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Autore: Enkai D Higan    16/03/2012    8 recensioni
< NO! LASCIAMI IN PACE! NON MI TOCCARE! >
< Sta un po' zitta terrestre! > Ordinò l'omone, per farla gridare di più. Infatti aveva mentito, le urla delle sue vittime lo eccitavano solo di più.
< VA BENE! VERRO' CON TE! MA TI PREGO AIUTAMI! >
FF SOSPESA *** PER IL MOMENTO*** MI SCUSO PER IL DISAGIO***
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Freezer, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'VegetaXBulma '
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< Posso farti soffrire ancora di più sai? >
 
Disse il Principe, con malizia, lasciando il collo della terrestre, per scendere di qualche centimetro, Il suo dito aveva seguito la bretellina della biancheria intima, fermandosi quando essa cominciava ad allargarsi.
 
< Davvero pensi che io ne sia degna, Saiyan? >
< Non chiamarmi così! Ti ho già detto che non sono un banale Saiyan! >
< Come dovrei chiamarti? Aguzzino? Assassino? >
< Non chiamarmi per niente. >
< Va bene. Inizierò a chiamarti come qui dentro fanno tutti! >
< E cioè? >
< Sporco Saiyan. >
< Non provarci. Finiresti male. >
< Sai, Vegeta... Io non provo niente per te.  Se dovessi uccidermi non proverei che dolore fisico, se dovessi violentarmi non proverei nulla.>
< E quindi? >
< Intendo dire che non mi fai nessun effetto, non provo rabbia  o qualcos'altro verso di te. >
< Io- Disse mentre faceva scivolare il dito sulle curve di lei,- Non passo mai inosservato... > Continuò, facendo scorrere la mano sul suo fianco per poi arrivare a metà coscia.
 
La ragazza ebbe un sussulto, il quale tradì le sue emozioni. Voleva sembrare impassibile, ma qualcosa il viso fece trapelare.
Il Principe sghignazzò divertito, guardandola negli occhi.
 
< Sai Saiyan, anch'io ho doti seduttive che tu non puoi nemmeno immaginare. > Disse, alzandosi a sedere.
 
"Tentiamo!", si disse. Voleva riuscire a persuadere il Saiyan, voleva riuscire a rendersi irresistibile ai suoi occhi.
Restarono a giocare con i loro sguardi, uno disteso e l'altro corrucciato, intrecciandoli intensamente. 
 
La terrestre si alzò, dirigendosi verso l'infinito nero, tempestato di diamanti. Si poteva vedere chiaramente Venere, molto luminosa. Quel buio era squarciato da immense nebulose, colorate di amaranto, viola, grigio, color ghiaccio.
Rimase affascinata da quella visione, di cui non aveva mai potuto godere, nemmeno attraverso il telescopio.
 
< Vegeta... >
< Che vuoi? >
< Non ho chiamato te. >
< Fino a prova contraria mi chiamo Vegeta. >
< Sì, ma io intendevo quella. > Disse, indicando uno squarcio in particolare. Interamente rosso, come il sangue.
< Mbè? >
< Lì c'era Vegeta vero? > Chiese, alludendo al pianeta del Saiyan.
< Non ricordo. >
< So perfettamente che menti. Ricordi fin troppo bene tutto il male che ti ha fatto quel pianeta. >
< Pensi sia una donnicciola, debole e insulsa come te? > Scoppiò a ridere.
< Non ho detto questo. Ma nei tuoi occhi non vedo altro che rabbia e tristezza. >
< Fatti visitare da qualcuno. Sei ridicola. >
< Grazie, sempre meglio che rude, antipatico, meschino, cattivo, malvagio,... >
< Lo so già come sono fatto donnaccia. >
< Le poche cose buone che hai, le usi per scopi malvagi...Come l'intelligenza e l'astuzia. >
 
Si voltò e ritornò nella stanza, facendo esplodere una capsula.
Quest'ultima conteneva una specie di cassettiera, color pece, dalla quale estrasse un vestitino nero, intero, che finiva a pantaloncini. Sarebbe riuscita a sedurlo almeno un po' indossandolo davanti a lui? Tanto valeva provare. Voleva rendersi irresistibile per puro e semplice gioco.
Diede le spalle al Principe, e iniziò la sua strategia.
Fece scivolare a terra il tubino chiaro che portava, insieme alla gonnellina, seguiti dal reggiseno.
Ne indosso uno nero, di seta con molti ricami e decorato dal pizzo. Quel pezzo di stoffa metteva chiaramente in risalto le sue forme, sinuose e prosperose.
Infilò le gambe, lunghe e affusolate, nel vestito, portandolo fino all'altezza del bacino. Abbottonò i miseri bottoncini che a malapena le tenevano il seno, lasciando la schiena del tutto scoperta.
Scelse un ciondolo elegante, con un diamantino montato su oro bianco. Raccolse i capelli in un fermaglio, per non coprire nemmeno un poco la schiena.
Ai piedi aveva un paio di semplicissime scarpe da tennis, ( NDA: Come le converse All Star!) anch'esse nere, ma con qualche dettaglio bianco.
 
Sapeva che l'aveva guardata, ne aveva sentito lo sguardo sul suo corpo per tutto il tempo.
Riformattò l'armadio in capsula e si girò nuovamente verso il cielo.
Notò il Principe muovere qualche passo verso di lei, per poi girare e andare verso la porta. 
 
< Dove vai? >
< Non sono affari tuoi. >
< Posso venire? >
< Se vuoi assistere a uno stupro e a un massacro, fa pure. >
< Wow, avete anche le puttane qui? E io che pensavo di essere l'unica donna. >
< Infatti sei l'unica. Vado in missione. >
< No aspetta... Ma io cosa faccio? >
< Fa quello che ti pare, non mi interessa. Tra trecentocinquanta ore forse sarò di ritorno. >
< Per tre giorni e mezzo indifesa e sola... >
< Problema tuo. >
< Bene... >
 
Spinse su un bottone, sullo specchio, facendo aprire una sezione del muro da dove estrasse una battle-suite nuova.
Si tolse la maglia blu e se ne infilò una nuova, mettendo sopra una corazza.
Bulma non poté non notare i suoi pettorali perfetti e scolpiti, assieme agli addominali ai bicipiti e a tutti gli altri muscoli, ben delineati e definiti.
L'alba iniziava a tinteggiare il cielo di rosso e l'ombra del sole, che da quel pianeta poteva vedersi molto vicino, cominciava a fare capolino.
 
< Buongiorno. >
< Mhpf... >
< Buona fortuna. >
< Non ho bisogno di fortuna, non ci metterò nemmeno troppo impegno a sterminare l'intera popolazione di Omega-Sette >
< Buon per te. >
< Io...- Disse, sistemandosi la battle-suite-... Vado! Non morire. > Disse, pronunciando l'ultima parte della frase con disprezzo, verso la debole terrestre.
< Ciao Vegeta. > Salutò lei, senza voltarsi verso di lui.
 
La risposta del Principe fu un lungo silenzio, in cui l'unico rumore che si sentiva era la porta sbattere e i passi del Saiyan allontanarsi.
 
< Buona fortuna Bulma... > Si disse da sola, sperando di non incappare in uno dei suoi soliti guai.
   
 
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