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Autore: _helianthus    18/03/2012    6 recensioni
Questa fanfiction partecipa al contest "Nulla è impossibile".
~
- Taiyou? -
- Mh? -
- Ma cosa vedi? -

~
Angst, sì, ce l'ho fatta, a scriverla. Ormai non ci speravo più. ♥
Leggermente AU e What if...? da un certo punto di vista.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Taiyou Anemiya, Tsurugi Yuuichi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Taiichi Ehilà!
Vi lascio subito alla fic, NdA in fondo alla pagina, per chi ci arriva. E non so quanti ce la faranno. E' chilometrica, oh se è chilometrica! *si dispera* (?)

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Muri Bianchi
Dietro la finestra |


About 5 Years Ago

La prenderò io!
Non farlo, è pericoloso, Kyousuke!
Andrà bene, fratellone!
Kyousuke!
Fratellone? Fratellone!

Mi dispiace, ma... Le gambe di vostro figlio...
Sta mentendo, non è vero? -
Il mio fratellone non può più giocare a calcio...
Dimmi che sta mentendo, dottore!


L'ospedale fu enorme, nei primi giorni di Yuuichi. Non si sarebbe potuto abituare, a tanto bianco, a tanti odori, a tante persone, e tutto così diverso.
Fino al primo giorno, credette di star dormendo. Non si mosse, nel suo caldo letto. Sotto a quelle candide coperte, respirò piano per un giorno, senza nemmeno accorgersi del fratellino,
piangente, al suo fianco.
Dal secondo giorno, comprese la sua situazione. Le gambe non più si sarebbero mosse, non più gli avrebbero consentito di camminare, correre, giocare. E sperò sinceramente che fosse una situazione temporanea.
Dalla prima settimana, continuò a non perdere le speranze, più per convincere sé stesso che il fratellino che ogni giorno lo veniva a trovare, per fargli compagnia, per non farlo disperare, per aiutarlo, o semplicemente per amore fraterno.
Dal primo mese, cominciò a perdere quella determinazione che lo caratterizzava spesso. Nemmeno la presenza del fratello potè riuscire a sollevarlo, a tirarlo fuori da quel baratro di disperazione dove ormai era caduto. O meglio, era inciampato, e non aveva fatto il minimo sforzo per tentare di uscirne. Si convinse in preda a una strana paura che non ci sarebbe stato modo di tornare come gli altri, di tornare felice, come ogni persona poteva essere.
Dal secondo mese, tramutò quella disperazione in rassegnazione, passando interi giorni semplicemente disteso nel letto, ad occhi chiusi, senza muovere un muscolo, semplicemente
ripensando, in una specie di autolesionismo, alla sua vita. Tornando indietro a quei giorni, giocavamo a calcio fino al tramonto, pensava malinconico, trattenendo le lacrime, e le grida.
Dall'quarto mese, perse anche l'intenzione di rassegnarsi, notando che questo suo comportamento aveva cambiato radicalmente anche quello di suo fratello. E allora rimase incerto sul da farsi. Talvolta piangeva in silenzio, senza farsi sentire da nessuno. Un silenzio imposto da sé stesso, come se piangere fosse qualcosa di proibito, qualcosa nella quale lui non era autorizzato a sfogarsi. Stringeva i pugni, disteso su quel materasso, avvolto da quelle lenzuola, senza ormai più la capacità di sentire un'emozione. Una qualsiasi emozione.
Dal sesto mese in poi, cominciò a farsi una ragione della sua situazione, ricominciò a parlare, ad aprire gli occhi, e, lentamente, anche a sorridere. Pian piano, si montò una maschera di felicità, di sorrisi, arrivando a ingannare le persone che lo circondavano, facendo credere loro di essere tornato alla normalità.
A quella normalità che tanto bramarono tutti gli uomini dentro a quel manicomio di malati.

~
Stai di nuovo bene? Non ancora.
Poichè il mio obiettivo è lontano..
Sto fermando il respiro,
Ora.
~

About 4 Years Ago

Era confuso, quel giorno. Infermieri correvano per le stanze, indaffarati, nessuno ancora gli aveva rivolto un sorriso.
- Fuyuka? - la ragazza dai capelli lilla si voltò di scatto, con un'espressione piuttosto ansiosa.
- Non preoccuparti, Yuuichi, va tutto bene. Stai per avere un compagno di stanza. -
Il bambino dai capelli blu sobbalzò leggermente: Un compagno di stanza? Cosa avrebbe dovuto fare? Come avrebbe dovuto comportarsi? Doveva salutarlo? Presentarsi? E se fosse stata una ragazza?
Ormai era chiuso lì dentro da un anno, e mai aveva avuto un compagno di stanza. Per fortuna non ne aveva mai avuti, non era sicuro che sarebbe stato capace di convivere con qualcuno!
Si nascose ancora un po' sotto le coperte, quello che bastava per nascondere totalmente la testa.
- Potete prendere il mio corpo ma non prenderete mai la mia anima! -
Un grido gioviale, allegro, ridente, gli fece sporgere la testa dalle coperte bianche, per osservare la situazione circostante.
- Prendetelo! -
Il grido dell'infermiera lo fece ridere, come dopotutto faceva il ragazzo che ora si stagliava sul carrello in mezzo al corridoio dove si trovavano varie flebo.
- Voglio andare fuoriiiii! Voi grandi non capite niente! -
Il bambino -non doveva avere più di sei o sette anni- scese con un salto dall'asta della flebo, per poi avvicinarsi allo stesso Yuuichi, che ora quasi si spanciava dalle risate vedendo i medici che tentavano di agguantare l'energico bambino dai capelli arancioni con in mano una camicia di forza.
- Dov'è il sedativo!? -
- Ancora? -
- E come lo vuoi tenere fermo questo qua! -
- Ahahah! -
Il bambino rise ancora, saltando sul letto libero della stanza di Yuuichi.
- Ehi, Ao! -
Questo si girò di scatto indicandosi con il dito indice con aria confusa.
- Come si esce da qua? -
Il bambino fece spallucce.
- Non so. Non sono mai uscito, dopo essere entrato. -
L'altro sgranò gli occhi.
- Eeeeeeeeeeeeh? -
Gli andò vicino con una certa fretta, appoggiando le mani sul letto e sporgendosi verso il suo volto, facendolo indietreggiare leggermente.
- Davvero? -
Yuuichi alzò un sopracciglio, per poi fare un ovvio cenno di assenso: cosa c'era di così strano?
- Davver--
Ma prima che potesse finire la frase, un medico saltò addosso all'altro infilandogli un lungo ago nella spalla destra.
- Ti ci porterò io, allora! Ma prima... -
Il bambino dai capelli blu lo fissò con curiosità.
- Prima? -
L'altro barcollò un po' sorridendo, prima di cadere definitivamente tra le braccia del medico.
- Prima mi faccio un pisolino... -

~

About 3 Years Ago

- Taiyou?-
- Mh?
- Ma cosa vedi? - aveva chiesto il blu, disteso nel letto, quando il più giovane aveva spappolato per bene la faccia sul vetro, sconfortato dall'ennesimo fallimento di fuga dall'ospedale.
- Eh... Vedo... - il ragazzino era sembrato un po' in difficoltà, come se fosse stato preso alla sprovvista da quella domanda: - Vedo un bel prato! Un prato con tanti alberi... E... -
- Un prato, un prato dietro all'ospedale? - Yuuichi aveva chiuso gli occhi, ridacchiando leggermente, come se si fosse sentito preso in giro.
- Ma sì! Dev'essere il parco dell'ospedale, o qualcosa di simile. Sì, c'è un bellissimo prato. Con tanto alberi, fiori, e bambini allegri che... - il giovane si era nuovamente interrotto, suscitando la curiosità del blu.
- Che? - lo aveva quindi incitato lui, con un tono di voce particolarmente basso, affievolito.
- Giocano, ridono, e si divertono. - Altra pausa. Altri secondi di vuoto.
- Giocano a pallone? -
- Sì. - sembrava, quasi, che l'arancione facesse fatica a descrivere quello che vedeva, come se la vista gli si fosse offuscata, come se improvvisamente non fosse capace di recepire le immagini.
- Capisco. - silenzio, da entrambe le parti - Ehi, Taiyou. -
- Sì? -
- Puoi descrivermelo, il parco, ogni giorno? Non riesco ad alzarmi, non guardo fuori dalla finestra da tanto tempo. - Un'altra pausa, da parte di Taiyou, prima che questo avesse alzato lo sguardo, sorridendo come al solito.
- Ma certo, Ao! Ogni giorno, prometto! -

~

About 2 Years Ago

- Allora? - soffiava l'arancione lasciandosi cadere ai piedi del letto dell'altro ragazzo - Com'è andata oggi? -
Sorrideva, Yuuichi, disteso nel letto, chiudendo gli occhi: - Come vuoi che sia andata, Daidai? Il soffitto di questa stanza è bianco come sempre. -
- Ma davvero non puoi alzarti nemmeno per metterti seduto? - Taiyou sospirava, con un velo di malinconia, aspettandosi la stessa risposta che gli dava ormai da parecchi mesi.
- No - il blu continuava a sorridere, quasi fosse un anziano signore con alle sue spalle tutta una vita - Ma va bene così. Vedrai che prima o poi ci riuscirò. -
Taiyou allora abbassava la testa, quasi non credesse alle sue parole. Poteva davvero credergli? Poteva davvero credergli, se non riusciva nemmeno a mettersi seduto?
Ehi, tutto quello che diceva Ao era vero, lui era più grande, lui era più intelligente, lui era Ao, insomma! Quindi, l'unica cosa da fare era adottare la tecnica del "sorridi e annuisci".
Infatti, Taiyou sorrideva e annuiva, talvolta anche con un gridolino di approvazione: - Certo! Ne sono sicuro anche io! Dopotutto, quello che dico io è sempre vero, quindi sei un buone mani. -
E allora Yuuichi si lasciava sfuggire una risata, un soffio, che per Taiyou era una delle cose che completavano la sua tipologia di giornata felice: - Sì, sì, hai ragione. - poi una pausa - Puoi andare alla finestra, Daidai? -
L'arancione sorrideva, allegro, e schizzava a tutta velocità schiantandosi contro il vetro freddo della finestra. Ogni giorno la stessa cosa, no? Ed era un'altra delle cose che completavano la sua tipologia di giornata felice: - Dunque! Cos'abbiamo oggi... -
Yuuichi si rilassava, distendeva i nervi, si abbandonava alla voce squillante ma calma, che come ogni santo giorno gli descriveva il paesaggio fuori dalla finestra.
- Oggi c'è calma. Un tizio passeggia, un altro si fuma una sigaretta, una donna è al telefono e un'altra va in giro con un pancione da record. -
Ao allora rideva, una risata cristallina, ma al contempo grave, di una persona che è cresciuta, di una persona che ride, pur sapendo che il giorno seguente potrebbe non esserne più capace.
- Ehi, vorrei vedere te se andassi in giro incinta! - puntualizzava l'arancione, trattenendosi dal ridere.
- Ma sono un maschio, Daidai! - rideva ancora, Yuuichi, sinceramente divertito da quella buffa situazione.
- E allora... Vorrei vedere se andassi in giro incinto! - e quindi anche Taiyou scoppiava a ridere, trasportato dal compagno.
Perché , effettivamente, non c'era per lui nient'altro da fare.
Quando sentiva la sua risata, così triste, arrendevole, abbandonata, non poteva far altro che crederci.
Credere in quello spettro, in quella che doveva in realtà destare allegria.

~

About 1 Year Ago

L'improvviso scorrere della porta fa destare gli acuti sensi di Yuuichi, che apre gli occhi velocemente.
- Oh, Daidai, eccoti. Come mai questo ritardo? Cominciavo a preoccupar--
- Yuuichi, scusa, forse per oggi Taiyou non verrà. -
Allora volta velocemente lo sguardo in direzione della porta, scoprendo una figura comunque molto conosciuta.
- Oh, Fuyuka-san. Ciao, scusa, pensavo che fosse--
- Figurati, è plausibile. Comunque, ti porto la cena e scappo, scusa, abbiamo un problema. -
Yuuichi sospira un attimo: è la terza volta, questa settimana, che Taiyou ritarda. Sarà perché ha ricominciato a giocare a calcio?
- Che cosa succede a Daidai? -
Fuyuka sospira, prima di uscire dalla stanza soffiando.
- E' svenuto, di nuovo. Lo hanno trovato al campo lungo il fiume, di nuovo. Necessita di massaggio cardiaco. Di nuovo. -
Stringe i pugni, Yuuichi. Un manicomio è così, sospira, disteso, c'è chi resiste, e chi non resiste, chiude gli occhi, mettendosi seduto, come sempre, di spalle alla finestra.

- Dove...! -
Si sveglia di scatto, Taiyou, gridando. Al suo fianco il dottore, un infermiere e la solita tizia lilla che non lo fa uscire.
- ...Sono? -
Il dottore sospira, togliendosi la mascherina: - In una stanza dell'ospedale, nel padiglione dove è compresa la terapia intensiva. -
- Wow, stavo per morire di nuovo? - ride allora l'arancione, mettendosi seduto e roteando il collo.
- E ridi, anche? - risponde l'infermiere, mentre il dottore -che ha già perso le speranze di farlo redimere- esce dalla stanza, dopo aver tirato giù un paio di dati sulla cartellina.
- Be'? Dovrei piangere? Sono ancora vivo, non ne vedo il motivo. - Taiyou si alza in piedi, stiracchiandosi le braccia e massaggiandosi il petto in corrispondenza del cuore.
- Certo, sei vivo. - Fuyuka lo guarda, mentre esce a sua volta, diretto verso il suo padiglione, quello suo e del suo migliore amico - Ma per quanto, per quanto tempo ancora, Taiyou...? -

La sera è calata, ormai, e nelle stanze regna il religioso silenzio dei malati che non dormono, ma che per non disturbare gli altri tacciono. Questo non vale ovviamente per Yuuichi, solo, nella sua stanza, che lascia accesa una piccola lucina, per aspettare ben sveglio il suo amico.
Perché sì, è sicuro che ritornerà, lui ritornerà sempre, e un giorno usciranno entrambi da quel posto, da quel manicomio.
Sempre disteso nel suo letto, di spalle alla finestra -la finestra che lui non ha mai visto, se non con la sua immaginazione, il mondo che sì, un giorno potrà ricominciare a guardare con orgoglio, con la fortuna delle persone che si definiscono normali-, attende paziente l'arrivo di qualcuno, dei passi veloci e leggeri del ragazzo, del fiatone che si provoca correndo -a causa della sua malattia, s'intende-, dell'odore di incertezza, di paura, che lui sempre ha avuto dell'ospedale, o di qualcosa, di una notizia, anche solo sussurrata, fuori dalla sua stanza, dalla sua camera.
Eppure, no.
Il silenzio oggi è padrone, come le altre volte in cui Taiyou è disgraziatamente svenuto nel parco lungo il fiume, scappato per ingegno -o per fortuna, qual dir si voglia- alle grinfie di Fuyuka e del resto del personale ospedaliero.
Yuuichi sospira, preoccupato, chiudendo lentamente la luce e girandosi su un fianco, nel vano tentativo di svuotare la mente, di non riempirla di quel pensiero così soddisfacente e appagante che è la risata di Taiyou, i gesti di Taiyou, la voce di Taiyou, la presenza di Taiyou, la sensazione delle dita di Taiyou che gli scompigliano i capelli.
Insomma, Taiyou.

~
Stai di nuovo bene?
Solo un po',
devo pur riuscire a vedere qualcosa!
Sto fermando il mio respiro,
Ora.
~

Today

Un filo di luce penetra dalla tapparella male abbassata, facendosi maledire mentalmente dal ragazzo -perché sì, ora che era cresciuto, non si poteva definire altrimenti- che si gira su un fianco, muovendo leggermente, o se non altro provando, le dita dei piedi.
Oh, se non era una sensazione fantastica! Dopo tanto tempo passato a impegnarsi per ricominciare a muoversi, finalmente può avere la soddisfazione di gridare al mondo intero che sì, ce l'ha fatta, ci è riuscito, a muovere i piedi, le gambe, le ginocchia, e che non è caduto fino al fondo del baratro.
Sorride, mugugnando un buon giorno incerto, rivolto al ragazzo dell'altro letto. Mentre si strofina lievemente gli occhi, si domanda come mai la tapparella sia male abbassata, come mai Taiyou non abbia già gridato un colossale buon giorno, come mai non oda il fruscio di coperte che si stropicciano, come mai non senta il pesante respiro del ragazzo, come mai oggi Taiyou sia così silenzioso.
Solleva infine le palpebre, portendo lo sguardo sul letto del compagno.
Vuoto.
Un motivo, allora, c'è. Sospira, Yuuichi, alzandosi e dirigendosi un poco zoppicante nel corridoio, cercando qualche informazione.
- Fuyuka! - la donna gli appare come una salvezza, dato che le gambe gli cominciano a dolere per lo sforzo improvviso - D-dov'è Daidai? -
Fuyuka sospira, si avvicina, lo sorregge passandogli un braccio sotto le spalle: - Taiyou, dici? - un altro sospiro - Taiyou... -
Il blu la fissa preoccupato, si sforza di non lamentarsi -perché sa che si potrebbe beccare anche i rimproveri della donna, a quel punto-, mantenendo gli occhi incatenati in quelli dell'infermiera.
- Ieri notte... Sapevi che l'avrebbero operato, no? -
Yuuichi annuisce, serio, mentre un'orribile sensazione si fa spazio nel suo petto - E...? E' successo qualcosa durante l'operazione? -
L'infermiera si morde il labbro, mentre rientra nella stanza -la stanza numero 315- e lo fa sedere sul letto, ancora sospirando.
- Ricomincio. Ho due notizie. Una buona e una cattiva. Cosa vuoi sentire prima? - la donna si è girata di spalle rispetto al ragazzo, che si sta massaggiando i polpacci, e apre l'armadio di Yuuichi, prendendo i suoi indumenti e riponendoli in un borsone -nel suo vecchio borsone da calcio, a proposito.
- Quella... Cattiva. - Ao, il blu, Yuuichi, il più grande, aggrotta le sopracciglia, quasi spaventato. Cosa si sarebbe dovuto aspettare?
Fuyuka si irrigidisce, stringendo tra le mani una maglia arancione con sopra scritte a mano le parole "Il mio migliore amico è un figo!", regalata a Yuuichi da Taiyou per il suo diciottesimo
compleanno: - Taiyou ieri notte è stato operato. - dice con voce dura - E' per la sua sindrome del QT breve, sai. Ha passato le due ore più infernali della sua vita, a mio parere. Evidentemente qualcosa è andato storto. E' stato portato nel padiglione della terapia intensiva. E... - ripone l'ultima canotta nel borsone, avvicinandosi alla porta - Non ce l'ha fatta. - Apre la porta, facendo un passo, forse aspettando la reazione dell'altro.
La quale non arriva.
No, non arriva, perché Tsurugi Yuuichi per la seconda volta nella sua vita, teme di aver perso tutto. E' così, dopotutto, no?
Se c'era da vivere in un manicomio e impazzire, allora era meglio farlo in due, non credi?
Se c'era da morire per una maledettissima malattia, allora era meglio farlo in due, non credi?
Se c'era da rimanere qua, a impazzire, a morire, a disperarsi, allora era meglio farlo in due, non credi?
Ma no, evidentemente Taiyou è stato, ancora una volta, più furbo di lui.
Il mondo intero gli cade addosso, le braccia improvvisamente diventano molli, la testa sembra leggera, il corpo intero gli sembra leggero, il mondo intero gli sembra leggero.
Quasi sembra che rida, Yuuichi, quando pone un'ultima domanda alla donna: - E quale sarebbe la buona notizia? -
Fuyuka sospira, stringendo i pugni: - Al pomeriggio esci. - se ne va, lei, stringendo i pugni e serrando la mascella, richiudendo dietro di sé la porta il più silenziosamente possibile.
- Ah. Esco. - soffia Yuuichi, in preda a un dolore lancinante che sì, lo colpisce proprio nel punto debole del suo migliore amico, il cuore - Esco, finalmente, sì. -
- Ma... Senza lui... -

~
Stai bene adesso? E' tutto okay, ora.
Ma andiamo, devi essere molto stanco, vero?
Voglio smettere di respirare,
Ora.
~

Tomorrow

Tossirà. Un dolore lancinante gli percorrerà il petto, ancora.
Ma... Seriamente, non era morto? Si guarderà allora attorno, sospirando, Taiyou, non trovando che buio pesto e rancore.
- Oh, allora è vero... Sono proprio morto. -
Annuirà soddisfatto, sorridendo, compiaciuto dal fatto di non essersi sbagliato.
- Peccato, però... -
Sospirerà solo un'unica volta, portandosi con aria triste una mano a coprirsi gli occhi.
In piedi, nel nero, il petto squarciato da un dolore lancinante, non riuscirà a respirare, non riuscirà a parlare, e allora sussurrerà.
- Gli avevo promesso... Che saremmo usciti insieme... -
Un soffio, e il ragazzo di lascerà cadere a terra, il fiato mozzato, la malattia che lentamente prenderà possesso del suo corpo, che lentamente gli divorerà la vita, quella bellissima vita che avrebbe potuto avere.
- E la finestra... Oh, la finestra... -
E allora sorriderà di nuovo, triste ma gentile, come avrebbe voluto il suo Ao, allungando una mano verso l'alto, verso un'ipotetica e inesistente uscita da quel baratro.
- Chissà quanto si arrabbierà, Ao, quando scoprirà che dietro alla finestra... -
Una pausa, una lunghissima, eterna, pausa. Daidai non avrebbe mai potuto finire quella frase, sebbene odiasse lasciare le cose in sospeso.

- ...Che dietro alla finestra, c'è solo un muro bianco... -


Ho sempre amato i tuoi sorrisi;
Ma odio vederti sorridere ora... Perché?
Psicotica, psicotica, ho una mente psicotica;
Sono così psicotico che svanisco nel nulla.
Fa male, fa male, il mio cuore fa male;
Non è ridicolo? Ti amo a morte.
Ho paura di me stesso.

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[Fiction corretta e rivista in data 4/10/12.
Quando è stata scritta -tutta di getto- in una sola sera, non mi ero accorta di qualche errore, sia grammaticale sia logico (?), quindi, be', ora credo che la lettura sia vagamente più "piacevole". Sicuramente qualche errore c'è ancora. Vogliate scusarmi (?)]


Toyota.
Ok, scusate, ma dopo "Today" e "Tomorrow" un "Toyota" ci stava troppissimo. :'D

Ma buonasera, signore e signori!
O per meglio dire, lettrici e lettori! :D (?)
Che dire, torno un po' a caso, scusate per queste mie lunghissime assenze. v_v
Ultimamente sono davvero super-impegnata, ho poco tempo per rilassarmi e scrivere come si deve! D: Ma torno con questa cosa. Chiarisco subito che è stato un parto, ma come ogni parto che si rispetti diciamo che ne sono felice. ;w; Ecco, dai, per una volta che sono felice di quello che scrivo non smontatemi troppo, vi prego, siate gentili. x°
Insomma.
Sì, è assolutamente depressiva, va bene! Diciamo che ha la struttura di un simil-dramma. Comincia male. Si sviluppa bene -con qualche vana speranza dei lettori...!-. Si conclude malissimo. Dato che sì, Taiyou è morto, e sta a voi decidere se Yuuichi farà lo stesso per disperazione. :D
Ma mi è piaciuta davvero molto, l'idea, di come Yuuichi fosse disperato inizialmente, una volta entrato nell'ospedale, di come con il passare degli anni si risollevasse e di come infine tornasse a cadere in questo baratro profondo di disperazione profonda. Il tutto molto profondamente. (?)
Poi, altre cose, ho citato due canzoni dei Vocaloid che mi hanno accompagnata per gran parte della stesura della fiction, ovvero sia "Psychotic Len's Love Song - Yandelenka" di Len Kagamine, di cui ho tratto quelle ultime sette righe, e "Rolling Girl" di Miku, da cui ho preso complessivamente tre spezzoni, infilati piuttosto a random (?) dopo About 5 Years Ago, About 1 Year Ago e Today. Canzoni bellissime, caspita ♥
Altre note... Be', spero che si sia capito che Daidai fosse il soprannome -piuttosto spastico- di Taiyou -volete sapere il motivo? Bene, non lo so nemmeno io. Pensavo di saperlo, e invece me lo sono dimenticato. Se lo scopro vi telefono. (?)- e che Ao fosse quello -mediamente spastico- di Yuuichi -Ao invece significa blu in giapponese. Capite la magnifica intelligenza dell'autrice!-.
Be', penso di non aver più nulla da dire... Oh, ovviamente partecipa al contest, ma era già scritto nell'introduzione! x°°
E di sicuro ho dimenticato di mettere qualcosa in corsivo. O qualche altra schifezza, fidatevi, l'ho fatta.
Non so più che dire, davvero. Spero vi sia piaciuta, o che vi abbia suscitato una qualche emozione, o che vi abbia fatto venire voglia di picchiarmi per bene.
In caso, premete come sempre il tasto F13 e le vostre preghiere saranno esaudite!
A presto, gente!

And remember!
Rewiews = Bisquits of love.
And who doesn't love bisquits? ♥

- Kya, o Pomela, non sa più come firmarsi.
   
 
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