Gentilmente betato da Mary aka Mary_Sophia_Spurce
Regola numero uno.
La
luce entrava timida da un piccolo spiraglio, illuminando quelle
pochissime cose che incontrava.
Aprii
gli occhi infastidita e sorrisi nel vedere la scena. I vestiti sparsi
sul pavimento e sulla scrivania, il piumone, tutto arrotolato, era
finito ai piedi del letto e l'unica cosa che ci copriva era il
lenzuolo celeste, regalatogli una settimana prima in occasione del
trasferimento nel suo nuovo appartamento.
Il
mio bellissimo fidanzato dormiva ancora.
Il
sedere in aria, la gamba sinistra piegata e poggiata su quella destra
che, invece, era completamente distesa, un braccio sotto il cuscino e
l'altro che mi stringeva a sé. Era protettivo anche mentre
dormiva
ed era bello anche in quel momento.
Le
labbra appena dischiuse in un'espressione buffa. La fronte distesa,
segno che stava facendo sogni tranquilli.
Mi
strinsi di più a lui, lasciandogli un dolce bacio su suo
naso
all'insù. Nessun segno di risveglio perciò gli
diedi altri baci,
finchè non lo vidi aprire gli occhi ed illuminarmi con il
suo
sorriso.
-
Non potevi farmi dormire ancora? - Mi abbracciò fortissimo.
-
Stai sempre a lamentarti...- gli sussurrai sulle sue labbra -... ed
io che pensavo di darti il buongiorno in un modo diverso dal solito.-
Sorrisi
maliziosa e poi lo baciai. Venimmo interrotti, però, dallo
squillo
del suo cellulare. Sbuffai mentre mi allungavo per passarglielo,
senza neanche vedere chi fosse, ma lo capii dall'espressione sul suo
viso.
-
Mamma!-
Il
suo sorriso si allargò ancora di più, adorava sua
madre tanto
quanto lei odiava me.
Lo
guardavo sorridere ed annuire mentre si alzava dal letto e si vestiva
in fretta e furia.
-Certo
che non si sono problemi, verrà anche Elena.-
Gli
mimai un NO con le labbra, con il corpo e con tutto ciò che
c'era
attorno a me, ma fece finta di nulla e continuò la sua
telefonata.
-No
che non vengo!-
-
O andiamo Ele... sai che mia mamma ci tiene!-
Non
mi avrebbe mai convinta. Odiavo i pranzi domenicali a casa Orlando,
li odiavo più di qualsiasi cosa al mondo.
Non
mi sentivo per niente accettata in quella famiglia. Solo il padre mi
era simpatico forse perché sorrideva ed era gentile con me,
al
contrario di quella vipera della madre. Non era colpa mia se quando
entravo in quella casa cercavo di essere il più naturale,
gentile e
cortese possibile, ma non potevo non notare gli sguardi assassini
della sorella di Stefan e della signora Orlando, Sharon.
-Ci
vediamo più tardi allora, ok?-
Lo salutai baciandolo sulle
labbra e scesi dall'auto entrando in casa.
Il
silenzio regnava sovrano, evidentemente mio fratello Jeremy era in
giro con la sua nuova fidanzata, Anna, quindi ero completamente sola
con casa a mia completa disposizione.
Musica a palla, sali da bagno nell'acqua calda della vasca e candele
profumate alla vaniglia, mi immersi rilassandomi completamente e
cantando alcuni versi di “It Will Rain” amavo la
modalità random dello stereo, chiusi gli occhi non pensando
a nulla, finalmente ero sola lontana da pensieri e preoccupazioni
varie, ogni donna, anzi, ogni essere umano meritava un momento del
genere almeno una volta a settimana.
Forse mi addormentai perchè fu davvero traumatico quando
sentii suonare il campanello insistentemente, caddero persino due
candele per terra, lontane dal tappeto per fortuna, quando corsi ad
aprire la porta tremando di freddo.
-Accidenti! E se fossi stato un maniaco?-
-Non è che ci sia tutta questa differenza- Gli feci spazio e
si accomodò in casa dirigendosi direttamente in cucina. -Ti
serve qualcosa?-
-Andiamo Lena così mi offendi! Mi apri in accappatoio, dai a
me del maniaco e insinui che sia qui perchè mi serve
qualcosa.-
Con tutta calma lo vidi armeggiare prima con il frigorifero poi con il contenitore del pane.
-D'accordo, ho bisogno del tuo aiuto.- Addentò il suo toast e io mi sedetti sullo sgabello di fronte a lui, prima o poi avrebbe parlato ne ero certa. -IeriFonouFitoe...-
-Se parlassi con la bocca vuota forse riuscirei a capirti- Sbottai, togliendogli il toast dalle mani, quel ragazzo era in grado di farmi saltare i nervi anche dopo un bel bagno rilassante.
-Ieri sono uscito con Caroline...-
Scoppiai a ridergli in faccia, e cominciai a salire le scale che mi dividevano dalla mia camera da letto.
-Lo sapevo che non dovevo dirti nulla.- borbottò.
-Quella Caroline? La figlia del Senatore Forbes? La ragazza più popolare e bella della città?- Gli chiesi ironica dal bagno mentre mi vestivo, sapendo che lui era sdraiato sul mio letto a torturare i peluche che gli tolsi dalle mani non appena lo raggiunsi.
-Non capisco tutto questo sarcasmo-
Risi di nuovo.-E sentiamo, casanova, come è andata?- Mi distesi accanto a lui.
-Oh..diciamo che non è andata come mi aspettavo- Lo invitai a continuare con lo sguardo - Siamo andati al cinema, ho fatto la mia solita mossa, lei se n'è accorta e quindi ho dovuto lasciar perdere. Non ridere! La cosa più grave è stata quando ho cercato di baciarla-
-Che è successo?- Gli chiesi abbastanza curiosa.
-Mi ha respinto!- Urlò sconvolto causando la mia ilarità.
Damon era così, tremendamente tragico nei suoi racconti amorosi. Non riuscivo a smettere di ridere nel vedere la sua espressione afflitta al ricordo di quel bacio mancato, al ricordo del rifiuto di Caroline, il primo rifiuto in tutta la sua vita. Più ridevo più il suo sguardo si faceva minaccioso, lanciò i peluche in aria, perchè sapeva che erano i miei piccoli figlioletti, e si buttò su di me iniziando a farmi il solletico. Non riuscivo a respirare.
-Ti prego Damn, non res.respir.ro-
Alzò le mani, scrutandomi a fondo, come per controllare se stessi dicendo la verità, e poi si alzò, permettendomi di rilassarmi e ridarmi la vita.
- Mi devi aiutare- Lo guardai interrogativa, oltre che terrorizzata. -Tu sei una ragazza e voi sapete sempre cosa fare in questi casi. -
- Che dovrei fare esattamente?-
- Aiutarmi a conquistarla, insegnarmi qualche trucchetto- Lo guardai scettica, e lui continuò -Mi piace davvero Lena.. Caroline non è la solita ragazza da portare a letto e basta! Lei è bella e simpatica, voglio conoscerla.-
- Sembri serio. Sicuro di non avere la febbre?-
- Sono davvero serio- I suoi occhi azzurri mi fulminarono e in quel momento presi la decisione più sbagliata in tutta la mia vita -D'accordo ti aiuterò-
Damon e io ci conoscevamo da... beh,
in pratica una vita, eravamo cresciuti insieme, l'avevo visto in
tutte le situazioni possibili ed immaginabili.
Appena sveglio, in
pigiama, in accappatoio, ubriaco, in lacrime e anche nudo, in
realtà
avevo visto solo il suo "lato B", ma c'era chi avrebbe
pagato per essere al mio posto. Prima che mi mettessi insieme a
Stefan dormivamo spesso insieme quindi anche lui mi aveva visto nei
miei momenti peggiori e non me ne vergognavo perché era come
se
fossimo fratelli. Per queste ragioni avevo deciso di aiutarlo ed
anche perchè sapevo che se avessi avuto bisogno io di lui
non se lo
sarebbe fatto chiedere due volte.
-Quindi? Devo farmi la ceretta
con lei? Accompagnarla a fare shopping o dal parrucchiere?-
Gli
risi in faccia. In effetti l'idea di Damon dall'estetista urlante nel
patire i dolori della ceretta non era una brutta idea, ma optai per
dirgli la verità. -Vedi, caro mio, per conquistare una donna
soprattutto una come Caroline è come se ci fossero dieci
regole-
-E
tu le conosci?- Mi chiese con quel ghigno fastidioso.
-Lo vuoi o
no il mio aiuto?- Sbuffai lanciandogli una ciabatta in testa, era il
mio migliore amico ma a volte avrei voluto strozzarlo, farlo a
pezzettini e seppellirlo in qualche parco disperso. -Dunque, seguendo
queste dieci regole, potresti farle cambiare idea sul tuo conto e
addirittura farla innamorare di te- I suoi occhi si illuminarono,
pensai che forse era davvero interessato a lei e che Caroline non
fosse il solito sfizio o la solita scommessa fatta con gli amici del
pub -Però devi seguirle alla perfezione Damn o non
funzionerà!-
-Che
cosa devo fare?-
Fu il mio turno di sorridere, da un lato ero
felice di aiutarlo perchè se tutto quel lavoro avesse
funzionato,
allora si sarebbe sistemato con una ragazza seria, ma dall'altro lato
mi sentivo molto sadica, lui era il mio burattino e gli avrei fatto
fare qualsiasi cosa. Mi trattenni dal ridere per quel pensiero, lo
avevo immaginato di legno come un Damon-Pinocchio.
-Le hai già
detto che vuoi uscire con lei?- Negò con il capo facendomi
venire
l'istinto di picchiarlo a sangue. -Bene, fallo-
-E che le
dico-
-Come che le dici?- Mi sbattei una mano sulla fronte con
fare disperato, era senza speranza -Tu non sei il Casanova, il Don
Giovanni? Adesso la chiami e le dici che ti piacerebbe uscire di
nuovo con lei e..- lo ammonii con lo sguardo prima ancora che mi
interrompesse -se si nega, ti scusi per l'altra volta e gentilmente
le chiedi un'altra possibilità-
-Gentilcosa?-
-Accidenti
Damon! Hai un cuore ed un cervello anche tu, usali piuttosto che
ragionare sempre con il tuo cosetto lì sotto-
-'Etto' sarà
quello del tuo ragazzo- Uscì dalla mia camera con il
cellulare in
mano, sapevo che colpendolo proprio in quel punto, si sarebbe sentito
ferito nell'orgoglio ed avrebbe fatto quella telefonata.
In
attesa che lui finisse, sistemai la mia camera e finii di vestirmi
prendendo anche la borsa ed indossando le scarpe, lo vidi rientrare
con una faccia sconvolta che quasi mi fece preoccupare.
-Mi.. mi
ha detto di sì-
Scrollai
le spalle, ne ero sicura che avrebbe accettato. Damon era bello, gli
bastava essere gentile per avere tutti ai suoi piedi.
-Ha
funzionato! Tu sei un genio e io ti adoro-
-Lo so. Adesso dobbiamo
andare- Il suo sguardo interrogativo mi obbligò a parlare di
nuovo
-Si va a fare shopping-
Me ne stavo seduta sulla
poltroncina in attesa che uscisse dal camerino per farmi vedere
l'ennesimo paio di jeans o l'ennesima camicia, ormai non sapevo
più
che cosa stesse provando.
-Puoi ripetermi la prima regola?- Mi
urlò da là dentro, e per fortuna le commesse ci
avevano lasciato
soli.
-Di nuovo? L'ho già fatto per d..-
-Per favore Lena, ne
ho bisogno- mi interruppe.
Sbuffai - Al primo appuntamento non
vestirsi troppo, e neanche troppo poco. Non mettersi in mostra troppo
presto, non fare il timido troppo a lungo ma nello stesso tempo non
parlare troppo di te stesso. Al secondo appuntamento valgono le
stesse regole, con una differenza: non si ha il diritto di fare
sesso. E molto importante: Una donna si accorge sempre se un uomo le
sta guardando la scollatura, non importa quanto si è stati
rapidi o
furtivi.- Ormai ripetevo quelle parole come un mantra e lui
mi
veniva dietro come se le stesse imparando a memoria.
-E questo per
me sarebbe il primo o il secondo appuntamento?-
-In pratica è il
secondo, in teoria potresti comportarti bene e fare due in
uno-
-Anche tre- Lo ammonii con lo sguardo dato che era uscito dal
camerino. Indossava un paio di jeans sul blu scuro, una camicia
bianca e un gilet grigio sopra, lasciato sbottonato. -Mi manca
qualcosa, vero?- Mi voltai e vidi un cappello borsalino dello stesso
colore del gilet -Sono il Dio della figaggine-
-Sei il Dio degli
idioti, su spogliati e paga, non abbiamo tempo da perdere- Lo spinsi
verso il camerino per mettergli fretta, ma non fu una buona idea,
perchè mi intrappolò i polsi in una sua mano
sollevandomi con una
gamba e mettendomi su un fianco, mi sentivo un sacco di patate
più
che una persona. -Dai Damn, mettimi giù-
-Devi dire la parola
d'ordine-
-Padrone??- Scosse la testa -Non la conosco, per
favoreeee- Una commessa venne a vedere la situazione e trovandoci in
quel modo si mise a ridere, strano dato il modo in cui aveva guardato
Damon non appena eravamo entrati. -Ci scusi, adesso la smettiamo- Non
ero molto credibile in quella posizione.
-Tranquilli tanto non c'è
nessuno. Siete una bella coppia-
Damon sorrise -Grazie- Aspettò
che quella se ne andasse prima di continuare -Dunque, dimmi la parola
d'ordine e ti lascio andare, ti aiuto, l'ho detto prima io-
Ci
pensai su, e se avessi potuto mi sarei data un colpo di mano in testa
-Sei il Dio della figaggine- Mi mise giù ed ebbi la
tentazione di
picchiarlo ma sapevo che la sua vendetta sarebbe stata tremenda.
Finalmente dopo aver pagato uscimmo dal negozio, si era fatto
tardissimo e non avevo neanche sentito Stefan, se avesse saputo che
ero uscita con Damon senza neanche farglielo sapere si sarebbe
arrabbiato da morire.
Gli
mandai un messaggio spiegandogli quindi la situazione ma omettendo lo
shopping, non perchè volessi mentirgli ma per evitare
discussioni
inutili.
-Grazie davvero Lena, ti farò sapere come va a finire-
Lo abbracciai prima di scendere dall'auto -Andrà bene, non
preoccuparti- Chiusi lo sportello e lo salutai con la mano,
ovviamente non si mosse, aspettava che entrassi in casa e chiudessi
la porta per ripartite.
Stavo per infilare la chiave nella toppa
quando sentii il clacson della sua auto. Mi voltai con il cuore che
scalpitava dallo spavento, l'idiota aveva suonato a mio fratello per
salutarlo e si erano messi a parlare in mezzo alla strada, si
lasciarono dopo qualche minuto.
-Dove sei stato?- Il mio non era
un tono accusatorio o chissà che, mi preoccupavo solo per il
mio
fratellino minore.
-Potrei chiederti la stessa cosa riguardo
questa notte- Mi rispose sornione incrociando le braccia al petto,
mentre posavo le chiavi di casa sul mobiletto all'ingresso. -Eri con
Damon?- Il mio sguardo fu più eloquente di qualsiasi altra
parola.
-Stavo scherzando, lo so che eri con coso-
-Stefan-
-No, mi
chiamo Jeremy-
-Idiota, si chiama Stefan, quindi smettila di
chiamarlo 'coso'- Sbuffai. A volte mio fratello e Damon facevano la
gara a chi riusciva a farmi impazzire per prima, Jeremy perdeva quasi
sempre. -Quindi? Eri con Anna-
-Sì, ci siamo visti verso le 10.
Non ha dormito qua, tranquilla- Sapeva della regola fondamentale
'nessun ragazzo o ragazza doveva dormire in casa nostra', ovviamente
era sempre stata fatta eccezione per Damon, considerato un fratello
anche da Jer. -Che hai fatto fino a quest'ora con Damon?-
Scrollai
le spalle -L'ho aiutato a fare una cosa-
-E il tuo Stefan non è
geloso?-
-No, perchè mi ama e capisce l'amicizia che ci
lega-
-Bah, se lo dici tu. Io non permetterai alla mia fidanzata
di fare quello che fai tu con Damon-
-Questo è perchè sei un
idiota-
-No.- Rispose mentre saliva le scale -E' perché vedo
quello che c'è tra te e quell'altro-
Non gli risposi nemmeno,
tra me e Damon c'era un bellissimo legame d'amicizia, che mai e poi
mai avrei scambiato per amore, lo conoscevo troppo bene, c'era fin
troppa confidenza per poter solo pensare di iniziare qualcosa di..
qualcosa che non fosse amicizia insomma. Era stupido anche fare quel
discorso, dovevo piuttosto, risolvere la questione con Stefan, dato
che mi aveva mandato tantissimi messaggi dopo aver saputo che stavo
con Damon.
La mia vita stava cominciando a incasinarsi in maniera
allarmante, dovevo fare qualcosa per calmare le acque.
*********
E' trascorsa quasi una settimana dalla pubblicazione del prologo di questa nuova storia e prima che lo dimentichi vorrei ringraziare tutte quelle fantastiche persone che hanno letto ciò che ho scritto, coloro che hanno aggiunto -sulla fiducia- la storia tra preferiti, seguiti e ricordati e ancora chi ha commentato. GRAZIE.
Nel primo capitolo conoscete già tutti i personaggi principali, Elena -ovviamente- Stefan, Damon e Jeremy. Non darò molto spazio agli altri e non mi interessa neanche dare una precisa collocazione temporale, quello che voglio è descrivere le dinamiche dei loro rapporti.
L'amicizia da un lato e l'amore dall'altro.
O entrambi in entrambi i lati.
Ci si legge la prossima settimana.
Ho un profilo facebook, potete aggiurgermi se volete, ma per favore specificate chi siete, Thecarnival efp .
Esiste anche un gruppo, dove pubblico storie e scemenze varie, e dove possiamo parlare liberamente, sempre su facebook, Le mie storie ed altro.