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Autore: Taila    17/03/2012    4 recensioni
Il White Collar viene coinvolto in una nuova indagine. Mentre un diamante preziosissimo viene rubato e una vecchia conoscenza fa il suo ritorno, Neal deve fare i conti con quell'improvvisa attrazione che prova nei confronti di Peter, per cercare di capire cosa rappresenti davvero per lui l'amico.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve salvino gentili lettrici e ben ritrovate ^O^ Sono consapevole di aggiornare sempre in un ritardo a dir poco vergognoso, ma oltre a lavorare alla tesi – la seduta di laurea è il mese prossimo – sto anche scrivendo altre shot e una serie di long che spero di iniziare a postare presto. Questo capitolo era già pronto da qualche giorno, ma non sono mai riuscita a mettermi al computer. Ringrazio margheritanicolaevna: Ok, il prosieguo di questa mini long è tutto "colpa" tua ^O^ Ho letto la tua recensione al capitolo precedente e mi hai fatto accendere la lampadina, certi stimoli non dovete darmeli ^^''' Per la tua fic, prometto di leggerla prestissimo, in realtà l'avevo già sottocchio, ma aspettavo che la terminassi, appena posso mi ci dedico completamente ^^ Ringrazio BlackCobra: Immagino che a quest'ora tu abbia già visto la sostituta pro tempore di Hatty... che ne pensi? ^^''' Guarda, per i personaggi della BBC ho già scritto parecchie shot, una anche a raiting rosso, non mi sono fatta troppi problemi, ma per i libri di Sherlock Holmes ho ancora qualche blocco, comunque ti ringrazio per la fiducia *^* Beh, io l'avevo letto per caso: se cu google metti Matt Bomor esce subito il menù a tendina con nome e cognome seguito da gay, quindi due conti me l'ero fatti ^^ Oh, capito per la questione dei figli. No, no, non ti eri persa niente, è Neal che si è messo a fare le cosacce in solitario ^^''' e sì, si da da fare alla grande ^^''' Oddio, quando ho letto del "pennello" mi sono rotolata dalle risata, non riuscivo più a controllarmi, ma ci sta tutta! Pensa pure liberamente se questi sono i risultati ^O^ Lieta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo ti soddisfi, perchè ti avverto che siamo arrivati a... non lo dico! ^=^ Ringrazio il_vaso_di_Pandora_: Sorpresa!!! \^0^/ Sono contenta di essere riuscita nel mio intento di sorprendervi ^^ Per il mode porn on... il "peggio" dovrà ancora arrivare ^____^ Ringrazio Danyel: Guarda, questa mini long doveva terminare già due capitoli fa, ho il brutto vizio di sforare e di non rispettare mai i termini, e devi dirti che ho aggiunto un altro capitolo, non uccidermi please ^^''' Ti ringrazio davvero, me emozionata ^//^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia ^O^
Ringrazio: BlackCobra, Danyel, il_vaso_di_Pandora_, kae e malena che hanno inserito questa long tra i preferiti. Ringrazio: BlackCobra e Danyel che hanno inserito questa long tra quelle da ricordare. Ringrazio: ArabaFenice, avalen, Danyel, draco potter, ELE106, fange69, Il_Genio_del_Male , Selvy e Toru85 che hanno inserito questa long tra i seguiti.
Ringrazio tutti coloro che hanno anche solo letto e tutti coloro che leggeranno e commenteranno questo capitolo.
Adesso vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente\^O^/


Capitolo 5: Una lunga notte
Peter batteva con le mani contro la superficie della porta, ne percorreva il profilo con la punta delle dita senza sosta, cercando un punto debole su cui fare leva per poter uscire da quel posto. Phineas Dulles li aveva rinchiusi in una specie di scantinato umido e freddo, ma almeno non lo aveva separato da Neal e si era sentito più sicuro ad avere accanto un esperto di evasioni come lui. Almeno fino a quando non aveva visto la porta della loro cella, di acciaio rinforzato e senza serratura all’interno, c’era soltanto una finestrella con lo sportello che si apriva anch’esso dall’esterno e che, a giudicare dallo strato di ruggine sul cardine, non veniva adoperato da un pezzo. Non avevano alcun modo di fuggire, non per il momento.
- È tutto inutile con la porta, smettila di agitarti.- gli disse la voce scocciata di Neal alle sue spalle.
Peter si voltò verso di lui e lo trovò seduto a terra, con la schiena contro la parete e gli chiusi, esattamente come mezz’ora prima. La rabbia gli iniziò a bruciare nel fondo dello stomaco, a quella vista.
- Chiedo scusa se ti ho disturbato, ma sto cercando un modo per tirarci fuori di qui, perché tu non hai una chiara visione della persona con cui abbiamo a che fare, ma io sì!- esclamò il federale arrabbiato.
Il tono sarcastico nella sua voce attirò subito l’attenzione dell’altro, che raddrizzò la testa e dischiuse le palpebre, puntandogli addosso le sue iridi azzurre ed enormi, simili a quelle di un bambino.
- Anch’io voglio andarmene di qui, ma quella porta si apre solo dall’esterno e quindi non c’è alcun modo di farlo dall’interno.- disse parlando piano e nel tono più neutro possibile.
- Quindi è finita? Basta così, dovremmo arrenderci?- domandò incredulo il federale.
- Hai già provato abbastanza e non hai ottenuto alcun risultato, che differenza farebbe?- rispose piatto, tornando a chiudere gli occhi.
- Non ti sei mai arreso davanti a niente, che diavolo è cambiato adesso?- replicò iroso l’altro.
- Che senso ha combattere contro chi ha già vinto? Se ci troviamo in questo casino è tutta colpa mia.- sbottò il ladro arrabbiato con se stesso e il mondo intero.
Soltanto in quel momento, quando vide Neal in quello stato, Peter comprese il suo stato d’animo e sospirò sentendosi improvvisamente troppo stanco. Con un paio di passi lenti e pesanti si avvicinò al ragazzo e si sedette accanto a lui, che continuava ostinatamente a non volerlo guardare.
- Neal non è colpa tua ciò che è accaduto, lo sai. Se non fosse stato questa volta, Phineas avrebbe trovato un altro modo per portarci qui, quindi smettila di colpevolizzarti e guardami. – lo riprese bonariamente – La nostra situazione non è poi così disperata, sai?- provò a incoraggiarlo.
- Che vuoi dire?- chiese il ladro incuriosito, voltando finalmente lo sguardo verso di lui.
- Che il nostro Phineas Dulles non è così intelligente come vuol sembrare. – Peter sorrise saputo – A quest’ora i miei avranno già trovato il distintivo e la pistola che mi ha fatto gettare via prima di salire in macchiane e i Marshall saranno già in allerta, visto che ha avuto la brillante idea di tagliarti la cavigliera. Ormai saranno sulle nostre tracce, è solo questione di tempo prima che ci trovino, dobbiamo soltanto guadagnare tempo fino ad allora.- gli spiegò rivolgendogli un sorriso furbo.
Non che Neal non sapesse quelle cose, semplicemente non era riuscito a riflettere lucidamente, schiacciato com’era dal rimorso per aver contribuito a far finire Peter nelle mani di Phineas Dulles e dal timore di ciò che avrebbe potuto fargli. Il loro antagonista era un uomo senza scrupoli e il suo amico non si sarebbe tirato indietro pur di difenderlo. Venne distratto dalla mano di Peter che si stringeva attorno alla sua, stranamente calda visto il freddo che faceva in quello scantinato.
- Sei gelido. – constatò preoccupato – Devi scaldarti prima che ti succeda qualcosa. Dai, vieni qui.- e sollevò il bordo della giacca per indicargli di stringersi a lui.
Neal lo osservò per una manciata di secondi, incredulo che stesse davvero accadendo a lui e, per un attimo, il suo cervello venne bruciato da tutte le immagini che avevano popolato le sue notti e dal pensiero che, per quanto Phineas Dulles potesse fare, era soltanto lui quello che poteva abbracciare Peter, nessun altro. Si prese ancora un attimo per assaporare l’immagine di Peter che stava aspettando il suo abbraccio, un pezzetto di paradiso nel cuore stesso dell’incubo che stavano vivendo, poi deglutì e si mosse piano, quasi temesse che fosse uno dei sogni che faceva, che l’altro potesse scomparire appena l’avesse toccato. Invece Peter rimase lì, solido e caldo sotto di lui, mentre si infilava sotto il suo braccio sollevato e appoggiava la testa contro la sua spalla. Neal sorrise mentre faceva passare un braccio attorno alla vita del federale, sotto la giacca, facendolo sussultare quando chiuse la mano gelida sul suo fianco coperto solo dalla stoffa sottile della camicia e stava per appoggiare l’altra sul suo petto, quando Peter la intercettò e la strinse nella sua.
- Vuoi forse congelarmi?- scherzò mentre gli massaggiava le dita con le proprie.
- Il freddo tonifica la pelle.- commentò Neal nello stesso tono, senza togliere la testa dal nido caldo che si era ricavato.
Era troppo piacevole restare rannicchiati in quell’abbraccio forte e caldo, avrebbe dovuto sospettare che con Peter sarebbe stato in questo modo.
- Stai forse dicendo che sono vecchio?- protestò il federale, mentre si portava la mano del ragazzo davanti la bocca.
- Assolutamente. Sei in forma perfetta per la tua età.- rincarò la dose il truffatore, stranamente ilare e rilassato, nonostante la situazione.
- Per la mia età? Ti informo che sono in forma perfetta e basta, moccioso. Quando usciremo di qui te ne darò la prova.- lo minacciò in tono leggero, prima di iniziare ad alitare sulle dita intorpidite dal gelo del ladro.
Peter si aspettava un’altra battuta da Neal, invece questi rimase in silenzio e, incuriosito, abbassò la testa per guardarlo. Il signore della truffa si sentiva riempire il cuore a ogni gesto e premura che l’altro gli riservava, gli sembrava di essersi avvicinato in modo incredibile a lui, tanto da sentire come scomparsa quella sottile linea divisoria che c’era tra il federale e il ladro. In quel momento Peter gli sembrava vicino, a un livello superiore e alternativo a quello puramente fisico, e quell’affinità era qualcosa che gli scaldava e straziava l’anima. Gli occhi blu di Neal stavano guardando il federale enormi come quelli di un bimbo spaurito, sembravano annullare tutto il resto del mondo e occupare tutto lo spazio attorno a loro, splendenti di una luce azzurrina che catturava l’attenzione di chiunque ne incontrasse incautamente lo sguardo per non lasciarlo più libero. In quel momento, per Peter non esisteva null’altro che il volto bellissimo del giovane uomo tra le sue braccia, troppo vicino anche solo per pensare di opporre una qualsiasi resistenza. Nessuno dei due avrebbe mai saputo dire chi si fosse spostato per primo, chi avesse baciato chi, ma tutto quello che Neal era riuscito a registrare erano le labbra calde e morbide dell’altro uomo che si muovevano caute sulle sue, come se temesse di spaventarlo. Sentiva il naso di Peter contro il suo, il suo respiro umido e tiepido sulle labbra, e realizzò che desiderava di più, che voleva catturare quel momento prima che finisse e goderselo fino in fondo. Sollevò il braccio con cui gli stava stringendo la vita e con esso gli abbracciò il collo, mentre si spingeva contro di lui il più possibile, mosso dal desiderio di annullare ogni distanza tra di loro, affondando il più possibile nella bocca dell’altro e cercando di approfondire quel bacio.
La reazione di Peter non tardò ad arrivare: con la mano libera gli strinse le spalle, piantandogli le dita nella punta della spalla, in un abbraccio forte e possessivo, mentre aveva incrociato le dita dell’altra mano con quelle del ladro che stava ancora stringendo con le proprie, facendo combaciare i palmi e incrociando le loro dita, in una stretta dolce che contrastava la passionalità delle loro altre azioni. Quando si allontanarono per respirare, mantennero comunque i volti vicinissimi, fronte contro fronte e nasi incrociati, tanto che ognuno sentiva il respiro sostenuto e caldo dell’altro sulle proprie labbra, mentre le mani stringevano la stoffa dei loro abiti così forte da dare l’idea che temessero che l’atro potesse svanire in una nuvoletta di fumo da un momento all’altro.
Neal osservava affascinato il viso di Peter davanti al suo, mentre decine di emozioni diverse si riversavano dentro di lui, confondendolo al punto di farlo sentire come se stesse guardando quella scena dall’esterno, eppure il federale era caldo e solido contro di lui, e lo stringeva così forte da fargli quasi male. Quando, dopo una lunga pausa, l’uomo più grande sollevò le palpebre per guardarlo, Neal si ritrovò a trattenere il fiato, perché gli occhi di Peter erano simili a oceani in tempesta, sbattuti da venti implacabili e improvvisamente privi di ogni certezza.
- Peter?- provò a chiamarlo il ladro, in un sussurro così basso da essere appena percettibile.
Il federale inspirò forte, sentendosi sul punto di cadere. Sapeva bene che teneva a Neal più di quanto fosse lecito a un uomo sposato come lui, ne aveva preso coscienza pian piano, mentre il loro rapporto diventava sempre più ambiguo e stretto. Prenderne coscienza era stata la cosa peggiore del mondo per lui, perché si sentiva sempre uno schifo nei confronti di sua moglie e di se stesso, era arrivato al punto di non riuscire più a guardarsi allo specchio. Alla fine aveva deciso di lasciar fare alle cose il loro corso, avrebbe cercato una soluzione se e quando il problema si sarebbe presentato e, adesso che il momento era arrivato, non sapeva cosa fare. Aumentò la stretta sulle dita del ragazzo e spinse il suo volto contro il suo, come se cercasse un appiglio per non precipitare giù.
- Neal io… non…- provò a spiegarsi, ma venne interrotto dal bacio a stampo che gli diede l’altro.
- Sta’ tranquillo. Non devi dirmi niente ora. Pensaci bene e fai la scelta che ritieni più giusta, sappi soltanto che tu potresti prendere tutto se volessi.- parlò con le labbra a pochi centimetri da quelle dell’altro, sfiorandole a ogni lettera pronunciata.
- Mi dispiace.- mormorò Peter, chiudendo gli occhi e accarezzandogli il volto con il suo.
Neal sorrise mentre aumentava la stretta del braccio attorno al suo collo e seguiva i suoi movimenti. Era ancora incredulo che tutto ciò stesse accadendo davvero, aveva trascorso così tanto tempo a immaginare di avere un contatto simile con Peter, che ora faticava a credere che di non stare sognando. Riappoggiò la testa sulla spalla dell’altro, che gli poggiò la guancia sulla tempia.
- Dobbiamo trovare un modo di uscire di qui.- bisbigliò Neal, senza muoversi.
Peter rimase a lungo in silenzio, come se stesse riflettendo sul da farsi, poi affondò le dita tra le ciocche di capelli di Neal, per tenerlo fermo contro di sé.
- Quando Phineas verrà io lo terrò occupato e tu troverai un modo per fuggire, raggiungerai la mia squadra e gli racconterai tutto, ok?- ordinò con voce seria e distaccata, come se non stesse parlando di se stesso.
- Non puoi chiedermi questo.- protestò immediatamente il ladro, cercando di divincolarsi, ma il federale lo tenne ben fermo contro di sé.
- Questa è la nostra unica speranza di sopravvivere, cerca di capirlo. Lo farai?- gli chiese ancora, con un tono di voce in cui iniziava a serpeggiare una certa disperazione.
- Peter.- provò ancora a replicare il ladro, senza riuscire a liberarsi della sua presa.
- Lo farai, Neal?- domandò ancora il federale, in tono perentorio e parlando con le labbra premute contro la sua tempia.
Il signore della truffa si fermò un attimo, indeciso se seguire le indicazioni dell’altro o meno, ma l’abbraccio di Peter era così disperato in quel momento, che alla fine cedette. Avrebbe fatto come gli chiedeva, sarebbe corso a chiedere aiuto, ma non per questo l’avrebbe abbandonato. Abbracciò più forte il federale, spingendo il volto contro il suo collo e ispirando il più a fondo possibile il suo odore.
- Va bene.- sussurrò poi contro la pelle del suo collo, prima di lasciarci un bacio sopra.
Peter sussurrò un grazie contro la sua pelle basso e roco, trasudante di sconforto e rassegnazione che fece salire le lacrime agli occhi a Neal, che si aggrappò alla sua camicia come un bambino spaventato e cercò di stringersi a lui il più possibile. Rimasero stretti in quell’abbraccio fino a quando non si addormentarono, sfiniti dallo stress di quella lunga giornata e così li trovò Phineas Dulles quando entrò in quella cella. Li osservò per un lungo istante accigliato, la gelosia era una morsa gelata attorno alle viscere che gli stava avvelenando il sangue. Odiava Neal Caffrey perché era riuscito dove lui aveva miseramente fallito e questo non sarebbe mai riuscito a perdonarglielo.
Studiò interessato e irritato il volto di Peter, disteso in piccolo sorriso felice per quell’abbraccio di cui stava godendo, mentre a lui erano state riservate soltanto espressioni di sofferta sopportazione e rabbia. Si era dovuto accontentare di guardare la persona che amava da lontano, mentre quel piccolo patetico ladruncolo scavalcava con una facilità disarmante tutte le riserve del federale e si ricava un posto nella vita e nel cuore di Peter che non gli spettava.
Ma avrebbe pensato lui a rimettere a posto le cose, perché Peter era suo, soltanto suo.
- Sveglia belli addormentati.- urlò prima di dare un calcio negli stinchi di Neal.
I due si svegliarono di soprassalto, guardandosi intorno ancora intontiti dal sonno e senza mai sciogliere quell’abbraccio che li teneva uniti, notò furioso Phineas. Peter studiò il volto del giovane uomo che stringeva tra le braccia per accertarsi che stesse bene, prima di spostare e soffermare lo guardo sul loro carceriere.
- Lascialo andare, Phineas, è me che vuoi non lui.- gli disse con un tono di voce che voleva essere autoritario.
- È qui che ti sbagli mio adorato. – rispose cinguettando il truffatore – Io voglio entrambi. Lui è la garanzia che tu farai tutto quello che ti ordinerò di fare.- spiegò loro con un sorriso tetro.
- Che intendi dire?- chiese Neal cercando di apparire sicuro e determinato.
Gli occhi verdi e gelidi di Phineas si spostarono su di lui, carichi di una furia a stento trattenuta che lo fece rabbrividire.
- Ti facevo più sveglio visto la fama che ti circonda. – lo derise cattivo – Comunque la spiegazione è semplice: tu resterai qui sotto la sorveglianza del mio amico – e indicò l’uomo che aveva portato con sé e che era rimasto fermo davanti la porta della cella – mentre Peter verrà con me e se si azzarderà a negarsi soltanto una volta, io farò una chiamata al mio amico che si rivarrà sul suo cucciolo da compagnia, sono stato chiaro?- li minacciò tenendo lo sguardo fermo su Neal.
- Cristallino.- rispose Peter tetro.
Aveva immaginato cosa avesse in mente per lui Phineas e la cosa non gli piaceva per niente. Non era quello il modo in cui avrebbe voluto che andassero le cose, se proprio doveva avere rapporti sessuali con un uomo avrebbe preferito che fosse stato Neal il primo e possibilmente l’unico, non uno psicopatico ossessionato da lui, ma non poteva fare niente tranne che accettare quella situazione e sperare che si risolvesse il prima possibile. Phineas si volse verso di lui e quegli occhi verdi gli scatenarono un brivido gelido lungo la schiena.
- Sono contento che tu mi abbia capito, amore mio. Allora vieni con me!- e gli tese la mano destra.
Peter la osservò per un attimo, prima di farsi coraggio e afferrarla, rimettendosi in piedi. Lanciò una breve occhiata al suo giovane ladro e poi seguì il suo carceriere fuori dalla cella. Neal osservò la sua schiena allontanarsi, sentendo un peso schiacciargli il petto e le lacrime riempirgli gli occhi.

  
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