Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: yllel    17/03/2012    5 recensioni
Il seguito della mia storia "meglio di prima", ambientato dopo la seconda stagione. Sherlock deve imparare a gestire nuove situazioni in un campo a lui sconosciuto ma a quanto pare anche riparare il suo rapporto con John, che come al solito e' il suo punto di riferimento.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Molly Hooper entro’ nell’androne del suo palazzo e stancamente si diresse verso le scale per raggiungere il suo appartamento.
Era stata una giornata pesante e al solo pensiero di come si era sentita nelle ultime ore le vennero le lacrime agli occhi.
Non era giusto. Perche’ Sherlock aveva dovuto essere cosi’… vecchio Sherlock?
Quando aveva saputo dello scoppio, si era talmente preoccupata da prendere in mano il telefono e volerlo chiamare subito, solo per sentire la sua voce e sapere che stava bene, che non era ferito o peggio. Aveva esitato un attimo, perche’ si era resa conto che quello  era proprio il tipo di atteggiamento che lui non avrebbe potuto sopportare, disturbarlo  mentre stava lavorando… ma poi si era detta che era un’emergenza, che aveva assoluto bisogno di rassicurazione e si era ripromessa di essere molto breve.
Aveva messo mano di nuovo al telefono quando questo aveva squillato. Non era lui, pero’. Un numero sconosciuto. Aveva tremato  leggermente  nel premere il tasto verde per rispondere.
“Pronto?”
“Dottoressa Hooper? Sono Mycroft Holmes”
Per un attimo la vista le si era annebbiata: se lui telefonava, il motivo poteva solo essere che Sherlock..
“Sta bene. Mio fratello sta bene, lui e il Dottor Watson sono rimasti coinvolti nell’esplosione ma non sono feriti.”
Le era sfuggito un singhiozzo mentre cercava di trovare di nuovo le parole.
“Grazie, signor Holmes.” Era tutto quello che era riuscita a dire.
“Mycroft. E non c’e’ di che. Purtroppo sono abbastanza sicuro che Sherlock non si fara’ sentire e lei meritava… di essere tranquilla. Le auguro una buona serata”
Molly non era  riuscita a rispondere nulla, lui aveva gia’ riattaccato. Improvvisamente si era ritrovata a pensare che era stato molto gentile, ma che si era sbagliato. Sherlock avrebbe chiamato per tranquillizzarla, perche’ ora c’era un rapporto diverso fra di loro e certamente… lui avrebbe tenuto conto anche di lei.
Ma non era arrivata nessuna chiamata. Era stato in quel momento che aveva capito e si era resa conto che era stata una vera illusa a pensare che potesse funzionare, non solo per lui ma anche per lei: sapeva benissimo di venire dopo il suo lavoro, in molti modi anche dopo John… ma in qualche modo voleva esserci. Ma a quanto pareva era impossibile.
Arrivata davanti alla porta, cerco’ le chiavi e le infilo’ nella toppa senza pero’ riuscire a girarle. Provo’ di nuovo ma trovo’ una forte resistenza.
Cielo, sono cosi stanca e persa che ho sbagliato piano o appartamento.
Scosse la testa e controllo’ meglio, ma quella  era davvero casa sua.
Ma cosa???
D’un tratta la porta si apri’ dall’interno e sulla soglia apparve Sherlock.
“Che cosa ci fai qui?”
“Lo sapevi che il 5% dei crimini londinesi avviene in questa zona della citta’? Solo negli ultimi sei mesi  ci sono state in questo quartiere piu’ effrazioni che in tutto l’anno precedente. La criminalita’ dilaga, Molly… ti ho cambiato la serratura” le rivolse il suo sorriso migliore, ma lei era troppo stupita per rispondere. Troppo stupita e d’un tratto molto arrabbiata. Quell’uomo non aveva proprio ritegno.
Finalmente si riscosse ed entro’ in casa sua.
Appoggio’ la borsa e si giro’ a guardarlo, uno sguardo furente negli occhi.
“Tu!! Tu sei… in assoluto l’uomo piu’ irritante che esista sulla faccia della terra! E sei anche un egoista, un menefreghista, uno sfacciato  pieno di se’ e… irritante e”
“Hai ripetuto due volte la parola irritante”
Molly si ritrovo’ senza parole e un attimo dopo lui la circondo’ in un abbraccio mentre lei cominciava a piangere, la faccia affondata nella sua camicia.
Sherlock la strinse rimanendo ad ascoltare i suoi singhiozzi, sentendosi assolutamente inadeguato. Colpevole.
Aveva fatto piangere Molly. E non gli piaceva affatto. Non che fosse la prima volta, ma adesso era diverso, adesso si supponeva che lui dovesse essere adeguato. Protettivo. Attento.
Fece un grosso sospiro.
“Mi dispiace. Perdonami”
Le stesse parole di quel Natale.
 Molly scosse la testa, cercando di ricomporsi un po’.
“Mi hai ferita, Sherlock. Riesci a capirlo, questo?”
“Ora si. Lo capisco, sul serio. Avrei dovuto tener conto della tua preoccupazione e telefonarti, comprendere  che per te era importante.”
Molly si sciolse dal suo abbraccio e abbasso’ lo sguardo. Non credeva di potercela davvero fare, ma era necessario che le cose si chiarissero, in un modo o nell’altro.
“Non voglio che tu sia costretto a cambiare, che tu ti senta in qualche modo… obbligato. Ma io non voglio piu’ sentirmi cosi, sul serio. Mi hai messa da parte e non hai sentito il minimo bisogno di contattarmi, di condividere con me quello che ti era successo. E io non voglio che il nostro rapporto sia cosi, non riuscirei a sopportarlo”
“Fa parte del mio lavoro, rischiare la vita e andare incontro a situazioni spiacevoli. E il mio lavoro mi piace”
Molly si contorse le mani e gli volto’ le spalle, cercando di farsi forza.
“E io amo questa parte di te, il tuo entusiasmo e la tua assoluta bravura… ma ho anche bisogno di altro.”
“Questo lo capisco”
Il tono della voce di Sherlock era tranquillo, come se stessero discutendo del tempo. Molly prego’ di riuscire a finire in fretta, cosi’ sarebbe rimasta solo per poter piangere ancora un po’.
“Allora… allora suppongo che sia meglio che tu te ne vada e… grazie” fini’ in un soffio.
Grazie di avermi fatto sentire che potevamo farcela , almeno per un po’.
“Andarmene? E perche’?” il tono di voce di Sherlock ora era davvero stupito, non aveva previsto che la conversazione prendesse quella piega. Poi capi’ che non si era spiegato bene, anzi non si era spiegato affatto.
 Era davvero ora di passare all’azione.
“Molly! Io ho un piano!” annuncio’ con voce allegra, facendola girare di scatto.
“Un piano?”
“Ma certo, un piano che mi permettera’ di essere un compagno attento, comprensivo e partecipativo!”
Lei scosse la testa “Non capisco…”
Sherlock le si fece incontro, le prese le mani e la fece sedere sul divano.
“Tu farai delle liste” annuncio’ con tono solenne.
“Delle liste” ripete’ lei con un tono di voce ancora piu’ confuso.
“Si!! Delle liste. Sono bravo con le liste, lo sai? Permettono di organizzarsi, di tenere a mente le cose e di appuntarsi fatti importanti. Ora… tu farai una lista delle ricorrenze che vuoi che festeggiamo, perche’ presumo che gli anniversari siano importanti, la gente tende a ricordarli e celebrarli, anche con dei regali… spesso inopportuni e assolutamente inutili, per la verita’, ma questo e’ un altro conto.
E poi farai una lista delle cose che ti aspetti da me, comportamenti o atteggiamenti che ritieni siano necessari per farti stare bene,  per farmi essere un buon compagno… mi serve sapere anche quando ti aspetti che io sia particolarmente attento e premuroso.”
Molly alzo’ le mani per interromperlo “Sherlock, non… capisco. Tu vuoi continuare la nostra relazione?”
Lo sguardo di lui si fece serio “Non solo voglio che continui, voglio che funzioni. Voglio imparare, Molly”
“Ma…”
“Niente ma. Posso farlo, ne sono convinto. Mettimi alla prova!”
Molly rimase in silenzio per qualche istante: per quanto assurdo, quello pareva proprio un metodo congeniale all’uomo che aveva di fronte e aspettava la sua lista.
E sapeva che lui sapeva che non gli avrebbe mai chiesto cose assurde, tipo sdolcinate dichiarazioni d’amore. Perche’ lui era Sherlock Holmes.
“Ok… un sms al giorno per farmi sapere che stai bene quando sei coinvolto in un caso”
“No”
Il suo tono era cosi asciutto che per un attimo si preoccupo’ di avere gia’ chiesto troppo, ma lui le sorrise subito dopo.
“Non ho bisogno di una lista per ricordarmi di fare questo, Molly. Mi bastera’ ripensare alle tue lacrime di poco prima.”
Lei sorrise di rimando, perche’ adesso sapeva che davvero lui voleva impegnarsi. Non aveva bisogno di altro, cosi decise di lasciarsi andare.
“Cinema, una volta al mese”
Sherlock roteo’ gli occhi “Niente commedie romantiche, pero’!”
Molly ridacchio’ “Ok, ma tu non parlerai a voce alta rivelando a tutti il finale”
“Chi, iooo?”
“Si, tu. A cena fuori almeno una volta alla settimana, se non sei impegnato in un caso… non importa dove, basta che siamo seduti. Il laboratorio non conta. E non insulterai i camerieri”
“Hai una pessima opinione di me, Molly Hooper!”
“Ti conosco! Ok… svegliarsi insieme, la mattina. Non importa quanto presto tu dovrai andare via, voglio sempre salutarti. E fare colazione, se possibile”
“Va bene.”
“Va bene? Veramente bene?”
Sherlock le sorrise e si fece piu’ vicino “hai gia’completato la lista?”
Molly gli mise le mani intorno al collo “magari ci rifletto ancora un po’ su”
“Sai, John pensa che ci tocchiamo troppo poco”
Lei ridacchio’ piano.
“Un altro punto da aggiungere alla lista.”
 
 
Nota n. 1: grazie a tutti quelli che hanno letto e commentato anche questa storia.
Nota n. 2: io ho in mente ancora due storie per completare questo “delirio” che mi e’ preso in queste settimane. L’ultima per la verita’ e’ gia’ scritta ed e’ assolutamente sciocca e impossibile (ma non e’ anche per questo che si scrivono le fanfic?). la prossima  e’ in cantiere e sara’ un’avventura per Sherlock e John… in trasferta.
Buon weekend a tutti! 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: yllel