si rivide sull’autobus, anni prima, accanto a Ryo, circondata dai suoi bagagli. Il conducente li aveva guardati di sbieco e lei si era domandata perché non avessero affittato un camioncino.
Ma si era divertita, e nonostante il dolore per la perdita di Maki, si era sentita sollevata all’idea di andare ad abitare vicino a Ryo.
E ora lui le chiedeva di andarsene. E aveva ragione.
Ma se io diventassi forte, se io diventassi abile quanto lui, allora mi terrebbe con sé?
Pur di restargli accanto, Kaori si sentì pronta a qualsiasi sacrificio.
Si alzò e percorse a passo cauto il corridoio. Le prime luci dell’alba iniziavano a filtrare, rendendo livido l’appartamento.
La porta della camera di Ryo era solo accostata e Kaori guardò all’interno.
Anche Ryo non dormiva. Era in piedi, accanto alla finestra, guardava fuori.
Facendosi coraggio, Kaori entrò nella stanza.
Lui le lanciò un’occhiata veloce – Cosa ci fai qui? – chiese seccamente.
Kaori gli si avvicinò, abbassando lo sguardo – Ryo…io… ho pensato a una cosa.
Lui tornò a guardare fuori dalla finestra – Cosa?
Kaori trasse un sospiro – So di essere stata un disastro fino a oggi. Più che d’aiuto, sono sempre stata d’impaccio. Ma… posso imparare Ryo.
Lui non disse nulla e non la guardò.
Kaori proseguì, concitata – Tu m’ hai presa così com’ero, senza mai insegnarmi nulla. Non si può imparare ad essere bravi dal niente. Insegnami a sparare Ryo, a difendermi, a muovermi velocemente…
- Kaori…
- Posso diventare brava come te Ryo! – disse lei, agitata – Non dovrai più difendermi, non mi caccerò più nei guai!
- Non è questo il problema.
Kaori osservò la schiena di Ryo in silenzio. Lui non si mosse.
- E allora qual è? – domandò piano, sorpresa.
Il silenzio calò nella stanza. Ryo non fece un solo movimento.
- Ryo… rispondimi!
- È ora che tu ti prepari Kaori – disse lentamente lui, senza girarsi – Fra poco Saeko sarà qui.
- No!! – Kaori si piantò di fianco a lui, un’espressione decisa sul volto – Voglio sapere la verità! Ne ho il diritto!
Di nuovo Ryo rimase in silenzio, come se lei non avesse parlato.
- Ryo, ti prego! – disse lei – Se non è la mia incapacità il problema… qual è?
Di nuovo silenzio.
Kaori lo fissò, ma lui non mosse un muscolo.
- Io non me ne vado! – disse alla fine – Non me ne vado se tu non mi dai una spiegazione!
- Devi andartene – disse lui improvvisamente, senza voltarsi – Perché sei il mio punto debole, e io sono un pericolo per te.
- Ma cosa… cosa vuol..?
- Non capisci? – disse lui, e nella sua voce Kaori avvertì qualcosa che sembrava rabbia – Credendoti la mia donna, sarai sempre presa di mira dai miei nemici! E sarò in pericolo anch’io per quello che… - si fermò un momento. Poi riprese – Hai visto vero cos’ è successo l’altro giorno? – il tono di voce si abbassò, restando, tuttavia, duro – Non riuscivo a pensare ad altro che a salvarti. Ho agito d’istinto. Per proteggerti, in quel momento, ho pensato che avrei potuto morire.
Kaori spalancò gli occhi.
Ryo,questo significa che anche tu… (Un applauso alla nostra Kaori!!! NdA).(Ci vuole un oscar, che dite?NdK)
- Non possiamo restare insieme Kaori. Moriremmo tutti e due.
- Ryo, ma tu…
Ancora lui non si era voltato a guardarla – Devi andartene Kaori. Non devo avere punti deboli. Le persone come me, devono restare inattaccabili. Avrei dovuto evitare che accadesse, ma me ne sono reso conto troppo tardi. E adesso non rimane nient’altro da fare che mandarti via. – rimase un momento in silenzio, poi proseguì. – Mi dispiace di aver portato in casa Mariko l’ altra sera. Ho pensato che sarebbe servito, ma ho peggiorato soltanto le cose.
Kaori lo fissò senza più parole. Si sentiva scoppiare il cuore. C’erano l’emozione di sentirsi ricambiata da Ryo, e il dolore di doverlo perdere.
Si avvicinò a lui di qualche passo.
- Ryo… io… - istintivamente gli circondò la schiena con le braccia, affondando il viso nella sua maglia. Lui non si mosse.
- … Ryo, va bene… me ne vado… Non voglio più farti del male.
Lui si mosse e lentamente si voltò a guardarla. – Nel mio mondo non c’è spazio per questo genere di sentimenti – disse.
Lei annuì, sentendo le lacrime pungerle gli occhi. Ma riuscì a trattenerle.
Fece per voltarsi, per andarsene, ma poi cambiò idea.
Si alzò in piedi, resa intraprendente dalla disperazione, e baciò Ryo sulla bocca.
Lo fece così, semplicemente, e non provò il minimo imbarazzo. Sentiva solo la necessità di restare ancora un po’ aggrappata a lui.
La reazione di Ryo fu inaspettata. Kaori sentì le sue braccia stringerla e Ryo non si ritrasse.
Quando si staccarono la fissò con occhi tristi.
- Ora devi andare.
Kaori annuì, ma non si mosse. Stavolta fu Ryo a chinarsi a baciarla. E lei avvertì nel bacio il suo addio definitivo.
Nonostante tutto, Ryo non avrebbe cambiato idea.
Si staccò e corse in camera sua.
 
Saeko arrivò dopo venti minuti. In silenzio lei e Kaori caricarono i bagagli in macchina, mentre Ryo, ancora convalescente, le osservava senza parlare. (Ha perlomeno il buon gusto di non fare il cretino con Saeko… NdA).
Alla fine Saeko salì in auto, lasciando ai due lo spazio per salutarsi.
Kaori si sforzò di sorridere – Senti Ryo… - cominciò – Se io un giorno dovessi diventare brava come te… se… se un giorno raggiungessi il tuo livello, in modo da sapermela cavare sempre da sola… Se… diventassi tanto brava da non rischiare più di finire nelle mani dei tuoi nemici… Tu mi riprenderesti?
Anche Ryo sorrise – Preferirei di no. Non fare sciocchezze Kaori. Vorrei che tu vivessi finalmente una vita normale. Anche tuo fratello lo vorrebbe. Il mio compito ormai è terminato, e tu non hai più bisogno né di me, né di Makimura. Non devi mai più tornare a questa vita.
Kaori abbassò lo sguardo. Non riusciva a concepire… non riusciva a credere che non sarebbe mai più tornata in quella casa. Il solo pensiero la squassava.
Si voltò a fissare Saeko che, paziente, ricambiò il suo sguardo.
- Allora vado – mormorò.
- Vai.
Fece un passo verso la macchina, poi tornò a voltarsi.
Ryo la fissava dall’alto della sua statura.
- Ryo… posso… qualche volta…
Lui scosse la testa – No. Non devi tornare mai più Kaori. Dimenticati di Ryo Saeba e di City Hunter. E se qualcuno ti chiede di me, dì che non mi conosci. Non devi avere più nessun contatto con me, non parlare mai di me con nessuno… riparti da zero Kaori. Dimentica ogni cosa di questo tempo in cui abbiamo vissuto insieme.
- Ryo…
- Promettimelo.
Lei abbassò lo sguardo – Io… non…
Ryo le prese il viso e lo alzò verso di lui – Kaori… tu sei forte. Non hai bisogno di crogiolarti nei ricordi. Sarai felice. – Le appoggiò la  mano dietro la nuca e la sospinse contro di sé.
Kaori rimase un momento appoggiata a lui. Poi si risollevò e gli diede le spalle.
Salì in auto senza mai voltarsi e non si girò neppure quando Saeko mise in moto.
Solo all’ultimo istante gettò  un’ occhiata nello specchietto retrovisore e scorse la figura di Ryo, immobile dietro di loro.
Negli occhi di lui, Kaori scorse lo stesso dolore che avvertiva dentro di sé.
- Un giorno ti ritroverò Ryo – promise.
Poi la macchina si mosse e la sua vecchia vita scomparve alle sue spalle.
 
FINE
 
  
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