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Autore: sakura_tan    17/03/2012    2 recensioni
Mafia russa, monete d'oro, rapimenti e tanto amore. Una classica hurt/comfort con finale slash (Neal/Peter)
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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WHITE LIE 6
Io credo che Neal sia un personaggio assolutamente pansessuale. Dopotutto è un romantico. Per questo mi è subito sembrato naturale l'amore tra lui e Peter.
E fanculo chi dice il contrario.


ge



CAPITOLO 6: BLUISH

"Would you dance if I asked you to dance?
Would you run and never look back?
Would you cry if you saw me crying?
Would you save my soul tonight?

Would you tremble if I touched your lips?
Would you laugh? Oh please tell me this.
Now would you die for the one you love?
Hold me in your arms tonight.

I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away

Would you swear that you’ll always be mine?
Would you lie,
Would you run and hide?
Am I in too deep?
Have I lost my mind?

I don’t care
you’re here tonight*"



Un rumore metallico
Sangue
Risa

Buio
Freddo

Paura
Graffi
Acqua
Annaspare
Svenire
Svegliarsi

Incubo


Si alzò di scatto ansimante. Dov'era? Sentì delle fitte lancinanti per tutto il corpo. Non riusciva a tenere gli occhi aperti: la luce era troppo forte. Troppo bianca.
"Neal..." qualcuno lo chiamò. Si girò spaventato verso la direzione da cui era provenuta quella voce. Riuscì ad intravedere una figura indistinta che avvicinava una mano a lui. Si scostò velocemente, rannicchiandosi in un angolo di quel letto di ospedale.
"Neal, sono io. Sono Peter."
Peter?
"Se non vuoi non ti tocc-" Il ragazzo, incurante del dolore, si slanciò verso l'uomo e lo abbracciò. L'altro ricambio l'abbraccio, abbassandosi un poco per permettere a Neal di sedersi sul letto invece che stare in ginocchio. Ma quello,seppur tremando, non si mosse dalla sua posizione, continuando a stringersi all'uomo.
Era Peter. Ed era reale.
"Dove siamo?" disse, con un filo di voce.
"Siamo in ospedale"
"Non risco a vedere bene..."
"E' normale...è perchè sei stato al buio per quattro giorni", si allontanò un po' da lui per guardarlo in volto e gli sorrise: "ti è cresciuta anche un po' di barba"
Nel vedere il viso del suo amico così vicino al suo, improvvisamente si rese conto di quello che stava facendo. Sciolse l'abbraccio e si sdraiò sul letto, emettendo un grugnito a causa del dolore: "scusami"
 
Neal riuscì ad aprire gli occhi un po' di più e Peter ne potè vedere lo splendido colore, sebbene non avessero la solita luce.
"Non devi scusarti.Vado a chiamare Elizabeth e Mozzie per dire loro che ti sei svegliato."
 Mentre si allontanavai dalla stanza, l'ex truffatore tentò di alzare una mano per fermarlo, ma improvvisamente gli sembrò aver perso tutte le sue forze. Poi udì dei passi: "buon giorno, signor Caffrey.Devo cambiarle la flebo. Comunque tra qualche giorno potrà ricominciare a mangiare da solo". Riuscì a scorgere la figura di una giovane donna: "qualcosa mi dice che il menù non prevede bistecca ai ferri e Chateau Margaux", disse a fatica. La ragazza sorrise e si avvicinò al letto per cambiargli la flebo. Appena gli sfiorò il braccio Neal si ritrasse, iniziando a tremare: "NON MI TOCCARE!" Gridò, con voce così alta che qualcuno si affacciò alla stanza per vedere cosa stesse succedendo. Peter, sentendolo, entrò correndo e gli cinse le spalle per calmarlo: "va tutto bene, Neal". Il ragazzo si strinse in quell'abbraccio:"mi dispiace..." disse, con tono incerto
"Ti ho già detto che non ti devi scusare. E' normale che tu senta spaventato, ma vedrai che si risolverà tutto."
Dopo qualche secondo il suo corpo si rilassò tra le braccia del federale: si era addormentato. Quando furono soli nella stanza, Peter gli si sedette a fianco. Il pallore del suo viso era esteticamente incantevole, dal momento che contrastava energicamente con i folti capelli corvini, che gli cadevano sul viso come la cornice della tela più bella.
Poteva sentire il suo respiro, finalmente calmo e regolare. Anche se era vestito con un anonimo camice bianco, Peter pensò che niente gli fosse mai stato così bene. Portò la mano verso la sua guancia e lo sfiorò, fermandosi ad osservare le seducenti ed eleganti labbra semiaperte. Qualcosa di violento ed irrefrenabile vibrò dentro di lui: un'esplosione improvvisa e dolorosa. Era la consapevolezza di una verità che non sarebbe mai dovuta essere tale.
L'aveva baciato.
Sospirò, chiudendo gli occhi e chiedendosi cosa gli fosse passato per la testa. Scacciò quel pensiero prima che diventasse troppo pericoloso.

****

"Come è andata?" chiese, appena vide Mozzie raggiungerlo nel corridoio.
"E' riuscito a farsi la barba!"
"Se non gli avessi portato il rasoio piuttosto se la sarebbe tagliata con il coltello della mensa. Comunque come sta?"
"Non si fa toccare"
Sebbene tutti fossero felici del ritorno di Neal, la gioia si esauriva ogni volta che ci si rendeva conto delle conseguenze di quell'orribile esperienza. Era ormai in ospedale da due settimane e le sue ferite erano in via di guarigione. Tuttavia c'era qualcosa in lui che lo faceva svegliare in piena notte urlando, madido di sudore e tremante.Qualcosa di così straziante da mettergli paura ogni qual volta che qualcuno lo toccava.
A parte lui, ovviamente.
Neal glielo chiedeva spesso: "perchè riesco a farmi toccare solo da te?"
Peter non conosceva la risposta, ma gli mostrava sempre un'espressione divertita: "perchè sono l'unico che non ti riempe la camera di fiori puzzolenti"
Sul volto dell'amico si disegnava un sorriso forzato.
Succedeva anche che, di sera, quando la stanza era silenziosa, Neal gli chiedesse di raccontargli di qualche vecchio caso. Adorava sentire il suono profondo della sua voce. Allo stesso modo, Peter amava vederlo addormentarsi ed ascoltare il suo respiro regolare, capace di infondergli la più intensa serenità. A volte si addormentava al suo fianco, svegliandosi in piena notte a causa degli incubi del ragazzo; allora lo tranquillizzava sfiorandogli delicatamente la pelle con le dita.
Quelle notti erano lunghe e tristi, e Neal spesso si arrabbiava, scostando la mano dell'altro: odiava sentirsi così fragile. Poi, però, si calmava e cercava irrequieto il tocco dell'altro.

Perchè solo da te?

****

Salì velocemente le scale della casa di June ed entrò nell'appartamento di Neal senza nemmeno bussare: "sono di nuovo un agente dell'FBI a tutti gli effetti!" esclamò, sventolandogli davanti il distintivo, per poi tornare improvvisamente serio: "tu stai bene?"
"Non muoio se mi lasci solo per qualche ora. Sei iperprotettivo!"
L'altro si accigliò, ma non si arrabbiò. D'altra parte aveva ragione. Gli appoggiò una mano dietro la schiena e lo costrinse a sedersi sul letto: "e tu sei un irresponsabile"
"Touchè. Mi passi un bicchiere di Merlot?"
Lo fulminò con lo sguardo: "non ci sperare. I dottori sono stati chiari. Nienta alcool per un mese".
Il ragazzo si alzò con un balzo e scartò Peter sulla destra, raggiungendo la bottiglia di vino: "sei proprio senza speranza" disse l'uomo, sospirando. L'altro sorrise e uscì sul balcone. L'amico lo raggiunse dopo pochi secondi con una bottiglia di birra.
Entrambi si appoggiarono al muro, guardando lo skyline nell'orizzonte stellato. Il silenzio della sera li avvolgeva in una dimensione intima e malinconica. Una brezza leggera e fresca scompigliò i capelli corvini del ragazzo. Il suo sguardo era lontano, come se si fosse smarrito nella trama di stelle lontane.
"Sei sicuro di star bene?" Peter si voltò verso di lui, che continuava a tenere gli occhi fissi verso l'infinito:" mi faccio un sacco di docce ma continuo a sentirmi..." esitò per un istante: "...sporco". Poi tese le labbra in un sorriso rilassato, che a Peter sembrò fosse rivo
lto alla luna: "non ti ho ancora ringraziato per la canzone"
"Sapevo che ti sarebbe piaciuta come idea".
Entrambi tacquero per qualche minuto, godendosi la pace serale di Manhattan. Poi Neal interruppe la sua contemplazione solenne al cielo e si girò verso l'uomo accanto a lui: "Perchè mi hai baciato quella notte?"
Il federale si sentì il cuore in gola. Si morse le labbra e scosse lentamente la testa.
"Non me lo chiedere"
"perchè?"
"perchè non conosco la risposta" disse, prima di rientrare nell'appartamento. Neal lo seguì.
"Ora devo tornare a casa. Se hai bisogno di qualche cosa chiama"
Lo bloccò per un braccio: "non scappare e rispondimi"
"Cosa vuoi che ti risponda?" esplose l'altro, prendendo la giacca e raggiungendo la porta: "è tutta...colpa tua!"
"Tutta colpa mia?! E, di grazia, che cosa avrei fatto?"
Peter lo additò: "te ne vai sempre in giro con quell'aria maliziosa e quel sorriso maledettamente perfetto" aprì la porta: "sei così...ambiguo!"
Neal gli impedì di uscire, richiundendola violentemente: "cosa?" disse, sgranando gli occhi: "sarei io quello ambiguo? Sentiamo, chi è che trova ogni pretesto pur di sfiorarmi? Chi si fa prendere dal panico se stiamo lontani più di due ore? E, soprattutto, chi di noi due ha baciato l'altro?!?"
Peter boccheggiò e riaprì la porta, abbandonando la stanza senza dire una parola.
Neal si accasciò contro il muro. Aveva urlato troppo: una costola gli faceva ancora male.


"To see you when I wake up
Is a gift I didn't think could be real.
To know that you feel the same as I do
Is a three-fold utopian dream.

You do something to me that I can't explain.
So would I be out of line if I said
I miss you?

I see your picture
I smell your skin on the empty pillow next to mine.
You have only been gone ten days
But already I'm wasting away.

I know I'll see you again
Whether far or soon
But I need you to know that I care

And I miss you*"


NOTE:
*Hero,
Enrique Iglesias. (Dovete ascoltarla assolutamente perchè è meravigliosa)
*I miss you, Incubus



Questo capitolo era prorio fluff, eh?
Mi piace il fluff.
Ma era davvero fluff?
Bho. Forse mi piace solo la parola.
Fluff.

Fluff.



Fluff.
  
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