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Autore: dragon_queen    19/03/2012    2 recensioni
Ancora una volta un nemico minaccia Atena e i suoi cavalieri (intendiamoci: considero solo quelli d'oro :3 :3). Ad approdare tra le mura del sacro tempio saranno tre sorelle, le quali possiedono un cosmo assai particolare e un potere che non passerà certo inosservato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saint seiya chronicle'
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-No no no!!- continuava a gridare Elettra, mentre si muoveva svelta nella sua stanza.

-Sorellina, è stata solo una sbronza. Nulla di che- continuava a ripeterle Niobe, stesa sul letto.

-No, non capisci. L'alcool mi fa straparlare e ho paura di aver commesso qualche sciocchezza o aver detto qualcosa di troppo-

-E allora?-

-Allora? Devo ricordati chi è stato a riportarmi qui?-

-Ma dai, ormai tutti si sono resi conto che vi piacete-

-Non è quello il problema. È che non voglio che lui pensi che sono completamente cotta-

Niobe la guardò storta.

-Tu hai dei seri problemi- commentò.

-Oh avanti, finiscila. Adesso vai, Aledebaran ti starà aspettando-

-D'accordo. Ci vediamo a pranzo- e se ne andò.

Lei si lasciò andare sul letto, tirando un sospiro.

-Spero solo di non aver combinato qualche pasticcio-

 

Elettra passeggiava tranquillamente per i boschi ai piedi del tempio, spensierata. Aveva bisogno di un po' d'aria fresca e di rimanere sola con i suoi pensieri. Ad un tratto avvertì un ramo che si spezzava alle sue spalle. Si voltò, spaventata.

-Chi c'è?-

Nessuno rispose, poi, da dietro uno degli alberi, spuntò Deimos. La ragazza balzò indietro. Il generale era svestito della sua armatura, ma aveva lo stesso un aspetto pericoloso.

-Che cosa ci fai qui?- chiese.

-Sai bene perchè sono qui. Credo che il sommo Ares te lo abbia detto-

-Non verrò con te-

-Non ti chiederò questo, infatti. Il mio signore mi ha detto di avanzarti una richiesta: che tu ti consegni di tua spontanea volontà-

-Come sarebbe a dire?-

-Con tutta sincerità non lo capisco neanche io, ma questo è ciò che mi è stato ordinato-

-Puoi dire ad Ares che non mi presenterò mai a lui di mia spontanea volontà-

-Aveva previsto che avresti dato questa risposta e mi ha detto di riferirti che se non lo farai, ucciderà ogni cavaliere e ogni sacerdotessa presente al tempio fino a quando tu non sarai davanti ai suoi occhi-

Lei rimase come folgorata. Non sapeva se quella minaccia era da prendere sul serio, ma non poteva rischiare.

-Quanto tempo ho?-

-Tra due giorni, prima che il sole tramonti, torna in questa radura. Io sarò ad aspettarti- e, con una risata che gli si allargava sul volto, sparì.

Elettra cadde in ginocchio. Così era quello il suo fardello? Ma per i cavalieri e le sue sorelle avrebbe fatto anche di più.

 

Due giorni. Solamente due tramonti prima della fine. Che cosa avrebbe fatto? Non erano sufficienti a fare tutto quello che avrebbe voluto e ciò la faceva stare malissimo. Inoltre non poteva raccontare a nessuno ciò che l'attendeva, altrimenti avrebbero cercato di fermarla. Poi le venne alla mente il volto del suo cavaliere. Non poteva più indugiare, vista la possibilità che non lo rivedesse mai più.

Decise che quella sera gli avrebbe rivelato ogni cosa.

Quando però tornò alla casa dello scorpione la trovò vuota.

-Il damerino è partito per una missione improvvisa. Tornerà domani in mattinata- disse la voce di Deathmask, il quale era comparso sulla porta.

-Ma tu devi sempre essere così silenzioso?- chiese lei.

-Mi piace vedere quando ti spaventi- ridacchiò quello.

-Idiota-

Poi si rabbuiò.

-Tutto a posto?- le chiese lui.

-Si si, tutto a posto. Ho solo bisogno di riposare. Vado a farmi una doccia-

-Ti accompagno-

-Death!!-

 

-Cosa ha risposto?-

-Ha accettato-

-Bene. Quella ragazza mi attira. Non solo perchè custodisce il segreto del libro, ma per qualcos'altro che ancora non riesco a capire-

-Quando si accorgeranno della sua scomparsa, i cavalieri verranno a cercarla-

-E noi saremo pronti ad accoglierli-

 

Dopo quasi un'ora, nella quale era riuscita a far demordere il cavaliere della quarta casa a infilarsi con lei sotto la doccia, finalmente la ragazza potè concedersi ad un caldo scroscio d'acqua. Poggiò la testa contro il muro e si lasciò andare lentamente, sino a ritrovarsi in ginocchio.

-Milo, perchè quando mi decido a confidarti ogni cosa tu non ci sei?-

Dopo quasi mezz'ora, uscì e tornò in camera per asciugarsi e vestirsi. Ad un tratto irruppero le sorelle. Quando però Elettra si voltò, vide che erano seguite da Aldebaran, Shaka, Camus e Ioria. D'improvviso si ricordò di indossare solamente l'intimo, soprattutto guardando le faccie imbarazzate dei cavalieri. Così lanciò un urlo e si coprì in fretta:

-Possibile che in questo posto nessuno sia abituato a bussare?!?-

Così, dopo aver allontanato i quattro ragazzi, ancora imbambolati per l'imbarazzo, si rivolse alle sorelle.

-Che ci fate qui?-

-Abbiamo saputo che Milo è in missione-

-E allora-

-Come allora? Festa!!- esordì Niobe.

-Stai scherzando?-

-Avanti sorellona. Ci annoiamo tanto ad allenarci e basta-

-Ma abbiamo fatto una festa appena ieri-

-Che importanza ha? Ogni giorno è una festa!!- disse ancora Niobe, euforica.

-Sei sempre la solita- sorrise la maggiore.

Poi continuò:

-Se Milo ci becca...-

-Non lo farà. Lui tornerà domani in mattinata, giusto?-

-E' quello che mi hanno detto-

-Bene, allora cancelliamo ogni indugio...-

 

-Sapevo che non era una buona idea- sospirò Elettra, mentre un branco di cavalieri scalmanati si aggirava per la casa dello scorpione.

Gli unici estranei da quel marasma erano Mur e Shaka, seduti in un angolo, intenti a parlottare e fare cenni di dissenso con la testa.

-Che falsi. Pensare che erano in prima fila quando hanno parlato di festa- pensò lei, con un mezzo sorriso.

Ad un tratto si sentì circondare le spalle con un braccio. Si voltò e una tanfata di alcool la investì, facendole ricordare la nausea della sera prima. Poi si accorse da chi proveniva: Death.

-Ehi tesoro, tutto bene?-

-Io si. Tu, in compenso, sei ubriaco-

-Nooooo...forse solo un po'. Tu invece dovresti rilassarti- disse, accarezzandole un braccio.

Elettra intuì che c'era aria di guai. Così, sorridendo, afferrò il polso del cavaliere e si sciolse dal suo abbraccio.

-Ehm, credo che Aphro ti stia chiamando- tentò.

-Non è vero. Perchè non vuoi cedere? Vedo come mi guardi, mi desideri- continuò lui, avvicinandosi lentamente, mentre lei si allontanava.

Ad un tratto, quando ormai Elettra si sentiva in trappola, il portone dell'ottava casa si spalancò. Tutti si bloccarono all'istante. Colui che apparve non avrebbe dovuto essere lì: Milo. Quando vide cosa stava succedendo, assunse un aspetto quasi demoniaco.

-Fuori di qui...- sussurrò.

Poi il suo sguardo cadde sulla povera Elettra che tentava di far demordere Deathmask. I suoi occhi si infiammarono.

In un attimo il tempio si svuotò, mentre Milo sbraitava. Alla fine rimase solo lei.

Si vergognava per l'orrenda figura fatta. Lui le passò accanto senza proferire parola, poi lasciò cadere tra le mani di lei un piccolo pacchetto.

-Buon compleanno- si limitò a dire e passò oltre.

Elettra, mortificata, prese a mettere a posto la baraonda lasciata, pensando a quali sarebbero voluti essere i suoi intenti quella sera. Con molta probabilità adesso il cavaliere la odiava per aver trattato la sua casa come un circolo ricreativo.

Finiti di lavare gli ultimi piatti, Elettra uscì sulle scalinate del tempio. In tasca aveva ancora la scatolina che le aveva dato il cavaliere. Trattenendo a stento un sorriso la aprì, rimanendo senza parole: dentro vi era una catenina con un piccolo ciondolo a forma di stella a otto punto, con al centro un brillantino rosso fuoco. Gli occhi le divennero lucidi, ma lei li strusciò con forza, imponendosi di non piangere. Una voce alle sue spalle la fece trasalire:

-Non lo indossi?-

Lei si voltò: Milo, nascosto nella penombra, la osservava. Poi aggiunse:

-Non ti piace?-

Lei arrossì. Abbassando lo sguardo. I passi del cavalieri le si fecero vicini, sino a quando non lo vide abbassarsi ad afferrare la catenina.

-Posso?-

Lei si spostò i capelli, in modo da lasciare il collo scoperto. Il suo tocco le provocò un brivido. Quando il gioiello fu al suo posto, Milo si inginocchiò davanti a lei, in modo da poterla ammirare.

-Ti sta bene-

La ragazza sorrise, poi si accorse che lui si stava avvicinando. Non lo fermò, avendo aspettato da tempo quel gesto da parte sua.

-Forse stavolta ce la farò a baciarti- disse lui in un sussurrò, prima che le sue labbra toccassero quelle di lei.

All'inizio, entrambi avevano quasi paura di approfondire quel bacio, lasciando che le labbra si sfiorassero appena. Poi però furono investiti da una carica di passione talmente forte che si strinsero l'una all'altro, lasciando che quel bacio divenisse meno casto.

Nel breve secondo in cui ripresero fiato, lei sussurrò:

-Pensavo che fossi arrabbiato con me-

-Infatti. Sono furioso- rispose lui, continuando a baciarla.

-Allora devo farti arrabbiare più spesso-

Ad un tratto una lacrima le scivolò su una guancia e lui se ne accorse.

-Che c'è?- le chiese.

-Sono felice- e ricominciò a baciarlo, con molta più enfasi di poco prima.

Elettra non gli avrebbe mai raccontato la verità.

 

Quella notte la passarono insieme, facendo dei loro corpi lo strumento per i sentimenti che provavano. Le loro anime divennero una sola, mentre Elettra scopriva un mondo che fino a quel momento le era sconosciuto e che aveva desiderato fin da subito esplorare solo con lui. Il cavaliere dello scorpione, a suo modo, sapeva che quella ragazza sarebbe divenuta l'unica cosa che, da quel momento in avanti, avrebbe fatto di lui un uomo completo. Basta baldoria e scappatelle con le altre donne, adesso esisteva solo lei. Poi, entrambi sfiniti, si addormentarono.

Elettra si svegliò per prima e si accorse di essere stretta in un caldo abbraccio del suo cavaliere. Alzò un poco lo sguardo, posandolo sul volto addormentato di lui e sorrise: sembrava quasi un bambino. Così gli dette un leggero bacio sulle labbra.

Quello arricciò un poco il naso, fino a quando non aprì i profondi occhi blu, incontrando quelli verdi di lei.

-Buongiorno bellissima- sorrise.

-Buongiorno- rispose teneramente lei.

-Sto ancora sognando?- chiese ancora lui.

-Perchè?-

-Vedo una Dea di rara bellezza stesa qui davanti a me, nel mio letto- e la strinse ancora più forte.

Dopodichè fecero l'amore per una seconda volta.

 

Quando Milo si svegliò non avvertì la presenza di Elettra al suo fianco. Guardò fuori dalla finestra: quanto aveva dormito? Il cielo si stava già tinteggiando di rosso, segno che il sole era vicino a tramontare. Come aveva potuto dormire così a lungo? Poi un'odore strano gli sfiorò le narici: una sorta di incenso che sapeva di fiori, il quale però gli metteva una certa sonnolenza.

Con una mano lo gettò a terra. Ancora intontito si alzò, coprendosi con il lenzuolo. Si aggirò per la stanza, cercando Elettra, ma di lei non ve ne era traccia.

Ad un tratto l'occhio gli cadde su qualcosa che scintillava tra le coperte. Si avvicinò e notò che era il ciondolo che la sera prima le aveva regalato. Con quello c'era un foglietto ripiegato a metà. La scrittura era quella di Elettra. Ogni parole che leggeva lo faceva cadere sempre di più in una sorta di stato confusionale.

Poi barcollando si sedette sul letto, col foglio tra le mani. Dopodichè proruppe in un grido.

 

Sembrava strano, ma ad Elettra sembrò di udire un grido provenire dall'ottava casa. Si sentiva malissimo ad averlo abbandonato in quel modo, ma era lunica soluzione per non farlo soffrire più del dovuto.

Mentre si incamminava verso la radura dove aveva appuntamento con Deimos, i dubbi si insinuarono nel suo animo.

Poi si voltò per guardare un'ultima volta il tempio, prima di avvertire una voce:

-Hai mantenuto l'accordo-

-Si-

-Hai qualche ripensamento-

-Andiamo. Ora- 






N.A. Il nostro Milo ce l'ha fatta, ma è stato subito abbandonato dalla povera Elettra.
Cosa ne sarà di lei?
Continuate a seguire la storia e ringrazio chi la legge, chi la recensisce e chi l'ha aggiunta tra le seguite.
Saluti Marty

  
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