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Autore: Zia Palla    15/03/2012    2 recensioni
Lottie prese il vestito e decise di indossarlo. Da tempo, ormai, era abituata a infrangere le promesse fatte a Louis.
[ -Mi prometti, che non crescerai mai, come Peter Pan?-
-Te lo prometto.-

-Resterai sempre dolce, simpatica e sorridente. Promesso?-
-Promesso.-

-Promettimi che non ti innamorerai mai di uno della band?-
-Promesso.-]
Lottie aveva 15 anni, la cosa più dolce che aveva fatto negli ultimi mesi era dire “'Giorno.” alla sua famiglia, non faceva battute, non sorrideva più ed era innamorata di Harry Styles.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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From the moment I met you,

everything changed




Senza sapere il perché, Lottie si era ritrovata a smanettare con il suo i-Phone. Non faceva niente di particolare, cercava solo di impiegare il tempo, dato che non riusciva a dormire. Inconsapevolmente, si volto in direzione della sveglia e fece un verso esasperato quando lesse che ore erano. Le quattro. Stupido Louis e stupido mondo. Perché suo fratello aveva avuto la brillante idea di telefonarla a mezzanotte e di tenerla per tre ore a telefono? Perché il tempo non trascorreva più in fretta? Forse se avesse cercato di dormire...Ma lei non aveva sonno! Avrebbe dovuto dirlo alle sue occhiaie e ai suoi professori, l'indomani. Mentre guardava le varie foto, assorta in pensieri che non riusciva nemmeno a decifrare, perché ormai era così, i pensieri di Lottie non avevano un vero e proprio senso logico e lei non ci badava nemmeno, a quello che le passava per la testa. Comunque, mentre guardava le foto, ne uscì fuori una in particolare. Lottie si irrigidì e lo buttò sul comodino. Senza neanche rifletterci, prese il cuscino, se lo mise in faccia e si mise seduta, poi cominciò a urlare. Mentre faceva quello che ormai era un rito, le arrivò un messaggio. Stando attenta a non guardare la foto, lo lesse. Era di Jared, un ragazzo che, in teoria, avrebbe dovuto piacerle. Insomma, uno che la corteggiava.


Ehi, piccola! Dormi?


Lottie guardò di nuovo l'orario e scosse la testa. Quel ragazzo era davvero stupido. Perché non se ne era scelto uno più intelligente? Perché solo Jared aveva avuto il coraggio di rivolgerle la parola e sono lui si era posto come obiettivo il portarsela a letto, e Lottie non voleva altro se non liberarsi della sua “purezza”. Molte delle sue amiche lo avevano già fatto, anche se la sua migliore amica, Debbie, continuava a dirle che doveva farlo per amore. Ed era proprio per questo che Lottie voleva farlo, perché sapeva che il ragazzo che, suo malgrado, amava non l'avrebbe mai più guardata e, se lei gliela avesse chiesto, nemmeno lui l'avrebbe aspettata, così si era detta “Tanto vale, buttarsi”. Magari avrebbe anche smesso di soffrire. Ormai Lottie, era convinta che fosse la sua verginità a farla soffrire.


L: No, cosa c'è?


J: Niente, mi chiedevo se ti andava di andare a fare un giro.


L: Ok.


J: Allora, ti passo a prendere tra poco.


Lottie scese dal letto e aprì l'armadio per vedere cosa mettersi. Lo sguardo le cadde su di un vestito rosso, piuttosto scollato.


[ -Harry! Grazie, non dovevi!-

-Già, non dovevi! Ma come ti è venuto in testa? È scollatissimo, rosso per di più.-

-Scusa, Louis.-

-Oh, sta zitto. Non lo metterai mai, vero Lottie? Me lo prometti?-

-Sì, te lo prometto.- ]


Lottie prese il vestito e decise di indossarlo. Da tempo, ormai, era abituata a infrangere le promesse fatte a Louis.


[ -Mi prometti, che non crescerai mai, come Peter Pan?-

-Te lo prometto.-

-Resterai sempre dolce, simpatica e sorridente. Promesso?-

-Promesso.-

-Promettimi che non ti innamorerai mai di uno della band?-

-Promesso.-]


Lottie aveva 15 anni, la cosa più dolce che aveva fatto negli ultimi mesi era dire “'Giorno.” alla sua famiglia, non faceva battute, non sorrideva più ed era innamorata di Harry Styles. Capito, la cretina, mica si era scelta Liam, Niall o Zayn, no! Si era andata a scegliere, niente di meno che il migliore amico del fratello. Brava la furba. Una volta indossato il vestito si guardò allo specchio e, come ormai faceva da mesi, non poté fare a meno di confrontarsi con la presentatrice Caroline Flack. La scollatura era vertiginosa (il vestito lo aveva scelto Harry), ma lei, al contrario di Caroline proprietaria di una terza abbondante, non aveva niente da ostentare. Come se non bastasse il vestito era corto, fin sopra al ginocchio, ma le sue cosce magre erano niente al confronto di quelle sode di Caroline, che facevano bella mostra della loro perfezione, quando la proprietaria incrociava le gambe. Caroline era più formosa, più alta, più donna. Più adatta a Harry. Potrebbe anche essere tua madre, come potrebbe essere quella di Harry, le disse la vecchia sé, che se ne stava da qualche parte e a volte riemergeva con quelle uscite incoraggianti, ma che facevano stare peggio Lottie. All'improvviso ripensò alla telefonata avuta con Louis. Il fratello maggiore, che era tornato da pochi giorni dal tour in America, aveva cercato in lei conforto per la rottura con la fidanzata Eleonor e alla fine, prima di salutarla le aveva chiesto una cosa. “Tu come stai, Lottie? Sei felice?”. Una lacrima le rigò una guancia. Aveva mentito ancora, ormai era un continuo. Mentiva a sua madre, a suo padre, a suo fratello e alla sua migliore amica. Il bello era che loro sapevano che mentiva, ma non facevano niente per aiutarla. Forse semplicemente perché non sapevano come fare, o forse non capivano cosa non andasse. Lottie lo vedeva negli occhi dei suoi genitori. Loro erano convinti, che lei stesse così per lontananza di Louis e per il loro recente divorzio. Solo Debbie, sapeva la verità, ma esclusivamente perché Lottie aveva deciso di dirglielo, se no non ci sarebbe arrivata neppure lei. L'unico che poteva capirlo era Louis, ma lui si sarebbe semplicemente rifiutato di capire, si sarebbe arrabbiato troppo con il suo migliore amico, tanto da portarlo a rompere i rapporti con lui, cosa che né Louis, né Lottie volevano. Se non fosse stato per il fatto che una parte di Lottie amasse ancora Harry, lei si sarebbe confidata subito con il fratello, ma quella parte le aveva fatto presente che, se lei avesse parlato a Louis della sua relazione con Harry, quest'ultimo avrebbe sofferto molto, quando quello che era “un fratello, da un'altra mamma” non gli avrebbe più rivolto la parola. E tu non vuoi che Harry soffra, vero?,gli aveva chiesto quella voce fastidiosa. Ma lui sta facendo soffrire me!, aveva replicato Lottie, all'inizio, ma poi aveva imparato a convivere con il dolore. Mentre scendeva le scale, con la sua ormai fidata giacca di pelle (troppo leggera per il clima invernale di Doncaster, ma Lottie non ci faceva caso), tornò a guardare la foto. Lei e Harry sorridevano, guancia a guancia, dietro di loro una spiaggia. Un'unica foto, tanti dolorosi ricordi. Era il 24 dicembre 2010, poco dopo la fine di X-Factor, quando Lottie aveva incontrato per la prima volta gli altri membri dei One Direction.


[ Lottie scendeva le scale, con il suo solito passo saltellante e leggero. Era molto felice, tra pochi minuti, sarebbero arrivati suo fratello e i suoi amici, per passare due settimane da loro. Louis, dopo la fine di X-Factor, aveva sentito il pressante bisogno di passare il suo 19° compleanno in compagnia della famiglia, così i ragazzi avevano deciso di conoscere per prima la famiglia Tomlinson. I cinque avevano intenzione di passare una settimana a casa di ognuno di loro, prima di cominciare a lavorare al loro primo album. Certo la situazione della sua famiglia non era la migliore (i suoi genitori litigavano in continuazione e il loro matrimonio era, praticamente, finito), ma Lottie era contentissima di riavere il fratello maggiore a casa, in modo da confidarsi con lui e di riaverlo accanto dopo parecchi mesi. La ragazzina aveva sentito la mancanza di Louis, come ma i avrebbe sentito la mancanza di chiunque altro. Lottie era molto legata a Louis, nonostante avesse cinque anni in più a lei. Appena sentì il campanello suonare, cominciò ad andare in fibrillazione. Non solo avrebbe rivisto suo fratello, avrebbe anche incontrato per la prima volta quei quattro ragazzi a cui era cambiata la vita.

-Lottie! Vai tu, per favore?-le chiese sua madre. La ragazzina, che era davanti alla porta da un po', si sistemò il vestitino verde e si diede un'ultima occhiata allo specchio, poi aprì la porta.

-Lottie! La mia bella sorellina! Come sei cresciuta? Non hai più 13 anni, eh?-esclamò Louis, buttandole le braccia al collo e facendola sentire in imbarazzo. Era tipico di Louis, far sentire le persone in imbarazzo. Lottie sentì il volto andarle in fiamme, quando incontrò un paio di stupefacenti occhi verdi, che la osservavo divertiti, oltre la spalla di Louis. Quest'ultimo decise di lasciarla e di presentarle i suoi compagni d' avventure.

-Allora, lui è Zayn, ma puoi chiamarlo Dj Malik.-disse Louis, mentre lei stringeva la mano di un ragazzo con un sorriso bianchissimo, che faceva un netto contrasto con la pelle color terracotta e che aveva i capelli acconciati con un ciuffo all'insù, che era più un crestino che un ciuffo. Lottie ricambio il sorriso, curiosa di sentire dal vivo un dei suoi “Vas Happenin?”.

-Questo bel ragazzo qui, è Liam. Chiamalo professor Payne.-continuò Louis, mentre il ragazzo in questione stringeva la mano a Lottie, alzando i bellissimi occhi color cioccolato al cielo, dietro di lui il biondino del gruppo era diventato rosso dalle risate.

-Lui, naturalmente è Niall, ma noi lo chiamano Ridarella Impazzita o, più semplicemente, Nialler.- Niall le strinse la mano, ancora rosso, però di vergogna, mentre gli altri tre se la ridevano di gusto. Lottie fece un sorriso divertito e poi diede uno sguardo all'ultimo ragazzo, che lei conosceva bene. Un quinto delle ragazze della sua classe, Debbie compresa, erano innamorate di lui, ma guardandolo in tv Lottie non ci aveva mai trovato niente di speciale.

-E infine, chiaramente per importanza,-esordì Louis, mentre gli altri scoppiavano a ridere. -Ecco a voi, il fantastico, l'inimitabile, il ragazzo dai riccioli scuri e gli occhi enigmatici, l'uomo che mi fa battere il cuore, il corteggiatore : Harry Styles, signore e signori!-finì, dando un fischio. Poi continuò. -Oh, meglio, il maniaco che annusa le persone, ma tu chiamalo Hazza.- Tutti scoppiarono a ridere, Harry compreso. Lottie si fece trasportare dalle loro risate. Harry le porse la mano e lei la strinse. Nel momento stesso, un brivido le corse lungo la schiena e lo stomaco fece una capriola. Staccandosi la ragazza se ne chiese il motivo. Con gli altri tre non aveva sentito niente del genere.

-E lei è Charlotte, la più grande delle mie sorelle. Voi siete della famiglia, quindi chiamatela Lottie. Che non me la tocchi nessuno, mi raccomando.- disse Louis. Lottie stava per dire qualcosa. Stava per dire che era onorata di fare la loro conoscenza e che Louis le aveva parlato molto di loro, ma in quel momento arrivò sua madre con le gemelle e Félicité, per presentarsi e Lottie non poté dire niente.

Quattro ore e mezza dopo Lottie fissava la bambola dai boccoli scuri che aveva in mano. La ragazzina si trovava in camera sua e guardava con odio pazzesco quella bambola. Mezz'ora prima i suoi genitori avevano pensato bene di dare a lei e le sue sorelle i regali di Natale. Lottie aveva così aperto quella bambola davanti ai ragazzi. Davanti a Harry. Aveva 14 anni, cavolo! Come veniva in mente ai suoi genitori di regalarle la bambola di Baby Belle, la principessa de “La Bella e la bestia”? Certo, quello era il suo cartone preferito e lei stessa aveva detto di volere quella bambola, ma solo per tenerla sullo scaffale della sua camera, dato che da bambina faceva la collezione di bambole e quella lì era davvero bella, non per questo si chiamava Belle. Ora, però, rimpiangeva di averla desiderata, Harry e gli altri (ma a lei importava più di Harry) avrebbero pensato che giocava ancora con le bambole. Era uscita dal salotto, con delle lacrime di rabbia che le rigavano le guance, mentre gridava di non averla mai voluta quella bambola, ma sua madre mica lo capiva, no! Continuava a sostenere che non fosse così, che si ricordava perfettamente quando la figlia gli aveva detto di volerla per Natale. Le lacrime continuavano a scivolare lungo le sue guance, morendogli in bocca o bagnandole il collo. Una serata di figure di merda. Senza rendersene conto cominciò a pettinare i capelli di Belle con le dita. Mentre compiva questo gesto rilassante, qualcuno aprì la porta e accese la luce. Eh già, stava anche con la luce spenta, proprio come un'idiota. La ragazzina si voltò in direzione della porta, che si trovava di fronte a letto, aspettandosi di trovare Louis, ma in realtà in piedi davanti alla porta c'era Harry. Lottie si asciugò le lacrime più velocemente che poté, ma questo gesto non passò inosservato. Harry si sedette sul letto e le asciugo le lacrime con le dite.

-Stavo pensando di fingere di essermi perso cercando il bagno, ma perché dire un bugia? Non piangere Lottie, non importa se usi o no quella bambola, è sempre bello vedere che una quattordicenne sia ancora attaccata alla sua infanzia. Io alla tua età già pensavo alle ragazze, forse avrei fatto meglio a continuare a giocare con i Pokémon, che ancora mi piacciono. In realtà, sei da ammirare. Non sei come le tue coetanee che già pensano a cose, che non dovrebbero nemmeno passare per le loro ingenue e innocenti testoline. E poi questa bambola mi piace, ha i ricci come i miei. Posso?- disse il ragazzo, tendendo le braccia per prendere la bambola. Lottie gliela cedette, senza esitare. Passarono un'ora a parlare della loro infanzia e a giocare alla coppia isterica con dei vecchi Ken e Barbie, versione matrimonio, di Lottie, finché Louis non andò a vedere cosa stessero facendo il suo migliore amico e sua sorella da soli, in camera da letto, e scoppiò a ridere, quando vide la Barbie, comandata da Lottie, schiaffeggiare il Ken di Harry, che per rendere la cosa più realistica, fece un verso dolorante, a scoppio ritardato naturalmente. In quell'ora il cuore di Lottie aveva battuto all'impazzata e il suo stomaco aveva ballato conga, senza interruzioni. ]


Lottie sorrise, ricordando come dal momento in cui avesse incontrato gli occhi di Harry, tutto fosse cambiato. Uscì dalla porta e si appoggiò all'auto della madre. Faceva un freddo cane, ma lei sapeva come riscaldarsi. Nonostante le facesse male, tornò con la mente a quella sera di agosto, la più calda della sua vita.


[ Lottie e Harry camminavano sulla spiaggia, mano nella mano, al tramonto. Quell'estate, Mark, il padre di Lottie, aveva voluto a tutti i costi avere il figlio e i suoi amici, nella propria villetta sulla costa per due mesi. Naturalmente erano invitate anche le figlie. Lottie ricordava come da Natale, avesse riempito il suo armadietto di foto di Harry e avesse chiesto di lui, a Louis, ogni volta che si sentivano. Ed ora era lì ed era tutto suo, nessuno gliela avrebbe portato via, lui glielo diceva sempre. Harry si fermò all'improvviso e l'abbraccio, facendo combaciare le guance e tirò fuori l' i-Phone dalla tasca dei jeans della fidanzata. I genitori di Lottie glielo avevano regalato per il suo 15° compleanno, che era avvenuto qualche giorno prima. Capendo le intenzioni del ragazzo Lottie sorrise velocemente, un attimo dopo Harry scattò la foto. I due la guardarono, notando con sorpresa che era uscita bene.

-Si vede che siamo così belli, da indurre un telefono a ritrarci in tutta la nostra sfavillante bellezza.- disse Harry, convinto, facendo ridere Lottie.

-Forse tu, ma io no di certo.-replicò la ragazza, ridacchiando. Harry non la prese bene, infatti la prese bruscamente per i polsi e appoggiò la fronte a quella di Lottie, che andò in iperventilazione. Nonostante stessero insieme da più o meno un mese, la vicinanza di Harry le faceva sempre questo effetto. Quando si baciavano Lottie credeva di morire, il cuore le batteva così forte, come se stesse cercando di compiere in un minuto i battiti che si compivano in una vita. Poi nell'ultimo periodo le cose erano peggiorate e migliorate insieme. I baci che si scambiavano erano molto più passionali, di quelli dolci e timidi che c'erano all'inizio. Però si nascondevano sempre, uno sgabuzzino o la camera di Lottie, chiusa a chiave. Certo, gli altri erano piuttosto sospettosi di vederli scomparire negli stessi momenti, ma per il momento non dicevano niente. Forse capivano, forse riuscivano ad accettarlo. Era quello che sperava Lottie, non voleva che Harry e Louis litigassero a causa sua.

-Tu sei bellissima, non dimenticarlo mai. You don't know you're beautiful. Oh, oh. But that's what makes you beautiful..- canticchiò, prima di annullare la distanza tra le loro labbra. Come, ormai, succedeva da giorni furono presi dalla passione e un secondo dopo si ritrovarono a terra, l'uno sopra a l'altra. Lottie sentiva solo le mani di Harry sui sui fianchi, il proprio cuore che batteva all'impazzata e una strana sensazione allo stomaco. Che stesse per succedere? Lottie ne era certa, ma prima doveva rispondere a una domanda che si faceva da giorni: Sei sicura? Con Harry, non aveva affrontato l'argomento, ma lei sapeva che prima o poi sarebbe successo, semplicemente perché aveva deciso che sarebbe stato lui, quella persona speciale con cui avrebbe perso la verginità. Eppure, nonostante in quel momento lo volesse, c'era qualcosa che la tratteneva, una paura che non voleva affrontare nemmeno tra sé e sé. Harry incominciò a baciarle il collo, mentre con una mano le sbottonava la camicetta. Lottie aveva caldo, troppo caldo e il suo corpo era scosso da brividi. Se non l'avesse fermato in quel momento, non ce ne sarebbe stata più occasione. La ragazza fece scivolare le mani dai capelli di Harry alle spalle e con dolcezza lo spinse via. Harry sembrò tornare in sé e, dopo averle lanciato uno sguardo desideroso, le chiese scusa.

-Io...mi dispiace. È solo che domani partiamo, perché tra poco esce il singolo e...non lo so.-disse Harry, mentre si sedeva con le gambe attaccate al petto e osservava il mare. Lottie si riabbottonò la camicia e si avvicino a Harry, per poi posargli la testa sulla spalla.

-Io...lo voglio quanto te, però...è troppo presto. Ho paura...-gli disse, insicura se rivelargli o no i suoi timori.

-Se non sei pronta, lo capisco...-la consolò lui, Lottie scosse la testa.

-Non è per questo. Oddio, centra purè, però è un'altra la mia paura. Domani partite e io ho paura che in realtà per te sia solo un gioco. Che se lo facciamo, non mi chiamerai più, perché hai ottenuto quello che volevi in realtà. Questa è stata l'estate più bella della mia vita e voglio ricordarla così, non come l'estate in cui uno stronzo ha giocato con i miei sentimenti e mi ha portato via la mia verginità. Non voglio soffrire, non lo supererei... perché io ti amo, Harry.- Lottie non poteva crederci. Davvero aveva rivelato al ragazzo che amava tutti i suoi sentimenti? Davvero gli aveva detto quell'agognato “ti amo”? Dal silenzio sbigottito del ragazzo, si poteva dire di sì. Lottie non fece in tempo a vedere la faccia di Harry, che lui parlò.

-Lottie, io...- ma quella frase rimase in sospeso. In quel momento Louis chiamò Harry e Lottie non seppe mai cosa lui stava per dirle. ]



Lottie sapeva che quello era il modo migliore di riscaldarsi. Ora non sentiva più freddo. Sentiva caldo per i suoi ricordi, per la sua rabbia, per il suo dolore. La ragazza guardò un'altra volta la foto. Un mese dopo quell'episodio Harry l'aveva chiamata e le aveva detto che non riusciva più a mentire a Louis, che era meglio se tra loro due finisse tutto. Una settimana dopo la telefonata, quella emerita testa di cazzo aveva cominciato a uscire con Caroline Flack, che non avrebbe esitato a dargliela, e Lottie si era detta che aveva fatto bene a non avere la sua prima volta con Harry. Eppure più il tempo passava, più lei sentiva che quel grande passo avrebbe dovuto farlo con lui. Era per questo che Lottie aveva deciso di fregarsene e di farlo con il primo che ci avesse provato, Jared appunto. All'improvviso il suo telefono squillò e lei vide comparire sul display un numero che non vedeva da mesi. Perché Harry la chiamava alle quattro e mezzo del mattino? Senza pensarci due volte, rispose.

-Pronto?-disse scocciata, senza pensare che a quell'ora in teoria avrebbe dovuto dormire.

-Guarda di fronte a te.- il cuore di Lottie, mancò un battito, per poi iniziare a battere all'impazzata. La voce di Harry, non era cambiata per niente e Lottie era sorpresa, ma neanche troppo, che le provocasse le stesse identiche sensazioni, di tanti mesi prima. Senza perder tempo, chiuse la chiamata e alzò gli occhi. Sul ciglio della strada c'era un Suv nero, che sembrava nuovo di zecca, ma aveva già qualche botta. Lottie lo riconobbe come quello di Harry, che aveva visto su tutti i giornali. Con un lieve sorriso, la ragazza corse in direzione dell'auto e aprì la portiera, per poi buttarsi sul sedile. Diede un sospiro di sollievo, quando sentì l'area calda del riscaldamento sulle guance, ma non era certo quello a farle andare in fiamme. Lui era lì, bello come sempre. Le foto nella sua stanza e quella sull' i-Phone non gli rendevano giustizia. Gli occhi verdi di Harry incontrarono i suoi e a Lottie, venne voglia di baciarlo, ma si trattene e mise su un broncio. Harry sorrise divertito e tese una mano verso di lei, per accarezzarle la guancia, ma lei si ritrasse. Una volta capito che non funzionava, Harry parlò.

-Non dovresti essere a letto?- chiese lui, curioso e divertito.

-Devo perdere la verginità.-rispose Lottie, come se fosse la cosa più normale del mondo, provocandolo.

-Che cosa?!-gridò, infatti, Harry. La guardò sorpreso e arrabbiato, Lottie sorrise tra sé e sé, compiaciuta.

-Un ragazzo sta per venire a prendermi. Lui mi piace tanto, credo che sia quello giusto.-continuò, osservando la reazione di Harry. Lui strinse le mani sul volante e senza preavviso mise in moto. Lottie lo guardò sorpresa.

-Ma dove diavolo stiamo andando?-gridò, più per scena che per altro. Non le dispiaceva per niente lasciare Jared a bocca asciutta, anzi si sentiva quasi sollevata. Lottie si stupì di come il suo comportamento e il suo modo di pensare cambiasse, quando era con Harry. Non ignorava più i suoi pensieri e non era così vogliosa di crescere, come qualche attimo prima.

-Louis aveva ragione. Non stai per niente bene.-rispose Harry, ignorando la domanda e parcheggiando a pochi metri da uno dei pochi parchi di Doncaster.

-In che senso, “Louis aveva ragione”?-chiese Lottie, preoccupata.

-Lui...l'ha capito. Sembra un'idiota, ma...sembra, appunto. Si è molto arrabbiato con me, perché ti ho lasciato. Ha detto che bastava parlargli, se ti ho lasciato davvero per causa sua.-rispose Harry, abbandonandosi al sedile.

-Mi hai lasciato davvero a causa di Louis, o c'è quel rel..., quella incantevole donna con 15 anni in più di te?-domandò ancora Lottie, sperando di sapere finalmente la verità.

-Io...non lo so. Mi conosco...non volevo farti soffrire, forse. Ah..., non lo so!-rispose Harry, battendo un pugno sul volante. Lottie lo guardò, confusa. Harry l'aveva lasciata per non farla soffrire, ma allora perché aveva sofferto lo stesso?

-Io ho sofferto lo stesso, Harry. Non sono stata per niente bene. Non sto per niente bene. Stavo per condividere uno dei momenti più importanti della mia vita, con un'idiota che alle quattro di notte mi chiede se dormo. Dopo tutto quello che c'è stato tra noi, dopo tutto quello che ti ho detto, davvero credevi che non avrei sofferto se mi avresti lasciato? Te l'avevo purè detto cavolo, che perderti mi avrebbe fatto stare male. E se davvero mi hai lasciato perché non volevi che soffrissi, perché ti sei messo con Caroline? Mi è venuto un complesso di inferiorità. Ogni volta che mi guardo allo specchio, mi confronto con quella, lei ha 32 anni e io 15. Per te è normale? E poi , a prescindere dalla tua relazione con quella vecchia, io avrei sofferto lo stesso e sai perché, Harry? Perché ti amavo, anzi ti amo.-disse Lottie, tutto d'un fiato, senza dar opportunità a Harry di spiegarsi. Quest'ultimo, senza sapere cosa dire, la baciò. Per un attimo Lottie rispose al bacio, poi lo spinse via, come quella sera, e lo schiaffeggiò. Harry la guardò sconvolto, mentre si accarezzava la guancia, poi scoppiarono entrambi a ridere, così senza motivo. Lottie sentiva di poter perdonare Harry, anche senza una spiegazione valida. Quel bacio significava molto, ma la parte ferita di Lottie le gridò che non era abbastanza. Pian piano, smisero di ridere.

-Non riuscivo più a guardare le altre ragazze. Non facevo che pensare a te, credevo che mi avresti dimenticato presto, che quel “ti amo” non fosse del tutto serio. Molte ragazze me l'hanno detto, per poi lasciarmi qualche settimana dopo. Così ho provato con Caroline, ma dopo qualche settimana anche lei cominciò a ricordarmi te. Io, stavo impazzendo. Mi dispiace Lottie, non immaginavo che avresti sofferto.-disse Harry, serio. Lottie scoppiò a ridere, mentre il ragazzo aggrottava le sopracciglia, confuso.

-Per una volta, non hai preso una pausa per riflettere.-si spiegò la ragazza, continuando a ridere e coinvolgendo Harry.

-Allora, Louis è d'accordo?-chiese dopo un po' Lottie, preoccupata.

-Non ci siamo parlati per un po'...chi ci stava intorno ha pensato, che lui...mi avrebbe cacciato di casa. Ma poi ha capito, insomma...si è reso conto che entrambi soffrivamo e così...ha detto che andava bene, a patto che dovevo stare attento a farti soffrire, altrimenti...il Louis versione geloso, non si sarebbe controllato, come è successo questa volta.-rispose Harry, sorridendo, poi cambiò argomento.-Ti ricordi quella sera alla spiaggia? Prima che Louis mi chiamasse. Io...stavo per dirti, che...ti amo, Lottie Tomlinson.-Harry, non fece in tempo a dire altro, che Lottie lo baciò, sedendosi su di lui. “Domino” di Jessie J, ruppe il silenzio.

-Ti squilla il cellulare.-disse Harry, staccandosi. La ragazza fece un gesto infastidito con la mano e si riavvicino a lui.

-Sono con il mio ragazzo, ora.-disse Lottie, a pochi centimetri dalle labbra di Harry, per poi tornare a baciarlo con trasporto, mentre lui sorrideva.


Il giorno dopo a scuola, Lottie aveva due occhiaie da far paura, ma per la prima volta da tanto tempo era felice. Era stata con Harry, fino a qualche ora prima. Tra loro non c'era stato niente di più di qualche bacio, avevano deciso, di comune accordo, di aspettare. Lottie si sedette al suo posto accanto a Debbie, con un sorriso spontaneo e felice. L'amica la guardò confusa, con la stessa espressione di sua madre, quella mattina. Dopo qualche secondo, gli occhi di Debbie scintillarono di comprensione.

-Harry?-chiese Debbie, per poi urlare eccitata, dopo aver visto l'amica annuire entusiasta. Lottie rise dell'urlo dell'amica , per poi rimanere sorpresa di sé stessa. Prima che Harry facesse l'ingresso nella sua vita, Lottie era piuttosto timida e in mezzo alla gente non rideva quasi mai, affidandosi a un sorriso timido, seppur infondo fosse socievole e simpatica. Ma da quel Natale, Lottie non si era più trattenuta, quando le veniva da ridere, lo faceva, fregandosene di quello che avrebbe pensato la gente della sua risata stridula. Era proprio vero: dal momento in cui aveva incontrato Harry, tutto era cambiato.


Angolo Autrice

Allora, sono un po' agitata e non so che dire. Prima di tutto vi informo che questa è la mia prima one-shot, finora ho scritto solo long e molto probabilmente * leggi: sicuramente * ho sbagliato. Il titolo della shot è la prima frase della canzone Stand Up, dei One direction naturalmente. Questa breve storia * breve? * mi è venuta in mente pensando alle innumerevoli volte in cui ho letto di Louis che metteva in guardia Harry e gli altri, e imponeva loro di non innamorarsi di una della sue sorelle. In giro per il sito ci sono molte fic, che vedono un'ipotetica sorella di Louis che si innamora di uno di loro. Così mi sono detta “perché non scrivere una one-shot che parla di Harry e Lottie?”, insomma che parla di una storia tra la “vera” sorella di Louis e il suo migliore amico. La storia è un po' lunga e spero che qualcuno di voi arrivi fin qui, comunque fatemi sapere se vi è piaciuta.

Baci,

Zia Palla


   
 
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