Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Federtina    16/03/2012    1 recensioni
[...] Andrea era un ragazzo alto, capelli neri, e occhi di un azzurro fuori dal comune. Un fisico prestante certo, anche uno dei più ammirati. Il fatto che avesse stuoli di ragazze a suo seguito era dovuto al fatto che sembrava un tipo misterioso con quella pelle diafana, uno di quelli che tengono sempre il cappuccio sulla testa e se ne andavano in giro con me mani affondate nelle tasche dei jeans.[...]
[...] Selene Crais era una delle ragazze più euforiche che si potesse mai incontrare. Non perdeva mai l'occasione di fare battute e sapeva relazionarsi bene.
Selene non era affatto alta, anzi, però era carina. Lunghi capelli castano scuro, occhi verde oliva che spiccavano sulla pelle color dell'ambra.
I ragazzi l'osservavano sempre, perché quando sorrideva metteva in mostra una chiostra di denti regolari e bianchi che la rendevano ancora più bella. [...]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Sorpresa!" esclamò Selene ridendo. Andrea rimase incantato a guardarla ridere. Stupenda, non trovava altra parola per descriverla.

"Ci siamo sentiti pochi minuti fa, come hai fatto ad…" Francesco si voltò ad indicare un computer portatile appoggiato sulla panchina. Era di quelli professionali.

"E' di mio padre, siccome lui ne ha comprato uno nuovo mi ha lasciato questo" spiegò Elena. Non ce ne era ovviamente bisogno, tutti sapevano che la famiglia Gualdoni aveva fin troppi soldi.

Francesco allargò le mani platealmente.

"Non cambia il fatto che sei in ritardo, e non è bello far aspettare le signorine"

"No hai ragione" rispose Andrea. Selene lo affiancò, sempre sorridendo.

"E' colpa mia"  ammise la ragazza. Francesco annuì.

"Quindi mi hai mentito quando ti ho chiesto cosa facevi" notò Andrea, girandole un braccio intorno alle spalle per fare in modo che lo guardasse negli occhio.

"Piccola bugia buigietta" rispose la ragazza, imitando la voce di una bambina. Andrea scosse la testa. Francesco era davvero capace di influenzare chiunque.

 

Selene si chiedeva come potessero Andrea e Francesco essere amici, con due caratteri così opposti. Dove non v'era l'uno v'era l'altro, forse? Ma più osservava Andrea, più si rendeva conto che quel ragazzo aveva molto da trasmettere e lei voleva assolutamente scoprirlo fino in fondo. Si chiese anche che cosa lui pensasse di lei, ma non avrebbe mai avuto in coraggio di chiederlo a Frà, figuriamoci ad Andrea in persona. Gli camminava affianco, e gli parlava e lui la guardava e sembrava interessato. Selene a volte si inceppava e lui sorrideva, divertito forse dalla faccia contrariata della ragazza quando sbagliava.

Passeggiavano per il parchetto, tranquilli, come se nulla potesse effettivamente disturbarli. La gente alle volte li guardava, donne con i cagnolini, anche bambini che giocavano. Un bambino aveva attentato alla vita di Elena con un pallone da calcio, prontamente parato da Francesco. Selene si era chiesta se faceva il portiere. Non si era neanche scusato, il piccoletto. Selene non sopportava i bambini e questo era strano considerando il carattere aperto e scherzoso che aveva.

"Piccolo rompiscatole" borbottò Selene, osservandolo correre verso i suoi amici.

"Potresti mai amare talmente tanto una persona da voler avere un figlio con essa?" chiese Elena, passando lo sguardo da lei al moro che guardava chissà dove.
"Non lo so, diamo tempo al tempo" rispose la ragazza.

"Giusta osservazione" interloquì Francesco. Poi vide qualcosa e sembrò stupito.

"Andiamo a vedere" disse, allontanandosi verso qualcosa che agli altri non era dato sapere. Si fermarono davanti ad un manifesto che pubblicizzava un nuovo negozio di abbigliamento maschile. Selene rimase perplessa, poi se ne accorse. Francesco si vestiva con una cura incredibile per i dettagli.

"Dovremmo farci un salto un giorno" disse, rivolto… a tutti?

"Si, sarebbe carino" concordò Elena. E si sorrisero.

Tornarono indietro, nel parchetto, e si sedettero su delle panchine messe una davanti all'altra, come nei treni.

"Per domani ci sono compiti?" chiese Selene. I tre si lanciarono delle occhiate, scuotendo la testa.
"Anche se ci fossero, non li farei comunque" disse Elena. Selene sorrise.

"Seguo il pensiero della biondina" fece Francesco. Selene guardò l'orologio. Erano quasi le sei. Avevano passato un intero pomeriggio a fare nulla. 
"E' meglio che vada a casa" disse agli altri tre, alzandosi in piedi. 
"Ti devo accompagnare?" chiese Andrea, alzandosi a sua volta.
"No, ho il motorino, tranquillo" rispose lei.

"Ah… ok" sembrava un po’ deluso.

"Hey, ci vediamo mercoledì pomeriggio per studiare scienze,  no?" fece lei, nel tentativo di tirarlo su.

"Certo, certo"  e sorrise appena, ma a Selene bastò. Salutò anche Francesco e gongolava felicemente per chissà quale motivo ed insieme ad Elena si avviò vero il parcheggio dove avevano lasciato i motorini.

"E' stata una bella giornata. Ho conosciuto te, Andrea, Francesco e già abbiamo passato del tempo di qualità" Elena sembrò quasi stupita da quella considerazione.

"Sei sicura di quello che dici? " chiese.

"Certo… perché, tu no?"

"Si, si, non è questo è che… a nessuno piace starmi intorno perché parlo molto"

"La gente che parla molto ha molto da dire, e la gente che ha molto da dire è sempre la più interessante" constatò Selene.

"Allora con Andrea hai fatto un buco nell'acqua, lui non parla mai"

"Non per questo non ha niente da dire"

"Non ti seguo" rimase perplessa l'altra.

"Andrea non parla perché evidentemente non ha mai trovato nessuno disposto ad ascoltarlo, quindi la mia missione sarà questa: farlo parlare"

"Eccone un'altra…" bofonchiò Elena.

"Scusami?"

"Anche Francesco si è cimentato in questo" ora si chiariva il perché erano amici, quei due.

"E tu come fai a saperlo?" chiese.

"Sono la ragazza del fratello" rispose lei. Tutto aveva più o meno senso.

"Senti, ora  è meglio che vada,  ma uno di questi giorni dovrai spiegarmi tutto dall'inizio" disse Selene, montando in sella.

"Certo, certo" rispose l'altra, ridendo e mettendosi il casco.

"Ci vediamo domani, El"

"A domani!"

Selene si chiese se suo padre fosse già tornato o meno, ma comunque aveva lasciato un bigliettino che dove lo avvertiva che era fuori con degli amici.

La strada non era troppo trafficata, non c'avrebbe badato molto per tornare a casa. Non  ci badava mai troppo comunque. Quando era in moto, spesso pensava al fatto che, se fosse stata ancora il Louisiana, avrebbe già avuto la patente per la macchina. Nessuno rispettava quella dannata legge che prevedeva un adulto.

"Sono tornata!" urlò appena entrata. Suo padre l'aspettava in salotto. Era un uomo alto e dal bel fisico. Due grandi occhi verdi e capelli biondi, non troppo corti. Era giovane, aveva trentaquattro anni, anche se sembrava molto più giovane. Era un bell'uomo, ma, nonostante questo, non faceva mai niente per trovarsi una donna. Diceva che non gli interessava.

"Ciao, piccola. Preparo la cena, vuoi qualcosa di speciale?" chiese, con il suo marcato accento americano. Anche in casa, parlava italiano, quando poteva benissimo parlare americano o al massimo inglese.

"No, quello che va bene a te va bene a me" lui le sorrise.

"Così ti sei già fatta degli amici" riprese lui.

"Si, sono anche molto simpatici"

"Mh. Brava la mia bambina"

"Papà!" esclamò lei. Lo sentì ridere.

"Lo so, lo so. Sei una ragazza cresciuta" l'anticipò.

"Senti papà, mercoledì un mio compagno di scuola mi deve aiutare con scienze" prese lei. Lui la guardò.

"CompagnO?" chiese, marcando particolarmente la O.

"E' solo un amico, papà." lui annuì, convinto proprio per nulla.

"Se ti tocca, potrà ritenersi un amico morto. Poi potrai vantarti di avere un amico zombie"

"Guarda che sono grande abbastanza per scegliere con chi stare"

"Lo so, ma voglio che tu stia attenta" era così apprensivo che a volte sfociava nell'esagerato, ma Selene era felice che almeno suo padre si preoccupasse di lei. Si alzò in punta di piedi per regalargli un piccolo bacio sulla guancia.

"Certo che lo farò".

 

Il martedì fu troppo veloce. Aveva incontrato Selene la mattina ed erano saliti in classe parlottando del più e del meno. Francesco si era avventato contro di lui e gli era saltato fra le braccia, attirando l'attenzione di tutti, e gioendo perché quell'anno avrebbero avuto il permesso di fare quella vacanza in cinque, piuttosto che in quattro. Selene era scoppiata a ridere, contro la perplessità dell'intera classe.

Le lezioni erano noiose e Francesco aveva disegnato sul banco Joker, giusto che lui sapeva disegnare divinamente.

Poi il mercoledì mattina non passava mai. Selene sembrava calma e molto spesso parlava con Elena. Poi le due ridacchiavano e tornavano a concentrarsi sulla lezione.

Donne.

Così arrivò il pomeriggio. Scricciolo, quel gatto dannato, era salito sul tavolino ed era stato costretto a tirarlo giù con la forza.

Impossibile che i suoi avessero comprato un tale demonietto.

Poi aveva preso il motorino e si era diretto verso casa di Selene.

Selene viveva in un condominio. Faceva di cognome Crais, era al terzo piano e Andrea fu grato all'inventore dell'ascensore.

Un appartamento carino, ben curato.

Gli aprì la porta quello che doveva essere il padre, ma chiunque avrebbe detto che era il fratello piuttosto. Un uomo alto e abbronzato, con un sorriso che ricordava molto quello della figlia. Andrea si chiese cosa Selene avesse preso dalla madre, oltre l'altezza.

"Buongiorno Signor Crais" salutò, cordiale.

"Oh, per favore. Chiamami Patrick, e dammi del tu. Non sono poi così vecchio!" aveva risposto lui. Anche il carattere ricordava quello della figlia. Selene arrivò da una stanzetta a destra. Si era messa comoda, indossava un paio di pantaloni di tuta e una maglietta un  po’ larga e camminava scalza.

"Grazie papà…" lo riprese. Raggiungendolo. Anche così, era comunque bellissima.   

Lei lo invitò nella sua camera. Il libro di scienze era aperto, sul letto.

Non sembrava una camera molto femminile,  vi era solo un poster che ritraeva un paio di tipi di nome Dean e Sam Winchester. Aveva anche qualche Action Figures, principalmente di film horror. Ne aveva anche di Supernatural, tutti e tre i personaggi "principali".

"Una bella collezione" commentò Andrea, osservandole.

"Grazie" rispose lei.

"Allora, vogliamo iniziare?" chiese, spingendo verso di lui il libro.  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Federtina