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Autore: Sallivergron    19/03/2012    2 recensioni
-Sebastian non farlo ti prego! No Sebastian!- gridò tra le lacrime seduta sul suo letto d'ospedale Santana.
Una storia dedicata a Sebtana. Santana è una modella che trascura tutti e tutto sopratutto il suo ragazzo, dove la porterà il suo comportamento? Scopritelo seguendo questa storia!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Sebastian non farlo ti prego! No Sebastian!- gridò tra le lacrime seduta sul suo letto d'ospedale Santana.
 
Tutto cominciò quel giorno di settembre, quel maledetto giorno di settembre, quando Santana conobbe Sebastian, le era sembrato così simile a lei, se ne era subito affezzionata. Furono grandi amici, fino a quando scoprirono di provare un sentimento più grande, l'amore. Il ragazzo non sapeva come dirlo alla sua amica. Con un piccolo aiuto, riuscì a dichiararsi. La loro storia era come quelle che si vedono nei film, di certo le litigate non mancavano a causa della forte personalità di entrambi. Litigavano ma alla fine tornavano insieme. Tutti al liceo McKinley avevano paura di loro. La loro storia cominciò a sfasciarsi quando alla ragazza venne proposto di lavorare come modella. Questi ovviamente accettò. Con il passare dei mesi, Sebastian capì che quel mestiere pian piano gli stava portando via la fidanzata. Usciva di notte per andare a feste di "persone che contano" così le definiva, saltava la scuola all'insaputa dei genitori per i servizi fotografici, annullava i loro appuntamenti per andare a cena con altri. Gli diceva sempre di non essere geloso, ma come poteva non esserlo? La sua ragazza cenava con altri uomini, trattava male tutti e tutto, è vero, lo faveva anche prima, ma non nel modo in cui lo faceva adesso. Si fece coraggio e le parlò. -Santana non possiamo andare avanti così!- la ragazza rise, notando che Sebastian era serio tornò seria. -Vuoi lasciarmi?- chiese triste sedendosi su una sedia posta difronte ad uno specchio nel suo camerino. -Si, non hai più tempo per me, per noi, la nostra storia si sta sfasciando piano piano e di certo non è colpa mia!- affermò sicuro il ragazzo. -Cosa? Secondo te è colpa mia? Credi sia ancora colpa del mio lavoro non è così?- si arrabbiò la modella. -Si Santana, è colpa tua e del tuo stupidissimo lavoro, non ti riconosco più, nessuno ti riconosce più, non sei più la ragazza di cui mi sono innamorato!- esclamò lo studente raggiungendo la porta. -Ti sbagli- disse lei seguendolo e fermandogli la mano sulla maniglia -sono sempre io, te lo giuro!- lo guardò negli occhi. 
Per quanto fosse un duro, la ragazza riusciva sempre a farlo incantare con il suo sguardo. -Non puoi fare così!- disse. -Così come?- domandò lei. -Non puoi guardarmi con quegli occhioni, non posso resistergli. Non posso resisterti!- la ragazza gli si lanciò al collo e lo baciò. -Santana voglio chiarire una cosa, la prossima volta non riuscirai a farmi restare!- detto questo ritornò a baciarla. -Ti giuro che non ci sarà una prossima volta!- promise la ragazza.
Ma purtroppo non era vero, il problema era sempre lo stesso, il lavoro della latina, Sebastian malediva sempre di più il giorno in cui quel maledetto agente l'aveva vista e ne era rimasto affascinato, sapeva bene che la sua ragazza era bellissima e con un fisico da urlo ma non si sarebbe mai aspettato che diventasse una modella. In poco tempo la "fama" le aveva coperto gli occhi ed era cambiata, anche le persone a lei più vicine stentavano a riconoscerla, non a causa del trucco e dei modi di vestire, ma a causa del suo carattere, è vero non aveva mai avuto un bel carattere, ma ora si era completamente montata la testa, credeva di essere la migliore di tutti, la regina indiscussa della scuola, credeva di aver superato anche la grande Quinn, nonché sua ex migliore amica. Si, aveva perso anche lei e la dolce Brittany, che spaventata dalla "Nuova Santana" aveva preferito allontanarla. L'unico che le era rimasto accanto era stato Sebastian, ma purtroppo anche lui ad un certo punto si stancò. -Mi dispiace tanto, ti amo ma non può continuare, stavolta dico sul serio!- disse lui. -Bene, sappi che non ti chiederò di restare, non ti fermerò, sei libero di fare quel che vuoi, a perderci sei tu!- esclamò convinta e con aria di superiorità la ragazza. Sebastian la guardò deluso e uscì dalla camera della ragazza. 
Tornò a casa deluso, distrutto, non si aspettava una reazione del genere, credeva che la modella ci tenesse a lui, ma a quanto pare si sbagliava. Era stata davvero una stronza. Gli aveva mentito per tutto quel tempo dicendogli che lo amava. Arrabbiato prese il telefono e chiamò l'unica persona che avrebbe potuto tirargli su il morale, l'unica persona che aveva imparato a conoscerlo e a capirlo, Quinn. Sapeva benissimo che non era l'ora adatta, ma aveva bisogno di lei. -Quinn sono io, ho bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarmi, e tu sei l'unica di cui mi fido!- disse. -Cosa è successo? La stronza ti ha dato ancora buca?- chiese la ragazza. -L'ho lasciata Quinn, e sta volta per davvero, non ho intenzione di tornare con lei.- affermò il giovane. -Come? L'hai lasciata? Non ci posso credere!- esclamò la biondina. La sua voce era un misto di stupore e preoccupazione. -Non so che dire, non me lo aspettavo, non credevo che lo facessi davvero, vuoi che venga lì?- domandò Quinn. Guardò l'orologio Sebastian. -è mezzanotte ma si, ti prego, vieni!- supplicò il ragazzo. -Sarò lì tra un paio di minuti!- detto questo la biondina terminò la chiamta. 
Quella notte i due parlarono, si confidarono, si consolarono a vicenda, ma non successe solo quello, erano entrambi infelici e...beh, finirono a letto insieme. Cominciarono ad avere una storia. Passò qualche tempo, Santana era stata fuori città per dei servizi fotografici quindi non era a conosceza della novità, Quinn e Sebastian stavano insieme. Pensava che una volta tornata avrebbe trovato il suo ex ad aspettarla e sicuramente questi l'avrebbe implorata di tornare insieme, ma così non fu. Attraversò il corridoio del suo liceo, tutti la fissavano e parlavano tra di loro, cominciò a infastidirsi. -Che avete da guardare?!- domandò. Nessuno le rispose. Arrivò al suo armadietto, lo aprì, non ci trovò un biglietto, ne una rosa, ne uno stupido pupazzetto come le altre volte, questa volta era vuoto. Lo richiuse e continuò a camminare per raggiungere l'aula di storia. Passò dall'aula canto e fu lì che li vide, il suo ex fidanzato e la sua ex migliore amica che si baciavano, erano felici, lui era felice e senza di lei. Era da tempo che non lo vedeva così, così allegro, spensierato. Fu come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco, non riusciva a respirare. Fissò ancora per un po' la scena, come per imprimerla nel suo cervello. Dopodiché scappò in bagno, sentì all'improvviso una forte nausea. Vomitò. Rimise anche l'anima. Tirò lo scarico. Si sciacquò la faccia, si guardò allo specchio e quello che vide non le piacque. Non si riconobbe, non sapeva chi fosse quella ragazza di cui  vedeva il riflesso. Aveva ragione Sebastian, era cambiata e non in meglio, in quel momento si rese conto di aver perso tutto, la sua migliore amica, il suo fidanzato, tutti quelli a cui voleva bene si erano allontanati da lei. Si sentì sola, sola come un cane, un cane abbandonato sul ciglio di una strada deserta. 
 
Era passato qualche giorno dal suo ritorno e Santana aveva cercato di evitare Quinn e Sebastian in tutti modi, a volte riuscendoci, a volte no. Purtroppo avevano molti corsi in comune e frequentavano anche il glee insieme. 
Quella mattina era molto stressata, era stata su un set fotografico quasi tutta la notte, era stanca, voleva riposare. Stava camminando nei corridoi, sola, si sentiva debole, Rachel notò che la ragazza non stava bene e le si avvicinò. -Stai bene Santana? Sei pallida- domandò, la latina si limitò ad annuire e dopo neanche un secondo cominciò a correre verso il bagno. La stella del glee la seguì. La modella vomitò, lo faceva spesso nell'ultimo periodo, Rachel cominciò ad agitarsi. -Santana sei forse bulimica?- chiese mantenendo la testa della compagna che fece di no con il capo. -Ti hanno fatto bere qualcosa?- continuò a domandare la ragazza e Santana scosse ancora una volta la testa. -Sono solo esausta, stressata e ho sonno!- rispose la latina. -Santana non stai bene, vieni con me ti porto in infermeria- disse. -No Rachel, non ci voglio andare!- affermò prendendola per il polso. -Ma Santana non puoi stare in queste condizioni a scuola- obbiettò l'altra. -Non ti preoccupare, torno a casa!- rispose la modella cercando di tranquillizzarla. 
Dopo essere uscita dal bagno, Santana si diresse alla sua macchina, mise in moto e partì. Arrivò a casa, salì le scale e aprì la porta della sua stanza, si sdraiò sul suo letto e si addormentò, fino a quando fu costretta a correre in bagno a causa di una forte nausea. La cosa stava diventando sospetta. Forse non era lo stress a procurarle quella sensazione, forse c'era qualcos'altro sotto. Aspettò qualche giorno ancora prima di rendersi conto di cosa le stava succedendo. 
 
La campanella suonò, tutti entrarono in classe. Santana si sedette in uno degli ultimi banchi. Davanti a lei c'erano Sebastian e Quinn, si sorridevano, si scambiavano dei baci, questo la ragazza non poteva sopportarlo. A fine lezione si precipitò fuori dall'aula, andò a pranzo, dopodiché andò a cercare Sebastian. Lo trovò nell'aula di canto con Quinn. -Devo parlarti!- disse entrando. I due fidanzatini si guardarono. -Cosa vuoi ancora da me Lopez?- chiese il ragazzo. -Te l'ho appena detto, devo parlarti- rispose lei. -Puoi farlo tranquillamente davanti a lei, non ci sono segreti tra noi- affermò lui sorridente. -Come vuoi, l'hai voluto tu!- rispose a tono la mora. -Ho un ritardo!- disse tranquillamente. Sebastian che poco prima sorrideva adesso aveva un viso serio e preoccupato, guardava Quinn e poi Santana. -Come un ritardo?- chiese. -Si, hai capito bene, oggi devo andare dal ginecologo, non mi fido di quei test da supermercato, ti farò sapere- detto questo uscì dall'aula, il ragazzo la seguì. -Voglio venire con te!- affermò sicuro. -Come vuoi, ci vediamo alle cinque fuori dall'ospedale, di alla tua fidanzatina di non dirlo a nessuno o se ne pentirà.- lo informò Santana e se ne andò. 
Quel pomeriggio i due andarono in ospedale. -Prego accomodatevi- disse il medico. -Perché siete qui?- chiese. -Ho un ritardo, nausee continue e sbalzi di umore!- rispose Santana preoccupata. -Crede di essere incinta?- domandò ancora l'uomo. -Se lo sapessi non sarei qui non crede?- chiese la ragazza. Sebastian la fulminò con lo sguardo. -La scusi, potrebbe per favore visitarla?- chiese gentilmente il ragazzo. -Certo, si stenda qui!- disse gentilmente il medico indicando un lettino. La modella si sdraiò, si scoprì la pancia e il dottore dopo averle spalmato un gel cominciò l'ecografia. Sorrise guardando il monitor. Guardò i ragazzi. -Allora?- chiese Santana. -Congratulazioni, è incinta!- disse l'uomo con il camice -Guardate qui- indicò un punto sul monitor -Questo è il vostro bambino o la vostra bambina- continuò l'uomo. La latina si mise una mano in fronte. -Non è felice?- chiese il medico. -Felice? Scherza? Sono una modella, una gravidanza rovinerebbe il mio fisico!- esclamò la ragazza guardando l'uomo. -Deduco dalle sue parole che non vuole tenerlo!- affermò il dottore. -Deduce bene, non voglio tenerlo!- rispose lei. Sebastian la guardò. -E io? Il mio parere non conta niente? Se non sei andata con altri quel bambino e anche mio!- le fece notare. -Non sono andata con altri. Non ti ho mai tradito, sai cosa provo per te!- affermò sicuara. -No, non lo so, e comunque voglio poter contribuire a questa decisione!- esclamò sicuro il ragazzo. 
Dopo essere usciti dall'ospedale Santana si stava per incamminare verso casa. -Dove vai?- chiese Sebastian. -A casa!- rispose lei. -Vieni con me, ti accompagno in macchina!- disse lui. -No, preferisco di no!- continuò la mora. -Santana non fare la bambina, è buio e tu hai mio figlio in grembo, quindi non fare storie e sali!- detto questo la trascinò letteralmente in macchina.
I giorni passavano e i due non si erano ancora parlati fino a quando Santana andò da lui. -Io vado ad abortire, non mi importa se non vuoi- non diede neanche il tempo di rispondere al ragazzo che si girò dandogli le spalle. -No, non lo farai, non voglio, voglio che tu lo tenga.- disse lui. -Mi dispiace, non posso, non lo voglio, sono troppo piccola, non posso occuparmi di lui e i miei mi caccierebbero di casa- rispose la mora. -Non lo vuoi? Io si, tienilo, dopo i nove mesi, quando avrai partorito me lo darai e mi occuperò io di lui!- affermò dopo un po' Sebastian. -Non se ne parla. Sono una modella, il mio corpo ne risentirebbe!- continuò Santana. -Ah si? Ti pago tutti gli interventi che vuoi, liposuzioni, rimozione delle smagliature, tutto, ma tu mi fai nascere mio figlio!- disse il ragazzo. -Non lo so, ci devo pensare!- sbuffò lei prima di andare via. Quella notte non riuscì a dormire, pensava all'offerta di Sebastian. L'indomani a scuola andò da lui e gli comunicò di aver preso una decisione. -Allora?- chiese impaziente il giovane. -Allora ok, va bene, accetto, ma ad una condizione, voglio che tu mi faccia studiare in casa, non mi farò vedere grassa qui a scuola e se i miei mi cacciano di casa mi fai stare da te!- ordinò la ragazza. -Va benissimo!- affermò serio il ragazzo prima di andar via. 
 
I successivi nove mesi furono duri per i ragazzi, sopratutto Sebstian che era costretto a soddisfare tutte le voglie della ragazza. Durante questi mesi Quinn aveva deciso di mollare il ragazzo perché non credeva di poter accettere il fatto che lui stesse aspettando un bambino da un'altra ragazza. Si, avete capito bene, era un maschietto. 
-Sebastian! Sebastian!- lo chiamò Santana dalla sua stanza. Come previsto i suoi l'avevano cacciata di casa e il poveretto era stato costretto a farla stare a casa sua. -Arrivo, arrivo!- gridò dalla cucina per farsi sentire. Entrò nella camera della ragazza con in mano un vassoio con la colazione. -Ti stavo preparando la colazione!- esclamò il giovane. -Voglio un cornetto con la cioccolata!- disse lei incrociando le braccia al petto. -Da dove lo prendo adesso un cornetto alla cioccolata?- chiese disperato lui. -Non lo so, è un tuo problema!- affermò lei. Il ragazzo uscì di casa e cercò una pasticceria aperta che avesse i cornetti al cioccolato, quando lo trovò, tornò a casa. -Tieni!- disse buttandogli la bustina sul letto. Lei prese il cornetto e cominciò a mangiarlo, dopo un po' cominciò ad avvertire forti dolori, si alzò e non appena fu in piedi le si ruppero le acque. Guardò Sebastian. -Mi si sono rotte le acque!-affermò guardando il pavimento. -Oddio!- esclamò lui. Dopodiché prese la macchina e portò la ragazza in ospedale dove partorì. 
-Congratulazioni signorina, è un bellissimo maschietto!- disse l'ostetrica dando il bambino a Santana. Lei lo guardò e in quel momento fu felice, felice come non mai, era diventata mamma, si pentì di aver pensato fino a qualche mese prima di non volere quel piccolo. Lo guardò, gli accarezzò teneramente il viso. Gli sorrise. -Allora, che nome diamo a questo piccoletto?- chiese l'infermiera con in mano una cartellina. -Nicholas, Nicholas Simon Smythe!- disse Sebastian sicuro. -Allora benvenuto al mondo piccolo Nicholas!- disse la donna sorridendo a Santana e al piccolo. 
Santana fu portata in una stanza. Un'infermiera le portò il bambino. -Ciao piccolo!- disse lei sorridente guardandolo. Era dinuovo felice. Sebastian entrò nella stanza, guardò la ragazza e poi suo figlio, per quanto volesse negarlo, sapeva bene di amarla ancora. Tese le mani verso di lei facendole capire che voleva prendere il bambino. -Vieni da papà!- disse il ragazzo prendendo il piccolo. Lo guardava, lo accarezzava, gli sorrideva. Era felice. -Bene, hai rispettato la tua parte del patto, adesso tocca a me, tu mi hai regalato la cosa più bella della mia vita, adesso dimmi cosa vuoi- disse Sebastian. -Niente, non voglio niente, non voglio che tu prenda il mio bambino. Voglio solo poterci essere per lui, essere sua madre!- affermò la ragazza. -Mi dispiace, tu non volevi neanche tenerlo, abbiamo fatto un patto, adesso dimmi cosa vuoi?- chiese ancora il giovane. -Stai scherzando? Dimmi che scherzi- domandò Santana con gli occhi lucidi. -Non scherzo, saluta tuo figlio anzi, mio figlio, perché è l'ultima volta che lo vedrai!- affermò lui. A quel punto lei non ce la fece più e scoppiò a piangere. Ma non gli fece pena, non lo indusse a ripensarci, era sicuro di quel che faceva. -Sebastian non farlo ti prego! No Sebastian!- gridò tra le lacrime seduta sul suo letto d'ospedale Santana mentre il ragazzo abbandonava la stanza con suo figlio tra le braccia.
  
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