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Autore: Moriar tea    18/03/2012    4 recensioni
Si chiamava Lavi, o almeno così diceva. Il tono della sua voce mentre pronunciava quel nome, in realtà, non sembrava poi così convinto: come quello di un bambino che recita un'imbarazzata poesia imparata a memoria. Ma si chiamava Lavi, ed era un Bookman.
[ 99 missing moments della storia tra Lavi e Yu. ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti, Yu Kanda
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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amore.
[ maggio, 18 anni ]


La prima volta che avevano fatto l'amore, Lavi aveva dormito nel letto di Yu per tutta la notte, abbracciato a lui, con il naso affondato nei suoi capelli; e non aveva voluto sentire ragioni. Doveva essere al suo fianco la mattina dopo, quando si sarebbe svegliato e per un istante avrebbe pensato che era stato tutto un grandissimo errore. Il suo ruolo era quello di proteggerlo dagli incubi, di assicurargli un sonno sereno: e più di ogni altra cosa, di esser pronto a sorridergli e a dirgli che sarebbe andato tutto bene, che non era stato un errore, e a dargli un bacio sulla labbra che fugasse ogni altro dubbio.
Lavi e Yu quella notte avevano fatto l'amore come per tutta la vita avevano fatto la guerra. Era stato un'altro dei loro picchi di tensione, quell'elettricità che correva sempre fra i loro corpi, che li portava a continui battibecchi ed estenuanti rincorse per tutta la Sede, finendo quasi sempre con qualche insulto sputato tra i denti o un amorevole 'Yu-chan!' chiocciato a voce troppo alta. Il loro, si sapeva, non era mai stato un rapporto calmo.
Ogni volta che aprivano bocca, finivano per produrre fuochi artificiali di gesti e parole; non c'era quiete, tra loro. Erano troppo diversi perchè si instaurasse un sereno equilibrio, ogni incontro era un'esplosione.
Quella notte Lavi e Yu avevano fatto l'amore accendendo una miccia, una bomba inesplosa. Era pericoloso, certo, si erano scottati: ma entrambi sapevano che sarebbe stato più pericoloso lasciarla sotterrata, quella bomba, e aspettare che scoppiasse nel momento più sbagliato. Si erano guardati negli occhi, e improvvisamente si erano visti stanchi di essere i ragazzi del 'prima o poi'.
Baciarsi era stato naturale, quanto passarsi le dita addosso e scoprire che i vestiti erano di troppo. C'era stato un imbarazzo incredibile nei i loro gesti, un pudore che Lavi non sapeva nemmeno di possere; si sentì tornato un quindicenne inesperto, che consuma la prima volta con una ragazza di cui a malapena conosce il nome, e di cui per sempre ricorderà solo l'odore dei capelli. Ma Yu non era quella ragazza, era ben altro che un nome e profumo di pan di zenzero; era la sua seconda prima volta, lo sciocco sentimento di ineguatezza, tutto quel mal di pancia, e tanto calore alla bocca allo stomaco. Si erano spogliati con la paura di guardarsi, anche se nudi si erano visti mille volte e forse più.
Gli occhi di Yu nudo erano tutta un'altra cosa rispetto a quando era vestito. La differenza era cruciale: iridi liquide e blu come il mare che rispondevano solo a meccanismi semplici, bisogni elementari, fame, sete, sesso, amore. Niente a che vedere coi soliti pozzi senza fondo pieni di domande senza risposta, impegnati di continuo in elucubrazioni mentali straordinariamente inopportune. Erano questi occhi, gli occhi senza veli, che gli avevano chiesto implicitamente di non esitare; l'avevano guardato dritto in faccia, con quell'imbarazzo meraviglioso e sfacciato, e gli avevano detto che non poteva più tirarsi indietro. Lavi era certo che non l'avrebbe fatto comunque.
E poi era stata una discesa. Era subentrata la fiducia, a sciogliere le paure, unita ai primi timidi preliminari, suoni dolcissimi e mai volgari a luce spenta. Si erano guardati nella penombra per ore intere, troppo scossi per tenere la lampada accesa, ma abbastanza coraggiosi da chiamarsi per nome quante più volte potevano. Lavi aveva sorriso nel buio, l'aveva baciato, e tre dita umide di saliva gli avevano aperto la strada per il paradiso.
Lavi e Yu avevano fatto l'amore senza il bisogno di domandarsi perchè. Sarebbe venuto il momento in cui si sarebbero chiesti una spiegazione, e allora, pazientemente, avrebbero sciorinato la lista dei se e dei ma che non li avrebbero mai condotti nudi sotto quelle lenzuola. Ma quella notte Lavi e Yu avevano fatto l'amore felici di farlo e di chiamarlo con quel nome, felici delle carezze impacciate, dei gesti rozzi e dei baci a fiori di labbra più ancora di quant'erano stati felici di gemiti e orgasmi.

Il mattino dopo Yu aprì gli occhi, e per un istante pensò che era stato tutto un grandissimo errore. Ma poi Lavi gli accarezzò una spalla, lo guardò negli occhi e gli sorrise, un sorriso stanco e un po' assonnato che faceva comunella con una zazzera di capelli arruffati. Gli sussurrò che non era stato un errore, e gli diede un bacio dolce sulla bocca.
Sarebbe andato tutto bene.

  
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