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Autore: Sybeoil    18/03/2012    2 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza? E se suddetta ragazza si trovasse a dover affrontare il nemico peggiore di ogni tempo: l'amore?
***
La vita di Charlotte Lily Potter è sempre stata complicata ma qualcosa, accaduto subito dopo la fine dell'ultima battaglia con il Signore Oscuro, la renderà ancora più caotica. Un bacio, un singolo unico bacio, sconvolgerà per sempre la vita sua e dei suoi amici. Un bacio dato da una persona della quale non ci si deve fidare, soprattutto se il nome di questa persona è Malfoy.
Cosa accade quando la Slavatrice del Mondo Magico, cade preda delle spire di una serpe come lui?
Quali conseguenze può portare l'amore di un magiamorte per una Potter?
Cosa accade quando il cuore di una Fenice si lascia intossicare dal veleno di una Serpe?
***
DAL SECONDO CAPITOLO
< Qualcosa di divertente Potter? > chiese con la sua solita aria di superiorità. < In effetti si, Malfoy > replicai io placidamente. < E mi renderesti partecipe del tuo divertimento? > chiese lui alzando elegantemente un sopraciglio. < Certo > risposi divertita < Si da il caso che il mio divertimento provenga da te >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 29

 

 

 

 

 

Il ballo si protrasse ancora per un paio di ore prima che la preside annunciasse la fine dell’evento più babbano che Hogwarts avesse mai ospitato. Ragazzi e ragazze, delusi per la fine precoce della festa, uscirono scompostamente dalla sala cominciando a rincasare ognuno nei propri dormitori.

Perfino Charlie, che sapeva bene dell’esistenza di una festa fuori orario organizzata dalle serpi, si diresse verso la torre del settimo piano con le scarpe strette in mano e un peso enorme sul cuore.

Le parole che il rosso le aveva quasi urlato contro durante il ballo le rimbombavano nella mente amplificandosi e incastrandosi nelle vene, nel cuore, nell’anima.

Ronald aveva ragione! La vita, soprattutto la sua, era troppo breve per potersi permettere tentennamenti o anche solo ripensamenti.

Se voleva essere felice doveva farsi coraggio e andare a parlare con quel biondo che volente o nolente, le era entrato dentro e di andarsene non ne aveva proprio voglia.

Era praticamente di fronte al quadro della Signora Grassa che faceva da ingresso alla sala comune dei Grifoni, quando da dentro la stanza provenne un urlo, tanto acuto da rischiare di rompere le finestre dell’interno castello.

Pensando al peggio disse velocemente la parola d’ordine alla signora del quadro e con la bacchetta già stretta tra le dita entrò di corsa nella sala.

< Che succede? > domandò una volta dentro.

Una ragazzina del quarto anno con un’impalcatura al posto dei capelli chiari, le si avvicinò sorridente per mostrarle quello che aveva tutta l’aria di essere un biglietto.

Solo ora, fissando quella ragazzina ancora avvolta nel suo abito da ballo, la mora si accorse della pioggia infuocata che cadeva sopra le teste dei grifoni. Una serie di piccole palle infuocate che appena toccavano terra si tramutavano in piccoli biglietti d’invito a quella che si preannunciava la festa del secolo, erano sparsi sul pavimento della stanza su cui nemmeno a dirlo, erano piegati la metà dei presenti.

Doveva ammetterlo, Malfoy aveva avuto davvero una buona idea!

Sorridendo senza farsi vedere cominciò a farsi largo tra i vari grifoni che ancora intasavano la sala diretta verso la porta del dormitorio femminile.

Mentre tornava dalla Sala Grande non aveva visto né Hermione né Ginny, molto probabilmente erano già andate alla festa.

Meglio,

pensò cominciando a salire i gradini che portavano alle stanze da letto delle ragazze, avrò modo per riflettere.

Con la lentezza di un bradipo addormentato aprì la porta della stanza che divideva con le sue migliori amiche rimanendo sconvolta dallo spettacolo che le si parò davanti.

Piegata all’interno del suo armadio, con indosso solo la biancheria intima, c’era Gin. Dall’altra parte della stanza seduta compostamente sul suo letto c’era la riccia che fissava l’amica preoccupata ma divertita al contempo.

< Che succede? > domandò la mora notando solo in quel momento il caos che sembrava essersi impossessato della sua tanto amata camera.

< Oh, ciao Charlie > salutò la rossa riemergendo dall’armadio con un top stretto in mano che poi gettò accanto ad una pila di vestiti sparsi sul pavimento.

< Sta cercando qualcosa da mettersi per la festa > spiegò la riccia facendo spazio all’amica affinché anche lei potesse godere dello spettacolo offerto dalla rossa.

< E c’era bisogno di fare tutto sto casino? > domandò Charlie ricevendo in faccia una gonna di pelle nera.

< Lo sai com’è fatta > si limitò a dire la riccia alzando le spalle.

< Certo certo > cominciò la rossa in questione < Intanto quando io sarò una strafiga e voi invece sarete “normali” non voglio sentire lamentele. Sono stata chiara? > disse emergendo di nuovo dall’armadio sorridente e vittoriosa.

Finalmente, dopo estenuanti minuti di forsennata ricerca, aveva trovato ciò che voleva.

Un vestito tanto corto che avrebbe fatto prima andare in mutande sulle tinte del porpora, troneggiava splendente tra le sue mani.

< Non avrai intenzione di metterti quello? > domandò la riccia strabuzzando gli occhi alla vista di quello che di certo non era un vestito.

< Certo che sì > assentì la rossa cominciando ad infilarselo.

< Tuo fratello ti ammazzerà > mormorò Charlie sconsolata.

< Mio fratello può anche non venire > rispose la rossa litigando con la zip < Qualcuno mi da una mano? > chiese disperata dopo una serie di tentativi non troppo fortunati.

La riccia si alzò dal letto sbuffando e andò ad aiutare la rossa la quale ringraziò con un sorriso cominciando a vagare per la stanza alla ricerca di un paio adatto di scarpe da abbinarci.

< Charlie te che metti? > domandò afferrando un paio di semplici decolté nere da sotto il suo letto.

< Oh, io non vengo > spiegò la mora muovendosi a disagio sul letto.

< Oh, invece verrai > ammiccò l’amica fiondandosi nuovamente nel suo armadio appositamente incantato per farci entrare tutta quella montagna di vestiti.

< Tieni! > disse riemergendone con un vestito ancora più striminzito del suo in pelle opaca nera.

< Spero tu stia scherzando? > blaterò la mora strabuzzando gli occhi davanti a quell’orrore.

< Niente affatto > rispose seria la ragazza avvicinandosi minacciosa.

< Io non indosserò quel coso > chiarì la mora prima che la rossa potesse placcarla e costringerla ad indossarlo.

Dopo una quindicina di minuti di intensa lotta tra Ginny e Charlie, quest’ultima fu costretta ad arrendersi e ad indossare quella specie di coso.

Spaventata per cosa avrebbe visto allo specchio una volta aperti gli occhi la mora fece un gran respiro e poi si decise.

I suoi occhi verde giada ne incontrarono un paio identici che le restituirono l’espressione di puro stupore che sicuramente doveva aver dipinta in volto.

La rossa aveva avuto ragione. In quel vestito era semplicemente fenomenale.

La pelle nera dell’abito l’avvolgeva come se le fosse stato cucito addosso risaltando tutte, e intendo proprio tutte, le sue curve.

< Ed ora prova questi > annunciò trillante la rossa passandole un paio di sandali neri elaboratissimi al cui tacco, di almeno tredici centimetri, erano state aggiunte delle borchie davvero fighe.

La mora se li infilò e poi tornò a guardarsi allo specchio rimanendo ancora più impressionata.

Fosse stata un ragazzo ci avrebbe provato con se stessa.

Anche la riccia nel frattempo aveva fatto un cambio d’abito optando per la gonna a vita alta in pelle nera che la rossa aveva tirato in faccia a Charlie e una canotta bianca aderente da infilare dentro la gonna.

Al tutto aveva coordinato un paio di scarpe blu mare e si era raccolta i capelli in un disordinata ma bellissima coda.

La rossa e la mora invece avevano deciso di lasciare i capelli sciolti, liberi di ondeggiare a tempo di musica con i loro bacini.

Quando tutte e tre furono vestite, truccate e agghindate alla perfezione, lasciarono la stanza immersa nel caos di quando erano entrate e scesero in sala comune.

Le persone rimaste ormai erano poche e per lo più ragazzini del primo, secondo e terzo anno che nemmeno a dirlo quando videro le tre ragazze comparire in sala comune ne rimasero incantati.

Un ragazzetto dai capelli castano ramati e gli occhi color nocciola ebbe anche la faccia tosta di avvicinarsi alla mora e chiederle di sposarlo, affermando che non avrebbe mai incontrato ragazza più bella.

Charlie, per quanto lusingata da quell’offerte bizzarra e decisamente precoce per l’età del ragazzo, fu costretta a rifiutare sorridendo dolcemente.

< Possiamo andare? > domandò Neville calamitando l’attenzione di tutti sulla sua figura già prossima alla porta della sala.

Guardandolo Charlie si ritrovò a pensare all’enorme cambiamento che aveva fatto. Lei lo aveva conosciuto quando ancora era un bambino in sovrappeso con una nube di sfortuna a perseguitarlo, mentre adesso era diventato alto, atletico e decisamente carino.

La barba lasciata crescere in modo disordinato ma non eccessivamente lunga, gli donava un’aria matura che si sposava alla perfezione con il paio pantaloni neri a vita bassa ai quali aveva abbinato una camicia da boscaiolo verde e un paio di vans dello stesso colore.

Sì, Neville era decisamente cambiato. Luna era fortunata ad averlo al suo fianco.

< Certo > sorrise la riccia precedendo il suo ragazzo fuori dalla sala.

I corridoi della scuola erano deserti e freddi a quell’ora della sera, soprattutto dopo che tutta l’eccitazione e l’adrenalina prodotta dal ballo si era spenta.

La festa, come scritto nell’originale invito, si sarebbe tenuta nella stanza delle necessità al settimo piano, in modo da non ricevere visite poco gradite.

Arrivati nel corridoio della stanza delle necessità, passarono davanti al muro opposto al quadro dei troll che cercavano di imparare la danza classica tre volte, fino a quando dal nulla gli si manifestò l’imponente portone che faceva da ingresso alla stanza più magica dell’intero castello

Da dentro si sentiva provenire il rumore assordante della musica pompata dal dj.

< Sarà la miglior festa dell’anno! > esultò la rossa facendo un saltello e battendo le mani come una bambina a cui il padre ha appena promesso la bambola che tanto desiderava.

Io sospirai affranta e varcai la porta che Neville aveva aperto per me. Quella sarebbe stata la peggior festa di sempre!!

***

Come avevo sospettato fin dall’inizio, più che una festa, quella sembrava la replica di uno squallido night club babbano.

Sparsi per l’intera stanza c’erano una decina di cubi illuminati su cui danzavano inibite un numero pari di ragazze.

Indossavano tutte la medesima cosa: degli shorts di pelle tanto corti da sembrare mutande e un top a fascia che arrivava giusto sotto il seno. Al collo avevano una cravatta con i colori della casata di Salazar e sulle braccia un bracciale a forma di serpente che si arrampicava fin sopra alle spalle.

Sembravano davvero delle prostitute, eppure lei sembrava l’unica a pensarlo dato che quasi tutti le guardavano estasiati.

La popolazione maschile presente le fissava perché avrebbe voluto farsele e quella femminile, molto probabilmente, perché avrebbe voluto assomigliarci.

Che squallore,

pensò facendosi largo tra la calca diretta verso il suo angolo di salvezza: il bar.

< Un whisky incendiario > urlò al barista sperando di essere riuscita a farsi sentire.

Pochi minuti dopo il ragazzo dietro al banco al quale aveva ordinato il suo drink ricomparve stringendo in mano un bicchiere colmo di liquido ambrato che prometteva inibizione e divertimento.

< Alla tua Charlie > sussurrò alzando il bicchiere in aria e poi calandoselo in gola in un sorso solo.

< Altri tre > urlò al barista voltandosi per osservare quella marea di gente che si dimenava in pista.

Il ragazzo tornò dopo poco con tre shottini e una bottiglia in mano pronto per servire la sua cliente.

< Facciamo che mi tengo la bottiglia? > disse la mora cambiando idea e pensando che forse avrebbe fatto prima a tenersi l’intera scorta di whisky.

< Ma… > tentò di ribattere il barista. < Bravo ragazzo > gli sorrise la mora dandogli una pacca sulla spalla e girandosi verso la pista da ballo.

Arrivata a metà bottiglia, aveva la testa che le girava e la vista leggermente annebbiata ma si sentiva felice come non mai. Quello era davvero il nettare degli Dei.

Un ragazzo comparso dal nulla, con occhi color del ghiaccio e capelli nero pece, la invitò a ballare afferrandola saldamente per la vita.

Non molto consapevole di quello che faceva la mora accettò volentieri l’invito di quel ragazzo tanto carino buttandosi in mezzo alla mischia fino a guadagnare il centro della pista.

Con ancora la bottiglia stretta tra le mani iniziò a muoversi sinuosa e provocante davanti al suo nuovo “amico” ridendo e bevendo ogni volta che il ritmo cambiava.

Con la canzone finì anche la bottiglia di whisky e la mora si ritrovò intontita e confusa ma libera e felice.

Senza che lei se ne fosse accorta il ritmo era cambiato passando da rapido e frenetico a lento e misurato. Il DJ aveva cambiato canzone.

Il moretto che prima l’aveva invitata a ballare l’afferrò dalla vita e la spinse contro il suo petto ampio.

Con movimenti lenti ed esperti cominciò ad accarezzarle la pancia piatta risalendo lungo l’addome, il petto fino a giungere al collo su cui cominciò a lasciare umidi baci.

La ragazza si inarcò ancora di più contro il ragazzo in modo da farne aderire meglio i corpi e sentire così il calore dell’altro sulla pelle accaldata.

Pochi secondi dopo i due si ritrovarono impegnati in un poco casto bacio, in cui distinguere la lingua dell’uno da quella dell’altra, era davvero un’ardua impresa.

Il ritmo della musica cambiò nuovamente e così anche i movimenti dei due che si fecero più rapidi e sensuali.

Mancava poco e l’avrebbero fatto lì al centro della pista da ballo.

***

Era da un po’ che teneva d’occhio quei due. L’idea che qualcun altro ballasse, toccasse e accarezzasse la Potter non gli andava a genio ma non poteva certo andare lì e rovinarle la festa. Dopo tutto lui l’aveva avuto, l’aveva fatto soffrire e l’aveva persa. Era giusto che lei si rifacesse una vita lontana da lui e dai suoi casini familiari.

Però quello che vedeva in quel momento superava di gran lungo la sua idea di rifarsi una vita. Quello voleva dire approfittarsi di una ragazza ubriaca fradicia.

Forse fu per quello o per l’alcool che aveva in circolo che si alzò e, abbandonato il bicchiere di whisky incendiario che aveva in mano, si diresse verso la coppia di ragazzi al centro della pista.

Il punto della sala la musica era davvero assordante e faceva un caldo pazzesco, resistere era quasi impossibile.

Dopo essersi aperto la strada a gomitate e calci raggiunse la mora e l’afferrò per il polso cominciando a trascinarla via da quel porco.

< Ehi! > protestò il ragazzo afferrando l’altro polso di Charlie tanto ubriaca da non capire cose le stesse accadendo.

< Lasciala andare > urlò in direzione del biondo < Ci stavamo divertendo… > aggiunse strattonando più forte la ragazza.

< Forse tu ti stavi divertendo > sibilò il biondo a pochi centimetri dalla sua faccia < Lei di sicuro no > aggiunse prima di voltarsi e riprendere a camminare.

< Ho detto di lasciarla stronzo > urlò il ragazza inseguendo il biondo e afferrando Charlie per la vita.

A quella scena il biondo non ci vide più e, prima ancora che potesse capire costa stava per fare, si ritrovò a fare a botte con il moretto uscendone poi vincitore.

< Vieni andiamo > disse rivolto alla mora prendendola per mano e conducendola fuori da quella gabbia di matti.

La ragazza, troppo ubriaca per fare una qualunque cosa, si lasciò condurre dal biondo fuori dalla mischia fino a raggiungere i corridoi freddi e silenziosi.

La differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno la fece rabbrividire e Malfoy, molto cavallerescamente, le diede la sua giacca.

< Andiamo da me > le sussurrò poi all’orecchio < Hai bisogno di dormire >

La ragazza lo seguì obbediente rischiando di inciampare una decina di volte lungo il cammino ma arrivando nei sotterranei tutta intera.

La stanza del biondo era calda e accogliente e subito a Charlie fece venire in mente casa. Quasi fosse cosciente andò a sdraiarsi sul letto che apparteneva al ragazzo socchiudendo gli occhi.

Il biondo le si avvicinò, sollevò le coperte e ce la infilò sotto coprendola fino alle spalle.

< Stai con me Malfoy > sussurrò la ragazza riaprendo gli occhi e fissandoli in quelli tempesta del ragazzo.

< Non mi lasciare, non farlo anche tu > aggiunse mentre una lacrima solitaria e ribelle le solcava il viso.

< Non ti lascerò mai più > le sussurrò il ragazzo dopo essersi steso accanto a lei < Te lo prometto > aggiunse avvicinando il viso a quello della more e aspirandone il profumo fruttato.

< Ti amo Malfoy > soffiò la ragazza prima che le sue labbra andassero ad incastrarsi su quelle del biondo.

< Ti amo anche io Potter > rispose il ragazzo staccandosi da lei per riprendere fiato.

Quella notte fu solo loro. Al mondo non esisteva niente e nessuno che non fossero i loro corpi stesi uno sopra l’altro nudi e bellissimi alla luce soffusa delle candele.

Fecero ciò per cui tutti avevano combattuto. Fecero l’amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Premetto che per scrivere questo capitolo ho fatto una fatica immensa ma finalmente, dopo tentativi e tentativi, ci sono riuscita! Prima di continuare con la discussione del capitolo però vorrei ringraziare le ragazze che ogni volta lasciano un piccolo ma meraviglioso commento alla storia e, naturalmente, tutti coloro che invece seguono in silenzio dandomi la forza per continuare.
Ora, passando a qualcosa di molto più serio ed interessante che i miei smielosi ringraziamenti, voglio parlarvi della fine di questo capitolo.
A quanto pare l'alcool ha mandato talmente tanto su di giri la nostra Charlie da farle dimenticare qualsiasi inibizione o paura. Insomma, prima balla appiccicata ad un tipo che manco conosce imitando le scene di un film porno e poi subito dopo, si fionda in camera con il bel biondino a cui tra le altre cose confessa di amare.
Insomma è un vero e proprio disastro... Rimane da chiedersi come si avolveranno le cose a questo punto dato che anche Malfoy ha confessato i suoi sentimenti.
Riusciranno finalmente ad abbattere le barriere dei pregiudizi e delle paure per vivere sereni un sentimento che nessuno dei due aveva programmato? Oppure faranno finta di niente e proseguiranno nelle loro vite?
Se siete curiosi continuate a seguire la storia in attesa del prossimo aggiornamento!
Alla prossima, Sybeoil!!
P.S se qualcuno di voi è affascinato dal genere fantasy, sulla mia pagina potrà trovare una nuova storia fantasy che sto scrivendo, si intitola I segreti d'Inverno. Passate a leggerla se ne avete voglia e magari lasciateci anche un piccolo commento, le critiche fanno sempre bene!

 

  
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