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Autore: Love sucks    19/03/2012    3 recensioni
-STORIA INCOMPLETA-
Faye Reynolds, per colpa del suo comportamento non idoneo, verrà trasferita per un periodo non definito a Mystic Falls e una ragazza irruenta come lei quanti scompigli porterà alla piccola cittadina e ai suoi abitanti?
Anche se non sa di essere qualcosa di sovrannaturale, lei è lì per un motivo ben preciso.
Suo zio James deve rispettare un patto vecchio centinaia di anni.
E come se non bastassero vampiri e streghe, per le strade di Mystic Falls si aggirerà un nuovo tipo di mostro che non potrà essere fermato, ma Faye non sarà sola in questa nuova guerra che porterà tante vittime.
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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NINTH CHAPTER.

 

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Quella mattina non avevo per nulla voglia di alzarmi e ricominciare una nuova giornata, così chiusi la sveglia e nascosi la testa sotto al cuscino, provando a riprendere sonno.

«Meow. Meow.»

La gatta di casa prese a strusciarsi contro le mie gambe, sospese a penzoloni all'estremità del letto.

«Lasciami in pace.» sussurrai con la voce ancora impastata dal torpore.

Edna, però non mi diede ascolto e non abbandonò la soave danza.

Alla fine cedetti e mi diressi verso il bagno padronale.

Il grande specchio, che si elevava sopra al modesto lavandino, riflesse un orribile immagine del mio volto.

Le labbra sembravano gonfie, forse per i baci focosi di ieri scambiati con Damon, il naso era rosso come un pomodoro e due occhiaie scure evidenziavano i miei occhi gialli.

Un momento. Come gialli?

I miei occhi erano sempre stati di un colore simile alle foglie di quercia, quella tonalità di verde scuro che tanto ricordava l'autunno, eppure quel giorno erano completamente gialli, proprio come quelli di zio James.

Forse aveva a che fare con.. la transizione.

Dio, non volevo neanche pensarci.

Mi sciacquai con forza il viso e strabuzzai più volte gli occhi, quasi come per cercare un modo per eliminare quella traccia, quella conferma che io alla fine fossi davvero una di loro.

La loro regina.

Da secoli aspettavano il mio arrivo e quando il giorno della mia nascita, Crooner, la dea dei lupi mannari che dall'alba dei tempi veglia sulla nostra specie, ha annunziato l'arrivo di una sovrana con poteri sovrannaturali e capacità di proteggere interi popoli di licantropi, in quest'ultimi la speranza si riaccese e all'idea di una vita con più sicurezza e tranquillità, emozionò tutti.

Elisabeth, alla fine mi confessò tutto, anche sulla fine dei miei genitori.

La dea Crooner li aveva puniti per il mancato successo di una missione, ma quando le domandai quale fosse il loro compito, mia zia si chiuse a riccio e con una scusa troncò il discorso.

Era tutto nuovo per me e più conoscevo e più volevo sapere.

*

«Caroline, dove diamine siete stati ieri tu e Jer?» Elena mi corse incontro nella giardino della villa di Tyler e mi abbracciò forte.

«Scusa, Elena. Avevo bisogno di staccare e l'ho obbligato ad accompagnarmi per negozi.» dissi accennando ad un sorriso.

Mi stupii di quanto potessi essere falsa con le persone che amavo, si perché in realtà Jeremy, dopo aver distrutto il suo braccialetto alla verbena, fu soggiogato da Klaus e scaricato su una sdraio nel retro di casa Gilbert, ma la cosa più grande è che io avevo un incarico da svolgere e non potevo tirarmi indietro, altrimenti tutti loro sarebbero stati in pericolo.

«Ah. Insomma Caroline, come stai?» mi chiese mentre ci dirigevamo verso il sindaco Carol, per dare una mano ai preparativi della festa di quella stessa sera.

«Come vuoi che stia, Elena? Il mio fidanzato è.. morto e non ho avuto nemmeno la possibilità di salutarlo, inoltre quell'oca di Carol Lockwood dà una stupida festa di beneficenza, nonostante Matt se ne sia andato solo ieri!» ero prossima alle lacrime ma dovevo mantenere il controllo, non potevo di certo crollare, non in quel momento almeno.

«Hai ragione, Caroline. Mi dispiace» sussurrò afflitta la mia migliore amica.

Chinò il capo e con lo sguardo basso, se ne restò in silenzio mentre Carol ci assegnava delle mansioni da svolgere: dovevamo posizionare vasi di fiori pregiati in vari luoghi, dando così una botta di colore all'imminente serata.

Ci dividemmo, poiché Elena si preoccupò dell'ala ovest, dove si trovava anche la lussuosa sala da ballo mentre a me toccava quella est, incluso l'eminente giardino.

«Maledetto ricevimento. Maledetta Carol. Maledetto Klaus.» bofonchiai adirata per il susseguirsi di queste orribili vicende.

«Maledici anche me, già che ci sei!» esclamò alle mie spalle un divertito Damon Salvatore.

Mi prese alla sprovvista e per la paura feci cadere una di quelle stupide anfore, che contenevano rose rosse.

«Guarda che cosa hai combinato. Sei troppo agitata riccioli d'oro! E poi chi è questo Klaus? Già hai rimpiazzato il povero Matt?» aggiunse sornione, provocandomi senza usare il benché minimo di tatto, e per di più infischiandosene per la nostra perdita.

«Sparisci dalla mia vista, subito.» sibilai calma, evitando di strappargli il cuore, che per giunta non usa spesso, se non con Elena.

Damon fece come gli ordinai, ma prima di smaterializzarsi si piegò per raccogliere una rosa rossa.

*

«Ti serve aiuto?» squillò all'improvviso una voce melodiosa.

Dall'alto potei ammirare al meglio il luminoso volto di Damon e i suoi ultraterreni occhi di ghiaccio.

«No, grazie. Questo è l'ultimo da fissare!» gli dissi, riferendomi agli enormi festoni eleganti attaccati per tutta la sala.

Scesi cautamente dalla sedia e di corsa mi avvicinai a lui, che era comodamente appoggiato a una parete.

«Stefan?» annaspai mentre cercavo di riprendere fiato.

«Sta rubando le carote ai conigli.» rispose con il solito tono da perfetto menefreghista.

«Invece tu sei qui per dare una mano?» chiesi, curiosa per la sua presenza lì, visto che di solito quando non svolgeva qualche ricerca per conto del Consiglio, restava tutto il giorno al pensionato trangugiando bourbon o qualche sacca di sangue.

«Veramente sono qui per te.» disse tranquillo mentre dalla sua mano, che aveva tenuto nascosta dietro la schiena, una rosa rossa attirò la mia attenzione.

La rosa rossa, come risultava nel linguaggio dei fiori, era senza dubbio la messaggera di un amore passionale e travolgente, e ciò voleva dire che Damon si stava apertamente dichiarando, o che quello era solo un gesto senza importanza?

Stando ai miei pensieri, guardai sconcertata il fiore, prima di spostare lo sguardo confuso su di lui.

«Damon, io..» il suo nome uscì come una supplica dalle mie labbra.

Non potevo accettare e io avevo bisogno che lui capisse del perché il mio rifiuto.

Scossi leggermente la testa e strinsi la sua mano, dove quel dono degno d'amore restava abbandonato, senza che nessuno lo prendesse, ne annusasse il profumo fresco e ringraziasse il cavaliere per quel gesto.

Il volto di Damon diventò impassibile, perdendo anche quel luccichio negli occhi che tanto lo caratterizzava.

D'istinto impugnò troppo forte la rosellina e le spine gli si conficcarono nel palmo della mano.

Una sottile striscia di sangue scuro cominciò a colargli per tutta la manica della setosa camicia nera e io non trovando le parole adatte per consolarlo, mi limitai a guardare atterrita quella scena intrisa di dolore, amore e sangue.

Così com'era arrivato, Damon sparì, lasciandomi sola con i miei sensi di colpa e quella rosa oramai imbrattata dal suo sangue.

*

Il vestito nero comprato ieri mattina con Elisabeth calzava a pennello sul mio esile corpo e gli sguardi compiaciuti della gente ne dettero la prova.

Era poco più che il tramonto e l'oscurità cominciava a riversarsi sulla sperduta cittadina di Mystic Falls.

Gli addobbi sfarzosi della sontuosa villa di Tyler erano decisamente fuori luogo, visto che solo ventiquattrore non bastavano per colmare il vuoto, lasciato dalla misteriosa morte di Matt Donovan.

Eppure quelle stesse persone che il giorno precedente compiangevano la sua perdita, adesso erano tutti lì a divertirsi e rallegrarsi con le danze.

Solo Caroline Forbes, restava seduta in disparte al suo tavolo e mi osservava da quando avevo messo piede nella grande sala da ballo.

La cosa mi inquietava non poco, ma che razza di problema aveva?

Era un' amica di Elena, quindi probabilmente era un vampiro anche lei.

Forse voleva ammazzarmi per la mia scorrettezza durante il primo giorno di scuola.

Bene, che si facesse sotto.

Non avevo per nulla paura di lei, magari era lei che ne aveva di me.

Fiduciosa delle mie capacità da regina dei lupi, mi avvicinai lentamente a quella fotocopia di Barbie per risolvere la questione una volta e per tutte.
 

Ladies, buonsalve a voi (:
Scusate ma (stranamente) non ho niente da dire °-°, volevo solo salutarvi e ringraziarvi per la vostra comprensione e perché in qualche modo mi state vicino!

One kiss to everybody!

  
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