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Autore: VeroJonasLover    20/03/2012    16 recensioni
Tanto da 'sano' non se ne sarebbe mai ricordato.
'Sai Joseph, ti amo anche io'.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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buonasera tesori! eccomi qui con un altro capitolo, vi soprenderà! 
Comprende una sequenza dialogata abbastanza lunga, spero che vi piaccia! ♥ Ringrazio tutte coloro che mi seguono, davvero, mi fate sempre tanto contenta! :') fatemi sapere che ne pensate! baci. 

Joє'ѕ мυffιи


Verso l'una Kevin mi riaccompagna davanti al portone, e dopo averlo ringraziato per la serata passata insieme, entro in casa, mi metto il pigiama, e a malavoglia mi strucco. Mi sciacquo la faccia con abbondante acqua fredda, mi spalmo delicatamente un po' di crema alle mandorle nel contorno occhi e sulle guance: suppongo che chiunque mi veda in faccia pensi abbia passato due o più notti in bianco; ho il viso stanco, come se il mio corpo fosse debilitato dopo il litigio avuto con Joe. 
La verità è che continuo a pensarci, e anche se mi ripeto che dovrei smetterla, e che non serve a niente, non riesco a farne a meno. Mi guardo allo specchio, non ho sonno. Imposta la sveglia per l'indomani mattina, e con calma mi rannicchio nel letto, sperando di dormire almeno un pochino.
Puntualissima, la sveglia suona alle 6 e mezza, proprio quando avevo iniziato ad appisolarmi un po'! Mi lavo, mi vesto e bevo un caffé, dopodiché prendo l'auto e vado a lavoro. Entro al 'River Bistrot' e Catelynn è già al bancone; la saluto e vado nel privé a mettermi la divisa da lavoro. Vedo che arrivano i primi clienti: sono in molti che vengono a far colazione qui, infatti il bar si trova proprio nel centro di Wyckoff. 
Preparo due cappuccini e li porto ad un tavolo, e una mezza dozzina di caffé che invece servo al bancone; successivamente, a testa bassa, do una ripulita al bancone. Mentre lavo lo strofinaccio che ho utilizzato, sento un tossicchiare sommesso, che simboleggia in realtà volontà di ascolto. 
Eccolo, è lui 'l'uomo che vuole essere notato'. 
- Desidera? - dico, con il fare da dura.
- Ah, adesso mi dai pure del lei? Va bene che ho superato i venti, ma questo è troppo!' ride, sistemandosi gli occhiali neri sugli occhi.
- Okay, cosa vuoi? - ribatto, servendo intanto una signora che aveva ordinato un un succo di frutta.
- Te. - afferma, appoggiando entrambe le braccia sul tavolo, e guardandomi fisso.
- Al limone o alla pesca? caldo o freddo? - domando, prendendo due lattine dal frigo e mostrandogliele.
- Non fare la stupida Violet. - ribatte.
Mi sta prendendo in giro? non solo mi tratta da schifo, viene anche a lavoro a 'deliziarmi' con la sua presenza? 
Gli porgo le lattine e vado alla cassa, una cliente sta aspettando di pagare; Joe mi raggiunge.
- Non le volevo, ma ormai mi tocca pagarle. - sbuffa. - e comunque dobbiamo parlare. -
- Sono 3,99$. E di che cosa poi? Mi sembra di aver ricevuto delle risposte già abbastanza esaurienti. - prendo la banconota da 20 con la quale paga e gli do il resto con lo scontrino.
Lui non risponde e se ne va.
Bene, a quanto pare ha capito che non voglio parlarci.

Presto arrivano le sette, ed è ora di chiudere il locale, ed oggi spetta a me. Dopo essermi rivestita ed uscita, con cura abbasso la saracinesca del locale e attivo l'antifurto. Chi mi ritrovo a 10 metri dal bar che tira calci ai sassi del marciapiede?
Non serve essere perspicaci, la risposta mi pare fin troppo ovvia. 
- Joseph, ti denuncio per stalking. Ti giuro che lo faccio. - proferisco, slegandomi i capelli e contiuando a camminare dirigendomi verso la macchina. 
- Dato che non riesco a parlare con te come si fa con tutte le persone normali, devo per forza ricorrere a questi stratagemmi. - mi supera e mi si piazza davanti.
- Ah, grazie per avermi dato dell'anormale. - rispondo, spingendolo. Sono arrivata alla macchina, prendo le chiavi e l'apro, e infilandomi subito nel posto guida la richiudo; ma lui è più veloce di me, e con furia apre la portiera e mi si siede accanto.
- Hai dei tempi di reazione che farebbero invidia ad un bradipo. - ridacchia, staccando le chiavi dal cruscotto e mettendosele in tasca.
- La mia voglia di parlare con te è pari a zero, e non pensare che facendomi tutti questi 'grandi complimenti' la situazione migliori, Joe. - dico, sistemandomi la camicetta.
- Ma io non ti stavo facendo dei complimenti. - parla a bassa voce.
- Hai mai sentito parlare di 'sarcasmo'? Ah no aspetta, questo va oltre il tuo vocabolario. Non ci avevo pensato, mi spiace. - mimo la faccia da cucciolo, per prenderlo in giro.
Lui sembra distratto, pare offeso. Non vuole più giocare.
- Lascia stare tutto per un momento Violet. Tu.. tu mi piaci. Avrei dovuto dirtelo prima, ieri. - lui guarda oltre il finestrino, ma sbirciando il suo profilo sinistro, noto quasi con tenerezza che la sua pelle si è ora orlata di un rosso porpora.
- Io non ti credo Joe. Ammetti che non provi niente per me, perlomeno dimmelo chiaramente che vuoi qualcuna con cui praticare soltanto del sano sesso. Abbi le palle di confessare che mi stai dicendo così solo per ottenere quello che vuoi. - dico calma, non ho voglia di star male un'altra volta per colpa sua. 
- Non è così, te lo assicuro. Quando Kevin stamani mi ha raccontato che ieri sera siete usciti assieme, mi sono sentito possessivo nei tuoi confronti, geloso del fatto che tu hai passato del tempo con qualcun altro che non sia io. Come se tu mi appartenessi, come se tu fossi mia, capisci? 
La pelle d'oca mi pervade, e avendo preso coscienza del fatto che l'ha visto anche lui, mi copro le braccia scoperte guardando il tappetino situato sotto il mio sedile.
- Se al bar ti ho detto che ti voglio è perché sento un bisogno di te che va oltre la fisicità, oltre l'esteriorità, oltre tutto. E dopo averti baciata, mi sono reso conto sempre di più del fatto che io tengo a te più di quanto si vuole bene ad un'amica. E..- balbetta. - e se ieri non ti ho assecondata dicendoti quello che provo é perché ho paura di buttare entrambi in una relazione seria, ho paura di rovinare per sempre il nostro rapporto. -
Mi guarda con occhi lucidi e spenti, è sincero. 
E io..io sono spiazzata, paralizzata, non l'avrei mai creduto possibile.
- Non mi ero mai posta l'eventualità che tu potessi provare i miei stessi sentimenti, e ancora stento a crederci..- affermo confusa.
Dolcemente mi prende la mano, e la fonde con la sua. Io tremo, paralizzata
- Dimmi che non è un sogno, ti prego. - mugugno, speranzosa.
Lui mi si avvicina lentamente, e stringendo forte i miei palmi ai suoi, con le sue labbra percorre tutto il mio viso, e fermandosi all'orecchio destro mi sussurra: - No, non stai sognando. - 
Tentenna, ha quasi paura di baciarmi. Io mi lascio andare, non mi pongo neanche il problema di indagare se è davvero sicuro di quello che sta dicendo o se mente, mi fido del mio istinto. E il mio istinto ripone fiducia in lui.
Con calma inaudita sciolgo il legame tra le nostre mai, e a fatica, abbassando la testa e piegando la schiena, mi ritrovo in braccio a lui.
Intreccio gli arti dietro al suo collo, e dopo averlo guardato un'ultima volta negli occhi, lo bacio. Passano pochi secondi e lui si stacca.
Ho come la sensazione di aver sbagliato qualcosa. Lo guardo con aria interrogativa; lui mi sposta una ciocca di capelli all'indietro, e baciandomi la guancia mi sorride.
- Non ho mai provato nulla di simile per nessuna, giuro. -
Sospira e rinizia a baciarmi. La sua lingua dopo un attimo di esitazione comincia a danzare con la mia, e mentre lui mi sfiora la schiena con le sue dita gelate, io protraggo il mio corpo in avanti, in modo da risultare praticamente appiccicati. 
Ormai è sicuro di sé, è sicuro che la cosa mi piaccia e che io ricambi, scende col mento sul mio collo, e lo riempie di piccoli abbozzi di baci.
Si ferma. 
Con un'occhiata fugace mi legge nel pensiero, guardandomi e mordendosi il labbro inferiore scivola di lato e si appopria del posto del guidatore, poi estrae le chiavi dalla tasca e mette in moto la macchina.
E' tardi. 

   
 
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