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Autore: KrisJay    21/03/2012    7 recensioni
La favola di Cenerentola, vista da me..
"-No. N-non mi hai spaventato- balbettai.
Lo vidi rilassarsi e sorridermi leggermente. Di nuovo fece capolino quel suo strano sorriso storto, così particolare e al tempo stesso così dolce.
-Sono felice di saperlo- disse ancora. Allungò una mano verso di me e rivolse il palmo in alto, in attesa che io ci poggiassi sopra la mia. -E.. se non è chiedere troppo.. posso sapere il tuo nome?- domandò dolcemente.
Allungai la mia mano e la posai sulla sua, grande e forte. Sentii subito le sue dita stringere leggermente la presa.
-Isabella. Il mio nome è Isabella..-
Il sorriso sul suo volto si allargò a dismisura, felice per quello che gli avevo detto. Lentamente e sempre mantenendo il sorriso sulle labbra, si chinò sulla mia mano e lasciò un bacio delicato sul dorso.
-È un piacere fare la vostra conoscenza, Isabella. Io mi chiamo Edward..-"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Come in una favola - Capitolo19

Eccomi qui, pronta per il nuovo aggiornamento in questa bella giornata di primavera :D la bella stagione mi sta dando alla testa, ma è meglio che non ci fate caso u.u
Allora.. lascio le mie piccole note adesso, così poi non sarete costrette a sopportarmi quando finirete di leggere XD
Questo è il capitolo che, spero, stavate tutte aspettando da tanto tempo.. l’ho riletto con calma stamattina per controllare eventuali errori che mi fossero sfuggiti e spero che li abia tolti tutti u.u ma mai dire mai, forse ce n’è ancora qualcuno nascosto.. mi scuso se così fosse :)
Ora, prima di dilungarmi troppo, vi saluto e vi ringrazio per le splendide recensioni che mi avete lasciato allo scorso capitolo! Siete come sempre gentili e tanto tanto buone *_* sto diventando molto ripetitiva, me ne rendo conto XD ma è la verità..
Grazie ancora e.. buona lettura! Un bacio :*
KrisC

 
 
 
 
 
 
 
 

Come in una favola

 
 
 

Capitolo diciannovesimo
 
 
 

Bella
 
 

Avevo gli occhi fissi sul fuoco che scoppiettava allegramente nel camino, a poca distanza dal divanetto su cui ero seduta, senza però guardarlo veramente. Oltre ad avere la vista annebbiata dalle lacrime, che non avevano smesso di scendere neanche per un istante, non trovavo poi così interessante guardare quelle fiamme così brillanti e vivaci.
L’unico pensiero ed argomento che mi girava per la testa era, forse, anche l’unico a cui non avrei voluto pensare.. ad essere sincera, avevo desiderato con tutta me stessa che quel momento si avverasse, ma adesso non lo volevo più così tanto. Non dopo quello che avevo saputo..
Risentire la voce di Edward dopo tanto tempo e ritrovarmelo davanti proprio lì, in carne ed ossa, nello stesso posto in cui mi trovavo anche io era stata la sorpresa ed il sogno più bello che avessi mai potuto immaginare.
Avevo aspettato tanto quel momento, e credevo fermamente che si sarebbe potuto avverare dopo aver spedito la lettera che stavo scrivendo fino a poco tempo prima.. ma non immaginavo che Edward potesse anticipare le mie mosse, e venisse a cercarmi senza annunciare a nessuno il suo imminente arrivo.
Ero stata davvero felice di rivederlo, e quando ci eravamo trovati a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro e con le sue mani posate sul mio viso quasi credevo di poter svenire dalla gioia.. e sentire di nuovo la sua voce, emozionata, bassa e gentile proprio come la ricordavo, mi aveva fatto capire che lui si trovava davvero di fronte a me e che non era solo un maledetto e meraviglioso sogno.
Stringerlo di nuovo tra le braccia e baciarlo, poi, mi sconvolse ancora di più.. lo avevo sentito ricambiare immediatamente il mio bacio e stringere la presa sul mio corpo, come se nulla tra di noi fosse cambiato. Sembrava che ci fossimo rivisti solo dopo qualche ora di lontananza, e non, invece, dopo giorni e giorni..
Avevo creduto che tutto fosse rimasto immutato, che il nostro amore fosse sopravvissuto a quella lontananza imprevista e dolorosa.. ma mi ero sbagliata. Mi ero sbagliata così tanto, ed ero stata una sciocca a credere che non fosse stato così.
Sapere che Edward aveva creduto alla bugia inventata da Ludmilla mi aveva delusa e ferita, ma sapere che aveva anche dubitato del mio sentimento e di tutto quello che c’era stato tra di noi mi fece male.. davvero tanto male.
Avevo sentito un peso attanagliarmi il petto, ed anche se non ne ero molto convinta mi era sembrato quasi di sentire qualcosa dentro di me rompersi.. come se il mio cuore, che per tutto quel tempo era appartenuto a lui e a lui soltanto, si fosse crepato sotto al peso di quella strana presenza.
Tutto quello che avevo desiderato fare dopo aver sentito quelle rivelazioni era allontanarmi da lui, ed era quello che ero riuscita a fare. Ero stata costretta a dargli uno schiaffo per far sì che mi lasciasse andar via, ma non mi ero pentita di quel gesto..
Il dolore che gli aveva causato quello schiaffo non era nulla, rispetto a quello che sentivo io dentro al petto.
Subito dopo essere rientrata nel palazzo mi ero rifugiata nell’unica stanza, oltre alla mia, in cui sapevo che non sarei stata disturbata per nessuna ragione al mondo. Avevo ignorato tutti gli altri, che cercavano di attirare la mia attenzione e che mi chiedevano di spiegare loro cosa fosse successo, e mi ero rifugiata all’interno della biblioteca.
Lì, ero stata finalmente libera di dare sfogo al dolore che provavo ed avevo lasciato campo libero alle lacrime, che avevano già cominciato a scendere copiose quando ero ancora insieme ad Edward ma che avevo anche cercato di trattenere fino a quando non fossi stata da sola.. completamente da sola con me stessa.
Avevo tenuto per tutto il tempo il viso nascosto tra le braccia, ed avevo inzuppato con le mie stesse lacrime le maniche dell’abito che indossavo.. ma non mi importava granché di quello che avevo combinato.
Avevo rialzato la testa solo quando il pianto ed i singhiozzi si erano calmati, e mi ero poi rannicchiata contro lo schienale del divano, abbracciandomi le ginocchia e poggiando il mento su di esse, puntando subito dopo gli occhi sul camino che avevo di fronte.
Non sapevo da quanto tempo avessi assunto quella posizione, così come non sapevo quanto tempo fosse passato da quando avevo lasciato Edward da solo nel parco e mi ero rifugiata nella biblioteca.
Potevano essere passati solo pochi minuti, od anche poche ore.. non lo sapevo con certezza, ma in quel momento non era nelle mie priorità scoprirlo. Tutto quello che desideravo, in quel momento, era stare il più lontana possibile da lui.
Non avrei sopportato di vederlo ancora, o di parlarci ancora.. non con tutto il dolore ed i sentimenti contrastanti che provavo, e che si intensificavano ogni volta che ripensavo alle sue parole di poco prima.
Mi avevano ferita, e molto, era impossibile negarlo ed era ancora più impossibile, per me, accettare che fosse tutto vero. Avrei tanto voluto che alla fine mi sorridesse e mi rassicurasse con un ‘sto scherzando’.. ma quelle parole non erano arrivate, ed era rimasta solo la delusione e l’umiliazione.
Edward era riuscito a credere ad una menzogna così spregevole e così lontana dalla realtà, ed ancora faticavo a capire come fosse riuscito ad accettarla come verità. Faticavo a capire come fossi diventata per lui in così poco tempo una persona meschina, invece della ragazza dolce e meravigliosa di cui si era innamorato, come mi aveva detto così tante volte..
Era riuscito in brevissimo tempo a dubitare di me, ignorando tutto l’amore che provavo verso di lui e tutte le promesse che ci eravamo scambiati reciprocamente. Il solo pensare che, in fondo, lui avesse così poca fiducia in me mi rattristava ed addolorava ancora di più.
Sospirai, mordendomi subito dopo il labbro inferiore nel tentativo di bloccare i nuovi singhiozzi, e passai stancamente il braccio sugli occhi per asciugare le ultime lacrime che erano fuoriuscite.
In quel momento mi sembrava di rivivere un momento passato della mia vita, anche se non era poi così lontano.. un momento accaduto poco più di un mese prima, e che mi aveva scatenato una reazione simile a quella che stavo vivendo.
Davanti agli occhi comparvero improvvisamente delle immagini sfocate, ma ancora abbastanza chiare, in cui Edward mi confessava di essere il principe di Francia ed io scappavo via da lui, troppo scioccata dalla sua rivelazione per potergli stare accanto più del dovuto.
Mi stupii di come quel ricordo somigliasse così tanto alla realtà che stavo affrontando, ed anche come fosse differente sotto altri aspetti, dopotutto.
Alcuni mesi fa ero riuscita a comprendere ed ad accettare il motivo per cui Edward avesse voluto mantenere celata la sua identità, fino a quando non fosse stato sicuro di aver trovato una persona che lo avesse amato per quello che era veramente e non per quello che rappresentava, essendo l’erede al trono, ma adesso.. adesso non sapevo davvero se sarei riuscita a passare sopra a tutto.
Edward non aveva avuto fiducia in me, ed aveva trovato più giusto accettare la verità raccontatagli da una sconosciuta piuttosto che credere a me, alle mie parole ed al mio amore per lui.. come poteva continuare ad esserci ancora un legame, se sembrava non esserci alcuna fiducia tra di noi?
Come potevo essere sicura che tutto, anche se lo avessi perdonato, sarebbe tornato normale? Potevo accertarmi che il nostro rapporto non avrebbe più avuto problemi, o dovevo preoccuparmi sempre di fare la cosa giusta e cercare di evitare, così, eventuali incomprensioni da parte sua?
Tutte quelle domande, a cui non sapevo dare una risposta coerente e corretta, continuarono a rimbombare nella mia testa senza che io potessi fare nulla per cercare di smorzarle, anche se solo per pochi minuti, e ben presto sentii che la testa cominciava a dolermi per tutta la confusione che avevo e per il pianto che ricominciava e smetteva in continuazione.
Ben presto, sommersi di nuovo la testa tra le ginocchia e chiusi gli occhi, sperando che il buio e la posizione potessero aiutarmi in qualche modo.

 
 

Edward
 
 

Dovevano essere passati solo pochi minuti da quando Bella era fuggita via da me, in lacrime, ed io non avevo fatto nulla per raggiungerla. Dopo il tentativo fallito e lo schiaffo che avevo ricevuto da parte sua avevo rinunciato a seguirla, decidendo di lasciarle un po’ di tempo prima di ritentare a parlarle di nuovo.
Mi diressi, senza pensarci troppo, all’albero dove pochi minuti prima avevo visto Bella, massaggiandomi la guancia che bruciava e pulsava ad istanti diversi, ed avevo portato lo sguardo ai piedi del tronco, notando alcuni oggetti che erano stati lasciati lì: un calamaio, il cui contenuto si era riversato tutto sull’erba, una piuma d’oca ed alcuni fogli di carta.
Mi inginocchiai subito, ricordando che Bella mi aveva rivelato di star scrivendo una lettera indirizzata a me, e recuperai tutti i fogli in fretta e furia. Li sfogliai in maniera febbrile, deluso di vedere all’inizio tutti fogli bianchi, ma alla fine ne trovai uno scritto per metà su cui spiccava una calligrafia accurata e delicata.
Era la prima volta che vedevo la calligrafia di Bella e ne rimasi affascinato. Sembrava che anche questa la rispecchiasse completamente, e non riuscii a capire come fosse possibile per me pensare ad una cosa del genere.
Lessi le poche righe che era riuscita a buttare giù, fino ad arrivare ad una parola interrotta ed ad una linea che sporcava il resto del foglio; doveva averla accidentalmente fatta quando l’avevo chiamata e la avevo interrotta.
Mi maledii e mi punii da solo quando finii di leggere quella lettera, desiderando ancora più di prima di non aver voluto credere alle parole di Margaret.
Ero stato uno sciocco a credere che Bella cercasse solo di giocarmi un brutto scherzo, quando ogni singola parola che aveva scritto su quel foglio mi diceva il contrario.. mi diceva che lei, in tutto quel tempo, non aveva fatto altro che pensare a me.

Mi manchi, Edward, mi manchi tantissimo..
Ogni giorno mi sembra sempre più difficile da affrontare, sapendo che non sei qui al mio fianco..
Vorrei così tanto riabbracciarti, dirti che ti amo..
Vorrei che tu fossi qui con me in questo momento..

Il senso di colpa tornò, più prepotentemente di prima, tanto da costringermi ad alzarmi ed a correre via da quel posto per poter raggiungere Bella il più in fretta possibile. Non volevo più aspettare altro tempo per potermi scusare ancora una volta.. come potevo aspettare ancora, sapendo quanto lei stesse sicuramente soffrendo per la mia stupidità?
Non potevo aspettare ancora, sapendo che lei era sempre la stessa ragazza di cui mi ero innamorato e che avrei voluto vedere sempre al mio fianco, la mattina appena sveglio e la sera prima di addormentarmi.
Dovevo recuperare al mio errore, e ci sarei riuscito anche se mi ci sarebbe voluto del tempo, ed anche se Bella non avrebbe voluto vedermi per molto tempo.. nulla aveva importanza, se non la possibilità di vedere di nuovo Bella felice e stretta tra le mie braccia. Non desideravo altro.
Uscii da quello spiazzo in fretta e furia, ripercorrendo a ritroso tutta la strada che avevo fatto prima per poter tornare al palazzo. Tenevo lo sguardo fisso davanti a me ed evitai di osservare il vasto giardino che mi circondava; in quel momento, per me, l’unica cosa veramente importante era raggiungere Bella.
Mi fermai solo quando ebbi raggiunto, finalmente, la scalinata principale; mi appoggiai alla ringhiera ed attesi qualche secondo prima di cominciare a salirla, giusto quanto mi serviva per riprendere il respiro.
Mi passai un braccio sulla fronte, stancamente, e quando lo feci notai che nella mano stringevo ancora la lettera di Bella. L’avevo tenuta stretta nella mano per tutto il tempo, e non me ne ero neanche reso conto..
Strinsi ulteriormente la presa su quel pezzo di carta, sciupato per come dovevo averlo strapazzato durante la corsa, e mi decisi a salire quelle scale che rappresentavano uno dei pochi ostacoli che dovevo superare prima di raggiungere Bella. Quando fui in cima, oltrepassai il portone che era stato lasciato aperto ed andai alla ricerca di qualcuno che mi potesse dire dove potesse essere andata.
Non conoscevo molto bene quel palazzo, essendoci stato solo una volta e, per giunta, solo un paio di anni prima, in occasione delle nozze di Alice. Avevo bisogno di un aiuto per orientarmi meglio in quel posto.
Come se avessi espresso quel desiderio ad alta voce, sentii dei passi avvicinarsi a me e non appena mi fui voltato alla mia sinistra capii a chi appartenessero; Jasper ed Emmett procedevano a passo spedito, con lo sguardo rivolto a me, e dietro di loro riuscii ad intravedere le figure di Alice e dell’altra ragazza che avevo visto prima.
Mi avvicinai a loro, dimezzando così le distanze, ed incrociai per un secondo soltanto lo sguardo triste ed un po’ severo di mio fratello.. capii che lui, e sicuramente anche tutti gli altri, dovevano aver saputo quello che era accaduto tra me e Bella, e ne ebbi la conferma quando Alice cominciò ad urlarmi contro, attirando così l’attenzione di tutti su di lei.
-Che hai combinato?- esclamò, raggiungendo me e gli altri due ragazzi mentre continuava ad osservarmi arrabbiata. -Cosa hai fatto a Bella? Perché è tornata qui in lacrime?-
-Non le ho fatto nulla!- dissi, a mia discolpa. Mi stupivo di come mia cugina pensasse che avrei potuto fare qualcosa ad una delle persone più importanti della mia vita. -Sul serio, Alice. Non le ho fatto del male.. le ho solo parlato.-   
-Allora non è vero che non le hai fatto nulla!- continuò ad urlare lei, incurante dei cenni che le stavano facendo Jasper e l’altra giovane al suo fianco. -Se l’hai fatta scoppiare a piangere, qualcosa devi averle fatto.. anche se hai solamente usato le parole!-
Sbuffai, sapendo che aveva ragione. Avevo solamente parlato con lei, senza contare i baci che ci eravamo scambiati prima, ed usando solo quelle ero riuscito comunque a causarle dolore e dispiacere.. cose che non sopportavo proprio che lei provasse ancora.
-Le hai raccontato tutto, vero?- Emmett prese la parola, approfittando del fatto che Alice aveva smesso di urlare e si era tranquillizzata un poco. -Non l’ha presa bene, a quanto ho visto..-
Scossi la testa, abbassando il viso ed appallottolando, per lo sconforto, la lettera mentre stringevo la mano in un pugno. -No, non l’ha presa bene.. l’ho delusa, Emmett, l’ho delusa così tanto..-
-Era una cosa che avevamo previsto, Edward.. ma vedrai che si risolverà tutto.- Emmett mi si avvicinò, poggiando una mano sulla mia spalla e carezzandola quasi impercettibilmente, giusto quel tanto che bastava per farmi sentire la sua presenza.
-E se non dovesse essere così? E se.. l’avessi persa per sempre, a causa della mia stupidaggine?-
Lo guardai ancora una volta in volto, cercando nei suoi tratti e nella sua espressione una risposta, ma non riuscii a trovare nulla.. a quella domanda Emmett non seppe rispondere, e questo mi gettò ancora di più nello sconforto.
Non potevo davvero perderla per una sciocchezza che avevo commesso.. non potevo perderla perché non avevo creduto abbastanza all’amore che lei provava per me..
-Scusa, Edward, ma.. ma che cosa avresti raccontato a Bella?- Jasper si intromise nel nostro discorso, anche se era diventato momentaneamente silenzioso, e fece vagare lo sguardo dal mio a quello di Emmett. -Forse sono un po’ indiscreto, ma mi piacerebbe molto saperlo..-
Nonostante la paura, la tensione ed una miriade di altre sensazioni che provavo in quel momento, accolsi quasi subito la richiesta di Jasper e mi ritrovai a raccontare tutto quello che era accaduto in quelle settimane, seduto su una poltroncina di una delle tante sale e circondato da tutti gli altri.
Mi passai più volte le mani tra i capelli, mentre raccontavo e ripercorrevo con la mente tutti i discorsi e le vicende che c’erano state in quei giorni, ed alzai il viso, che avevo tenuto quasi nascosto per la maggior parte del tempo, solo quando finii di parlare del gesto che aveva compiuto Angela insieme a Julianne ed a Jacob, e che mi aveva finalmente fatto aprire gli occhi sulla realtà dei fatti.
Emmett, che era l’unico oltre a me a conoscere la storia sin dall’inizio, sedeva tranquillo al mio fianco e si torceva le mani tra di loro, mentre gli altri.. gli altri mi guardavano e si comportavano come se avessi appena raccontato loro che avevo commesso un atroce omicidio.
Jasper mi fissava incredulo, con un dito poggiato sulla guancia, e batteva le ciglia ogni pochi secondi; Rosalie, la ragazza bionda, guardava in basso, le mani incrociate in grembo, e lo alzava ogni tanto prima di riportarlo sulle sue mani; Alice, invece, aveva le sopracciglia inarcate e mi lanciava occhiatacce terrificanti.. non mi sarei affatto stupito, se all’improvviso si fosse trasformata in una strega simile a quelle che temeva tanto da bambina.
-Non posso credere che tu sia stato così sciocco da credere a quella menzogna!- esclamò infine, incrociando le braccia sopra al seno e sbuffando subito dopo. -Credevo che fossi più intelligente, cugino!-
Alzai gli occhi al cielo, sentendo le sue parole; non ero molto entusiasta di ascoltare il suo parere. Sapevo di essere stato uno stupido e, sinceramente, non mi andava che aggiungesse altro per farmi stare male, più di quanto non lo fossi di già.
-Alice.. ti prego, non rigirare il coltello nella piaga, va bene?- la ammonì Emmett, e sembrò quasi che avesse intuito i miei pensieri e avesse voluto darmi una mano.
Lei si zittì subito, appoggiando la schiena sullo schienale del divanetto sulla quale era seduta ed abbassando poi lo sguardo senza smettere, però, di sbuffare.
-Dopo tutto questo- disse Jasper rivolgendosi a me, poggiando i gomiti sulle ginocchia ed osservandomi poi incuriosito, -cosa hai intenzione di fare? Vuoi provare a.. parlarle di nuovo?-
Annuii. -È quello che voglio fare.. ma non so se lei vuole parlarmi ancora. Non so nemmeno dove sia andata..-
-Dovrebbe essere in camera sua, o forse si è rifugiata nella biblioteca- mi venne in aiuto Rosalie, che rialzò il viso per parlarmi meglio. -Di solito è lì che va, quando vuole stare da sola.. non penso che sia andata di nuovo nel parco.-
-Qualcuno può indicarmi dove si trovano queste stanze? Voglio andare da lei..- dissi in fretta mentre mi alzavo in piedi, ma mi bloccai non appena vidi l’occhiata che mi lanciò Alice. Non sembrava affatto felice delle mie intenzioni.. così come sembrava esserlo Rosalie.
-Edward.. io credo che dovresti aspettare, e non andare da lei adesso- mi spiegò quest’ultima, a bassa voce, e si grattò per qualche secondo la tempia destra mentre lo faceva. -Lasciale un po’ di tempo da passare da sola, forse non è ancora pronta per vederti di nuovo e potrebbe reagire male.-
Dovetti ammettere che le sue ragioni erano abbastanza buone. Forse Bella davvero non era pronta per affrontare di nuovo quel discorso e se io fossi andato da lei subito, forse non avremmo risolto nulla.. anzi, forse avremmo compromesso ancora di più la situazione.
Mi affrettai ad annuire, in silenzio, mentre tornavo a sedermi e mi prendevo la testa tra le mani. Per quanto volessi sistemare al meglio la situazione, non avrei mai voluto aspettare altro tempo per farlo.. ma sembrava essere proprio necessario.
Sentii una mano carezzarmi i capelli, gentilmente e con gesti tranquilli, al che alzai la testa per capire chi fosse. Mi trovai di fronte gli occhi verdi e brillanti di Rosalie, ed un piccolo sorriso rassicurante prese vita sul suo volto mentre continuava a compiere quel piccolo gesto.
-Vedrai, andrà tutto bene.. più tardi ti accompagno io da lei.- sussurrò.
 

-
 

Proprio come mi aveva promesso qualche ora prima, Rosalie mi accompagnò lungo i corridoi del palazzo mentre raggiungevamo la stanza di Bella.. ma, dopo una rapida visita, capimmo che lì non c’era e che doveva trovarsi nella biblioteca.
La luce chiara e leggermente aranciata del sole che entrava dalle finestre ci illuminava, mentre percorrevamo gli ultimi metri che ci separavano dalla biblioteca. Quando fummo davanti alla porta della stanza, Rosalie bussò un paio di volte prima di intrufolarsi al suo interno e lasciarmi lì, sulla soglia.
Uscì di nuovo pochi secondi dopo, accostando la porta e fissandomi poi negli occhi. -Si trova sul divanetto davanti al camino.. ma sta dormendo- disse, mantenendo il tono di voce basso forse per paura che potesse disturbarla se avesse alzato un po’ di più il tono.
Mi voltai verso la porta ed allungai un braccio per aprirla di più, desideroso di vedere se si trovava veramente lì. Lo feci, ma le uniche cose che riuscii a vedere furono alcuni scaffali pieni di libri, alcune poltroncine ed un divanetto posizionati di fronte al camino.. ma non riuscii a vedere Bella.
Doveva essersi sdraiata sul divanetto.. era l’unica soluzione che spiegava il motivo per cui non riuscivo a scorgerla.
Stavo per entrare quando la mano di Rosalie mi bloccò il braccio, facendomi voltare verso di lei ancora una volta. Osservai il suo viso, diventato improvvisamente teso e preoccupato.. l’unica spiegazione che trovai per il suo comportamento fu che si era affezionata molto a Bella, in quel breve periodo, e che non avrebbe voluto vederla soffrire di nuovo.
-Ti prego, Edward.. non rovinare di nuovo tutto- sussurrò, mordendosi le labbra subito dopo aver parlato e dando, in qualche modo, la stessa spiegazione che avevo pensato.
Annuii con la testa, senza riuscire a dire qualcosa, ed infine entrai nella biblioteca. Il rumore della porta che si chiudeva alle mie spalle non mi disturbò neanche per un istante, e cominciai ad incamminarmi verso le varie poltrone accanto al camino. Quando mi posizionai tra di esse, mi bloccai subito non appena la rividi e non riuscii a fare altro, se non restare davanti a lei ed osservarla secondo dopo secondo.
Bella stava dormendo e, come avevo pensato io, si era sdraiata sul divanetto, piegando le gambe da un lato forse per stare più comoda. Aveva il viso rivolto verso il fuoco, che si andava spegnendo, ed un braccio sotto la testa a farle da cuscino; l’altro, invece, era abbandonato sul ventre e si alzava ed abbassava insieme al suo petto, seguendo il ritmo tranquillo e lento del suo respiro.
Continuai ad osservarla a lungo, incantato, senza fare nessun movimento. Alla fine mi inginocchiai davanti a lei, avvicinando il viso al suo ed osservandolo attentamente come se fosse la prima volta. Le sue guance erano colorate di un rosa acceso, a causa del calore sprigionato dal fuoco, e le sue lentiggini sembravano più evidenti di quanto ricordassi..
Non ricordavo che quei particolari del suo viso mi fossero mancati così tanto, ma sembrava essere proprio così.. ed una nuova verità mi invase la mente, all’improvviso. Non sarei riuscito a vivere una vita intera senza vedere il suo viso.. ormai ne ero sempre più consapevole.
Spostai lo sguardo, portandolo sulla sua mano che si trovava lì, accanto a me, ed il desiderio di carezzarla e di stringerla ancora una volta mi sopraffece. Con timore, per paura che potessi svegliarla non appena la avessi toccata, allungai la mia mano e sfiorai il dorso della sua.
A quel contatto non successe nulla: Bella non si mosse e continuò a riposare, indisturbata, al che decisi di spingermi un po’ più in là. Strinsi la sua mano nella mia, senza usare troppa forza, e poi tornai ad osservarle il viso.
Ero andato da lei perché volevo parlarle e cercare di sistemare tutto.. ma più la vedevo immersa nel sonno e rilassata, più volevo che non si svegliasse mai. Era così bella, così delicata.. così dolce, anche, che non avrei mai voluto svegliarla per rivedere il dispiacere nei suoi occhi.
Con la mano che non era impegnata a stringere la sua le scostai alcune ciocche che le ricadevano davanti agli occhi, facendo piano per evitare di disturbare il suo sonno, e poi non potei fare a meno di carezzarle la guancia. Lo feci, e dopo pochissimi istanti quasi mi pentii di averlo fatto.
Due occhi scuri, familiari, si aprirono improvvisamente ed incontrarono i miei, facendomi sussultare sul posto.


 

Bella
 
 

Non sapevo come fossi passata dall’osservare il fuoco al dormire, sdraiata su quel divanetto.. non sapevo di averlo fatto, e non ricordavo affatto il momento in cui accadde. Sapevo solo una cosa, però.
Sapevo che non appena avevo aperto gli occhi avevo incontrato quelli chiari e meravigliosi di Edward, che si trovava di fronte a me e che mi osservava. Sentii anche la sua mano che mi carezzava la guancia, e capii che era stato quel suo piccolo gesto ad avermi spinto ad aprire gli occhi.
Rimasi spiazzata nel ritrovarmelo lì davanti. Ero sorpresa nel constatare che mi aveva raggiunto nonostante gli avessi chiaramente espresso che volevo restare da sola, e sempre per lo stesso motivo provai anche rabbia nei suoi confronti.. ma oltre a quello, provai anche altro e non potevo neanche negarlo a me stessa.
Nonostante tutto, io ero felice di vedere e sentire che era accanto a me. Ero felice che fosse lì, e non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile.. dopo tutto quello che avevo saputo avrei dovuto semplicemente odiarlo, ma non riuscivo a provare odio nei suoi confronti. Rabbia sì, ma odio no.. affatto.
Battei un paio di volte le palpebre, restando però ad osservare il suo viso che si era leggermente incupito vedendo che mi ero svegliata. Abbassò gli occhi e, quasi nello stesso momento, lasciò un ultima carezza al mio viso prima di spostare la mano, poi tornò ad osservarmi e vidi che anche quelli, come il viso, erano pieni di tristezza e di dispiacere.
-Non.. non ti volevo svegliare..- mormorò, sospirando subito dopo. -Scusami..-
Sentii che lasciava la presa anche sulla mia mano, che tenevo poggiata sulla pancia, e non ricordai il momento in cui l’aveva stretta nella sua. Sembrava che non mi ricordassi molte cose, come ad esempio il momento in cui lui fosse entrato nella biblioteca.. cominciai a pensare che poteva essere comparso così, dal nulla ed all’improvviso.
Distolsi lo sguardo dal suo viso e mi puntellai sul braccio che avevo tenuto sotto la testa, come una specie di cuscino, e lo sentii formicolare fastidiosamente.. la posizione non doveva avergli giovato poi molto. Mi portai a sedere velocemente e raggomitolai quasi subito le gambe contro il petto, abbracciandole con un gesto involontario.
Poggiai il mento sulle ginocchia, e nel farlo alcune ciocche di capelli che erano sfuggite alle forcine mi ricaddero sul viso. Prima che potessi scostarle con le mie mani Edward lo fece per me, e le riportò dietro alle mie orecchie indugiando più tempo del dovuto con le dita sulla mia pelle.
Quel gesto da un verso mi fece piacere, ma dall’altro mi fece male. Ero leggermente scombussolata, lo sentivo, e ciò mi causava desideri e sentimenti contrastanti.. fu facile, così, dare di nuovo il via alle lacrime, e ben presto le sentii colare lungo le guance.
Chiusi gli occhi, cercando di bloccarle, ma sfortunatamente non ci riuscii e ben presto ad esse si aggiunsero anche i singhiozzi, che mi scossero fortemente il petto ed annunciarono l’arrivo di un nuovo pianto.
-Ehi..- riaprii gli occhi sentendo il sussurro di Edward e me lo trovai ancora una volta di fronte, il volto teso e preoccupato che fissava il mio. Sentii poi le sue dita muoversi gentilmente sulle mie guance, nel vano tentativo di asciugarmi le lacrime. -Piccola, non piangere..-
Quel suo piccolo tentativo di consolarmi e rassicurarmi non servì a nulla; mi ritrovai ben presto a piangere più forte ed a stringere gli occhi, tanto che dovetti portarmi una mano sopra alle palpebre per nascondermi un poco.
Le dita di Edward si fermarono dopo un po’ e non le sentii più sulla mia pelle, ma fu solo una cosa temporanea perché lo sentii quasi subito prendere posto al mio fianco, sul divanetto. Scostai la mano che copriva ancora gli occhi e lo guardai, anche se avevo la vista un po’ offuscata, e lo vidi avvicinarsi a me e cingermi le spalle con le braccia. Mi strinse a sé, come aveva fatto così tante volte da quando lo avevo conosciuto, e sfiorò la mia fronte con le labbra.
-Va tutto bene, Bella, va tutto bene..- mormorò, facendomi poggiare la testa sulla sua spalla mentre lui mi sfiorava la fronte con la guancia.
Non capivo il motivo del suo comportamento, ero ancora troppo confusa per farlo.. ma la cosa che mi destabilizzò di più fu capire che stare di nuovo tra le sue braccia, in quel modo, sentire il suo corpo ed il suo calore a contatto con il mio, era la sensazione più bella del mondo.
Ero sempre stata bene tra le sue braccia; lì, stretta a lui, avevo sempre sentito la sensazione di essere al sicuro e di essere protetta da tutto e da tutti.. ed in quel momento, stare di nuovo stretta contro il suo petto mi aveva fatto stare tranquilla all’improvviso.
Era come se avessi riconosciuto quel posto come il più sicuro al mondo, un po’ come se fosse stata la mia casa.. forse perché, inconsapevolmente, io avevo stabilito che Edward fosse la mia casa, il posto sicuro nel quale rifugiarmi.
Rafforzai la stretta sul suo corpo, stringendo le mani sulle sue spalle, ed immersi il viso nella piega del suo collo, chiudendo gli occhi. Subito mi giunse alle narici il profumo della sua pelle, quello così buono che lo caratterizzava e che avevo imparato prestissimo ad associare a lui.. e solo in quell’istante realizzai quanto mi fosse mancato sentirlo.
Il leggero massaggio che la sua mano mi stava facendo alla schiena, oltre ai leggeri baci che ogni tanto lasciava sulla mia fronte, mi rilassò in breve tempo e mi fece anche calmare il pianto, anche se ogni tanto una lacrima mi usciva ancora dagli occhi.
-Va meglio?- mi chiese in un bisbiglio, scostando di poco il viso per potermi osservare meglio.
Lo guardai, mordendomi il labbro nervosamente, ed annuii stando però in silenzio. Abbassai di nuovo lo sguardo, portando poi quasi distrattamente una mano alla sua nuca e cominciai ad accarezzargli i corti capelli che erano presenti lì. Era un gesto, quello, che avevo sempre amato fare e che mi aiutava a rilassarmi ulteriormente.. ad Edward quel gesto però non sfuggì.
Lasciò la sua mano ferma sulla mia schiena e portò l’altra, che era rimasta ferma tutto il tempo sulla mia spalla, al mio viso e me lo fece sollevare piano, facendomi così incontrare ancora una volta il suo.
-Mi dispiace tanto per prima, piccola.. mi dispiace tanto..- mi carezzò ancora la guancia mentre parlava, e nella sua voce riuscii quasi ad avvertire tutto il dispiacere che provava. -Non.. non volevo farti stare male..-
Scossi la testa e gli posai due dita sulle labbra, zittendolo; non volevo sentire ancora le sue scuse. Sapere che era dispiaciuto per quello che era successo e che aveva fatto era più che sufficiente, per me.. ma non bastava per aggiustare le cose.
Avevo bisogno di sapere altro, in quel momento.
-Ti.. ti va di raccontarmi tutto?- gli dissi, abbassando di nuovo le dita per consentirgli di parlare. -Tutto quello che è successo?-
Prima che potessi abbassare del tutto la mano Edward la riacciuffò e se la portò alle labbra, baciandone delicatamente il dorso mentre mi fissava dritto negli occhi. La strinse forte nella sua, abbassandola giusto quel tanto che bastava per poter parlare.. ma non smise un secondo di tenerla nella sua, mentre mi parlava di quel che era accaduto.
-Come ti avevo detto prima, sono venuto a prenderti come avevamo deciso.. ma non ti ho trovato subito. Sono andato a cercarti nelle cucine ma non eri neanche lì.. ma c’erano Margaret e Julianne.. lei è andata via quasi subito, ma Margaret è rimasta e mi ha.. mi ha detto quelle cose..- abbassò il viso, portandosi l’altra mano ai capelli e cominciando ad accarezzarli nervosamente.
Era un gesto che faceva sempre, quando era teso o nervoso per qualcosa, ed in quel momento capii quanto doveva essere rimasto deluso da quello che gli avevano raccontato.
-Me ne sono andato subito- continuò a dirmi, dopo quell’attimo di pausa, -e stavo attraversando il parco quando Julianne mi ha bloccato. Voleva parlarmi di te e, credo, di quello che era successo veramente.. ma non ho voluto ascoltarla. Io.. io credevo che la verità fosse quella che mi aveva rivelato Margaret e non volevo sentire altro..- rialzò il viso, che aveva tenuto nascosto fino a quel momento, e mi fissò con gli occhi lucidi: non l’avevo mai visto in quelle condizioni. -Mi sono sbagliato, Bella, e rimpiangerò per sempre di non aver dato ascolto subito a Julianne.. sono stato così stupido..-
Grosse lacrime cominciarono a segnare il suo viso, lasciandomi così sorpresa ed incantata da destabilizzarmi. Non avevo mai visto un uomo piangere, era la prima volta in assoluto che mi capitava di vedere una scena simile.. ma vedere Edward piangere e dispiacersi era in certi versi così straziante e doloroso che sentii di nuovo le mie scorrermi sulle guance.
-Edward..- sussurrai, prendendogli il viso tra le mie mani, -Edward.. ti prego, non piangere.. ti prego..-
Lui sembrò non ascoltarmi; si abbassò con il viso fino a poggiarlo sul mio petto e mi strinse in modo spasmodico, come se avesse paura che l’avrei abbandonato di lì a qualche istante. Spostai le mie mani dalle sue guance ai suoi capelli, che cominciai ad accarezzare nel disperato tentativo di calmarlo.
Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei ritrovata a consolarlo.. ma, a quanto sembrava, non avevo immaginato un sacco di cose.
Restammo in quella scomoda, ma rassicurante, posizione per non so quanto tempo, tanto che temetti ad un tratto di averne perso la cognizione. Quando sentii Edward un po’ più tranquillo cercai di spronarlo ad andare avanti con il racconto, ma venni bloccata proprio da un suo gesto.. un gesto che non aveva mai compiuto, anche se ci era andato spesso vicino.
Lo sentii risalire lungo la mia pelle, lasciata scoperta dal vestito, con il naso e quando giunse alla mia clavicola sentii che ci lasciava sopra un bacio.. leggero, a fior di pelle, ma riuscì lo stesso a scatenarmi intensi brividi lungo la schiena.
Trattenni un sospiro e chiusi gli occhi, cercando di controllare quelle sensazioni così strane e sconvolgenti e quando fui sicura di esserci riuscita tornai ad occuparmi di quello che dovevo fare.
-Come hai scoperto che si trattava di una bugia?- gli chiesi, con la voce leggermente tremula e con le labbra che sfioravano i suoi capelli.
Edward rialzò il viso, sentendo la mia domanda. -Un paio di giorni fa Emmett è venuto a cercarmi al lago e mi ha detto che nessun Duca italiano stava per sposarsi con una ragazza francese.. glielo aveva detto mio padre, ma faticavo a crederci.. poi, dopo un po’, sono arrivati i tuoi amici..-
-I miei amici?- lo bloccai, sorpresa, ed un sorriso estasiato sentii che prendeva forma sulle mie labbra. -I.. i miei amici sono venuti da te?-
Lui annuì, ricambiando il mio sorriso. -Sì.. Angela, Jacob e Julianne. Mi hanno raccontato tutto, e mi hanno detto che ti trovavi qui.. era tutto ancora più strano di quello che mi aveva detto mio fratello, ma ho capito che era sul serio la verità e sono partito subito..-
Abbassai il viso, ancora con il sorriso sulle labbra. Non potevo crederci che avessero fatto tutto quello per aiutarci.. per darci una mano nel ritrovarci. Ero in debito con loro, davvero in debito.. non più solo con Angela, ma con tutti.
-Angela mi ha aiutato quando sono arrivata qui- mormorai, restando con il viso abbassato. -Ha scritto una lettera indirizzata ad Alice in cui le rivelava che ero la Contessina. Sono così in debito con lei.. adesso, anche più di prima..-
-Ti vuole bene, Bella.. lei e gli altri hanno fatto tutto questo perché ti vogliono bene..- rialzai lo sguardo, incrociando il suo, -..e te ne voglio anch’io, anche se il mio è un tipo di bene diverso dal loro..-
Non seppi cosa dire, od anche solamente cosa pensare. Ero sempre rimasta senza parole davanti alle rivelazioni di Edward, ma quella.. quella era senza alcun dubbio la più dolce e la più destabilizzante in assoluto.
-Bella..- si avvicinò con il viso, fermandosi a pochi centimetri dal mio, -so di aver sbagliato, e di aver dubitato di te, ma.. ma nonostante pensassi che mi avevi preso in giro, non ho mai smesso un secondo di amarti. Ti amavo anche se ti credevo una persona diversa da quella che conoscevo, e non riuscivo a smettere di farlo.. perché mi sei entrata dentro ed hai preso posto qui..- avvicinò le nostre mani, ancora intrecciate, al suo petto e le poggiò proprio sopra al suo cuore. -Sei qui da sempre, piccola.. e so che nessuno potrà toglierti e prendere il tuo posto.-
Mi morsi le labbra, nervosamente, stravolta da tutto quello che Edward mi aveva appena detto, e prima che potessi fare o dire qualcosa lui portò le sue dita sulle mie labbra e me le liberò dalla costrizione dei denti. Le carezzò gentilmente, senza smettere di guardarmi negli occhi, e poi avvicinò ulteriormente il viso al mio.
Le nostre labbra si incontrarono quasi subito e fu bello sentirle di nuovo, nonostante fossero passate soltanto poche ore dall’ultima volta. Erano proprio come le ricordavo.. morbide, calde, ed avevano il suo sapore.
Mi aggrappai al suo collo mentre il nostro bacio diventava sempre più intenso e coinvolgente, tanto che neanche mi accorsi di venire trascinata a sedere sulle sue gambe. Edward mi cinse la vita, forte, mentre mi baciava un ultima volta le labbra e tornava ad immergere il volto nel mio petto.
-Ti amo, Bella..- sussurrò, respirando sulla mia pelle. -Ti amo troppo per potermi allontanare di nuovo da te, o lasciarti andar via..-
Gli accarezzai i capelli, baciandoglieli poi con calma e gentilezza prima di rispondergli. Era assurdo che pensasse di andare via senza portarmi con lui..
-Non succederà mai.. non vado da nessuna parte senza di te.-
Soffocai quelle parole tra i suoi capelli, ma furono ugualmente ben udibili.. tanto che Edward, quando smisi di parlare, alzò subito la testa e mi osservò attentamente come per cercare la verità nella mia espressione. Capì che ero sincera e tornò a baciarmi con la stessa forza ed intensità di prima, mozzandomi il respiro.
Strinsi forte gli occhi, ricambiando il suo bacio ed abbracciandolo ancora, felice di sentirlo di nuovo lì e di sapere che non era cambiato assolutamente nulla tra di noi..
Tutto era rimasto immutato, ed il nostro amore sembrava essere sempre più forte di tutto il resto. 

   
 
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